SPETTACOLI- Pagina 75

Carlotta Iossetti convince come Miss Marple in “Un delitto avrà luogo”

Sul palcoscenico del Gioiello, stasera (ore 21) e domani (ore 16)

Torino Spettacoli continua felicemente la sua solida avventura tra le pagine della regina del giallo. Agatha Christie, dal sempiterno “Trappola per topi” sino all’”Ospite inatteso”, sembra essere davvero di casa, in una maniera ormai inconfondibile di affrontarla, di respirarla, di riproporla ad un publico che non teme passi falsi. Nella sala (gremitissima alla prima) del Gioiello – con eleganza rispolverata nelle luci e nelle poltrone, la maggior parte nei colori di bell’accostamento crema e rosso e con la giusta visibilità dello sponsor, la Banca Cambiano: ma già l’atrio del teatro accoglie oggi un’ampia e veloce cassa, un gruppo di divani e poltrone per l’attesa, efficace rivoluzione visiva del Fabrizio Di Fiore Entertainment – entra sino a domani, domenica 8 ottobre, “Un delitto avrà luogo”, che l’autrice diede alle stampe nel 1950 sotto forma di romanzo, ispiratrice alle imprese di detective ancora una volta Miss Marple.

Come può essere annunciata, nelle colonne del giornale locale, la programmazione di un delitto? Pare che si possa. È quel che succede il venerdì 29 ottobre 1950 nel villaggio di Chipping Cleghorn, uguale a tanti altri villaggi, dove non succede mai nulla: alle ore 18,30 a Little Paddocks, il villino della signora Blacklock, avrebbe avuto luogo il delitto? Lo scherzo di un buontempone oppure c’è davvero da temere che un assassino si aggiri per quelle strette strade e in quelle stanze? Improvvisa paura sì ma anche l’occasione per un chiacchiericcio nelle case e nelle botteghe, pettegolezzi e piccole curiosità, un pizzico di terrore pronto ad attraversare le menti e i cuori degli abitanti, senza risparmiare nessuno, tutti o quasi puntuali all’ora stabilita a riunirsi per un tè e un pasticcino, per due chiacchiere più o meno tranquille: fino a che, allo scoccare della mezz’ora, la corrente salta, la luce di una pila circonda qualche viso, un urlo e tre colpi di pistola riempiono l’aria e le stanze. Con tanto di vittima, naturalmente: e forse il maturo commissario Craddock brancolerebbe nel buio se non intervenisse, con il suo buon bagaglio di curiosità e arguzia, la risolutiva detective, pronta ad analizzare con la solita perfezione della propria lente le situazioni e i vari e coloriti personaggi, che, secondo le sacrosante leggi del giallo, hanno qualcosa da nascondere. L’eterno studente e sua sorella, la padrona di casa troppo ospitale, la parente troppo svampita, l’aspirante scrittore in vena di successo, una cuoca che se n’è dovuta fuggire dall’Est Europa. Un passato per qualcuno un po’ ingombrante, fatti che esprimono dubbi, un’eredità che farebbe comodo a parecchie persone, ingombranti soggiorni all’estero, su tutto il fascino e l’abilità della Christie nel manovrare il tanto materiale (e il finale che è tutto un fuoco d’artificio merita la grande attenzione dello spettatore). Ma si tratta della Christie, e si tratta di Miss Marple, per cui anche qui momenti di divertimento sono ampiamente assicurati, come del resto l’autrice ci ha abituato attraverso le pagine di ogni suo romanzo.

Dalle più celebri Margaret Rutherford ad Angela Lansbury, passando per Julia McKenzie ed Helen Hayes e Geraldine McEwan, quante attrici nelle varie cinematografie hanno dato un volto e una “maniera” all’arzilla vecchietta? Borbottone, attempate, acciaccate, ingrugnite, al passo con i loro denunciabili anni. Siamo sinceri, chi si aspetterebbe, su di un palcoscenico, di vedere negli stessi panni Carlotta Iossetti, fresca del – solo – mezzo secolo, afferrare (qualche dubbio, innegabile, l’avevo) a man forte il personaggio e farlo suo non soltanto con l’adattamento della voce portandola in là con gli anni ma anche con la postura, con i ragionamenti e le deduzioni di vecchia saggia, gli stupori e i silenzi, le improvvise apparizioni che portano alla soluzione dell’ingarbugliato intreccio. Credibilissima, e non era una scommessa facile a vincersi. Nella scena vecchio villino inglese di Gian Mesturino, con la regia senza intoppi di Girolamo Angione, che si fa ineccepibile macchina in un secondo tempo perfettamente oliato, Iossetti si muove con i suoi compagni, pronti a costruire più o meno importanti personaggi con vario gusto, da Andrea Beltramo a Elena Soffiato (ogni intervento un applauso), da Elia Tedesco a Patrizia Pozzi a Barbara Cinquatti a tutti gli altri. Ricordiamo che, terminate le repliche al Gioiello, “Un delitto avrà luogo”, tornerà al teatro Erba dal 1° al 9 dicembre.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Carlotta Iossetti con Andrea Beltramo e Elia Tedesco; gli attori della compagnia.

Brani immortali con Cristal Jazz Quintet

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 11 ottobre, ore 21.30

Brani immortali del jazz che spaziano dallo swing, al bebop, alla bossa nova, con escursioni nel jazz modale e pezzi di musica leggera riletti in chiave jazzistica per un ascolto godibile, variegato nei generi e spesso inatteso nell’interpretazione.

La nuova formazione del Cristal Jazz Quintet è formata da Federico Ponzano al sax tenore, Giangiacomo Rosso alla chitarra, Gianmaria Ferrario al contrabbasso, Marco Breglia alla batteria e la voce di Valentina Nicolotti.

FORMAZIONE

Federico Ponzano, sax tenore

Valentina Nicolotti, voce

Giangiacomo Rosso, chitarra

Gianmaria Ferrario, contrabbasso

Marco Breglia, batteria

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Per la prima volta a Torino l’operetta di Offenbach “Un mari a la porte”

Per la Stagione d’opera e di Balletto 2023/2024 approda al Piccolo Regio Puccini

 

Approda al Piccolo Regio Puccini, per la prima volta eseguita a Torino, l’operetta di Jacques Offenbach dal titolo “Un mari a la porte”, un trionfo di leggerezza e joie de vivre, tra valzer, polke e mazurche. Sarà in scena fino al 14 ottobre prossimo.

Composta a Parigi nel 1859 su libretto di Alfredo Delacour e Léon Morand, andò in scena al Théatre des Bouffes Parisiens il 22 giugno dello stesso anno. Questo titolo è il contraltare della Juive, nata ventiquattro anni prima. L’accostamento tra il grand-opéra e questa operetta vuole dare l’opportunità al pubblico di immergersi completamente nell’atmosfera di fervore culturale parigino di metà Ottocento. Prosegue il viaggio tra Italia e Francia iniziato con La Figlia del reggimento di Donizetti.

Torna a rivivere la splendida collaborazione instaurata con le compagini artistiche del teatro. Grazie all’esperienza del Regio Ensemble, il giovane Riccardo Bisatti torna a dirigere l’Orchestra del REGIO come direttore ospite.

La regia è di Anna Maria Bruzzese, i costumi di Laura Viglione, le luci di Andrea Rizzitelli.

Il ruolo di Florestan Ducroquet, artista bohémien poco talentuoso e squattrinato è assunto dal tenore polacco Pawel Zak. La mezzosoprano russa Ksenia Chubunova interpreta il ruolo della neosposina Suzanne. Il soprano Austriaco Amélie Hois vestirà i panni di Rosita, l’amica della sposa dal carattere travolgente e indipendente. Il marito del titolo sarà interpretato da Matteo Mollica.

“ È un’opera ‘sorbetto’ – commenta Riccardo Bisatti, il direttore d’orchestra – Dopo la Juive ha fatto bene il teatro Regio a programmare questa divertente e splendida operetta di Offenbach. Invito tutti a partecipare e venire a ascoltarla per passare una bella serata, con musica molto bella e travolgente,

‘Un mari a la porte’ è eseguito in lingua originale francese, con sopratitoli in italiano.

Mara Martellotta

Play with Food, il primo festival di teatro interamente dedicato al cibo

Tutto il programma della dodicesima edizione di Play with Food, il primo festival di teatro interamente dedicato al cibo, con molte novità, creazioni site specific ed esperienze in luoghi inaspettati.

A Torino, da domenica 1 a domenica 8 ottobre 2023, è in programma la dodicesima edizione di Play with Food – La scena del cibo, in Italia il primo ed unico festival teatrale interamente dedicato al cibo e alla convivialità, organizzato da Associazione Cuochilab, con la direzione artistica di Davide Barbato.

Anche per questa edizione Fondazione Compagnia di San Paolo è maggior sostenitore, nell’ambito delle “Linee guida per progetti nell’ambito della cultura contemporanea”. Il festival è inoltre realizzato grazie al sostegno di Regione Piemonte e Fondazione CRT, il supporto di Camera di commercio di Torino, e con il Patrocinio della Città di Torino. Main sponsor Nova Coop.

L’invito a “giocare col cibo” è la provocazione che da sempre il festival lancia ad artiste e artisti performativi, con lo scopo di far emergere storie sorprendenti, significati profondi, simbologie inaspettate, da un tema ricco di sfumature e soprattutto capace di parlare ad ogni tipologia di spettatore.

Un invito da cui nascono anche quest’anno opere realizzate ad hoc per il festival, che per l’edizione 2023 si concentra particolarmente sulle creazioni site specific e su esperienze che coinvolgeranno a tutto tondo pubblico e artisti: spettacoli di piccolo formato, per pochi spettatori alla volta, allestiti in luoghi inaspettati, proposti in diverse repliche e sempre accompagnati da momenti conviviali. In giro per Torino, appartamenti privati, ristoranti e piccoli spazi di produzione culturale diventeranno vere e proprie “case d’artista” che le compagnie apriranno al pubblico tutti i giorni del festival, mettendo in scena gli spettacoli letteralmente tra il salotto e i fornelli.

L’edizione 2023 propone 8 giorni di programmazione7 compagnie, 22 appuntamenti dislocati in tutta la città, con 5 prime assolute e 1 prima regionale. Gli spettacoli ospitati saranno prevalentemente creazioni originali per il festival.

Anche quest’anno in Play with Food, oltre al teatro, ci saranno altri essenziali protagonisti. Le eccellenze gastronomiche del territorio, che il pubblico del festival potrà scoprire grazie alla collaborazione con il progetto Maestri del Gusto di Torino e provincia della Camera di commercio di Torino e con molti altri food partner. Le location, parte integrante degli spettacoli e delle performance site specific: luoghi suggestivi, storici o ancora da scoprire o inaugurati da poco, sia aperti al pubblico che privati, frutto di una ricerca approfondita concretizzata in collaborazione con gli hospitality partner.

Le location più suggestive e “segrete” sono protagoniste anche nell’esperienza delle underground dinner, la proposta più caratteristica di Play with Food: cene teatrali che andranno in scena in appartamenti privati, il cui indirizzo sarà svelato solo ai partecipanti, e solo il giorno stesso dell’evento. La novità di questa edizione è che le compagnie vivranno in questi stessi appartamenti per tutta la durata del festival, e cucineranno per gli spettatori in prima persona, con la collaborazione dei food partner.

L’immagine di questa edizione è curata per il secondo anno dal giovane illustratore chierese Riccardo Massarotto.

GLI SPETTACOLI IN PROGRAMMA

Il festival comincia domenica 1 ottobre alle ore 17, negli spazi della Falegnameria, con la prima assoluta dello spettacolo di danza Cenere di e con Silvia Bandini, prodotto dalla compagnia Zerogrammi (Torino).
Cenere è una finestra aperta nel salotto di Olga. Un viaggio profondo e ironico nell’assenza e nel silenzio improvviso che una morte lascia a chi rimane. La ricostruzione di un quotidiano nel quale un oggetto freddo e inanimato si carica di significato, umanità e memoria. Lo spettatore viene coinvolto nello spazio emotivo della protagonista che attraverso oggetti, cibo, abiti e gesti ordinari compie il proprio personale rituale, danzando e mimetizzandosi nel suo ambiente quotidiano con la stessa libertà di chi è ormai sola nelle proprie stanze segrete.
Lo spettacolo sarà in replica lunedì 2 / martedì 3 / mercoledì 4 ottobre alle ore 21.30. Dopo la performance, gli spettatori potranno gustare la torta di Olga, insieme ad una selezione di dolci, tè e caffè a cura dei food partner del festival.

Sempre domenica 1 ottobre, alle ore 20, il Collettivo L’Amalgama (Milano) aprirà le porte di casa propria per un’imperdibile underground dinner: La prima assoluta de L’indispensabile *Quel che ricordo del silenzio della compagnia, terza tappa del progetto L’indispensabile, il cui primo capitolo ha debuttato proprio al festival nel 2021. Rigorosamente segreto, l’indirizzo della casa sarà svelato solo ai partecipanti.
L’indispensabile *Quel che ricordo del silenzio è parte di un progetto d’indagine condotto dalla compagnia su persone di diversa età, genere ed estrazione sociale, per scoprire ogni volta il rapporto diverso e soggettivo che ogni individuo ha con il cibo. Lo spettacolo è uno dei capitoli dell’indagine e durante la cena, preparata e servita dagli attori, prenderanno vita monologhi, dialoghi, scene improvvisate. Ogni sera lo spettacolo avrà un sapore leggermente diverso, dato dalle storie e personalità del pubblico che saranno dosate e mescolate come gli ingredienti di una ricetta.
Lo spettacolo sarà in replica lunedì 2 / sabato 7 ottobre alle ore 20 e domenica 8 ottobre alle 12.30. Evento in collaborazione con Welcome Home.

Lunedì 2 ottobre alle ore 21 (anticipato da un aperitivo dalle 20 alle 20.45) andrà in scena nello spazio suggestivo di San Pietro in Vincoli Zona Teatro la prima assoluta di Memorie di una cassiera messo in scena da Jacopo Valsania, Federica Bonani e Marta Zen (Torino). Il testo (vincitore del premio di drammaturgia 2022 indetto da Play with Food insieme a Fringe festival e Strabismi) è un piccolo periplo intorno all’essere umano. Dalla vetta della sua postazione di lavoro, una cassiera osserva e ci racconta il brulicare quotidiano dell’umanità tra le corsie del supermercato, tra aneddoti, deliri e confidenze, rivelando una sempre maggiore ambiguità: si svela sacerdotessa, medium tra il mondo degli uomini e quello delle cose e del loro valore. Aperitivo offerto dai Cuochivolanti e dai food partner del festival. Evento in collaborazione con Torino Fringe Festival e A.M.A  Factory.

Martedì 3 ottobre l’appuntamento sarà con due prime assolute. Alle 19.30 all’Albergo Ristorante San Giors, locanda storica di Porta Palazzo, sarà in scena Un ultimo giro, spettacolo accompagnato da una degustazione di cocktail preparati dall’artista e un aperitivo a cura del San Giors. Maria Pilar Pérez Aspa, autrice e interprete dello spettacolo prodotto da ATIR (Milano), ci accompagnerà in un viaggio nell’universo dei cocktail: i cocktail nel cinema, nella letteratura, a teatro; i cocktail nei testi delle canzoni, i cocktail di Fitzgerald, di Hemingway: cocktail che hanno accompagnato la storia moderna dell’uomo evolvendosi e reinventandosi assieme ad esso. Sono il riflesso di guerre, economia, moda, come in un notiziario liquido che ci racconta il passare degli anni osservati dal bancone di un bar. Dopo lo spettacolo, sarà possibile cenare nelle suggestive sale storiche del ristorante San Giors.
Lo spettacolo sarà in replica martedì 3 / mercoledì 4 / giovedì 5 ottobre alle ore 19.30.

Sempre martedì 3, alle 20, andrà in scena una nuova underground dinner, anche questa, naturalmente, in un luogo segreto: la pluripremiata compagnia Controcanto Collettivo (Roma), con lo spettacolo In compagnia, farà accomodare il pubblico ad una vera e propria “tavolata” di colleghi teatranti che sono anche amici e compagni di vita; una cena, come tante se ne fanno durante la vita di tournée, che sarà insieme un momento di confidenza, di condivisione, di cibo, di pensieri e discussioni, che partono da una domanda provocatoria ed esemplare che a Roma si pone quando si riceve una confidenza ingiustificata: «Avemo mai magnato insieme?».
Lo spettacolo sarà in replica martedì 3 / mercoledì 4 / giovedì 5 / venerdì 6 / sabato 7 ottobre alle ore 20 e domenica 8 ottobre alle ore 12.30. Evento in collaborazione con Welcome Home.

Giovedì 5 ottobre alle ore 21.30 il festival torna nei poetici spazi della Falegnameria per la prima regionale di Una notte su mille di Teatrino Giullare (BO). Una performance che nasce dall’immenso serbatoio di racconti de Le Mille e una Notte: un giocoso viaggio narrativo e musicale nello spazio e nel tempo, nei profumi e nei sapori, alla scoperta del mondo delle Notti osservato nella sua dimensione più ricca, quella della convivialità. Nelle Mille e una Notte l’opulenza descrittiva degli eventi conviviali contribuisce sempre allo sviluppo della trama: in ogni racconto il cibo dona ristoro, infonde fiducia, genera un contrasto. Gli spettatori potranno gustare i biscotti preparati dalla compagnia, insieme ad una selezione di dolci, tè e caffè a cura dei food partner del festival.
Lo spettacolo sarà di nuovo in scena venerdì 6 ottobre alle ore 21 e, per gli spettatori che vorranno calarsi appieno nell’atmosfera notturna dei racconti, ci sarà un’ultima replica speciale, nel cuore della notte, alle 23.

 

Venerdì 6 ottobre alle ore 20 nello spazio di Fiorfood sarà la volta di Slam with food a cura di Atti Impuri (Torino). Un vero poetry slam: una gara tra poeti giudicati da una giuria estratta a sorte tra il pubblico. Il format nasce negli anni ’80 negli Stati Uniti e si diffonde in tutto il mondo con sperimentazioni differenti, creando l’occasione per esplorare i nuovi linguaggi che ruotano attorno alla poesia, mescolando performance, rap, drammaturgia e stand up comedy. Durante lo spettacolo ci sarà un aperitivo a cura di Fiorfood. Evento in collaborazione con Nova Coop, main sponsor del festival.

PARTNER

Come sempre gli spettacoli saranno accompagnati da momenti conviviali realizzati con la collaborazione dei food partner del festival, “cuore culinario” di Play with Food: i Maestri del Gusto di Torino e provincia 2023-2024 (Caffè Alberto, Pastificio Bolognese, Birrificio Gilac, Boella & Sorrisi, Boutic Caffè, Camellia il tempo del tè, Green Italy, Osteria Enoteca Rabezzana, La Rosticceria Lorenzini, Varvello L’Aceto Reale), Cuochivolanti, Agrisalumeria Luiset.

Ma non solo. Le scoperte gastronomiche continueranno anche dopo i giorni del festival grazie alla nuova edizione dell’Aperitivo fuori sede: gli spettatori riceveranno una card che permetterà loro, fino al 31 ottobre 2023, di visitare le sedi dei food partner per una degustazione gratuita o un piccolo omaggio, per ritrovare un po’ di Play with Food anche fuori dal teatro e conoscere da vicino le eccellenze del nostro territorio.

Anche per questa edizione è confermata la prestigiosa partnership con Nova Coop, che sostiene il festival e ospita un evento del programma al Fiorfood, il flagship di Coop con supermercato, bistrot e ristorante nella cornice della storica Galleria San Federico a Torino.

Il progetto Play with Food 2023 è sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo (maggior sostenitore) nell’ambito delle “Linee guida per progetti nell’ambito della cultura contemporanea”.

L’edizione 2023 è realizzata inoltre con il sostegno di Regione Piemonte e Fondazione CRT, il supporto di Camera di commercio di Torino, il Patrocinio della Città di Torino e la collaborazione di A.M.A. Factory, C.Ar.Pe, Casa Fools, La Falegnameria, Sineglossa, Strabismi, Torino Fringe Festival.

Hospitality partner Albergo Ristorante San Giors, Tomato Urban Retreat e Welcome Home. Mediapartner Radio G.R.P.

DOPO IL FESTIVAL

Proseguirà fino alla primavera 2024 il progetto Cantieri, la serie di workshop di alta formazione artistica gratuita dedicata a professionisti delle arti performative, organizzati da Play with Food festival e Casa Fools, che nelle prime due edizioni hanno ospitato masterclass e laboratori di artisti tra cui Liv Ferracchiati, Mariano Dammacco, Gabriela Munoz, Rosario Lisma, Barbara Moselli, Roberto Fassone e Andrea Cerri.

Il programma completo e tutte le info sui biglietti sono su www.playwithfood.it.

Roman Polanski o la perdita del senno

The Palace” da Venezia ai nostri schermi

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Ci vuol poco a perdere la faccia, basta un passo falso: e Roman Polanski quel passo l’ha fatto. È quasi impensabile che un regista che ci ha dato, nella sua lunga storia, opere come “Chinatown” e “Frantic”, soprattutto come “Il pianista” e “L’ufficiale e la spia” (il penultimo suo titolo, soltanto quattro anni fa), abbia potuto mettersi ad un tavolo e buttar giù con gli amici Jerzy Skolimowski e la di lui consorte Ewa Piaskowska un fascio di gag e di personaggi tanto squinternati: eppure è successo. Uno tende ad aggiustare il tiro: ha voluto un ritratto pieno di cattiveria contro un genere umano che gli sta sempre più stretto. I mezzi da usare dovevano essere altri, ben diversi, non raffazzonati, mai esclusivamente volgari, mai privi di un briciolo di sacrosanta eleganza. Mai privi di quelle invenzioni di cui si deve cibare un buon film: e qui siamo al digiuno più completo. Comicità? Mi pare debba essere messa su altri binari.

The Palace” (presentato a Venezia vuoi per la benevolenza del direttore Alberto Barbera vuoi per le spinte insistenze del produttore Luca Barbareschi, anche attore che offende con quella patacca sul naso il Nicholson di “Chinatown”) è ambientato a Gstaad la notte che è il cambio tra il Novecento e il nuovo Millennio. Nel lussuoso quanto accogliente albergo del titolo (gli onori di casa li fanno il maître Oliver Masucci e il suo fido concièrge Fortunato Cerlino) “si scarica” una frotta di: attore porno immortalato nella mente (?) delle signore per le misure ragguardevoli del suo membro, gruppo di russi con vagonata di valige piene di denaro da nascondere immediatamente in un bunker bellico e stuolo di escort da accontentare, blasonata con cagnetto al seguito problematico nelle proprie minuscole defecazioni, infido lestofante con parrucchino pronto a ripudiare un figlio e la di lui moglie e prole, arzillo centenario con giovane e debordante moglie che nell’anniversario del matrimonio pensa bene di porgere in dono alla suddetta un altrettanto arzillo pinguino, osannato chirurgo estetico che all’occorrenza non rifiuta di diventare veterinario, madamazze rifatte che sfoderano a fatica faticosi sorrisi. Siamo a mezza strada tra il trash più sbandierato e il cinepanettone di un Neri Parenti nostrano già andato a male. Siamo nello svolgersi faticoso di episodietto dopo episodietto, siamo alla barzelletta da caserma, siamo in preda alla stanchezza di un maestro del cinema novantenne, che deve per un momento aver messo da parte la maestria e il senno, siamo di fronte al max dello spiritoso con le cameriere che disfano montagne di lenzuola alla ricerca della cacca del minuscolo quadrupede da analizzare. Siamo di fronte al rivoluzionario, forse qualcuno pretenderebbe, con le cameriere di cui sopra intente a intonare con i compagni russi l’”Internazionale”, mentre le tivù trasmettono l’abbandono di un Eltsin non propriamente lucido e il primo saluto di un Putin che inneggia alla democrazia e alla libertà. L’ultimo fotogramma sfoderato da Polanski è la trovata perfetta intesa sessuale tra il pinguino e il cagnolino: a scuola mi insegnarono “Tantoque bonus dormitat Homerus”, secondo il verso di Orazio. Rispolveriamolo per il Nostro. Della combricola, per pagare tasse e bollette della luce con più tranquillità, Fanny Ardant che fu con Truffaut, John Cleese dei furono Monty Python, Joaquim de Almeida che i Taviani abbracciarono, Mickey Rourke che in un lontanissimo passato frequentò Coppola e Cimino e Lyne.

Dimenticavo: lunedì scorso, allo spettacolo preserale, nella sala due dell’Ambrosio (un 190 posti all’incirca), mi sono ritrovato solo, unico spettatore. Davanti a uno schermo che mi è parso più vuoto della sala. Un magone per un amante di quello che fu il cinema d’autore.

Sorprese ai giardini “Filogamo” per la preparazione della mostra su Tim Burton

Una bella sorpresa sotto la Mole, ai Giardini intitolati al mitico Nunzio Filogamo, lo spazio verde tra la vecchia sede della Rai di via Montebello dove ora c’è la Mediateca ed il Museo Nazionale del Cinema. Prima, una strana creatura verde e poi tante altre opere tutte da scoprire…

Sono i preparativi per la mostra “The World of Tim Burton” che aprirà mercoledì 11 ottobre con una Masterclass del regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, a cui seguirà la sera stessa la proiezione di uno dei suoi capolavori: “Beetlejuice”.

La mostra sarà visitabile sino al 7 aprile 2024 in attesa di Beetlejuice 2!

Igino Macagno

“Voglio solo dire che non ti lascerò fuggire…”

Music Tales, la rubrica musicale 
“Voglio solo dire che non ti lascerò fuggire
Tu mi appartieni
Voglio soltanto abbracciarti,
Vorrei solo stringerti,
Dai lascia che ti stringa stasera”
Cantautore, chitarrista, armonicista, fotografo e attivista canadese.
Il suo nome è Bryan Adams.
Classe 1959.
Nasce da genitori inglesi: Elizabeth Jane (nata Watson) e il capitano Conrad J. Adams, emigrato in Canada da Plymouth, in Inghilterra negli anni ’50. Il padre di Adams, un ufficiale di Sandhurst nell’esercito britannico, si unì all’esercito canadese e in seguito passò il suo tempo come osservatore delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace in Canada, che lo portò a diventare un diplomatico canadese straniero.
Adams ha viaggiato con i suoi genitori in posti diplomatici a Lisbona, in Portogallo (dove ha frequentato la Carlucci American International School of Lisbon) e Vienna, in Austria, negli anni ’60 e a Tel Aviv, in Israele nei primi anni ’70.
Cresciuto a Ottawa, Adams ha frequentato il Colonel By Secondary School nel quartiere di Beacon Hill a Ottawa.
Nel 1974, Adams, sua madre e suo fratello minore Bruce si trasferirono a North Vancouver mentre suo padre fu mandato all’estero.
Adams è vegano da 30 anni; ha smesso di mangiare carne e latticini nel 1989.
«Ho compiuto 57 anni quest’anno e lavoro sodo, sono sempre in movimento ma ho tonnellate di energia perché sono a base vegetale. È assolutamente la cosa migliore che tu possa mai fare per te stesso. È un grande percorso.»
Adams non si è mai sposato. Negli anni ’90 ha avuto una relazione con la modella danese Cecilie Thomsen. Adams e Alicia Grimaldi, sua ex assistente personale e ora cofondatrice della The Bryan Adams Foundation, hanno avuto la loro prima figlia nell’aprile 2011 e la loro seconda figlia nel febbraio 2013.
Mirabella Bunny e Lula Rosylea.
 In occasione della nascita della prima figlia, Bryan si è espresso così: “Sono veramente orgoglioso di annunciare che Mirabella Bunny è nata il 22 aprile. Come tutti i bravi coniglietti pasquali” – infatti Bunny in inglese significa proprio coniglio- “è arrivata il Venerdì di Pasqua. Mamma e figlia stanno bene e sono felici“. L’ultima figlia invece si chiama Lula in omaggio alla canzone di Gene Vincent, “Be-bop-a-lula”.
Il cantante è vegano e sostenitore dei diritti degli animali.
«Non sono mai stato innamorato dell’idea di essere una celebrità.»
Vi invito all’ascolto ed attendo le vostre impressioni sul brano:
CHIARA DE CARLO
                    Buon ascolto
scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!
Ecco a voi gli eventi da non perdere!

La stagione di Torino Spettacoli ricomincia da Agatha Christie

Da giovedì 5 ottobre nella sala del Gioiello

Torino Spettacoli inaugura alla grande la nuova stagione. Il luogo, il teatro Gioiello. Il titolo, “Un delitto avrà luogo”, sesto appuntamento del sodalizio firmato dalla compagnia con il teatro di Agatha Christie, dopo il sempiterno “Trappola per topi”, “La tela del ragno”, Assassinio sul Nilo”, “Caffè nero per Poirot” e “L’ospite Inatteso”. Dal 5 all’8 ottobre una nuova avventura per Miss Marple su un palcoscenico che, come quello dell’Alfieri, è passato dalla scorsa stagione sotto lo sguardo attento e per molti versi rivoluzionario della Fabrizio Di Fiore Entertainment (da giovedì a sabato alle ore 21, ultima replica domenica alla ore 16).


Ma davvero si può annunciare la programmazione di un delitto? Pare proprio di sì. È quel che succede il venerdì 29 ottobre 1950 nel tranquillo villaggio di Chipping Cleghorn: alle 18,30 a Little Paddocks, il villino della signora Blacklock, avrebbe avuto luogo il delitto. “Si prega di prender nota di questo avvertimento che non sarà più ripetuto” è il tocco d’intimidazione. Pettegolezzi, curiosità, un pizzico di terrore attraversa i cuori e le menti degli abitanti del piccolo e sino ad allora tranquillo paese, tutti puntuali all’ora stabilita per un tè e un pasticcino, per due chiacchiere più o meno tranquille: fino a che, allo scoccare della mezz’ora, la corrente salta e un urlo e tre colpi di pistola riempiono l’aria e le stanze. Con tanto di vittima che ci guardiamo bene dal rivelare: dicendo soltanto quanto la polizia brancoli nel buio e sia auspicabile l’arrivo dell’arzilla e risolutiva detective, pronta ad analizzate con la solita perfezione della propria lente le situazioni e i vari e coloriti personaggi, da Patrick eterno studente a sua sorella Giulia, da un’orgogliosa vedova di guerra alla svampita Bunny, grande e sfortunata amica della padrona di casa, dalla cuoca che se n’è dovuta fuggire dall’est Europa ad un aspirante scrittore ancora parecchio lontano da un (forse) dovuto successo. Colpi di scena, momenti ingarbugliati che arrivano dal passato, un’eredità contesa, una malattia e un soggiorno all’estero che presenta parecchi dubbi, il fascino e l’abilità della Christie nel manovrare il tanto materiale, con l’abituale chiodo fisso secondo cui il male è proprio dell’uomo e la cattiveria ne è l’effetto, di qui le nere azioni che ne conseguono. Ma anche momenti di elegante divertimento, secondo le pagine a cui la Christie ci ha abituato nei suoi romanzi.

La traduzione è di Edoardo Erba, la scena di Gian Mesturino, la regia di Girolamo Angione, interpreti tra gli altri Carlotta Iossetti, Elia Tedesco, Andrea Beltramo, Elena Soffiato e Barbara Cinquatti. Il teatralissimo manifesto è dovuto agli accattivanti pastelli di Eva Mesturino.

Poi la compagnia proseguirà, sino ad aprile, la propria stagione sul palcoscenico del teatro Erba, con produzioni proprie e con varie ospitalità. Tra le prime, oltre a riprendere “Un delitto avrà luogo” dall’1 al 9 dicembre e “L’ospite inatteso” (dal 23 al 26 novembre), ecco nel mese di ottobre i sei titoli pronti per il 25° Festival di Cultura Classica, da Plauto a Molière all’Odissea di Omero, ancora una volta (6 ottobre) Gianluca Ferrato in “Tutto sua madre”, per la regia di Roberto Piana, autentico successo di critica e pubblico la passata stagione, testo parigino adattato in casa nostra: la storia di un ragazzo e poi di un uomo che cerca, attraverso non poche peripezie, di affermare la propria eterosessualità in una famiglia che al contrario lo ha catalogato come omosessuale. A seguire Marco & Mauro con “Tüt a post” (10 e 11 novembre). Altri appuntamenti “La locandiera” goldoniana con Miriam Mesturino, “Il fidanzato di tutte” con un vulcanico Elia Tedesco a far girare la testa, tra parole e musiche e canzoni, a un nutrito numero di belle ragazze che lo accompagnano nello spettacolo. Tra gli ospiti,  Il successo di Maurizio Colombi, per la regia di Teo Teocoli, “Caveman”, punto d’obbligo di ogni stagione da quattordici anni, da quel 2009 in cui per la prima volta il titolo venne inserito in cartellone, il tributo ad Astor Piazzola del Magasin du Cafè, “Il diario di Anna Frank”, una produzione del Teatro Belli di Roma e della Compagnia Mauri Sturno per la regia di Carlo Emilio Lerici, Giorgio Lupano a riproporre dopo l’exploit dell’anno scorso “La vita al contrario” dal “Curioso caso di Benjamin Button” di Fitzgerald, la presenza dei Trelilu con “Mai a basta” e “Fantasmi sotto sfratto”, dal 13 al 15 aprile, per la regia di Gioacchino Inzirillo, un gustoso connubio di musiche e divertimento. Da non dimenticare il 30 novembre il Galà d’autunno dei “Germana Erba’s Talents”, ospitato sul palcoscenico del teatro Colosseo, autentica sinergia tra due “rivalità” che si spera possa portare ad altre collaborazioni.

Elio Rabbione

Nelle immagini, il disegno di Eva Mesturino, Carlotta Iossetti (Miss Marple) con Andrea Beltramo e Elia Tedesco; gli attori della Compagnia con il regista Girolamo Angione

Al Museo del Cinema approda la grande mostra sul regista Tim Burton

Uno stile inconfondibile, tanto da coniare il termine “burtoniano”

 

Dal 10 ottobre prossimo fino al 7 aprile 2024 sarà visitabile al Museo del Cinema la mostra dedicata al famoso regista Tim Burton, curata da Jenny He in collaborazione con la Tim Burton Productions.

L’esposizione rappresenta un viaggio nell’universo visionario e nella creatività del regista statunitense, che è  anche scrittore. Il nucleo principale della mostra si concentra sull’architettura personale di Burton, con l’esposizione di visioni e bozzetti, che riprendono i temi ricorrenti da cui hanno preso vita i suoi personaggi .

Divisa in dieci sezioni tematiche questa mostra ha un carattere immersivo, è una sorta di viaggio esclusivo nella mente di un genio creativo come è quello di  Tim Burton. Presenta oltre cinquecento esempi di opere d’arte originali, raramente viste, dagli esordi ai progetti più recenti, passando per schizzi, disegni,  dipinti, fotografie, concept art, storyboard, costumi, moquette, opere in movimento,  installazioni scultoree  a grandezza naturale. L’ambientazione suggestiva permetterà ai visitatori di immergersi nell’universo di Tim Burton, approfondendo la sua sensibilità e scattando anche fotografie del Balloon Boy. Si potrà anche esplorare la replica esatta dello studio personale dell’artista.

La mostra si propone di ripercorrere le orme dell’evoluzione della singolare immaginazione visiva di Tim Burton quale artista postmoderno multidimensionale, in una sorta di autobiografia raccontata attraverso il processo creativo dell’autore, senza limiti.

Lo stile di Tim Burton è inconfondibile, fatto di atmosfere oscure, di personaggi malinconici e temi quali la solitudine  e l’emarginazione. In particolare è ricorrente nella sua filmografia la figura del “disfunctional kid”, che sviluppa personaggi emarginati dalla società. Il suo cinema è noto per le ambientazioni fiabesche, gotiche, visionarie. Sebbene sia considerato un regista pop, nella  sua produzione si possono rintracciare alcune caratteristiche personali, tanto che è  stato coniato l’aggettivo “burtoniano”. Il sostrato culturale deriva dalla cultura punk e dal kitsch anni Sessanta, una commistione tra cinema tradizionale  e trash

La sua cinematografia, partendo dal modello del “disfuncional kid”, sviluppa il personaggio dell’outsider, frutto di quell’emarginazione che nasce dal rapporto mostro-uomo.

“Per me – ha dichiarato Tim Burton – i mostri, le creature un po’bizzarre sono i personaggi più vicini alla realtà e sono sempre quelli che suscitano maggiori emozioni”. Un altro tema del regista è l’inno alla vita in contrapposizione alla morte. Il mondo dei morti viene rappresentato come colorato e allegro, in contrapposizione  al mondo dei vivi assai grigio, come nel suo filmq “La sposa cadavere”.

Dal 10 ottobre 2023 al 7 aprile 2024

Chiuso il lunedì

 

MARA MARTELLOTTA

Al teatro Vittoria il maestro Federico Bisio dirige “Un percorso di stile: da Gossec a Bellini”

 

 

Martedì 3 ottobre prossimo, alle 20.30, al teatro Vittoria a Torino, tornerà sul podio il maestro Federico Bisio a dirigere l’Orchestra Polledro nel concerto intitolato “Un percorso di stile: da Gossec a Bellini”.

Di Vincenzo Bellini verrà  eseguita la Sinfonia Breve in Re maggiore, che rimanda chiari richiami a Paisiello e Cimarosa. Di Domenico Cimarosa verrà  eseguito il Concerto in Sol Maggiore per due flauti e orchestra con l’esecuzione affidata ai flauti Danilo Patruno e Rebecca Viora. Quindi di Wolfgang Amadeus Mozartverrà  eseguito il Divertimento in Mi bemolle maggiore KV 113 e di Francois Joseph Gossec la Sinfonia in Mi Bemolle maggiore Op. VIII n. 3.

Noto per la sua produzione operistica, Cimarosa lo è  meno per quella strumentale, anche se sono piuttosto popolari le sue 32 Sonate per Cembalo in un solo movimento,  alcune Sinfonie per cembalo, quartetti per flauto, ouverture e Sinfonie per archi. Celebre  il suo concerto per due flauti traversi che ha conquistato sale e pubblico, divenendo di dominio tra ogni flautista. Composto a Napoli nel 1793 la partitura autografa è  conservata presso il Conservatorio di Musica di San Pietro a Maiella di Napoli.

Il Divertimento K 113 di Mozart è sopravvissuto in due versioni, di cui la prima eseguita durante il Concerto è stata composta a Milano nel novembre 1771.

Gossec, nato nel 1734 durante il regno di Luigi XV in un’enclave francese all’interno del territorio belga sotto il dominio Austriaco, era di due anni più  giovane di Haydn e durante la sua lunga vita ebbe modo di conoscere molti compositori tra i quali ancheMozart. La Sinfonia n. 3 dall’originale organico con i clarinetti al posto degli oboi, è articolata in quattro movimenti Allegro, Larghetto, Tempo di Romanza, Minuetto, Primo e Secondo Presto.

Solisti al flauto nel concerto Danilo Putrino e Rebecca Viora.

 

Mara Martellotta