Da cascina agricola a dimora aristocratica.
A Torino, cosi’ come nel Piemonte intero, lo scenario e’arricchito da splendidi castelli e proprieta’ gentilizie che ne fanno un luogo unico e prezioso. Oltre ai piu’ famosi manieri siti in citta’ e appena fuori come Il Valentino o il Castello di Rivoli, ve ne sono altri meno conosciuti, ma di ragguardevole bellezza e importanza storica. Uno di questi e’ Il Castello di Saffarone che nel tempo ha cambiato vestito, passando da tenuta agricola a residenza elegante e signorile, e che nonostante il suo cospetto schivo e ritirato contribuisce romanticamente a valorizzare il patrimonio architettonico dell’area torinese.
Appartenuto ai principi Dal Pozzo della Cisterna titolari di incarichi pubblici e benefici ecclesiastici, il Castello di Saffarone in passato era una parte della proprieta’, all’interno della tenuta omonima, insieme alle cascine di Cravetta, Cassinotta e Artrucco.Ereditato dal barone Giovanni Piero Saffarone nel 1865, a cui deve il suo nome, è composto da quattro torrette ed un corpo centrale, due cortili interni ed un bel parco. La prima traccia che riporta all’esistenza dei Saffarone e’ del 1580 e riconduce a“Messer Marco Zaffarone” che risultava essere il possessore delcomplesso sito tra Torino, Grugliasco e Collegno composto da due edifici e una torre colombaia, una cascina agricola con annessa casa padronale all’interno di uno scenario rurale fatto di pascoli, boschi e campi coltivati. Nel ‘600 il casolare rurale comincio’ la sua trasformazione in dimora con decorazioni, cappella, un muro di recinzione e diverse stalle, la prima versione di un Castello dal sapore rustico con dei tratti che cominciano ad ingentilire. La vera trasformazione avvenne, tuttavia, quando la proprieta’ passo’, nel 1729, ad Anna Maria Litta, sposata con Giacomo Dal Pozzo Cisterna, che volle convertirla in una elegante residenza con tenuta agricola d’eccellenza per sfoggiare il rango e le ricchezze della casata; pare che i lavori di restauro furono affidati a Benedetto Alfieri (cugino di Vittorio) uno dei massimi architetti del tempo. Il periodo di splendore termino’nel 1833 con la fine della discendenza Dal Pozzo Cisterna e il maniero ando’ prima ai Marchesi Della Torre e poi ai Valperga di Masino che lo ridestinarono quasi tutto ad attivita’ agricole.
Ancora oggi si puo’ ammirare il salone ovale con il suo soffitto a cupola (che viene utilizzato come proprieta’ privata, per eventi come matrimoni e convegni) le decorazioni e l’arredo antico.
Ubicato a Via Regina Margherita 497, la sua presenza in citta’ e’molto riservata, quasi nascosta, ma il suo fascino e’ indiscutibile agli occhi di chi lo puo’ ammirare partecipando ad eventi privati organizzati al suo interno.
MARIA LA BARBERA