SPETTACOLI- Pagina 118

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Baustelle e i Modà

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Pala Alpitour il compositore Hans Zimmer propone i suoi classici cinematografici da “Dunkirk” a “Il re leone” accompagnato dalla band e l’orchestra.

Mercoledì. Al Jazz Club blues con Fast Frank e Andrea Scagliarini. All’Osteria Rabezzana suona il pianista Emanuele Sartoris in duo con il contrabbassista Marco Bellafiore per un omaggio a Baudelaire. Al Lambic si esibisce il cantautore Peppe Voltarelli.

Giovedì. Al Dash è di scena Martin Craig. Al teatro Colosseo si esibisce Fabrizio Moro. Al Maffei sono di scena Federico Pianciola e Andrea Marazzi. Al Concordia di Venaria si esibisce il rapper Mostro. Al Blah Blah punk con i Forty Winks.

Venerdì. All’Istituto Musicale di Rivoli suona il trio Quartocolore. I Modà si esibiscono al teatro Colosseo per 2 sere consecutive. Al Vertigo di Pianezza è di scena Max Forleo. Al Cap 10100 suona il chitarrista Matteo Mancuso. Allo Ziggy arriva il veterano del rock Pino Scotto. Al Folk Club si esibisce la cantautrice Rachel Croft. All’Hiroshima Mon Amour suona il quintetto Bull Brigade con Medusa e Frammenti. Al Blah Blah si esibisce il quartetto Rosegarden Funeral Party.

Sabato. Al Bunker suonano gli Instambul Ghetto Club. Al Concordia di Venaria “sold out” per i Baustelle che presentano in tour il nuovo album “Elvis”. Al Blah Blah suonano i Fulci.

Domenica. Al Jazz Club si esibiscono gli Sweet Soul Singer mentre al Magazzino sul Po è di scena Deian.

Pier Luigi Fuggetta

“Finalmente sola”, a teatro lo spettacolo sulla dipendenza amorosa

 

Allo Spazio Kairos sabato 29 aprile il monologo di Paola Giglio

Un assolo teatrale che ha ricevuto molti riconoscimenti: il Premio per monologhi inediti “Anima e Corpo del Personaggio Femminile“, “Miglior Attrice Protagonista” e Miglior Allestimento” al Premio Nazionale Città di Leonforte, la menzione speciale “Premio Giovane Scena delle Donne” a Sesto al Reghena, il “Premio MaldiPalco” a Torino.

Arriva allo Spazio Kairos di via Mottalciata 7 a Torino “Finalmente sola“, un testo affronta con pungente ironia il tema della dipendenza amorosa: prodotto dalla Compagnia Giglio/Prosperi di Roma è stato scritto da Paola Giglio che lo interpreta, sola, sul palco. La regia è di Marcella Favilla. L’appuntamento sabato 29 aprile alle 21.

La storia

  1. è sempre stata fidanzata, dall’età di 5 anni. Nella sua vita è saltata da una storia all’altra senza soluzione di continuità, schiava dell’amore e degli uomini, ai quali proprio non sa dire di no. Ora, però, qualcosa è cambiato: è rimasta sola, faccia a faccia con sé stessa, senza nessuno cui rivolgersi, da cui farsi consolare. Del resto non ne poteva più della spirale amorosa in cui era incastrata da sempre, con uomini tutti banalmente diversi. Finché non è arrivato F., che l’ha portata dove si trova ora. Dove P. ha fatto un passo avanti nella consapevolezza di sé: non c’è bisogno di avere un uomo accanto per sentirsi completa.
    C’è voluta una relazione violenta per farglielo capire. E no, non ha avuto un’infanzia difficile, nessun problema in famiglia. Capita, anche alle migliori di rimanere invischiate in rapporti malati e potenzialmente pericolosi.

È possibile uscirne indenni, senza segni di mani strette sul collo o costole fratturate? È ciò che si chiede P., che la sua esperienza l’ha avuta e certo sa, al contrario di noi, come è andata a finire.

La riflessione
Un rapporto sentimentale malato per farsi alcune domande: quando una relazione difficile diventa insana? C’è stato un momento che ha segnato l’inizio della fine? C’è un modo, in mezzo alla tempesta, per restare lucidi e salvarsi dall’onda lunga che si avvicina inesorabile, alta come un edificio di otto piani, prima che si abbatta sulla propria testa?

BIGLIETTERIA

Su www.ticket.it

Intero 13. Ridotto 10.  Info: biglietteria@ondalarsen.org.

Open machine torna a Gallerie d’Italia

The Goodness Factory e Music Production
presentano
OPEN MACHINE featuring GALLERIE D’ITALIA
Torino, 18 e 25 maggio | 15 e 22 giugno ore 19.00
Milano, 19 e 26 ottobre | 23 e 30 novembre 
con Vittorio Cosma
e con Whitemary, Gianluca Petrella, Damir Nefat, Davide Boosta Dileo, Daniele Mana, Cecilia, Plastica, Giancarlo Parisi, Rodrigo D’Erasmo, Enrico Gabrielli, Alessio Sanfilippo.

Gallerie d’Italia – Torino Piazza San Carlo 156
Gallerie d’Italia – Milano Piazza della Scala 6

Dopo il successo e l’emozione dell’appuntamento del mese di gennaio alle Gallerie d’Italia di Milano, durante il quale si è potuta vivere un’esperienza unica grazie al connubio fra lo spazio e il suono, Gallerie d’Italia, The Goodness Factory e Music Production hanno deciso di ripetere quella esperienza per amplificare l’emozione e fare un percorso insieme.

Dal 18 maggio per 4 appuntamenti a Torino e 4 appuntamenti a Milano Vittorio Cosma torna all’interno delle sale auliche delle Gallerie d’Italia con Open Machine, il progetto di improvvisazione al buio che da qualche anno porta in tour per l’Italia. Insieme agli ospiti che si alterneranno in questa creative room unica e prestigiosa Vittorio Cosma porterà il pubblico direttamente a contatto con i meccanismi della creazione musicale.


Open Machine – Gallerie d’Italia Milano
Intesa Sanpaolo, attraverso il polo museale delle Gallerie d’Italia, sostiene importanti iniziative culturali del Paese, tra cui mostre, festival, eventi d’arte, fotografia, musica, editoria e lettura per esprimere la centralità del rapporto con il territorio e la partecipazione attiva allo sviluppo delle comunità di riferimento, secondo un piano organico che ha lo scopo di diffondere la passione per la cultura, coinvolgendo dei giovani.

Dall’incontro tra le due realtà nasce così il nuovo format “Open Machine FEATURING Gallerie d’Italia”, un appuntamento fisso rivolto al grande pubblico, agli amanti dell’arte e agli appassionati di musica, che si svolgerà tra maggio e ottobre negli spazi museali di Intesa Sanpaolo a Torino e Milano. Un progetto che coniuga l’attitudine sperimentale di Open Machine con la vision delle Gallerie d’Italia.


Vittorio Cosma
8 appuntamenti, 4 a Torino e 4 Milano per un happening musicale, che ha 2 semplici regole: ascoltare e lasciarsi trasportare dal flusso.

Prodotto da The Goodness Factory e Music Production, Open Machine è un format unico nel panorama contemporaneo italiano. È molto più di una performance, è un’azione concreta che ha l’obiettivo di contribuire a riposizionare la musica nella dimensione sperimentale e culturale a cui appartiene. Le musiciste e i musicisti coinvolti si incontrano “sul palco”, non ci sono prove a precedere il live e il pubblico si trova completamente immerso in un autentico momento di creazione artistica con il quale può interagire liberamente.

Alle Gallerie d’Italia Torino il primo appuntamento sarà giovedì 18 maggio con la cantante e produttrice Biancamaria Scoccia in arte Whitemary, con il trombonista italiano fra i più famosi al mondo Gianluca Petrella e con la chitarra di Damir Nefat.

Il 25 maggio Vittorio Cosma sarà accompagnato da Davide Boosta Dileo produttore e tastierista dei Subsonica, dal compositore producer e sound designer torinese Daniele Mana e dall’arpa e dalla voce angelica di Cecilia.

Il terzo appuntamento si terrà giovedì 15 giugno con Enrico Gabrielli polistrumentista, compositore, arrangiatore, produttore discografico e scrittore italiano nonché membro dei Calibro 35, con il pop elettronico dei Plastica e con Giancarlo Parisi polistrumentista e compositore.

Ultimo appuntamento alle Gallerie d’Italia – Torino sarà giovedì 22 giugno con il batterista Alessio Sanfilippo e con artisti che verranno annunciati nelle prossime settimane.

Un’esperienza coinvolgente per il pubblico che ha la possibilità di trovarsi letteralmente al centro di un studio musicale, di esserne parte, al centro di quel processo creativo che cresce e vive dietro ogni produzione musicale.

“La trasformazione di palazzi storici in luoghi d’arte e la condivisione di collezioni di proprietà e di progetti culturali originali sono le caratteristiche principali del nostro Progetto Cultura, in perfetta sintonia con le prossime performance di Open Machine. Creare musica all’interno di spazi d’eccezione, saloni e corti, con il coinvolgimento del pubblico, interpreta bene l’identità delle Gallerie d’Italia e il valore sempre crescente di un museo vivo, aperto, capace di sperimentare soluzioni innovative per raccontare al meglio il panorama artistico e culturale”.
Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Gallerie d’Italia

“Open Machine nasce dalla voglia di incontrare altri musicisti con i quali non avresti modo di suonare (…) suonare per costruire un oggetto musicale. Rendere il pubblico partecipe di questo momento che di solito è segreto e nascosto, Open Machine proprio per questo: per aprire la macchina, per vedere gli ingranaggi, come funziona l’interazione fra persone diverse” Vittorio Cosma, Musicista, Produttore e Direttore Artistico

Open Machine non è un progetto da ascoltare o da vedere, Open Machine è da vivere.
Per avere un’idea a questo link un video.

Il progetto Open Machine è stato portato a Milano in Triennale, al Lazzaretto, al Dr Martens Festival e alle Gallerie d’Italia Milano in gennaio – e ha coinvolto nel progetto musiciste e musicisti unici quali Jeremiah Fraites of The Lumineers, Pacifico, Frenetik, Orang3, Rodrigo D’Erasmo, Venerus, Motta e moltə altrə.

Vittorio Cosma (1965), è un compositore, musicista, produttore, direttore d’orchestra e direttore artistico dalla inesauribile creatività. Considerato una delle figure di riferimento della scena musicale italiana, si è costruito una carriera varia, costellata di successi e di ideazione e partecipazione a progetti di notevole rilievo.
Nella sua attività di produttore, musicista e compositore, è stato un componente della Premiata Forneria Marconi e collabora da sempre con Elio e le Storie Tese. Durante la sua carriera ha inoltre collaborato con artisti del calibro di Fiorella Mannoia, Samuele Bersani, Pino Daniele, Fabrizio De André, Coma_Cose, Eugenio in Via Di Gioia e Marlene Kuntz, grazie ai quali ha collezionato svariati dischi d’oro. Ha inoltre realizzato diverse colonne sonore per il cinema e per serie tv, mentre con la sua casa di produzione Music Production ha creato le musiche per i più importanti spot pubblicitari nazionali e internazionali.
Come direttore d’orchestra ha diretto l’orchestra del Festival di Sanremo in molteplici edizioni.
In qualità di direttore artistico ha curato l’apertura del Festival dei Due Mondi, della Notte della Taranta (nel 2002 e 2003), del Mantova Musica Festival, del Festival Letterature di Roma (Basilica di Massenzio), del Festival di musica e letteratura Le corde dell’Anima a Cremona e del Festival multidisciplinare Microcosmi a Comerio (VA).
Durante la sua carriera ha fondato il supergruppo rock “Gizmodrome”, band creata nel 2016 insieme a Stewart Copeland (batterista dei Police), Mark King (bassista dei Level 42) e Adrian Belew (chitarrista dei King Crimson), che ha inciso due dischi ed avviato un tour mondiale.
Infine, insegna Music Production Technology al Politecnico di Milano, tiene conferenze sulla comunicazione della cultura (tra cui 3 Ted talk) e ha sviluppato negli anni una serie di progetti culturali trasversali sui generis, come l’evento multimediale e multidisciplinare Indeepandance, o ancora ha creato il collettivo Deproducers, progetto che coniuga musica e scienza che ha visto la collaborazione tra gli altri Telmo Pievani e Stefano Mancuso.
Music Production è la casa di produzione di Vittorio Cosma con la quale produce artisti, colonne sonore, spot pubblicitari e sonorizzazioni.

A Torino dal 2014, The Goodness Factory è uno spazio – intellettuale e fisico – per l’ideazione, la promozione e lo sviluppo di progetti artistici e culturali, per la produzione e la comunicazione di eventi e la diffusione di nuovi linguaggi. È un incrocio di vissuti e di esperienze lavorative molto diverse, un ambiente nato fin dal principio come rete reale e applicata, una dimostrazione di intelligenza collettiva che ha oggi all’attivo, oltre alla collaborazione con Vittorio Cosma, il management di Eugenio in via di Gioia, Andrea Laszlo De Simone, la direzione artististica e la produzione di _resetfestival, la co-fondazione e la co-gestione di OFF TOPIC, hub culturale della Città di Torino, e la progettazione di diversi format di caratura nazionale dedicati alla formazione in ambito musicale, ai diritti civili e alla divulgazione dei temi fondanti del contemporaneo.

Info e biglietti
L’evento è gratuito per i visitatori del Museo.
Prenotazione consigliata via mail all’indirizzo torino@gallerieditalia.com

Tutte gli aggiornamenti
https://gallerieditalia.com/it/torino/
https://www.instagram.com/open___machine/?igshid=YmMyMTA2M2Y%3D

Valerio Binasco e i “Sei personaggi” pirandelliani: un altro sguardo

Sul palcoscenico del Carignano, per la stagione dello Stabile torinese

I preamboli sono sotto gli occhi di tutti. “Ma ho già la testa piena di nuove cose! Tante novelle… E una stranezza così triste, così triste: ‘Sei personaggi in cerca d’autore’: romanzo da fare. Sei personaggi, presi in un dramma terribile, che mi vengono appresso, per esser composti in un romanzo, un’ossessione, e io che non voglio saperne, e io che dico loro che è inutile e che non m’importa di loro e che non m’importa più di nulla, e loro che mi mostrano tutte le loro piaghe e io che li caccio via… – e così alla fine il romanzo da fare verrà fuori fatto.” Così scriveva Pirandello al figlio Stefano nel luglio del 1917. E poi ancora, nelle “Novelle”: “È mia vecchia abitudine dare udienza, ogni domenica mattina, ai personaggi delle mie future novelle. Cinque ore, dalle otto alle tredici. M’accade quasi sempre di trovarmi in cattiva compagnia.” E ancora: “Oggi, udienza. Ricevo dalle ore 9 alle 12, nel mio studio, i signori personaggi delle mie future novelle. Certi tipi. Non so perché tutti i malcontenti della vita, debbano venire proprio da me.”

Un fardello, un peso, quella “stranezza”, che Pirandello si portò addosso per anni. Poi la tragedia, la tragedia in commedia, sulle tavole del Valle di Roma e l’esito disastroso della prima, la sera del 9 maggio 1921, con il pubblico beffato e contrario agli esperimenti teatrali e abbastanza inferocito ad attenderlo fuori, qualche disordine a piazza Navona, tutti a chiedersi, come il capocomico, perché dalla Francia non arrivino più dei testi come dio comanda e si sia costretti a rappresentare quelli assurdi e fumosi di questo signor Pirandello. Poi il trionfo di Milano nel settembre successivo, poi i Pitoëff a Parigi e i successi europei e americani, e cent’anni senza soste quei sei disgraziati a cercar di far rappresentare il loro dramma, per passare in casa nostra tra i Buazzelli i Valli i Pilotto i Pagni gli Scaccia e altri ancora. Fino a oggi.

A inizio di stagione, mi chiedevo: ma ancora i “Sei personaggi”, ne varrà ancora la pena? sappiamo tutto ormai. Testo più per una bella prova d’attori che per altro. No no. La scommessa l’ha vinta pienamente Binasco, a cui il signor Pirandello e i suoi “Sei personaggi” sino a ieri stavano piuttosto antipatici, rimettendo in scena il testo dell’autore siciliano, e lo Stabile torinese tutto, con i confratelli di Genova e di Napoli (in tournée nelle due città sino al 28 maggio). Certo un testo “nuovo” e non freddamente “nuovo”, attuale, completamente “odierno”, affrontando con fine intelligenza un classico, ma non per rivolgerlo ai propri interessi, ai personalismi di affermato regista, un testo che non deve essere considerato un intoccabile pezzo museale ma che deve respirare aria mai provata prima. Per analizzarlo dall’interno, per rigirarlo come un calzino, per toglierlo da gran parte di quel filosofeggiare con cui, pur nell’involucro di una bellezza che non fa altro che colpirti ancora e sempre, l’autore lo ha ricoperto. Poggiando su entrambe le edizioni del ’21 e del ’25, ha lavorato di passione, di modernità, di gusto teatrale e di invenzioni; ha lavorato saggiamente di linguaggio, per cui magari “cotesta frenesia” non ti arriverà più alle orecchie, per cui quella anacronistica e ormai ridicola “busta cilestrina” – di cui tante volte si è sorriso – ha lasciato il passo a una più comune “busta celeste”, ha snellito l’azione svaporando e togliendoci Madama Pace, ma magari dopo l’altra sera vediamo i “Sei personaggi” in chiave più realistica e non tanto come seduta spiritica. Ha giocato allo sberleffo, improvviso, inaspettato come un gioco di prestigio, divertito e divertente, dicendoci “chi l’ha detto che in questo testo non si possa ridere?”, quando nel momento più angosciato del dramma, allorché il Padre, nelle stanze della peccaminosa ‘Robes et Manteaux’ s’intrattiene con la Figliastra, due giovani attori, due ragazzi, stravolgendo i ruoli, danno vita a un siparietto di gustosa comicità.

E ancora. Sin dall’inizio, scordatevi le battute iniziali con il capocomico che chiede più luce in scena o “Oh! Che fai?” / Che faccio? Inchiodo”, scordatevi i ritardi della prima attrice e il suo cagnolino da chiudere in camerino, la troppa sicurezza di questo o di quello, il disinteresse totale a quanto stanno facendo, la prova di Socrate a sbatter le uova nel dar vita al secondo atto del “Gioco della parti” che la compagnia dovrebbe rappresentare. Binasco s’è circondato di venti allievi della Scuola per Attori dello Stabile torinese, per loro ha inventato di sana pianta, dando maggior spazio rispetto all’originale, parole e gesti e cose da fare, scambi di battute, ragazzi di oggi con le loro risate e i loro visi immusoniti, le piccole ripicche e gli abbandoni, e il gioco regge e diverte e interessa. Ed è soprattutto giusto, autentico. E poi il dramma, che Binasco – qui coraggioso e magari sfrontato più che in altre occasioni: in veste d’attore, racchiude il dolore e le miserie di un animo umano alla deriva, ben consapevole del marcio che lo ha circondato ma che in una sacrosanta legge di contrappasso che vede l’ora di rivivere – sfaccetta in ogni suo più piccolo dolore, nel mostrare padre madre figlio e figliastra in uno stretto vortice (i piccoli della famiglia, le vittime, quelli che non parlano e che saranno eliminati dall’acqua e da un colpo di pistola, sono subito sostituiti da due giovani leve tra gli allievi), come certe anime di Dante, che cercano qualcuno che le ascolti e che in quell’ascolto trovano pace e eternità. Nel mostrarli in quella richiesta a essere rappresentati, a entrare dentro a un copione, “a viverlo adesso questo dramma”. Dentro una sala prove, pressoché spoglia, una scala e una porta sul fondo, fredde luci al neon (la scena è di Guido Fiorato), tutti insieme, attori e personaggi, come una grande famiglia. Al centro di quello che pare essere il suo regno un capocomico tra l’inguaiato e lo stupito, difficile a entrare in quel (preteso) gioco che gli è piombato addosso, un po’ sempliciotto anche che Jurij Ferrini rende con grande convinzione, con tratti di grande trasporto verso il pubblico. Sara Bertelà, chiusa in quella prima parte che non le lascia spazio, se non in quei gesti di tacita presenza, esplode in lamenti e disperazione poi, ridando spazio e vita alla Madre troppe volte lasciata al fondo del palcoscenico; Giovanni Drago efficacemente fa sua la rabbia, il risentimento di quel Figlio cupo e appartato, in una prova davvero positiva. Negli abiti della Figliastra (i costumi sono di Alessio Rosati), Giordana Faggiano, spregiudicata e sfacciata, allegra e tristissima, dolce e ad un passo dall’ira, sguaiatissima nelle sue tante risate, una bambola anni Trenta appena uscita da qualche film di ragazze perdute, un trucco pesante attorno agli occhi, dimostra la grinta, la pienezza, la drammaticità, l’intensità – vera ad ogni istante – della grande attrice. Un successo, repliche al Carignano sino a domenica 7 maggio.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Luigi De Palma

Al teatro Regio “La sposa dello zar”

Una delle opere principali di Nikolai Rimskij Korsakov nella prima esecuzione torinese

 

 

Sarà  in scena mercoledì 26 e venerdì 28 aprile, alle ore 20, al Teatro Regio di Torino l’opera dal titolo “La sposa dello zar” o, nel titolo originale, “La fidanzata dello Zar”, di Nikolaj Rimskij Korsakov, per  la prima volta a Torino in forma di concerto.

L’esecuzione è affidata a Valentin Uryupin, premiato interprete di musica slava e vincitore del Premio Internazionale  di direzione d’Orchestra “Sir Georg Solti” di Francoforte. Salirà sul podiodell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito da Andrea Secchi.

L’opera verrà eseguita in lingua originale russa, con sopratitoli in italiano e in inglese.

Si  tratta di un’opera in quattro atti molto avvincente, musicalmente trascinante, velatamente drammatica, con venature sinistre con le lotte al potere che si intrecciano alle vicende personali dei protagonisti.

La storia è immersa nella cultura russa del Cinquecento con un folclore espresso attraverso cori e canti popolari, accanto a una precisa direzione politica, che ha al suo vertice lo spietato Zar Ivan il Terribile.

Le vicende storiche rappresentano un personaggio a tutti gli effetti, sorgente del veleno che il potere inietta nella mente dei suoi sudditi, colti nella vita quotidiana alle porte di Mosca, verso la fine di quel secolo, il Cinquecento, in cui lo zar dominava il popolo con la paura e la repressione.

La prima rappresentazione assoluta avvenne a Mosca al Solodovnikov Teatr il 22 ottobre 1899.

Protagonista dell’opera è lo Zar Ivan il Terribile, vedovo e in cerca di una nuova moglie, la cui scelta cadrà  sulla giovane Marfa, che ama un altro uomo, ma si piega alla volontà dello Zar e rinuncia, così, al suo amato.

“Considero quest’opera l’unica tragedia altamente “shakespeariana” dell’intera eredità  di Rimskij -Korsakov, in cui le emozioni esplosive si completano reciprocamente con una struttura stellare.

Il compositore era al massimo della sua maestria e sappiamo che il processo di composizione ha richiesto meno di un’estate. La musica è  passata attraverso di lui, in quanto egli era in sintonia con il libretto di Mej Tjumenev, nonostante sia stato scritto in una lingua piuttosto arcaica, capa e di creare, proprio per questo, un incredibile conflitto a più  livelli. Il popolo compone, soleva affermare il compositore, e noi ci co tentiamo di elaborare.

Per tutte le recite serali, il pubblico ha la possibilità di degustare una cena a buffet nel Foyer del Torino. Si tratta di Opera Buffet, acquistabile online al costo di 27 euro o direttamente la sera dello spettacolo a trenta euro, presso le casse nel foyer d’ingresso.

MARA MARTELLOTTA

“Prendo la rincorsa le braccia al cielo al cielo e volo via…”

Music Tales, la rubrica musicale 

“Prendo la rincorsa le braccia al cielo al cielo e volo via

Via dalle certezze

Dalle tue carezze

Che anche adesso mi blocca no al muro e non volo più

Tutto calcolato

Tutto programmato

Il lavoro la casa il futuro così sei tu ma io

Musico ambulante vorrei stare in cento case o in un motel

E mi sento scusa così dissonante

Vorrei molti amori e duemila figli come me

Via mentre stai parlando

Sono già partito non te ne accorgi non vedi più”

Fabio Concato, pseudonimo di Fabio Bruno Ernani Piccaluga (Milano, 31 maggio 1953), è un cantautore italiano.

Ha ottenuto premi e onorificenze tra cui il Premio Lunezia 2007 per il valore

 musical-letterario dell’album Oltre il Giardino e l’Ambrogino d’oro nel 2020.

Muove i primi passi nel mondo della musica nel 1974, quando insieme agli amici Bruno Graceffa e Giorgio Porcaro forma il gruppo cabarettistico “I Mormoranti”, in cui Fabio scrive testi e musiche e inizia a esibirsi nel celebre locale Derby di Milano.

L’album omonimo del 1982 segna il primo vero riscontro popolare per Concato, trascinato dal singolo “Domenica bestiale”, partecipante al Festivalbar di quell’estate; pur non entrando in hit parade diventerà in breve tempo il classico per eccellenza del cantautore milanese.

Nel 1984 Concato centra il suo maggiore successo discografico con un altro album omonimo, in cui sono contenuti alcuni dei suoi classici quali Ti ricordo ancora, Tienimi dentro te, Sexy Tango, Rosalina, Guido piano e soprattutto Fiore di maggio, altra indimenticabile hit dedicata alla figlia Carlotta.

Del 1986 è l’album Senza avvisare, anch’esso un buon successo discografico (arriva al numero due nella classifica 33 giri).

Nel 1988 incide una canzone dedicata al Telefono azzurro 051/222525 (che era il numero di telefono a quell’epoca) il cui tema è proprio quello delle violenze domestiche ai bambini, e i cui proventi lordi, derivanti dalla vendita del singolo, sono stati interamente devoluti alla organizzazione per la difesa dei minori.

Il brano, pubblicato poco prima di Natale, nelle settimane successive arriva al primo posto nella classifica dei singoli più venduti.

Me la ricordo bene, ricordo tutto quell’album perchè l’ho consumato.

Ma oggi vogli parlare di “Scomporre e ricomporre” che è il nono album in studio di Fabio Concato.

Il disco esce nel 1994 (pubblicato dalla Mercury Records) ed è una raccolta di brani del cantautore, rivisti e riarrangiati.

La prima traccia, Troppo vento, è l’unico inedito dell’album. Una meraviglia che mi tocca da vicino per molti versi.

È presente anche una cover, (ed anche questa mi tocca da vicino per ovvie ragioni) “Perché no” di Lucio Battisti, già comparsa nell’album tributo “Innocenti evasioni” l’anno precedente.

Curiosamente, e per ragioni affettive, “Guido piano” compare nella versione originale, di dieci anni precedente.

Troppo vento La canzone parla delle differenza di visoni della vita tra un musicista che desidera una vita da girovago, senza alcuna certezza che sia lavorativa o familiarema si trova con una donna che vuole una vita “precisa” con un lavoro fisso, uno stipendio un mutuo, dei figli e tutto quello che i formalismi ci dicono essere corretto.

“Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo.”

Buon ascolto

https://www.youtube.com/watch?v=QT4KcBCalD8&ab_channel=FabioConcato-Topic

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Aspettando il giro d’Italia, diamo Spazio alle tue serate! 🚴🏼‍♀️⭐️ Ti aspettiamo tutti i giovedì di maggio nel nostro Sapori&Sorrisi con cene squisite (a 19,90€) e esibizioni di grandi tribute band! Le cene iniziano alle 19:30, gli spettacoli alle 20:30. 📞 Chiamaci e prenota al numero 3519652883!   Ecco gli appuntamenti! ⤵️ 🔸Giovedì 4 maggio Acusti-KOM, tribute band di Vasco Rossi 🔸Giovedì 11 maggio Royal Band, tribute band dei Queen 🔸Giovedì 18 maggio Cipo + Marcos Roagna, tribute band di Zucchero 🔸Giovedì 25 maggio Max Mania, tribute band degli 883

La serata conclusiva di Lovers Film Festival

“Se per tre anni ci siamo corteggiate, questo è l’anno dell’innamoramento” Cosi Vladimir Luxuria ha aperto la serata conclusiva del Lovers Film Festival, il festival delle tematiche LGBTQ+ giunto, quest’anno, alla 38° edizione.


A inizio serata è stato trasmesso il corto di Seyed Mohsen “It’s a gray world” che denuncia le uccisioni di persone omosessuali in Iran. Giampiero Leo, che ha portato i saluti del presidente della regione Cirio, come ufficio presidenza comitato diritto umano è intervenuto, tra gli altri, per annunciare a settembre un convegno internazionale sulle libertà mancate in Iran.

La serata è proseguita con le premiazioni, tra cui quella del torinese Andrea Romano per il film Nono piano a destra, e le esibizioni di Priscilla di Drag Race Italia e Paola e Chiara.

Torino, con questo Festival, da quasi 40 anni porta in scena e accende i riflettori su tematiche di inclusione, tolleranza e difesa dei diritti basilari umani.

Loredana Barozzino

Al teatro Regio in scena mercoledì 26 e venerdì 28 aprile “La sposa dello zar”

Una delle opere principali di Nikolai Rimskij Korsakov nella prima esecuzione torinese

 

Sarà in scena mercoledì 26 e venerdì 28 aprile prossimi, alle ore 20, al Teatro Regio di Torino l’opera dal titolo “La sposa dello zar” o, nel titolo originale, “La fidanzata dello Zar”, di Nikolaj Rimskij Korsakov, per la prima volta a Torino in forma di concerto.

L’esecuzione è affidata a Valentin Uryupin, premiato interprete di musica slava e vincitore del Premio Internazionale di direzione d’Orchestra “Sir Georg Solti” di Francoforte. Salirà sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito da Andrea Secchi.

L’opera verrà eseguita in lingua originale russa, con sopratitoli in italiano e in inglese.

Si tratta di un’opera in quattro atti molto avvincente, musicalmente trascinante, velatamente drammatica, con venature sinistre con le lotte al potere che si intrecciano alle vicende personali dei protagonisti.

La storia è immersa nella cultura russa del Cinquecento con un folclore espresso attraverso cori e canti popolari, accanto a una precisa direzione politica, che ha al suo vertice lo spietato Zar Ivan il Terribile.

Le vicende storiche rappresentano un personaggio a tutti gli effetti, sorgente del veleno che il potere inietta nella mente dei suoi sudditi, colti nella vita quotidiana alle porte di Mosca, verso la fine di quel secolo, il Cinquecento, in cui lo zar dominava il popolo con la paura e la repressione.

La prima rappresentazione assoluta avvenne a Mosca al Solodovnikov Teatr il 22 ottobre 1899.

Protagonista dell’opera è lo Zar Ivan il Terribile, vedovo e in cerca di una nuova moglie, la cui scelta cadrà sulla giovane Marfa, che ama un altro uomo, ma si piega alla volontà dello Zar e rinuncia, così, al suo amato.

“Considero quest’opera l’unica tragedia altamente “shakespeariana” dell’intera eredità di Rimskij -Korsakov, in cui le emozioni esplosive si completano reciprocamente con una struttura stellare.

Il compositore era al massimo della sua maestria e sappiamo che il processo di composizione ha richiesto meno di un’estate. La musica è passata attraverso di lui, in quanto egli era in sintonia con il libretto di Mej Tjumenev, nonostante sia stato scritto in una lingua piuttosto arcaica, capa e di creare, proprio per questo, un incredibile conflitto a più livelli. Il popolo compone, soleva affermare il compositore, e noi ci co tentiamo di elaborare.

Per tutte le recite serali, il pubblico ha la possibilità di degustare una cena a buffet nel Foyer del Torino. Si tratta di Opera Buffet, acquistabile online al costo di 27 euro o direttamente la sera dello spettacolo a trenta euro, presso le casse nel foyer d’ingresso.

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino. Stefano Bollani e Vinicio Capossela

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Blah Blah si esibiscono i Bee Bee Sea. Per il Torino Jazz Festival il clarinettista Louis Sclavis suona nel pomeriggio al Vittoria mentre il sassofonista Shabaka Hutchings alla sera è di scena all’Hiroshima Mon Amour.

Martedì. Al teatro Alfieri per il TJF suona il quartetto del sassofonista Steve Coleman. Sempre per il TJF all’Hiroshima si esibisce Hamid Drake. Vinicio Capossela presenta all’auditorium del Lingotto, “Voi che passate il testimone” mentre allo Spazio 211 Gigi Giancursi , Animaux Formidables e altri presentano “Omega x Resistenza”.

Mercoledì. Furio Di Castri al Monterosa per il TJF presenta il tributo a Frank Zappa. Al Concordia di Venaria si esibisce Mr. Rain. Al Blah Blah suonano i That Gold Street Sound.

Giovedì. All’Hiroshima è di scena Drast. Nell’aula magna del Politecnico suona il quintetto di Roberto Ottaviano. Al Pala Alpitour si esibisce il rapper Lazza. All’Off Topic si esibisce Colombre. Al Museo d’arte Orientale è di scena la vocalist Phew. Alla Casa Teatro Ragazzi suona il sestetto Love Circus di Paal Nilssen-Love. Allo Spazio 211 si esibiscono gli Ufomammut.

Venerdì. Al Concordia è di scena Mezzosangue. Al teatro Colosseo arriva Niccolò Fabi accompagnato dall’Orchestra. Per il TJF al conservatorio suona il pianista Craig Taborn mentre al Politecnico si esibisce il quartetto TellKujira di Francesco Diodati. All’Off Topic si esibisce Generic Animal mentre all’Hiroshima è di scena Lo Stato Sociale.

Sabato. Al Barrio comincia l” Heavy Psych Fest” con Belzebong, Conan e Nick Oliveri. Per il TJF al Vittoria suona la pianista Eve Risser ( il giorno successivo con la Red Desert Orchestra alla sala 500 del Lingotto) e al Bunker suona il trio del batterista Sarathy Korwar.

Domenica. Al Bunker organizzato da “Jazz :Re :Found”, si esibiscono Ramon Judah e Channel One Sound System. Conclusione del Torino Jazz Festival con il doppio concerto di Stefano Bollani alle OGR. Con il Danish Trio al pomeriggio e in piano solo alla sera. Al Barrio suonano gli ucraini Stoned Jesus e i Nebula .

Pier Luigi Fuggetta

Musica nei mercati rionali, il Torino Jazz Festival scende in piazza

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Musica nei mercati rionali cittadini per l’undicesima edizione del Torino Jazz Festival.

La rassegna diretta da Stefano Zenni, ha aperto ieri i battenti portando la musica nei mercati rionali e nelle strade del centro, come le marching band per le strade di New Orleans e delle città culle del jazz primordiale.

Protagonista il grande mercato di Porta Palazzo, con la JST Jazz Parade, accompagnata dall’animazione Lindy Hop a cura de ‘La Bicicleta’ .