Qualcuno, a sinistra, nei palazzi regionali di piazza Castello e via Alfieri, considerando anche le possibili mancate archiviazioni degli esponenti dem per “spese pazze”, vede nubi all’orizzonte pure per questa nuova legislatura
Sarà la legge del contrappasso, oppure che ormai in Italia a decidere su tutto sono i (molteplici) tribunali. E così nelle mani del Tar è finito il dossier che l’esponente leghista Patrizia Briccarello ha realizzato registrando quelle che ritiene essere palesi anomalie nella raccolta delle firme per la presentazione dellle liste del centrosinistra alle ultime Regionali. L’ex consigliera provinciale padana afferma, ad esempio, che un esponente Pd avrebbe autenticato una firma ogni due minuti senza pause per 12 ore consecutive, per di più trovandosi in luoghi diversi. Chissà.
L’udienza è già stata fissata per il 6 novembre. Torna così l’incubo dell'”effetto Giovine“, quello dei corsi e ricorsi scatenati dalle firme dell’ex consigliere dei Pensionati, che hanno tenuto in bilico per 4 anni e poi fatto cadere rovinosamente la legislatura di Roberto Cota. Ma non è tutto qui. Si è scatenato anche l’eurodeputato Mario Borghezio che ha incontrato di persona il nuovo procuratore Capo Armando Spataro per illustrargli l’esposto che ha presentato sulle presunte irregolarità nella raccolta firme per Pd, Lista Monviso e listino di Sergio Chiamparino.
Potrebbero, secondo l’esponente politico leghista, ravvisarsi i reati di falso ideologico e in atto pubblico. Ostenta una calma olimpica il segretario e capogruppo regionale Pd Davide Gariglio: fino a prova contraria, dice di essere convinto di avere fatto tutto regolarmente e si rimette comunque alle decisioni della Magistratura. Ma qualcuno, a sinistra, nei palazzi regionali di piazza Castello e via Alfieri, considerando anche le possibili mancate archiviazioni degli esponenti dem per “spese pazze”, vede nubi all’orizzonte pure per questa nuova legislatura.
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