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Il ritorno alla fede di Quaglieni

In una trasmissione televisiva con Laura Pompeo, archeologa di fama e  assessore alla cultura del Comune di Moncalieri il prof. Pier Franco Quaglieni  ha fatto una dichiarazione che ha suscitato grande interesse: ha detto di essersi confessato dopo molti anni, nei giorni precedenti a Pasqua.

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Nell’ intervista Quaglieni ha ricordato che durante i mesi degli ”arresti domiciliari“  a causa della Pandemia ha riletto “I Promessi Sposi“, una lettura anche molto amata  da Mario Pannunzio che volle quel libro come ultimo compagno nella bara.
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Quaglieni è  un grande studioso di Manzoni da sempre. La “bella, immortal benefica Fede ai trionfi avvezza“ del V  Maggio , è un verso che conosce molto bene. Ha detto di essere tornato, come diceva il suo amico  Bobbio, alla vecchia fede dei Padri. Una scelta che ha creato una qualche confusione, considerata la sua lunga  militanza laica. Ma chi conosce il pensiero di Quaglieni che è un maestro della laicità, come gli riconobbe Abbagnano nel suo Dizionario filosofico, sa che lui non è mai stato un laicista contrario alla religiosità, ma un laico rispettoso  al fatto religioso. I suoi maestri sono Francesco Ruffini, Arturo Carlo Jemolo  e tanti altri credenti e laici. Anche Pannella parlava di laici credenti e non credenti. E’ stato sempre lontanissimo da Giorcello e da  Viano. Forse la sua lunga amicizia  con Giovanni Ramella  cattolico sedotto dal liberalismo, ha giocato un ruolo importante sulla lunga distanza. L’acido anticlericalismo di cui parlava Jemolo, gli è stato sempre estraneo. Quaglieni si è formato su Kant e il suo liberalismo cristiano. E’ sempre stato un antigiacobino. E’ amico da tanti anni anni di Marcello Pera. Il suo ritorno ad una fede praticata è  stata una scelta di vita. Ieri per il suo onomastico  è stato a Messa, una Messa celebrata in suffragio dei suoi genitori, come ha scritto su Fb. E’ rimasto un laico nel senso della tolleranza e del rispetto di tutte le idee. Una grande scelta civile  Come diceva Croce, anche Quaglieni non può “non dirsi Cristiano“. Non può stupire nessuno perché è una scelta coerente nata dall’idea di dolore e di morte di questi mesi.
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Antonio Venturi

Un tour alla scoperta dei murales aumentati

Con MAUA & SAT di nuovo in tour fra i murales aumentati: si riparte il 2 luglio da San Salvario Dopo mesi di pausa forzata MAUA, il primo MUSEO di ARTE URBANA AUMENTATA e SAT_Street  Art Tourino tornano on the road per inaugurare una nuova stagione di street art tour fra i murales  animati in realtà aumentata.

Il primo appuntamento in programma è per giovedì 2 luglio, dalle  18,30 alle 20, in zona San Salvario con meeting point direttamente in quartiere. MAUA – Museo di Arte Urbana Aumentata – è una galleria a cielo aperto, che consta di più di 100  opere di street art fra Milano, Torino e Palermo, animate con altrettanti contenuti virtuali fruibili  attraverso la realtà aumentata.

MAUA ha mosso i suoi primi passi in Sicilia, in fase sperimentale, grazie al progetto “Palermo città  aumentata”: 30 giovani creativi palermitani hanno adottato 20 opere di street art sparse per tutto  il centro storico di Palermo e a partire da esse hanno realizzato delle animazioni digitali inedite  fruibili in realtà aumentata. Sulla base di quell’esperienza è nato il progetto “Milano Città Aumentata”: Maua è stato uno tra i  14 vincitori del “Bando alle Periferie” promosso dal Comune di Milano per ripensare e valorizzare i  quartieri.  Nel frattempo MAUA si è ampliato: il progetto “Torino Città Aumentata” è risultato fra i vincitori  del Bando Contributi del Progetto AxTO, promosso dal Comune di Torino nell’ambito del  Programma per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie. Nel capoluogo piemontese il Museo di Arte Urbana Aumentata ha animato digitalmente 47 opere  murarie ed è stato inaugurato ad aprile 2019 con il lancio ufficiale di una serie di tour organizzati in  collaborazione con SAT_ Street Art Tourino_ SAT_ STREET ART TOURINO, nato nel 2014, è un progetto di tour urbani focalizzati sulla street art  con l’intento di perseguire un cammino di divulgazione e sostegno della cultura urbana nelle sue  declinazioni: street art, urban art, writing, muralismo contemporaneo. SAT fa parte di Pigmenti, un’associazione culturale dal respiro internazionale che sviluppa le sue  attività in 3 settori dell’arte urbana:

• -realizzazione del festival di arte urbana Street Alps, manifestazione artistica
contestualizzata ai piedi delle montagne del Pinerolese che avvicina le opere murali alla
natura.

• la residenza d’artista Missiontoart, un progetto internazionale in cui la passione e la
produzione serigrafica incontrano gli artisti di street art per la realizzazione di stampe e
serigrafie in edizione limitata.

• -SAT, promozione territoriale dell’urban art attravero i tour di street art.
Gli intinerari artistico-culturali si snodano dai quartieri centrali a quelli periferici suddividendo la
città nelle seguenti aeree: Torino Nord, Sud, Centro e Ovest, passando così da Parco Dora a San
Salvario.

Giovedi 02 luglio 2020 dalle 18.30 sarà l’inaugurazione della seconda stagione dei tour di street art
in realtà aumentata firmati MAUA & SAT.

1. L’attività si svolgerà all’aria aperta, nel rispetto della normativa sul distanziamento sociale,  per cui sarà fondamentale anche la collaborazione di tutti i partecipanti, nell’interesse e  nella sicurezza di tutti. Anche per questo saranno ammessi un massimo di 9 partecipanti.  Ciascuno, inoltre, dovrà indossare la mascherina per tutta la durata del percorso.

2. L’iscrizione è obbligatoria ma gratuita, al termine del tour ai partecipanti verrà chiesto di  lasciare un’offerta per consentire la continuità delle visite. Il modulo di prenotazione è  disponibile su www.mauamuseum.com nella sezione News. Qui il link diretto al modulo > https://docs.google.com/forms/d/1opZz2XgVE1zBFMMwugtTMJ6ey5gpWrsXEP-kGiZUl8/edit

3. Per visualizzare i murales animati è necessario scaricare l’app Bepart gratuita sul proprio
smartphone, attivarla e inquadrare le opere che saranno toccate durante il tour.

Per eventuali informazioni scrivere a comunicazione@bepart.net o a
streetartourtorino@gmail.com

Incoscienti i giovani che si divertono? No, il virus rinasce tra i lavoratori

Criminali quei ragazzi che si sono baciati nonostante il Covid e le raccomandazioni. Era inevitabile che i contagi tornassero ad aumentare. Già, peccato che i nuovi focolai siano concentrati sui posti di lavoro, oltre che nelle residenze per anziani.

Ma lorsignori, politici e virologi a gettone, erano andati in tv a strillare contro i giovani incoscienti, contro le famiglie irresponsabili che portavano i bambini a giocare con gli amici, contro i folli che prendevano il sole in spiaggia sul medesimo asciugamano doppio. Mentre i lavoratori, spergiuravano lorsignori, erano al sicuro perché i padroni sono responsabili ed attenti…

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Incoscienti i giovani che si divertono? No, il virus rinasce tra i lavoratori

E Loescher destina 300 mila euro agli studenti meno abbienti

I fondi, che saranno gestiti dall’assessorato regionale all’Istruzione, andranno a integrare quelli stanziati per i voucher scuola. L’assessore Chiorino: «Un grande e significativo gesto di filantropia da parte di una casa editrice che rappresenta un punto di riferimento per il Piemonte e per l’Italia». Il direttore generale Griffa: «Crediamo sia giusto e opportuno, in questo momento di difficoltà, affermare con forza il valore dell’istruzione». 

Un grande gesto di solidarietà da parte di una casa editrice storica come Loescher Editore, che ha donato 300mila euro che, attraverso la Regione Piemonte, serviranno a sostenere gli studenti scuola primaria meno abbienti. I fondi serviranno per acquisti di attrezzatura informatica: elemento essenziale per attivare adeguatamente la didattica digitale che sarà ancora alla base dell’avvio del prossimo anno scolastico. L’assessorato Istruzione, Lavoro, Formazione professionale, Diritto allo Studio universitario e la Loescher hanno concordato che la donazione andrà ad inserirsi con grande rilevanza, in una linea di finanziamento storicamente fondamentale per l’applicazione del diritto allo studio piemontese: il bando voucher scuola.

Le richieste, infatti, ogni anno sono numerose e la possibilità di poter usufruire di un ulteriore intervento di 300mila euro potrebbe permettere l’assegnazione dei voucher per circa 1875 studenti in più. La quota di assegnazione per la primaria, che sarà calcolata in base all’ISEE dei beneficiari e all’eventuale disabilità o difficoltà di apprendimento, individuati dalla Regione, varierà fra i 160 e i 240 euro. Alla chiusura del bando sarà possibile conoscere il numero corretto degli studenti che avranno utilizzato il voucher per l’acquisto di dispositivi elettronici, come computer o tablet. Sulla base della donazione, saranno aggiunte anche le sim card fra le voci delle spese ammissibili.

Alla conclusione del periodo di utilizzo del voucher, saranno forniti i dati, in forma aggregata per motivi di privacy, relativi alle spese per materiale informatico sostenute dalle famiglie degli studenti della scuola primaria.

«Ringrazio Loescher Editore – spiega l’assessore regionale al Lavoro, Istruzione, Formazione e Diritto allo studio universitario, Elena Chiorino – e il suo direttore generale, Marco Griffa, per la grande sensibilità dimostrata in questo grave momento di crisi dovuta all’emergenza Covid, che sta mettendo a dura prova le famiglie piemontesi, in particolare quelle più deboli e fragili. Si tratta di un gesto molto significativo, certamente per l’entità della donazione erogata, ma soprattutto per quanto riguarda lo spirito con cui è stata pre- sa questa decisione da parte di una casa editrice come Loescher, che rappresenta un consolidato punto di riferimento per tutto il nostro territorio». «Loescher Editore, – prosegue Chiorino – infatti, è un vero e proprio fiore all’occhiello dell’editoria, della cultura e dell’impresa torinese e piemontese che ha dimostrato davvero, con questo sforzo non indifferente, un grande amore per il Piemonte e per i piemontesi». «È proprio da realtà come Loescher Editore – conclude Chiorino – che la nostra regione e la nostra Italia devono ripartire e sono orgogliosa di poter contare su imprese editoriali di questo livello, radicate sul nostro territorio».

«Il nostro marchio editoriale – afferma Marco Griffadirettore generale della casa editrice torinese, – è conosciuto da milioni di persone che da generazioni ricorrono ai nostri libri scolastici, ai dizionari, alle riviste e ai contenuti digitali che produciamo. Dobbiamo la nostra reputazione e il nostro lavoro alla scuola, e crediamo sia giusto e opportuno, in questo momento di difficoltà, affermare con forza il valore dell’istruzione. Abbiamo deciso quindi di contribuire concretamente destinando risorse finanziarie ai voucher scuola della Regione Piemonte, finalizzati all’acquisto di materiale didattico e dotazioni tecnologiche funzionali all’istruzione per famiglie con basso reddito. In particolare, abbiamo mirato il nostro contributo alla scuola primaria, dove gli effetti dell’esclusione ci sembrano più gravi e dove non abbiamo conflitto di interessi».

Questa donazione è il coronamento di una serie di iniziative a favore delle scuole. Durante l’emergenza Loescher ha già prodotto oltre 200 webinar: lezioni a distanza tenute da intellettuali, insegnanti, formatori e formatrici che hanno affrontato molteplici argomenti, con l’obiettivo di offrire una vasta gamma di materiali per la didattica a distanza. A queste lezioni si sono poi aggiunti i video della webTv, resi disponibili gratuitamente, e centinaia di materiali didattici e di esercizi interattivi delle piattaforme Cloudschooling di Maieuticallabs e Bsmart. Nell’ultimo mese, per dare supporto agli studenti che stanno per finire la scuola secondaria e non hanno avuto occasione di visitare le università o di finire l’alternanza scuola lavoro è stato creato un portale dedicato all’orientamento: un repertorio di video interviste in cui lavoratrici e lavoratori, senza pretese di esaustività e di rappresentatività, ma con grande chiarezza e semplicità, raccontano il loro mestiere e provano a spiegare come sia possibile intraprendere oggi il loro stesso percorso.

Coronavirus, Cantoira apre al turismo di prossimità

L’iniziativa per l’Estate 2020 del ‘Camping La Roccia’ e dell’imprenditore torinese Paolo Garrone per consentire vacanze sicure in Piemonte.

E’ un’estate anomala quella che attende gli italiani ancora alle prese con il Coronavirus. Banditi viaggi all’estero e mete lontane, preferiti invece gli spostamenti in Regione, la prima proposta in tal senso per i piemontesi giunge dall’imprenditore Paolo Garrone del ‘Camping La Roccia’ di Cantoira, storica struttura ricettiva attiva dal lontano 1960.

Un’oasi di verde e salute in tutta sicurezza in uno dei borghi più amati e suggestivi delle Valli di Lanzo, che si appresta ad accogliere “una nuova forma di ‘turismo di prossimità’ in ottemperanza ai cambiamenti attitudinali e legislativi dettati dalla pandemia tuttora in corso. Un’occasione utile anche per chi risiede in provincia di Torino e nel resto del Piemonte per conoscere e apprezzare un po’ più da vicino tutta la ricchezza e la bellezza paesaggistica del nostro territorio, in un’ottica di rivalutazione e riscoperta della cultura delle radici anche in un contesto ambientale locale e di facile e agevole raggiungibilità”, spiega Garrone.

Abbiamo provveduto ad aumentare la spaziatura per le piazzole destinate alle tende dei campeggiatori presenti nell’area verde a nostra disposizione, con particolare attenzione alla diversificazione delle fasce di clientela: single, coppie e famiglie, preparandoci ad accogliere al meglio giovani e anziani che, all’interno del camping – anche con proprie roulottes e camper – possono fruire di tutto ciò che gli occorre in piena sicurezza, evitando contatti ravvicinati e assembramenti al di fuori del nostro perimetro operativo”, precisa l’imprenditore turistico.

Che prosegue: “La nostra offerta è rivolta prevalentemente a un pubblico che desidera trascorrere periodi più o meno lunghi di ferie in totale serenità, limitando gli spostamenti al massimo se non per gli acquisti di generi di prima necessità o per le più basilari commissioni, al fine di consentire un soggiorno piacevole dotato di tutte le cautele del caso. Abbiamo altresì predisposto un meccanismo di selezione rotativa delle prenotazioni al fine di assicurare a tutti gli avventori il pieno rispetto delle prescrizioni governative vigenti, assemblando nel migliore dei modi i pubblici che presentano esigenze simili, in modo da rendere più omogenea possibile la permanenza in camping”, conclude Paolo Garrone.

Tra i servizi offerti, anche la visita ai luoghi-simbolo del territorio, fra cui chiese, piloni votivi e aree verdi, tutte gestite con numeri, modi e spazi in linea con le distanze di sicurezza, e in modalità differente a seconda delle fasce di età della popolazione, nel rispetto delle incolumità dei turisti.

Per informazioni, è disponibile il numero 329 3610339, oppure l’indirizzo e-mail campinglaroccia@tiscali.it

Oratori al “Top”. Come riaprire 1500 realtà sul territorio

La riapertura e la valorizzazione del valore educativo degli oltre 1500 oratori presenti sul territorio sono i punti basilari del protocollo d’intenti condiviso da Regione Piemonte e Regione Ecclesiastica Piemonte e Valle d’Aosta.

Per raggiungere questi obiettivi viene costituito il Tavolo Oratori Piemontesi (T.O.P.). Formato da esponenti dell’Assessorato regionale alle Politiche sociali e della Consulta regionale di Pastorale giovanile, porrà l’attenzione su aspetti come le esigenze delle giovani generazioni, il riconoscimento della specificità degli oratori, il sostegno concreto alle loro figure educative e la promozione delle diverse attività.

Ad illustrare i contenuti del protocollo, questa mattina nella Sala della Trasparenza del palazzo di piazza Castello a Torino, i presidenti della Regione Piemonte Alberto Cirio e della Regione Ecclesiastica Piemonte e Valle d’Aosta, e monsignor Cesare Nosiglia. Con loro gli assessori alle Politiche sociali, Chiara Caucino, e ai rapporti con il Consiglio regionale, Maurizio Marronemonsignor Guido Gallese, vescovo delegato alla Pastorale giovanile, don Luca Ramello, responsabile regionale per la Pastorale giovanile, e don Stefano Votta, presidente Noi Torino APS Team Oratori Piemontesi.

“Noi crediamo nel valore sociale degli oratori per l’educazione dei nostri figli e per le nostre comunità e per questo desideriamo valorizzarli – ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio –. Con questo protocollo, per la prima volta, il loro ruolo viene riconosciuto in modo istituzionale e si gettano le basi per un lavoro di confronto costante attraverso l’istituzione di un Tavolo permanente per condividere la futura programmazione e avviare l’aggiornamento della Legge 26/2002 sugli oratori, che ha quasi 20 anni e ha bisogno di essere riattualizzata. Verrà finanziata annualmente con stabilità, perché l’attività degli oratori per noi è fondamentale e lo è ancor di più in un Paese dove si è pensato di far ripartire il campionato di calcio prima delle scuole. Quando le famiglie vanno a lavorare i bambini hanno bisogno di un posto in cui stare e lo Stato non può non pensare alle soluzioni di sicurezza e di valore educativo. Noi oggi le diamo con un progetto concreto, ma in cui crediamo anche sotto il profilo ideale e spirituale”.

In particolare, per sostenere i servizi educativi complementari in quasi fase emergenziale sono stati stanziati circa 12 milioni di euro: 9,7 da parte dello Stato e 2 dalla Regione Piemonte tramite i fondi europei. Serviranno a sostenere le attività dei centri estivi, tra cui anche quelli organizzati dal sistema degli oratori.

“Il lavoro svolto insieme ha prodotto buoni frutti grazie ad un confronto sereno e costruttivo che per la prima volta ci ha consentito di predisporre un protocollo stabile e durevole che rappresenta il riconoscimento della fondamentale realtà degli oratori per l’educazione dei ragazzi e le necessità delle famiglie – ha affermato monsignor Nosiglia – Inoltre, gli oratori estivi riprenderanno secondo le modalità stabilite dalle normative ma salvaguardandone il ruolo. Nei mesi scorsi abbiamo condotto in e-learning la formazione degli educatori, che ci assicura sulla serietà del lavoro che svolgeranno. Auspico che i Comuni che saranno destinatari delle risorse stanziate da Governo e Regione tengano conto della specificità degli oratori, che rappresentano realtà di prim’ordine sotto i profili sociale e popolare, soprattutto per chi non ha la possibilità di permettersi una vacanza”.

Gli oratori riaprono, nel rispetto delle norme vigenti, come centri estivi e come attività educative ordinarie. È anche possibile la gestione in sicurezza delle attività dei centri di vacanza con pernottamento per bambini e adolescenti dai 6 ai 17 anni, noti come “campi estivi”.

L’assessore Caucino ha definito il protocollo “un momento che suggella un rapporto di grande collaborazione avviato in questi mesi e che la Regione intende proseguire in modo costante. E TOP nasce con la volontà di creare un dialogo assiduo e costante che porterà grande beneficio a tutti, e soprattutto ai bambini e ai ragazzi. Lo scopo è continuare a prendersi cura dei giovani in realtà di prossimità e punto di incontro vicini alla popolazione proprio come gli oratori“.

“La funzione sociale degli oratori – ha sostenuto l’assessore Marrone – è per esempio insostituibile nelle periferie, in particolare in una città come Torino, quale punto di aggregazione e trasmissione di valori di solidarietà dove si creano rapporti di amicizia che rappresentano il miglior antidoto al conflitto sociale che rischia di crearsi in periodi di emergenza come quello attuale. Prendiamo in mano questa sfida nella consapevolezza che bisogna continuare a dare ai giovani un’alternativa alla strada e forme di aggregazione per trasmettere valori educativi e un senso di identità alla comunità grazie alla loro radice cristiana. Mentre il Governo tiene chiuse le scuole, noi potendo riapriamo anche gli oratori“.

“I nostri oratori vivono di volontariato – ha concluso monsignor Gallese – E’ soltanto così che ci è possibile offrire delle attività e delle opportunità accessibili veramente a tutti, nelle quali si realizzano la vera integrazione sociale e la vera educazione al rispetto e alla stima reciproca di tutte le persone, anche molto diverse tra loro dal punto di vista sociale, economico e delle storie familiari”.

Il presidente Cirio e monsignor Nosiglia saranno presenti insieme all’apertura simbolica delle attività estive degli oratori che avverrà giovedì 2 luglio alle ore 12 presso l’oratorio Maria Regina della Pace, in corso Giulio Cesare 80 a Torino.

In Val di Susa il nuovo modello di “abitare condiviso”

Da una vecchia baita montana sono nate unità abitative aggregabili grazie a locali in co-housing per il tempo libero e il lavoro: dalla sala cinema, alla palestra, fino al deposito per gli sci e per la ricezione dei pacchi postali. Un progetto decisamente inedito in un contesto montano dove solitamente predomina il modello della seconda casa. Una proposta abitativa che ha dimostrato tutta la sua efficacia durante i mesi del lockdown. Gettando le basi per un nuovo ritorno ai piccoli centri rurali e montani

E’ in Val di Susa che, dopo l’emergenza Covid19, ha confermato la sua validità un nuovo modello di “abitare condiviso” e a contatto con la natura. Stiamo parlando di Casa Giaglione. Questa ex baita, dotata di unità abitative autonome, propone una nuova fruizione degli spazi comuni, ripensati per dare vita a locali condivisi aggregabili tra loro attraverso modalità co-housing per il tempo libero e per lo smart working.

Una soluzione mai così attuale, soprattutto dopo l’impatto del Covid19 sulla nostra vita quotidiana. Ma l’aspetto ancora più innovativo è il contesto: siamo, infatti, a Giaglione (Torino), a circa 600 msl, in un territorio montano dove solitamente a prevalere sono modelli abitativi legati solo alla permanenza temporanea. Insomma, le classiche seconde case.

L’intervento è firmato dal celebre architetto Marco Visconti, fondatore dello Studio MV Architects e ritenuto tra gli architetti che stanno ridisegnando il paesaggio piemontese e italiano. Portano, infatti, la sua firma la Torre Zucchetti di Lodi, la Centrale termica di Moncalieri, l’Iveco training center di Torino, il Ristorante Ferrari di Maranello e lo Stabilimento FCA di Melfi, solo per citarne alcuni.

L’architetto Visconti, con Casa Giaglione, ha interpretato la baita storica riproponendo però un’inedita progettazione degli spazi comuni pensati per una fruizione che integra perfettamente tempo libero, locali di servizio e lavoro: dalla sala cinema, alla palestra, dal deposito per gli sci all’area per la ricezione dei pacchi postali.

Il progetto, i cui lavori di realizzazione si sono conclusi nel luglio del 2019, proprio per le sue caratteristiche di innovazione, sarà presentato alla mostra dedicata all’architettura montana in programma questo autunno a Torino, presso il Museo della Montagna.

«In questi mesi di emergenza sanitaria – spiega l’architetto – Casa Giaglione, che ho pensato in tempi non sospetti, ha confermato la validità e l’innovazione del suo modello abitativo.  L’emergenza Covid19 ha fatto riemergere, attraverso il lavoro agile, il ruolo importantissimo dei piccoli centri rurali e montani: durante il lockdown, infatti, questi luoghi hanno dimostrato la validità dei loro modelli di vita (maggiore contatto con la natura, minor rischio di assembramenti, possibilità di spazi abitativi più ampli). Sono convito che il Covid abbia gettato le basi per un ripopolamento di queste aree. A patto che le direttive governative puntino a un rafforzamento delle infrastrutture necessarie: dalla copertura internet alla predisposizione di una adeguata rete di trasporti pubblici, purtroppo ad oggi ancora molto carenti” conclude Marco Visconti.

Ciclo di spettacoli musicali e letterari al Centro Congressi dell’Unione Industriale

La crisi economica che ha colpito il mondo intero ha danneggiato numerosi settori della nostra economia, alcuni più drasticamente di altri. Tra quest’ultimi la Meeting Industry che, per la natura del suo operato, si è trovata a dover sospendere i propri eventi e convegni fin dai primi momenti dell’emergenza e ad oggi deve rispondere a difficili e limitanti protocolli di sicurezza.

Il Centro Congressi Unione Industriale Torino – nel periodo di lockdown – non si è mai fermato e ha voluto, fin da subito, trovare soluzioni alternative che potessero fornire un’immediata e positiva risposta alle tante incertezze del momento: dalla creazione del progetto digitale “Una lettura d’Unione”, fino alla proposta di una interessante conferenza in formato webinar organizzata con il prof. Marco Magnani.

Nuove proposte sono in fase di elaborazione e, tra queste,  un nuovo ciclo di eventi dal titolo “Uno spettacolo d’estate” – in collaborazione con i partner istituzionali Reale Mutua Assicurazioni e Lavazza che da sempre sostengono le nostre iniziative culturali – con l’obiettivo di accogliere nuovamente il proprio affezionato pubblico nella moderna Sala Agnelli, ristrutturata e fornita di un ampio palco che potrà ospitare anche esibizioni musicali, letterarie e corali.

“In attesa di riprendere i congressi non appena le disposizioni governative lo permetteranno – dichiara Giancarlo Bonzo, Amministratore Delegato del Centro Congressi Unione Industriale Torino – abbiamo deciso di riprendere le iniziative culturali con la presenza del pubblico in sala. L’ideazione e la nascita di questo nuovo progetto – prosegue Giancarlo Bonzo – presuppone un significato profondo per tutti noi, in particolare per la popolazione torinese che, nonostante le incertezze e le paure, avrà nuovamente un luogo dove potersi incontrare in un clima tranquillo e fiducioso”.

Le prescrizioni del protocollo di sicurezza saranno minuziosamente rispettate, a partire dal distanziamento sociale dentro e fuori la sala, fino alla misurazione della temperatura corporea all’ingresso e all’utilizzo obbligatorio della mascherina.
Gli incontri saranno organizzati in un primo gruppo di quattro eventi, ogni mercoledì alle ore 18.00 a partire da mercoledì 1 luglio 2020 per concludersi mercoledì 22 luglio 2020.

Il primo evento, mercoledì 1 luglio alle ore 18.00, ospiterà Gregorio Fracchia, giovanissimo e talentoso musicista che alternerà letture del suo libro con virtuosismo alla chitarra. Classe 1996, suona la chitarra da quando ha 6 anni e quest’anno ha vinto il premio “Golden Classical Music Awards” di New York. Diplomato con lode al Conservatorio di Torino, si esibisce regolarmente in festival di musica in Italia e all’estero (in particolare in Spagna), è stato chiamato più volte su Radio Vaticana e Radio 24. A dialogare con l’esordiente autore, Enrica Melossi – consulente editoriale e già docente di Economia dei Beni Culturali alla Scuola di Specializzazione della Statale di Milano – su un noir a sfondo musicale, “L’altro suono dell’ombra”, edito da Mondadori Electa. Il romanzo si svolge dietro le quinte della colta e discreta società torinese, tra le mura ovattate del Conservatorio e i salotti ben frequentati. È lì che ha origine la complicata storia della pubblicazione di uno spartito inedito, che dà l’avvio all’intera vicenda criminale, quando un anonimo docente di Conservatorio muore di morte violenta. L’indagine condotta da un’avvenente Pubblico Ministero e da Andrés Segovia, il celebre chitarrista, arriva a smascherare gli oscuri traffici di un gruppo di affaristi che usano una fondazione di studi scientifici come copertura per i loro loschi maneggi. …Ma le sorprese non sono finite e un’esibizione dal vivo dello stesso autore-chitarrista accompagnerà il pubblico in un viaggio inedito in compagnia dell’inseparabile chitarra classica di Gregorio.

A seguire – mercoledì 8 luglio 2020, alle ore 18.00 – Elena D’Ambrogio Navone, a colloquio con lo storico Gianni Oliva, presenterà “Le notti di Kos”, pubblicato da Cairo Editore, romanzo di storie al femminile di una famiglia nel dopoguerra, sullo sfondo di paesaggi italiani e greci. La storia racconta di Igea, che non ha ancora diciotto anni quando nel 1945, fra gli sconvolgimenti che segnano la fine della seconda guerra mondiale, viene trascinata lontano dalla sua terra, fino a un campo di concentramento in Italia. Lei, figlia di un italiano e di una greca, sposata contro la sua volontà a un italiano, nella drammatica nuova situazione vive nel ricordo di un tempo più bello e sereno; quello trascorso nella sua isola, Kos, con Miliò, la nonna, nata su una barca in una notte di tempesta. È Miliò ad aver tramandato alla nipote la sua cultura isolana, legata alla natura. Un alone di magia circonda la sua particolare sensibilità: aiutare il prossimo è il suo dono.

La forza di queste radici si rivelerà essenziale per Igea, anche dopo la fine del conflitto. Dopo anni di matrimonio accanto a un marito assente, infatti, arriverà il grande amore, il sentimento travolgente capace di farla diventare donna. Ma la relazione che per lei cambia ogni cosa per lui è solo un’avventura… E tante saranno ancora le vicissitudini prima che il destino si riveli, finalmente, benevolo. Tornata sulla riva del mare, Igea potrà rinascere nella sua vera essenza.
L’incontro, moderato da Guido Barosio, sarà accompagnato da intermezzi musicali con l’obiettivo di rendere suggestivo e partecipato il racconto e le letture dei brani del libro.

Il terzo appuntamento, mercoledì 15 luglio 2020, ore 18.00, ospita l’autore Luca Bianchini che, in clima di spettacolo, presenterà “Baci da Polignano”, il nuovo e attesissimo sequel di Io che amo solo te con i personaggi tanto amati come Ninella e don Mimì. Ora li ritroviamo alcuni anni dopo e anche se il tempo passa per don Mimì, Ninella resta sempre la donna della sua vita, nonostante il destino li abbia separati più volte. La situazione però cambia all’improvviso quando Matilde, la moglie di don Mimì, perde la testa per Pasqualino, il tuttofare di famiglia. Per don Mimì questa è l’occasione per andare a vivere da solo e ritrovare Ninella, che però da qualche tempo ha accettato la corte di un architetto milanese. Riprendono così le schermaglie amorose tra i due e intorno a loro ci sono sempre gli altri irresistibili personaggi: Chiara e Damiano e la loro figlia che li comanda a bacchetta; Orlando e la sua “finta” fidanzata Daniela; Nancy e il sogno di diventare la prima influencer di Polignano; la zia Dora, corre dal “suo” Veneto per riscattare l’eredità contesa di un trullo. Tra dubbi, fughe al supermercato, tuffi all’alba e malintesi prosegue la storia di tutti loro, e soprattutto quella di Ninella e don Mimì, sotto il cielo di Polignano con la sua magica luce.
Per rispettare il fil rouge che unisce e accomuna tutto il ciclo, il pubblico in sala sarà sorpreso e allietato da uno spettacolo che accompagnerà la presentazione.

Mercoledì 22 luglio 2020, ore 18.00, l’ultimo incontro sarà dedicato alla presentazione di “fffortissimo”, libro di Alberto Sinigaglia e finalista del Premio Estense 2020, edito da Edizioni Accademia Perosi, considerato un fiore all’occhiello della Fondazione omonima.
Tre f sul pentagramma indicano “fortissimo”, eseguire con il massimo sforzo i quattro “elementi” vitali: testa, cuore, muscoli, polmoni. Vissute al massimo sono le vite dei compositori Malipiero, Petrassi, Boulez, Berio, Nono, Stockausen, Penderecki, Bussotti, Corghi, Henze, Rihm, Kurtag, Donatoni. Dei direttori Claudio Abbado, Riccardo Muti, Giuseppe Sinopoli, dei maestri Bernstein, Giulini e Gavazzeni dai quali hanno afferrato il testimone, dei loro colleghi Mehta, Maazel, Ozawa, Prêtre.

Di solisti come Rostropovič, Ughi e Brunello, di registi come Zeffirelli e Ronconi, di scenografi come Emanuele Luzzati. Di artisti della musica popolari come Paolo Conte, Stefano Bollani, Ludovico Einaudi, Nicola Piovani. Interrogati in profondità, rivelano atmosfere, cultura, idee d’una stagione tra le più intense e innovative nella storia della musica.
Uno spettacolo musicale, totalmente a cura della Fondazione Accademia Perosi, accompagnerà la presentazione del libro, per far immergere il pubblico nel senso più profondo del suono e della sua musicalità.

La Venezia di Cipriani e Brugnaro

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Tra i tanti Sindaci che sono stati e sono inesistenti o controproducenti o fanno i grilli parlanti (Appendino, Raggi, Sala,De Magistris, Orlando-Cascio) di fronte alla ripresa dopo il superamento temporaneo della pandemia, c’è un solo Sindaco che si è speso per il rilancio appassionato della sua città. E’ Luigi Brugnaro, veneziano che ama la sua città ed è consapevole di cosa significhi quella che con Thomas Mann potremmo definire “Morte a Venezia“,  plasticamente rappresentata nel grande film di Visconti.

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Solo chi ha letto Mann ed ha visto Visconti può immaginare cosa è stata Venezia per tre mesi. Mentre altri Sindaci come Sala si sono mossi goffamente durante la pandemia e anche in maniera sconsiderata, proponendo di riaprire la città, salvo poi decidere di chiudere tutto, mentre altri Sindaci come Appendino sono stati palesemente inerti o hanno consentito con grave superficialità e imprudenza assembramenti per le Frecce tricolori, Brugnaro ha seguito le indicazioni di Zaia che si è rivelato il miglior Presidente di Regione, come mi conferma Arrigo Cipriani, patron dello storico Harry’s Bar, che si è battuto a fianco del Sindaco come un vero leone di Venezia,  per rilanciare la città del turismo per eccellenza.
Siamo in tanti ad avere il desiderio  di tornare a Venezia, città unica, dal fascino straordinario in tutte le stagioni. Apollinaire la definiva “ventre caldo d’Europa“ per la sensualità di certi angoli che esprimono la gioia di vivere, il piacere del sesso e dell’amore che può cogliere  solo chi è stato a Venezia, innamorato con una donna innamorata al suo fianco. Ma anche la piazza San Marco con “Florian” e i suoi concerti un po’ decaduti, anche il ponte di Rialto, l’Accademia, la Giudecca, Torcello, Murano sono luoghi del cuore dove si deve tornare. Stando in quei posti, come scrisse Valdo Fusi per la  piazza Carignano di Torino, si sente il dispiacere che si dovrà morire e può venirci il magone. Ma è anche la Venezia delle sue trattorie da “Altanella” al” Bacareto”, dalla “Corte sconta” all”’Antica Mola”, per non dire del gran ristorante del Monaco Gran Canal davanti alla punta della Dogana con la grande palla d‘oro. Cipriani è il nuovo Marco Polo della venezianità nel mondo. Da decine d’anni.  L’accoppiata del Sindaco e di Cipriani è vincente. Oggi Cipriani non parla più come nei mesi scorsi, ma sta lavorando sodo. Ha riaperto il suo locale, malgrado le difficoltà, il segno di un’imprenditoria che sa rischiare. Non attende aiuti che invece dovrebbero arrivare e non arrivano perché mi il Governo ha trascurato il turismo, in modo irresponsabile affidato ad un ministro politicamente inadeguato come Franceschini che non riuscì a diventare neppure segretario del Pd. Il turismo è stato abbandonato al suo destino, ma Brugnaro e Cipriani non si arrendono. Il Sindaco ha promosso tanti eventi, pur nel distanziamento. E’ forse l’unico Sindaco capace di assumersi responsabilità.  Altri cincischiano e alla fine di giugno hanno solo deciso di annullare i grandi eventi, senza programmare tanti micro eventi compatibili con la sicurezza. Se il Sindaco- filosofo Cacciari era apparso un buon Sindaco , Brugnaro lo ha superato. Il Sindaco – imprenditore, apparentemente lontano dalla grande Venezia della cultura, è quello che segnerà la rinascita della città di San Marco.
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La Talpa. I soldi pubblici? Ai giovani per garantire il rilancio

Semplice, no? Intuito e determinazione. Costante lavoro di avanzamento, quindi di cambiamento.

Certo ogni modifica dell’esistente genera conflitti di resistenza. Ma non cogliere il cambiamento (se) in atto, quindi neanche resistervi, esserne ciechi o indifferenti, genera tragedie che consistono in occasioni di progresso perse, irripetibili. Stare fermi non è né un’opzione né un valore: è la manifestazione di una grave patologia depressiva che conduce all’annientamento…

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