SPETTACOLI- Pagina 149

Con Agis, Torino e il Piemonte ripuntano sul cinema

Lunedi 6 Marzo, presso la sede dell’Agis di Torino, è stata presentata l’iniziativa Cinema al Cinema per un nuovo modello di sala cinematografica. Si tratta di una serie di eventi rivolti a bambini, famiglie, scuole e operatori del settore per riportare le persone al cinema.  

 

 

La pandemia ha profondamente cambiato le nostre abitudini e l’intrattenimento ha subito un vero e proprio scossone. Per quanto riguarda il cinema, da un lato ci sono colossi come Amazon e Netflix che con i loro cataloghi online che ci permettono di guardare film, serie tv, documentari comodamente sul divano di casa. Dall’altro ci sono le sale cinematografiche che, complice il lockdown, si sono prima svuotate e oggi fanno ancora fatica a ritrovare i numeri di affluenza pre-pandemia.

Agis Piemonte e Valle d’Aosta, vincitore di un bando regionale, ha ideato un cartellone di eventi dedicati a bambini, famiglie, scuole per l’infanzia e operatori del settore. Si tratta di Cinema al Cinema.

 

Luigi Boggio, presidente di Agis Piemonte e Valle d’Aosta, ha spiegato come questo sia un periodo ancora estremamente complicato per le sale cinematografiche. Ecco dunque l’esigenza ma anche la voglia di ideare un evento che riporti lo spettatore al cinema, che gli faccia riprovare il piacere di un film in sala.

 

Alla conferenza stampa ha preso parte anche Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura, al Turismo e al Commercio della Regione Piemonte. “Da anni Torino e il Piemonte hanno puntato sul sistema cinema a partire dalla costituzione di Film Commission che, portando qui le produzioni, ha permesso di valorizzare il territorio. La Regione ha stanziato negli anni 20 milioni di euro che ha supportato progetti di vario tipo. Puntare sul cinema si è rivelato una scelta vincente. Tra il 2018 e il 2022 i contributi a sostegno della produzione di lungometraggi, film tv e fiction (tra contributo bando e spesa complessiva) hanno generato un moltiplicatore di 4,57. Significa che per ogni euro investito ne sono tornati quasi 5 come ricaduta su indotto e territorio. Insieme al Presidente Cirio vogliamo riconoscere un percorso per il sistema cinema. Questo è un progetto ben studiato, che coinvolge Agis, Anec e Acec e che punta su bambini e famiglie ma che cerca di sostenere anche le sale di proiezione. Lo facciamo per ritrovare quel pubblico che si è allontanato dalle sale a causa della pandemia.”

 

Ed ecco quindi un cartellone di proiezioni durante i fine settimana, rivolto a bambini dai 5 ai 12 anni, a cui si potrà assistere con un biglietto scontato di 3,5 euro. Ma anche eventi rivolti alle scuole d’infanzia. Il programma al momento comprende 27 titoli e coinvolge 35 sale dislocate in 31 comuni di tutto il Piemonte. Potete trovare il calendario completo, e in continuo aggiornamento, a questo indirizzo.

Ad arricchire i fine settimana di Cinema al Cinema, la proiezione di cortometraggi d’animazione realizzati in Piemonte che precederanno i film in cartellone al fine di valorizzare il prodotto piemontese. Si tratta complessivamente di 14 corti d’animazione, ideati e realizzati con metodo e tecniche professionali dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia (sede Piemonte) – dipartimento Animazione. Ad accogliere i fruitori più piccoli ci saranno attori che “permetteranno dunque di mescolare cinema e teatro” a spiegato Fabio Naggi, di Unoteatro.

 

Il progetto Cinema al Cinema si rivolge anche agli operatori delle sale cinematografiche con una serie di incontri a numero chiuso per comprendere come valorizzare le sale. “Le sale devono essere concepite come luoghi di aggregazione e cultura. Il cinema e l’audiovisivo devono diventare strumento didattico per parlare di ambiente, società, letteratura” spiega Marta Valsania, Segretario Generale di Agis Piemonte e Valle d’Aosta. Da qui nasce un gruppo di Networking: 5 esercenti, tre industriali (Movie Planet, Multisala Vittoria di Bra, Cinema delle Valli di Villar Perosa) e due della comunità (Baretti di Torino e Elios di Carmagnola), lavoreranno insieme per poi formare altri esercenti attraverso iniziative congiunte, autoformazione e focus group con soggetti esterni al mondo dell’esercizio cinematografico.

 

Torniamo al cinema, da spettatori. Riappropriamoci dei luoghi che hanno rappresentato svago, riflessione, commozione e risate.

 

Lori Barozzino

Torino riscopre Alberto Moravia

In una retrospettiva dal 12 al 28 marzo e in una mostra prevista dal 12 marzo al 31 maggio al Cinema Massimo

 

In occasione del corposo omaggio che la Fondazione Circolo dei Lettori, insieme alla Gam, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e al Museo Nazionale del Cinema dedicano a Alberto Moravia, il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo una rassegna di quattro tra i film più noti tratti dalle opere dello scrittore.

Dal 12 al 28 marzo prossimi sarà possibile rivedere sul grande schermo  capolavori realizzati da alcuni maestri del cinema del Novecento, tra cui “Il conformista” di Bernardo Bertolucci, “Il disprezzo” di Jean-Luc Godard, “La Ciociara” di Vittorio De Sica e “Gli indifferenti” di Citto Maselli.

A completamento di questo omaggio, dal 12 al 31 maggio 2023 il foyer del Cinema Massimo ospiterà  una raccolta di tredici immagini di grande formato realizzate da Angelo Frontoni, il grande fotografo delle dive a Capri, durante le riprese del film “Il disprezzo” di Jean Luc Godard, ha realizzato scatti unici e preziosi che sono stati messi in mostra a sessant’anni dall’uscita del film tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, pubblicato nel 1954.

‘Le mepris’ ( Il disprezzo) di Jean Luc Godard, tratto dall’omonimo romanzo  di Alberto Moravia del 1954, usciva nelle sale cinematografiche.  Controverso è stato il rapporto tra regista e scrittore, definito dallo stesso Moravia come una “non relazione”.

“Godard è  un uomo brillante che ha rivoluzionato la cinematografia ma è  una persona con la quale risulta difficile o quasi impossibile comunicare”- dichiarò lo scrittore Alberto Moravia. A questo film appartengono le fotografie di Angelo Frontoni,  scattate durante le riprese a Capri nel 1963. Queste si concentrano sulla regia del film piuttosto che sul film stesso, come si nota nelle inquadrature di Godard mentre studia un’inquadraturao fornisce indicazioni agli attori

Le fotografie esposte provengono dall’Archivio di Angelo Frontoni (1929-2002), acquisito nel 2004 dal Museo Nazionale del Cinema e dal Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale. Si tratta di un’acquisizione nata dalla volontà delle due istituzioni di garantire l’integrità e la conservazione di un patrimonio di oltre 546 mila immagini capaci di testimoniare la memoria del cinema e del costume italiani.

MARA MARTELLOTTA

 

Retrospettiva 12-28 marzo 2023

Mostra 12 marzo -31 maggio 2023

 

La nuova primavera del Torino Jazz Festival

La primavera riporta il Torino Jazz Festival.

La kermesse dal 22 al 30 aprile con 93 appuntamenti, 243 musicisti in 62 luoghi diversi della città. Stefano Zenni ritorna come direttore artistico sostituendo il duo Giorgio Li Calzi e Diego Borotti, direttori delle ultime edizioni. Apertura il 22 alle Ogr con lo spettacolo dell’attore e cantante Peppe Servillo, accompagnato dall’Orchestra del TJF All Stars e con musicisti del calibro di Cisi, Moroni, Boltro Tavolazzi, Zirilli, con un tributo al romanzo “Natura morta con custodia di sax” di Geoff Dyer. Vi sarà un omaggio a Frank Zappa a 30 anni dalla morte a cura di Furio Di Castri . Tra le figure storiche spicca il Kenny Barron Trio che festeggerà i suoi 80 anni. Steve Coleman e i suoi Five Elements. Nei 9 giorni di Festival tanti artisti tra cui Cristina Zavalloni,  Eve Risser, Furio di Castri, Craig Taborn. Chiusura del festival nella giornata del 30 aprile, celebrazione della giornata Unesco del Jazz,  con il doppio concerto di Stefano Bollani, impegnato alle 17 con il suo Danish Trio e alle 21 in piano solo all’auditorium del Lingotto.

Pier Luigi Fuggetta

Le relazioni pericolose al teatro Gobetti

Andrà in scena al teatro Gobetti di Torino lo spettacolo dal titolo “Le relazioni pericolose” per la regia di Carmelo Rifici, che ne ha curato la drammaturgia insieme a Livia Rossi.

Il celebre romanzo di Pierre- AmbroiseChoderlos de Laclos rappresenta il punto di partenza di un lavoro di riscrittura drammaturgica ispirato a numerosi filosofi e letterati, da Antonin Artaud a Pier Paolo Pasolini, da Friedrich Nietzsche a Simon Weil e Fedor Dostoevskij. Si tratta di un lavoro di ricerca che Rifici e Rossi hanno condotto insieme a Ugo Fiore. In scena Flavio CapuzzoDolcetta, Federica Furlani, Elena Ghiaurov, Monica Piseddu, Edoardo Ribatto e Livia Rossi. Il disegno sonoro è di Federica Furlani, l’impianto scenico di Carmelo Rifici e Pier Franco Sofia, il disegno luci di Giulia Pastore e il progetto visivo di Daniele Spanò.

“Qualche tempo fa – afferma il regista Carmelo Rifici – sono ritornato su un saggio molto amato in passato, che il filosofo Renè Girard aveva dedicato al Generale prussiano Carl von Clausewitz e al suo trattato dal titolo ‘Della guerra’. Lo statista militare sostiene la tesi che, nella cultura dell’Occidente, fin dall’inizio la guerra siastata assunta come dato costitutivo e fondante del pensare, dell’agire e dell’essere. Lo stesso Eraclito, nel suo frammento ‘b 53’, affermava che polemos, la guerra, è padre di tutte le cose, di tutti i Re, e gli uni li svela come dei, gli altri come uomini, gli uni fra gli schiavi, gli altri tra i liberi. Clausewitz offre un’interpretazione oggettiva del fenomeno guerra, mostrando come esso sia inseparabile dal concetto occidentale di politica. Il pensiero provocatorio, ma mai gratuito, di Girard, conduce il discorso verso orizzonti più antropologici: la guerra, come ogni duello, nasconde e protegge un senso religioso. L’odio contiene qualcosa di misterioso e di sacro, spingendo gli antagonisti a una rivalità mitica e ancestrale, che ha una fine soltanto nell’annientamento del nemico, che altro non è che il proprio modello e il proprio specchio.

Questo testo – aggiunge Carmelo Rifici mi ha riportato a un altro scritto da un militare, il Generale Pierre Choderlos de Laclos, dal titolo ‘Le relazioni pericolose’. Il romanzo epistolare mi aveva affascinato per la sua lucidità e crudeltà, ma soltanto alla luce del trattato di Girard ne coglievo la reale potenza. L’intenzione di Laclos era sorprendente, i suoi personaggi erano calati in un duello senza sconti e con effetti catastrofici, proponendo non tanto una trama di erotismo e di morte, quanto una vera e propria teoria sul pensiero occidentale. La guerra santa scatenata dall’Occidente nel mondo è quella della ragione contro l’occulto e il mistero. La storia del pensiero occidentale si può racchiudere nella metafora della luce che stana le ombre, e cerca di far tacere le voci misteriche di un universo parallelo invisibile, che si palesa nell’irrazionale, nella malattia, nei riti antichi, nella natura e nel corpo. E’ logos che si fa calcolo, potenza strategica e ‘controllo’. Non a caso, il ‘700, secolo dei Lumi, è figlio delle prime rivoluzioni scientifiche e dei primi tentativi, da parte dei pupazzi meccanici, chehanno tentato di imitare e superare in durata la fragilità dell’essere umano. La guerra tra ordine e caos diventa, così, un duello di reciprocità e un desiderio troppo pericoloso, in quanto il duellante sfida la sua nemesi e, mentre la combatte, le assomiglia sempre di più. L’uomo ha sempre usato la guerra come schema di equilibrio di vita e di morte insensato. Il testo di Laclos si è poi piegato ai gusti della moda di Parigi. Ho chiesto a due miei ex studenti, attori e intellettuali, Livia Rossi e Ugo Fiore, di aiutarmi in una ricerca di testi per portare a estreme conseguenze i tentativi di Laclos. Ne è nato un testo originale, di straordinaria omogeneità e compattezza, nel quale è stato affrontato un viaggio nel campo di battaglia del pensiero, del Linguaggio contro la parola. L’uomo occidentale teme soltanto la morte, e la sua corsa nel tempo rappresenta il suo tentativo di superarla. Siamo di fronte a un superamento della natura, della debolezza, del corpo e dell’istinto, in favore di un controllo sempre più sofisticato sugli eventi e di un calcolo che supera le possibilità dell’umano. Lo spazio scenico è costituito di pochi elementi, tra cui microfoni e macchine foniche, che sostituiscono la violenza della mano armata, della penna e dell’inchiostro, diventando nuovi geroglifici, totem e simulacri sacri. Attraverso una macchina ormai preistorica, la lavagna luminosa, l’immagine ricorda quel desiderio di armonia e di pace che l’uomo conserva dentro di sé quale antidoto alla violenza. Ho chiesto al coreografo e amico Alessandro Sciarroni di lavorare sulla pratica dell’arte della scherma, nel tentativo da parte dell’essere umano di rendere innocuo l’istinto dell’uomo verso la sopraffazione del proprio simile”.

 

“Le relazioni pericolose”, ispirate al “Teatro e la peste” di Antonin Artaud, al “Castello interiore” e alla “Vita” di Teresa D’Avila, a “Massa e potere” di Elias Canetti, a “Della guerra” di Carl von Clausewitz, fino alle poesie di John Keats e al Cantico dei Cantici, con frasi citate da “Il gabbiano” di Cechov e da “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni.

Partner è il LAC di Lugano Arte e Cultura e la Ricerca Clinica Luganese Moncucco.

MARA MARTELLOTTA

 

Teatro Gobetti, via Rossini 8, Torino

Dal 7 al 12 marzo 2023

Martedi, giovedì e sabato ore 19:30

Mercoledì e venerdì ore 20:45

Domenica ore 15:30

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino: Piazza Carignano 6

Telefono: 0115169555 – Numero Verde: 800235333

Rock Jazz e dintorni a Torino: Fabio Concato e Le Vibrazioni

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Circolo della Musica di Rivoli, suona il trio della pianista Sade Mangiaracina con ospite la cantante Chiara Galiazzo. All’Hiroshima Mon Amour si esibiscono i Sonorha. Al teatro Colosseo va in scena “Duality”, lo show di Dardust.

Mercoledì. Al Blah Blah sono di scena i Shardana. Al teatro Colosseo la cover band Pink Floyd Legend, esegue integralmente “Atom Heart Mother”. Al Magazzino sul Po suona la Sandrin Jazz Ensemble Orchestra. Al Jazz Club si esibisce la vocalist Danila Satragno.

Giovedì. Al Dash sono di scena le Alabamas. Al teatro Colosseo recital di Fabio Concato. All’Off Topic si esibisce il rapper Deriansky. Al Magazzino di Gilgamesh blues con il chitarrista Demian Dominguez. Allo Spazio 211 è di scena il cantautore Micah P. Hinson. Al Blah Blah suonano gli Hangarvain.

Venerdì. Al Peocio di Trofarello suona la chitarrista Lari Basilio. All’Hiroshima Mon Amour arrivano Le Vibrazioni. Al Maffei si esibisce Pony Esposito. Al Blah Blah si esibiscono gli Avant-Garde. Al Folk Club sono di scena i Blancos. Al Cafè Neruda si esibisce Marco Roagna.

Sabato. Al Jazz Club suona il quartetto di Lorenzo Minguzzi. Jeremiah Fraites dei Lumineers, si esibisce in un doppio concerto da solista nel Duomo delle OGR. Allo Ziggy musica ska con gli One Droppers. Al Folk Club per “Radio Londra”, suona il duo israeliano Hofmann-Atzmon. Al Gabrio si esibiscono i Los 3 Saltos e Banadisa. Al Blah Blah sono di scena gli Ancillotti e i Fil di Ferro. Allo Spazio 211 si esibisce il produttore Arssalendo. Al Cap 10100 suonano i Fuerta. Da Gilgamesh è di scena la Mama Bluegrass Band.

Pier Luigi Fuggetta

Con “Carmen” Lirica a Corte alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

Domenica 5 marzo, ore 19

CARMEN 

Lirica a Corte nel Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi

Capolavoro di Georges Bizet, che ne curò ossessivamente l’allestimento aggravando la sua angina pectoris che lo condusse alla morte, Carmen (Paris, Opéra-Comique, 1875) mette in scena il brutale e violento mondo della Spagna gitana di fine Ottocento. Immersa nel sole e nel fumo dei sigari di Siviglia, la protagonista – una gitana orgogliosa e disinibita – vive i suoi amori capricciosi, concedendo le sue attenzioni ora a un giovane soldato geloso e tormentato dai sensi di colpa, ora a un torero sfacciato e sicuro di sé. Nel suo ostinato rifiuto di ogni convenzione sociale e di ogni costrizione, finirà con l’annientare sé stessa per mano del suo amante in apparenza più insignificante e innocuo.

INTERPRETI

Carmen: Valentyna Pluzhnikova

Don Jose: Dario Prola

Escamillo: Fernando Cisneros

Pianista: Achille Lampo

Guida: Roberto Tagliani

 

PROGRAMMA

n.5 L’amour est un oiseau rebelle (Carmen)

n.10 Près les remparts der Séville (Carmen, Don José)

n.12 Les tringles des sistre tintainent (Carmen)

n.14 Votre toast, le peux vous le rendre… Toreador en garde (Escamillo)

n.17 Je vais danser en votre honneur… La fleur que tu m’avais jetée (Carmen, Don José)

n.23 Qui êtes-vous?… Eh là, doucement! (Don José, Escamillo)

n.26 Si tu m’aimes, Carmen (Escamillo, Carmen)

n.27 C’est toi? C’est moi (Carmen, Don José)

 

Lirica a Corte è organizzata dal Teatro Superga in collaborazione con STM e Fondazione Ordine Mauriziano.

INFO E BIGLIETTI

Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino

Posto unico: 35 euro.

Info e prenotazioni: 011.6279789biglietteria@teatrosuperga.it

www.teatrosuperga.itbiglietteria@teatrosuperga.it

IG + FB: teatrosuperga

Telegram: https://t.me/tsnteatrosuperga

Dal 22 al 30 aprile l’undicesima edizione del TJF

Un mosaico di culture, stili, suoni, modi di esprimersi

Il Torino Jazz Festival torna protagonista. L’undicesima edizione si svolgerà dal 22 al 30 aprile e vede il ritorno di Stefano Zenni alla direzione artistica.

Oltre ai concerti ‘Main Events’ (in prevendita dal 6 marzo) e a quelli ‘Jazz Cl(h)ub’ (il cui cartellone definitivo sarà disponibile nei primi giorni di aprile), il Festival quest’anno ha in programma numerosi altri appuntamenti tra cui Jazz Talks (incontri, conferenze), Jazz Blitz, Jazz Meeting e Jazz Special.

Nove giorni di programmazione durante i quali sono previsti 93 appuntamenti (di cui 49 concerti) organizzati in 62 luoghi sparsi in tutta la città. Il ‘main program’ di quest’anno non avrà un’unica sede ma sarà diffuso sul territorio. Ospiteranno i concerti: OGR Torino, il Teatro Vittoria, Hiroshima Mon Amour, il Teatro Alfieri, il Teatro Monterosa, l’Aula Magna del Politecnico, la Casa Teatro Ragazzi e Giovani, il Conservatorio di Torino Giuseppe Verdi, il Bunker, l’Auditorium Giovanni Agnelli e la Sala500 del Lingotto.

L’undicesima edizione vedrà il coinvolgimento di 234 artisti, nazionali e internazionali, dai musicisti emergenti alle grandi figure della scena mondiale. I concerti si terranno in ambienti, spazi, teatri e club distribuiti sul territorio urbano, senza un centro di riferimento, ma risuonando nei diversi ambiti della città. Lo spettro stilistico toccherà tutti gli ambiti del jazz e promuoverà la conoscenza delle grandi figure storiche (Kenny Barron, Roberto Ottaviano, Steve Coleman ecc), la scoperta dei migliori innovatori attuali (Nilssen-Love, Shabaka Hutchings, Risser, Diodati, Korwar) e nomi di ampio richiamo (Peppe Servillo, Stefano Bollani) secondo una logica, affine ad altre iniziative europee, aperta a nuove produzioni ed esclusive.

“Il Torino Jazz Festival si presenta rinnovato e pronto a iniziare un nuovo ciclo all’insegna della grande musica – dichiara il sindaco Stefano Lo Russo -. L’undicesima edizione, particolarmente ricca, è stata attentamente pensata per offrire ai torinesi e ai turisti un ampio ventaglio di concerti, jam session, marching band, conferenze e tanto altro ancora, nelle sale musicali più prestigiose come nei club dove si suona tutto l’anno. La rassegna internazionale propone come sempre un cartellone di qualità che valorizza le realtà locali e non dimentica di celebrare con un programma speciale il 30 aprile, Giornata Internazionale del Jazz UNESCO. Affianca ai grandi musicisti una importante sezione culturale, con una serie di conferenze sui temi della contemporaneità, grazie alla capacità del jazz di essere una musica globale aperta alla diversità e al cambiamento. Un ringraziamento va a chi realizza il festival: i musicisti, i tecnici e la direzione artistica di Stefano Zenni. E’ doveroso – sottolinea infine il Sindaco – festeggiare il sostegno ottenuto dal Ministero della Cultura, un riconoscimento importante, segno del lavoro svolto e della maturità raggiunta dal TJF in questi anni”.

“Il Festival  – racconta il direttore artistico Stefano Zenni  è come un giro di danza tra stili e musiche diverse, perché oggi il jazz è questo, un mosaico di culture, stili, suoni, modi di esprimersi che convivono/collidono, si amalgamano o si distribuiscono in mondi sonori globali. Lo testimoniano le musiche meticce di una delle produzioni chiave del festival, il trio Hutchings/Bekkas/Drake e ancora di Sarathy Korwar, Paal Nilssen-Love, Eve Risser, che frullano musica indiana, africana, hip hop, elettronica, punk, free jazz, a volte sotto lo sguardo di quel Frank Zappa chiamato in ballo, a trent’anni dalla morte, da Furio Di Castri. L’omaggio di Hamid Drake ad Alice Coltrane si intitola “Turyia”, parola sanscrita che descrive lo stadio di coscienza ultimo della filosofia induista. E’ quello il punto di arrivo di qualsiasi improvvisatore, come Craig Taborn, che si immerge nelle iridescenze del pianoforte, o di tellKujira, che amalgama in ambito cameristico libertà elettronica e suoni acustici. Suggestioni cosmiche a cui si richiama Steve Coleman, ma in chiave afroamericana, quale incastro di ritmi e matematica, melodia e geometria, tra funk e astrazione. E sempre nella grande musica l’etica può tradursi in emozione, come nei maestri dell’”eternal love” di Roberto Ottaviano. Il TJF è anche racconto che si fa musica: la vita degli artisti più tormentati del jazz vengono evocati nei più intimi chiaroscuri interiori in ‘Natura morta con custodia di sax’, l’ormai storica raccolta di racconti di Geoff Dyer, narrati da Peppe Servillo insieme ai TJF All Stars, ovvero un sestetto di nomi di punta del jazz italiano.I confini vengono sfidati e superati da donne sperimentatrici, Federica Michisanti, Eve Risser, Anais Drago, negli spazi che Laura Betti aveva già liberato come attrice, cantante, artista poliedrica, ora omaggiata da Cristina Zavalloni e Cristiano Arcelli in un repertorio di scrittori e compositori che hanno fatto la storia culturale italiana, tra jazz, musica leggera anni Sessanta, cinema, poesia. Ai due estremi del festival, all’inizio e alla fine, ci sono Kenny Barron e Stefano Bollani, testimoni che il linguaggio classico del jazz è ancora fresco, coinvolgente e trascinante e continua a soddisfare il nostro bisogno comunitario di bellezza”.

Il TJF nell’ambito di ‘Torino Futura’ – progetto culturale coordinato dagli assessorati alle Politiche culturali e alle Politiche educative e giovanili della Città di Torino per i ragazzi e le scuole, che moltiplica le occasioni di dialogo e di protagonismo civico dei futuri cittadini lungo il corso dell’anno – propone iniziative mirate al pubblico delle nuove generazioniIn quest’ottica ha deciso di portare il costo dei biglietti dei concerti a 1 euro per tutti i nati dal 2009.

Pensato quindi per un pubblico di giovani ascoltatori sarà ALEPH-ZERO/PROVA PRIMA’, una performance musicale organizzata da StudiUm – Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, che consentirà agli studenti di assistere alla prova aperta del gruppo di Johnny Lapio & Arcote (21 aprile, all’Auditorium Centro Aldo Moro). L’incontro verrà coordinato da Ilario Meandri, Carlo Serra e Jacopo Tomatis (Università di Torino).

Domenica 23 aprile alle OGR, AICS consegnerà la borsa di studio dedicata a Sergio Ramella a uno studente di jazz del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Il vincitore sarà invitato a suonare al TJF del prossimo anno.

Anche i Jazz Blitz, 33 brevi concerti nei luoghi di assistenza, di accoglienza e di incontro vedranno coinvolti i giovani. A esibirsi nelle RSA, nelle strutture per disabili e soggetti in difficoltà, nei luoghi di detenzione (come l’Istituto Penale Minorile Ferrante Aporti) saranno gli allievi delle scuole pubbliche e private di jazz.

Torino Jazz Festival è un progetto della Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino con il sostegno del Ministero della Cultura, Main Partner Intesa Sanpaolo e IREN, con il contributo di ANCoS e Confartigianato Imprese Torino, e in collaborazione con Fondazione CRT e OGR Torino.

Per Moncalieri è tempo di “Premi”

Sul palco del “Teatro Superga” di Nichelino, i vincitori del 43° Premio Letterario Internazionale “Città di Moncalieri”

Sabato 4 marzo, ore 20

Nichelino (Torino)

Due prestigiosi “Premi” in una serata. L’appuntamento è per sabato 4 marzo, ore 20, al “Teatro Superga” di via Superga 44, a Nichelino, dove il “Circolo Culturale Saturnio”di Moncalieri, organizzatore del 43° Premio Letterario Internazionale “Città di Moncalieri”, presenterà i poeti, vincitori della “Sezione Silloge Edita”, ed i cantautori finalisti della quarta edizione del “Premio Gianmaria Testa” per le canzoni inedite, realizzata in collaborazione con “Produzioni Fuorivia”. La serata, condotta da Girolamo Angione, avrà inizio con la premiazione dei vincitori della “Sezione Silloge Edita”, ovvero la pordenonese (residente a Trieste e a Milano) Mary Barbara Tolusso con “Apolide” (Mondadori) e il milanese, scrittore e poeta (dal ricco palmarès) Marco Balzano con “Nature Umane” (Einaudi). Leggerà i versi delle poesie l’attrice Patrizia Scianca.


Subito dopo, i poeti lasceranno il posto al quarto “Premio Gianmaria Testa”, dedicato al “più francese dei cantautori italiani” (nato a Cavallermaggiore – Cuneo, il 17 ottobre del ’58 e scomparso a Alba, il 30 marzo del 2016) ricordato a sette anni esatti dalla sua scomparsa, in un’edizione da record che ha contato più di 170 brani giunti da tutta Italia, fra cui sono stati selezionati i cinque finalisti che, durante la serata, oltre ad eseguire il proprio brano, offriranno una personale interpretazione di un brano del grande artista – ferroviere, mestiere che Gianmaria Testa ha continuato a svolgere fino al 2007, prima come capostazione allo scalo ferroviario principale di Cuneo, poi come coordinatore del traffico ferroviario della linea. Nomi di assoluto prestigio del panorama musicale italiano, quelli della giuria chiamata a giudicare i nuovi talenti: Eugenio Bennato, presidente, Paola Farinetti, produttrice e moglie di Gianmaria Testa, Stefano Senardi, ex discografico e tuttora consulente musicale, Enzo Vizzone, discografico, Paolo Lucà, direttore del “FolkClub”, Patrizio Trampetti, musicista e cantautore e Gloria Campaner, pianista concertista.

I nomi dei finalisti sono: Domenico Imperato da Milano col brano “Sorrida”, Valerio Sgarra da Forio d’Ischia (NA) col brano “Controtempo”, Corimè da Marsala (Tp) col brano “La scelta”, Cane Sulla Luna da Narni (Terni) col brano “Come gli altri” e Chiara Effe da Torino col brano “Undici”. Tra questi sarà proclamato il vincitore assoluto dell’edizione 2022/2023 e sarà anche riconosciuto un premio per la migliore esibizione live della serata. Ad impreziosire l’evento interverrà come ospite d’onore Neri Marcorè ( insieme a Domenico Mariorenzi al pianoforte e chitarra e a Stefano Chiabrera al violoncello) che in questi anni si è particolarmente distinto per aver portato molta parte del repertorio musicale di Gianmaria Testa sui palcoscenici italiani e internazionali oltre ad aver raccontato il grande musicista piemontese proprio portando in scena l’anno scorso i passi del suo ultimo libro “Da questa parte del mare”edito nel 2016 da “Einaudi”. Libro da cui sono tratti alcuni bellissimi versi, in bilico fra poesia e musica, riportati in calce al “Premio”: “Levigare le parole / fino alla trasparenza / fino al limite sottile /di fragilità e di rischio/ per sentirle finalmente suonare/ al tocco delle dita / o tagliarvisi le labbra /o raccoglierne i cocci muti / e riprovare”.

Concluderà la serata Eugenio Bennato, uno tra i massimi esponenti della scuola di cantautori napoletani, che si esibirà dal vivo, insieme a Ezio Lambiase alla chitarra.

L’iniziativa è realizzata con il contributo della Regione Piemonte, della Città di Moncalieri e con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, della Città Metropolitana di Torinoe della Città di Cavallermaggiore.

L’ingresso alla serata è gratuito, ma è obbligatorio prenotare, scrivendo una mail a staff@produzionifuorivia.it entro il venerdì 3 marzo.

Per info: tel. 389/8303466 o saturnio@saturnio.it

g. m.

Nelle foto:

–       Gianmaria Testa

–       Eugenio Bennato

–       Neri Marcoré

Arturo Brachetti interprete d’eccezione dell’opera La figlia del reggimento

Il Sovrintendente Mathieu Jouvin (sinistra) con Arturo Brachetti (centro) e il Il Direttore artistico Cristiano Sandri (destra) – Credit Paolo Ranzani

Con una visita a sorpresa, ricca di aneddoti e risate, Arturo Brachetti, con il Sovrintendente Mathieu Jouvin e il Direttore artistico Cristiano Sandri, ha annunciato la sua partecipazione straordinaria ne La figlia del reggimento (La Fille du régiment), opéra-comique di Gaetano Donizetti, in scena dal 13 al 23 maggio al Teatro Regio.

La “Leggenda del quick change” (Guinness Book of Records) interpreterà il ruolo recitato della Duchessa di Krackentorp, personaggio cameo che saprà esaltare le doti dell’artista, vera e propria icona del trasformismo internazionale, dell’attore e dello showteller. Così commenta Arturo Brachetti: «Sono molto curioso di affrontare questa nuova esperienza in un teatro magnifico come il Regio. Proprio qui infatti ho avuto il mio primo incontro con l’opera, da adolescente, come comparsa: il torero nella Carmen. Ero già affascinato dal mondo dello spettacolo ma l’esperienza in scena, in mezzo alla musica, agli artisti, la grande macchina scenica, ha dato un contributo fondamentale a quella che è diventata poi la mia strada artistica. L’opera è tanto affascinante quanto impegnativa. La scorsa estate mi sono già cimentato nel Barbiere di Siviglia a Salisburgo e ora nel nuovo ruolo della Duchessa nella Figlia del reggimento. Ringrazio il Sovrintendente e il Direttore artistico della proposta. Mi ritengo fortunato di potermi mettere ancora in gioco dopo oltre 40 anni di vita artistica: ne ho viste tante, ma c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare… canterò anche una canzoncina con l’orchestra.  Ho lasciato il Regio da torero e ritorno da Duchessa. Spero che il gioco sia valsa la candela».

Il Sovrintendente Mathieu Jouvin dichiara: «La figlia del reggimento rappresenta l’inizio di un viaggio alla scoperta dei legami e degli scambi culturali tra Italia e Francia, che troverà sviluppo nelle prossime Stagioni. Sono estremamente contento che si realizzi, per l’occasione, questa collaborazione con un artista così poliedrico e sono molto curioso di vedere quali sfumature saprà regalare al personaggio e quante sorprese abbia in serbo per noi».

Il Direttore artistico Cristiano Sandri aggiunge: «Arturo Brachetti, con acclamata esperienza nel teatro di varietà e da appassionato d’opera, saprà attivamente partecipare a questa produzione del Regio, teatro a lui tanto caro, e darà allo spettacolo un apporto speciale e di grande impatto, grazie al suo umorismo, la sua cultura e la sue straordinarie abilità. Tutto ciò rimanendo all’interno di un personaggio che lo stesso Donizetti ha pensato in modo da essere interpretato da diverse tipologie di artisti».

 

Composta a Parigi nel 1840, La figlia del reggimento è la prima e più fortunata opera francese di Donizetti. I transalpini se ne innamorarono subito e, per anni, adottarono il coro Salut à la France come proprio inno non ufficiale, in alternativa alla Marsigliese. Umorismo esilarante, motivi e arie contagiose, e numeri vocali dal virtuosismo sbalorditivo, come l’aria di Tonio Ah! Mes amis con i suoi nove do di petto, rendono questo lavoro una delizia per il pubblico di tutte le età che saprà gioire del romantico trionfo dell’amore.

Protagoniste saranno le straordinarie e impeccabili voci di John Osborn (Tonio), Giuliana Gianfaldoni (Marie), Manuela Custer (la marchesa di Berkenfield), Roberto de Candia (Sulpice) e Guillaume Andrieux (Hortensius). L’Orchestra e il Coro del Regio saranno diretti da Evelino Pidò, ambasciatore del belcanto e dell’opera romantica nel mondo. Il Coro sarà istruito da Andrea Secchi. Tutto nuovo l’allestimento: la regia immaginifica del duo Barbe & Doucet, che mescola con umorismo elementi reali e surreali, è ripresa da Florence Bas, le luci sono di Guy Simard e la regia video è di Guido Salsilli. Nel ruolo di Marie per alcune recite canterà Caterina Sala, in quello di Tonio Pablo Martínez. Il cast si completa con: Lorenzo Battagion e Riccardo Mattiotto nel ruolo del caporale; Alejandro Escobar e Andrea Antognetti in quello di un contadino.

Il nuovo allestimento del Teatro Regio – in coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia – sarà in scena per sette recite dal 13 al 23 maggio a cui si aggiunge l’Anteprima Giovani di venerdì 12 maggio alle ore 20.

Mercoledì 10 maggio si terrà la conferenza-concerto condotta da Susanna Franchi. L’ingresso è libero.

 

BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI

 

Biglietteria Teatro Regio – Tel. 011.8815.241/242

Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19domenica ore 14-18

un’ora prima degli spettacoli

Info: Tel. 011.8815.557; da lunedì a venerdì ore 9-17:30

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti: www.teatroregio.torino.it