Una domanda a Chiara Appendino

Un sindaco non deve fare gli interessi della sua città?

di Ibis

Intanto le 33 associazioni imprenditoriali e professionali del Piemonte accusano il governo di bloccare di fatto l’opera

Le obiezioni al Tav Torino Lione appaiono sempre più deboli a mano a mano che si avvicina la manifestazione di sabato. Dopo i 40 mila in piazza e i 3 mila imprenditori delle 12 più importanti associazioni di categoria alle OGR ( non solo industriali come si vuol far credere dai no Tav, ma anche artigiani commercianti, cooperative, agricoltori ) oggi a Roma l’incontro delle 33 associazioni imprenditoriali e professionali del Piemonte che al termine accusano il governo di bloccare di fatto l’opera. Le argomentazioni di chi si oppone mostrano sempre più il loro forte ideologismo e antagonismo a prescindere. Ma quello che stupisce di più e amareggia è l’atteggiamento della sindaca Chiara Appendino. Il sindaco di Torino ha ribadito che non vuole il Tav. Eppure un sindaco non può non fare l’interesse della sua città. Il Tav Torino-Lione dovrebbe essere fortemente voluto da chi rappresenta una metropoli in crisi, poco rappresentata a livello politico , che senza quest’opera verrebbe tagliata fuori dalle grandi rotte dei commerci mondiali. E non si dica che tanto c’è la linea storica. Se qualcuno non lo sapeva , ormai è chiaro a tutti che una galleria del 1871, e una linea studiata cento anni fa non può servire i moderni flussi di traffico del corridoio Ovest –Est attraverso le Alpi.  E’ molto grave che il sindaco di Torino lasci che l’unica grande opera messa in discussione sia proprio quella che passa dalla sua città verso l’Europa: il Terzo valico dell’alta velocità da Genova verso il Nord Europa non si discute più, nemmeno il Tap, le pedemomtane ( pur molto meno strategiche) le vogliono i governatori leghisti di Veneto e Lombardia e si faranno. Solo Torino rinuncia ( come per altro per le Olimpiadi), ed è prendere in giro i torinesi dire che allora i 5 stelle , bontà loro, chiuderanno un occhio sulla seconda linea di metropolitana ( che non volevano, nemmeno quella). A parte il fatto che era già decisa, si lancia un osso : se rinunciate al Tav vi facciamo lavorare al metrò, insomma il mercato delle vacche…indipendentemente dall’utilità o meno del collegamento europeo Est Ovest. Tipico delle politiche clientelari. Torino ha bisogno di infrastrutture per i suoi manufatti e i suo commerci, così il Piemonte e l’Italia. Se si fa il terzo valico e non il Tav Torino Lione , il rischio mortale per Torino è che si potenzi la linea ferroviaria che passando da Marsiglia- Ventimiglia ( lo ha chiesto il sottosegretario ai trasporti leghista Rixi, ligure) attraverso il terzo valico va a Novara e di lì a Nord verso la Svizzera e ad Est verso Milano. Torino e metà Piemonte saranno tagliati fuori . La città non ha più margini di “decrescita felice”, ha perso in vent’anni 300 mila abitanti, reddito delle famiglie, due grandi banche , la scommessa di fare del Lingotto un grande polo fieristico , molto della Fiat e si potrebbe continuare . Intanto aspetta tutti i ” no qualcosa d’Italia” che sfileranno sabato, torvi e minacciosi. Ricordo che in questi anni diversi di coloro che sono a favore del Tav sono stati minacciati e talvolta aggrediti ( ricordo un giornalista della Rai che ha dovuto girare scortato o un altro della Stampa ,irruzioni in studi professionali , scorte a parlamentari, assalti violenti alle forze di polizia). Ma si sa quando non si hanno ragioni si usano le mani…. Le motivazioni ambientali per non farla sono ridicole: quasi 800 mila Tir percorrono l’autostrada con emissioni di Co2 e di polveri sottili; tutti gli ambientalisti del mondo preferiscono il trasporto su rotaia a quello su gomma. Non potendo più sostenere la tesi ecologica , ora si dice addirittura che il treno è un mezzo di trasporto superato: Intanto il tutto mondo si costruiscono linee ad alta velocità ferroviaria, grandi tunnel ( come in Svizzera e Austria). Semmai è vero il contrario l’alta velocità ha rilanciato il treno, anche per il trasporto passeggeri sulle medie distanze, a scapito dell’aereo, come è evidente sulla tratta Torino, Milano Roma , Napoli. Ma le notizie cattive non finiscono qui: ecco cosa scrivono, dopo l’odierno incontro a Roma con il premier Conte, i rappresentanti delle 33 sigle imprenditoriali , professionali e sindacali piemontesi in un loro comunicato: “L’incontro che si è svolto oggi a Palazzo Chigi con i 13 delegati delle 33 Associazioni che rappresentano il sistema dell’economia di Torino e del Piemonte in tutti i suoi molteplici aspetti (lavoro, industria, artigianato, commercio, agricoltura, servizi, cooperazione, professioni, turismo, costruzioni), ha dimostrato l’ulteriore volontà del Governo di dilazionare il proseguimento dei lavori relativi alla realizzazione della TAV Torino Lione. Si tratta di un atteggiamento che va contro gli interessi del mondo della produzione e del lavoro… Le Associazioni paventano il rischio che tutto questo temporeggiare sia solo strumentale, finalizzato a non decidere e a non fare…. Se ciò accadesse, questo Governo dovrebbe assumersi la responsabilità – gravissima – di aver escluso l’Italia e le sue future generazioni dal principale asse di sviluppo economico e di integrazione sociale.”

 

(foto: il Torinese)