

Il Castello degli Orsini, a Rivalta, si prepara a vivere un‘interessante stagione di valorizzazione del proprio patrimonio storico e artistico grazie al progetto intitolato “Il nostro castello – perché è come ce ne prendiamo cura ?”, promosso dalla Città di Rivalta, a cura di KEART KEEP AN EYE ON ART e sostenuto dal bando Restauro e Cantieri Diffusi 2023 di Fondazione CRT.
Partendo dai recenti ritrovamenti di decorazioni medievali, e dal loro imminente restauro, l’iniziativa si propone di offrire ai cittadini un’occasione unica per partecipare in prima persona alla cura di un bene culturale. L’obiettivo è stimolare un senso di appartenenza e responsabilità condivisa, sensibilizzando la collettività sull’importanza della conservazione della manutenzione del patrimonio artistico e architettonico. L’iniziativa prevede tre incontri tematici, ciascuno dedicato a un aspetto chiave della manutenzione del Castello degli Orsini. Gli eventi sono stati pensati per la partecipazione attiva di bambini dai 5 anni in su, insieme alle loro famiglie.
Il primo incontro, che si terrà l’8 marzo prossimo ha il titolo “Abbiamo trovato una chiave – tracce ritrovate” e sarà diviso in due turni, il primo alle 14.30 e il secondo alle 16.30. Un’esperienza esplorativa alla scoperta del Castello e della sua storia, guidata dal Signor Tempo, un esperto che racconterà le trasformazioni del maniero nei secoli. I partecipanti raccoglieranno indizi e scopriranno insieme ai volontari di Rivalta Millenaria come sia cambiato il Castello nel tempo.
Il secondo incontro, dal titolo “Incontriamo il restauratore – il Castello prende vita”, è previsto per il 12 aprile prossimo e avverrà su due turni, il primo alle 14.30 e il secondo alle 16.30. Si tratta di un’opportunità per scoprire da vicino come lavora un restauratore e le sfide legate alla conservazione dei beni culturali. I partecipanti potranno interagire con i restauratori della ditta Consorzio San Luca e osservare da vicino i lavori in corso, immaginando insieme, in un’attività guidata da KEART KEEP AN EYE ON ART come avvenga il consolidamento e l’integrazione di un’antica decorazione.
Il terzo incontro, dal titolo “Anch’io proteggo il mio castello”, è calendarizzato il 10 maggio prossimo ed è diviso in 2 turni, alle 14.30 e alle 16.30. Si tratta di un workshop interattivo dedicato alla manutenzione del Castello e del suo parco. Con il supporto di esperti, i partecipanti esploreranno il sito individuando segni di degrado. Scatteranno delle fotografie sullo stato di conservazione e immaginerai possibili soluzioni per la manutenzione.
L’iniziativa è organizzata dalla Città di Rivalta, in provincia di Torino, è da KEART KEEP AN EYE ON ART con il supporto di esperti, mediatori culturali e realtà associative locali, per garantire un’esperienza coinvolgente e formativa per tutti i partecipanti. Al termine del primo turno e all’inizio del secondo verrà offerta una merenda a tutti i bambini che parteciperanno all’attività.
Ingresso libero su prenotazione fino ad esaurimento posti
Sito web: www.keart.it – email: hello@keart.it
Per prenotazioni whtasapp: 338 4716770
Mara Martellotta
Il professor Barbero ha pubblicato nel 2023 un testo centrato sulle rivolte medievali in Europa.
Come nel consueto stile del noto storico torinese, viene tracciato un dettagliato affresco delle condizioni del cosiddetto Uomo Medioevale, sospeso tra la definitiva scomparsa del mondo classico ma non ancora lanciato verso le luci del Rinascimento.
Durante il XIV secolo il continente fu interessato da molte rivolte. L’autore ne inquadra però quattro, probabilmente le principali: in Francia la cosiddetta Jacquerie (da Jacques Bonhomme, appellativo spregiativo che la nobiltà dava ai tanti contadini del regno, senza nome), la rivolta dei Tuchini, nel nostro canavese (il termine deriva da precedenti sommosse dei Tuchins nella Francia meridionale di Alvernia e Linguadoca), il tumulto a Firenze del 1378 dei Ciompi e tre anni dopo, la drammatica insurrezione dei Commons in Inghilterra.
Prima di entrare nei fatti narrati, importante sarà un chiarimento semantico fra Rivolta e Rivoluzione.
La prima è un movimento spontaneo, di massa, non sempre controllato da vertici, anche perché spesso non esistono. La rivolta è violentissima, arriva all’improvviso e si spegne in breve tempo, spesso nel sangue.
La Rivoluzione assomma le caratteristiche iniziali della Rivolta, ma che poi si organizza, diventa organica e rovescia vittoriosamente gli equilibri del potere precedente. Se non si arriva a un nuovo Ordine Costituito non si potrà parlare di Rivoluzione.
Casi eclatanti che hanno addirittura cambiato il mondo sono la rivoluzione americana, la francese e, secoli dopo, quella russa. In scala ridotta, anche la vittoriosa impresa di Garibaldi, dalla Sicilia verso il nord Italia, si può incorporare come Rivoluzione.
I fatti narrati raccontano invece di improvvise sollevazioni popolari, violente, non etero-dirette e poi crudelmente, quanto velocemente, terminate.
In questo breve commento sottolineeremo il caso toscano, perché divergente rispetto agli altri. I Ciompi non sono contadini che si ribellano, ma incorporano una realtà lavorativa cittadina che lavora sotto padrone in attività produttive locali, soprattutto nell’Arte della Lana. Questi salariati non si ribellano alla nobiltà (come sempre capita dappertutto) ma a popolani come loro, poi arricchiti, che li utilizzano come forza lavoro.
Firenze nel medioevo era un faro di progresso rispetto ad altre realtà agricole europee, tutte umiliate da classi nobiliari unicamente guerriere, rapaci, latifondiste. A Firenze si respirava altra aria, arricchita da una forte componente di banchieri, mercanti, imprenditori, soprattutto dell’industria di lana, tessuti e altre merci esportate in ogni dove.
I ciompi sono quindi sostanziale parte salariata del tessuto produttivo di una realtà emergente, che però li angaria sotto il proprio potere economico. Questo potere è espresso dai Priori (dei quali fa parte il Gonfaloniere di Giustizia Alamanno de’ Medici), tutte figure che arrivano dal basso della società e che, proprio per questo, nei governi fiorentini dovrebbero difendere i diritti del popolo.
Sia i primi, che i secondi, sono in qualche maniera condizionati dai Magnati, la classe aristocratica dei cavalieri, considerati come i veri parassiti della città (seppur temuti e potentissimi).
Questi tre strati sociali indirettamente – e con doppi e tripli giochi sotterranei fra loro – creeranno tutti insieme la Rivolta dei Ciompi.
Un po’ criptico il significato del titolo: All’Arme, all’arme. I priori fanno carne!
“Fanno carne vuol dire: ammazzano la gente…. Ma vuol anche dire, poveretti: armatevi poveri voi, se no, siete tutti morti”.
Non si possono riassumere decine di pagine di socio-politica trecentesca in poche righe, ma questo testo vale, vale tanto in quanto portatore di profonde riflessioni su chi siamo noi ora e da quali realtà (lontane e contemporaneamente vicinissime) tutti proveniamo.
Alessandro Barbero, All’arme! Allarme! I priori fanno carne! Edizioni La Terza, 2023, Roma, costo 18 euro, 163 pagine
FERRUCCIO CAPRA QUARELLI
La Fondazione FS Italiane ha organizzato una serie di Open Day, giornate di apertura a ingresso libero, per consentire a chiunque di ammirare la bellezza di alcuni ambienti di stazione che, da Torino fino a Messina, conservano affreschi, sculture, manufatti e arredi originali che hanno segnato diverse epoche e stili del viaggiare.
Seconda tappa di questa iniziativa, che segue quella di Firenze Santa Maria Novella, sarà Torino Porta Nuova che, dalle 10 alle 18 di sabato 1 e domenica 2 marzo, aprirà ai visitatori le porte della elegante Sala Gonin. Durante gli orari di apertura, sarà possibile apprenderne la storia grazie alla presenza di guide che accompagneranno i partecipanti.
La lussuosa sala fu progettata nel 1864, in puro stile barocco, per essere destinata a ospitare la famiglia reale durante l’attesa del treno. È decorata con opere degli artisti preferiti di Casa Savoia, tra cui Francesco Gonin, da cui pende il nome, e con suggestivi affreschi realizzati con la tecnica del trompe l’oeil che lasciano intravedere il cielo tra colonne e capitelli. Agli angoli della grande ed elegante stanza sono invece visibili angeli che reggono carte geografiche con i quattro continenti. Non mancano pregevoli quadri che raffigurano personaggi mitologici dipinti per rappresentare allegoricamente gli elementi della Natura.
Degni di nota sono gli splendidi mobili, i rivestimenti settecenteschi in legno e un imponente lampadario in raffinato vetro di Murano.
Gli ampi spazi, i lussuosi arredi, le boiseris e i dipinti che impreziosiscono l’ambiente contribuiscono a conferire alla struttura, nel suo insieme, un aspetto maestoso e sontuoso, facendone un vero e proprio piccolo museo che ora la Fondazione FS preserva e gestisce. L’obiettivo è quello di mettere al servizio dei cittadini e del turismo luoghi che meritano di essere scoperti anche con attività culturali, eventi e mostre.
Il Direttore Generale della Fondazione FS e Amministratore Delegato di TTI, Treni Turistici Italiani, Luigi Cantamessa, ha dichiarato: “Dopo il recupero e la valorizzazione dei treni e delle linee ferroviarie storiche e turistiche, le Sale storiche rappresentano la nuova sfida della Fondazione FS per rendere questi gioielli di arte e architettura parte di una esperienza capace di offrire un’occasione di arricchimento per lo spirito e l’intelletto.”
La juvarriana “Palazzina di Caccia” ritorna ad aprire le porte dei suoi spazi più segreti normalmente chiusi al pubblico
Da sabato 1° marzo a sabato 25 giugno
Saranno visite guidate “straordinarie”. Quattro i mesi di tempo per poterne approfittare, soddisfacendo curiosità impossibili da appagare in altri mesi dell’anno. E curiosità che appartengono a molti, se si giudicano i totali sold out registrati in tutte le precedenti edizioni dell’iniziativa. Così, anche per quest’anno, la “Fondazione Ordine Mauriziano” torna a confermare le “visite guidate straordinarie” alla “(ri)scoperta” degli spazi segreti, normalmente chiusi al pubblico, della “Palazzina di Caccia” di Stupinigi. Dal prossimo sabato 1° marzo a sabato 28 giugno, saranno attivati i “due percorsi” che raccontano la storia della “Palazzina”, dal 1997 “Patrimonio dell’Umanità UNESCO”, nelle sue diverse fasi abitative e il progetto architettonico juvarriano (1729) alla base della sua costruzione.
“Passepartout” (nome “chiave”, è proprio il caso di dirlo, dell’iniziativa) conduce dietro le “porte segrete” della nobile residenza sabauda pensata per la caccia e le feste della famiglia reale, fino agli “ambienti nascosti della servitù”, ai “passaggi” e ai “corridoi” ricchi di fascino e di storia e permette di raggiungere la “sommità della cupola juvarriana”, per camminare lungo i suggestivi “balconi concavi/convessi” che affacciano sul grandioso “salone centrale”, ammirando da vicino il “tetto a barca rovesciata”, dalla complessa orditura in legno, e dall’alto, dopo aver percorso i 50 scalini di una stretta scala a chiocciola, un panorama unico che si estende a 360 gradi sotto il “Cervo”, copia dell’originale “Statua del Cervo”, realizzata nel 1766 (in bronzo, rame e foglia d’oro) da Francesco Ladatte, oggi sistemata nell’atrio di fronte alla biglietteria e simbolo della stessa “Palazzina.
Due, si diceva, i percorsi proposti: “Dietro le porte segrete” e “Sotto il Cervo” (Orari: 10,30/12 e 14,30/16)
Per il primo, la visita è in programma sabato 1, 15 e 29 marzo, 12 aprile, 17 e 31 maggio, 14 e 28 giugno. Il percorso guiderà fino agli ambienti della servitù, ai passaggi e ai corridoi segreti usati per divincolarsi nel dedalo di stanze e raggiungere discretamente le sale e gli appartamenti privati, proprio dietro le “porte segrete”, negli spazi nascosti dove si muoveva la servitù e dove si trova ancora il quadro dei “campanelli automatici” che permette di comprendere da vicino il funzionamento di una residenza come quella di Stupinigi.
“Sotto il cervo”, in programma sabato 8 e 22 marzo, 5 aprile, 10 e 24 maggio, 7 e 21 giugno, è invece una visita “in verticale” al meraviglioso “ambiente ligneo” che ospita la cupola del padiglione centrale, realizzato da Filippo Juvarra, con una vista mozzafiato a 360 gradi sul paesaggio circostante. Dal grandioso salone centrale ovale a doppia altezza si percorrono 50 gradini per raggiungere la caratteristica balconata ad andamento concavo-convesso e infine arrivare, attraverso una stretta scala a chiocciola di ulteriori 50 scalini, alla sommità della cupola juvarriana per ammirare il particolare “tetto a padiglione” e riconoscere dall’alto il grandioso progetto architettonico di Juvarra che con perfette geometrie, lungo un asse longitudinale che porta con lo sguardo fino a Torino, realizza un impianto scenografico straordinario per l’epoca.
Per partecipare alle visite guidate è obbligatoria la prenotazione.
Vista la particolarità dei luoghi oggetto della visita, normalmente non accessibili al pubblico, i visitatori saranno dotati di “caschetto di protezione” e, proprio per questo motivo, possono accedere solo gli adulti e i ragazzi al di sopra dei 12 anni di età ed i gruppi non possono essere superiori alle 10 persone. Per partecipare è necessario essere in condizioni fisiche tali da permettere di salire, a piedi, alcune rampe di scale. È vietato l’accesso con borse e/o zaini ingombranti, visto che il percorso è piuttosto impegnativo. A causa degli spazi limitati, non agibili a persone con disabilità, e della stretta scala a chiocciola, i due percorsi sono sconsigliati a chi soffra di claustrofobia o di vertigini e, in generale, a chi non sia in buono stato di salute.
Il costo del biglietto per accedere a “Dietro le porte segrete” è 22 euro (12 euro biglietto di ingresso + 10 euro visita guidata), ridotto 18 euro
Per accedere a “Sotto il cervo”, il costo del biglietto è, invece, di 25 euro (15 euro biglietto di ingresso + 10 euro visita guidata), ridotto 22 euro
Per i possessori di “Tessera Abbonamento Musei”: 10 euro (ingresso gratuito alla Palazzina)
Per info: “Palazzina di Caccia” di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi (Nichelino-Torino); tel. 011/6200601 o stupinigi@info.ordinemauriziano.it
G.m.
foto: La “Palazzina di Caccia”
IL GIORNO DEL RICORDO IN PIEMONTE: INAUGURATE 3 MOSTRE A CURA DEL CENTRO STUDI E RICERCHE STORICHE PIEMONTESTORIA A VERCELLI, CASALE MONFERRATO (AL) E TRINO (VC)
Tra i visitatori numerosi cittadini, studenti e l’UNITRE di Casale Monferrato
In occasione del Giorno del Ricordo 2025, il Centro Studi e Ricerche Storiche Piemontestoria ha allestito tre esposizioni tematiche a cura dei ricercatori storici Federico Cavallero e Emanuele Ugazio, che si propongono di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati che si tengono simultaneamente nelle città di Casale Monferrato presso la prestigiosa sede del Castello dei Paleologi, Vercelli presso la sala espositiva dello spazio giovani “Gioin” e Trino presso l’auditorium Tricerri della Scuola Media.
Il Centro Studi e Ricerche Storiche Piemontestoria è un’associazione dinamica e attiva nel campo della promozione della cultura storica su tutto il territorio piemontese. Composta da ricercatori storici, archivisti e appassionati di storia, l’associazione si propone di valorizzare il patrimonio storico e culturale della regione attraverso una serie di attività diversificate.
Tra le principali attività figurano l’organizzazione di mostre ed esposizioni di carattere storico, che permettono di rendere fruibile al pubblico una vasta gamma di materiali, documenti inediti e reperti, offrendo così un’interpretazione visiva e tangibile della storia.
Il Centro Studi è altresì attivo nel promuovere eventi culturali, conferenze e convegni, spesso in collaborazione con istituti scolastici. Inoltre si distingue per le sue pubblicazioni librarie, che spaziano da studi monografici a raccolte di saggi, contribuendo così alla diffusione della conoscenza storica e alla formazione di un pubblico più informato. Queste pubblicazioni sono spesso il risultato di ricerche originali condotte dai componenti dell’associazione e servono come risorse preziose per studiosi e appassionati.
Un altro aspetto significativo dell’attività del Centro Studi è il riordino degli archivi storici, sia per enti pubblici che privati. Questo lavoro è cruciale per preservare la memoria storica e garantire l’accesso a documenti che potrebbero altrimenti andare perduti. Inoltre, l’associazione si impegna nel censimento dei Caduti durante i conflitti mondiali, un progetto che non solo onora la memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita, ma contribuisce anche alla costruzione di una storia collettiva.
Le mostre allestite in occasione del Giorno del Ricordo 2025, rappresentano un vero e proprio viaggio nel tempo e nella storia presentando una serie di quadri disposti in un percorso cronologico che raccontano le vicende dei territori di Istria, Fiume e Dalmazia a partire dall’Impero Romano fino ai tragici eventi del Novecento, passando dal dominio della Repubblica di San Marco, all’Impero austro-ungarico, Regno d’Italia e i due conflitti mondiali. Attraverso fotografie d’archivio e documenti d’epoca, il visitatore è guidato nella scoperta degli eventi storici e geopolitici che hanno segnato questi territori. Le vetrine e le bacheche espongono oggetti e cimeli originali appartenuti agli esuli, provenienti da collezioni private, che raccontano storie di vita, speranza e dolore. Manifesti politici e amministrativi, debitamente incorniciati, offrono un quadro della situazione e delle gravi difficoltà vissute dalle popolazioni dei confini orientali d’Italia.
In aggiunta, un video sonoro di carattere storico corredato da testimonianze dirette e interviste a esuli istriani dalmati accompagna l’evento, arricchendo l’esperienza del visitatore con ulteriori approfondimenti. Questo materiale audiovisivo si rivela fondamentale per coloro che desiderano comprendere meglio le complessità di un periodo storico così significativo.
Nel corso degli anni, l’Associazione ha realizzato la mostra in diversi comuni, creando un circuito di eventi che ha toccato luoghi emblematici come Casale Monferrato, presso il “Castello del Monferrato”, la “Biblioteca Civica Giovanni Canna” e la “Scuola Media Trevigi”; Torino, presso la sede espositiva della Regione Piemonte in piazza Castello; Alessandria, presso la Sala Giunta di “Palazzo Ghilini” e presso la biblioteca Civica “Francesca Calvo”; Cuorgnè (TO) presso l’ex “Chiesa della Trinità”; Vercelli, presso il “Salone Dugentesco”; e Trino (VC) presso il “Palazzo Paleologo” e presso “l’Auditorium famiglia Tricerri”. Ogni tappa della mostra è stata un’occasione per coinvolgere le comunità locali, favorendo un dibattito aperto e inclusivo sulla memoria storica.
La collaborazione con enti locali e istituzioni scolastiche ha permesso all’Associazione Piemontestoria di creare un forte legame con i territori, rendendo le mostre non solo un evento commemorativo, ma anche un’importante occasione di crescita culturale e sociale.
Negli ultimi giorni, le mostre dedicate al Giorno del Ricordo hanno attratto un numero straordinario di visitatori. Cittadini di Casale Monferrato, Vercelli e Trino hanno affollato le sale espositive, dimostrando una forte sensibilità verso questa tematica.
Ma sono le scuole di ogni ordine e grado, in particolare, che hanno risposto con entusiasmo, portando gli studenti a visitare le mostre con percorsi didattici a cura dei ricercatori storici Cavallero e Ugazio per sensibilizzare i giovani sui temi dell’esilio, della sofferenza e del ricordo confrontandosi con una parte di storia italiana per troppi anni taciuta e dimenticata.
Anche l’Università della Terza Età (Unitre) di Casale Monferrato, ha partecipato attivamente all’iniziativa, coinvolgendo i suoi iscritti, accompagnati dalla docente e critica d’arte Dott.ssa Giuliana Romano Bussola, in una interessantissima visita guidata, contribuendo così a un dialogo intergenerazionale sul significato di questa giornata.
Il successo di questa iniziativa e questa mobilitazione collettiva sono un chiaro segnale che la cultura e la memoria storica continuano a rivestire un ruolo fondamentale nella nostra società, promuovendo un dialogo aperto e costruttivo tra le generazioni.
Il 23 febbraio partono le visite guidate al MAU
Le visite guidate al MAU, a partire dal 23 febbraio, si terranno ogni quarta domenica del mese alle 15.30. L’inaugurazione di “Undici”, l’opera dedicata al partigiano Domenico Luciano, avverrà domenica 23 febbraio alle ore 17 in via San Rocchetto 24, in Borgo Vecchio Campidoglio.
Dipingere un muro per raccontare una storia, per denunciare un’ingiustizia, per dare una voce potente al cambiamento e per rendere più bello un pezzo di città. È quello che è successo nel quartiere di torinese del Borgo Vecchio Campidoglio, dove esattamente trent’anni fa è iniziata l’avventura del MAU – Museo d’Arte Urbana, il primo pionieristico progetto italiano per creare un insediamento artistico permanente all’aperto, all’interno di un grande centro metropolitano. Oggi il MAU è un meraviglioso museo all’aperto, uno scrigno di curiosità e bellezza dove l’arte vive e respira con il cambiamento della luce del sole. Per poter ammirare e conoscere a fondo le opere artistiche che lo compongono, ogni mese, a partire dal 23 febbraio, partiranno le visite guidate in collaborazione con Cultural Way. Il percorso si snoda attraverso le strade del quartiere e permette di scoprire 200 opere, 4 mila mq, 100 artisti, giovani emergenti e artisti consolidati.
Il 23 febbraio, in occasione della prima visita guidata, il tour terminerà alle ore 17, in via San Rocchetto 34, con l’inaugurazione, a cura dell’Associazione Avvalorando e del Museo d’Arte Urbana, di “Undici”, opera a memoria delle vittime della Resistenza, realizzata dall’artista torinese Mrfjiodor (Fijodor Benzo) e dedicata al piccolo Domenico Luciano, giovane staffetta partigiana, ucciso dai fascisti il 23 febbraio 1945 a soli 12 anni.
Un piccione viaggiatore trafitto da un proiettile e 8una busta che cade dal becco: è questo il tema che l’artista ha scelto realizzando un’opera con soggetti dalle forme elementari, ma cariche di significato.
“Il piccione viaggiatore, nella sua funzione di portatore di messaggi, rappresenta l’essenza di Domenico – spiega Fijodor Benzo – un messaggero coraggioso, sempre pronto ad affrontare le intemperie e i pericoli della vita. Ho scelto di narrare questo fatto drammatico in modo non eccessivamente cruento; la mia intenzione è quella di evocare una riflessione profonda su come il coraggio e la dedizione di individui come Domenico possano essere soffocati dalla violenza, ma anche di sottolineare l’importanza del messaggio che portano con sé. In questo modo il piccione viaggiatore diventa non solo il simbolo di una vita spezzata, ma anche un richiamo alla memoria e alla responsabilità collettiva, affinché il sacrificio di giovani come “Undici” non venga dimenticato”.
Figlio e fratello di partigiani, Domenico Luciano, noto come “Undici” per la sua giovane età, nascondeva nella sua cartella di scuola informazioni e notizie. Il 23 febbraio 1945 si trovava con un gruppo di partigiani in un cascinale nelle campagne di Givoletto, quando l’edificio fu circondato dai repubblichini. Alle prime luci dell’alba ebbe luogo un conflitto a fuoco, al termine del quale si decise di far uscire il ragazzo con un drappo bianco in segno di resa. Il ragazzo fu allora raggiunto da una raffica di mitra e ucciso. A lui e al suo sacrificio, simbolo della lotta per la liberazione, è dedicata l’opera di San Rocchetto 34, a Torino, che si inaugurerà proprio a ottant’anni dalla sua uccisione.
Il ragazzo viveva nel quartiere Campidoglio, e proprio nell’affascinante cortile di via San Rocchetto, già storica sede di una sezione del PCI, i compagni posero una lapide in sua memoria.
Per info e prenotazioni: 339 3885984 – info@culturalway.it
Mara Martellotta
Informazione promozionale
Un caffè, una cioccolata calda con panna, un buon Bicerin…Non importa quale bevanda si desideri gustare, i caffe storici Torino offrono una vasta scelta di proposte se si desidera trascorrere amabilmente il proprio tempo mentre si visita la città, sia che si tratti per piacere che per attività di team building aziendale anche legate a tematiche culinarie/culturali come Torino Golosa, un viaggio alla scoperta dei segreti delle prelibatezze tra storia ed enogastronomia, o per altre questioni.
La città sabauda è famosa per la sua tradizione di colazioni a Torino, un rito che viene celebrato in numerosi locali che vantano un’atmosfera unica e raffinata.
Una pasticceria storica di Torino o per meglio dire, le tante storiche pasticcerie moderne torinesi, offrono molte prelibatezze e dolci tipici che arricchiscono l’esperienza di una colazione elegante, proprio come si usava fare nei salotti borghesi di fine Ottocento e inizio Novecento, quando i caffè erano considerati luoghi di incontro per personalità illustri della letteratura.
Dei tanti Caffè storici Torino, oggi, ve ne segnaliamo alcuni, veri e propri vanti della città, non solo per gli amanti del caffè e dei cioccolatini tipici di Torino, ma per tutti gli amanti dell’architettura, della storia e dei viaggi. Senza indugi, ecco i nostri consigli.
Caffè San Carlo: Re dei bar storici Torino
Con i suoi capitelli corinzi, statue e dorature, il Caffè San Carlo è un’icona e sovrano dei bar storici Torino senza tempo e che racchiude il fascino del Risorgimento e delle floride correnti artistiche che hanno attraversato la città.
Questo caffè storico torinese, situato nell’omonima piazza – considerata dai torinesi una delle più belle della città – è stato il set di numerosi film e fiction grazie alla sua atmosfera unica e suggestiva.
Sedendosi ai suoi eleganti tavolini, si può ammirare la bellezza di Palazzo Solaro del Borgo, capolavoro del Rococò, e delle due chiese gemelle, Santa Cristina e San Carlo, esempi perfetti dell’architettura barocca. Con quasi 200 anni di storia, il Caffè San Carlo è il luogo ideale per una pausa raffinata, immersi nell’arte e nella cultura, gustando la migliore colazione della città, ad esempio.
Un punto di riferimento tra i bar storici di Torino, dove tradizione e contemporaneità si incontrano in un’esperienza indimenticabile.
Barney’s, caffè di Torino del Circolo dei Lettori
Il Barney’s, situato all’interno del suggestivo Circolo dei Lettori di Torino, è uno dei caffè storici più rinomati della città, un luogo dove tradizione e modernità si fondono alla perfezione.
Qui, è possibile vivere l’esperienza della migliore colazione torinese, immersi in un’atmosfera raffinata e accogliente. Con una selezione di dolci torinesi che spaziano dai classici gianduiotti alle delicate paste artigianali, il Barney’s offre una colazione elegante che soddisfa ogni palato. Un vero e proprio tempio per gli amanti del caffè e della buona lettura, dove ogni dettaglio racconta la storia e la cultura di una città che ha fatto del caffè e della letteratura un’arte.
Baratti&Milano: l’eccellenza della pasticceria torinese e della cioccolateria
In Piazza Castello, sorge uno dei caffè storici torinesi e pasticceria torinese più iconici: Baratti&Milano.
Nato nel 1858, è da oltre un secolo un elegante salotto sabaudo, punto di ritrovo per intellettuali, artisti e figure di spicco della politica e della scienza.
Il suo raffinato stile liberty evoca atmosfere d’altri tempi, rendendolo uno dei bar famosi di Torino, perfetto per chi ama i locali particolari con un fascino senza tempo.
Fiore all’occhiello di questa storica caffetteria è la sua pasticceria torinese e la cioccolateria d’eccellenza, con specialità imperdibili. Tra i piaceri da gustare spicca il Bicerin, l’iconica bevanda calda della tradizione torinese, preparata con cioccolato fondente, caffè e latte montato, perfetta per le giornate più fredde. Da provare anche il Caffè Baratti&Milano, un espresso arricchito con crema di nocciole, panna e granella di nocciole, una coccola raffinata adatta a qualsiasi momento della giornata.
La Farmacia del Cambio, caffè di Torino dalle brioches celebri e virali
Questo storico caffè di Torino è molto più di una semplice caffetteria: è un’esperienza sensoriale e culturale che unisce sapori pregiati, architettura d’epoca e un’atmosfera senza tempo.
Nella centralissima Piazza Carignano, la proprietà dello storico ristorante Del Cambio, vero e proprio caffè storico di Torino, ha rilevato un’antica farmacia trasformandola in una raffinata pasticceria. Questo locale, tra i Torino locali particolari più affascinanti, unisce arredi in legno, cristalleria e vetrine dall’atmosfera vintage a un’offerta di dolci ultra-contemporanei, diventando un punto di riferimento per le pasticcerie moderne della città. Tra le specialità spiccano i celebri Crubik e la Sfera, croissant a forma di cubo e sfera che hanno conquistato i social, insieme al pain suisse, alla girella con gocce di cioccolato e arancia, e alla brioche al cacao farcita di crema al gianduia. Non mancano torte moderne, monoporzioni eleganti e lievitati salati, ideali per chi cerca una colazione alternativa senza rinunciare al gusto e alla raffinatezza. Un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano, regalando un’esperienza indimenticabile.
Locali storici di Torino: Pfatisch
Uno dei locali storici di Torino che ancora oggi conserva il fascino di un’epoca dorata è senza dubbio la Pasticceria Pfatisch, fondata nel 1915 dal maestro cioccolatiere Gustavo Pfatisch.
Questa pasticceria storica Torino ha visto passare tra i suoi tavoli figure illustri come i principi di Savoia, Cesare Pavese, Primo Levi, Indro Montanelli, Mario Soldati e Norberto Bobbio. Situata in un meraviglioso edificio Liberty di via Sacchi, progettato dall’architetto Pietro Fenoglio, la pasticceria ha mantenuto intatti i suoi interni Art Déco, diventando un autentico gioiello inserito nell’Associazione Locali Storici d’Italia.
Ma la vera sorpresa si trova nel seminterrato: un laboratorio di produzione completo, dedicato alla lavorazione artigianale del cioccolato torinese. Oggi questa perla fa parte del Choco-Story Torino, il museo del cioccolato che accompagna i visitatori in un viaggio dalle civiltà precolombiane fino all’evoluzione della cioccolateria torinese, con un focus sui cioccolatini tipici di Torino. Un’esperienza imperdibile per golosi di tutte le età, perfetta anche per le famiglie con bambini.
Caffè Platti: bellissimo e ottocentesco caffè storico Torino
Fondato nel 1870, il Caffè Platti è uno dei caffè storici di Torino più eleganti e raffinati.
Situato in Corso Vittorio Emanuele II, questo caffè storico Torino da oltre un secolo riesce a mantenere intatta un’atmosfera d’altri tempi, con sontuosi lampadari e un banco bar in stile anni Venti. I colori caldi e i magnifici stucchi rendono l’ambiente ancora più fiabesco, trasformando ogni visita in un’esperienza unica.
In passato, il Caffè Platti è stato frequentato da intellettuali e personalità di spicco come Luigi Einaudi, Giulio Einaudi, Cesare Pavese, Luigi Lavazza e il Senator Agnelli.
Ma il Platti è anche un luogo simbolico della storia sportiva: proprio di fronte al locale, nel 1897, un gruppo di studenti del Liceo Massimo D’Azeglio fondò quello che sarebbe diventato uno dei club calcistici più importanti d’Italia, la Juventus.
Tra le prelibatezze che offre, non può mancare di citare la sua pasticceria torinese, con la sua iconica Torta Platti, un dolce dal cuore morbido e una vellutata copertura al gianduja, la cui ricetta è gelosamente custodita.
Oltre alla pasticceria storica di Torino, il Caffè Platti propone anche un’ampia selezione di tramezzini ideali per un pranzo veloce.
Cosa dovresti assolutamente ordinare? Senza dubbio i deliziosi dolci torinesi e la pasticceria mignon. Per una merenda sostanziosa, non perdere la Plattina, la leggendaria torta del caffè in dimensioni ridotte.
Caffe storici Torino, come non citare Caffè Al Bicerin
Nel cuore del Quadrilatero Romano, il Caffè Al Bicerin è uno dei più celebri caffe storici Torino, nonché uno dei bar famosi Torino, grazie alla sua lunga tradizione e all’invenzione della storica bevanda piemontese che porta il suo nome. .
Nato a fine Settecento, questo caffè storico di Torino è il luogo in cui è stato creato il Bicerin, un raffinato mix di caffè, cioccolato e crema di latte, oggi riconosciuto come bevanda tradizionale piemontese e divenuto un autentico simbolo cittadino.
Perfetto per chi desidera una colazione elegante, il locale accoglie i suoi ospiti in un’atmosfera senza tempo, tra boiserie in legno, un bancone storico e piccoli tavolini in marmo che raccontano la storia e il fascino di una Torino d’altri tempi.
Colazioni a Torino: non solo caffè storici
Diamo uno sguardo anche ad altri locali particolari Torino
Nel panorama delle colazioni a Torino, il Bar Tiratisù si distingue come uno dei locali particolari Torino, perfetto per gli amanti dei dolci e delle esperienze gourmet. Situato nel cuore della città, questo locale è un vero paradiso per chi desidera iniziare la giornata con una colazione ricercata e golosa.
La sua specialità? Le brioches proposte in diverse varianti e preparato con ingredienti freschi e di alta qualità, accanto a un’ampia selezione di dolci torinesi. Con il suo ambiente accogliente e moderno, il Bar Tiratisù è la scelta ideale per chi vuole concedersi un momento di dolcezza in un contesto elegante e innovativo.
La Torteria Berlicabarbis è uno dei locali particolari Torino, un angolo di dolcezza che combina il fascino delle pasticcerie moderne con il calore di una tradizionale sala da tè.
Nata nel 2012, ha conquistato i torinesi con la sua straordinaria selezione di dolci torinesi, tra cui una ventina di torte preparate ogni giorno, con le cheesecake come protagoniste indiscusse. Impossibile resistere ai croissant al pistacchio, grandi e golosi, il cui nome richiama proprio l’espressione dialettale “Berlicabarbis”, che significa “da leccarsi i baffi”.
Oltre alle prelibatezze di pasticceria, il locale vanta un’incredibile selezione di 130 tipi di tè e tisane e ben 15 caffè alla piemontese, in cui il caffè si fonde con cioccolato, gianduia e granella di pistacchio, regalando un’esperienza unica per ogni amante del dolce e del buon vivere.
In via Cavour 10, Perino Vesco è molto più di un semplice panificio: unisce l’arte della panificazione a un’ampia offerta di dolci, rendendolo un indirizzo imperdibile tra i migliori caffè di Torino e un esempio di pasticcerie moderne in città.
Dal salato al lato dolce, le torte da forno – con la langarola alla nocciola in testa – le crostate, i plumcake, gli strudel e le tartellette soddisfano ogni palato.
Il Presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina, ha sottolineato l’importanza e la responsabilità di essere nominati Maestri del Gusto, chiedendo ai 218 premiati di essere ambasciatori del gusto torinese e di partecipare attivamente agli eventi nazionali e internazionali. L’iniziativa della Camera di commercio mira a promuovere l’eccellenza dell’enogastronomia torinese, rendendola un punto di forza per aumentare l’attrattività del territorio sia per i residenti che per i visitatori stranieri.
Questi sono solo alcuni tra i caffe storici Torino e bar colazione dove fermarsi in caso di una visita in città, una semplice passeggiata o per occasioni più importanti come meeting aziendali a Torino, compleanni, incontri e quant’altro.
Tuttavia, siamo certi che resterete soddisfatti da una di queste proposte.
Tra le pasticcerie moderne di Torino, Dolce Pasticceria si distingue per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, offrendo una selezione di dolci torinesi e creazioni contemporanee che conquistano al primo assaggio.
Un vero paradiso per gli amanti della qualità, con una produzione artigianale che esalta i migliori prodotti pasticceria a Torino. Ogni giorno, dalle vetrine, spiccano eleganti monoporzioni, crostate, torte classiche e innovative, accanto ai grandi protagonisti della tradizione. L’attenzione per la qualità delle materie prime e la cura nella preparazione rendono ogni creazione un’esperienza unica, perfetta per una colazione golosa, una pausa dolce o per festeggiare un’occasione speciale.
Questi sono solo alcuni tra i caffe storici Torino e bar colazione dove fermarsi in caso di una visita in città, una semplice passeggiata o per occasioni più importanti come meeting aziendali a Torino, compleanni, incontri e quant’altro.
Tuttavia, siamo certi che resterete soddisfatti da una di queste proposte.
SABATO 22 FEBBRAIO
Sabato 22 febbraio ore 16.30
ONE WAY Together
MAO – Visita guidata in collaborazione con Orchestra Filarmonica di Torino
Arte e musica: un abbinamento dal quale sprigiona bellezza. Ispirati dai concerti della Stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino, i musei della Fondazione Torino Musei ogni sabato precedente il concerto propongono a rotazione un ciclo di visite guidate al proprio patrimonio museale.
SORRISI E ABBRACCI
Nella collezione di statuaria indiana, il dio Shiva e la sua consorte Parvati siedono abbracciati con un sorriso lieve, mentre alcune sale più in là, nei bronzi e nei dipinti tibetani, divinità terrifiche dall’aspetto feroce stringono la loro partner tantrica in un abbraccio furioso. A partire da questi spunti, il percorso si sviluppa tra la statuaria di soggetto buddhista e induista proveniente dall’Asia Meridionale e dal Sud-est asiatico e gli oggetti di arte religiosa dallo straordinario impatto visivo che rappresentano lo sterminato pantheon del Buddhismo tantrico.
Visita guidata a pagamento. Costo: 7 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com – è possibile effettuare l’acquisto online https://www.arteintorino.com/
DOMENICA 23 FEBBRAIO
Domenica 23 febbraio ore 11-13 e 15-17
LAMENTI/AMO
MAO – performance a cura di YizhongArt
YizhongArt svolge un percorso di ricerca sull’incontro e la relazione che si esprimerà attraverso la serie di perfomance, “OUYU偶遇”.
“Lamenti/AMO” è il primo progetto performativo della serie in residenza al MAO e prende spunto dal concetto del lamentarsi sia come espressione di dolore o rammarico sia come azione che crea connessione. Attraverso di esso si comunica disagio, si condividono ostacoli e, paradossalmente, si costruiscono legami. In Italia, lamentarsi è spesso un atto che avvicina permettendo agli interlocutori di esprimere empatia e comprensione reciproca. “Lamenti/AMO” esplora questa necessità creando uno spazio dove il lamento diventa un mezzo per favorire l’incontro e il dialogo interculturale.
Nella cultura cinese, quando si menziona il carattere “怨” (yuan = lamento/lamentarsi), si percepisce spesso un’aura negativa. Si ritiene, infatti, che “怨” rappresenti l’irrisolto e quindi una delle cause per cui le anime non trovano pace dopo la morte.
Dal punto di vista della calligrafia, il carattere “怨” viene talvolta scritto con la parte superiore rappresentata dal carattere “死” (si=morte) e la parte inferiore dal carattere “心” (xin=cuore). Guardando la forma del carattere si può interpretare come uno stato di dolore e rimpianto che nasce nel cuore. Il carattere “怨” , sia nella sua forma sia nel suo significato, riflette la complessità del pensiero e dei sentimenti, il disappunto che persiste nel cuore (attaccamento), ma anche l’opportunità per una trasformazione (distacco).
La performance si svolgerà nel giardino zen del MAO e coinvolgerà i visitatori in uno scambio “uno a uno”, per dare la possibilità al singolo partecipante di potersi “lamentare con il performer”.
La partecipazione è gratuita. Gradita la prenotazione su yizhongart@gmail.com
Domenica 23 febbraio ore 11.30 e ore 16
DIANA LOLA POSANI
Un’esplorazione del non detto, come un urlo che si trasforma in silenzio
MAO – performance nell’ambito del public program della mostra Rabbit Inhabits the Moon
Diana Lola Posani è una sound artist, performer vocale e facilitatrice di Deep Listening certificata dalla Deep Listening Foundation. Si esibisce internazionalmente, scrive sulla rivista A Row of Trees, della Sonic Art Research Unit (SARU) – Oxford Brookes University e cura il sound art festival AKRIDA. Attualmente è interessata a indagare lo spazio comune tra suono e immaginario poetico, attraverso opere interdisciplinari e poesie sonore.
Il suo lavoro è stato presentato in diversi contesti tra i quali il Padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia 2024, MACRO museo d’arte contemporanea, Accademia di Spagna di Roma, Museo MADRE di arte contemporanea e Museo del novecento e del contemporaneo di Palazzo Fabroni.
A Marzo 2023 è stata pubblicata la sua traduzione del libro “Deep Listening – La pratica sonora di una compositrice” di Pauline Oliveros per la casa editrice Timeo e nel Dicembre 2023 è seguita la pubblicazione di “Quantum Listening” di Pauline Oliveros, di cui ha curato anche la prefazione.
Ingresso incluso nel biglietto di mostra.
(cs in allegato)
Domenica 23 febbraio ore 10.30
IMPRESSIONI DI COLORE
GAM – Attività per le famiglie
Bambini 3-5 anni
In occasione della mostra “Berthe Morisot. Pittrice impressionista”, la GAM propone un percorso che celebra la storia dell’unica donna tra i fondatori dell’Impressionismo.
Durante il percorso di visita I bambini verranno accompagnati tra le tele dell’artista che, attraverso l’uso sapiente di pennellate brillanti, trasmettono atmosfere vibranti e cromaticamente intense.
In laboratorio il colore diventerà materia da plasmare e attraverso una vera azione di manipolazione, darà vita a una esplorazione creativa.
Grazie alla collaborazione tra la Fondazione Torino Musei e Biraghi al termine dell’attività sarà offerta la merenda a tutti i partecipanti.
Costo bambini: 8 € (biglietto d’ingresso al museo gratuito)
Costo adulti accompagnatori: biglietto d’ingresso alla mostra ridotto, ingresso gratuito ai possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta
Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
Prenotazione obbligatoria e pagamento online entro il venerdi alle ore 18
Domenica 23 febbraio 2025, ore 15
I GIARDINI DI BERTHE
GAM – Attività per le famiglie
Bambini dai 6 anni in su
La visita alla mostra dedicata a Berthe Morisot permetterà ai bambini di scoprire una delle poche artiste legate all’impressionismo, che amava dipingere “en plein air” persone, paesaggi e momenti di vita quotidiana catturando con la sua pennellata luci e atmosfere uniche.
I suoi giardini saranno il punto di partenza per un’attività di laboratorio pittorico nello spazio dell’Educational Area, dove i partecipanti potranno creare colorate composizioni a colpi di pennello.
Grazie alla collaborazione tra la Fondazione Torino Musei e Biraghi al termine dell’attività sarà offerta la merenda a tutti i partecipanti.
Costo bambini: 8 € (biglietto d’ingresso alla mostra ridotto)
Costo adulti accompagnatori: biglietto d’ingresso alla mostra ridotto, ingresso gratuito ai possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta
Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
Prenotazione obbligatoria e pagamento online entro il venerdi alle ore 18
LUNEDI 24 FEBBRAIO
Lunedì 24 febbraio ore 17
IL PROGETTO LEVINET: I CARTEGGI TEDESCHI DI PRIMO LEVI
Palazzo Madama – conferenza nell’ambito della mostra Giro di posta
Intervengono Martina Mengoni, Alice Gardoncini, Camilla Veneziani.
Quando Se questo è un uomo esce in una nuova edizione per Einaudi nel 1958, Primo Levi viene a sapere che un editore tedesco vuole tradurlo. Finalmente, il libro sarà letto dai tedeschi, dagli ex aguzzini, dai loro figli e figlie. Sul principio degli anni sessanta, Levi comincia a ricevere lettere dai suoi lettori tedeschi e germanofoni: nascono scambi, amicizie, vere e proprie reti di corrispondenza. Come raccontare Auschwitz per immaginare una nuova Europa? E come farlo in un’Europa già divisa in due blocchi? È possibile parlare con i tedeschi che ad Auschwitz stavano «dall’altra parte»? Lo straordinario carteggio tedesco di Primo Levi emerge per la prima volta grazie al progetto ERC Starting Grant LeviNeT, che sta costruendo un’edizione on line ad accesso libero in italiano e in inglese di queste lettere. Uno spaccato di storia culturale europea visto attraverso gli occhi di uno dei maggiori scrittori del novecento italiano.
Ingresso libero.
MERCOLEDI 26 FEBBRAIO
Mercoledì 26 febbraio
BIANCO AL FEMMINILE
Palazzo Madama – apre il nuovo riallestimento collezioni tessuti
In occasione del riallestimento della Sala Tessuti, mercoledì 26 febbraio 2025 Palazzo Madama presenta un’esposizione che racconta la stretta connessione, materiale e simbolica, che lega il bianco, il colore naturale della seta e del lino, alla donna.
Attraverso una ricca selezione di cinquanta manufatti tessili, di cui sei restaurati in occasione di questa occasione e quattordici esposti per la prima volta, la curatrice Paola Ruffino tesse il filo di una storia secolare che passa per ricami minuti, intricati merletti e arriva al più iconico degli indumenti femminili di colore bianco: l’abito da sposa.
Ingresso incluso nel biglietto delle collezioni.
Mercoledì 26 febbraio ore 15.30-17.30
L’ARTE DELLA POTATURA
Palazzo Madama – appuntamento dedicato al giardinaggio nel Giardino Botanico
Rose e frutti, siepi e rampicanti: dare forma alle piante che ci circondano è un modo per mantenerle in salute e rendere più equilibrato il giardino. Nella parte teorica si discuterà delle motivazioni e delle scelte che portano a potare le piante, nella parte pratica si eseguiranno delle dimostrazioni dei tagli corretti sulle piante del giardino.
Costi: 5 € Ingresso giardino (gratuito abbonamento musei) + 5€ ogni incontro
Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e- mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
Prenotazione consigliata
GIOVEDI 27 FEBBRAIO
Giovedì 27 febbraio ore 20:30
CONCERTO IN MEMORIA DI PRIMO LEVI – DON’T FORGET ABOUT THAT
Palazzo Madama – concerto di Sira Hernandez nell’ambito della mostra Giro di posta
Il concerto si svolge nella Sala Concerti del Conservatorio “Giuseppe Verdi”
Musica e interprete: Sira Hernandez
«L’intera composizione è molto complessa e può essere letta in modi diversi. La struttura semplice su cui si basa, con un’alternanza di accordi angosciati e ossessivi che si ripetono come solidi blocchi e la sottile e dolce melodia che si insinua in questo cupo sottofondo, suggerisce che anche nelle immagini più dolorose c’è e può esserci serenità e speranza, nonostante tutto» (Enrico Fubini)
Sira Hernández è considerata una pianista tra le più brillanti del panorama contemporaneo spagnolo. Nata a Barcellona, ha studiato musica presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino sotto la guida del Maestro Remo Remoli e successivamente di Felice Quaranta. Ritornata a Barcellona ha perfezionato i suoi studi presso l’Accademia Marshall, ricevendo lezioni dalla grande pianista Alicia de Larrocha. Sira Hernández è conosciuta come una grande pianista, tuttavia la sua intensa attività non si è limitata all’esecuzione ma ha felicemente toccato anche il campo della composizione.
Ingresso libero.
Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO. Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html |