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STORIA- Pagina 67

Una notte in Armeria Reale

Da nord a sud la galleria del Beaumont è un grande spettacolo. Si vede poco ma è tutto studiato, le luci soffuse la rendono ancora più affascinante.

Dodici cavalieri e dodici armature, sei da una parte e sei dall’altra, si guardano, si scrutano attraverso le fessure degli elmi, i cavalli scalpitano, pronti a dare battaglia o a sfidarsi in un torneo, eppure sono così immobili, impietriti.
Solo una notte, tutta particolare, potrebbe svegliarli e animare l’intera Reale Armeria di Torino. Una notte movimentata, frenetica, magica, con duelli tra cavalieri e principi, sovrani e califfi. Possiamo immaginare uno scenario simile al film “Una notte al museo” con Ben Stiller nei panni del guardiano notturno del museo di storia naturale a New York e Robin Williams che interpreta Teddy Roosevelt, solo per citare alcuni personaggi del film. Qualsiasi cosa all’interno del museo prende vita, gli animali impagliati, le statue, i manichini, tutto si rianima e fa festa. Un ambiente simile potrebbe replicarsi qui, sotto la volta affrescata nel Settecento da Claudio Francesco Beaumont, perché no? I personaggi storici ci sono, eccome se ci sono, armi e armature, scudi e spade, elmi, pistole, pugnali e medaglie completano il quadro e arricchiscono una delle collezioni d’armi più importanti al mondo insieme a quelle di Vienna e di Madrid. Pezzi unici che tutti ci invidiano. Anche qui, come a New York, però non tutte le giornate sono uguali. Quando in città scende la notte ecco che d’improvviso l’Armeria si anima con tutti i suoi pezzi più pregiati. Certamente una notte concitata, eccezionale, fino alle prime luci dell’alba.
Qui ci sono Emanuele Filiberto, Eugenio di Savoia, i cavalieri della Mezzaluna, le armi di Carlo V, un fantomatico scudo di Goffredo di Buglione alla Prima crociata, e tanto altro. E se il principe Eugenio inseguisse il cavaliere ottomano che sta immobile davanti a lui su e giù per la galleria o smontasse da cavallo per affrontarlo all’arma bianca? Non sarebbe facile per il custode notturno, magari il sottoscritto, tenerli tutti a bada, sono troppi, guerrieri ben armati, tutti desiderosi di portare a termine il loro lavoro prima di tornare impagliati in galleria. L’Armeria lascia senza fiato chi la visita. Conserva numerosi tipi di armi e armature, come le splendide armi medioevali.
Tra gli oggetti più importanti figurano la spada di San Maurizio, XIII secolo, preziosa reliquia appartenuta ai Savoia, conservata insieme alla sua custodia del Quattrocento, la terzetta lanciadardi di Carlo V, le armature di Emanuele Filiberto, la spada usata da Napoleone nella campagna d’Egitto e nella battaglia di Marengo, le armi dei re dei Sardegna e d’Italia. Tutto è sospeso nel tempo per sempre o così sembra..la festa è finita, domani l’Armeria sarà piena di turisti.

Filippo Re
nelle foto  l’Armeria Reale, statua di Eugenio di Savoia, armatura di Emanuele Filiberto, terzetta lanciadardi di Carlo V

I Musei Reali presentano la Guida alternativa a Palazzo Reale

In collaborazione con gli utenti del Laboratorio Zanzara

Un nuovo strumento, semplice e inclusivo, per illustrare il percorso che si snoda tra Palazzo Reale, Armeria e Cappella della Sindone, offrendo una chiave di lettura originale, per una diversa esperienza di visita nella residenza sabauda: è la Guida alternativa presentata dai Musei Reali e realizzata in collaborazione con il Laboratorio Zanzara e con il sostegno del Lions Club Torino Risorgimento.

 

Il Laboratorio Zanzara, impresa sociale torinese nata come progetto d’integrazione per persone con disagio mentale, offre un servizio educativo che opera anche come negozio di artigianato e agenzia di grafica e comunicazione.

 

La Guida nasce nell’ambito del progetto ZanzArTe, frutto dell’incontro tra i Musei Reali e il Laboratorio con l’obiettivo di coniugare il punto di vista della disabilità cognitiva con la realtà museale e migliorare l’offerta educativa partendo dall’accoglienza del pubblico per arrivare alla produzione di specifico merchandising.

 

Nella prima fase del progetto, gli utenti del Laboratorio Zanzara sono stati ospiti dei Musei Reali e, guidati dagli educatori e dal personale che cura l’accoglienza, hanno potuto fruire liberamente degli spazi di Palazzo Reale, muovendosi tra le antiche stanze e i preziosi oggetti che ne fanno parte, per produrre i primi bozzetti grafici, poi rielaborati in studio. Il risultato è un piccolo volume che offre una prospettiva diversa, non istituzionale, del percorso museale. Le illustrazioni riproducono ambienti, arredi e dettagli della residenza attraverso i disegni dei ragazzi e delle ragazze che frequentano il Laboratorio Zanzara. Il loro sguardo, unito all’immaginazione, rivela l’interesse per l’arte e l’emozione di fronte alla bellezza. Accanto alla parte grafica, i testi, scritti dai Servizi Educativi dei Musei Reali e stampati in font ad alta leggibilità, restituiscono le descrizioni degli ambienti attraverso un racconto scorrevole e coinvolgente. Sarà possibile acquistare La guida alternativa a Palazzo Reale nel book shop dei Musei Reali.

 

Con la pubblicazione della guida di Palazzo Reale si chiude la prima fase del progetto ZanzArTe. Nei mesi a venire gli utenti saranno impegnati nella produzione di analoghe guide sugli altri settori dei Musei Reali. Al termine del progetto, un evento ripercorrerà tutte le tappe del “viaggio”, presentando al pubblico le attività di inclusione svolte nelle diverse fasi e l’insieme completo delle singole pubblicazioni.

 

Alla scoperta delle Gipsoteche del Piemonte

A riscattare le gipsoteche dal lungo periodo in cui i gessi sono stati sottovalutati, una graduale rivalutazione ha fatto comprendere come le opere preparatorie siano indispensabili per illustrare la genesi delle sculture tradotte in marmo e bronzo.

Il Piemonte possiede 5 gipsoteche che favoriscono il confronto tra scultori vissuti tra metà ottocento primo novecento ognuno con proprio stile seppure col gusto della moda dell’epoca.

Famosa la gipsoteca Leonardo Bistolfi a Casale Monferrato con gessi e terrecotte, del tutto simili al risultato finale, toccati unicamente dalle mani del più importante scultore simbolista italiano la cui poetica si fonda su scienza positivista, pseudo scienza e ideismo, assertore della morte come terreno fertile di vita poiché lo spirito è immortale.

Dal naturalismo de “il boaro” si passa al “bacio” di sentore scapigliato e ai monumenti funebri; stupenda la cappella sepolcrale Hierschel de Minerbi col funerale della vergine influenzato dallo stiacciato Donatelliano.

A Bistagno la gipsoteca Giulio Monteverde formatosi nella bottega di Giovanni Bistolfi, padre di Leonardo, contiene gessi realisti col tema sociale del lavoro oltre ai classicheggianti per monumenti funebri.

A Rima la casa museo di Pietro Della Vedova possiede gessi provenienti dallo studio di Torino con predilezione per gli angeli, affascinante la Cleopatra orientaleggiante.
A Savigliano la gipsoteca di Davide Calandra, allievo come Bistolfi, di Odoardo Tabacchi con bozzetti veristi di destinazione domestica e gessi liberty oltre a gessi per monumenti funebri tra cui quello per il principe Amedeo di Savoia inaugurato a Torino nel 1902.

A Verbania la gipsoteca Paolo Troubetzkoy propone gessi, terrecotte, bronzi, marmi antiaccademici scapigliati e impressionisti, in particolare figure muliebri e animali dal singolare aspetto picchiettato e sfaldato.

Giuliana Romano Bussola

Primo incontro con il prof Barbero

Al via il ciclo di incontri dal titolo

“Come abbiamo imparato a convivere? Dalla sopraffazione alla democrazia”

 

Tre appuntamenti: martedì 29 novembre, martedì 6 dicembre e martedì 13 dicembre sempre alle ore 18

 

Torino, Auditorium grattacielo Intesa Sanpaolo, corso Inghilterra 3

Ingresso gratuito,

prenotazioni sul sito https://group.intesasanpaolo.com dal 25 novembre

 

 

 Tornano le lezioni-conferenze di storia di Alessandro Barbero, organizzate da Intesa Sanpaolo nell’ambito delle attività culturali svolte al grattacielo di Torino. Il ciclo, curato da Giulia Cogoli e giunto alla settima edizione, prevede tre nuovi appuntamenti dal titolo “Come abbiamo imparato a convivere? Dalla sopraffazione alla democrazia”.

Gli incontri in programma martedì 29 novembre, martedì 6 dicembre e martedì 13 dicembre, alle ore 18 sono dedicati alle forme di convivenza sociale che hanno caratterizzato la storia dell’uomo e la sua evoluzione. Lo storico e scrittore, professore di Storia medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, noto al pubblico per la sua straordinaria capacità divulgativa, racconterà in modo avvincente e ricco di curiosità gli aspetti più o meno noti dei modelli di convivenza. Dalla schiavitù, su cui si reggevano l’Impero Romano o il Sud degli Stati Uniti prima della Guerra di Secessione, al totalitarismo, tratto distintivo delle due più feroci dittature del Novecento, il nazismo e lo stalinismo, fino alla democrazia, di cui i Greci sono stati i primi a sperimentare il regime, ma della quale molti pensatori hanno affermato con la massima convinzione che era un male da evitare a tutti i costi. Cosa si intende dunque oggi per democrazia?

Gli appuntamenti saranno anche trasmessi in streaming sul sito https://group.intesasanpaolo.com

Le lezioni-conferenze sono inserite all’interno del palinsesto culturale del grattacielo della Banca, che si caratterizza per la qualità dei contenuti e la notorietà dei protagonisti (artisti, attori, scrittori, conferenzieri). Dal 2015, anno di apertura, quasi 125 mila persone hanno seguito le attività culturali del grattacielo, diventato in pochi anni un centro di cultura, arte e svago.

Le lezioni verranno pubblicate come nuovi episodi del podcast “Alessandro Barbero. La storia, le storie” di Intesa Sanpaolo On Air, che già raccoglie tutte le lezioni del prof. Barbero dei cicli precedenti al grattacielo. Intesa Sanpaolo On Air ha raggiunto 8,5 milioni di ascolti, con un pubblico di cui oltre la metà è under 35 e molto fidelizzato (oltre il 45% ritorna su On Air). I podcast della piattaforma anche nel 2022, sono stati ai vertici delle classifiche Top Podcast delle principali piattaforme audio in Italia.

“COME ABBIAMO IMPARATO A CONVIVERE? DALLA SOPRAFFAZIONE ALLA DEMOCRAZIA”:

Martedì 29 novembre, ore 18

La schiavitù

Nella storia si incontrano società interamente basate sulla schiavitù, come l’Impero Romano o il Sud degli Stati Uniti prima della Guerra di Secessione, e altre in cui gli schiavi sono presenti pur senza avere un ruolo centrale, come nell’Italia del Rinascimento. In tutte queste società quasi nessuno metteva in discussione la legittimità della schiavitù, accettata come un fatto naturale, nonostante le storture e gli orrori che produceva. Che la nostra civiltà, negli ultimi secoli, sia arrivata a delegittimare la schiavitù e a vietarla è uno dei rari casi in cui nella storia si può davvero parlare di progresso.

Martedì 6 dicembre, ore 18

Il totalitarismo

Nella cultura politica odierna il totalitarismo è identificato con le due più feroci dittature del Novecento, il nazismo e lo stalinismo. Pochi ricordano che il termine è stato inventato in Italia per definire la dittatura fascista: coniato dagli avversari e inteso in senso critico, il totalitarismo venne rivendicato e assunto a programma da Mussolini. Analizzare i motivi per cui in realtà il fascismo in Italia non riuscì mai a costruire un regime veramente totalitario è un modo per esplorare l’intrinseca diversità della società italiana e la sua irriducibilità a un paradigma omogeneo.

Martedì 13 dicembre, ore 18

La democrazia

Tutti sanno che il termine democrazia è di origine greca e che furono i Greci i primi a sperimentare il regime democratico. Oggi la democrazia per noi è un valore così ovvio, che ci stupisce scoprire come lungo tutta la nostra storia, dall’Antichità fino all’epoca delle rivoluzioni, molti pensatori abbiano affermato con la massima convinzione che era un male da evitare a tutti i costi. Ma quella che oggi continuiamo a chiamare democrazia, perché non abbiamo un’altra parola, è ancora davvero la stessa cosa che intendevano i Greci?

Al grattacielo Intesa Sanpaolo tre nuove lezioni di storia con il prof. Barbero

 Al via il ciclo di incontri dal titolo

“Come abbiamo imparato a convivere? Dalla sopraffazione alla democrazia”

 

Tre appuntamenti: martedì 29 novembre, martedì 6 dicembre e martedì 13 dicembre sempre alle ore 18

 

Torino, Auditorium grattacielo Intesa Sanpaolo, corso Inghilterra 3

Ingresso gratuito,

prenotazioni sul sito https://group.intesasanpaolo.com dal 25 novembre

 

Torino, 25 novembre 2022 – Tornano le lezioni-conferenze di storia di Alessandro Barbero, organizzate da Intesa Sanpaolo nell’ambito delle attività culturali svolte al grattacielo di Torino. Il ciclo, curato da Giulia Cogoli e giunto alla settima edizione, prevede tre nuovi appuntamenti dal titolo “Come abbiamo imparato a convivere? Dalla sopraffazione alla democrazia”.

Gli incontri in programma martedì 29 novembre, martedì 6 dicembre e martedì 13 dicembre, alle ore 18 sono dedicati alle forme di convivenza sociale che hanno caratterizzato la storia dell’uomo e la sua evoluzione. Lo storico e scrittore, professore di Storia medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, noto al pubblico per la sua straordinaria capacità divulgativa, racconterà in modo avvincente e ricco di curiosità gli aspetti più o meno noti dei modelli di convivenza. Dalla schiavitù, su cui si reggevano l’Impero Romano o il Sud degli Stati Uniti prima della Guerra di Secessione, al totalitarismo, tratto distintivo delle due più feroci dittature del Novecento, il nazismo e lo stalinismo, fino alla democrazia, di cui i Greci sono stati i primi a sperimentare il regime, ma della quale molti pensatori hanno affermato con la massima convinzione che era un male da evitare a tutti i costi. Cosa si intende dunque oggi per democrazia?

Gli appuntamenti saranno anche trasmessi in streaming sul sito https://group.intesasanpaolo.com

Le lezioni-conferenze sono inserite all’interno del palinsesto culturale del grattacielo della Banca, che si caratterizza per la qualità dei contenuti e la notorietà dei protagonisti (artisti, attori, scrittori, conferenzieri). Dal 2015, anno di apertura, quasi 125 mila persone hanno seguito le attività culturali del grattacielo, diventato in pochi anni un centro di cultura, arte e svago.

Le lezioni verranno pubblicate come nuovi episodi del podcast “Alessandro Barbero. La storia, le storie” di Intesa Sanpaolo On Air, che già raccoglie tutte le lezioni del prof. Barbero dei cicli precedenti al grattacielo. Intesa Sanpaolo On Air ha raggiunto 8,5 milioni di ascolti, con un pubblico di cui oltre la metà è under 35 e molto fidelizzato (oltre il 45% ritorna su On Air). I podcast della piattaforma anche nel 2022, sono stati ai vertici delle classifiche Top Podcast delle principali piattaforme audio in Italia.

“COME ABBIAMO IMPARATO A CONVIVERE? DALLA SOPRAFFAZIONE ALLA DEMOCRAZIA”:

Martedì 29 novembre, ore 18

La schiavitù

Nella storia si incontrano società interamente basate sulla schiavitù, come l’Impero Romano o il Sud degli Stati Uniti prima della Guerra di Secessione, e altre in cui gli schiavi sono presenti pur senza avere un ruolo centrale, come nell’Italia del Rinascimento. In tutte queste società quasi nessuno metteva in discussione la legittimità della schiavitù, accettata come un fatto naturale, nonostante le storture e gli orrori che produceva. Che la nostra civiltà, negli ultimi secoli, sia arrivata a delegittimare la schiavitù e a vietarla è uno dei rari casi in cui nella storia si può davvero parlare di progresso.

Martedì 6 dicembre, ore 18

Il totalitarismo

Nella cultura politica odierna il totalitarismo è identificato con le due più feroci dittature del Novecento, il nazismo e lo stalinismo. Pochi ricordano che il termine è stato inventato in Italia per definire la dittatura fascista: coniato dagli avversari e inteso in senso critico, il totalitarismo venne rivendicato e assunto a programma da Mussolini. Analizzare i motivi per cui in realtà il fascismo in Italia non riuscì mai a costruire un regime veramente totalitario è un modo per esplorare l’intrinseca diversità della società italiana e la sua irriducibilità a un paradigma omogeneo.

Martedì 13 dicembre, ore 18

La democrazia

Tutti sanno che il termine democrazia è di origine greca e che furono i Greci i primi a sperimentare il regime democratico. Oggi la democrazia per noi è un valore così ovvio, che ci stupisce scoprire come lungo tutta la nostra storia, dall’Antichità fino all’epoca delle rivoluzioni, molti pensatori abbiano affermato con la massima convinzione che era un male da evitare a tutti i costi. Ma quella che oggi continuiamo a chiamare democrazia, perché non abbiamo un’altra parola, è ancora davvero la stessa cosa che intendevano i Greci?

Lettere, manoscritti e documenti di Leone Ginzburg tornano a Torino, affidati al Polo del ‘900

Lettere, manoscritti e documenti appartenuti a Leone Ginzburg, fino a oggi custoditi dalla famiglia, tornano a Torino, affidati alla Fondazione Polo del ‘900, casa di istituti storici e archivi di protagonisti del Novecento come Primo Levi, Piero Gobetti, Gaetano Salvemini, Franco Antonicelli e Giorgio Agosti.

 

“Fin dalla prima conversazione con Alberto Sinigaglia e Emiliano Paoletti io e mia sorella Alessandra non abbiamo avuto dubbi sulla decisione da prendere: le carte di nostro padre dovevano essere conservate a Torino, e il Polo del ‘900 era l’istituzione ideale per farlo. I profondi legami di Leone Ginzburg con questa città sono noti: il soprannome che gli avevano dato i suoi amici – ‘il russo di Torino’ – è eloquente”: spiega il professor Carlo Ginzburg. 

 

Nato ad Odessa in una famiglia cosmopolita, Leone si ferma a Torino nel 1924. Al liceo Massimo D’Azeglio i suoi compagni di classe sono Sion Segre Amar, Giorgio Agosti e Norberto Bobbio; tra gli insegnanti Ugo Cosmo, Zino Zini, Franco Antonicelli e Augusto Monti con cui s’incontra consolidando rapporti culturali destinati a tradursi in azioni politiche. Fondamentali sono gli amici dell’università tra cui Cesare Pavese, Massimo Mila, Vittorio Foa con i quali aderisce al movimento antifascista clandestino “Giustizia e Libertà”. C’è anche Giulio Einaudi tra i suoi amici con cui avvia la storica casa editrice torinese della quale di fatto è il primo direttore editoriale. Nella stessa città a casa di Carlo Levi incontra la futura moglie Natalia Levi. Torino è anche la città da cui più volte Leone è costretto ad allontanarsi. Arrestato la prima volta nel 1934, esce nel 1936 come vigilato speciale e in seguito è inviato al confino a Pizzoli in Abruzzo. Liberato nel 1943 alla caduta del fascismo, a Roma è uno degli animatori della Resistenza. Nuovamente catturato e incarcerato a Regina Coeli, è torturato dai tedeschi fino alla morte a soli 35 anni dopo una vita breve e straordinaria, devoluta alla difesa della libertà di associazione, di stampa e di pensiero contro il regime.

 

Continua il professor Ginzburg: “Su tutto ciò le carte che verranno depositate nell’archivio del Polo del ‘900 daranno un contributo documentario non irrilevante. Molto consistente, e insostituibile, è il carteggio tra Leone Ginzburg e Natalia Levi, prima e dopo il matrimonio, inviate tra il 1934 e il 1940. Altre lettere sono rivolte ai suoi amici a personaggi noti come Benedetto Croce. Tra i documenti anche un quaderno di appunti del 1921 e una novella inedita del 1925 che permetteranno di gettare qualche luce sulla sorprendente precocità intellettuale di Leone Ginzburg”.

 

L’archivio di Leone Ginzburg, attualmente in fase di riordino, trova casa al Polo del ‘900 in Palazzo San Celso nella sede dell’Istoreto. Da questo punto di arrivo prenderanno avvio iniziative e progetti legati alla memoria di un uomo tra i principali animatori della cultura italiana degli anni Trenta.

All’incontro con Carlo Ginzburg erano presenti i rappresentanti degli istituti del Polo del’ 900 e personalità della cultura. Tra loro gli scrittori Margherita Oggero, Ernesto Ferrero e Dario Voltolini,  il presidente della Einaudi Walter Barberis, l’assessora alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia, il vicepresidente del Consiglio regionale Valle,  il sovrintendente agli Archivi Benedetto, il segretario generale della Compagnia di San Paolo Anfossi, il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni,  Bruno Segre, Patrizia Antonicelli, Anna Mila, Andrea Bobbio, Andrea Casalegno.

“Accogliamo l’Archivio di Leone Ginzburg con affetto e gratitudine: è un segnale di fiducia da parte di Carlo Ginzburg e della sua famiglia per il Polo del ‘900 e le 25  istituzioni che ne fanno parte. Ed è un grande dono per Torino, città di cultura e di pensiero critico” conclude il presidente del Polo Alberto Sinigaglia.

Visite guidate gratuite alla nuova sala della Biblioteca della Regina Margherita di Savoia

Amici Biblioteca Nazionale di Torino

In occasione Torino Film Industry previsto dal 24 al 30 novembre, la Biblioteca Nazionale Universitaria, giovedì 24 novembre alle ore 13 e alle ore 15, organizza due visite guidate gratuite alla nuova sala espositiva dedicata alla Biblioteca della Regina Margherita di Savoia (1851-1926).
La mostra sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16.


Nel corso del 2022, l’intero fondo librario – composto da 13.560 volumi – è stato oggetto di un nuovo ambizioso progetto, promosso dalla Biblioteca Nazionale in collaborazione con Culturalpe s.c., volto alla conservazione, valorizzazione e libera fruizione della raccolta tramite la revisione inventariale e la catalogazione informatica di tutte le opere in essa comprese, in funzione del loro trasferimento dai depositi alla Sala mostre della Biblioteca, secondo un allestimento permanente atto a favorirne una conoscenza quanto più ampia e trasversale possibile. Attraverso inedite linee narrative e l’ausilio di apparati multimediali, i visitatori sono invitati a camminare tra le belle scaffalature del fondo, in cui i libri rispettano l’ordine catalografico voluto dalla sovrana e, grazie alla realizzazione di speciali librerie espositive, possono vedere esposte alcune decine di volumi, scoprendo così i gusti letterari e le relazioni culturali che la Regina Margherita seppe coltivare durante tutta la sua vita.

La Mostra è divisa in cinque filoni tematici:
• Le “perle” della Regina: tesori editoriali tra prime edizioni e legature di pregio;
• la Corte di Margherita: il salotto della Regina tra diplomazia e cultura;
• Margherita POP: tutto per l’Italia;
• oltre la corona: una donna moderna;
• una Savoia: storia e orgoglio di appartenenza

Inoltre propone alcuni temi di approfondimento e vede esposti oltre 120 volumi appartenuti alla prima Regina d’Italia. È accompagnata anche da audio e video interattivi per una fruizione più agile e approfondita del materiale.
A livello cinematografico, la Regina Margherita è stata cultrice delle arti, compresa la nuova per l’epoca, settima arte. Inoltre la Regina Margherita insieme al Re Umberto I è stata la protagonista di una delle prime pellicole girate in Italia commissionata dai i fratelli Lumière nel 1896 al regista torinese Vittorio Calcina.

Ingresso gratuito, richiesta la prenotazione

Per informazioni e prenotazioni: bu-to.eventi@cultura.gov.it

Giardini storici raccontati a Palazzo Madama

LE PIANTE NELLA STORIA DEL GIARDINO

 

 

Conferenze con il curatore botanico Edoardo Santoro

 

21 novembre 2022 – 20 marzo 2023

 

Palazzo Madama – Sala Feste

Piazza Castello, Torino

 

Dal 21 novembre 2022 al 20 marzo 2023, nella Sala Feste di Palazzo Madama, prende avvio il nuovo ciclo di appuntamenti Le piante nella storia del giardino, a cura di Edoardo Santoro, volto ad approfondire la storia e le caratteristiche di molte delle piante presenti nei giardini: cinque conferenze per scoprire aspetti storici e botanici, officinali e alimentari di piante che nei secoli hanno avuto un ruolo fondamentale nel giardino ornamentale e nell’orto, nei parchi e giardini pubblici.

Iris e lillà, agrumipomacee (meli e peri) e rose sono piante o gruppi di piante molto famose e conosciute, interessanti da studiare e approfondire per la grande varietà di impieghi, per i modi in cui si presentano (fiori e colori, fogliami e portamenti) e per l’attuale ruolo che possono avere nei nostri spazi verdi, oltre che per quello avuto in ogni epoca storica.

Il ciclo di incontri autunno-invernale si chiuderà con una visita primaverile al giardinoriservata a chi si iscriverà al ciclo completo, passando, dunque, da suggestive e inedite immagini proiettate durante gli incontri alle fioriture reali presenti in giardino.

Le conferenze sono tenute da Edoardo Santoro, agronomo e curatore del Giardino Botanico Medievale di Palazzo Madama.

Il programma

Lo scorso lunedì 21 novembre 2022 ore 17 si è tenuto il primo incontroIris

In Europa, in Asia e in America l’Iris è presente allo stato spontaneo e ha avuto un ruolo fondamentale dapprima come pianta utile e successivamente come pianta ornamentale. Coltivata in orti e giardini è oggi una delle specie botaniche più apprezzate per la gran varietà di colori, frutto di ibridazioni svolte negli ultimi decenni; è dal giglio di Firenze e dal giglio di Francia, in realtà Iris, che parte la storia di questo fiore rappresentato in molti dipinti degli Impressionisti e amato in ogni epoca.

 

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Lunedì 5 dicembre 2022 ore 17: Lillà

“Tutti i lillà sono facili, non si lamentano, non richiedono quasi potature, amano il sole, sono perfettamente resistenti e di lunga vita”, così scrive Vita Sackville West, poetessa e giardiniera di inizio Novecento, che ben conosce l’importanza di questo arbusto in giardino e nel verde pubblico. Introdotto in Europa dalla Turchia, il boom del lillà avviene nel 900 a Parigi come fiore reciso e oggi conta oltre 300 tra specie e varietà di ogni gradazione di profumo.

Lunedì 23 gennaio 2023 ore 17: Agrumi

Limoni e aranci, pompelmi e mandarini sono solo alcuni dei frutti appartenenti alla famiglia degli agrumi che conta centinaia di specie in tutto il mondo. Sono coltivati da secoli in Italia, pur essendo originari di zone geograficamente molto lontane dalla nostra. Oltre agli impieghi alimentari ed erboristici (ad esempio di bergamotto, chinotto, lime e cedro), ne scopriremo l’uso ornamentale, iniziato in epoca romana e ancora oggi in voga in molti ambienti mediterranei.

Lunedì 20 febbraio 2023 ore 17: Pomacee – Pero e Melo

I pomi sono i frutti di una famiglia botanica, le pomacee, in cui si includono meli e peri ma anche cotogne e nespole. Dai frutti citati nel Capitulare de Villis di Carlo Magno agli attuali cataloghi, che comprendono varietà di ogni tipo, ci sono dieci secoli di storia della frutticoltura, che portano a scoprire come siano cambiate le abitudini alimentari oltre che di coltivazione, senza dimenticare il valore ornamentale e paesaggistico dei frutteti e in particolare dei meli ornamentali che oggi abbelliscono giardini, viali e cortili

Lunedì 20 marzo 2023 ore 17: Rose

Rose botaniche, antiche e moderne sono i tre principali gruppi in cui oggi sono riunite tutte le rose conosciute e coltivate nel mondo, ma la classificazione delle rose può essere anche legata al colore del fiore e all’altezza della pianta, alla presenza di spine o all’uso alimentare: ogni giardiniere ha migliaia di scelte per utilizzare una rosa in giardino. Dalla rosa di Pompei alle rose dei fiamminghi, dal giardino di rose dell’Imperatrice Giuseppina Bonaparte alla vellutata rosa da taglio Baccara, un sorprendente viaggio nel fiore più amato e coltivato in tutto il mondo.

Lunedì 17 aprile 2023 ore 16.30: visita in giardino (riservata a chi si iscrive al ciclo completo)

Costo: singola conferenza €15; ciclo completo di 5 conferenze: intero € 60; ridotto € 50 (riservato Abbonati Musei; insegnanti, Amici Fondazione Torino Musei, guide turistiche Provincia di Torino).

Prenotazione obbligatoria.

Info e prenotazioni: per le modalità di pagamento e per le prenotazioni rivolgersi al t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a  madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

I Papi in Piemonte. E Francesco arriva sabato

Nel fine settimana un altro Pontefice toccherà la terra piemontese. Papa Francesco, di origine piemontese, sarà infatti ad Asti sabato e domenica. Prima di Giovanni Paolo II solo quattro Papi sono passati a Torino. Nel 1273 Gregorio X partecipò al Concilio di Lione mentre Martino V prese parte al Concilio di Costanza nel 1414-1418. Pio VI arrivò in città nel 1775 ma fu arrestato da Napoleone mentre Pio VII fu più fortunato, vide la Sindone nel 1804 e nel maggio 1815 celebrò la Messa in Duomo mostrando la Sindone da Palazzo Madama. Nel suo lungo pontificato, 26 anni, Giovanni Paolo II è stato nove volte in terra piemontese. A Torino nel 1980, Varallo e Arona nel 1984, Aosta e Courmayeur nel 1986, ancora a Torino, Castelnuovo Don Bosco e Chieri nel 1988, Oropa, Pollone e Torino per la terza volta nel 1989, Ivrea, San Benigno Canavese, Scarmagno e Chivasso nel 1990, Susa e Sacra di San Michele nel 1991, Asti e Isola d’Asti nel 1993, Vercelli e Torino (4 volta) nel 1998 senza contare una decina di soggiorni estivi a Les Combes di Introd in Valle d’Aosta. Il Papa polacco Karol Wojtyla tornò a Torino e a Castelnuovo Don Bosco ai primi di settembre nel 1988 per San Giovanni Bosco nel centenario della morte, il 21 luglio 1989 fu ospite di Gianni e Marella Agnelli e dell’arcivescovo cardinale Saldarini. Domenica 24 maggio 1998 in piazza Vittorio a Torino proclamò tre beati piemontesi. Infine domenica 2 maggio 2010 toccò a Benedetto XVI visitare Torino.    Filippo Re
nella foto Papa Giovanni Paolo II a Torino il 13 aprile 1980 sulla papamobile con il cardinale Ballestrero, allora arcivescovo di Torino (dall’archivio storico del settimanale  La Voce e il Tempo)