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SABATO 6 MAGGIO ORE 21
DOPO I SOLD OUT DI FEBBRAIO NUOVA DATA PER “FUGA DA SARAJEVO”
E’ una coproduzione di cinque realtà torinesi
Dopo i sold-out di febbraio, lo Spazio Kairòs, in via Mottalciata 7 a Torino, ospiterà sabato 6 maggio alle 21 una nuova data di “Fuga da Sarajevo”. Opera della drammaturga Monica Luccisano, lo spettacolo trae libera ispirazione dall’intervista della Luccisano a Irina Dobnik, dalle vicende del Kamerni Teatar ’55 e da altri fatti accaduti a Sarajevo al tempo dell’assedio. E’ coprodotto da cinque realtà torinesi: Doppeltraum Teatro, Liberipensatori Paul Valéry, Onda Larsen, Progetto Zoran, Tékhné. In scena sette attrici, Camilla Bassetti, Serena Bavo, Chiara Bosco, Luana Doni, Silvia Mercuriati, Stefania Rosso, Lia Tomatis, coordinate da Luccisano in una regia collettiva.
L’assedio di Sarajevo, aprile 1992-febbraio 1996, è stato il più lungo nella storia bellica del Ventesimo secolo. Il più lungo e doloroso, in seno alle guerre balcaniche, uno dei conflitti più sanguinari che ha prodotto massacri, genocidi e la fuga dalle città assediate. Sarajevo, con i suoi abitanti bersagli liberi in preda alle granate e al tiro dei cecchini, è ridotta al terrore, alla fame e al freddo.
Irina Dobnik è una giovane attrice, poco più che ventenne, del Kamerni Teatar ‘55. Quella esplosione di violenza entra a gamba tesa nella sua vita. Ma in quell’angoscia crescente, il suo teatro intraprende una straordinaria “resistenza culturale”: spettacoli, concerti, prove aperte, performance di ogni genere continuano ad animare il Kamerni durante l’assedio, e non è solo per l’ostinata voglia di vita dei suoi attori e attrici, ma anche di quei cittadini che continuava a frequentare quel luogo trovandovi un rifugio per corpo e mente, quando a Sarajevo è l’inferno.
La compagnia di Irina sta allestendo “Aspettando Godot”. In una sorta di osmosi tra vita e teatro, il lavoro su quel testo va intrecciando l’angoscia di quei giorni. La lavorazione dello spettacolo è sempre più intensa. E via via “Godot” diventa uno specchio in cui si riflette l’attesa infinita di una tregua, e di qualcuno che metta fine all’inferno. Come moltissimi altri, Irina sarà costretta alla fuga.
Il progetto è stato sostenuto dal Consiglio Regionale del Piemonte Comitato Resistenza e Costituzione: lo spettacolo è stato prodotto con il contributo di Città di Torino, TAP Torino Arti Performative e l’intero progetto è stato sostenuto con i fondi dell’Otto per mille della Chiesa Valdese 2022.
LO SPETTACOLO
Ideazione e testo Monica Luccisano
Interpreti e regia collettiva Camilla Bassetti, Serena Bavo, Chiara Bosco, Luana Doni, Silvia Mercuriati, Stefania Rosso, Lia Tomatis, coordinate da Monica Luccisano
Disegno luci Cristiano Falcomer
Artigiano di scena Fabio Palazzolo
Consulenza storica Diego Acampora – TOjeTO
Coproduzione Doppeltraum Teatro, Liberipensatori Paul Valéry, Onda Larsen, Progetto Zoran, Tékhné
Biglietti:
Intero: 13 euro
Ridotto: 10 euro (allievi Onda Larsen, over 65, studenti under 25, disabili)
Info: biglietteria@ondalarsen.org
Biglietti online su: www.ticket.it/festival/approdi.aspx
È stato illustrato dalla direttrice artistica Anna Cremonini, il calendario della 36 edizione di Torino Danza.
“Dance me to the end oh love” internazionale: 33 rappresentazioni,3 luoghi teatrali,4 Prime nazionali,1 Anteprima, 7 conproduzioni,15 Compagnie provenienti da 8 diversi Paesi (Australia,Belgio, Germania, Israele,Italia,Regno Unito, Spagna,Svizzera)
L’inaugurazione dell’edizione 2023, in programma il 14 settembre alle 20.45 alle Fonderie Limone di Moncalieri, sarà affidata alla Sydney Dance Company, diretta dal coreografo spagnolo Rafael Bonachela. La compagnia, che arriva per la prima volta a Torino e torna dopo molti anni in Italia, presenta in prima nazionale ab [intra], un intenso viaggio nell’esistenza umana che muove dalla tenerezza al turbamento, un’esplorazione dei nostri istinti primordiali, dei nostri impulsi e delle nostre risposte viscerali. Repliche il 15 e il 16 settembre.
Rafael Bonachela con la Sydney Dance Company, Ohad Naharin e la Batsheva Dance Company, Sidi Larbi Cherkaoui e il Ballet du Grand Théâtre de Genève, Akram Khan, Peeping Tom, Oona Doherty saranno i protagonisti internazionali della rassegna che insieme a Silvia Gribaudi, Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi, Teodora Castellucci, Francesca Pennini comporranno il programma di Torinodanza 2023. A questi artisti si affiancheranno quelli selezionati nell’ambito del progetto ART~WAVES, sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo: una finestra aperta su Torino e affacciata sul mondo, che vedrà protagonisti Compagnia Egri Bianco Danza, Balletto Teatro Torino, Piergiorgio Milano, Cordata FOR creata da Francesco Sgrò e AlbumArte con Daniele Ninarello.
Appuntamento per gli appassionati di danza a Torino a partire dal 14 settembre.
Gd
È come un fiume in piena Arturo Brachetti, la sua bella tour eiffel dritta in testa. Ad inizio di conferenza stampa intrattiene un bel gruppo di giornalisti su questo “Cabaret”, libretto di Joe Masteroff e musiche di John Kander, tratto dalle pagine amare di “Addio a Berlino” di Christopher Isherwood, titolo premiatissimo, successo mondiale da quando nel 1972 Bob Fosse fece letteralmente esplodere Liza Minelli come Sally Bowles, “Cabaret” che viene a mettere la bandierina sulla carta geografica di Torino, l’esatto punto di partenza è il teatro Alfieri, come nuovo centro di intrattenimento e capitale italiana del musical, con uno/due titoli di importanza internazionale ogni stagione, artisti importanti, produzioni super e prime assolute, questa stabilita ad inaugurare la stagione prossima il 10 ottobre. “Una storia che mi segue, una di quelle storie che ti fanno innamorare. Nel 1979 al Paradis Latin di Parigi mi ritrovo a dividere il camerino con Joel Grey, quell’omino impalpabile che era stato il maestro di cerimonie nel film – racconta Brachetti – e nell’83 mi ritrovo a Londra con un mio spettacolo e Bob Fosse che una sera mi entra in camerino e mi riempie di complimenti.” Un destino impenitente che continua a zigzagare e lui che ancora è pronto a cantare “Money Money” o “Willkommen” sul palcoscenico del Kit Kat Club nella Berlino degli anni Trenta. “Una città moderna, spregiudicata, estremamente libera, un’isola anarchica più sfrenata di quanto non lo fosse la stessa Parigi. Gli anni della Repubblica di Weimar, arte e avanguardie, diritti degli omosessuali e uso di droghe, un’isola felice su cui stava emergendo il nazismo. I tempi di Fritz Lang, della Dietrich e dell’”Angelo azzurro”, certi locali che riversavano sensualità ed erotismo, ballerine disponibili ad ogni tavolino dei locali, un telefono a contattare questa o quella, i petit cadeau erano un drinck o un preservativo o una bustina di cocaina, ogni sera tra prostituzione e miseria.” Case signorili e fumose camere d’albergo, avventure personali e la tragedia di una nazione, qualcuno ha scritto che Isherwood ha messo in scena “la prova generale di una catastrofe”. Arturo, occhi grandi e sorrisone aperto, conferma che sarà uno spettacolo per bambini, qualcuno lo blocca e corregge il tiro.
Ancora un po’ e va a sembrare la serata troppo seriosa di qualche regista troppo impegnato. Diana Del Bufalo che tra lo spaventato e l’emozionato si prepara ad affrontare Sally, “non vedo l’ora, ho amato molto il film. Nemmeno da mettere a confronto con “Sette spose per sette fratelli”, là suonava tutto più facile, qui c’è la complessità di un personaggio e di un’epoca da tirar fuori, spero di rendere ogni cosa al meglio.” È Luciano Cannito a fare oggi il Maestro di Cerimonie, sarà lui a dividere con Brachetti gli onori della regia – saranno sue anche le coreografie, le scene firmate da Rinaldo Rinaldi, i costumi da Maria Filippi -, a orchestrare un testo e una messinscena che guarderà al cinema e ai tanti effetti speciali. Come alla passione e alla professionalità dei 18 interpreti in palcoscenico, a cui va aggiunta la band dal vivo che obbedirà alla direzione musicale di Giovanni Mara Lori (“è decisamente importante la parte musicale e decisiva l’esecuzione non registrata”), compositore e arrangiatore di moltissimi musical e tantissime produzioni teatrali di alto livello, autore di Mediaset, insegnante di canto ad “Amici”. Dice ancora Cannito, anche lui nel pieno dell’entusiasmo: “Vogliamo sia un grande spettacolo di prim’ordine, avremo sicuramente gli elementi giusti, ce ne siamo resi conto quando ieri per tutto il giorno e fino a tarda nottata abbiamo esaminato circa 400 ragazzi, età media intorno ai 22, che si sono messi completamente a disposizione in recitazione e canto e ballo per entrare nel cast.” Vista la certezza di come il pubblico torinese risponda a teatro, unica piccola amarezza la presenza a Torino per una settimana soltanto, “lo so, lo spazio è breve, abbiamo già più di 170 piazze prenotate”, ma la promessa è di tornare in un periodo assai più ampio la stagione successiva.
Al centro di tutto e di tutti Fabrizio Di Fiore, romano di nascita, deus ex machina preparato, con la passione per la musica, un passato e un presente nel mondo finanziario, elegante e sorridente, capace di dare ai presenti la convinzione di una ferrea solidità, pronto a spiegare il perché di quella bandierina su Torino, sull’Alfieri e sul Gioiello che dalla prossima stagione correranno completamente sotto il suo marchio. “Ci pensavo già da un paio d’anni e qualcosa di più, c’era curiosità e voglia di saggiare un terreno tutto nuovo, convinto a dover affrontare qualcosa di veramente mio, ben lontano dall’idea dei finanziamenti pubblici e forte della certezza che la vera disponibilità stia nelle risorse private. Sono abituato a mettere sul tavolo prima di ogni cosa gli aspetti economici, di soppesarli, di procedere in operazioni che risultino ampiamente vincenti per tutta la loro durata. Torino al contrario di altre piazze che risultano già sature, è una città disposta a lasciare spazi a una prova commerciale. Qui si può fare del buon lavoro, c’è modo per guardare ben oltre negli anni, ci siamo già mossi in questo senso. Viaggio molto, vedo spettacoli, nei giorni scorsi ero a Londra, cerco di mettere in cantiere titoli importanti e mostrarli nelle prossime stagioni.” Un uomo, un esperto, che durante la pandemia non ha certo tirato i remi in barca ma che s’è fatto venire in mente delle solide idee con cui poter affrontare il futuro. Un uomo che ha voglia di confrontarsi con altre realtà della città (“Ho incontrato il nuovo sovrintendente del Regio, ho visto Fonsatti dello Stabile”), che certo non dimentica il passato che per sessant’anni ha occupato le sale dell’Alfieri e del Gioiello (“ho mantenuto un rapporto meraviglioso con la famiglia Mesturino, nessuna volontà di resettare il lavoro fatto ma mantenere tutto il buon lavoro fatto in precedenza”). La concretezza sembra essere decisamente la sua dote maggiore: “So che qualcuno si sarà chiesto: questo da dove esce? che vuole fare? È come se mi fossi buttato in quattro e quattr’otto dentro la Champions League.” Intanto l’otto di giugno, in una serata di gala nella sala di piazza Solferino, la Fabrizio Di Fiore Entertainment svelerà i grandi titoli della prossima stagione.
Elio Rabbione
VOCI DALL’AFRICA OCCIDENTALE
concerto con Babara Yattara, e con Vicente Cabrera, Camilla Sandri Bellezza
by PROGETTO RESCUE!
La musica entra al Baretti e inizia il viaggio, un viaggio che giovedì 4 maggio ci porterà nel cuore dell’Africa Occidentale, di quell’Africa che è incrocio di culture e di tradizioni, l’Africa che nonostante le occupazioni e i confini creativi, non ha perduto i suoi suoni, i suoi profumi e i suoi colori.
Un concerto con il grandissimo Babara Yattara (Guinea-Conakry) emusicista e cantante e griot: nella cultura di alcuni popoli dell’Africa Occidentale, il griot è un poeta e cantore che svolge il ruolo di conservare la tradizione orale degli avi e, in alcuni contesti storici pre-coloniali, aveva anche il ruolo di interprete ed ambasciatore. Questa figura ha ancora una propria funzione nelle comunità dei paesi dell’Africa occidentale sub-sahariana (Mali,
Figlio d’arte, dall’età di 6 anni s’immerge nella musica tradizionale africana. Il suo primo strumento è la Gongoma: strumento armonico e di percussione. Insieme allo studio di strumenti a percussione (Djembe, Dun-dun, Sangban, Borleyi tra gli altri), e a corde (Kora, N’goni, Kamele N’goni), ha sviluppato la sua arte principalmente nei canti della tradizione “Griot” e nello studio dei ritmi tradizionali tra cui Garangedo, Kandia-soli, Yankadi, Yolé.
Nel 2018 si trasferisce a Torino. Ha lavorato in Europa come insegnante di canto e tamburo (a Milano, Roma, Lussemburgo e Berlino). Progetto
RESCUE! è un gruppo attivo nelle arti performative, tratta temi di rilevanza sociale con un approccio transdisciplinare e inclusivo. Il gruppo fonda la sua pratica artistica sul potenziale trasformativo dell’arte nel territorio in cui agisce.
Le azioni di Progetto Rescue sono dirette alla costruzione di una rete sociale e artistica che avvicini le persone alla partecipazione civica e culturale per riconoscere e ricostruire i fili di un tessuto umano indispensabile. Il gruppo è composto da persone provenienti da Europa, Africa e America Latina in continua espansione.
Questo spettacolo è parte del programma vincitore del Bando Corto Circuito 2022 della Fondazione Piemonte dal Vivo.
BIGLIETTERIA: INTERO 12€ / RIDOTTO 10€ (under25/over65)
È consigliato l’acquisto dei biglietti online su anyticket.it.
Informazioni tel 011 655 187 / info@cineteatrobaretti.com
Al Teatro Astra di Torino il primo spettacolo della stagione 2023 della compagnia Balletto Teatro di Torino, sotto la guida organizzativa di Loredana Furno che ha ceduto la direzione artistica alla figlia Viola Scaglione, giovane talentuosa interprete.
Lo spettacolo composto da due coreografie,un assolo di Manfredi Perego in Ruggine e la compagnia che si è esibita in un ‘divertissemant’ su musiche di Bach suonate dal vivo dalla violinista Janine Bratu,in collaborazione con il conservatorio G.Verdi di Torino.
Un susseguirsi di emozioni e stati d’animo tradotti in interpretazioni forti, gesti, movimenti e pause.
La stagione prosegue il 17 maggio alle Fonderie Limone con Faun e il 19 giugno al Teatro Gobetti con compagnie ospiti C&C Company e Taiat Danza.
Il Btt impegnato in tournée farà tappa ad Acqui Terme per l ‘ edizione 2023 di Acqui Danza n.40.
A breve sarà reso noto il fitto calendario,intanto è possibile prenotarsi per lo stage di danza
Info : scuola@ballettoteatroditorino.org
GABRIELLA DAGHERO
È giunto alla sua ventottesima edizione il Festival delle Colline Torinesi, nuovamente organizzato da TPE Teatro Astra, che mantiene la sua identità di Festival d’autunno.
Tema di questa edizione del Festival è quello dei confini-sconfinamenti, con un’attenzione particolare rivolta alle vite dei migranti, del passato, come Hanna Arendt o Benjamin, o del presente e le contaminazioni linguistiche tra arte e teatro, che fanno parte di un progetto condiviso con la Fondazione Merz.
A carattere internazionale il Festival, sempre attento alla creazione contemporanea, ha eletto il Libano a nazione ospite. La sua realtà artistico culturale viene esplorata in ambito teatrale, performativo, cinematografico sia da appuntamenti del cartellone, a partire dal 14 ottobre, sia da un’anteprima molto ricca, che partirà dal 10 ottobre prossimo. La monografia d’artista è dedicata a due performer di Beirut. Il Festival delle Colline 28 ribadisce la sua collaborazione con il Teatro Stabile di Torino, con Torinodanza, con la Fondazione Piemonte Vivo e il Museo Nazionale del Cinema.
Si impegna per promuovere nuove iniziative per l’accessibilità.
MARA MARTELLOTTA
Nel giardino storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi – residenza sabauda eretta per i Savoia fra il 1729 e il 1733 su progetto dell’architetto Filippo Juvarra e patrimonio mondiale Unesco – Fondazione Reverse, con la produzione di Fabio e Alessio Boasi, firma la quinta edizione di Sonic Park Stupinigi, promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura Nichelino. Il cartellone è ricchissimo e spazia fra vari generi musicali, e promette di portare in Piemonte, alcuni fra inomi più interessanti e prestigiosi della musica italiana e internazionale.
Una protagonista della programmazione di Sonic Park è la Città Metropolitana, un territorio nuovo che sposta i confini e offre occasioni da non perdere: ogni concerto sarà unico, con posti a sedere o in piedi, sempre organizzato con attenzione alla sostenibilità attraverso l’eliminazione delle plastiche monouso a favore di bicchieri riutilizzabili che danno diritto ad acqua gratuita e illimitata, l’utilizzo di materiali compostabili e la distribuzione gratuita di posaceneri portatili. L’area concerti, situata all’interno del giardino storico sarà allestita anche in questa edizione tra esemplari di querce e carpini dove si aprirà un vero e proprio villaggio di servizi food and beverage. Lo spettacolare palco di 300 mq che si affaccia sulla Palazzina di Caccia crea un immaginario unico capace di ammaliare, un’edizione dopo l’altra, tutti i big della musica che sempre più scelgono Sonic Park per una delle tappe dei loro tour nel nostro paese.
Sonic Park Stupinigi, insieme al gemello Sonic Park Matera, si assesta infatti nella considerazione del pubblico e degli addetti ai lavori come una delle manifestazioni più interessanti a livello nazionale e non solo, capace di connettere tra loro cultura e grandi eventi musicali valorizzando luoghi straordinari e siti patrimonio Unesco dell’Umanità, così da alimentare nuove occasioni di visibilità e di turismo innovativo sul territorio. Per questa ragione quest’anno, grazie alla collaborazione con TurismoTorino, sono in fase di sviluppo pacchetti e proposte turistiche interessanti, pensati per rendere sempre più attrattivo il territorio e la città e aumentare la tenitura turistica del pubblico.
«Questa nuova edizione del festival – dichiarano i produttori Fabio e Alessio Boasi di Fondazione Reverse – assomiglia sempre di più al nostro sogno. Volevamo portare in Piemonte i grandi nomi della musica internazionale creando un grande progetto di valorizzazione per il giardino storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi con la sua meraviglia storica, architettonica e naturale. Volevamo entrare in sinergia con altre realtà che credono nei grandi eventi musicali come motori per un nuovo turismo e per lo sviluppo: insieme a OGR Torino e alla Città Metropolitana stiamo creando una rete di eventi solida e incredibilmente accattivante. Insieme a Sonic Park Matera – il festival alla Cava del Sole “David Sassoli” nella Città dei Sassi, altro patrimonio Unesco – siamo orgogliosi di proporre a un pubblico sempre più esigente manifestazioni contemporanee, sostenibili e inclusive».
Giampietro Tolardo, sindaco della Città di Nichelino dichiara «è evidente ormai l’espansione e la grandezza del progetto Sonic Park Stupinigi, grazie anche alle molteplici collaborazioni attivate; è necessario però sottolineare da dove siamo partiti, da un progetto ambizioso come Sistema Cultura con cui siamo riusciti a far emergere la nostra città come un territorio capace di generare cultura, aggregazione e turismo e mettere Nichelino al centro di un intrattenimento di qualità».
Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte: «Eventi come Sonic Park Stupinigi confermano il valore sempre più strategico che i grandi eventi hanno per il nostro territorio. La straordinaria cornice della Palazzina di Caccia aggiunge poi a questa manifestazione una peculiarità che la rende unica del panorama dei festival musicali. Ospitare eventi che radunano migliaia di persone all’insegna della musica e del divertimento in luoghi di così alto valore artistico, rispettandone l’equilibrio e l’ambiente, rappresenta una ricetta che qui si sperimenta con successo da anni e che può diventare un modello anche per altre realtà».
Diego Sarno, consigliere della Regione Piemonte, aggiunge: «Sonic Park Stupinigi 2023 sarà un’edizione di svolta, non solo perché aumenta il livello artistico, ma anche perché porta al suo interno partner istituzionali e privati di altissimo profilo. Questo dimostra che l’intuizione del 2018 è stata vincente e che dalla cosiddetta periferia possono partire progetti straordinari capaci di andare decisamente oltre i propri confini e farsi prendere da esempio da altre realtà anche più strutturate».
Il festival sceglie in ogni edizione di accompagnare un grande progetto di solidarietà: parte dei proventi del festival quest’anno andranno alla Fondazione Ricerca Molinette ETS per la terapia “ENO3PEP” messa a punto dal Professor Novelli che studia la relazione tra il sistema immunitario ed il tumore pancreatico, uno tra i tumori più aggressivi e letali.
La sostenibilità del festival è supportata dal lavoro prezioso di Iren e dai Technical Partner Consorzio COVAR 14 e Acqua Hydra. Accanto ai più noti vettori per la biglietteria i fan possono da quest’anno rivendere i propri biglietti su Ticketswap.
Anche nel 2023 RDS 100% Grandi Successi ritorna come Official Radio del festival.
Il programma di Sonic Park Stupinigi
INTERPOL (26 giugno OGR Sonic City), SIMPLY RED (4 luglio), BIAGIO ANTONACCI (7 luglio), MADAME + opening GINEVRA (8 luglio), GUÈ + EMIS KILLA (9 luglio), PLACEBO + special guest BUD SPENCER BLUES EXPLOSION (11 luglio), STING (12 luglio), BLACK EYED PEAS (13 luglio).
Sonic Park Stupinigi
Palazzina di Caccia di Stupinigi
Piazza Principe Amedeo 7, Nichelino
WEB sonicparkfestival.it
MAIL stupinigi@sonicparkfestival.it
FB @sonicparkofficial
IG @ sonicparkofficial
HASHTAG #SonicPark2023
Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino
Mercoledì 3 maggio, ore 21.30
I suoni del Male
La poesia di Baudelaire con Emanuele Sartoris in duo con il contrabbassista Marco Bellafiore
“I suoni del Male” è il progetto dedicato alla poesia di Baudelaire “Les fleurs du mal” del duo composto dal pianista Emanuele Sartoris e dal contrabbassista Marco Bellafiore.
Pianoforte e contrabbasso: un modello che nel jazz ha infiniti esempi, da Duke Ellington con Jimmy Blanton a Bill Evans con Eddie Gomez. Un dialogo ricco che vede lo scambio reciproco e l’alternarsi del gioco solistico in una relazione che è la quintessenza del jazz cameristico. “I suoni del Male” è una ricerca per immergere l’ascoltatore nello stato emotivo che generano.
Ora di inizio: 21.30
Ingresso:
15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)
Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta
Info e prenotazioni
Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it