SPORT- Pagina 8

Serie A, 3ª giornata: Juventus-Inter, sabato 13 settembre ore 18

 

La terza giornata di Serie A regala subito un big match dal sapore antico: Juventus e Inter si sfideranno sabato 13 settembre alle ore 18 all’Allianz Stadium di Torino. Sarà la 185ª sfida tra le due formazioni nel campionato a girone unico, un vero classico del calcio italiano e la partita più giocata nella storia del torneo.
Entrambe le squadre arrivano all’incontro con grandi ambizioni e l’obiettivo dichiarato di restare agganciate alle prime posizioni. La rivalità è accesa, i precedenti sono tanti e ogni dettaglio può fare la differenza. Attesi spettacolo, intensità e colpi da campioni: il Derby d’Italia è pronto a scrivere un nuovo capitolo.

Enzo Grassano

Roma-Torino, 3ª giornata di Serie A

Domenica 14 settembre – ore 12.30
Toro, è l’ora del riscatto

Dopo un avvio di campionato a rilento, il Torino di Marco Baroni cerca risposte forti nella trasferta più complicata: all’Olimpico contro la Roma di Gasperini, capolista a punteggio pieno.
Il primo obiettivo per i granata è recuperare gli infortunati. Schuurs resta fuori a tempo indefinito, ma Baroni spera di avere a disposizione almeno Ismajli e, soprattutto, Duván Zapata, ormai pronto per partire titolare.
Contro una Roma in grande forma servirà un Toro compatto e coraggioso. E con Zapata dal 1’, cambiare marcia non è impossibile.

Enzo Grassano

Nova Eroica Ivrea: si pedala tra le meraviglie del Canavese

Il 14 settembre 2025 debutta, in Piemonte, a Ivrea la Nova Eroica:

tre percorsi tra avventura, paesaggi e convivialità.

Un evento unico dove si pedala con il cuore, si corre con grinta

e si festeggia insieme

IVREA – Il 14 settembre 2025 Ivrea accoglie per la prima volta Nova Eroica, il format ciclistico che unisce la tradizione delle strade bianche alla scoperta dei territori più autentici. Dove la bicicletta diventa strumento di sport, avventura e incontro.

Nova Eroica è un viaggio, un rito, una festa del ciclismo moderno che si nutre di emozione e fatica. Si corre su bici gravel, ma con lo sguardo rivolto alla tradizione: strade bianche, salite che mordono, paesaggi che tolgono il fiato. Tratti cronometrati si alternano a momenti da vivere in piena libertà, in cui l’unica cosa che conta davvero è esserci.

Con Ivrea, Nova Eroica approda per la prima volta in Piemonte, una regione che per conformazione e identità rappresenta lo scenario ideale per questo format ciclistico. Le strade bianche, i rilievi morenici, i laghi e i vigneti del Canavese offrono un paesaggio che unisce bellezza naturale e cultura, rendendo questa regione una terra perfetta per celebrare lo spirito “eroico”.

Ivrea, città di cultura e identità

La nuova tappa di Nova Eroica nasce a Ivrea, una città che ha saputo unire radici e futuro, conservando al tempo stesso il suo carattere innovativo e ribelle. Ivrea è la città di Olivetti, che con le sue prime e rivoluzionarie macchine per scrivere ha segnato la storia industriale italiana; è la città dello Storico Carnevale e della Battaglia delle Arance, simbolo di libertà e passione popolare; è un territorio che custodisce cinque laghi, colline e foreste, che raccontano la memoria geologica dei ghiacciai.

L’arrivo di Nova Eroica in Piemonte non rappresenta soltanto una novità sportiva, ma anche un’opportunità per il territorio. Le esperienze delle sorelle Nova Eroica Buonconvento e Prosecco Hills testimoniano ka capacità del format di attrarre ciclisti da tutto il mondo, confermando il richiamo internazionale di un evento che unisce ciclismo, paesaggio e cultura, e che porta valore al turismo locale. Donne e uomini di ogni età, agonisti o semplici appassionati del piacere di pedalare si ritrovano “uniti dalla bellezza della fatica e dal gusto dell’impresa”, il motto che ha reso Eroica un movimento ciclistico amatoriale tra i più significativi al mondo.

Nova Eroica Ivrea si inserisce in questa visione, con l’ambizione di generare nuove opportunità per il Canavese e per l’intero Piemonte.

I percorsi

A fare da palcoscenico alla nuova nata sarà l’Anfiteatro Morenico di Ivrea, un vero capolavoro della natura modellato dai ghiacciai: colline, vigneti, laghi e boschi diventeranno parte di un racconto collettivo.

Tre tracciati permetteranno a ogni ciclista di vivere il Canavese in tutta la sua varietà:

  • 43 km | Percorso Corto “Via dei Castelli” (350 m D+): un itinerario tra borghi e vigneti, accessibile ma suggestivo, ideale per chi vuole vivere l’esperienza eroica senza forzare.

  • 80 km | Percorso Medio “Serra Tour” (1.100 m D+): lungo la dorsale morenica più estesa d’Europa, alterna salite e panorami di grande respiro. Un percorso impegnativo e panoramico, ricco di fascino.

  • 133 km | Percorso Lungo “Anfiteatro Morenico” (1.740 m D+): il tracciato più completo, che – lungo 19 salite – attraversa il Lago di Viverone, raggiunge Candia e si sviluppa tra crinali e boschi dove la natura conserva il suo carattere più autentico. Un’impresa, che unisce memoria geologica e spirito di avventura.

Race. Ride. Relax

Come tutte le altre tappe del circuito, Nova Eroica Ivrea sarà caratterizzata da quello che è molto più di un motto: è la filosofia che guida ogni Nova Eroica: Race. Ride. Relax.

Race, nei tratti cronometrati in cui dare tutto, sfidando se stessi e gli altri. Ride, nei chilometri da percorrere in compagnia, ammirando i paesaggi, attraversando borghi, colline e castelli. Relax, nell’atmosfera di festa che accoglie ogni partecipante all’arrivo, dove la fatica si trasforma in gioia dell’impresa. È il ciclismo che emoziona, che unisce, che lascia il segno.

Il programma del weekend

Nova Eroica Ivrea è molto più di una gravel ride. È un weekend da vivere a 360°, tra sapori, musica e convivialità, nel cuore di Ivrea, in piazza Castello, dove tutto avrà inizio e tutto tornerà.

Sabato 13 settembre, a partire dalle ore 15, musica dal vivo, con djset di Zizzi HB, e degustazioni curate da realtà locali accompagneranno il pubblico fino alla serata, in un clima di attesa e incontro.

Domenica 14 settembre, dalle ore 7.30, la città si animerà con la partenza dei tre percorsi. Dalle 10, Piazza Castello diventerà nuovamente il fulcro della manifestazione, accogliendo arrivi, stand espositivi, momenti di intrattenimento e occasioni di condivisione.

Un ricordo che resta

Nova Eroica Ivrea non è soltanto una prova sportiva, ma un’esperienza che si trasforma in ricordo. Una giornata che comincia all’alba e si chiude con il sorriso, tra gambe stanche e cuori colmi. Un momento da condividere, che lega insieme sport, comunità e territorio.

Iscrizioni, regolamento e dettagli sul sito ufficiale: eroica.cc/it/nova-eroica-ivrea-1

Cristiana Ferrini “Mio Padre, Il Capitano dei Capitani”. Giorgio Ferrini, una storia granata / 2

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SECONDA PARTE dell’intervista  di Laura Goria a CRISTIANA FERRINI sul suo libro “MIO PADRE, IL CAPITANO DEI CAPITANI” dedicato al mitico Giorgio

1) Scrivi che Giorgio è stato più che un leader, senza neanche accorgersene, cosa intendi?

Me l’hanno detto tutti, anche il cappellano della squadra, Don Francesco, che per lui aveva un debole.

Perché era quello che si dava di più e sosteneva i compagni; se qualcuno stava per cedere, gli andava vicino e sussurrava “sono stanco-morto anche io, ma dai… andiamo!” Così lo spingeva a tirare fuori l’ultima piccola risorsa, a superare se stesso in nome della squadra. Questo è l’esempio trainante di un leader e capitano.

2) I suoi rapporti con i compagni di squadra?

Erano ottimi con tutti. Con alcuni il legame era più forte, basato sul piacere di stare sempre insieme… la continuità.

Queste solide amicizie le coinvolgeva in tutto. Se pensava di acquistare una casa, estendeva l’idea e il progetto anche a loro; chi poteva e voleva aderiva, idem per vacanze, gite, e altro.

3) E con il denaro e il lusso?

Aveva i piedi saldi per terra e non si concedeva lussi; prima venivano il mattone, sistemare i genitori, mettere da parte e investire per garantire la sicurezza futura della nostra famiglia, tutte cose normali. Mamma dice che spesso non dormiva la notte temendo che il preventivo della villa che costruiva a Pino andasse troppo oltre e si chiedeva se non fosse qualcosa più grande di lui. Si preoccupava che nulla fosse lasciato al caso.

4) Racconti un Giorgio “puro allo stato puro” che scartò proposte allettanti per restare e fare crescere il suo Toro.

Intorno ai 30 anni ricevette proposte da squadre decisamente importanti che lo avrebbero pagato 3 volte di più e lui rifiutò. Mamma non approvò molto.

5) Dici che amava il Toro come un figlio; in famiglia come la vivevate?

Credo ci sia stata qualche discussione con mamma per quanto lui dava e si dava; e non certo con il fine di ricevere.

Questa -squadra, società, maglia granata- chiamala come vuoi, secondo me lo aveva stregato. Non era solo la passione e il suo lavoro, c’era di più!

Non ci sentivamo sminuiti o inferiori rispetto a questo; noi eravamo noi, e lui ce lo dimostrava sempre, ci adorava. Però per il Toro non capiva più niente, neanche percepiva il sacrificio, e credo che gli abbia dato proprio tutta la sua vita.

6) Come affrontava fatica e pressione?

Mamma mi ha raccontato che papà non era il leader indiscusso della squadra solo perché era il capitano. Anzi, era quello messo sempre più in dubbio e sotto stress; che poi lui lo vivesse con naturalezza, la sostanza non cambiava.

Inoltre, non aveva mai contratti lunghi perché non sapeva vendersi.

Poi, in base all’allenatore, poteva piacergli o meno, ed ogni volta che entrava al Filadelfia doveva dimostrare il suo valore. Nulla era mai scontato; perché anche se era il capitano, poteva sbagliare una partita e non giocare più.

7) Come visse il fine carriera?

Non fu tragico. Più che altro un passaggio naturale, visto che è andato oltre la media di quegli anni. Per esempio, Trapattoni e Radice allenavano da tempo mentre lui era ancora in campo. Ha capito da solo quando era giunto il momento.

Accadeva che dalla tribuna sentissi ogni tanto commenti spiacevoli del tipo “Ferrini esci..”. La verità è che magari non aveva più la forza di qualche anno prima; ma ti assicuro che il carisma e la forza trainante per gli altri c’erano tutti. Era sempre quello che in campo faceva la differenza!

8) Per Giorgio Il Toro veniva prima anche di se stesso?

Certo. Verso la fine, l’allenatore diceva: “Voi avete una certa età, bisogna inserire e far giocare i giovani, altrimenti quando finirete loro non sapranno farlo”. Papà era d’accordo: per il Toro, per stare alti in classifica; per puntare allo scudetto. Tieni presente che allora non c’era il turnover di oggi.

9) Ci racconti il momento di felicità assoluta della sua vita… quel 16 maggio 1976 con il suo Toro Campione d’Italia.

Momento pazzesco. La mia gioia da tifosa; soprattutto quella negli occhi di papà che quasi tremava. Rideva e piangeva perché quel giorno aveva ottenuto quello per cui aveva vissuto, faticato e lottato tanto.

Dal balcone della sede del Toro lanciavamo fiori; io non c’entravo nulla, ma papà mi diede la mano e disse “lanciali anche tu”. Un momento mio e suo. Anche se intorno c’era il mondo in festa. La sua gioia incontenibile e i continui abbracci. Penso sia stato il giorno più felice della sua vita. Adrenalina pura. Non lo dimenticherò mai.

10) Perché scrivi che la morte precoce di tuo papà è diventata il parametro temporale per distinguere tra un prima e un dopo?

Molti suoi amici mi dicono che, morendo, ha stravolto le loro vite.

Da allora parlano di un “prima con lui” riferito solo a ricordi belli di cose fatte insieme: gite, vacanze, risate, pranzi, cene e altro..

E c’è un “dopo Giorgio”; che è stato un reinventarsi. Io pensavo fosse una cosa esclusivamente di noi familiari, invece no. Addirittura certi gruppi si sono sciolti, le persone non si sono più viste, molte non sono più riuscite a frequentarsi.

E’ diverso per me e Jerry Sattolo, che purtroppo è morto 2 anni fa. Aveva una bellissima foto di papà in cucina e mi disse che parlava sempre con lui, come se ci fosse ancora, proprio come faccio io.

11) Per tua mamma tra il prima e dopo Giorgio il solco è un precipizio profondo. Vedova giovanissima dell’amore della sua vita; come ha attraversato quel baratro… è un salto che dura ancora e non finirà mai?

Una parte di lei è morta con lui e questo le ha lasciato un pessimismo e una melanconia di fondo che hanno cancellato la Mariuccia gioiosa che ricordavo con papà. Non l’ho mai più vista ballare né ridere, in parte si è ripresa solo con i miei figli.

12) Che mamma e nonna è stata?

Una mamma eccezionale, sempre presente; ci ha lasciati liberi di scegliere, sbagliare, provare, viaggiare. Molto generosa, ci ha dato tanto, tutto. Con i miei figli è severa nel modo giusto: li giudica, li sprona, però c’è ed è molto moderna come mentalità.

13) Il libro lo dedichi a lei «donna lodevole dell’uomo che ha amato»; e perché credi che non lo leggerà?

E’ stata la moglie ideale che, rimanendo nell’ombra con amore e intelligenza, ha saputo sollevare papà di tutte le preoccupazioni e responsabilità che avrebbero potuto pesare su di lui e la carriera. Ha perfettamente incarnato “La grande donna dietro al grande uomo”, colonna portante della famiglia sulla quale papà poteva sempre contare.

Mamma il libro non l’ha ancora neanche toccato, ha paura che le faccia troppo male. Credo abbia messo il dolore in un baule e tema che io possa riaprirlo. Le ho spiegato che l’ho scritto da figlia e i miei non sono i suoi occhi da fidanzata e moglie. Ho la sensazione che non le faccia neanche piacere che io l’abbia scritto. Mi ha anche chiesto se papà approverebbe

14) Secondo un’antica massima poetica “Muore giovane chi è caro agli dei” …Come definiresti la parabola di vita di tuo papà, e che senso dai alla sua morte così precoce?

Io credo ci siano dei predestinati ed è come se lassù avessero avuto bisogno di lui. O almeno questo è quello che mi sono sempre raccontata perché mi aiutava.

15) Giorgio era molto legato al cappellano del Toro, la fede gli offriva risposte?

Papà era credente e praticante, amava entrare nelle chiese e scoprirle. Ero piccola e non so che spiegazione si diede per la morte di Gigi Meroni. Ma ricordo che fu la prima volta che lo vidi piangere disperato e mi colpì molto.

16) Tu sottolinei legami imperscrutabili nei numeri e che, nella lotteria della vita, la sorte ha assegnato a Giorgio il numero 8 per l’eternità.

Il numero 8 è stata una costante nella sua vita. A partire dalle date di quando è venuto al mondo a quando l’ha lasciato: è nato il 18 agosto, l’ottavo mese, ed è morto l’8 novembre. Da piccolo ha voluto l’8 sulla prima maglietta, lo stesso con cui ha sempre giocato nel Toro. Il Comune di Pino gli ha assegnato il civico 8 per la casa. Ed è il numero collegato a: perfezione, equilibrio, uguaglianza, amore eterno, armonia, forza interiore, saggezza, potere.

In matematica, poi, l’infinito è un 8 sdraiato; proprio come papà ora riposa per sempre, guardando verso la Basilica di Superga dove si sono schiantati i suoi eroi ed è iniziato il Giorgio calciatore che ne ha raccolto il testimone. E’ come se quel numero l’avesse avuto impresso nel cuore e ne avesse scolpito tutto il percorso.

17) Hai notato anche il tragico destino che accomuna i campioni granata morti tutti giovani: il grande Torino a Superga, Gigi Meroni e tuo papà? Solo inquietanti coincidenze?

Non ci avevo mai pensato. Credo nel destino e papà ha avuto una vita molto particolare legata al Toro. Società con una storia tutta sua, effettivamente caratterizzata da morti precoci. Forse coincidenze legate a questa Società un po’ stregata, dalla quale non ti puoi staccare.

18) E non è curioso che tuo papà e altri calciatori granata abbiano abitato proprio a Pino; la collina sorvolata dall’aereo poco prima di precipitare a Superga, in cima al colle successivo?

E partito tutto da papà, grazie all’amicizia con l’estroverso Gianni Mori e la sua bellissima famiglia, che a Pino vivevano da tempo. Una nota curiosa è che Gianni, grazie a questa nuova relazione, da tifosissimo juventino, diventò subito sfegatato granata.

La prima cena a casa Mori, papà, che da tempo guardava affascinato verso Superga, scoprì che Pino era la collina prima di quella dello schianto. E quando Gianni gli disse che il terreno di fianco era in vendita, lui decise di comprarlo e costruirci la nostra casa. Poi portò altri compagni di squadra: Sattolo, Rosato, Fossati e altri.

19) Tu oggi vivi proprio tra quelle mura e lì sei cresciuta con lui… che emozioni vivi?

Belle, appaganti, consolanti, ricche di quell’affetto che voglio prendermi da lui; perché so con quanta passione, sacrificio entusiasmo e gioia ha costruito la casa. Lì ci sono le mie radici. C’è lui e di lui mi parla tantissimo, anche nei difetti sottolineati da mamma.

Poi ci sono i suoi angoli del cuore: il divano dove si sedeva, il balcone dove fumava tutte le sere guardando verso Superga, o il punto in giardino. Del passato ho dei flash; come la sua ombra che veniva ogni sera in camera, a qualsiasi ora rientrasse, e ci aggiustava sempre le coperte, poi ci dava un bacio prima di andare a dormire.

20) E se oggi fosse seduto con te, di fronte alla grande finestra che hai spalancato sull’orizzonte, come vorresti il vostro tempo insieme?

Anche se non c’era fisicamente, me lo sono portato dentro tutta la vita, ci siamo sempre parlati e il nostro dialogo non è mai finito. Scrivendo il libro non lo vedo più ai suoi 37 anni, ma brizzolato, un po’ appesantito, più nonno… e la cosa mi piace. Sarei contenta si confrontasse con i miei figli, facesse delle cose con loro; sarebbe meno severo che con noi, ma con le stesse basi. E a loro è mancato.

21) Quanto e come hai trasfuso il tuo amore di figlia per Giorgio ai tuoi ragazzi?

Entrambi fanatici del pallone, ho avuto remore a parlargli di mio papà più di tanto. Ho raccontato solo del nonno Giorgio che aveva costruito questa casa… un nonno normale. Poi giocando a calcio hanno scoperto da soli che era stato un grande; ed è allora che ho cominciato a parlargli di lui.

22) Solo dopo la sua morte scopriste quanto bene aveva fatto in silenzio…cosa emerse?

Molte cose neanche mamma le sapeva. Per lo più fu Don Francesco a rivelarmi quanto papà avesse aiutato gli altri. Ma non con le solite raccomandazioni; lui forniva le carte per poi andare avanti da soli.

Per esempio, ricevevamo sempre oggetti africani e non capivamo, finché è arrivata la lettera di un medico africano che svelava di essersi laureato grazie agli studi che gli aveva pagato papà.

23) Come e dove pensi sia Giorgio oggi?

Può sembrare una visione infantile, ma mi ha sempre aiutata: mi piace immaginarlo in un prato verde, ad un tavolone con sempre più amici che arrivano e si siedono. Lui lì sta bene, fa la scuola calcio dei bambini e continuiamo il nostro dialogo. Lo ritroverò.

 

PS. Il libro offre anche la possibilità di rivedere immagini della vita di Giorgio Ferrini, molte inedite, e ricordi vari della carriera del capitano. Erano conservati in un baule che ora Cristiana mette a disposizione di tutti.

Basta inquadrare con la fotocamera del vostro cellulare il QR code che trovate sul risvolto di copertina. Vi collega alla pagina Instagram Giorgio Ferrini 8, dove Cristiana carica costantemente materiale prezioso.

CRISTIANA FERRINI “MIO PADRE, IL CAPITANO DEI CAPITANI” Cairo Editore

L’Open Day dello Sport a San Mauro

L’Open Day dello Sport è organizzato dal Comune di San Mauro Torinese domenica 14 settembre dalle 10 alle 13 in piazza Gramsci.

Un’opportunità per provare gratuitamente le diverse attività sportive che è possibile praticare a San Mauro; un’iniziativa aperte a tutti ma particolarmente dedicata ai ragazzi e alle ragazze in fascia scolare.

 

Saranno presenti le associazioni sportive del territorio:

  • Pallavolo Asd Allotreb
  • Pallavolo Sant’Anna
  • Rugby San Mauro
  • Autovip San Mauro
  • San Mauro country club
  • Pattinatori San Mauro
  • Dojo Yoshin Ryu
  • V02 Nuoto

La Camminata del Pom Matan 2025

San Sebastiano da Po – domenica 14 settembre 2025 Cammini Divini di Augusto Cavallo by Nordic Walking Valcerrina in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del Comune di San Sebastiano da Po vi propone l’ormai tradizionale camminata del Pom Matan.

L’escursione ad anello di circa Km. 11 sarà completamente inedito e con caratteristiche totalmente diverse dal passato. Per evitare di percorrere strade interrotte da frane e non completamente sicure ci sposteremo sul versante nord del paese dirigendoci verso il fiume Po e le adiacenti campagne su sentieri completamente in sicurezza e senza particolari difficoltà. Un anello quindi adatto a tutti e immerso nella natura.

Inoltre quest’anno lo Sponsor Principale (Borello Supermercati) offrirà a tutti i partecipanti un simpatico gadget che verrà consegnato al momento dell’iscrizione.

Come al solito a metà percorso ci verrà offerta un piccolo ristoro a cura degli Amministratori Comunali per rinfrancarsi dalle fatiche prima di riprendere il cammino che ci riporterà nel mezzo della festa.

Il ritrovo è previsto a partire dalle ore 8,45 in piazza Agnelli, frazione Caserma (https://goo.gl/maps/m3GwxnmWtnJ4rtpr9 ) nell’area dei festeggiamenti. La partenza sarà alle ore 9,30 con Guida Escursionistica Ambientale. All’arrivo sarà possibile pranzare presso il Salone Polivalente con prelibatezze locali tra cui gli agnolotti di Pom Matan, piatto dell’antica tradizione sansebastianese.

Costo per la sola partecipazione alla camminata: €. 9,00 cad.

Il pranzo avverrà nei locali della Pro Loco presso il salone polivalente con menù e prezzi alla carta.

Per partecipare è consigliato abbigliamento comodo e scarpe sportive, repellente per zanzare, cappellino e scorta d’acqua. Per chi lo desidera verranno messi a disposizione i bastoncini da Nordic Walking gratuitamente fino ad esaurimento disponibilità.

N.B.: per partecipare alla camminata la prenotazione è obbligatoria via mail, sms, whatsapp o telefonata ai seguenti riferimenti.

Per info e prenotazioni:

Cavallo Augusto 339 4188277 Guida Ambientale Escursionistica e Istruttore SINW
mail: 
augusto.cavallo66@gmail.com           

Capello Anna 339 4800321

https://www.facebook.com/groups/1722191187995377

https://www.facebook.com/augustonordic

https://www.facebook.com/events/1856974755226211/

Al via la stagione olimpica: l’Ice Club Torino lancia i suoi talenti verso Milano-Cortina 2026

Con l’inizio della stagione olimpica, l’Ice Club Torino si prepara a vivere mesi intensi e ricchi di emozioni, confermandosi ancora una volta come uno dei centri nevralgici del pattinaggio artistico internazionale. Le attività e i corsi di pattinaggio sono ufficialmente ripresi presso le due sedi storiche del Palatazzoli e del Palavela, dove si allenano quotidianamente atleti di altissimo livello sotto la guida del team tecnico coordinato da Edoardo De Bernardis.

Il club torinese, da sempre fucina di talenti, schiera una squadra internazionale di giovani promesse e campioni affermati, pronti a competere nei più prestigiosi appuntamenti della stagione. Tra settembre e dicembre, le gare del circuito ISU saranno decisive per il ranking nazionale e le convocazioni olimpiche in vista di Milano Cortina 2026.

Tra i convocati per il circuito internazionale dell’Isu Junior Grand Prix figurano Amanda Ghezzo e Noemi Joos per l’Italia, Carlota Garcia Barranco e André Zapata per la Spagna, e Raul Gracia per Andorra. Questi giovani atleti, che si allenano presso l’Ice Club Torino, rappresentano il futuro del pattinaggio europeo e si distinguono per talento, dedizione e spirito competitivo.

I riflettori sono puntati su Daniel Grassl, Tomas Guarino e Sarina Joos, atleti di punta che potrebbero prendere parte ai Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026. Le loro performance nei prossimi mesi saranno determinanti per definire la composizione delle squadre olimpiche.

“Siamo orgogliosi di iniziare questa nuova stagione con entusiasmo e ambizione. L’Ice Club Torino è una realtà che da anni investe nella formazione sportiva e artistica dei suoi atleti, offrendo loro un ambiente stimolante e professionale. Vedere i nostri ragazzi convocati per competizioni internazionali e candidati all’Olimpiade è motivo di grande soddisfazione. Auguro a tutti gli atleti una stagione ricca di successi, crescita e passione. Il nostro impegno è quello di continuare a promuovere il pattinaggio come disciplina che unisce tecnica, arte e valori umani. Torino è pronta a brillare sul ghiaccio” commenta la Presidente dell’Ice Club Torino Claudia Masoero.

«Questa stagione rappresenta un crocevia fondamentale per molti dei nostri atleti. Il lavoro che stiamo portando avanti non si limita alla preparazione tecnica, ma mira a costruire identità artistiche forti e riconoscibili. Ogni programma è pensato per raccontare una storia, per emozionare e per lasciare un segno. Allenare giovani talenti provenienti da diversi Paesi è una sfida entusiasmante: Torino è diventata un laboratorio creativo dove si incontrano culture, stili e visioni. Il nostro obiettivo è portare sul ghiaccio non solo una solida tecnica, ma anche autenticità e bellezza. Sono fiducioso che questa stagione ci regalerà momenti indimenticabili” aggiunge Edoardo De Bernardis.

L’Ice Club Torino si conferma come uno dei poli più dinamici e innovativi, grazie a un team tecnico di altissimo profilo, una visione artistica riconosciuta a livello internazionale e una struttura organizzativa solida e inclusiva.

Qualificazioni Mondiali: Israele-Italia 4-5, follia e gol a raffica a Debrecen

L’Italia di Gennaro Gattuso vince una partita al cardiopalma contro Israele, imponendosi 5-4 a Debrecen nelle qualificazioni mondiali. Un match rocambolesco, ricco di errori, ribaltoni ed emozioni fino all’ultimo secondo.
Israele parte meglio e trova il vantaggio al 15’ grazie a uno sfortunato autogol di Locatelli. Gli Azzurri faticano a reagire ma crescono col passare dei minuti, trovando il pareggio al 39’ con Moise Kean, abile a sfruttare un errore della difesa avversaria.
Nella ripresa Dor Petetz firma il 2-1 per Israele, ma l’Italia non ci sta: ancora Kean sigla il pari e poco dopo Politano completa la rimonta portando i suoi sul 3-2. Sembra fatta, ma Israele reagisce con orgoglio e in appena tre minuti ribalta tutto, riportandosi sul 4-4.
Quando il pareggio sembra ormai scritto, al 90’ Sandro Tonali trova il gol vittoria con un destro dal limite, facendo esplodere la panchina azzurra.
Gattuso può tirare un sospiro di sollievo: la sua Italia è viva, grintosa e ancora in corsa per il Mondiale, anche se la fase difensiva resta un punto da migliorare.

Enzo Grassano

Jannik Sinner è cittadino onorario di Torino

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L’onorificenza a un simbolo sportivo assoluto – conferita per il contributo all’immagine nazionale e internazionale della Città – è stata votata oggi pomeriggio dal Consiglio comunale con l’approvazione unanime della proposta del sindaco Lo Russo sottoscritta da 24 consiglieri.

La mozione evidenzia il legame significativo tra il tennista e la Città; protagonista delle Atp Finals “ha saputo parlare con entusiasmo di Torino, valorizzando l’immagine e l’attrattività internazionale.”

E’ un atto – sottolinea il documento – che celebra il suo straordinario percorso umano e sportivo e consolida il rapporto speciale che lo unisce alla nostra comunità.

“Un modello virtuoso per i giovani nell’esempio comportamentale e uno stile dallo spirito sabaudo” ha evidenziato Lo Russo nel presentare l’iniziativa.

Vent’anni da Toro: L’era Cairo dei Trionfi” (2005-2025 – L’ucronia di un Grande Torino rinato)

Nel luglio del 2005, Urbano Cairo prende le redini del Torino FC tra mille dubbi. Ma in questa realtà alternativa, fin dall’inizio qualcosa cambia. Cairo, più audace, decide di investire subito in un progetto ambizioso: ricostruire un “nuovo Grande Torino”. Affida la guida tecnica a Gian Piero Ventura ma con un piano a lungo termine, stile Ajax o Athletic Bilbao: valorizzare i giovani del vivaio, investire nello scouting, e riportare l’identità granata al centro.
2008 Ritorno in Serie A e la rinascita granata
Dopo due anni di assestamento, il Toro torna in Serie A nel 2008 con una squadra giovane, grintosa, e un gioco spettacolare. Nasce il trio delle meraviglie: Belotti, Ogbonna e Baselli, cresciuti nel vivaio e ormai colonne del club.
2012 Il Primo Trionfo: Coppa Italia
Contro ogni pronostico, il Torino vince la Coppa Italia 2012, battendo in finale la Juventus 2-1 grazie a una doppietta di Alessio Cerci. È un trionfo storico, il primo trofeo ufficiale dai tempi dell’ultima Coppa Italia del 1993. I tifosi invadono le strade, il Filadelfia viene ricostruito e diventa centro nevralgico del club.
2014 Lo Scudetto del Cuore
La stagione 2013-2014 è leggendaria. In un campionato incerto, il Torino approfitta del caos in casa Juve (in questa realtà, Conte si dimette a gennaio) e con una squadra compatta e brillante guidata da Immobile e Belotti in attacco, El Kaddouri a centrocampo e Padelli tra i pali, vince il suo 8° Scudetto. È festa in tutta Italia: il Toro torna campione dopo 68 anni, e lo fa con stile e umiltà.
2015 Europa League: una cavalcata epica
Da outsider, il Torino stupisce l’Europa. Batte l’Everton, poi lo Zenit, poi l’Ajax in semifinale. In finale a Varsavia contro il Siviglia, Belotti segna una doppietta da urlo e il Toro alza la sua prima coppa europea. È l’apoteosi.
2020 – Il nuovo Stadio Filadelfia
Grazie ai successi e agli introiti europei, Cairo finanzia la costruzione di un nuovo Stadio Filadelfia da 33.000 posti, tutto dedicato alla storia granata. Un impianto moderno ma con l’anima degli Invincibili.
2023 Seconda Coppa Italia e Supercoppa
Nel 2023 il Torino batte la Roma in finale di Coppa Italia, poi vince la Supercoppa Italiana contro il Milan con un rigore decisivo di Ricci. A 18 anni dalla prima coppa, il ciclo vincente continua.
2025 – Vent’anni di Cairo, il “Presidente del Rinascimento Granata”
In 20 anni, Urbano Cairo ha trasformato il Toro:
1 Scudetto (2014)
2 Coppe Italia (2012, 2023)
1 Europa League (2015)
1 Supercoppa Italiana (2023)
Ritorno stabile in Champions League
Un vivaio tra i migliori d’Europa
Un nuovo stadio e un Filadelfia pulsante
Non è tornato il Grande Torino, perché quello resta irripetibile. Ma è nato un “Toro Moderno”, degno erede di quella leggenda.

Enzo Grassano