Il basket visto a distanza
Sì, finalmente abbiamo visto in campo nei minuti decisivi il quintetto base e, con un po’ di fatica, si è vinto.
In una partita in cui il buon Diop gioca “normalmente” esce finalmente Clark e gioca in maniera adeguata a quanto ci si potrebbe aspettare da lui. Alibegovic torna a e tira da tre in momenti decisivi e segna. Cappelletti guida e segna in maniera autorevole e Pinkins, pur sottotono, interviene in maniera decisiva stoppando l’ultimo tiro di Capo d’Orlando per vincere la partita.
Ecco, Torino è questa. Il resto non è panchina lunga, è solo resistenza quando gli altri non sono in campo.
Campani purtroppo è indolente e non gioca quanto la sua qualità potrebbe far pensare di vedere in un campo di basket. Toscano effettua un buon paio di tiri da tre e poi scompare pur continuando ad impegnarsi. Bushati e Penna restano molto in panca e questo è il lato positivo.
Non esiste, almeno ad oggi, una panchina lunga, ma una netta differenza tra i primi cinque e gli altri. Se al “comando” si comincia a rendersene conto potremo forse vedere un altro campionato.
E’ stata comunque una partita non bella e giocata in maniera un po’ tesa, contro una squadra formata in maniera “classica” con due stranieri a fare l’80% circa dei punti della squadra ed un gruppo di comprimari. In ogni caso era fondamentale vincere per continuare la risalita ai vertici di una classifica ancora tutta da scalare.
E’ un campionato in cui si gioca male in generale, con “giropalla” a mezza ruota e pick & roll continui con alla fine “fantasia e tiro a casaccio” dell’ultimo che ha la palla per quasi tutte le compagini del campionato. Bello? Moderno? Basket anni 2020? Contenti voi … .
La difesa è sempre un continuo cambio e poca intelligenza tattica. Inoltre, in quasi tutte le partite si vedono playmaker che si fanno portare via la palla più volte in palleggio oppure che passano la palla non solo “telefonando” il passaggio, come si dice in gergo, ma addirittura “citofonando e bussando alla porta” aprendo spazio a contropiedi al limte del minibasket.
Mancano i fondamentali e manca la sapienza tattica. Ma questo vale per tutte le squadre. Si usano le gambe e non la testa, sperando che i tiratori avversari non segnino e Torino, in quanto a martellate sul tabellone (senza voler infierire sui soliti …), ne sa qualcosa.
Comunque, ribadisco un concetto che esprimo da inizio anno: nonostante la panchina, nonostante la mancanza di cambi, la Reale Mutua Basket Torino, se gioca in maniera normale è sicuramente più forte delle altre compagini. Ha vinto bene contro Verona, ha vinto, e meno male, contro Capo d’Orlando. Il cammino è ancora lungo, sperare di vincere il campionato è legittimo considerando i playoff: salire in serie A è scritto nelle stelle di chi dirige… .
Paolo Michieletto