STORIA- Pagina 94

100 anni di Barba Toni

E’ passato un secolo dalla nascita di Tòni Bodrìe, uno dei più grandi poeti in lingua d’oc e in lingua piemontese del 900.

‘Barba Tòni’ nacque a Frassino, in Val Varaita, nel cuore del Piemont più ‘genìt’. Era un uomo rustico di montagna, ma anche un grande letterato. Si laureò in lettere all’università degli studi di Torino. Fu docente di storia dell’arte nei licei e direttore della Biblioteca Civica di Saluzzo.
Dedicò tutta la sua vita alla riscoperta e alla difesa delle culture naturali, d’amont e dell’òm servaj, minacciato dalla massificazione e dall’omologazione globale.
I suoi versi erano raffinati, il suo lessico ricco e ricercato, amava usare giochi di parole, ossimori, rime rare e complesse. Barba Tòni era una sorta di giocoliere delle parole, che innestava sulla koiné millenaria piemontese le varianti tipiche cuneesi.
Le tematiche che trattava maggiormente erano la natura, le montagne e la preservazione di un certo mondo incontaminato e armonioso come quello delle vallate alpine, facendo emergere in certi casi sfumature antiprogressiste e antiurbaniste.
Sul piano più politico Barba Tòni, dopo essere stato influenzato in gioventù dalle idee ‘occitaniste’, sposò in seguito il piemontesismo, cogliendo quella che era l’anima storica più profonda e intima del Piemont: quella del Piemont come ‘pais’, come nazione, come patria sovrana, punto di incontro delle culture transalpine, padane e italiche.
Un Piemont che trovava collocazione, secondo la visione del poeta, in un’Europa federale di ‘villaggi e città e non degli stati’.
Idee e visioni che oggi, in un mondo nichilista e omologato, minacciato da crisi sanitarie, economiche e ambientali, dominato da superpotenze globali, con un’Europa debole, in declino, lacerata da spinte neonazionaliste, neocentraliste, ‘sovraniste’, andrebbero certamente riscoperte. Ne trarremmo tutti beneficio.
Milian Giaco Racca, Liberi Elettori Piemonte
Milian Racca

Buon compleanno Juventus!

Tanti auguri “Vecchia Signora”…continui a non dimostrare la tua veneranda età…hai scritto la storia del calcio attraverso innumerevoli vittorie e trofei. 

La storia della Juventus parte, come nei racconti più belli, dalla passione di un gruppo di ragazzi per quel gioco di pallone ancora lontano dagli schemi e le regole (anche economiche) del futuro “football”. Proprio da questi momenti di condivisione di un “gioco” che per quegli studenti del Liceo Classico “Massimo D’Azeglio” che si riunivano dopo scuola in un campo torinese rappresentava molto di più che una semplice corsa dietro alla palla, nacque la popolare “Vecchia Signora” del calcio.

La nascita ufficiale dello Sport Club Juventus si fa risalire al 1 novembre 1897 e il simbolo di quella gioventù che dà il nome alla squadra è ancora rappresentato, attraverso il richiamo di un immaginario velatamente romantico, dalla panchina di corso Re Umberto dove quei ragazzi tra i 14 e i 17 anni relegavano zaini, libri e costrizioni per dedicarsi al calcio.

La leggenda della Juventus continua ancora oggi. Il motto è sempre lo stesso:l’unica cosa che conta è vincere!

Vincenzo Grassano

Il Caso Diabolich, assassino misterioso nella Torino Anni ‘50

Era il 14 febbraio 1958, l’ultimo giorno in cui Mario Giliberti, ventisettenne, dipendente Fiat che abitava in quel di Vanchiglia, storico quartiere di Torino, venne visto al bar del piccolo borgo ordinare due caffè. Undici giorni dopo si scoprì il suo cadavere, nella sistemazione trovata per lui da uno zio, nel retrobottega di un vecchio calzolaio, in via Fontanesi 20  Perché venne scelto proprio lui come vittima? Chi era Mario Giliberti? La risposta è sempre stata più o meno unanime: Mario Giliberti era un meridionale, arrivato a Torino l’anno prima. Aveva svolto qualche impiego saltuario per poi finalmente aver realizzato il sogno di molti dell’epoca: essere assunto in fabbrica.

***

Schivo, silenzioso, un uomo che non amava l’attenzione su di sé. Con il proseguire delle

indagini,però, la sua figura si colorerà di mistero. Ma andiamo avanti con i fatti. Il corpo fu ritrovato il 25 febbraio, quando un dirigente della Fiat, preoccupato delle ripetute assenze sul posto di lavoro,si recò a casa del giovane per accertarsi che non fosse successo nulla di grave. Qualcosa di grave, invece, era successo: Mario giaceva sul letto in una pozza di sangue, con il segno di diciotto coltellate al petto. Con la scoperta del cadavere, cominciarono a delinearsi i pezzi di quel puzzle, la cui soluzione,per mesi e anni, assillò la polizia, i giornalisti, le strade, gli angoli dei bar, i ballatoi di periferia, le piazze e di cui, ancora oggi, si vocifera. Eh già, perché accanto al corpo, ormai maleodorante, fu ritrovato un biglietto con su scritto: “Troverete l’ASSINO”. Non è un errore di battitura, l’omicida aveva davvero scritto ASSINO. Altro pezzo di questo puzzle misterioso fu la telefonata arrivata, il giorno prima il ritrovamento del corpo, al quotidiano “Stampa Sera”. Una voce, con chiaro accento del Sud Italia, diceva:“Ho ucciso un uomo sulla via di Po”. I giornalisti non diedero peso a quella voce, troppo confusa, troppo vaga. Ma, fortunatamente, l’assassino era un tipo impaziente e quindi lo stesso 25 febbraio fece recapitare una lettera sia al giornale che al Commissariato di   Borgo Po.

Nel biglietto, fu proprio lui a fornire, nascosto tra le parole, l’indirizzo per il ritrovamento del corpo, firmandosi con il nome Diabolich. Di questa vicenda se n’è parlato a lungo. Il killer spietato di Via Fontanesi ha ispirato il famoso fumetto Diabolik, probabilmente ha ispirato anche il “collega” d’oltreoceano Zodiac, ma, soprattutto l’omicida ha fatto tanto parlare di sé per la bravura con cui si è preso gioco delle Forze dell’Ordine. Ma è stata davvero tutta bravura? Se Diabolich avesse compiuto oggi il suo “delitto perfetto” probabilmente non sarebbe stato così bravo.

 Gli investigatori dell’epoca non avevano gli strumenti tecnici per poter analizzare accuratamente le prove, avevano sì l’intuito, ma se questo si plasma all’interno di una cultura chiusa e perbenista, diventa difficile seguirlo. On line ci sono molti articoli che parlano di questo delitto; Maurizio Ternavasio ha scritto anche un libro interessantissimo su questa vicenda. In questa sede proviamo a farci una semplice domanda: perché l’assassino non è mai stato catturato? Aldo Cugini fu arrestato e per ben quattro mesi e mezzo rimase in prigione come presunto colpevole di questa brutale uccisione. La sua colpa fu quella di aver fatto il militare con la vittima, e di avergli scritto una dedica su di una foto che li ritraeva entrambi sorridenti e che fu ritrovata nel portafogli di Mario Giliberti. Si è supposta una relazione omosessuale tra i due avvalorata anche dalla scoperta di un vasetto di vasellina sulla scena del crimine e dal soprannome con cui i due, più una terza persona mai identificata, venivano chiamati dai compagni d’armi: le tre monachelle. Ma mentre Cugini era in carcere, Diabolich continuò a spedire lettere, in cui non solo cercava di scagionare l’uomo che avevano arrestato, ma attraverso le quali voleva farsi scoprire. Ma, facciamo un piccolo passo indietro. La vittima. Chi era? Mario Giliberti aveva “firmato”un bel po’ di volte. I ragazzi dell’epoca, senza occupazione, giravano di caserma in caserma e nel frattempo, oltre a dare il proprio Servizio alla Nazione, avevano pure vitto e alloggio gratuito. Fu scoperto, però, che il ragazzo di origini foggiane, aveva un bel gruzzoletto da parte e sulla scena del crimine vennero ritrovati dei buoni postali tagliuzzati e gettati sul pavimento, il cui ammontare era di circa 200 mila lire. Il ragazzo schivo e riservato aveva sempre una catenina al collo, mai più ritrovata e una fidanzata, residente a Lodi, di cui nessuno ha mai parlato se non con un accenno. L’assassino, nella sua prima lettera, parla di un torto subito. Con molta probabilità i due si conoscevano molto bene e di sicuro non è da escludere che avessero anche una relazione amorosa. Ma se il torto fosse stato non legato alla gelosia? La pista seguita dagli inquirenti dell’epoca e il movente attribuito ad Aldo Cugini fu, appunto, quello di un diverbio finito “molto”male perché il presunto assassino non voleva che la vittima raccontasse della loro tresca. Inoltre Aldo Cugini era una persona benestante, quindi con molta probabilità era anche ricattato economicamente dalla vittima. Le conoscenze odierne in ambito psico-criminologico ci suggeriscono che i delitti d’impeto, dettati dalla rabbia, dal tentativo di rivalsa sull’altro non hanno un modus operandi così lucido. Per quanto Aldo Cugini fosse stato in grado di premeditare il tutto, il grado di coinvolgimento nella storia e la preoccupazione dettata dagli scheletri che continuavano a popolare il suo armadio nonostante l’ingombrante presenza di un morto, non gli avrebbero permesso di essere così sprezzante e temerario tanto da instaurare un gioco con la polizia ed i giornali. Il killer è estremamente lucido, narcisista. Sente il bisogno inconscio di dire “Ci sono, e mi sto prendendo gioco di voi”. L’unica impronta non appartenente alla vittima ritrovata sulla scena del crimine, con molta probabilità seppur inserita nei database odierni della Polizia, non troverebbe nessun riscontro, perché una personalità come quella di Diabolich è poco ipotizzabile abbia ucciso nuovamente. In una sua lettera è proprio lui a dirlo: “Il mio delitto non è un gioco da ripetersi”. Come molti colleghi ed esperti hanno precisato, di sicuro l’intero piano delittuoso si è ispirato al libro di Italo Fasan, Uccidevano di Notte, pubblicato nel 1957. Ma dalla semplice riproduzione di una trama ispiratrice, l’intera vicenda si è trasformata in qualcosa di più grande. Diabolich non è più l’uomo vendicativo che cerca di dissetare la propria sete di sangue. I crimini, il cui movente è la vendetta, solitamente rappresentano il culmine, il punto finale in cui si vuole arrivare. Ma il delitto di via Fontanesi ha rappresentato per Diabolich il punto di partenza. Ci troviamo di fronte ad un uomo fortemente comunicativo che, attraverso le sue missive, racconta al mondo della sua bravura, della sua audacia. Questo ricalcare continuamente la “perfezione” dell’intero piano omicida attuato, potrebbe far pensare ad un uomo le cui potenzialità non sono mai state espresse o riconosciute nella quotidianità della vita. Un uomo che necessita di ribadire più volte quanto sia intelligente. Un uomo che di sicuro è intelligente e furbo, ma che ha bisogno di dirlo, probabilmente perché nessuno glielo ha mai detto. E probabilmente il primo a non averlo fatto è stato proprio Mario Giliberti. Analizzando il primo biglietto da lui inviato (riportato nell’immagine) si evince dal suo modo di scrivere che l’estetismo, il modo in cui “si appare” è un aspetto da lui molto curato. La tendenza a distaccare le lettere (con molta probabilità dettata anche dal fatto di voler essere chiaro agli occhi di chi leggeva) potrebbe nascondere un alto grado di diffidenza verso il prossimo, nonché precisione maniacale. L’ulteriore sottolineatura al proprio ego si evince dall’aver voluto scrivere le parole “Mio Delitto” entrambe con lettera maiuscola. Sono numerose le indicazioni che l’occhio attento e critico può riscontrare leggendo semplicemente i suoi scritti , acquisendo così ulteriori elementi al fine di delineare un profilo dell’omicida che, all’epoca, avrebbe permesso di prevedere le sue mosse. Uno dei motivi per cui, con molta probabilità, Diabolich non è mai stato catturato è perché in lui ha vinto la voglia di perfezione al gioco, ha vinto l’ombra alla luce e si è fermato. Inizialmente, dall’iter messo in atto, è visibile il desiderio di essere catturato per dimostrare al mondo chi era e cosa era in grado di fare, ma resta comunque l’uomo che sulla scena del crimine ha gettato sul pavimento molte foto della vittima con accanto una persona senza volto. Gli inquirenti dedussero che quell’uomo senza volto era Diabolich. Probabilmente sì, quasi certamente il motivo principale di quei tagli era il non farsi scoprire, ma la scelta di evidenziare la sua figura in quel modo nasconde il bisogno di farsi riconoscere come un’identità esistente. I poliziotti dell’epoca non hanno mai identificato il terzo uomo, l’altra figura delle “tre monachelle”. Strano, Aldo Cugini ed il resto del commilitone avrebbero dovuto averlo un nome. La domanda, alla luce di quanto detto fin ora, sorge in automatico: e quella persona nell’ombra? Chi era? Non si vuole trovare qui un colpevole, ma si vuole porre un dubbio. All’epoca non si avevano le conoscenze criminologiche adatte per effettuare indagini adeguate. Avere un profilo del criminale permette agli investigatori di non cadere nell’errore di seguire strade chiuse. Di strada chiuse questo caso ne è stato pieno.

 

Teresa De Magistris

Halloween ai Musei Reali Visite speciali, mostre e aperture straordinarie

Sono numerose le iniziative proposte dai Musei Reali per questo fine settimana. Grandi e piccoli potranno concedersi momenti speciali in uno dei luoghi simbolo della città e scoprire tante attività organizzate per la festa di Halloween.

 

Domenica 31 ottobre Speciale Halloween!

Aspettando Halloween in Galleria Sabauda

Dalle 10.30 alle 12, per prepararsi alla notte più misteriosa dell’anno, nulla di meglio di un incontro ravvicinato con creature mostruose e diaboliche! Le conosceremo esplorando le sale della Galleria Sabauda, in una caccia al tesoro tra arte e leggenda, all’insegna del gioco e della creatività. Attività per famiglie, consigliata per bambini dai 6 ai 10 anni. Costo: per bambine e bambini, attività e ingresso gratuiti; per i famigliari, attività gratuita e tariffa d’ingresso speciale a 10 euro (gratuita con Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria. Info e prenotazioni: 011 19560449 (dal lunedì al venerdì: ore 9-13) – info.torino@coopculture.it

 

Visita al buio in Armeria Reale

Alle 17 e alle 18 le guide di CoopCulture accompagneranno il pubblico in una suggestiva visita a luci spente nell’Armeria Reale, alla ricerca di dettagli da svelare e storie da raccontare. La visita si terrà in gruppi composti al massimo da 15 persone ciascuno. Costo: ingressi singoli € 7 oltre al biglietto ridotto dei Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su www.coopculture.it – mail info.torino@coopculture.it

 

Halloween: la vera storia prodigiosa al Museo di Antichità

Nelle tre notti di Samonios, che cadevano tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, i Celti celebravano il passaggio dal vecchio al nuovo anno. Per tutti coloro che desiderano scoprire l’antico significato della festa, al Museo di Antichità si celebra Halloween: la vera storia prodigiosa, in collaborazione con l’Associazione Terra Taurina e CoopCulture.

 

Dalle 16.30 alle 18.30, i bambini saranno coinvolti nell’atmosfera di festa con giochi e racconti e saranno istruiti al rito dell’accensione del nuovo fuoco sacro. Potranno inoltre lasciare un’offerta, un frutto, un ramoscello, un disegno da destinare ai loro cari. Attività per famiglie compresa nel biglietto dei Musei Reali.

 

Alle 17.30 visita guidata con l’archeologa di CoopCulture al Museo di Antichità, Sezione Torino, per conoscere i celti Taurini, dal Bric San Vito ad Augusta Taurinorum. Costo: € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Prenotazione obbligatoria al numero +39.011.19560449 (dal lunedì al venerdì: ore 9-13) e via e-mail info.torino@coopculture.it

 

A tutti i bambini che parteciperanno alle attività e alle visite guidate, il Caffè Reale offrirà un assortimento di cioccolatini e grissini (fino ad esaurimento scorte).

 

Per festeggiare Halloween, apertura serale straordinaria del Museo di Antichità, Sezione Torino, e del Teatro romano dalle 19.30 alle 23.30 (ultimo ingresso 22.30), con ingresso speciale a € 5. Per approfondire le tradizioni e la cultura dei Celti, la rievocazione organizzata con l’Associazione Terra Taurina si terrà dalle 20.30 alle 22.30 tra il Museo di Antichità e i Giardini Reali. L’iniziativa è compresa nel biglietto speciale.

 

Visita speciale con interprete LIS

Venerdì 29 ottobre, alle ore 11 e alle ore 15, visita alla Cappella della Sindone condotta da una guida dei Musei Reali e da un’interprete della Lingua dei Segni Italiana, dedicata alle persone sorde e ipoudenti. Un’occasione per ripercorrere la storia della Sindone e conoscere la meravigliosa cappella progettata da Guarino Guarini per accoglierla, con la geniale cupola, capace di stupire e suscitare profonde emozioni.

Attività gratuita con prenotazione obbligatoria, posti limitati.

Per informazioni e prenotazioni scrivere a: mr-to.edu@beniculturali.it

 

Le visite speciali con CoopCulture

Fino al 31 marzo 2022 è possibile prenotare una visita ai percorsi speciali dei Musei Reali con le guide di CoopCulture.

Ogni martedì e venerdì, il pubblico sarà accompagnato nei magnifici appartamenti al piano terreno di Palazzo Reale, abitati da principesse, principi, sovrani tra la fine del Seicento e la prima metà del Novecento, e nelle suggestive Cucine Reali per rivivere gli antichi usi di Corte.

Ogni mercoledì e sabato, in Galleria Sabauda si potranno visitare le sale dedicate ai Maestri piemontesi dalla seconda metà del Trecento all’inizio del Cinquecento e proseguire alla scoperta della straordinaria raccolta del finanziere Riccardo Gualino, con opere che datano dall’antichità al Novecento.

Ogni giovedì e domenica sarà possibile approfondire le vicende storico-artistiche legate alla costruzione della Cappella della Sindone e ammirare i tesori conservati nella Sacrestia e nella Cappella Regia.

Costo delle attività: € 20 (€ 13 per Abbonamento Musei). Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Sabato 30 ottobre alle ore 11 domenica 31 ottobre alle ore 15.30 le guide di CoopCulture accompagneranno il pubblico alla scoperta della mostra Cipro. Crocevia delle civiltà. Un percorso emozionante alla scoperta del fascino millenario dell’isola, raccontato attraverso le collezioni del Museo di Antichità, che costituiscono un nucleo pressoché unico nel panorama dei grandi musei europei, arricchito da prestiti provenienti da illustri istituzioni straniere tra cui il British Museum di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York. Il costo dell’attività è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto in mostra.

Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it.

 

Sabato 30 ottobre alle ore 15.30 e domenica 31 ottobre alle ore 11 le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture condurranno inoltre la visita Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, un percorso per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia. Il costo della visita è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18).

Biglietti online su www.coopculture.it – e-mail info.torino@coopculture.it.

 

Ciprotour. Oltre il confine

Dal 29 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022 il pubblico potrà godere di una mostra diffusa che unisce i Musei Reali e le Biblioteche civiche di Torino. Il progetto, che mira a promuovere sul territorio la mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, prevede una serie di piccole esposizioni in alcune biblioteche civiche di Torino: narrazioni da Cipro e su Cipro entreranno nelle sale della Biblioteca Civica Centrale, alla Biblioteca civica Musicale Della Corte si parlerà di musica cipriota, al Mausoleo della Bela Rosin e alla Biblioteca civica Villa Amoretti si racconterà dell’isola sacra ad Afrodite e dei profumi della dea, alla Biblioteca civica Cesare Pavese di commerci e genti, di lingue e culture alla Biblioteca civica Primo Levi. E ancora, alla Biblioteca civica Don Milani, si terranno incontri su Cipro, porto e ponte del Mediterraneo. Il Bibliobus, inoltre, diffonderà in città le informazioni sugli eventi e sulla mostra.

 

Per il mese internazionale della prevenzione del tumore al seno e in attuazione del Protocollo d’intesa siglato il 19 maggio 2021 tra il Ministero della Cultura e la Susan G. Komen Italia ONLUS, dal 1° al 31 ottobre 2021 i Musei Reali concedono l’ingresso gratuito ai donatori dell’associazione Komen Italia.

Per l’occasione, il 31 ottobre la cupola della Cappella della Sindone sarà illuminata di colore rosa.

 

Le mostre in corso

Allestita nello Spazio Scoperte al secondo piano della Galleria Sabaudafino al 7 novembre il pubblico può ammirare la mostra dossier Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali. L’esposizione presenta opere poco note della Pinacoteca e di Palazzo Reale che permettono di seguire l’evoluzione della ritrattistica di corte dal tardo Cinquecento alla metà del Settecento. Alcuni dipinti sono esposti per la prima volta dopo interventi conservativi eseguiti dalle restauratrici dei Musei Reali. Studi e ricerche sono stati condotti in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso dei Musei Reali.

 

Nell’ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, fino al 12 dicembre i Musei Reali ospitano nelle Sale dei Maestri Caravaggeschi, al primo piano della Galleria Sabauda, l’opera di Orazio Gentileschi Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’evento espositivo è una straordinaria opportunità di confronto con l’Annunciazione, capolavoro dello stesso artista, celebre seguace di Caravaggio, custodito dai Musei Reali. Il confronto tra queste due opere permette di accostarsi al metodo di lavoro del pittore, che consiste nel riutilizzo di cartoni o di lucidi per comporre singole figure o intere scene.  Il volto di Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, dipinto tra il 1615 e 1620 ritorna con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino, donata dallo stesso Gentileschi al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623 e oggi esposta nella Galleria Sabauda.

 

Il fascino millenario di Cipro, cuore del Mediterraneo e ponte tra Oriente e Occidente, è protagonista della mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, che si terrà fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e curata da Luca Bombardieri, docente di Archeologia cipriota, ed Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali. Si tratta di un’occasione unica per lasciarsi conquistare da una delle isole mediterranee più misteriose, il cui incanto è a tutt’oggi immutato: mitica culla di Afrodite, che nasce dalla spuma del mare cipriota, l’isola è crocevia di scambi commerciali e approdo di culture differenti in cui si forma la moderna concezione del mondo mediterraneo. La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18). I biglietti possono essere acquistati su www.coopculture.it.

 

Fino al 9 gennaio 2022 i Musei Reali ospitano In Between, la prima mostra a Torino dedicata allo scultore piemontese Fabio Viale che ha conquistato notorietà internazionale grazie alle sue statue tatuate e alle straordinarie finzioni del marmo. Cinque opere monumentali allestite in Piazzetta Reale e un percorso curato da Filippo Masino e Roberto Mastroianni all’interno di Palazzo Reale testimoniano i campi di ricerca e presentano opere inedite, svelate al pubblico negli spazi della residenza sabauda. Realizzata in collaborazione con la Galleria Poggiali di Firenze, la mostra è compresa nel biglietto di ingresso ai Musei Reali.

 

La Biblioteca Reale

Dal 18 ottobre 2021, la Sala Lettura della Biblioteca Reale è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 15,15 ed è chiusa il sabato. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta.

Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina Orari e modalità di apertura della Biblioteca Reale – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Modifica percorsi e orari

In occasione del ponte di Ognissanti, i Musei Reali e la mostra Cipro delle civiltà resteranno aperti lunedì 1° novembre. Il giorno di chiusura settimanale sarà spostato a mercoledì 3 novembre.

 

Per assicurare una visita confortevole nei mesi più freddi, a Palazzo Reale sono previste lavorazioni finalizzate all’allestimento di pedane riscaldantida martedì 26 a venerdì 29 ottobre, la Sala del Consiglio, il Gabinetto Cinese e l’Armeria Reale resteranno chiusi al pubblico, mentre la Camera da letto di Carlo Alberto sarà chiusa dal 23 ottobre al 5 novembreIl percorso di visita ordinario di Palazzo Reale sarà ampliato per comprendere l’appartamento della Regina Maria Teresa, con il Gabinetto del Segreto Maneggio degli Affari di Stato finemente intarsiato dall’ebanista Pietro Piffetti, e l’appartamento dei Principi Forestieri, percorso tra i più preziosi e meno noti della residenza.

 

Etichette! Storia e design nel mondo del vino

Dal 29 ottobre Palazzo Barolo racconterà nelle proprie cantine la storia del vino, attraverso l’esposizione di oltre 300 etichette storiche.

La più ampia collezione temporanea mai proposta, che rappresenta, in realtà, una piccola parte dell’ampia collezione di 282 mila pezzi conservata presso il Castello di Barolo (www.wimubarolo.it).
Le etichette selezionate per il grande appuntamento torinese si concentrano sugli aspetti grafici, artistici e di design, che rendono l’etichetta uno strumento godibile e accattivante, oltre che pratico e utile ai fini delle informazioni contenute. A Palazzo Barolo, saranno esposte etichette provenienti da oltre 40 paesi di tutti e cinque i continenti.
Molto spazio sarà dato ai Paesi dell’Europa dell’Est e del Medio Oriente, interessanti, oltre che per l’alto livello raggiunto nell’elaborazione grafica delle proprie etichette, per i cambiamenti sociali e geopolitici che li hanno interessati negli ultimi decenni. L’etichetta non è un semplice foglio di carta, ma un veicolo comunicativo, in grado di esprimere i valori dell’azienda, il gusto e la qualità del prodotto.
Sono veri e propri documenti storici: offrono infatti informazioni su molti vini di grande interesse di cui non resta no più tracce. E se nulla possono dire della qualità del vino che vestono, molto raccontano invece dei caratteri del luogo, del tempo e del contesto culturale in cui sono state realizzate.
Ciò spiega perché le etichette storiche siano ancora oggi una ricca fonte di ispirazione e materia di lavoro creativo per grafici e designer. Un viaggio affascinante tra forme, colori e materiali diversi, dove dimensione, tipo di stampa, elementi decorativi e stili ne definiscono l’estetica e riflettendone le condizioni economiche, tecnologiche, sociali del mondo in cui quel vino è stato prodotto.
UN PROGETTO DI
Opera Barolo WiMu Barolo Ares srl
SEDE
Palazzo Barolo – Via Corte d’Appello 20/c, Torino
PERIODO
29 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022
CONTATTI
palazzobarolo@arestorino.it
011 2636111
ORARI DI APERTURA
dal martedì al venerdì: 14.30 -18.00, sabato e domenica: 14.30 – 19.00
BIGLIETTI
Unico:
€5, Gratuito per i possessori dell’Abbonamento Torino Musei

Appuntamento con la storia e la cultura nei musei della Fondazione

AGENDA FONDAZIONE TORINO MUSEI

29 ottobre – 4 novembre 2021

 

SABATO 30 OTTOBRE

 

Sabato 30 ottobre

FERNANDO SINAGA. IL LIBRO DELLE SORTI E DEI MUTAMENTI

30 ottobre 2021 – 6 marzo 2022

MAO – apre la mostra

 

ANTEPRIMA PER LA STAMPA

VENERDI 29 ottobre ore 11

RSVP MAO Chiara Vittone chiara.vittone@fondazionetorinomusei.it

 

L’autunno al MAO si apre all’insegna dell’arte contemporanea: il Museo ospiterà la mostra “Il Libro delle Sorti e dei Mutamenti”, di Fernando Sinaga, artista spagnolo classe 1951 rappresentato dalla galleria Aural di Alicante e Madrid, anche quest’anno fra gli espositori di Artissima.

La mostra è un progetto site specific in cui alcune delle tematiche ricorrenti nelle opere di Sinaga vengono messe in relazione con il contesto museale, per lasciare spazio alla virtualità divinatoria dei processi artistici contemporanei tra Oriente e Occidente.

Al MAO l’installazione dialoga con due importanti volumi, una copia a stampa del classico cinese Il Libro dei Mutamenti (I Ching / Yijing) di metà Ottocento, proveniente della Biblioteca dell’Università La Sapienza di Roma, e un facsimile del Libro delle Sorti proveniente dalla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Quest’ultimo esemplare è una pregevole riproduzione dell’opera omonima scritta da Lorenzo Spirito nel 1482.

L’opera di Sinaga affronta un tema presente in tutte le culture di ogni tempo e latitudine: quello del tentativo di immaginare il futuro. Un futuro che rimane però imperscrutabile e si fa via via meno intellegibile. Nella mostra Il Libro delle Sorti e dei Mutamenti, in cui riaffiorano tutti i turbamenti già presenti in mostre precedenti come On Prediction (2003) e in opere come Oscillum (2009-2010), l’artista offre però nuovi spunti di riflessione sul suo lavoro sullo sfondo di un presente segnato dall’incertezza: ci troviamo in uno scenario di domande senza risposte, nel flusso di una trasformazione in continuo divenire, in bilico fra speranza e disorientamento.

 

Sabato 30 ottobre ore 16.30

GENESI DI IL LIBRO DELLE SORTI E DEI MUTAMENTI

MAO – conferenza in occasione della mostra “Fernando Sinaga. Il Libro delle Sorti e dei Mutamenti”

Con Fernando Sinaga e Pedro Medina, artista e curatore della mostra

Evento in collaborazione con Artissima (in lingua italiana)

Artista e curatore della mostra “Il Libro delle Sorti e dei Mutamenti” dialogheranno sul progetto site specific in cui alcune delle tematiche ricorrenti nelle opere di Sinaga vengono messe in relazione con il contesto museale. L’artista offre però nuovi spunti di riflessione sul suo lavoro e sull’arte contemporanea, sullo sfondo di un presente segnato dall’incertezza. Orfana della visione del futuro e abbandonata al suo incerto destino, la mostra Il Libro delle Sorti e dei Mutamenti compie un’operazione poetica, creando un contesto dove tradizioni oracolari dell’Oriente e dell’Occidente si intrecciano nell’immaginario plastico dell’artista spagnolo.

Accesso libero. Partecipazione gratuita.

 

Sabato 30 ottobre ore 10.30, 15 e 16.30

Domenica 31 ottobre ore 10.30 e 15   

RICONOSCERE I SANTI

Palazzo Madama – visita guidata a tema

Con l’avvicinarsi della festa di Tutti i Santi Palazzo Madama propone una visita guidata per riscoprire gli attributi e gli atteggiamenti che la Chiesa mediante l’opera degli artisti ha voluto conferire a santi e sante della liturgia dell’anno. Attraverso una selezione di opere del museo di diversa epoca e impegno di materiali, il percorso prenderà l’avvio con le storie di santa Maria Maddalena, realizzate intorno al 1200 su legno scolpito dipinto e dorato, per passare poi alle raffigurazioni su tavola e tela dei santi Giovanni Battista e Francesco di Gandolfino da Roreto, al sant’Ivo di Defendente Ferrari tra Quattro e Cinquecento. A concludere, san Gerolamo di Orazio Gentileschi e la santa Caterina di Giovanni Ricca illustreranno il naturalismo e i cambiamenti apportati nella devozione e nell’arte dallo spirito della Controriforma.

Tappa dopo tappa il percorso visivo permetterà ai partecipanti di creare una personale Biblia pauperum.

Costo: €6 per visita guidata (max 10 persone) + biglietto di ingresso al museo (ingresso gratuito per i possessori di Abbonamento Musei e possessori Torino + Piemonte Card)

Prenotazione obbligatoria: la visita sarà attivata a raggiungimento del numero minimo di partecipanti: t. 011 5211788 / info@arteintorino.com

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio.

 

Sabato 30 ottobre ore 16

LA PORCELLANA NELLE RACCOLTE DI PALAZZO MADAMA

Palazzo Madama – visita guidata riservata Abbonati Musei

Nell’ambito dell’iniziativa “L’arte con chi ne fa parte”, promossa da Abbonamento Musei, Palazzo Madama propone un percorso guidato alla scoperta della residenza sabauda rinnovata tra Sei e Settecento da Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, duchessa di Savoia e seconda Madama Reale.

Maria Giovanna Battista aveva una vera e propria passione per la porcellana e amava circondarsi di vasi, tazze, figurine importate dall’Oriente. Gli inventari dei suoi beni testimoniano il gusto per la ceramica e per gli argenti e descrivono gli spazi dedicati a questo genere di oggetti. Grazie a questi spunti, andremo alla scoperta della raccolta di ceramiche di Palazzo Madama, cresciuta nel tempo fino a divenire una delle più ricche d’Europa.

Costo: visita guidata € 6

Info e prenotazioni: ingresso gratuito possessori di Abbonamento Musei. Prenotazioni telefonando ad Abbonamento Musei t. 800329329

 

Sabato 30 ottobre ore 15.30

AROMATA

Palazzo Madama – visita guidata con aperitivo

Ultimo appuntamento con l’aperitivo a Palazzo Madama: un viaggio affascinante nel mondo dei frutti e delle piante aromatiche, coltivate e impiegate nella preparazione di bevande alcoliche, in collaborazione con Casa Martini a Pessione.

Accompagnati da esperte guide nei diversi spazi dei due musei – il Giardino Botanico Medievale e le auliche sale di Palazzo Madama, gli spazi espositivi ed esperienziali di Casa Martini e lo stabilimento produttivo Martini – si potranno scoprire le diverse specie di piante e le tecniche di lavorazione e trasformazione che, fin dai tempi più antichi, hanno dato origine alla produzione di bevande alcoliche: dal vino aromatizzato degli antichi romani al Martini declinato nelle sue diverse espressioni, icona del bere Made in Italy.

Per ogni appuntamento un aperitivo in esclusiva: dal calice di vino, che si accompagna a delizie salate servite nella lussuosa cornice juvarriana di Palazzo Madama, alle proposte di aperitivo con cocktail e appetizer presso Casa Martini, da più di 150 anni protagonista dell’aperitivo italiano.

La proposta prevede l’acquisto di un pacchetto con due esperienze, comprensive di ingressovisite guidate aperitivo, una a Palazzo Madama e una a Casa Martini, scegliendo due date tra quelle in calendario:

 

Palazzo Madama:

Sabato 30 ottobre ore 15.30

Ritrovo: 15 minuti prima dell’orario di partenza alla biglietteria

 

Casa Martini:

Domenica 7 novembre | Domenica 14 novembre ore 18:00

Ritrovo: 15 minuti prima dell’orario di partenza

 

Costo: 100€ a partecipante | 90€ a partecipante per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta (due esperienze, una proposta da Palazzo Madama e una da Casa Martini, comprensive di ingresso, visite guidate e aperitivo)

I partecipanti dovranno essere maggiorenni.

 

Modalità di prenotazione: per aderire alla proposta è necessario prenotare entrambe le date insieme, ossia una delle date in calendario di Palazzo Madama e una delle date in calendario di Casa Martini, telefonando o scrivendo al n.  011.5211788 – mail prenotazioniftm@arteintorino.com

Il pagamento potrà avvenire 8 giorni prima della data scelta attraverso acquisto online oppure attraverso bonifico bancario alle seguenti coordinate (IBAN IT08B0326801011052907921460 c/c intestato a Theatrum Sabaudiae Torino) e inviando a seguire copia del versamento.

Info: https://www.arteintorino.com/2-visite-guidate-torino/189-aromata.html

 

Costo: 100€ a partecipante | 90€ a partecipante per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta (due esperienze, una proposta da Palazzo Madama e una da Casa Martini, comprensive di ingresso, visite guidate e aperitivo)

I partecipanti dovranno essere maggiorenni.

 

Modalità di prenotazione: per aderire alla proposta è necessario prenotare entrambe le date insieme, ossia una delle date in calendario di Palazzo Madama e una delle date in calendario di Casa Martini, telefonando o scrivendo al n.  011.5211788 – mail prenotazioniftm@arteintorino.com

Il pagamento potrà avvenire 8 giorni prima della data scelta attraverso acquisto online oppure attraverso bonifico bancario alle seguenti coordinate (IBAN IT08B0326801011052907921460 c/c intestato a Theatrum Sabaudiae Torino) e inviando a seguire copia del versamento.

Info: https://www.arteintorino.com/2-visite-guidate-torino/189-aromata.html

 

 

LUNEDI 1 NOVEMBRE

 

Lunedì 1 novembre ore 15 e 16.30

RICONOSCERE I SANTI

Palazzo Madama – visita guidata a tema

Con l’avvicinarsi della festa di Tutti i Santi Palazzo Madama propone una visita guidata per riscoprire gli attributi e gli atteggiamenti che la Chiesa mediante l’opera degli artisti ha voluto conferire a santi e sante della liturgia dell’anno. Attraverso una selezione di opere del museo di diversa epoca e impegno di materiali, il percorso prenderà l’avvio con le storie di santa Maria Maddalena, realizzate intorno al 1200 su legno scolpito dipinto e dorato, per passare poi alle raffigurazioni su tavola e tela dei santi Giovanni Battista e Francesco di Gandolfino da Roreto, al sant’Ivo di Defendente Ferrari tra Quattro e Cinquecento. A concludere, san Gerolamo di Orazio Gentileschi e la santa Caterina di Giovanni Ricca illustreranno il naturalismo e i cambiamenti apportati nella devozione e nell’arte dallo spirito della Controriforma.

Tappa dopo tappa il percorso visivo permetterà ai partecipanti di creare una personale Biblia pauperum.

Costo: €6 per visita guidata (max 10 persone) + biglietto di ingresso al museo (ingresso gratuito per i possessori di Abbonamento Musei e possessori Torino + Piemonte Card)

Prenotazione obbligatoria: t. 011 5211788 / info@arteintorino.com

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio.

 

 

MERCOLEDI 3 NOVEMBRE

 

Da mercoledì 3 novembre

UNA COLLEZIONE SENZA CONFINI. Arte internazionale dal 1990

GAM – apre la mostra

La GAM di Torino rinnova l’allestimento delle collezioni permanenti del Contemporaneo con un nuovo percorso che presenta 33 grandi artisti della scena artistica internazionale.

Una collezione senza confini nasce dalla volontà di dare visibilità a una importante selezione di opere del patrimonio del museo focalizzando l’attenzione su 56 opere, molte delle quali non hanno avuto negli ultimi anni la possibilità di essere esposte al pubblico, se non per brevi periodi.  Nel corso del tempo il museo ha raccolto opere di grande importanza, e tutti i lavori oggi esposti fanno riferimento alla storia recente di acquisizioni: sono giunti in museo negli ultimi vent’anni attraverso diversi canali, dalle scelte effettuate ad Artissima grazie al contributo determinante della Fondazione CRT per l’Arte Contemporanea, alle opere entrate a far parte della collezione in seguito a serie espositive, quali ad esempio il ciclo di mostre dal titolo Avvistamenti nei primi anni 2000, oltre a doni e acquisti mirati.

Gli artisti selezionati per questo appuntamento appartengono a diverse generazioni: si va dai nomi dei protagonisti nati negli anni Trenta (Georg BaselitzChristian Boltanski) fino alla generazione nata negli anni Settanta (Kcho, Hannah Starkey, Laurent Grasso).

www.gamtorino.it

 

 

 

GIOVEDI 4 NOVEMBRE

 

Giovedì 4 novembre ore 18

LA FESTA INDIANA DELLE LUCI. CONVERSAZIONE SU DIVALI CON ALBERTO PELISSERO

MAO – incontro in occasione di Divali

Il Professor Alberto Pelissero – che insegna Lingua e letteratura sanscrita e Filosofie, religioni e storia dell’India e dell’Asia Centrale presso l’Università di Torino – propone una conversazione sulla ricorrenza di Divali, la festa indiana delle luci. Dopo un breve inquadramento del tema (origine, significato, rituali legati all’evento) il pubblico in sala potrà partecipare attivamente con interventi e domande.

A seguire, intervento di musica classica indiana a cura di Riccardo Di Gianni (sitar).

Riccardo Di Gianni è uno dei pochi musicisti europei ad aver studiato musica classica in India e ad eseguirne concerti in Europa. Dal 2010 esegue concerti di musica classica indiana, accompagna noti musicisti indiani in tournée in Italia ed organizza incontri di meditazione guidati dal suono del sitar.

L’appuntamento si svolge in collaborazione con il Coordinamento Divali a Torino, che per il 2021 propone un programma di iniziative in presenza e online.

Accesso gratuito fino a esaurimento posti disponibili. Distribuzione dei tagliandi per l’accesso a partire dalle 17.30.

 

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Stupor Mundi a Jesi

Piazza Federico II a Jesi domenica mattina è deserta e silenziosa.

Non ci sono bar o ristoranti, il portone della cattedrale è aperto per accogliere più tardi i fedeli, i palazzi antichi che si affacciano sulla piazza sono chiusi e dall’aspetto decadente ma ricco di fascino come la storia che stiamo per raccontare. C’è una grande tenda bianca in piazza, si scorgono ombre all’interno e si sentono le voci concitate di donne cortigiane che aiutano Costanza d’Altavilla a mettere al mondo suo figlio, Federico II, che secondo la tradizione nacque nella piazza centrale di Jesi, nella parte più alta della cittadina marchigiana circondata da mura medioevali. È il 26 dicembre 1194. Jesi esulta ma chi è nato davvero in quella fredda giornata, si domanda il popolo jesino. Il figlio di un macellaio, il figlio del diavolo, l’anticristo annunciato dalla Bibbia o forse più saggiamente lo Stupor Mundi che muterà il corso della storia. Lo svevo, imperatore e re, ma soprattutto uomo di pace come campeggia nella targa celebrativa che i cittadini di Jesi gli hanno dedicato nella piazza a lui intitolata. Ancora oggi Federico e la sua piazza fanno discutere. Si parla, si litiga, si spostano fontane, leoni, obelischi e monumenti. Guelfi contro ghibellini, filo-papali e filo-imperiali, come una volta. Si fanno perfino referendum come quello sulla statua del sovrano. A suo tempo collocata all’esterno della cinta muraria jesina la statua è stata oggetto di un voto referendario per sistemarla in un altro luogo della città e alla fine è stato deciso di spostarla dentro le mura, davanti al museo. La statua di Federico II ora si trova al suo posto, in piazza di fronte al Museo Federico II Stupor Mundi inaugurato tre anni fa per raccontare la vita, la dinastia e le imprese dell’imperatore siculo-germanico. Il Federico II è il primo museo a rievocare il meraviglioso mondo del sovrano attraverso un lungo viaggio nel tempo tra i comuni italiani, il Papato, il regno di Sicilia e la Terrasanta, attraverso installazioni interattive e sofisticate tecnologie di animazione, filmati e documentari, ricostruzioni sceniche e architettoniche, dipinti, disegni, miniature, codici e mappe.
Il visitatore si immerge nelle atmosfere del Duecento accompagnato da mari tempestosi, galee stipate di uomini armati e pellegrini, battaglie, passioni e musiche medioevali. In 16 sale sembra di vivere in prima persona ogni istante dell’esistenza dell’imperatore, partecipare alle spedizioni militari e alla vita di corte nonché entrare nei suoi castelli disseminati in gran parte della penisola. La penultima sala ripercorre le fasi della sua vita privata con i suoi matrimoni, le sue donne e le tragiche vicende dei suoi eredi. Sul destriero un cavaliere teutonico fa buona guardia, sullo sfondo la stretta di mano tra l’imperatore cristiano e il sultano. Il sovrano è Federico II di Svevia, il sultano d’Egitto e Siria è al-Malik al-Kamil, lo stesso che incontrò Francesco d’Assisi in terra egiziana. Mentre i crociati andavano a combattere in Terra Santa per liberare i luoghi santi Federico II cercava la pace con i nemici musulmani e la stessa cosa fece Francesco con Al Kamil. Il coraggioso francescano non risolse nulla ma dimostrò che con gli altri, così diversi da noi, si poteva dialogare senza usare le armi mentre Federico firmò la pace con il sultano che fece tornare i cristiani a Gerusalemme. Pace per almeno dieci anni. Nell’ultima sala, come recita la didascalia che pone fine al viaggio virtuale, “i visitatori scopriranno le due opposte definizioni con cui Federico è entrato nella storia: Stupor Mundi e Anticristo. Entrambe portarono alla nascita del mito della sua straordinaria figura”. Federico II è amato e stimato in Italia. I fiori freschi non mancano mai ai piedi del suo sarcofago nella cattedrale di Palermo. Il Museo, ospitato nel Palazzo Ghislieri in piazza Federico II, è aperto tutti i giorni, lunedì è chiuso. Per visitarlo si può telefonare ai seguenti numeri: 0731 084470 – 348 775 7859                  Filippo Re

Le “Lettere dal fronte” di Dino Ferrero

“Lettere dal fronte” è un progetto multimediale basato sulla corrispondenza di Bernardino “Dino” Ferrero artigliere dell’esercito italiano, dall’11 marzo 1940, tre mesi prima della dichiarazione di guerra alla Francia, fino alla fine della seconda guerra mondiale.

La documentazione comprende circa 150 tra lettere e cartoline inviate dall’Italia, dalla Francia, dall’Albania, dalla Grecia e dalla Germania; un centinaio di fotografie; documenti militari (attestati, onorificenze, foglio matricolare, tessere, ecc.); alcuni quotidiani dell’epoca; tre lettere dai campi di prigionia in Germania, prima come IMI e poi come prigioniero di un campo KZ.

Nelle lettere vengono citati molti luoghi, persone e avvenimenti dell’epoca: 98 persone (alcune famose come attori, politici o sportivi), 119 luoghi (città, paesi, vie, monumenti), 15 corpi militari, 5 giornali diversi, 17 film, 6 canzoni, 24 marchi commerciali.

L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio di importanti istituzioni, città ed associazioni italiani e stranieri, tra i quali l’alto patrocinio del Parlamento europeo e della Camera dei Deputati.

Tutto il progetto, sviluppatosi da marzo 2020 a ottobre 2021, è no profit ed i costi sono interamente a carico dell’autore Enrico “Ico” Ferrero.
La prima esposizione pubblica del materiale avverrà a Venaria.

Record di visite a Palazzo Arsenale

L’Esercito Italiano alla X edizione delle giornate Fai d’autunno

Il 20 ottobre scorso, nell’ambito delle attività celebrative per il Centenario del  Milite Ignoto (1921 – 2021), che culmineranno il 4 novembre, Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate in una cerimonia solenne presso l’altare della Patria, 42 siti delle Forze Armate, su tutto il territorio Nazionale, normalmente non accessibili ai cittadini, di particolare pregio storico-culturale e particolarmente rappresentativi dei valori, delle tradizioni e delle memorie del mondo militare, sono stati aperti al pubblico.

In occasione delle Giornate Nazionali FAI d’Autunno, nelle date di sabato 16 e domenica 17 ottobre 2021, il pubblico ha avuto la possibilità di visitare Palazzo Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito che rappresenta uno dei più imponenti edifici torinesi, unica testimonianza del complesso infrastrutturale del “Regio Arsenale” di cui costituiva il cuore e la cui erezione settecentesca, ispirata a planimetrie juvarriane, si è protratta a lungo. Una volta Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione, oggi Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. Un luogo profondamente legato alla città di Torino, importante bene storico-artistico, patrimonio della tradizione e della storia piemontese.

I visitatori accolti dai giovani volontari del FAI hanno seguito un percorso che si è snodato tra le sale auliche dell’edificio. In particolare hanno avuto modo di apprezzare il Padiglione della Gran Scala realizzato nel 1778, il modellino originale ligneo di Palazzo Arsenale, riproduzione fedele, in scala 1:87, eseguito nel 1736 da artigiani della Compagnia Maestranze del Battaglione di Artiglieria, il Piano Nobile con il corridoio che, per la sua imponenza e la sua proiezione verticale, ha offerto un effetto suggestivo, la Biblioteca Monumentale, scrigno che custodisce circa 12000 volumi dal 1483 al 1829 – tra cui quattro incunaboli e un centinaio di cinquecentine, la Sala dei Comandanti sulle cui pareti sono disposti i ritratti ad olio dei Comandanti dell’istituto di Formazione Militare dal 1816 a oggi, il salone delle armi con i cimeli, mobili e arredi, uno stendardo con l’ “Arme del Re” in prezioso ricamo, donato da Vittorio Emanuele III ad un Corso d’Accademia e da questo affidato in custodia alla Scuola, i busti in bronzo di personalità politiche e militari risorgimentali  tra cui Camillo Benso Conte di Cavour ed il Generale e Ministro Alfonso Ferrero della Marmora. 

Nella due giorni di apertura straordinaria al pubblico, il prestigioso Palazzo Arsenale ha registrato circa 1.150 visitatori, il cui ingresso è stato organizzato e regolamentato in piccoli gruppi con orari di visita prestabiliti e su prenotazione, nel pieno rispetto della normativa vigente in materia di contrasto alla diffusione del CoViD-19.

Mariotto Segni e la “fake news” del colpo di Stato

Sabato 24 ottobre i riflettori di Rai Storia, il bel canale tematico della televisione di Stato, dedicato all’approfondimento della storia, ha mandato in onda, alle ore 8.50 ed alle 20.20 una intervista di Mariotto Segni, incentrata sul libro da lui scritto ‘Il colpo di Stato del ‘64’.

A Giovanni Paolo Fontana, nell’ambito della trasmissione ‘Scritto, letto, detto’, l’onorevole Segni ha ribadito la tesi che ha illustrato nel testo, ovvero che il cosiddetto ‘Colpo di Stato’ su una gigantesca fake news (oggi verrebbe chiamata in questo modo) e che fu l’inizio di una campagna mistificatoria che ha colpito la Repubblica. Riproponiamo, di seguito l’intervista che Il Torinese.it aveva realizzato a maggio di quest’anno con l’autore, ricca di spunti interessanti che offrono una diversa chiave di lettura della storia recente.

 

Il “Piano Solo’, del quale le generazioni più giovani hanno quasi perso memoria, negli anni Sessanta fu un argomento di grande e delicata attualità. Si trattava di un piano di emergenza speciale a tutela dell’ordine pubblico, fatto predisporre nel 1964 da Giovanni de Lorenzo, durante il suo incarico di comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Nel 1967 L’Espresso uscì con un titolo ad effetto 1964 Segni e de Lorenzo tentarono il colpo di stato’. I giornalisti Lino Jannuzzi ed Eugenio Scalfari sostennero che Antonio Segni, all’epoca dei fatti presidente della Repubblica e de Lorenzo fecero pressione sul Partito Socialista che rinunciò alle riforme ed accettò di formare un secondo governo Moro perché preoccupato dall’attuazione di tale piano.  Poche settimane fa si è tornato a parlare nuovamente di quanto accadde 57 anni fa con un libro di Mariotto Segni, edito per i tipi della Rubbettino, che legge quanto accadde allora da tutt’altra angolazione ed il titolo è eloquente: “Il colpo di stato del 1964 – La madre di tutte le fake news”. L’autore è figlio di Antonio Segni, parlamentare nella Democrazia Cristiana, poi fondatore del Patto Segni dopo un breve transito in Alleanza Democratica, e propugnatore di diverse battaglie referendarie, tra cui quella che portò all’abolizione della preferenza multipla. Dal 2004 non ha più incarichi parlamentari (l’ultimo è stato a Strasburgo) e l’ultima campagna referendaria con Parisi e Di Pietro fu quella stoppata dalla Corte Costituzionale. E’ stato anche docente della cattedra di diritto civile all’Università di Sassari. Nel libro, che è molto documentato e si legge agevolmente, sottolinea che lo scoop dell’Espresso, che diede il via ad una vera e propria campagna di stampa che dipinse la Democrazia Cristiana come un partito golpista, fu in realtà una gigantesca fake news, la prima della storia repubblicana e forse la più imponente. Abbiamo chiesto a Mariotto Segni quale sia stata la genesi del libro e le motivazioni che l’hanno spinto a scriverlo a distanza di tanti anni

“Questo libro è nato in modo singolare e mi si potrebbe chiedere perché non l’ho scritto prima. Tre anni fa, nel 2018, ricorrevano i 40 anni del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro. Nel rileggere i giornali che ripercorrevano la sua vita e la sua vicenda mi capitò di leggere anche alcuni articoli che rievocavano in modo arbitrario le vicende del 1964. Ho effettuato una rilettura attenta degli stessi e mi sono accorto che la narrazione era rimasta sostanzialmente inalterata in 50 anni. Ho lavorato per quasi tre anni e avanzando nella ricerca del materiale mi sono reso conto che era stato raccontato un pezzo di storia italiana con una costruzione falsa. Come documenti mi sono basato sull’archivio Antonio Segni e, per una strana circostanza, a casa ho trovato una cassetta con molte lettere e documenti che poi ho richiamato nel libro e prodotto come allegati. Ma nel rileggere il tutto la scoperta più grande, più significativa e più singolare è stato il costatare come documenti conosciuti erano stati raccontati in modo diverso se non opposto.
All’epoca fece scalpore la proposta di Cesare Merzagora che si propose per guidare un governo di tecnici svincolato da partiti. Certo che i tempi sono davvero cambiati se pensiamo ai governi di Lamberto Dini, su incarico del presidente Scalfaro, o di Monti, nominato dal presidente Napolitano …..

“In realtà quella di Merzagora era una autocandidatura, in realtà è mia convinzione che mio padre non fosse d’accordo su un Governo Merzagora ma pensasse piuttosto ad un monocolore DC”.

Per l’ipotesi di colpo di stato che sarebbe maturato nel 1964 e che indica come una gigantesca fake news ante litteram quale sarebbe stata la ragione alla base ?

“Non saprei dirlo, credo che sia stato il desiderio di un grande scoop. Eugenio Scalfari su ciò ha costruito la sua carriera di giornalista. In ogni caso questo ha influenzato fortemente tutto il corso degli anni Sessanta. Da lì è iniziato il racconto della Democrazia Cristiana golpista. Il risultato di questa predicazione è stata una campagna che dipingeva l’Italia come ad un passo dal colpo di Stato e la Dc come partito pronto a fare il golpe pur di sbarrare la strada al Pci. La narrazione successiva ha poi rafforzato la tesi scalfariana che ha fatto partire tutto dal luglio 1964, con l’azione golpista nella quale sarebbero stati coinvolti il Presidente della Repubblica e l’Arma di Carabinieri.

Antonio Segni era contro il centrosinistra ?

Mio padre non aveva una preclusione politica di principio, riteneva che si dovesse fare più avanti nel tempo e che l’esperienza dei due anni del Governo Fanfani (che aveva l’appoggio esterno del Psi) costituisse un pericolo enorme per il Paese. E non dimentichiamo la preoccupazione angosciata di Guido Carli, l’allora Governatore della Banca d’Italia, cui si aggiungevano quelle della stampa e della Cee”.

Che rapporto ha sviluppato con Scalfari ?

Lui e Repubblica appoggiarono fortemente la prima parte della campagna referendaria, come Montanelli. Con Scalfari c’è stato un buon rapporto ma nella vicenda in questione le sue responsabilità sono evidenti. La campagna sul presunto golpe del 1964 ha fatto molto male all’Italia. Paolo Mieli negli anni Novanta, in polemica con Scalfari disse “Avete dato la spinta psicologica al terrorismo rosso, se dite ai giovani che c’è uno Stato violento si fornisce ai giovani il motivo per rispondere con la violenza”.

Che reazioni ha avuto l’uscita del libro ?

E’ da poche settimane in libreria. Ho sentito parecchi amici che mi hanno detto che riapre il discorso non solo sulla crisi del 1964, ma anche di ciò che è seguito. Mi auguro che sia l’inizio di una revisione storica, di un cammino più lungo”.

Il suo libro si chiude con una interessante appendice di documenti. E tutto o c’è ancora qualcosa da aggiungere ?

In questa pubblicazione ho utilizzato tutto quanto era possibile utilizzare. C’è un punto, però, che ancora non è accertabile ed è quello dell’ipotesi del coinvolgimento del Kgb in questa vicenda. Non è chiaro perché gran parte del materiale che proviene dall’archivio del Kgb e dal Cremlino è ancora ampiamente secretato in quanto è stato consegnato così dal Governo Inglese. Ho chiesto all’archivio storico del Senato ma il Governo italiano è tenuto a seguire le indicazioni di quello britannico”.

Qual è il suo ricordo di Antonio Segni ?

“Con un padre che per tutta la mia giovinezza è stato al centro politico italiano si può essere o contestatori o tifosi e io sono stato un suo tifoso. Era un uomo dal carattere difficile, certamente, ma di grande sentimento e di grande spessore.”

Massimo Iaretti