STORIA- Pagina 110

Il “profe” Monti e Giaveno

Un incontro al Pacchiotti per commemorare i 140 anni dalla nascita di Augusto Monti

“Bella la mia Valle dell’Armirolo: che cos’è quest’onda di tenerezza che mi sale al cuore sempre che io ti riguardi offerta al cielo, casa dove io torno ogni anno richiamato dal desiderio di te? Dimmi che cos’è che mi fa impeto al sospirare di tenerezza, cos’è? Se non è amore, che cosa sia io non so”
Augusto Monti, Val d’Armirolo. Ultimo amore

GIAVENO — Sabato 2 ottobre alle ore 16 presso l’Aula Magna della Fondazione Pacchiotti di Giaveno (Via Pacchiotti, 51) si terrà un incontro, patrocinato dalla Città di Giaveno, per commemorare Augusto Monti (29 agosto 1881 – 11 luglio 1966), scrittore e intellettuale antifascista, nel 140 anniversario della sua nascita.
Per l’occasione interverranno il critico letterario e biografo di Monti Giovanni Tesio, già docente di Letteratura Italiana all’Università del Piemonte Orientale; la giornalista e Presidente dell’Unitre Giaveno Val Sangone Alessandra Maritano; Fabrizio Dutto, titolare della casa editrice cuneese Araba Fenice, che ha ristampato le opere di Monti; Livio Lussiana, vicepresidente del CAI sezione di Giaveno, e Luca V. Calcagno, che ha realizzato un documentario autoprodotto di mezz’ora dal titolo “Le voci e i silenzi. Augusto Monti e la Valle dell’Armirolo”. Nel video viene spiegato il rapporto tra Monti e Giaveno, attraverso i contributi del prof. Tesio e della dott.ssa Maritano. Compaiono anche alcune fotografie d’epoca fornite da Roberta Giai Via Biggio con l’aiuto di Michele Rege e il gruppo “Racconti e ricordi della Val Sangone”.
Il celebre professore, insegnante tra gli altri anche di alunni come Cesare Pavese, Massimo Mila, Giulio Einaudi e Vittorio Foa, ha avuto rapporto con Giaveno fin dal suo debutto nel mondo della scuola appena laureato. Infatti ha insegnato presso l’Istituto Pacchiotti negli anni scolastici 1902/03 – 1903/04, riportando le sue impressioni anche nella sua “autobiografia” I miei conti con la scuola.
Torna in Giaveno alla fine degli Anni Venti, dapprima in borgata Sala, poi alla Côrdia che è eletto suo luogo di villeggiatura fino all’arresto per antifascismo nel 1936. Dal 2006 in quei

luoghi si snoda il percorso escursionistico del Sentiero Augusto Monti con partenza da borgata Mollar dei Franchi.
«Visto il rapporto che Augusto Monti ha avuto con il Pacchiotti e con Giaveno abbiamo subito accolto la proposta di realizzare questo incontro — spiegano dal Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Pacchiotti, il presidente Fulvio Roattino con Patrizio Sgarra e Vladimiro Colombo — Si inserisce nell’opera di riscoperta e valorizzazione della nostra storia e di quella del territorio che il nostro CdA sta portando avanti».
«La figura di Augusto Monti riveste un ruolo di primo piano nella storia di Giaveno e il suo legame con la nostra città è motivo di orgoglio, oltre ad esercitare un indiscusso richiamo anche a livello culturale e turistico — interviene Edoardo Favaron, Assessore alla Cultura del Comune di Giaveno — Negli anni sono state numerose le iniziative dedicate a questo grande scrittore, a cui Giaveno ha anche dedicato il suo sentiero escursionistico più celebre. Ringrazio la Fondazione Pacchiotti per aver organizzato questa pregevole iniziativa che riporterà la meritata attenzione sulla figura di Monti in occasione di questa importante ricorrenza».
«L’iniziativa organizzata nel 140° anniversario della nascita di Augusto Monti consente di riprendere  il cammino  nella riscoperta della sua vita, dei suoi scritti,  del suo mestiere  nella scuola  e del suo antifascismo — dichiara Maritano — Di intrecciare l’esperienza  concreta e fisica  da  compiere passo passo dopo  passo sul Sentiero giavenese a lui dedicato alla lettura di Val D’Armirolo. Ultimo Amore, delle Lettere a Luisotta, ma anche ad altri testi. Assaporando i colori, la vegetazione, i rumori e i silenzi del paesaggio e del posto è possibile cogliere alcune chiavi di contatto, per quanto altre non esistano più,   con l’atmosfera vissuta da questo intellettuale del Novecento, nel suo tempo di vacanza a la Côrdria».
«Araba Fenice, allo scoccare dei suoi 30 anni di vita, è lieta di continuare la battaglia editoriale per far conoscere e tener viva l’opera di Augusto Monti, nonostante non sia un autore di grande mercato e sia un autore di nicchia — racconta Dutto — Continuiamo a pubblicare soprattutto Val d’Armirolo. Ultimo amore che abbiamo sempre in catalogo. E probabilmente per l’anno prossimo faremo una nuova edizione de i Sansôssì, perché stiamo finendo l’edizione storica rilegata. Abbiamo anche l’intenzione di ripubblicare I miei conti con la scuola, che forse è il suo libro più significativo a livello storico ed educativo».
Racconta Livio Lussiana Vicepresidente del CAI sezione di Giaveno e appassionato lettore di Monti: «Realizzare il Sentiero Augusto Monti è stata una bellissima esperienza. A partire dalla proposta della nostra sezione, il gruppo di lavoro si è allargato ad Amalia Girotti e al Circolo Ricreativo Culturale di Giaveno, che ha ottenuto un finanziamento dall’allora Provincia di Torino, il prof. Bartolomeo Vanzetti, alla scuola superiore “Blaise Pascal”, i cui studenti hanno scelto i testi, al prof. Giovanni Tesio e alla dott.ssa Alessandra Maritano. Poi abbiamo realizzato anche un convegno insieme al Comune di Giaveno. Il Sentiero ci ha dato grosse soddisfazioni, anche se la sua manutenzione è molto impegnativa. Oltre che di molti escursionisti, negli anni è stato meta anche di gite di fine corsi da Unitre da tutto il Piemonte. Per questo ci piacerebbe che venisse riconosciuto come percorso letterario alla maniera di quello nelle Langhe dedicato a Beppe Fenoglio».
«In Val d’Armirolo Monti dà dignità letteraria a un luogo, già di per se splendido, che tutti noi giavenesi abbiamo sotto gli occhi» chiosa Calcagno.
L’iniziativa avverrà nel rispetto delle misure vigenti di prevenzione dalla pandemia da Covid – 19 e richiederà l’accesso con Green Pass.

La Cappella Sistina delle Alpi

Martedì 28 settembre gli Amici della Fondazione Ordine Mauriziano ci raccontano, in presenza e online, “La Cappella Sistina delle Alpi Marittime”

Ore 18 – Fondazione Educatorio della Provvidenza, Corso Trento 13; in presenza e online

Per il collegamento online: Piattaforma Zoom ID: 99669430915 – PW: 981707

AFOM – AMICI DELLA FONDAZIONE ORDINE MAURIZIANO

Conferenza dal titolo “Notre Dame des Fontaines (sottotitolo: La Cappella Sistina delle Alpi Marittime), a cura di Mario Busatto, socio AFOM.

Il santuario di Notre Dame des Fontaines è stato definito “La Cappella Sistina delle Alpi Marittime” in virtù degli splendidi affreschi tardo quattrocenteschi che coprono interamente le sue pareti e che illustrano episodi dei vangeli apocrifi, una coinvolgente Passione di Cristo che contiene, tra l’altro, la pubblica denuncia di un contemporaneo assassinio e un imponente Giudizio Universale pieno di messaggi simbolici.

Info: info@afom.it – www.afom.it

Lettera aperta a padre Antonio Menegon camilliano

Caro padre Antonio,
Seguo dai tempi più duri della pandemia la Messa delle 10,30 che Ella celebra nella chiesa di San Giuseppe di Torino e trasmette su Facebook.

Il prof. Quaglieni

Ascolto con attenzione le sue omelie, sempre molto vivaci sul piano intellettuale, oltre che cariche di valore messianico sotto quello religioso.
La sua omelia domenicale è quanto di meno clericale si possa ascoltare anche perché a volte assume accenti che non esiterei a definire addirittura anticlericali.

Vorrei che La ascoltassero certi cretini, atei e sbattezzati, che hanno nel loro piccolo cervello solo un laicismo furioso che ,come diceva il mio amico Bobbio, è l’esatto opposto della laicità. C’è chi dice che Lei è un seguace di Papa Francesco, ma io posso testimoniare che certe idee Lei le ha sempre professate ben prima dell’arrivo dell’attuale Papa. In una Messa che feci celebrare per il centenario della nascita di mio Padre ebbi il piacere di apprezzare il suo “anticonformismo” ed anche nei brevi discorsi che ci scambiammo quando venni a fare qualche iniezione in passato, apprezzai il suo modo d’essere fuori dagli schemi. Così, d’altra parte, è l’Ordine dei Camilliani dediti alla cura degli ammalati. Io stesso ho contribuito alla periodica raccolta di medicine attuata dalla chiesa di San Giuseppe e non posso dimenticare un episodio di grande significato etico e religioso: l’aver sgombrato i banchi della chiesa per accogliere a dormire i senza tetto. Un episodio che fece scalpore, ma non fu di esempio. Io apprezzo la profondità delle sue omelie e anche la loro concisione perché esse toccano sempre e subito il cuore del problema.

A volta c’è persino un po’ di ironia nelle sue parole, ma soprattutto c’è una visione di Chiesa che è agli antipodi di quella tramandata dalla tradizione. Non so cosa mi direbbe se sapesse che amo il latino e la Messa tridentina senza per questo essere un nostalgico parruccone della Controriforma di cui da storico ho studiato limiti ed errori. In Lei, qua e là, ma non vorrei dire un’eresia, c’è anche qualche venatura di pensiero che alcuni fedeli potrebbero definire protestante. Io La seguo sempre con interesse, anche quando dissento o non sono totalmente d’accordo con Lei perché le Sue parole trovano conferma nelle opere di carità cristiana di cui è promotore ed artefice. Lei non si limita a dire, ma fa concretamente ciò’ che dice.

Durante l’omelia di domenica 26 settembre ha voluto accennare alle grandi tragedie del ‘900, ignorando una delle più terribili: il comunismo. Si è limitato al nazismo e alla shoah che restano insieme al comunismo le tre grandi aberrazioni del secolo passato. Da credente io ho solo da imparare dalle sue omelie, ma io da storico ho il dovere di ricordare i milioni di morti provocati dal comunismo nelle sue diverse versioni. Non credo che un uomo colto e intelligente come Lei possa credere al comunismo come ad una forma di cristianesimo ateo, ad un impazzimento dell’idea cristiana, come si diceva un tempo.

Queste erano cose che biascicava un mio professore di ginnasio che non aveva il coraggio delle sue idee perché insegnava in una scuola cattolica. L’egualitarismo marxista che ha soffocato nella violenza più atroce ogni libertà e ogni dignità umana,  trae origine dal giacobinismo sanguinario dell’ egalite’ senza liberte’.

Non ritengo indenne da colpe, anche molto gravi, il liberismo oggi praticato nella Cina comunista, la cui origine è indiscutibilmente europea. Non nascondo e non giustifico le crudeltà di un liberismo senza regole. Comprendo invece come il socialismo possa trovare affinità con la dottrina cristiana, malgrado la sua matrice laica perché il socialismo ha un’anima umanitaria e libera. Il comunismo invece non può’ trovare il favore di persone che abbiano fatto i conti con la realtà e la storia. Le utopie a cui credevano Marx e Gramsci si sono rivelate fallaci e le violenze atroci di Lenin e di Mao sono profondamente anticristiane, anzi sono inumane.

Mi scusi se mi sono permesso di esprimere il mio pensiero, ma le ragioni della storia hanno un valore che non può essere ignorato. Le posizioni di via Vandalino a Torino o dell’Isolotto a Firenze, tanto per citare due esempi sessantottini dimenticati, rimangono forme di ribellismo che non ha lasciato nulla dopo di se’ .

Mi creda, con cordiale deferenza

Suo Pier Franco Quaglieni


P.S.  Mia moglie, di origini russe che ebbe l’intera famiglia tra cui suo nonno massacrata dai bolscevichi nel 1918, e’ rimasta esterrefatta, credo con qualche ragione, nel non sentire nominato il comunismo tra le tragedie del ‘900.

A tu per tu con Leonardo, una mostra svela i disegni del genio da Vinci E c’è anche il celebre Autoritratto

 

Dal 25 settembre al 3 ottobre i Musei Reali di Torino aprono le porte della Biblioteca Reale per ammirare un’esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni

 Architetto, anatomista, pittore, visionario: l’incredibile e poliedrico genio di Leonardo da Vinci torna protagonista ai Musei Reali che dal 25 settembre al 3 ottobre 2021 propongono un’esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto. Nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio e in occasione dell’inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione della volta affrescata della Biblioteca Reale, realizzata grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, la mostra A tu per tu con Leonardo racconta un insieme di opere di eccezionale valore, che documenta l’attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all’anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo.


Tutti i giorni, dalle 9 alle 20, i visitatori saranno condotti da guide esperte a scoprire da vicino il corpus leonardesco: il lavoro dell’artista e la sua infaticabile ricerca della perfezione affiorano dai tratti vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca. Il disegno, grazie alla sua intrinseca versatilità, che lo rende adattabile sia all’analisi approfondita dei dettagli che a una rapida sintesi formale, è uno dei mezzi espressivi preferiti da Leonardo da Vinci che lo usa per tutto il corso della sua vita. L’esposizione è un’occasione unica per osservare, a distanza di secoli, le tracce del processo creativo che, da un fugace guizzo, concretizza e fissa l’idea sulla carta.

L’esperienza sarà preceduta da un’introduzione alla storia della collezione e alle vicende che hanno determinato l’arrivo a Torino dei preziosi disegni e dalla visita al salone aulico della Biblioteca, progettato dall’architetto regio Pelagio Palagi e affrescato dai pittori Angelo Moja e Antonio Trefogli. L’elegante manica ottocentesca, che oggi ospita migliaia di volumi antichi, è stata infatti oggetto di un intervento da parte dei Soci della Consulta che hanno promosso il rinnovamento dei corpi illuminanti, ora più efficienti e dai consumi contenuti, per valorizzare al meglio l’intero ambiente e mettere in risalto le decorazioni della volta.

 

L’evento avvia una rinnovata modalità di esposizione dell’importante nucleo di opere di Leonardo, le cui possibilità di fruizione pubblica sono condizionate dalle particolari caratteristiche delle opere su carta, particolarmente fragili e sensibili alle variazioni di temperatura e umidità e alla luce, che rendono necessari tempi di esposizione brevi, seguiti da adeguati periodi di riposo conservativo. Considerato il grande interesse del pubblico, infatti, i Musei Reali hanno scelto di concedere più frequentemente ai visitatori l’occasione di ammirare questi capolavori. A partire dal prossimo anno la mostra A tu per tu con Leonardo sarà visitabile tutti gli anni nella settimana di Pasqua nelle date 16-24 aprile 2022, 8-16 aprile 2023, 30 marzo-7 aprile 2024 e 19-27 aprile 2025.

 

“A più di 500 anni dalla sua morte, il talento di Leonardo da Vinci continua ad essere una fonte di illimitata ispirazione. Le sue molteplici intuizioni, opere e invenzioni sono capaci ancora oggi di sorprenderci e influenzarci, testimonianze dell’inesauribile curiosità che ha sempre alimentato la ricerca del grande maestro – spiega Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali -. Questa esposizione vuole essere una guida per affacciarsi sul mondo di un sommo artista che ha fatto della conoscenza e della sperimentazione una legge di vita”.

 

La storia sabauda della collezione leonardesca ha origine nel 1840 quando il Re Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato, mercante d’arte di origini piemontesi appena rientrato in Piemonte dopo alcuni anni di attività all’estero, 1585 disegni di grandi maestri italiani e stranieri. Fulcro della fortunata acquisizione è la sezione dei tredici disegni autografi di Leonardo da Vinci, fogli eterogenei per soggetto e cronologia, al culmine dei quali si pone l’opera più famosa della raccolta, e uno dei pezzi più noti della sua intera produzione: il Ritratto di vecchio, ritenuto l’Autoritratto del grande maestro.

 

I tredici disegni ripercorrono l’intera carriera artistica del genio da Vinci, dagli esordi intorno al 1480 fino agli ultimi anni di attività, 1515-17 circa, documentando l’intero panorama dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni. Alcuni disegni sono in relazione con opere note e celebrate del maestro, dalla Battaglia d’Anghiari alla Vergine delle Rocce; altri ne testimoniano progetti mai realizzati, dai monumenti Sforza e Trivulzio alla statua di Ercole per Piazza della Signoria.

 

Nel 1893 la collezione leonardesca si arricchisce di un altro fondamentale documento, il Codice sul volo degli uccelli, donato ad Umberto I dal collezionista e studioso russo Teodoro Sabachnikoff. Il piccolo quaderno di appunti sul volo, scritto tra il 1505 e il 1506, era stato più volte trafugato e smembrato in seguito alla dispersione dei manoscritti di Leonardo seguita alla morte del loro primo erede e custode, Francesco Melzi, giungendo a Torino a fine Ottocento ancora mutilo di quattro carte. I fogli mancanti sono stati ritrovati sul mercato antiquario nel 1920 dal ginevrino Enrico Fatio, il quale, dopo averli acquistati, li ha donati al Re Vittorio Emanuele III, permettendo così la ricomposizione del prezioso codice. Il manoscritto, oltre a indagare il tema del volo degli uccelli, reca le riflessioni di Leonardo sulla macchina per il volo, sui problemi di meccanica, di idraulica, di architettura, di anatomia, di disegno di figura, intrecciandosi e intersecando questioni cruciali dei suoi studi.

 

Dal 25 settembre, presso il bookshop dei Musei Reali, sarà inoltre disponibile la guida breve alla collezione dei disegni di Leonardo da Vinci, realizzata con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come strumento di approfondimento delle opere del grande maestro e di supporto alla visita del corpus della Biblioteca Reale.

MUSEI REALI TORINO

www.museireali.beniculturali.it

 

Orari

Da sabato 25 settembre a domenica 3 ottobre 2021, dalle 9 alle 20.

La biglietteria è aperta dalle 9 alle 18.

 

Biglietti

Intero: 20 euro

Ridotto per gruppi con guida privata: 18 euro + prenotazione (non acquistabile on line)

Ridotto per tutti i possessori di Abbonamento Musei, Torino e Piemonte Card, Royal Card: 13 euro

 

I biglietti possono essere acquistati in biglietteria oppure online su www.museireali.beniculturali.it e www.coopculture.it. Per informazioni: info.torino@coopculture.it.

 

L’ingresso alla mostra è in piazza Castello 191, previo ritiro del biglietto e controllo Green Pass presso la biglietteria in piazzetta Reale 1.

 

Accesso con Certificazione verde Covid-19

In ottemperanza alle disposizioni governative previste per tutti i luoghi di cultura italiani (D.L. 23 luglio 2021 n. 105), dal 6 agosto 2021 è richiesta la Certificazione Verde (Green Pass) per accedere al complesso dei Musei Reali, corredata da un documento di identità valido. Le disposizioni non si applicano ai bambini di età inferiore ai 12 anni e ai soggetti con una certificazione medica specifica. In mancanza di Green Pass e di un documento valido non sarà possibile accedere ai Musei e il biglietto acquistato non sarà rimborsato. Per maggiori informazioni sulla Certificazione verde COVID-19 – EU digital COVID consultare il sito www.dgc.gov.it.

Il Green pass non è necessario per l’ingresso ai Giardini Reali e alla Corte d’Onore, salvo che in occasione di eventi in cui siano previsti accredito e prenotazione obbligatoria (concerti, serate musicali).

Rimangono in vigore le prescrizioni di sicurezza anti-Covid: è obbligatorio indossare la mascherina; lungo il percorso sono disponibili dispenser di gel igienizzante, mentre le sale hanno una capienza contingentata nel rispetto della distanza fisica prevista per la sicurezza dei visitatori.

Alla scoperta della chiesa di Sant’Agostino

Domenica 26 settembre 2021

Ore 10-12,30 e 15-18 – Chiesa di Sant’Agostino (ritrovo presso il parcheggio del Polo Sanitario, in via S. Agostino), Avigliana (TO)

AMICI DI AVIGLIANA

Visita guidata alla Chiesa di Sant’Agostino, del secolo XV ed il bosco del monte Piocchetto limitrofo. Tutto inizia con il Padre Agostino de Anna di Carignano che, essendosi recato ad Avigliana per fare il quaresimale nella chiesa di S. Giovanni Battista ufficiata dai Canonici regolari di S. Bernardo di Menton l’anno 1465, vi predica con tanta efficacia che il Comune e il Beato Amedeo IX di Savoia lo invitano ad erigervi un convento accanto alla Chiesa della Misericordia sul ciglio del monte Piocchetto, fuori Avigliana.

Info: tel. 333.3138398 associazioneamicidiavigliana@gmail.com

“VeryFastPeople” sostiene il Bene FAI scelto dagli Amministratori di Condominio

Arte e ambiente da proteggere: appello agli amministratori di condominio in Piemonte

VeryFastPeoplesostiene il Bene FAI scelto dagli Amministratori di Condominio e destina quindicimila euro per la sua tutela, cura e salvaguardia

Fino al 31 ottobre si può selezionare il Castello e Parco di Masino a Caravino (TO), tra i 6 gioielli storico-artistici e paesaggistici protetti e curati dal Fondo per l’Ambiente Italiano in competizione

C’è anche il Piemonte nel viaggio in sei tappe nella bellezza italiana, da nord a sud, per scoprire alcunitesori del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano e contribuire a proteggere arte e ambiente. Un modo concreto per pensare al futuro è quello scelto da VeryFastPeople, società di consulenza di Varese che da 15 anni offre supporto agli amministratori di condominio in tutta Italia e ha messo in campo iniziative concrete per rendere il mondo un posto migliore, come la collaborazione con il FAI, che mira a sostenere i Beni salvati e protetti dalla Fondazione. Così oltre a essere Corporate Golden Donor, a organizzare convegni all’interno dei Beni del Fondo per l’Ambiente Italiano e a regalare ai propri clienti i biglietti per visitare il patrimonio FAI su tutto ilterritorio nazionale, da quest’anno VeryFastPeopleha deciso di coinvolgere attivamente gli amministratori di condominio in tutta Italia, invitandoli entro il 31 ottobre 2021 a esprimere la propria preferenza peruno dei Beni tutelati dal FAI selezionati per questa iniziativa. Al Bene che al termine della campagna avrà ricevuto più preferenze sarà destinata una donazione di quindicimila euro. “In competizione” da nord a sud dell’Italia ci sono sei gioielli storico-artistici e naturalistici, come il Castello e Parco di Masino a Caravino (TO), che concorre per il Piemonte.

Gli altri sono Villa e Collezione Panza a Varese, il Bosco di San Francesco ad Assisi (PG); Parco Villa Gregoriana a Tivoli (Roma), l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce e il Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi di Agrigento.

A quale Bene andrà la donazione? Saranno gli amministratori di condominio di tutta Italia a deciderlo, collegandosi al sito https://www.veryfastpeople.it/fai.php ed effettuandouna sola scelta tra i Beni in elenco. Appello, dunque, agli amministratori del Piemonte a sostenere il Castello di Masino a Caravino (To), che immerso in un parco monumentale con terrazze panoramichedomina la vasta piana del Canavese da un’altura antistante la suggestiva Serra di Ivrea e regala un paesaggio intatto e infinito. Per questa posizione strategica il maniero fu oggetto di frequenti contese, ma il nobile casato dei Valperga ne mantenne il possesso fin dalle origini, documentate già nel 1070.Durante i secoli la famiglia convertì il Castello in residenza aristocratica e poi in elegante dimora di villeggiatura. Tra saloni affrescati e arredi sfarzosi, salotti, camere per gli ambasciatori e appartamenti privati rivivono mille anni di storia di una delle più illustri casate piemontesi, che secondo la leggenda discende dal primo re d’Italia Arduino, con una biblioteca che conserva più di 25mila volumi antichi. È circondato da un monumentale parco romantico con uno dei più grandi labirinti d’Italia, un maestoso viale alberato, ampie radure e angoli scenografici, che a primavera si inondano di bellissime fioriture. Nel 1988

il FAI lo ha acquisito da Luigi Valperga di Masinograzie alla donazione FIAT, Cassa di Risparmio di Torino e Maglificio Calzificio Torinese. Oggi il Castello si può visitare secondo formule diverse: si può trascorrere una giornata all’aperto nel Parco o partecipare agli eventi organizzati nel corso dell’anno, godendo della caffetteria panoramica. Perfetto anche per le famiglie con bambini, che si divertono con la caccia al tesoro o a visitare il Museo delle Carrozze, la Torre dei Venti e tanti altri ambienti.

Una vicinanza, quella di VeryFastPeople, molto importante per il FAI perché contribuisce a offrire un reale sostegno alla Fondazione e a promuovere i luoghi di cui si prende cura quotidianamente, soprattutto in un periodo così difficile come quello che stiamo vivendo. Da 15 anni vogliamo essere un riferimento per chi amministra immobili in Italia sostiene Francesco Paini, uno dei tre soci di VeryFastPeople Ci piace andare oltre la semplice fornitura di servizi, generando valore in iniziative non prettamente commerciali. Vogliamo dare un contributo a progetti che proteggano il bello in tutte le sue forme. Per questo la scelta di sostenere chi ogni giorno si occupa di preservare i patrimoni immobiliari più belli d’Italia, ci è sembrata una normale e giusta conseguenza.”

Dio lo volle? La Roma d’Oriente cadde nel 1204

Che bisogno c’era di distruggere Costantinopoli e di massacrare i suoi abitanti otto secoli fa? Dio volle davvero la caduta della Roma d’Oriente nelle mani dei cristiani d’Occidente?

Un cinquantenne Bonifacio, marchese del Monferrato, comandava le galee che nel 1204 andarono alla conquista di Costantinopoli bizantina deviando improvvisamente la rotta e stravolgendo l’itinerario della spedizione militare e il corso della storia. Non più verso la riconquista di Gerusalemme che nel 1187 era tornata in mano ai musulmani, come stabilito inizialmente, ma verso la Roma sulle rive del Bosforo, greca e cristiana. Il nuovo obiettivo era quello di strappare con la forza la “Nuova Roma” ai bizantini. Sì, perché la prima caduta di Costantinopoli non avvenne nel 1453 per opera degli ottomani ma nel 1204 ad opera dei latini, veneziani e uomini d’armi provenienti in gran parte dai territori francesi. Cattolici contro cristiani ortodossi: un assalto premeditato con un saccheggio bestiale e massacri indicibili. una grande capitale imperiale schiacciata, umiliata e parzialmente distrutta. Questa fu la Quarta Crociata voluta da Papa Innocenzo III che in seguito scomunicò tutti, crociati e veneziani. Sulla vicenda gli storici forniscono opinioni differenti. I bizantinisti ritengono la cattura della Città di Costantino un atto deliberato contro Bisanzio mentre gli storici medievisti considerano l’evento come il risultato di una concatenazione di fatti e incidenti casuali che alla fine hanno condotto al sacco della capitale. Chi ha ragione? La storica del Medioevo Marina Montesano indaga sugli eventi del 1204 su cui si discute da oltre 800 anni con esiti assai differenti. Lo fa nel libro “Dio lo volle? 1204, la vera caduta di Costantinopoli”, Salerno editrice. La Montesano, che nel titolo del volume fa riferimento allo storico motto della Crociata “Dio lo vuole, a Gerusalemme!”, non ha dubbi. Dopo aver analizzato innumerevoli fonti e documenti identifica nel sacco della capitale bizantina ad opera dei Latini la vera caduta di Costantinopoli, dovuta non alla spada dell’islam ma alle armi dei cruce signati. Non un evento casuale quindi ma un fatto voluto e preparato da tempo. “Gli attacchi contro Bisanzio, scrive l’autrice, erano nei piani degli occidentali già da tempo. A cavallo tra 1201 e 1202, ancora prima della partenza, l’idea di arrivare sul Bosforo era presente e quanto alla posizione del Papa, la corrispondenza mostra bene non il ruolo di spettatore impotente, bensì il tentativo di cavalcare l’onda dell’esercito crociato”. Si spinge oltre Marina Montesano che vede un filo rosso che lega le due “cadute” di Costantinopoli, quella del 1204 e quella del 1453 per mano degli ottomani. Troppa notorietà è stata data alla seconda e molto meno alla prima. La data principale è certamente il 29 maggio 1453 che segna la conquista della capitale dell’impero romano d’oriente da parte dell’esercito ottomano di Maometto II, un evento cruciale che pose fine a mille anni di dominio bizantino in Medio Oriente ma Costantinopoli in realtà era già crollata due secoli e mezzo prima per mano latina. L’impero d’Oriente aveva infatti subito un durissimo colpo dagli occidentali e da allora non si era mai ripreso. Non solo ma per alcuni la grandezza imperiale finì in quel momento a tal punto da far concludere il Medioevo addirittura nel 1204. Fu una vicenda complessa e molto travagliata che inasprì i rapporti con i bizantini nel Duecento e oltre facendo crescere sempre di più la tensione tra latini e greci. Non si sopportavano per vari motivi cattolici e greci: in particolare, sottolinea la Montesano, “il clero greco-ortodosso, i monaci e il basso popolo odiavano latini e franchi, orgogliosi ed eretici, di un odio vecchio di generazioni e rinfocolato dallo scisma religioso del 1054”. Fu una crociata deviata di proposito per mettere le mani sulla città e per fondare un effimero “impero latino d’Oriente”. Contrasti e dissidi tra cristiani orientali e occidentali si protrassero a lungo e nemmeno l’avanzata ottomana nei territori bizantini servì a cambiare la situazione. Sono due i fattori principali che, secondo la Montesano, provocarono la caduta della Città a metà Quattrocento: da una parte il debole e insufficiente aiuto dell’Occidente e dall’altra i sentimenti dei greci, contrari al primato latino e favorevoli più “al turbante turco che alla tiara”. E fu in questo clima che nel 1453 il sultano entrò trionfante a Costantinopoli. “Negli ultimi decenni, sottolinea la studiosa, si è impiantata l’idea di leggere l’intero movimento crociato come una reazione rispetto alla minaccia del mondo musulmano” riservando poco spazio al contesto storico che segnò l’inizio del XIII secolo. “L’anomalia della della IV Crociata, conclude la Montesano, rischia invece di mostrare molto bene come vi fossero in Occidente forze guidate da una forte carica di aggressività e da una volontà di conquista rivolta verso l’esterno e l’interno del mondo cristiano”.
Filippo Re

La Biblioteca Nazionale celebra Dante

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Con un Convegno e una mostra la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino celebra il Sommo Poeta a Settecento anni dalla sua morte.

Martedì 21 settembre a partire dalle 10,30 verrà inaugurata la manifestazione “ Viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico “. Dante nella contemporaneità,fra poesia e arti grafiche, organizzata con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino nell’ambito del fitto programma delle Celebrazioni per il settecentesimo anniversario della morte di Dante e patrocinata da numerosi partner nazionali e internazionali. Il primo dei due eventi di cui l’iniziativa si compone è il Convegno internazionale di studi “ Dante nella poesia del Novecento e dei primi anni del nuovo millennio”. Il secondo è la mostra “ Tre artisti per Dante “. Sarà un’occasione per riflettere sulla fortuna, mai interrotta, di Dante nella letteratura e nelle arti. Il Convegno, che si svolgerà dal 21 al 25 settembre in modalità mista e che vedrà la partecipazione di oltre quaranta studiosi italiani e stranieri, si propone di indagare i molteplici riusi poetici novecenteschi e dell’inizio del nuovo millennio, della Commedia., soffermandosi su quegli autori che sono stati anche esegeti e hanno ribadito, attraverso questa doppia modalità di lettura, che il capolavoro dantesco si pone come un paradigma irrinunciabile per la comprensione della complessa tragicità del Novecento.
La mostra, che sarà inaugurata il 21 settembre e sarà gratuitamente visitabile fino al 10 ottobre 2021, propone un percorso tra le opere di tre artisti contemporanei che hanno tratto ispirazione da Dante : Monica Beisner, che in 100 miniature illustra integralmente la Commedia, Domenico Ferrari, con le sue 34 acqueforti dedicate all’Inferno e Cesare Pianciola, che nei suoi 16 acquarelli riprende in chiave moderna l’incanto dei primi codici miniati del capolavoro dantesco.

Mauro Reverberi

In visita alla villa romana di Almese

Sabato 25 settembre 2021

Ore 15-18 – Villa romana di Almese (TO)

Ar.c.A – ARTE, ARCHEOLOGIA E CULTURA AD ALMESE

Visita guidata alla Villa romana di ALMESE, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio Archeologico.

La villa è un vasto complesso di circa 3000 mq, articolato su più livelli, sfruttando il naturale declivio del terreno. Sul terrazzo superiore si sviluppavano gli ambienti residenziali-padronali, mentre al piano inferiore si articolavano gli ambienti di servizio. La datazione si colloca tra gli inizi del I e il IV sec. d.C. La posizione dominante su un pendio ben esposto ne fanno un importante esempio di villa padronale, con vaste proprietà agricolo-pastorali e legata forse alla gestione dei dazi doganali della Quadragesima Galliarum, nella vicina località di Malano di Avigliana.

Info: arca.almese@gmail.comwww.arcalmese.it

La Villa romana di Almese sarà anche sfondo del progetto TeatrArte, Arte Romana e storia del costume en plein air, un laboratorio artistico per bambini e ragazzi organizzato dall‘Associazione Culturale Maestro Giuseppe Gilli che partecipa al Festival del Disegno All Around 2021 a cura di Fabriano. I giovani ospiti avranno così l’opportunità di disegnare su carta donata dalle Cartiere Fabriano e di riprodurre soggetti della storia e della cultura romana, immersi in questa cornice preziosa, dal carattere unico.

Prenotazione al laboratorio artistico: Ass. Culturale Maestro G. Gilli tel 338 8076222 oppure 331 1205382

“La storiografia di Renzo De Felice”, convegno del “Pannunzio”

Lunedì 20 settembre alle ore 15, nella sala convegni del Collegio S. Giuseppe di Torino (via Andrea Doria 18), il Centro “Pannunzio” organizza un Convegno nazionale su “La storiografia di Renzo De Felice  a 25 anni dalla sua scomparsa”.

Relatori: Dino Cofrancesco, Università di Genova; Gianni Oliva, storico e saggista; Luciano Boccalatte, ISTORETO;  Stefano Bruno Galli, Università di Milano; Gerardo Nicolosi, Università di Siena.Prenotazioni al 348 81 348 47.