“Vogliamo ancora costruire delle iniziative che possano inceppare il meccanismo devastatore – dicono i promotori – e che sappiano raggiungere il cantiere e attraversare il territorio della nostra Valle, sfidando i divieti e la militarizzazione con cui quotidianamente ci confrontiamo”
L’ “Estate di lotta No Tav” promossa dal movimento che si oppone alla Torino-Lione, che ha visto la marcia itinerante attraversare la Valle di Susa , da Avigliana a Chiomonte, non è ancora terminata. Il sito vicino al Movimento No-Tav, www.notav.info, preannuncia infatti un’appendice per il prossimo settembre.
“Dai momenti di convivialità, alle iniziative sul territorio per infastidire il sistema del Tav, – scrivono i promotori – con le iniziative notturne siamo riusciti a riattraversare quei luoghi che la controparte ci vorrebbe sottrarre, ma che appartengono da decenni alla storia della nostra Resistenza.Chi praticando i sentieri impervi, chi rimanendo qualche passo indietro ad attendere, continuiamo tutti insieme questo percorso, consapevoli che solo noi oggi possiamo fare la differenza e determinare l’esito di questa battaglia”.
Il Movimento No Tav annuncia quindi un’altra settimana di mobilitazione, dall’1 al 7 settembre, “per concludere l’Estate di Lotta”. Il sito web comunica che tutti coloro che si presenteranno avranno garantita l’accoglienza al campeggio di Venaus, “con la 5 giorni che dal 1 al 5 settembre vedrà protagonisti i giovani studenti della valle e nel fine settimana, il 6 e il 7, l’arrivo degli amici rugbisty” (iniziativa sportiva a sostegno della Valle, rivolta ai più giovani)
“Vogliamo ancora costruire delle iniziative che possano inceppare il meccanismo devastatore – concludono i promotori – e che sappiano raggiungere il cantiere e attraversare il territorio della nostra Valle, sfidando i divieti e la militarizzazione con cui quotidianamente ci confrontiamo.Vogliamo regalarci altri momenti di incontro per discutere del futuro di questa lotta e non solo, in vista di un autunno che auspichiamo possa fare la differenza e parlare il linguaggio di chi oggi cerca di costruire un futuro diverso”.
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