

Si tratta della piazzetta Beata vergine degli angeli, all’angolo con via Carlo Alberto.
D’accordo, sostengono in molti che la targa apposta è in realtà un doppione di quella relativa alla “vera” piazza, la più grande, di fonte all’omonima chiesa. Ma allora perché collocare una targa specifica proprio nello spazio più piccolo e non così bene in vista? Come riportano numerose riviste d’arte, la piazza più grande antistante è indicata sulla targa con la dicitura PIAZZA MADONNA DEGLI ANGELI, mentre la scritta della “minipiazza” recita: PIAZZETTA BEATA VERGINE. Le scuole di pensiero tra i torinesi sono due da sempre. Queste sono le immagini, poi ognuno la pensi come preferisce!
MAO | SULLE TRACCE DEI SAMURAI
dal 2 al 7 aprile
Sei un appassionato di Giappone? Vuoi scoprire alcune curiosità sui celebri guerrieri giapponesi? Ecco come: acquista online e guarda il video Dalla spada al pennello. Invia la ricevuta d’acquisto a maodidattica@fondazionetorinomusei.it: riceverai le indicazioni per procedere con l’attività in autonomia.
ATTENZIONE: il video rimarrà a disposizione per 48 ore dall’acquisto. Costo: € 3,5
Info: maodidattica@fondazionetorinomusei.it
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PALAZZO MADAMA | BIANCO SU BIANCO
6 aprile ore 17 – su Zoom
25 aprile ore 11 – in presenza a museo aperto, online a museo chiuso
Non sempre il bianco è uno spazio vuoto, a volte basta mettere a fuoco e nel bianco appaiono mondi inaspettati dove vivono figure silenziose. È quello che accade nel Rilievo con San Giovanni Battista di Pietro Paolo Olivieri, dove i bambini scoveranno molte specie di animali nascosti all’interno di una natura rigogliosa. Una “caccia al dettaglio” per analizzare l’opera usando i concetti spaziali di vicino/lontano, davanti/dietro, sinistra/destra e trovare tanti suggerimenti per rappresentare uno spazio immaginario creando una scultura di carta.
Prenotazione obbligatoria. Costo: 5€ online – 7€ in presenza.
Info e prenotazioni madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
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GAM | IL MISTERO DEL QUADRO SCOMPARSO
10 aprile al 2 maggio
Vi piacciono gli enigmi? Vi proponiamo una nuova sfida: collegandosi a questo link (attivo a partire dal 10/4) potrete partecipare ad una ESCAPE ROOM virtuale davvero unica! Dovrete aiutare l’ispettore Lucio Machiavelli a riportare l’opera rubata in GAM e incastrare il famoso ladro Nero di Marte. Per farlo, sarà necessario acquistare il video “I materiali dell’arte” al seguente link e guardarlo attentamente per scovare tutti gli indizi!
ATTENZIONE: il video rimarrà a disposizione per 48 ore dall’acquisto. Costo: 3,5€.
Info: infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it o tel 011 4429630
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GAM |SEMPLICEMENTE CARTA
11 aprile ore 15 – su Zoom
Un’attività per scoprire la magia dell’opera di Luigi Nervo, figura poliedrica del panorama artistico torinese, impegnata nella scultura, nella pittura con acquerelli e nella creazione di opere in carta. Il suo gusto per il magico, la fiaba e il sorprendente sarà lo spunto per l’attività: dopo aver visitato la mostra, con materiali vari si costruiranno ingegnosi marchingegni semimobili che ricorderanno gli automi o le macchine gioco che Nervo costruiva per i suoi racconti teatrali e per i bambini delle scuole.
Costo: 5€. Prenotazione obbligatoria entro il 9/4.
Info: infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it o tel. 0114429630
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MAO | FIORI TRA LE NUVOLE
domenica 18 aprile ore 17 – su Zoom
Collegati online su Zoom, scopriremo insieme le meravigliose ceramiche islamiche del MAO: piatti e piastrelle con decorazioni floreali dai colori caratteristici. Durante l’attività, ispirati dalla primavera, realizzeremo insieme delle decorazioni su cartoncino con fiori, foglie e rametti veri.
Prenotazione obbligatoria. Costo: 5€.
Info e prenotazioni tel. 0114436928 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it
Prenotazione entro venerdì 16 aprile alle ore 13 (al momento della prenotazione verrà inviato l’elenco con i materiali necessari).
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Con la caduta del Muro nel 1989 e la dissoluzione dell’Urss nel 1991 si sovvertì il quadro geopolitico mondiale. Finiva della Guerra fredda e tramontava l’arduo equilibrio del bipolarismo, l’intero ordine mondiale si dissolveva dopo una lunga e logorante guerra di nervi e diplomazie, segnata dalla folle ricorsa tesa a rafforzare arsenali bellici sempre più distruttivi e sofisticati che non potevano essere usati pena lo sterminio nucleare. A trent’anni di distanza ci si trova di fronte ad una complessa disarticolazione dell’ordine internazionale che rende sempre meno convincenti e possibili le premesse di un mondo pacificato. Sulle pagine de Il Corriere della Sera, lunedì 1 luglio 2019, lo scrittore triestino Claudio Magris che ha affrontato il tema delle frontiere in molte sue opere di narrativa e saggistica, riflettendo sui nuovi muri che si stavano erigendo nel mondo, scriveva “quando ero ragazzino la frontiera, vicinissima, non era una frontiera qualsiasi, bensì una frontiera che divideva in due il mondo , la Cortina di ferro. Io vedevo quella frontiera sul Carso, quando andavo a passeggiare e a giocare. Dietro quella frontiera c’era un mondo sconosciuto, immenso, minaccioso, il mondo dell’Est”. Un mondo che, come in un grande gioco del domino, cadrà pezzo su pezzo dopo il crollo del muro che divideva Berlino Est da Berlino Ovest. Una transizione di portata vastissima, quasi sempre incruenta a parte ciò che avvenne in Romania, unico paese del Patto di Varsavia nel quale la fine del regime di Ceausescu avvenne in modo violento.
L’intento del libro è di provare a decifrare e a interpretare il 1989 e il suo portato, una questione che non riguarda solo l’Europa centro-orientale dell’ex blocco sotto il dominio sovietico ma che attraversa l’intero spazio europeo e mondiale. Un lavoro importante che si avvale dei contributi di storici e ricercatori come Antonio Brusa, Luigi Bonanate, Alberto De Bernardi, Antonella Ferraris, Carla Marcellini, Dario Siess e la stessa Luciana Ziruolo.
Corredato da interessanti rimandi bibliografici e sitografici e un apparato di mappe e immagini che aiutano i lettore a capire meglio ciò che accadde a partire da quell’anno che cambiò la storia fino ai giorni nostri, dal momento che vennero ridisegnate le carte geografiche e i confini mentali, si riunì l’Europa ( iniziando dalla Germania) fino alla sfide democratiche dell’oggi, all’idea di unione europea e di democrazia con le quali facciamo i conti tutti i giorni, non senza difficoltà. Di grande interesse anche la parte delle proposte dedicate al mondo della scuola, con i lavori impostati sulle immagini, i film ( dal Cielo sopra Berlino di Wenders a Good Bye,Lenin fino a Il ponte delle spie di Spielberg), la playlist musicale con Lou Reed e il suo concept album Berlin, i Pink Floyd del celeberrimo Another brick in the Wall, l’indimenticabile David Bowie di Heroes e i nostri Battiato di Alexanderplatz e i CCCP di Ferretti e Zamboni con il live in Pancow.
Marco Travaglini
Il 28 settembre del 1967 ci svegliammo in Barriera di Milano con la consapevolezza che dei mostri abitavano nelle nostre vie
A 10 anni e vedendo il telegiornale conobbi l’esistenza di Pietro Cavallero. Si autodefiniva comunista.
Guardai mio padre che non ebbe dubbi nel rispondermi: un poco di buono, ed abbiamo fatto bene buttarlo fuori dal Partito. Molto conosciuto in Barriera. Soprattutto tra piazza Crispi e le case Snia a ridosso della ferrovia. Per tutto corso Vercelli. Via Desana , in particolare. Solo anni dopo ho capito fino in fondo. C’era chi diceva che era solo un semplice iscritto, chi segretario della sezione 32 o 9, e chi addirittura funzionario di Partito. Nessuno ne parlava volentieri. Tanta era la vergogna perché qualcuno sapeva o perlomeno sospettava. La banda Cavallero operò per almeno 5 o 6 anni. Romoletto ex partigiano, tanto fegato e cervello da gallina.
Alla sua prima rapina fu preso il minorenne Lopez. Sante Notarnicola che per tutta la vita cerco’ di darsi un alibi di rivoluzionario. Diventantando in qualche modo un’icona del terrorismo rosso. Dimostrazione che la stupidità umana non ha colore politico. Considerato un povero disgraziato raccontava di quanto rubo’ un camion di scarpe solo sinistre. Un’allegoria per significare la sua nullità. Capo indiscusso Pietro Cavallero. Cinico, indubbiamente intelligente, sicuramente un esaltato.
17 rapine con tanti, troppi morti, sono tante, sono troppe. Cosa faceva la polizia? Non capiva da dove arrivassero le armi. Già, proprio cosi , da dove arrivavano le armi per fare le rapine?
Raccontata oggi può sembrare l’uovo di Colombo, ma non lo era 60 anni fa. Pietro Cavallero raccoglieva soldi tra i compagni di Barriera. Compero’ armi per i patrioti algerini contro l’occupazione Francese. Effettivamente consegno’ le armi , tenendosene una minima parte per se’. Dunque? Qualcuno sapeva e tacendo ne è diventato in qualche modo complice. Sapeva tutto? Forse no, anzi quasi sicuramente no, ma era ed è altrettanto chiaro che qualcosa non tornava.
Orbene, non credo di aver letto o sentito tutto ciò che è stato raccontato sulla banda Cavallero. Nessuno, che io sappia ha raccontato, ad esempio, questo episodio sulle armi. Poi nessuno, sempre che io sappia, di Barriera, nato e/o vissuto in Barriera ha scritto della Banda. Niente da dire se non che , si tende a raccontare ciò che è bello. La Storia della Banda Cavallero non ha nulla di bello e Barriera solo la vergogna di aver dato i natali a queste persone. Ma anche questa è Storia. Ed anche ricordarcelo fa parte delle nostre Vite. Della nostra memoria, del nostro voler sapere per potere capire fino in fondo. Il più delle volte il male è limitrofo al bene. Saperlo non è cosa da poco per essere, ancora, dei genitori, che hanno ancora qualcosa da raccontare ai propri figli.
Anche le cose brutte, anche il male, per poter essere sempre dalla parte del giusto.
Patrizio Tosetto
Segue la sua prima opera, il libro di racconti ‘Vite Sospese’ del 2011 ed il romanzo ‘Schopenauer 24’ nel quale una teoria del filosofo tedesco viene ad essere il fondamento principale del movente di un giallo ambientato nella Torino bene del quartiere Crocetta.
‘Lettere dal Confine’ orientale, invece, è una storia di fantasia ma che si muove sullo sfondo reale del dramma del dopoguerra causato dell’esodo degli istriani, giuliani e dalmati. Vengono narrate le vicende di una profuga istriana che vive per moltissimi anni tra Bologna e Ferrara senza conoscere le origini de suoi genitori. Ad un certo momento, negli anni Novanta del secolo scorso, viene chiamata a Lubiana per un’apertura di un testamento e in quella occasione apprende di avere un padre sloveno, notaio, ed una madre, profuga di Pola. Pertanto ritorna nella città della mamma, riscopre tutta la vicenda degli esuli e quello che alla madre era capitato. Troverà in quello che resta della vecchia casa delle lettere e da lì riuscirà a capire. Il romanzo si conclude con due capitoli molto forti, nei quali l’autrice ricostruisce due vicende vere. E’ un libro che vuole cercare di coprire il vuoto di conoscenza sul dramma degli istriani e aiutare ad ampliare la memoria di quel difficile periodo storico. “L’idea di parlare dell’Istria – dice Maria Teresa Rossitto – mi è venuta avendo una forte suggestione vedendo un video sulla città di Pola e da lì ho approfondito la vicenda degli istriani e di quanto era accaduto”, un ricordo storico che non è di destra, né di sinistra ma un fatto accaduto dal quale non si può prescindere. E’ sicuramente un romanzo interessante, ricco di suggestioni, ben scritto che merita senza’altro di essere letto ed è occasione di meditazione su alcune brutture della storia.
Massimo Iaretti
VENERDI 26 MARZO
IL PRIMATO DELL’OPERA. VIAGGIO NELL’ARTE DEL NOVECENTO
GAM – visita online nell’ambito del progetto Connessioni d’arte
La GAM propone un nuovo allestimento della collezione del Novecento storico che permette di restituire centralità all’opera d’arte. Il percorso guidato consente al visitatore di soffermarsi nei diversi ambienti del museo, cogliendo l’aspetto d’insieme delle sale e delle opere, per proseguire con la descrizione di dipinti, sculture e installazioni attraverso video e fotografie esclusive.
L’appuntamento con la guida è un’occasione per ripercorrere la storia dell’arte del Novecento dalle Avanguardie storiche all’Informale, dal New Dada e Pop Art all’Arte Povera attraverso il tesoro della Città di Torino.
Info e prenotazioni: visita guidata on-line 8€ intero; ridotto 7€ (possessori di Abbonamento Musei).
Prenotazioni al numero 011 5211788 oppure scrivendo a info@arteintorino.com ; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line.
DOMENICA 28 MARZO
LA FESTA INDIANA DEI COLORI, HOLI
MAO – attività per famiglie – ONLINE su piattaforma Zoom
Domenica 28 marzo 2021 ricorre Holi, la festa dei colori, una delle festività più antiche nate in India e celebrata oggi anche in molti altri paesi. Durante l’appuntamento online, collegati su Zoom, scopriremo insieme diversi aspetti di questa festa e coloreremo soggetti a tema con materiali inconsueti.
L’attività è a pagamento e con prenotazione obbligatoria.
Costo: bambini € 5
Per prenotazione e informazioni tel. 011-4436928 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it.
Le prenotazioni dovranno pervenire entro venerdì 26 marzo alle 13.
Domenica 28 marzo ore 18
LE GALLERIE DEDICATE ALLA CINA E GIAPPONE
MAO – visita online nell’ambito del progetto Connessioni d’arte
Connessi con la guida, intraprenderemo un viaggio verso l’Asia orientale, alla scoperta delle opere esposte nelle due gallerie.
I partecipanti saranno accompagnati all’interno degli ambienti del museo, attraverso immagini d’insieme dell’allestimento, per proseguire nell’osservazione degli oggetti d’arte della Cina antica, caratterizzati da vasellame neolitico, bronzi rituali, lacche e terrecotte – databili dal periodo Neolitico al X secolo d.C.
Il viaggio prosegue nella suggestiva galleria dedicata al Giappone, dove si evidenziano le statue lignee di ispirazione buddhista, eccezionali paraventi, armature dei samurai, dipinti su rotolo verticale e xilografie policrome note come ukiyo-e, ‘immagini del mondo fluttuante’.
Info e prenotazioni: visita guidata on-line 8€ intero; ridotto 7€ (possessori di Abbonamento Musei).
Prenotazioni al numero 011 5211788 oppure scrivendo a info@arteintorino.com; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line.
LUNEDI 29 MARZO
L’ARCHITETTURA DEL TEMPO
Palazzo Madama – visita online nell’ambito del progetto Connessioni d’arte
L’architettura di Palazzo Madama si presenta ai nostri occhi attraverso un accostamento di anime diverse: romana, medievale e barocca. La visita guidata on line condurrà i visitatori alla scoperta di questo magnifico edificio, attraverso fotografie e video riprese che permettono di poter entrare anche in luoghi difficilmente accessibili al pubblico. Un viaggio esplorativo, guidati da chi normalmente accompagna in presenza i visitatori in museo, che partirà dagli scavi archeologici per arrivare fino alle torri medievali, da dove si potrà godere di una magnifica vista panoramica sulla città di Torino. Si proseguirà nel percorso salendo uno degli scaloni più affascinanti d’Europa, realizzato dall’architetto Filippo Juvarra, fino all’entrata nelle sale barocche, un tempo abitate dalle Madame reali Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours.
Info e prenotazioni: visita guidata on-line 8€ intero; ridotto 7€ (possessori di Abbonamento Musei).
Prenotazioni al numero 011 5211788 oppure scrivendo a info@arteintorino.com ; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line.
MERCOLEDI 31 MARZO
IL PRIMATO DELL’OPERA. VIAGGIO NELL’ARTE DEL NOVECENTO
GAM – visita online nell’ambito del progetto Connessioni d’arte
La GAM propone un nuovo allestimento della collezione del Novecento storico che permette di restituire centralità all’opera d’arte. Il percorso guidato consente al visitatore di soffermarsi nei diversi ambienti del museo, cogliendo l’aspetto d’insieme delle sale e delle opere, per proseguire con la descrizione di dipinti, sculture e installazioni attraverso video e fotografie esclusive.
L’appuntamento con la guida è un’occasione per ripercorrere la storia dell’arte del Novecento dalle Avanguardie storiche all’Informale, dal New Dada e Pop Art all’Arte Povera attraverso il tesoro della Città di Torino.
Info e prenotazioni: visita guidata on-line 8€ intero; ridotto 7€ (possessori di Abbonamento Musei).
Prenotazioni al numero 011 5211788 oppure scrivendo a info@arteintorino.com ; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line.
Ufficio Stampa Fondazione Torino Musei
ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it
Natura e artificio” organizzato in occasione della nona edizione dell’ “Early Music Day – Giornata Europea della Musica Antica”, nata nel 2013: da allora, in occasione del 21 marzo, giorno della nascita di Johann Sebastian Bach e inizio della primavera, si celebra il patrimonio di musica antica dell’Europa. Il concerto verrà trasmesso domenica 28 marzo alle 17 sul canale YouTube dell’ “Accademia di Sant’Uberto”, sulla pagina Facebook “Corni da Caccia della Regia Venaria-Accademia di Sant’Uberto”, sui social della “Reggia di Venaria”, che supporta e contribuisce all’iniziativa, e sui social di “VisitPiemonte” e “Palazzina di Caccia di Stupinigi”. L’organizzatore e coordinatore europeo di tutta la Giornata è, a livello europeo, il “Réseau Européen de Musique Ancienne” (REMA).
Protagonista del concerto, l’ “Orchestra Barocca dell’Accademia di Sant’Uberto” (nata nel 1996) insieme all’ “Equipaggio della Reggia di Venaria – Corni da caccia dell’Accademia di Sant’Uberto”. Il concerto rientra infatti nel “Progetto Barocco” che, dal 2016, l’ “Accademia” sviluppa in collaborazione con il “Liceo Classico Musicale Cavour di Torino”: gli studenti che partecipano al progetto, integrati nell’orchestra, ricevono dall’“Accademia” la dotazione di strumenti originali e il supporto di tutor esperti. Inserito nell’ambito del filone “SognareGreen” del programma 2021 della “Reggia di Venaria”, l’evento musicale dedicato alla natura e all’ambiente, è stato registrato nei giorni scorsi nella Sala Diana della Venaria, dove si trovano le prime raffigurazioni di “corno circolare” ad oggi conosciute, 20 corni della stessa tipologia appartenenti al ciclo delle cacce del pittore fiammingo – attivo in Italia nel gruppo della “Scuola dei Bamboccianti” – Jan Miel realizzato tra il 1659 e il 1661. Dalla sala la prospettiva si allunga all’infinito, da un lato verso la città di Venaria Reale, nata con la Reggia nel XVII secolo, con la via Maestra a forma di collare dell’Annunziata, la massima onorificenza sabauda, dall’altro verso i giardini, la peschiera, il bosco e le montagne. La musica è, nel suo dna, uno strumento in grado di ricreare e promuovere un “paesaggio sonoro”, che comprende residenze, giardini e spazi naturali. Nella candidatura multinazionale della pratica musicale del corno da caccia presentata all’“Unesco” da Francia, Belgio, Italia e Lussemburgo, il nostro Paese è stata proprio rappresentato dalla comunità di suonatori dell’“Accademia di Sant’Uberto”, conosciuta come “Equipaggio della Regia Venaria”. Lo strumento, nato nel XVII secolo per le cacce reali, si è rivelato subito una opportunità per la musica d’arte.
“La nona edizione di ‘Early Music Day 2021’, consacrato alla musica barocca, è occasione per presentare il programma, ‘Musica a corte. Natura e artificio’. Il titolo prende lo spunto dal corno da caccia, pratica riconosciuta come ‘Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco’ dal dicembre 2020, ma anche spiritus loci della reggia di Venaria e della Palazzina di caccia di Stupinigi, con i loro giardini e i contigui spazi boscosi. La musica come strumento in grado di ricreare e promuovere un paesaggio sonoro, che comprende residenze, giardini e spazi naturali” dichiara Pietro Passerin d’Entrèves, presidente dell’“Accademia di Sant’Uberto” che organizza l’iniziativa con “Città di Venaria Reale”, “Fondazione Ordine Mauriziano” e “Reggia di Venaria”. Partner, la “Fédération Internationale des Trompes de France” e la “Fondation pour le Rayonnement de la Trompe Musicale” mentre maggior sostenitore è “Compagnia di San Paolo”.
g. m.
In attesa del ritorno al giallo in Piemonte con l’apertura al pubblico della mostra “Filippo Juvarra regista di corti e capitali dalla Sicilia al Piemonte all’Europa” presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torio di piazza Carlo Alberto 3 – Torino, possiamo approfondire l’interessante esposizione attraverso le visite guidate virtuali e altri appuntamenti online
Dopo il successo di contatti della prima visita virtuale già presentata venerdì 12 marzo
Nella terza visita di venerdì 26 marzo le Arch. Maria Vittoria Cattaneo e Elena Gianasso del Politecnico di Torino offriranno una interessante ed approfondita analisi dei volumi del Corpus Juvarrianum e della scelta dei disegni mostrati al pubblico presentando anche il loro lungo ed impegnativo lavoro per la realizzazione dell’inventario completo dei disegni dell’intero corpus, che rappresenta il valore aggiunto della mostra e insostituibile strumento di conoscenza per appassionati, specialisti e interessati.
Appuntamento speciale online martedì 23 marzo alle ore 9 nell’ambito del Dottorato di ricerca in beni architettonici e paesaggistici del Politecnico di Torino sul tema “il patrimonio storico, artistico e culturale di un paese”
Link https://us02web.zoom.us/j/83486624901?pwd=aG1mVnFtM0txR1RGRWo3WURTQ1lxdz09
Presentazione della mostra e catalogo a cura di Albina Malerba, Costanza Roggero, Franca Porticelli, Fabio Uliana con il comitato scientifico
Infatti, la mostra è corredata da una Pubblicazione monografica che ospita saggi per l’inquadramento storico, artistico e culturale della produzione juvarriana e, fondamentale, il catalogo aggiornato dell’intero Corpus juvarrianum. L’opera potrà essere acquistata nel bookshop presso la sede espositiva il cui ricavato concorrerà al restauro di un volume dantesco del XV secolo in occasione del 700° anniversario della morte del grande Dante Alighieri.
Sarà anche disponibile in mostra lo speciale Annullo postale di Juvarra con le cartoline della mostra, che già ora è possibile trovare nello Spazio Filatelia Torino delle Poste Italiane di Via Vittorio Alfieri, 10
Approfondimento sulla mostra
Per la prima volta è esposto al pubblico nella sua interezza il Corpus juvarrianum, una vasta raccolta di disegni di Juvarra, e di allievi e collaboratori conservata dalla Biblioteca Nazionale di Torino, di riconosciuta importanza “mondiale”.
Tre sono i filoni nei quali si dipana il percorso espositivo, arricchito da un apparato multimediale che permetterà lo sfoglio di tutto il Corpus su monitor a parete: il primo dedicato agli studi di Juvarra e dei suoi collaboratori più specificamente legati alle architetture, religiose e civili; il secondo nucleo espositivo ripercorre l’attività di Juvarra scenografo, in particolare negli anni romani, tra il 1709 e il 1714, mentre la terza sezione si incentra sul legame storico-politico-culturale tra Sicilia, Piemonte e Savoia.
La mostra e la pubblicazione che l’accompagna hanno potuto essere realizzate dalla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e dalla sua Associazione Amici (ABNUT), dal Centro Studi Piemontesi, dal Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio, Politecnico di Torino e Università degli Studi di Torino (DIST) e dalla Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio, Politecnico di Torino, grazie al fondamentale apporto della Compagnia di San Paolo di Torino e al sostegno della Fondazione CRT e Reale Mutua, col patrocinio della Regione Piemonte, del Consiglio regionale del Piemonte e della Città di Torino, contando su prestigiose collaborazioni (Fondazione Ordine Mauriziano, La Venaria reale – Residenze Reali Sabaude, Palazzo, Madama, Accademia Albertina di Belle Arti)
Caratteristica considerata – insieme alle altre – un’aggravante in più e, all’epoca, non da poco per famiglie e società. Da nascondere ben bene e senza pietà fra le agghiaccianti mura di un manicomio. Sono loro le protagoniste, quasi mai nominate fatte salve alcune debite eccezioni, del nuovo libro-ricerca “Donne e follia in Piemonte” (232 pagine, pubblicata da “Susalibri Editore”) di Bruna Bertolo, già autrice di numerosi saggi di argomento storico, tra cui “Maestre d’Italia” e “Donne nella Resistenza in Piemonte”. Alla stesura del libro (ricco di documenti originali, con fotografie di Renzo Miglio e Sergio Sut, un capitolo finale scritto dallo psichiatra Pier Maria Furlan e una premessa di Alberto Sinigaglia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte), la scrittrice rivolese è arrivata seguendo un meticoloso “lavoro di ricerca – è lei a raccontarlo – attraverso le cartelle cliniche, per circa un secolo di storia”. Dalla seconda metà dell’800 fino agli anni che precedono l’entrata in vigore della “Legge Basaglia”, Legge 180 del 1978, che restituì dignità alla malattia mentale, non più considerando il paziente come “oggetto” da aggiustare, ma come “persona” da accogliere, ascoltare, comprendere ed aiutare. Altra cosa dalle storie vissute nei manicomi-prigione di cui racconta la Bertolo.“Sorie dimenticate, ignorate. Donne scomode internate in manicomio. Un’umanità femminile dolente…Tante storie. Uscivo dall’Archivio dell’ex manicomio di Collegno veramente spossata”. Addosso e dentro, l’amaro groviglio di emozioni, rabbie, compassione per vite tormentate, crudelmente torturate, vite nascoste alla vita. Raramente la Bertolo riporta i nomi. Tranne poche eccezioni. Come per Lucia Saltarin, ricoverata per molti anni al manicomio di Collegno e che “scriveva belle poesie ed era bravissima nel dipingere, ma affetta da deliri di tipo mistico”. Di lei “faccio il nome – precisa la scrittrice – perché lo stesso Guido Ceronetti, nella sua rubrica di prima pagina su ‘La Stampa’, aveva pubblicato la sua poesia ‘Madonna d’Egitto’”. Accanto alla Saltarin, si citano anche Anna Sworova la “smemorata di via Giulio”, Fiorella la “ribelle” di Racconigi, le alienate e le “pellagrose”, le “corrigende” e le “maddalene” del Buon Pastore fino a Ida (Aida) Peruzzi Salgari, moglie del celebre scrittore veronese che da lei ebbe quattro figli in vent’anni di matrimonio. Fino a quando l’estenuante condivisione dei quotidiani problemi legati alla frenetica estenuante attività del celebre marito, portarono la donna – in gioventù promettente attrice nei teatri veronesi – ad una tale difficoltà di vivere da necessitare di un ricovero in manicomio a Torino, dove i Salgari si erano trasferiti nel 1900. Fu “reclusa” nel reparto dei “relitti sociali”. Era mercoledì 19 aprile 1911. Pochi giorni dopo, il 25 aprile, il marito scrittore si tolse la vita nal parco di Villa Rey, sulla collina poco sopra corso Casale, dove al civico 205 una targa commemorativa ricorda ancora oggi la permanenza dei Salgari nel capoluogo piemontese. Lei lo amò fino alla pazzia e lui fino alla morte, scrisse Giovanni Arpino. Storie, quella di Ida Peruzzi e di tante altre sventurate, che scivolano con amara tristezza nelle pagine della Bertolo che ricorda ancora: “L’Archivio di quello che fu una delle realtà manicomiali più importanti del Piemonte, Collegno, permette di raccogliere frammenti di vita, di dolore, di alienazione, spesso di morte, che rappresentano uno squarcio di umanità dolente”. Perché davvero “il manicomio è una grande cassa/ di risonanza/ e il delirio diventa eco/ l’anonimità misura, il manicomio è il Monte Sinai/ maledetto, su cui tu ricevi/ le tavole di una legge/ agli uomini sconosciuta”. Versi della grande Alda Merini. Un’esperienza decennale in tre diversi manicomi. Una grande donna che, attraverso l’arte e la scrittura, ha saputo trasformare nel tempo la tragedia di veri e propri lager manicomiali in sublime poesia.
Gianni Milani