SPETTACOLI- Pagina 12

Carlo Chatrian è il nuovo direttore del Museo nazionale del Cinema

Carlo Chatrian ha ricevuto oggi l’incarico di Direttore del Museo Nazionale del Cinema – Fondazione Maria Adriana Prolo, e resterà in carica per un quinquennio.

 

La scelta di Carlo Chatrian è stata unanime. Il Comitato di Gestione dell’Ente ne ha apprezzato la visione strategica, maturata nel corso della lunga esperienza internazionale, e la notevole chiarezza di vedute in relazione al posizionamento del Museo negli anni a venire, ritenendo il suo profilo il più idoneo a ricoprire il ruolo di Direttore della Fondazione.

 

«Accolgo questa nuova avventura con entusiasmo», dichiara Carlo Chatrian. «Non vedo l’ora di iniziare a lavorare con il personale del Museo e di affiancare la loro competenza e professionalità mettendo al servizio di quest’istituzione, che sento vicina, le conoscenze maturate in anni di lavoro all’estero e la passione che da sempre mi anima».

 

Il Comitato ringrazia Domenico De Gaetano per aver guidato il Museo in questi anni complessi, riuscendo nell’impresa di far crescere i visitatori e renderlo un polo culturale attrattivo e di caratura internazionale, aprendolo ai nuovi linguaggi del cinema.

 

Carlo Chatrian (Torino, 1971), scrittore e giornalista, ha iniziato la sua carriera collaborando con riviste di cinema. È stato programmatore e consulente di diversi e istituzioni: Museo Nazionale del Cinema di Torino, Filmmaker Doc di Milano, Alba International Film Festival (di cui è stato anche vicedirettore), Courmayeur Noir in Festival, Festival dei popoli di Firenze, Cinéma du Réel di Parigi, Cinémathèque suisse di Losanna, Visions du Réel di Nyon e direttore della Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste.

Dal 2012 al 2018 è stato direttore artistico del Festival di Locarno, e dal 2020 al 2024 direttore artistico del Festival di Berlino.

‘Manon Manon Manon’, un viaggio affascinante per la prima volta al Regio

‘Manon Manon Manon’ rappresenta un viaggio affascinante che, per la prima volta in Italia, il teatro Regio di Torino propone dal 1 al 29 ottobre 2024. Si tratta di una lunga soggettiva dedicata  a Manon Lescaut, giovane protagonista del romanzo dell’abate Prévost che, a partire dal suo successo settecentesco, ha ispirato ben tre compositori: Daniel Auber, che ha dato vita a Manon Lescaut nel 1856, Jules Massenet, che compose la sua Manon nel 1884 e Giacomo Puccini che ne scrisse nel 1893. Si tratta di tre opere autonome ma complementari, con tre direttori d’orchestra, tre interpreti per una protagonista unica, tre diversi cast per una trilogia che si compone di tre nuovi allestimenti e ventuno recite in un mese, una vera e propria sfida artistica e produttiva capace di mettere in luce la forza del teatro Regio.

Punto di partenza e centro di questo progetto è  Giacomo Puccini, di cui quest’anno cade il centenario della morte e che presentò Manon Lescaut proprio al teatro Regio il 1 febbraio 1893. Puccini è  per il teatro Regio un autore fondamentale,  visto che scelse il teatro subalpino per due prime assolute e il sovrintendente del teatro Regio, Mathieu Jouvin e il suo direttore artistico Cristiano Sandri hanno presentato ben sette titoli, per riservare uno spazio speciale alla Manon all’inizio della stagione 2024/2025.

Deus ex machina è il regista Arnaud Bernard, cui è stata affidata la messinscena dei tre spettacoli e che ha scelto di raccontarli sotto la lente di ingrandimento del cinema, attraverso tre epoche iconiche della cinematografia francese, così strettamente legata a Torino “città del cinema”.

“Queste tre opere danno vita – spiega Mathieu Jouvin – a un unico personaggio di incredibile fascino, che risulta scolpito sotto tre punti di vista. Benché composte nell’arco di appena quaranta anni tra il 1856 e il 1893, rappresentano l’evoluzione del gusto musicale di tre secoli, dal Settecento al Novecento. Auber  guarda al belcanto, Massenet rappresenta in pieno il linguaggio dell’Ottocento francese, mentre Puccini si proietta verso la modernità,  anticipando sensibilità musicali del XX secolo.Un’occasione unica e affascinante che, per me, ha il sapore di una degustazione di vini. Come ogni annata, ogni terreno, ogni vignetomettono in luce le caratteristiche di uno stesso vitigno, così ogni allestimento saprà esaltare le differenze di un’unica protagonista, a volte frivola, a volte torturata, a volte ribelle. Il teatro sarà  aperto ogni giorno e il pubblico, turisti compresi, potranno assistere ogni sera a un titolo diverso, scegliendo le date del mese di ottobre. Manon Manon Manon sarà al centro dell’interesse europeo, perché il teatro Regio ospiterà dal 24 al 26 ottobre 2024 la Conferenza d’Autunno di Opera Europa, principale organizzazione europea che riunisce teatri e festival lirici di oltre 44 Paesi”.

Pubblicato per la prima volta nel 1731 come Histoire du Chevalierde Grieux et de Manon Lescaut, ultimo capitolo dell’ampia opera di Antoine Francois Prévost ‘Mémoires et aventure d’un hommede qualité’, il romanzo narra dell’amore travagliato tra un giovane studente divenuto cavaliere, Des Grieux, e l’affascinante e volubile Manon Lescaut.

Punto di partenza del regista Arnaud Bernard è  la domanda “Chi sono le tre Manon?” la Manon di Prévost è  piuttosto avventurosa, ma anche una donna libera che scopre solo tardi il vero amore. La Manon di Auber è un uccello in trappola, quella di Massenet una donna alla ricerca di sé stessa, per Puccini una donna libera e ribelle. È l’unione di tutte le Manon a fare Manon, rappresentare le tre Manon è il punto centrale di questa impresa colossale. Le tre opere sono autonome e si reggono nella loro indipendenza, ma sono le differenze a alimentarsi a vicenda. Di qui l’idea di pensare a Manon come ‘Manon Manon Manon’, uno spettacolo in tre serate con un fil rouge che le accomuna, il cinema  o meglio tre epoche simbolo del cinema francese.

Per Puccini il punto di vista sarà quello del realismo poetico del cinema francese degli anni Trenta, quello de Il porto delle nebbie, di Amanti perduti e l’Angelo del male, il cinema di Jean Gabin e Michèle Morgan, che romanticizza, mettendo in risalto, le questioni drammatiche. Per Massenet saranno Brigitte Bardot e la Parigi anni Sessanta, contraddistinti dall’emancipazione femminile, dal ruolo della femme fatale, anticonformista, con i suoi atteggiamenti ribelli, il lato selvaggio, l’emblema della tentazione e del peccato.

L’estetica  del cinema muto è la chiave per interpretare al meglio la Manon di Auber, la più fragile, la più delicata, la più vecchio stile delle tre Manon. È l’occasione per ricordare non solo Georges Meliès, ma anche Alice Guy, una donna oggi sconosciuta, che fu la prima regista nella storia del cinema.

“La Manon di Auber – spiega Arnaud Bernard- costituirà il legame tra il nostro progetto e Torino, la città dove è nato gran parte del cinema italiano e che ha sviluppato maggiori produzioni di fama internazionale “.

Le tre produzioni vedranno impegnati l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, istruito dal maestro Ulisse Trabacchin.

L’inaugurazione sarà martedì 1 ottobre con Manon Lescaut di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica, Domenico Oliva e Marco Praga. In scena per sette recite fino a sabato 26 ottobre, sotto la direzione del maestro Renato Palumbo, tra i massimi esperti mondiali d’opera italiana. Nel ruolo del titolo protagonista Erika Grimaldi, Roberto Aronica in quello di Renato Des Grieux, Alessandro Luongo è  Lescaut e Carlo Lepore è Geronte di Levoir.

Nei due ruoli principali si alterneranno Maria Teresa Leva e Carlo Ventre.

Sabato 5 ottobre alle ore 19 andrà in scena Manon di Jules Massenet, su libretto di Henry Meilhac e Philippe Gille, in scena per sei recite fino a martedì 29 ottobre,  sotto la direzione del maestro Evelino Pidò, nato a Torino ma residente a Parigi, il più francese dei grandi direttori d’orchestra italiani. L’opera debuttò all’Opera Comique di Parigi nel 1884, ottenendo uno stravolgentesuccesso. Giovedì 17 ottobre alle ore 19 il Regio presenterà in prima esecuzione a Torino, Manon Lescaut di Daniel Auber su libretto di Eugene Scribe, in scena per cinque recite fino a domenica 27 ottobre, per la direzione del maestro Guillaume Tournaire, che debutta al teatro Regio.

Tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta dell’Ottocento Daniel Auber e il drammaturgo Eugène Scribe furono i veri protagonisti del teatro parigino dell’Opera Comique e il segreto del loro successo consisteva nel mettere in scena drammi in cui i protagonisti affrontavano difficoltà di gravità  crescente, abbinati a partiture leggere e melodie irresistibili.

In abbinamento alla trilogia su Manon, in collaborazione con il teatro  Regio, il Museo Nazionale del Cinema presenterà un omaggio al cinema francese venerdì 1, sabato 2 e domenica 3novembre; tra i film in programma anche Manon di Henri Georges Cluzot, Vie privée di Louis Malle, La Bete Humaine di Jean Renoir e Le Quai des brumes di Marcel Carne.

MARA MARTELLOTTA

Rock Jazz e dintorni a Torino: il duo Giddens-Turrisi e i The Gories

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Alle Cricca Matteo Castellano , Orlando Manfredi e Jacopo Perosino, rendono un tributo a  Luigi Tenco e Johnny Cash.

Giovedì. All’Osteria Rabezzana si esibiscono i Moi-Gea. Allo Spazio 211 punk con i The Gories. Al Sound Garden dell’Hiroshima Mon Amour è di scena Emma Nolde. Inaugurazione della nuova stagione per il Folk Club con il duo Giddens- Turrisi per 2 serate consecutive.

Venerdì. Al Magazzino sul Po suonano i GO!YA!.

Sabato. Al Blah Blah si esibiscono i Machno’s. Al Sound Garden dell’Hiroshima, concerto in favore di Casa UGI con l’esibizione del gruppo Mon-Keys.

Pier Luigi Fuggetta

Peter Greenaway al Museo Nazionale del Cinema di Torino

 

 

Lunedì 23 settembre 2024, alle 20.30, al Cinema Massimo, verrà presentato il libro “100 disegni della Mole” e il volume “Greenaway – morte e decomposizione del cinema” di Stefano Bessoni. A seguire la proiezione del film “L’alfabeto” di Peter Greenaway di Saskia Boddeke. Martedì 24 settembre 2024, alle 18.30, il Museo Nazionale del Cinema darà vita a una live performance con il regista e la consegna del premio “Stella della Mole”. Il Museo Nazionale del Cinema di Torino celebra il genio creativo dell’artista britannico Peter Greenaway, considerato uno dei più grandi registi sperimentali viventi al mondo. Greenaway è autore di film magistrali, quali “I misteri del giardino di Compton House” del 1982, “Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante” del 1989, “L’ultima tempesta” del 1991 e la trilogia de “Le valigie di Tulse Luper”; mostra un preponderante interesse per l’arte pittorica che trasporta nei suoi lavori, sempre caratterizzati da immagini forti e tematiche estreme. Con il suo stile inconfondibile e la sua capacità di reinventare il linguaggio cinematografico, Greenway propone una importante riflessione sul ruolo dell’arte visiva nel cinema contemporaneo, molto più importante dell’intreccio narrativo e della spettacolarità.

“In che modo la Mole Antonelliana echeggia il cinema, se pensiamo che l’edificio venne terminato nel 1939 in Italia, sette anni prima che il cinema fosse inventato in Francia nel 1895 – racconta Peter Greenaway – l’architettura è esotica e bizzarra, difficilmente definibile come convenzionale, ma che vale la pena proteggere. Stranamente una struttura per tutte le stagioni, un po’ come il cinema stessa, e forse vi è una corrispondenza. L’edificio è molto visibile e rappresentativo per Torino, come la Tour Eiffel lo è per Parigi, e altrettanto liberamente interpretabile. Si diceva che tutto esistesse solo per essere messo in un libro. Ora possiamo dire che tutto esiste per essere messo in un film, e poiché sembra che il cinema stia morendo, un giorno si dirà che tutto esiste per essere messo in un museo del cinema”.

“Sono passati quasi trent’anni da quando Peter Greenaway è entrato nella Mole Antonelliana – sottolinea Enzo Ghigo, Presidente del Museo Nazionale del Cinema – in questi decenni il monumento simbolo di Torino è diventato uno dei musei più importanti al mondo, è stato visitato da milioni di persone e ha ospitato molte delle star più importante del cinema. Il ricordo della Mole è rimasto vivido nel cuore e nella mente di Greenaway, al punto da diventare quasi un’ossessione, tanto da raccontarla e disegnarla con una penna e una matita su quello che aveva sottomano: ritagli di giornale, di libri, filtri di caffè. Il grande regista britannico ha plasmato cento variazioni del capolavoro di Alessandro Antonelli, e abbiamo ritenuto fondamentale vivere la sua arte sia con una live performance sia con la stampa di un volume che racconta le cento anime della Mole Antonelliana”.

Martedì 24 settembre, alle ore 18.30, avverrà la consegna del premio “Stella della Mole”, il riconoscimento che viene assegnato a figure di spicco del cinema internazionale, che con la loro arte hanno dato contributi significativi al mondo del cinema. A seguire, Peter e Pip Greenaway saranno i protagonisti di una live performance che include il reading di una selezione di trenta racconti brevi scritti da Greenway, e mai pubblicati, raccolti nel libro “He read deep into the night”. Di lunghezza variabile tra le due e le venti righe, sarà l’occasione per ripercorrere il rapporto tra l’ambito letterario e la narrazione cinematografica. Seguirà la proiezione del cortometraggio “The missing Nail”, progetto dedicato all’Ultima Cena di Leonardo, un’opera multimediale unica e capace di fondere narrazione, docufilm e musica per svelare misteri irrisolti aperti da anni. Verrà presentato in anteprima mondiale il volume “100 disegni della Mole”, a cura di Domenico De Gaetano, lunedì 23 settembre alle 20.30 presso il Cinema Massimo. Il volume è edito da Silvana Editoriale. La serata sarà anche l’occasione per presentare il volume “Greenaway- morte e decomposizione del cinema” di Stefano Bessoni, realizzato e pubblicato da Bakemono Lab in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, che lui stesso definisce “un quaderno di appunti, riflessioni e illustrazioni su Peter Greenaway, colui che mi ha fatto capire che un film non è che un contenitore illimitato in cui inserire concetti, teorie e ossessioni”. A seguire, Greenaway e Saskia Boddeke introdurranno la proiezione di “The Greenaway Alphabet”, di Saskia Boddeke, moglie del regista e artista innovativa visiva e multimediale che in questo documentario racconta il marito in maniera ironica e sperimentale, seguendo un alfabeto filmico, poetico e surreale. Le tematiche care al regista vengono sviluppate attraverso uno scambio generazionale con la figlia Pip.

 

Mara Martellotta

La cultura dietro l’angolo: feste di fine estate

Riprendono dopo la pausa estiva gli appuntamenti de La cultura dietro l’angolo, che dallo scorso maggio porta la cultura in tutta la città. Obiettivo della manifestazione, giunta alla sua terza edizione, è la costruzione di relazioni di comunità e per questo, più che ai grandi numeri, mira alla cura e alla valorizzazione di ogni persona coinvolta. Il primo appuntamento di settembre saranno le feste di fine estate, giovedì 12 e venerdì 13 settembre, tra concerti, spettacoli teatrali, performance artistiche, giochi e molto altro nei dieci presidi territoriali.

LE FESTE DI FINE ESTATE

Ognuna delle dieci feste nasce dalla co-progettazione di un ente culturale e di un presidio territoriale e sarà un’occasione per promuovere e far scoprire alla cittadinanza tutti gli eventi e le opportunità del ricco programma dell’edizione 2024 , che conta oltre 240 attività culturali diffuse in tutto il territorio cittadino.

Giovedì 12 settembre 2024

Dalle 16:30 la Biblioteca civica Don Milani ospiterà Spiriti della Luna, una lettura teatrale di Lucilla Giagnoni a cura di TPE – Teatro Piemonte Europa; dalle 17 Più Spazioquattro ospiterà Gold Show, uno spettacolo teatrale di e con Giorgia Goldini, a cura di Fondazione TRG; dalle 17 la Casa del Quartiere di San Salvario ospiterà un laboratorio tra scatti di polaroid e le suggestioni del concerto di Shuai Kanno, a cura di Gallerie d’Italia; dalle 17 il Centro Interculturale ospiterà il laboratorio Di foglia in foglia, ispirato al tema del paesaggio e ai lavori dell’artista Stefano Arienti, a cura di GAM – Galleria d’Arte Moderna; dalle 17 la Biblioteca civica Calvino ospiterà Tubology – La scienza del tubo, uno spettacolo bizzarro e sorprendente, a cura di CentroScienza Onlus.

Venerdì 13 settembre 2024

Dalle 17 Beeozanam ospiterà il laboratorio Storie egizie a colori, a cura del Museo Egizio; dalle 17 Fabbrica delle E / Binaria ospiterà lo spettacolo Tubology – La scienza del tubo, a cura di CentroScienza Onlus; dalle 17 i Bagni pubblici di Via Agliè ospiteranno Dante Giullare, incontro spettacolare di e con Matthias Martelli, a cura del Teatro Stabile di Torino; dalle 17:30 la Casa nel Parco ospiterà il concerto di Kosobate Quartet a cura di Unione Musicale; dalle 18:30 Officine Caos – Casa del Quartiere Vallette ospiterà la lettura teatrale Se ci sei batti un colpo con Irene Ivaldi, a cura di TPE – Teatro Piemonte Europa.

LA CONNESSIONE CON MITO PER LA CITTÀ

Con la terza edizione, La cultura dietro l’angolo rafforza la sinergia con MITO per la Città – la rassegna che affianca la programmazione principale di MITO SettembreMusica con l’aspirazione di coinvolgere anche chi, per varie ragioni o impedimenti, non potrebbe partecipare al festival -, portando piccoli concerti e interventi musicali secondo il seguente calendario.

Giovedì 12 settembre h 17, Biblioteca civica Don Milani: Three Bones, trio di tromboni

Giovedì 12 settembre h 18, Casa del Quartiere di San Salvario: Shuai Kanno, pianoforte

Venerdì 13 settembre h 18, Beeozanam: Psyché, quartetto di flauti

Sabato 14 settembre h 18, Bagni Pubblici via Aglié: Psyché, quartetto di flauti

Martedì 17 settembre h 17, Casa del Quartiere Vallette: TrentaDuo, duo di contrabbassi

Mercoledì 18 settembre h 17, Biblioteca civica Calvino: Psyché, quartetto di flauti

Giovedì 19 settembre h 17, Centro Interculturale: Shuai Kanno, pianoforte

PROSEGUE IL PROGRAMMA DELLA TERZA EDIZIONE

Riprende da settembre il programma principale degli appuntamenti de La cultura dietro l’angolo, che proseguirà fino a dicembre con un ricco calendario di appuntamenti gratuiti di musica, teatro, scienza, arte, storia e fotografia, consultabile sul sito www.laculturadietrolangolo.it.

La card

Per partecipare alle attività de La cultura dietro l’angolo basterà recarsi in uno dei dieci presidi territoriali, dove verrà rilasciata una tessera, che permette anche di accedere gratuitamente o a prezzi scontati a preziose proposte e occasioni culturali. La card consente infatti di visitare gratuitamente le collezioni permanenti del Museo Egizio, della GAM e delle Gallerie d’Italia fino alla fine dell’anno e di usufruire di riduzioni sul prezzo dei biglietti per concerti, spettacoli e incontri delle stagioni di Unione Musicale, TPE, Fondazione TRG, Teatro Stabile di Torino e Associazione CentroScienza Onlus. I biglietti, in numero limitato per ciascuno spettacolo, sono acquistabili esclusivamente recandosi nei diversi presidi territoriali muniti di card.

I partner

La cultura dietro l’angolo è un progetto della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Città di Torino, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino. L’iniziativa è sviluppata con la Fondazione Ufficio Pio, Arci Torino, la Rete Case del Quartiere, la Rete di Torino Solidale. La realizzazione del programma 2024 è resa possibile grazie alla sinergia, all’impegno collettivo e allo scambio di competenze tra queste realtà e tutti i soggetti coinvolti nella co-programmazione e nella co-progettazione, che per quest’anno sono: Associazione CentroScienza Onlus, Museo Egizio, Unione Musicale, Fondazione TRG, TPE – Teatro Piemonte Europa, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Gallerie d’Italia – Torino di Intesa Sanpaolo, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, coordinati dall’Associazione Abbonamento Musei, in collaborazione con dieci presidi civici territoriali: Casa nel Parco nella Circoscrizione 2; Fabbrica delle E/Binaria nella Circoscrizione 3; Più SpazioQuattro nella Circoscrizione 4; Officine CAOS – Casa del Quartiere Vallette e Beeozanam nella Circoscrizione 5; Bagni Pubblici di via Agliè, Biblioteca civica “Don Lorenzo Milani” e Centro Interculturale della Città di Torino nella Circoscrizione 6; Biblioteca civica “Italo Calvino” nella Circoscrizione 7; Casa del Quartiere di San Salvario nella Circoscrizione 8. Il programma si avvale, inoltre, del prezioso contributo di altri presidi della Rete Torino Solidale, come Cascina Roccafranca, Gruppo Abele e la Consulta per le Persone in Difficoltà.

(foto archivio)

“Eclectic Estival” taglia la terza tappa a Villa Chiuminatto

Tra jazz, gospel e classica, ritorna  l’“eclettico” Festival promosso dalla “Fondazione BuonoLopera”

Dal 13 al 15 settembre

“Eclettica” per stile la location (la centenaria “Villa Chiuminatto”, opera liberty costruita nel 1923 in travertino – materiale insolito! – alla Crocetta di Torino dall’architetto Gottardo Gussoni); anticonvenzionale ed “eclettico”, fin dal titolo, il Festival – “Eclectic Estival”, promosso dalla “Fondazione BuonoLopera”, che nella Villa di via Galliano 27, si terrà (quattro concerti in due giorni, assolutamente eterogenei e trasversali per stili) sabato 14 e domenica 15 settembre prossimi.

Ad aprire i giochi, sabato 14 (ore 18) saranno i musici de “Il Trio Euterpe” – Salvatore Passalacqua al clarinetto, Francesca Fiore al violoncello e Salvatore Gitto al pianoforte – un “autentico concentrato di musica, energia, passione e genuinità”, la cui storia è legata a quelle isole Eolie che accendono di passione l’anima dei componenti del gruppo. Sempre sabato 14 (ore 19) toccherà agli “Itamela” con le loro particolari melodie in cui risuonano, piacevolmente miscelati, voci e suoni caratteristici dei paesi di origine del trio, della Liguria del genovese Dado Moroni, della Sicilia del vulcanico Enzo Zirilli e di Cuba, fonte seducente di blues latino e terra natia di Yanara Reyes McDonald.

Due gli appuntamenti musicali di domenica 15 settembre. Un pianista e nove voci, particolarmente attesa, alle 18, l’esibizione del “Sunshine Gospel Choir”,  fondato e diretto da Alex Negro, da più di vent’anni il più rappresentativo e uno dei migliori cori di musica gospel in Italia, vincitore del “Gospel Jubilee Award” come “miglior coro gospel italiano distintosi per professionalità ed impegno”. In chiusura, alle 19, il palco sarà tutto del trio “Accordi Disaccordi” – nato nel 2012 e composto da Alessandro Di Virgilio e Dario Berlucchi alle chitarre e Dario Scopesi al contrabbasso – “crossover” capace di miscelare influenze gipsy jazz, melodie mediterranee e ritmi latini con l’energia del rock.

Novità di “Eclectic” di quest’anno l’appuntamento “VenerdìGiovani” che apre ilFestival venerdì 13 settembre, con l’esibizione delle tre band finaliste selezionate durante “Too Young To Jazz”: il “Quartetto di Caterina Graniti”, nato nella classe di musica d’insieme del “Conservatorio di Torino”; il “Trio di Gianluca Gallucci” che propone un repertorio di composizioni originali e riarrangiamenti di standards della tradizione jazz ed il “Quartetto di Luca Guarino”, il cui sound si basa sulla compresenza di sassofono e chitarra, accoppiata che ha dato vita ad alcuni degli album più importanti della storia del jazz. Saranno una giuria qualificata e il pubblico partecipante ad indicare il gruppo vincitore.

Per la prima volta, inoltre, sabato 14 settembre, a “Villa Chiuminatto” durante “Eclectic Estival” saranno esposte le opere dei tre vincitori del “Premio Fondazione BuonoLopera” selezionati tra gli artisti partecipanti all’ultima edizione di “Paratissima Talents”: Daniele Accossato (con la serie “Wrapped”), Crissi Campanale(con la performance – arte visiva “Counting Time”) e Silvia Loi (con il VHS “Unreliable Evidence”).

Il Festival, promosso dalla “Fondazione BuonoLopera” (costituita nel 2021 per volontà di Stefano Buono e Maribel Lopera Sierra), con il patrocinio della “Città di Torino” e la direzione artistica affidata al musicista e compositore umbro Federico Bonifazi, si inserisce nel programma di eventi benefici caratterizzati tutti da un comune denominatore: “Offrire – sottolineano i promotori – momenti artistici di alto livello capaci di emozionare ma soprattutto di catturare l’attenzione su temi di impatto sociale raccogliendo fondi per realtà no profit del territorio”. In quest’ottica “Eclectic Estival” sostiene quest’anno i “giovani talenti” in campo musicale e artistico delle rassegne “Too Young To Jazz” di “AICS Torino APS” e “Paratissima Talents 2024” di “Paratissima” devolvendo il ricavato delle donazioni del pubblico delle tre serate a questi due “charity & cultural partner”.

Per info e acquisto biglietti: “Villa Chiuminatto”, via Galliano 27, Torino o info@buonolopera.foundation

g.m.

Nelle foto: “Villa Chiuminatto”, particolare esterni; “Sunshine Gospel Choir”; “Itamela”; “Accordi Disaccordi” (credit: Gabriella Di Muro)

“Nella vecchia fattoria ia ia o”

Music Tales, la rubrica musicale 

“Tra le casse e ferri rotti ia ia o

dove i topi son grassotti ia ia o

c’è un bel gatto gatto ga ga gatto

l’asinello nello ne ne nello

c’è la capra capra ca ca capra.

Nella vecchia fattoria ia ia o”

Nella vecchia fattoria  è una celebre filastrocca per bambini che tutti, ma proprio tutti, conosciamo.

La prima versione conosciuta del brano secondo il Traditional Ballad Index è quella riportata nel libro “Tommy’s Tunes” del 1917, una raccolta di canzoni della prima guerra mondiale a cura di F. T. Nettleingham.

In questo libro la filastrocca è riportata con il titolo “Ohio”, e ha un testo molto simile anche se con un ritornello leggermente differente.

Old MacDonald Had a Farm.

Old Macdougal had a farm in Ohio-i-o,

And on that farm he had some dogs in Ohio-i-o,

With a bow-wow here, and a bow-wow there,

Here a bow, there a wow, everywhere a bow-wow.

La prima incisione ufficiale del brano con il titolo e il testo attuale è del Sam Patterson Trio, pubblicata dall’etichetta discografica Edison nel 1925. A questa fecero seguito la versione di Gid Tanner & His Skillet Lickers, (Columbia Records, 1927) e “McDonald’s Farm” dei Warren Caplinger’s Cumberland Mountain Entertainers (Brunswick Records, 1928). Il nuovo testo del brano, che da qui in poi diventerà quello standard è quello canonico con l’inserimento del nome dell’animale ad ogni strofa.

Poco da dire però tanto da ammirare nella genialità di un brano semplice ma coverizzato decine e decine di volte.

Oggi siamo leggeri e vorrei mettere al vostro ascolto la versione di Nikki Yanofsky.

Nata a Montréal, ha esordito appena dodicenne nel 2006 esibendosi al Montreal International Jazz Festival. Nel 2007 ha preso parte alle registrazioni di We All Love Ella: Celebrating the First Lady of Song, album tributo a Ella Fitzgerald.

Nel settembre 2008 ha pubblicato il suo primo album. Nell’ambito dei Juno Awards 2009, ha ottenuto due candidature. Nel 2009 ha vinto il premio “Artista o gruppo jazz” ai Canadian Independent Music Awards.

Nel 2010 ha cantato il brano I Believe come sigla della CTV per le olimpiadi invernali. A Vancouver, in occasione della cerimonia di apertura dei XXI Giochi olimpici invernali, ha cantato l’inno nazionale canadese. Ha preso parte anche alla cerimonia di chiusura dei giochi olimpici e alla cerimonia di apertura dei giochi paralimpici.

Nel maggio 2010 ha anche pubblicato l’album Nikki, registrato con Phil Ramone, che contiene brani scritti da Jesse Harris, Ron Sexsmith e Feist.

Nel maggio 2014 pubblica il terzo disco.

Nel settembre 2016 pubblica un EP dal titolo Solid Gold EP prodotto da Wyclef Jean.

Nel luglio 2020 pubblica il suo quarto album in studio intitolato Turn Down the Sound. Questo disco, anticipato dai singoli Forget e Nerve, vede la partecipazione, come autore di due brani, di Rod Temperton.

Una versione, questa, molto accattivante a parer mio.

Spero vi piaccia, un buon ascolto

https://www.youtube.com/watch?v=NHb5sLLYV_U&list=RDNHb5sLLYV_U&start_radio=1

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere

Le sette candeline di “Club Silencio”

 

Grande festa al Monte dei Cappuccini con un’edizione speciale di “Una notte al Museo” e, alla consolle, Samuel dei Subsonica

Venerdì 13 settembre, dalle 19

Fra le sue “chicche” più note, “Una notte al Museo”, che dal 2017 a oggi ha portato più di 280mila giovani in oltre 50 Musei tra Piemonte, Liguria e Lombardia. Una bella impresa che, da sola, potrebbe bastare per festeggiare a ragione i sette anni di attività di “Club Silencio”, Associazione culturale torinese “impegnata in progetti esperenziali rivolti a stimolare la partecipazione attiva dei giovani ‘under 35’ alla vita culturale, sociale e democratica del territorio”. Sul piatto, dal 2017 a oggi, 221 eventi in oltre 50 istituzioni culturali, 40 partner e sponsor, 253 artisticoinvolti. Le sedi più apprezzate il “Museo Egizio” (con una media di 2mila persone per serata) e i “Musei Reali” (1.800 partecipanti in media). Tra gli eventi record, l’incontro dedicato all’“Eurovision” ai “Musei Reali” del 13 maggio 2022, con ben 3.881 partecipanti, rimane un esempio di come l’Associazione sia perfettamente ed intelligentemente in grado di riuscire a fondere (come da obiettivi) “cultura” e “intrattenimento”. Cifre di tutto rispetto che ben giustificano la voglia di far festa in occasione del settennale del “Club” di corso Massimo D’Azeglio a Torino, presieduto da Alberto Ferrari.

L’appuntamento è per il prossimo venerdì 13 settembre, a partire dalle 19, con un evento speciale al “Monte dei Cappuccini”, cui parteciperà, per regalare note musicali alla festa, Samuel dei “Subsonica” impegnato alla “consolle”. E la festa “non sarà solo un momento per celebrare i numerosi successi raggiunti – spiegano gli organizzatori – ma un nuovo punto di partenza per guardare al futuro con ulteriori idee e progetti”. I motori restano accesi, per andare oltre (o, per lo meno, senza perdere di vista) i 200 giovani coinvolti finora nello staff, nella realizzazione di più di 100 attività, parallelamente all’Osservatorio “YouthLAB”, sempre ideato e promosso dall’Associazione per dare vita a momenti di ascolto ed analisi che hanno coinvolto più di 13mila giovani su tematiche legate all’attualità.

Da sottolineare ancora, oltre alla straordinaria capacità di attrarre il pubblico, la concreta sensibilità di “Club Silencio” verso importanti temi sociali e culturali, come l’evento del 25 novembre 2023, al “Museo del Risorgimento”, dedicato alla “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, che ha incluso installazioni e laboratori di sensibilizzazione o come la sua presenza a “Biennale Tecnologia 2024”, con l’organizzazione di eventi presso il “Politecnico di Torino” che hanno attirato qualcosa come 3.349 partecipanti.

“Club Silencio” ha davvero dimostrato in questi sette anni (oltre 220mila gli iscritti alla “community”) di essere “un punto di riferimento importante – sottolinea il presidente Alberto Ferrariper l’innovazione culturale”. “La risposta del pubblico– prosegue Ferrari – ci fa capire che abbiamo intrapreso una strada giusta: coinvolgere i giovani è possibile, bisogna però trovare le chiavi giuste per farlo. Per il futuro abbiamo in serbo nuove sorprese. Certo non smetteremo mai di rinnovarci.

Per info: “Club Silencio”, corso Massimo D’Azeglio 60, Torino; www.clubsilencio.it

g.m.

Nelle foto: “Una notte al Museo”, credit Federico Masini Studio; Samuel dei “Subsonica”

 

70 titoli per 70 candeline del Teatro Stabile di Torino

La stagione teatrale 2024/2025  si aprirà il 7 ottobre

 

Il teatro Stabile di Torino propone quest’anno settanta titoli, tanti quanti sono gli anni che compie.  La voglia di organizzare e di proporre spettacoli è tanta,  considerando l’incremento del 34% nella vendita degli abbonamenti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Tre i palcoscenici coinvolti, Carignano, Gobetti, Fonderie teatrali Limone, nelle quali andranno in scena 24 produzioni e coproduzione, di cui saranno 12 debutti in prima nazionale  e 46 ospitalità.  Si tratta di spettacoli, la cui metà degli autori è  vivente.

La stagione teatrale inaugurerà il 7 ottobre prossimo con “Cose che so essere vere” primo allestimento italiano della commedia del drammaturgo australiano Andrew Bovell. Valerio Binasco dirigerà una bravissima Giuliana De Sio, già protagonista lo scorso anno al teatro Carignano di “Agosto ad Osage County” di Tracy Letts. Valerio Binasco riprenderà anche i “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello e sarà interprete de “Il costruttore Solness” di Ibsen, diretto da Kristza Szekely.

Vi sarà una prima nazionale de “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams, per la regia di Lidi, sarà di Filippo Dini, invece, la regia dei “Parenti terribili” di Cocteau.

Tra i titoli più richiesti tra le ospitalità “Tre modi per non morire “ di Toni Servillo. Tra gli altri protagonisti Lino Guanciale, Natalino Balasso, Sonia Bergamasco, Massimo Popolizio, Umberto Orsini, Alessandro Gassmann e Alessandro Haber.

Alle Fonderie Teatrali Limone il sipario si apre ancora prima, accogliendo il festival di Torinodanza, diretto da Anna Cremonini, con lo spettacolo “Freedom Sonata” di Emanuel Gat, primo di 15 titoli in cartellone.

 

 

Mara   Martellotta

La radio che cammina nelle periferie eccentriche

-PERFORMING MEDIA A TORINO-

Un’esperienza itinerante, teatrale e multimediale

10 – 14 settembre 2024 Torino

Teatro Mobile con Urban Experience, in collaborazione con Il Salotto di Miranda, ACMOS, Mau e Piemondo Onlus presenta un progetto speciale volto alla valorizzazione dei “paesaggi umani” delle periferie torinesi.

7 walkabout, percorsi di esplorazione urbana e spettacoli itineranti nei quartieri di Aurora e Barriera per intrecciare il racconto della città e con testi potenti, da Conrad a Ballard, messi in scena da Teatro Mobile con la regia di Marcello Cava e le elaborazioni drammaturgiche di Pina Catanzariti, per aiutarci a riflettere sul futuro di questo pezzo di Torino, perché ogni luogo è un mondo a parte e ogni mondo a parte è un luogo.
7 camminate radiofoniche a tema condotte da Carlo Infante che termineranno presso il Salotto di Miranda per il Podcast Lab durante il quale si raccoglieranno le idee e le proposte dei partecipanti che andranno ad arricchire la futura progettazione del salotto di quartiere.
5 giorni a settembre e 7 a novembre nei quali il pubblico, connesso in modulazione di frequenza, potrà riscoprire angoli di città inaspettati e godersi spettacoli teatrali site specific che Teatro Mobile metterà in scena nei percorsi urbani.

A settembre si inizia con sette spettacoli, gratuiti e con ascolto in cuffia. Gli spettacoli di Teatro Mobilesi muoveranno dal Salotto di Miranda, tra Borgo Rossini e Barriera, attraverseranno il Cimitero Monumentale, incontrando i sepolcri dei martiri del Fascismo e quelli di Silvio Pellico e Maciste. Esploreranno inoltre luoghi emblematici di quelle periferie,  tra cui il cohousing sociale Sorgente.

Si parte il martedì 10 settembre con Caligola: la follia del potere, un viaggio ossessivo sulla violenza del potere, commentato da una suite musicale dal vivo. Mercoledi 11 settembre sarà possibile seguire La Linea d’ombra: vite senza confini, le parole dal vivo e registrate si incastrano nel dialogo concitato tra i due marinai, il nuovo capitano e il vecchio ufficiale, in un flusso sonoro che permette la “visione” impossibile lungo la linea d’ombra. Giovedì 12 settembre appuntamento con Cuore di Tenebra, ancora una volta il potere, che altro non è se non follia, nel costante desiderio di annullare l’essere umano. Venerdì 13 settembre arriva Prometeo e il suo doppio, il tema fondante è il rapporto tra l’uomo e la sua natura, l’ineluttabile percorso verso un’ecologia che nega e trascende la possibilità di scegliere il bene contro il male. Sabato 14 settembre un doppio appuntamento: alle ore 17Condominium, ispirato a Ballard, introdotto dal walkabout su “le derive della città psicotropa”, un viaggio perturbante in un condominio che diventa scenario distopico, il condominio stesso si rivela come una “casa psicotropa”, per cui è psicotropo ciò che agisce sulle funzioni psichiche, per cui l’etimo di “tropo” sottende proprio questo: “ciò che volge altrove”. Infine alle ore 20.30Doppio sogno di fine estate con il walkabout su “la sospensione dell’incredulità”, tutto si mescola in un disordine cosmico, mitologico ed erotico, che affiora in un mondo onirico in cui l’amore diventa bestiale e distruttore.

Dal Caligola di Camus, alla Linea d’Ombra e Cuore di Tenebra di Conrad, dal Prometeo di Eschilo e Mary Shelley fino ad Apuleio e Shakespeareper un’esperienza unica, pensata e realizzata con attenzione semantica e precisione curatoriale: i contenuti vengono infatti elaborati in simbiosi con il territorio non più inteso come contenitore ma come “contenuto”, rivelandolo poeticamente come sottotesto della drammaturgia in azione nello spazio svelato.
Spettacoli radionomadi tesi alla produzione di un nuovo ascolto e di una nuova percezione del luogo.  Opere che possono essere sviluppi di un repertorio teatrale (come quello di Teatro Mobile) con produzioni originali che estraggono il valore intrinseco dei paesaggi naturali, urbani, umani.
Tutti i percorsi sono gratuiti e condurranno al Podcast Lab del Salotto di Miranda dove, davanti a un accogliente buffet si converserà liberamente sul futuro e sul presente di questa parte di città.

“Il progetto di La radio che cammina vuole dare ai fruitori un “ascolto speciale” che consente una percezione originale del luogo prescelto per il quale viene ideata un’apposita elaborazione drammaturgica associata ad un “walkabout” (conversazione radionomade) che rende ogni evento assolutamente unico e site specific, coinvolgendo stakeholder territoriali.
Urban Experience propone il progetto per ottemperare alle finalità di inclusione e coesione sociale attraverso azioni itineranti, in particolare con i walkabout sarà possibile ritrovare il valore del “guardarsi intorno”, partendo dall’assunto che non s’impara solo su libri o su schermi ma dagli altri e dalle cose che ci circondano. Un’attività dinamica di attenzione ed elaborazione delle informazioni associate all’esperienza diretta, sul campo.  Nel contesto di ciò che definiamo “L’apprendimento dappertutto per la cittadinanza educativa”, pensando al coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado,  ci si mette in cammino, conversando (attraverso il sistema whisper-radio, sussurrando) con i ragazzi, rilevando informazioni ed emozioni per viverle in un inedito e non convenzionale storytelling.”  (Carlo Infante, presidente di Urban Experience)