In occasione della nomina del Piemonte a Regione europea dello Sport 2022, un titolo prestigioso assegnato per la prima volta a una regione italiana, il Gruppo FAI Giovani di Torino promuove la scoperta di alcuni luoghi storici dello sport organizzando tre aperture speciali in orario serale con visite
accompagnate dai narratori FAI.
Il programma prevede più turni di visita della durata di circa trenta minuti.
Contributo minimo a sostegno della missione del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano a partire da:
– 8€ per gli iscritti FAI;
– 10€ per i non iscritti FAI;
Sarà possibile iscriversi al FAI in loco.
Quota di Benvenuto FAI Giovani con iscrizione a 15€ dai 18 ai 35 anni.
Prenotazione consigliata sul sito FAI, si prega si presentarsi con almeno 10 minuti di anticipo.
Giovedì 23 giugno, dalle ore 18:30 alle 21:30 – Corso Moncalieri, 88
Che FAI stasera? Una passeggiata tra canottaggio e natura al Circolo Eridano
Prima tappa dei quattro appuntamenti dedicati alla scoperta e al racconto dei luoghi dello sport nella nostra città è il Circolo Eridano, uno dei più antichi club remieri d’Italia. Luogo di sport, tra canottaggio e canoa, ma anche centro culturale che ospita mostre e conferenze.
Raccontare il Circolo Eridano significa parlare di oltre 150 anni di storia legata alla città e al meraviglioso paesaggio del Po e delle sue rive. L’Eridano nasce sulla sponda sinistra del Po nel 1864, subito dopo l’unificazione del Regno d’Italia, e successivamente viene trasferito sulla sponda destra per dare spazio ai padiglioni dell’Esposizione Internazionale del 1911. Viene così costruito un nuovo edificio progettato nelle sue splendide forme dall’architetto Giuseppe Velati-Bellini e arricchito dalle decorazioni del pittore Giuseppe Bozzalla e dello scultore Giovanni Riva.
La storica società di canottaggio si apre alla comunità culturale e la accoglie nei suoi spazi con l’arrivo del Circolo degli Artisti. Il rapporto tra queste due realtà viene mantenuto fino ai primi anni del nostro secolo. Oggi il Circolo Eridano continua a proporre un programma sportivo, ricreativo e culturale mantenendo viva la
storia culturale e sportiva della città.
Per prenotazioni:
https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/evento/che-fai-stasera-una-passeggiata-tra-canottaggio-e-natura-al-circolo-eridano14946/?_ga=2.170274848.1830236958.1654635414-1146666210.1593422161
Giovedì 30 giugno – Dalle ore 18:30 alle 21:30 – Corso Casale 144
Che FAI stasera? Una visita tra ciclismo e storia al Motovelodromo
Un luogo che appartiene alla memoria collettiva della città per essere stato palcoscenico di alcuni tra i più grandi eventi di ciclismo, calcio e rugby a Torino. Progettato dall’architetto Vittorio Ballatore di Rosana – esponente del liberty torinese – viene costruito nel secondo decennio del Novecento e oggi rimane l’unica architettura sportiva di Torino risalante a quell’epoca. Una pista lunga 393 metri dove si conclusero alcune tappe del Giro d’Italia e della Milano-Torino, gare che videro partecipare grandi campioni come Bartali e Coppi. Negli anni ospita i più differenti sport e svariate competizioni, come il rugby ma anche il calcio, proprio qui il Torino vinse i campionati del 1925-26 e del 1943-44. Dallo sport alla musica, il Motovelodromo ha ospitato anche alcuni concerti come quelli dei Pooh e di De Gregori. Dopo i lavori di ristrutturazione, nell’aprile di quest’anno riapre come spazio comune, di incontro e condivisione,
sono diverse le discipline ospitate, per onorare la sua eredità storica e sportiva in un continuum tra passato, presente e futuro.
Per prenotazioni:
https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/evento/che-fai-stasera-un-racconto-tra-ciclismo-e-storia-al-motovelodromo14951/?_ga=2.207474647.576487683.1654602903-773687210.1589966832
Giovedì 7 luglio – Dalle ore 18:00 alle 20:30 – Via Magenta 11
Che FAI stasera? Un’esperienza alla scoperta della Reale Società Ginnastica
Dove la ginnastica è stata ideata e ha preso vita, la “Magenta”. Fondata nel 1844, ancor prima che si formasse il Regno d’Italia, da un gruppo di illustri guidati da Rodolfo Obermann che si fecero portavoce di un progetto innovativo: l’istruzione di ginnastica educativa. Ancora una volta tutto nacque a Torino: re Carlo Alberto chiamò il «ginnasiarca» svizzero come direttore-maestro della Scuola di Ginnastica militare per il Corpo di Artiglieria. La Società ha visto la fondazione della propria sede prima nella rinomata Villa Glicini, successivamente trasferita in un edificio a due piani fuori terra affacciato su Corso Re Umberto, per poi arrivare alla sede definitiva nell’omonima via nel 1866, prima ancora denominata Contrada della Ginnastica. Costituita da una grande palestra all’aperto e un cortile caratterizzato dalla presenza da alti ippocastani, dove le attività venivano svolte principalmente all’esterno.
L’archivio della Reale Società Ginnastica è stato riconosciuto dalla Soprintendenza come di interesse storico in quanto testimonianza dell’attività di cui si faceva portavoce e della sua importanza nel contesto cittadino. A questo proposito si trova al suo interno la bandiera dono di re Carlo Alberto (la prima è invece conservata nel Museo del Risorgimento) il busto commemorativo di Ernesto Ricardi di Netro, primo Presidente della Società, 700 trofei artistici, 60 medaglie, 84 allori e rami dorati e d’argento dei vincitori della Scuola. Oggi è un luogo avvolto dalla storia, tradotto in molteplici oggetti e documenti conservati in differenti e numerose teche.
Per prenotazioni:
https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/evento/che-fai-stasera-un-esperienza-alla-scoperta-della-reale-societa-ginnastica15025/?_ga=2.227846489.576487683.1654602903-773687210.1589966832








Nelle sale espositive a due passi dal Louvre, À la rencontre du petit prince celebra uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, probabilmente l’opera più tradotta dopo la Bibbia tanto da contare edizioni in oltre cinquecento lingue e dialetti differenti. Una mostra composta da oltre seicento pezzi (acquerelli, schizzi e disegni, anche inediti, oltre a fotografie, poesie, ritagli di giornale, estratti delle corrispondenze) che raccontano le tante sfaccettature di Antoine de Saint-Exupéry che fu scrittore e poeta, aviatore e filosofo, esploratore e giornalista sempre animato da un profondo ideale umanista. “È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttate via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio“. Una frase che condensa il messaggio contenuto nell’opera più famosa di Saint-Exupéry, pubblicata il 6 aprile 1943 da Reynal e Hitchcock in inglese, e solo tre anni dopo in Francia. Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry era nato a Lione il 29 giugno del 1900 in una famiglia di antiche radici nobiliari ( uno dei suoi antenati aveva combattuto con gli americani a Yorktown, la battaglia che decise l’esito della Guerra di Indipendenza americana). Aviatore e scrittore francese, guardava all’avventura e al pericolo con gli occhi del poeta e, come si può leggere nelle pagine de Il Piccolo Principe, anche con quelli di un bambino. Di grande impatto emotivo sono i racconti dedicati ai voli aerei, tra i quali Volo di notte, L’aviatore e Terra degli uomini. Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nell’aeronautica militare francese e dopo l’armistizio nelle Forces aériennes françaises libres, schierate al fianco degli Alleati contro i nazisti. Il libro Lettera al Generale X e il senso della guerra, pubblicato nel 2014, propone una raccolta di lettere e brani (alcuni inediti in Italia) di Saint-Exupéry, dove si possono leggere anche le ultime commoventi parole scritte all’amico Pierre Dalloz in una breve missiva che non fu mai spedita , datata 30 luglio 1944, il giorno antecedente il suo abbattimento mentre era in volo sul mar Mediterraneo. Queste pagine rappresentano di fatto il testamento spirituale e artistico di uno dei più straordinari personaggi del Novecento, dove Saint-
Exupéry racconta una storia diversa da quella del ragazzino dai capelli d’oro che apprende e soprattutto insegna. In questo libro l’autore si presenta al lettore come aviatore e uomo in guerra ma soprattutto come una persona alla quale stanno a cuore la ricerca di un senso per l’uomo e per la vita, con domande sulle ragioni di tante crudeltà e follie che fanno parte del conflitto bellico. La sua morte in volo restò per molti anni misteriosa, finché nel 2004 venne localizzato e recuperato il relitto del suo aereo. Colpito da un caccia tedesco nel mare antistante la costa marsigliese, il Lockheed P38 Lightning a bordo del quale volava Antoine de Saint-Exupery si inabissò a una settantina di metri di profondità. Lo scrittore francese, partito in missione ricognitiva, era scomparso senza lasciar traccia all’alba del 31 luglio del 1944, poco dopo il decollo da una base in Corsica. Il 29 giugno del 2000, nel centenario della nascita, gli è stato intitolato l’aeroporto di Lione. Per raccontare in sintesi estrema l’insopprimibile spirito d’avventura che ne segnò l’intera, seppur breve vita, bastano forse queste poche parole: “Quando si arriva al futuro, il nostro compito non è di prevederlo, ma piuttosto di consentire che accada“. Merci pour tout, monsieur de Saint-Exupery.