Una delle due sezioni conclusive è dedicata alle sopravvissute

Ravensbrück, il Lager delle donne

Martedì 6 febbraio, alle 17.00, al Polo del ‘900, nella Sala conferenze di Palazzo San Celso a Torino,  verrà presentato il libro fotografico “Ravensbrück.Il Lager delle donne” di Ambra Laurenzi. Interverranno con l’autrice, figlia e nipote di deportate, fotografa professionista e docente presso l’Istituto Europeo di Design di Roma, la storica Donatella Sasso, dell’Istituto Salvemini e Renzo Carboni dell’Aned. Situato nella regione del Brandeburgo, 80 Km a nord est di Berlino, il campo di Ravensbrück venne costruito, tra i primi, nel 1939 per ospitare donne tedesche asociali e delinquenti comuni e, successivamente, donne dei paesi progressivamente occupati dai nazisti, zingare, ebree, oppositrici al regime, omosessuali, testimoni di Geova. A Ravensbrück sono state immatricolate 132.000 donne e decine di migliaia di loro hanno perso la vita, eliminate tramite fucilazione o tramite camera a gas, oppure morte per malattia, stenti, lavoro, fame, freddo, o ancora a seguito degli esperimenti medici di cui erano le cavie. La conoscenza e la Memoria di questo luogo, se pure negli anni ha conservato poco dell’originaria struttura concentrazionaria, può e deve essere un doveroso omaggio a tutte le donne che nel campo hanno sofferto e trovato la morte. Un libro di immagini non può restituire qualcosa alla loro sofferenza, ma nel tentativo compiuto da Ambra Laurenzi c’è l’impegno e la volontà di non dimenticarle e di non far dimenticare l’inferno di Ravensbrück. Con l’inserimento di fotografie realizzate negli ultimi dieci anni, l’autrice ha scelto di privilegiare non tanto l’immagine storica del campo, ma la sua contemporaneità attraverso le sensazioni che il luogo sollecita oggi, percorrendolo senza smarrire il senso del tempo e degli eventi e ricercando nei segni il tratto dell’evocazione, oltre che la semplice evidenza. La scelta narrativa deriva dalla convinzione che un luogo della Memoria debba essere percepito come testimonianza di una terribile pagina della storia, ancora in grado di interrogarci e di stimolare un viaggio interiore nella consapevolezza. In un percorso storico-narrativo omogeneo, il libro si compone di immagini che, in alcuni momenti, si alternano e si confrontano con testi curati da Aldo Pavia, brevi frasi originali o tratte dalle testimonianze delle deportate. Una delle due sezioni conclusive è dedicata alle donne sopravvissute che, dopo aver creato nel 1948 un primo nucleo di ex-deportate appartenenti a quattro diverse nazioni, nel 1965 hanno costituito ufficialmente, con l’iniziale partecipazione di 11 Paesi, il Comitato Internazionale di Ravensbrück, che ancora oggi persegue i suoi obiettivi. La seconda sezione contiene una nota esplicativa del campo con alcune fotografie storiche.