Music Tales, la rubrica musicale
“A notte tarda vieni a casa
il lavoro e’ stressante, lo so
mi ha lasciato delle rose sulle scale
le sorprese mi fanno capire che lei ci tiene tanto a me”
Il rock vince sempre su tutto. Su tutto. Anche sulle donne, che pure sono una delle ragioni per cui si comincia a fare rock, per cui si mette su una band.
Mark Allan Hoppus è una specie di nomade, cambia continuamente casa per colpa del lavoro di suo padre, un ingegnere specializzato nella progettazione di armi da fuoco.
Forse è anche per questa mancanza di un centro di gravità che è alla ricerca di ragazzi simili a lui Per formare una band.
Sua sorella Ann è buona amica di Tom DeLonge, un tizio piuttosto irrequieto che si è fatto espellere dalla Poway High School per essersi presentato ubriaco ad una partita di basket.
I due si piacciono , cominciano a vedersi nel garage di Mark, dove ognuno fa ascoltare al nuovo amico le proprie canzoni, abbozzi che sono presto destinati ad essere trasformati da una band vera e propria: quella che sognano di metter su.
Assoldano Scott Raynor. Ora sono pronti. Il trio prima si chiama Duck Tape, poi Blink, poi Blink 182.
I tre suonano che è un piacere, hanno trovato una strada, la loro.
Tutto bene quindi? No perchè la fidanzata di Mark, stufa delle poche attenzioni che lui le riserva da quando è nato il gruppo, lo mette di fronte ad un bivio: “o me o la musica”.
Mark è indeciso, adora il rock, ma gli ormoni a quell’età impazziscono come la maionese e, spesso, hanno la meglio.
Mark decide di lasciare la band,
Scott e Tom sono disperati e tentano l’ultima carta.
Tom dice a Mark che ha appena comprato un registratore a quattro piste per registrare un demo.
Mark sorride a 56 denti.
Chiede semplicemente: ”Ok a che ora proviamo?”
E niente, il rock vince sempre.
“Le passioni fanno vivere l’uomo, la saggezza lo fa soltanto vivere a lungo.”
Buon ascolto
https://www.youtube.com/watch?v=9Ht5RZpzPqw&ab_channel=blink182VEVO

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È un film amarissimo “Armageddon Time” (la sceneggiatura è dello stesso Gray), pur nei suoi momenti di preteso alleggerimento, è condotto in maniera “piana” quando vorresti qualche sussulto che ti facesse riassaporare il Gray delle prove passate, è affettuosamente delicato nell’approccio ai vari componenti della famiglia, gode della fotografia di Darius Khondji fidato collaboratore di Woody Allen, il giovanissimo Banks Repeta è sfrenato e antipatico quanto si conviene, poggia su solide interpretazioni, Hathaway e Hopkins soprattutto in prima linea. Ma forse esci dalla sala con la sensazione forte che il regista, pur muovendosi e navigando nel mare tempestoso e turbolento della propria infanzia, non abbia saputo dirti tutto, narrarcela sino in fondo, addirittura con uno spirito più acceso, più spavaldo, più fuori dalle regole, che quei sussulti giovanili non abbiano trovato posto appieno nelle immagini del film.

