società

Sharenting. La condivisione delle immagini dei bambini sui social

I  rischi connessi

Mentre mangiano o giocano, quando sono al mare o insieme ai loro amici, le foto dei bambini spopolano su internet, sui social, sui profili Facebook o Instagram . Questa volonta´ di condivisione ´ certamente un gesto di affetto e di orgoglio da parte di genitori, dei nonni e di tutti coloro che li amano, ma spesso e’ una rischiosa e inopportuna sovraesposizione delle vita dei minori in un luogo virtuale non del tutto sicuro, la rete informatica.

Il termine sharenting, la fusione dall’inglese tra share (condividere) e parenting (genitorialita’), coniato da poco in America, ci spiega, appunto, questa abitudine molto diffusa ovvero quella di postare con frequenza immagini di piccoli uomini e donne creando, il piu´delle volte, un involontario racconto digitale della loro vita.

Prescindendo dalla questione che riguarda la mancata consapevolezza da parte dei bambini sul fatto che la loro esistenza venga resa pubblica, ci sono altri risvolti legati a questa consuetudine che possono rivelarsi davvero drammatici, tra questi spicca l’appropriazione e l’ utilizzo improprio delle immagini che spesso sfocia in vere e proprie azioni illegali e deprecabili.

Questa “moda” e’ all’attenzione del Garante della Privacy che gia´ nella Relazione annuale del 2021 ha proposto di estenderne la tutela rispetto alla questione del cyberbullismo.

Spesso le foto dei minori sono accompagnate da informazioni sensibili come il nome, l’eta´ e il luogo di appartenenza, che rendono ancora piu´semplice il lavoro di chi potrebbe impossessarsene con cattive intenzioni.

Il Garante della Privacy riassume cosi´ i rischi dello sharenting:

Violazione della privacy e della riservatezza dei dati personali e sensibili del minore ogni volta che si pubblica, senza il suo consenso, un’immagine sui social network, così come stabilito dalla Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Mancata tutela dell’immagine del bambino che subisce la perdita del controllo sulle proprie informazioni con conseguenze sulla creazione della sua identità digitale odierna e futura. I contenuti postati online, infatti, restano e permangono a disposizione di chiunque.

Esiste poi il rischio delle ripercussioni psicologiche che potrebbero iniziare a manifestarsi nel momento in cui i bambini, crescendo, cominciano a navigare autonomamente. Se i loro genitori non hanno provveduto a tutelare la loro immagine e la privacy, i bambini dovranno fare i conti con quanto è stato pubblicato senza il loro benestare e immagini molto intime e private come quella del bagnetto, ad esempio, potrebbero andare nelle mani di chiunque.

Tra i rischi peggiori c’e´ senz’altro quello della pedopornografia. Alcune immagini di bambini in situazioni private, infatti, possono essere rubate, manipolate e inserite nelle squallide pagine digitali dei siti per pedofili. L’addescamento, infine, e´un’altra oscura possibilita´che si prospetta a causa delle immagini condivise, ma anche delle informazioni che le accompagnano, utili mezzi per creare ganci per avvicinare i minori online.

Il Garante invita a porsi diverse domande prima di condividere le foto dei propri figli: mio figlio sarebbe contento di avere sue foto postate? E´una azione sicura per la sua presente e futura identita´online?

Si tratta di problemi reali, di rischi concreti perche´ la rete, sfortunatamente, e´popolata anche da persone dalla scarsa cifra morale alla ricerca non solo di immagini da collezionare ma anche in attesa che qualche minore sprovveduto caschi nella sua rete con inevitabili e nefaste conseguenze.

MARIA LA BARBERA

Fonte: www.garanteprivacy.it

Alla Fondazione Amendola il Convegno di Neuroestetica “Beauty and Change”

Il gruppo di ricerca Brain Plasticity and Behavior Changes (BIP) del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e la Fondazione Giorgio Amendola, danno il via alla quarta edizione del Convegno Internazionale di Neuroestetica “Beauty and Change”, in programma a Torino da mercoledì 15 a sabato 18 ottobre 2025. Nato nel 2022 come appuntamento dedicato al dialogo tra filosofia, psicologia, neuroscienze e arti, il convegno è oggi un punto di riferimento internazionale per la riflessione scientifica e interdisciplinare sull’esperienza estetica. L’edizione 2025 si intitola “Aesthetic Experience and the Drive for Knowledge” e approfondirà le prospettive interdisciplinari in tema di bellezza e cambiamento, esplorando il legame tra esperienza estetica e impulso umano alla conoscenza. L’essere umano, per sua natura, tende a indagare, comprendere e interpretare il mondo: è da questa spinta epistemica che nascono curiosità, meraviglia e sorpresa. Le più recenti ricerche in campo filosofico, psicologico e neuroscientifico dimostrano come l’esperienza estetica sia strettamente connessa a questa tensione conoscitiva, offrendo un terreno privilegiato che leghi emozione e apprendimento.
Parteciperanno gli ospiti internazionali Jérôme Dokc (Institut Jean Nicod), Arto Haapala (University of Helsinki), Jan R. Ladwehr (Goethe University Frankfurt), Diana Omigie (Goldsmiths, University of London), Francesco Poli (University of Cambridge), Elisabeth Schellekens (Uppsala University), Eva Specker (Leibniz-Institut für Wissensmedien, Tübingen), Martin Skov (Copenhagen Business School; Copenhagen University Hospital, Hvidovre) ed Edward Vessel (City College of New York).
Il convegno sarà preceduto dal workshop tematico “The repeated experience of beauty” dedicato al paradosso tra novità e familiarità nella fruizione estetica, in programma mercoledì 15 ottobre. I lavori si svolgono presso la Fondazione Giorgio Amendola, in via Tollegno 52, a Torino, e prevedono sessioni scientifiche, tavole rotonde e momenti di confronto aperti al pubblico. La partecipazione è gratuita per gli studenti e sono previsti premi per i migliori contributi da parte di giovani ricercatori.
Fondazione Giorgio Amendola ETS – via Tollegno 52, Torino
Info: 011 2482970 – www.fondazioneamendola.it
Mara Martellotta

I 90 anni del Collegio universitario Einaudi

Il Collegio Universitario Einaudi, fondato dal matematico torinese Renato Einaudi nel 1935, compie quest’anno novanta anni

In novanta anni di vita oltre diecimila studenti hanno abitato e vissuto le cinque sezioni del Collegio; tra loro Umberto Eco, Claudio Magris, Francesco Profumo, Annibale Crosignani e Massimo Luigi Salvadori.
Una storia lunga novanta anni cominciata nel 1935, in epoca fascista, con la nascita della Casa dello Studente e che dieci anni dopo, una volta conclusa la seconda guerra mondiale, ha preso nuovo vigore e una direzione ben precisa per volontà del professore  e matematico Renato Einaudi, classe 1909, che intravvide nei locali di via Galliari 30 l’ambiente ideale per permettere agli studenti universitari meritevoli, ma privi di mezzi economici, di emergere e crescere sia dal punto di vista scolastico sia da quello umano.

Un sogno fondato su alcuni valori e principi ben chiari, la centralità della persona, la laicità, il merito, l’apertura alla società civile, l’interculturalità e la sostenibilità. A questi si aggiunge l’attenzione ai meno abbienti. Nei primi anni, con la sola sezione di via Galliari, tutti gli studenti erano ospitati gratuitamente, a volte anche con un presalario, grazie ai fondi che Einaudi riusciva  a raccogliere dai sostenitori. Con l’apertura delle nuove sedi i posti sono stati messi a concorso anche a pagamento e si è diversificata la provenienza sociale dei collegiali, un valore aggiunto che ancora oggi il Collegio si impegna a salvaguardare, pur mantenendo rette agevolate e la gratuità per chi ne avesse i requisiti. Con lo sviluppo delle Opere universitarie, oggi Enti allo Studio, il Collegio ha poi iniziato a condividere e promuovere il fondamentale sostegno al diritto allo studio.
Tutti valori fondamentali che il Collegio ha trasmesso anno dopo anno, generazione dopo generazione agli oltre diecimila ex collegiali che, in questi decenni, hanno vissuto le sue residenze, diventate nel frattempo cinque. È proprio questo esercito pacifico intraprendente e affamato di conoscenza di oltre diecimila ragazzi, Italiani e stranieri, benestanti e non, ingegneri, scienziati, letterati e medici, il vero inestimabile tesoro del Collegio Universitario  Einaudi, che è sempre più proiettato verso il futuro.
Il Collegio è, infatti, diventato una vera e propria istituzione per Torino, capace di dialogare con le istituzioni, creare un sistema vincente con gli Atenei e vivere e anticipare tutti i cambiamenti delle epoche che ha attraversato. Basti pensare alla decisione di inaugurare nel 1954 una sezione femminile, in un’epoca ancora poco sensibile alla parità dei sessi in campo formativo, per poi successivamente rendere miste tutte le proprie sezioni, aprendosi anche agli studenti stranieri, il cui deciso incremento, avvenuto negli ultimi due decenni, è dovuto anche all’apertura internazionale degli atenei.
Dopo la sede storica di via Galliari ampliata nel 1954, nello stesso anno nasceva la Sezione Po, in via Maria Vittoria 39, inizialmente destinata a sole studentesse, a cui faranno seguito nel 1956 la Sezione Crocetta, in corso Lione 24, nel 1961 la Sezione San Paolo, in via Bobbio 3, e nel 1968 la Sezione Mole Antonelliana, in via delle Rosine 3, per un totale di 750 posti in camera singola.

Dal mondo dell’impresa e della finanza si sono distinti, tra gli ex studenti, Francesco Profumo, dal mondo della statistica Nicola Pierpoli, fondatore dell’Istituto Pierpoli, punto di riferimento per i sondaggi in Italia. Dal mondo della letteratura Umberto Eco e Claudio Magris, da quello della storia Massimo Salvadori. Dalla Psichiatria Annibale Crosignani, dalla politica l’ex sindaco di Torino, l’ingegnere Valentino Castellani e Gianni Bullia, ex presidente dell’INPS, dell’Inail ed ex direttore della Rai.
L’espansione degli ultimi venticinque anni ha visto la completa riqualificazione delle proprie cinque sezioni grazie ai fondi stanziati dai vari bandi della legge 338 del 2000. Il progetto ha permesso, senza costruire nuovi edifici, ma soltanto ridisegnandoli, di incrementare i posti studio totali da 750 a 872, che da gennaio 2026 diventeranno 1012 con la riapertura degli spazi dell’ex mensa di via Ormea.
Alle attuali cinque sezioni si aggiungerà in futuro anche una sesta Sezione, il Collegio degli Artisti, all’interno del progetto Polo delle Arti, che nascerà nello storico complesso della Cavallerizza Reale, attualmente in  fase di riqualificazione.

Tante le iniziative per festeggiare i novanta anni del Collegio. A fine ottobre si terrà un Festival dedicato all’AI dal titolo “Una comunità che pensa. Intelligenze artificiali tra politica, affetti e mondo del lavoro” dal 20 al 28 ottobre, dedicato ai giovani collegiali e ad alcuni studenti selezionati del Convitto Umberto I, e un evento istituzionale venerdì 24 ottobre al Museo del Risorgimento di Torino.
Una mostra fotografica ripercorrerà la storia del Collegio e sarà  allestita presso la Biblioteca Civica Centrale in via della Cittadella 5, aperta dall’8 al 20 novembre prossimi.

“Novant’anni e non sentirli. Il leso della tradizione è uno zaino di esperienze che ci arricchisce senza appesantirci e ci fa guardare lontano – racconta Paolo Enrico Camorati, Presidente del Collegio Einaudi di Torino – io ritengo che la grande forza del Collegio, in tutti questi anni, sia stato quello di evolversi e rinnovarsi costantemente, senza mai cambiare spirito. I valori su cui Renato Einaudi ha costruito questa fantastica storia sono, infatti, rimasti i medesimi: laicità, meritocrazia, inclusività, interculturalità e supporto concreto e attivo alla formazione universitaria e umana di ogni singolo studente. Anno dopo anno, generazione dopo generazione, le esigenze sono cambiate, nella quotidianità e in ambito universitario. Siamo stati capaci di affrontarli e in certi casi di prevederli, di adattarci, garantendo sempre solidità, serietà e servizi all’avanguardia”.

Mara Martellotta

Phubbing, stare al cellulare può essere antisocial

Di recente creazione, il termine inglese phubbing è la fusione tra phone (cellulare) e snubbing (snobbare).

Nella sostanza, invece, questo neologismo corrisponde alla poco gradevole attività, e in alcuni casi anche nociva, che molti compiono stando ininterrottamente al cellulare, ignorando gli altri in loro compagnia e sminuendo di fatto il valore delle relazioni concrete e tangibili.

Non si tratta di guardare ogni tanto il telefono o di rispondere alle chiamate di lavoro, ma di una attenzione permanente nei confronti dello strumento più usato del secolo che promette una vita social in costante aggiornamento, ma che spesso ci fa trascurare le persone vicine che con noi condividono spazi e tempo; con questa condotta si attua una vera e propria mancanza di considerazione nei confronti di coloro che ci vorrebbero vivere, ascoltare e parlare ed è molto probabile che si perda il contatto col mondo reale.

Al bar con un amico, a casa con i figli o anche durante un incontro di lavoro a chi non è capitato di stare con persone che dovrebbero rivolgerci l’attenzione ma che invece fissano ipnotizzati il cellulare, consultano i vari profili social, controllano ossessivamente le email o fanno shopping online? E’ molto frustrante essere in competizione con un mini aggeggio che ha il potere di annullare una conversazione, lo scambio tra individui e persino una sana discussione, ma purtroppo questa abitudine disfunzionale è sempre più frequente. Io per conto mio se capisco che la situazione sta prendendo una piega non tollerabile comincio con l’emettere piccoli sospiri, proseguo con manifestare facce seccate e, infine, con una scusa mi congedo sperando che il messaggio “ci sono anche io” arrivi diretto.

Questo non saper fare a meno di attenzionare il cellulare di continuo è a tutti gli effetti una dipendenza causata dall’ansia di essere tagliati fuori dalle notizie, dagli aggiornamenti e in generale dal circuito di internet e dei social network; si tratta di una vera e propria paura, la Fomo, in inglese “fear of missing out”. Ci sono anche altre cause per cui si ignora il mondo circostante dedicandosi quasi esclusivamente allo smartphone, per esempio la noia e, in alcuni casi più gravi, alcuni tratti della personalità che rimandano al neuroticismo che provoca instabilità emotiva e disadattamento.

“La buona notizia è che l’intelligenza sociale si può imparare, attraverso l’esperienza, l’ascolto attivo o una riflessione sugli errori compiuti o osservati negli altri”. E’ importante, facendo un passo per volta, riabilitare quella fondamentale capacità che ci rimette in sintonia con gli altri, quella attitudine sociale che ci fa connettere realmente con gli altri ponendoci in modalità di ascolto e di empatia. Un telefono per quanto smart sia non può sostituire le persone, la rete con tutti i suoi ammalianti contenuti è un luogo fittizio e limitante. Senza voler togliere i meriti a sistemi che hanno rivoluzionato la nostra vita in maniera decisamente positiva facilitando molte delle nostre attività, nulla può prendere il posto delle conversazioni in presenza, niente può sostituire lo stare insieme condividendo sensazioni, emozioni ma anche

gli scenari e l’ ambiente circostante. Qualsiasi macchina per quanto potente non può sostituire l’essere umano.

MARIA LA BARBERA

 

Fonte: Focus

Piove, governo ladro

Quante volte abbiamo sentito questa frase, in riferimento a qualsiasi disgrazia succedesse nel nostro Paese?

Ci siamo, però, mai fermati a pensare a quale sia la colpa del Governo e quale sia la nostra, di noi comuni cittadini che periodicamente ci rechiamo (o dovremmo recarci) alle urne?

Non entrando nel contesto sinistra-destra o, in particolare, nella diatriba politica attuale, è evidente come, quasi sempre, l’aspettativa degli elettori con la realtà delle urne siano antitetici.

Sono dell’idea che chi rinuncia al diritto del voto, cioè non si reca a votare, non abbia alcun diritto, poi, di criticare chi governa, dalla circoscrizione al Parlamento, passando per provincie e regioni.

In aggiunta, posso dire che chi vota scheda bianca (cioè chi non prende una posizione) e, peggio ancora, chi annulla la scheda scrivendo insulti, o segnando più di un simbolo, sia ancora più colpevole, perché spreca letteralmente i soldi spesi per una tornata elettorale. Se consideriamo una media di 47 milioni di aventi diritto al voto, i 400 milioni di euro che una tornata elettorale costa, significano poco più di 8 euro a testa e, dunque, il voto inutile è costato, inutilmente, 8 euro alla Stato.

Chi vota, invece, si aspetta che il vincitore mantenga le promesse e che l’opposizione si comporti come tale.

Assistiamo, invece, spesso a rimescolamenti, nascita di nuovi gruppi tanto in Parlamento quanto in Regione che contribuiscono a minare la poca, residua, fiducia degli elettori nella politica. Fin quando non verrà realizzato il vincolo di mandato, cioè l’obbligo di appartenere al gruppo in cui si è stati eletti, pena decadere dalla carica, questi giochini saranno sempre possibili e non sono sempre giustificabili con reali problemi interni alla lista.

Fin qui sembrerebbe una politica da manuale; peccato, però, che gli elettori, una volta adempiuto al diritto-dovere del voto, non si occupino più di politica fino alla volta successiva e, dunque, criticano indistintamente tutto il Parlamento se qualcosa non viene approvato, se un provvedimento torna al voto dopo emendamenti, ecc.

Quanti di noi partecipano, anche solo saltuariamente, alle sedute del proprio Consiglio comunale? O seguono in TV (esistono canali appositi) le sedute di Camera e Senato? Quanti sono i parlamentari, dopo la legge costituzionale che ne ha ridefinito il numero?  Nebbia!

Dal compimento del 18° compleanno, quasi sempre fino a qualche anno fa, ho prestato servizio quale scrutatore nelle varie tornate elettorali (dalle politiche, alle amministrative, regionali, referendum) e c’erano sempre molte persone che assolutamente non sapevano come si voti, chi siano i candidati (ci sono gli elenchi all’esterno della sala elettorale) o ignoravano le regola più elementari (uscire dalla cabina con le schede aperte, ecc).

Sicuramente, se arrivassimo finalmente al voto elettronico, magari da casa con lo SPID per chi non possa recarsi al seggio, i costi si ridurrebbero enormemente e si invoglierebbe a votare chi si trovi lontano dal seggio (anziani, disabili).

Forse è nella nostra cultura, forse decenni di malapolitica ci hanno disaffezionato dall’impegno politico che ogni cittadino deve possedere, il risultato è sotto gli occhi di tutti: affluenza alle urne in continuo calo, conoscenza nulla dell’attività politica, gli italiani seguono chi fa la voce più forte o compie i gesti più eclatanti; quel che è peggio seguono l’empatia di questo o quello, anziché valutarne l’attività, i risultati, la capacità e l’impegno.

Quanto ci costerebbe (in termini di tempo e fatica) documentarci sui siti di Camera e Senato (per avere un resoconto obiettivo, non viziato dalla linea editoriale di questa o quella testata giornalistica) e farci un’idea nostra?

Quando le statistiche dicono che in Italia sta diminuendo il QI e stanno aumentando gli analfabeti funzionali, non fatico a crederlo; basta leggere i posti sui social e abbiamo ben presente il disagio mentale da cui sempre più persone sono affette.

Proviamo a invertire la tendenza? Proviamo, per una volta, a fingere di essere cittadini degni di quel nome, anziché sudditi? Chissà che poi non ci piaccia.

Sergio Motta

I Villaggi operai, un Network europeo

Sabato 11 ottobre 2025 dalle h. 14,15 nei locali della scuola del Villaggio Leumann, l’Associazione Culturale Kòres organizzerà un meeting internazionale dal titolo “I Villaggi operai, un Network europeo”. All’appuntamento parteciperanno i rappresentanti di oltre 12 Villaggi operai italiani e stranieri, alcuni dei quali riconosciuti dall’UNESCO come siti di importanza mondiale.

L’incontro rientra nell’ambito del Progetto V.O.C.A.LE (Villaggi Operai, Cultura ed Arte al Leumann), iniziativa vincitrice del bando 2024 “Ecosistemi Culturali” di Fondazione CDP – l’ente non profit del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti. Nell’ambito di questo progetto, grazie allo sviluppo della App “Leumapp”, viene proposto un nuovo modo di visitare e apprezzare la storia e la vita del villaggio collegnese, un’esperienza emozionale ed coinvolgente, che immerge il visitatore nell’atmosfera di questo straordinario villaggio, fornendo informazioni e testimonianze sulla storia, l’architettura, i problemi sociali, il welfare, nell’epoca in cui il Piemonte diventa il centro propulsore dell’industrializzazione italiana.

Tutti i villaggi hanno già firmato un protocollo d’intesa con l’Associazione Culturale Kòres e col Villaggio Leumann, con lo scopo di costituire un Network europeo, per potenziare la collaborazione in scambi culturali, eventi, mostre, e diffondere in Europa l’App “Emotional Experience”. È un nuovo modo di visitare queste numerose realtà di fine Ottocento, preziose testimonianze di archeologia industriale, e, grazie a questo strumento innovativo, coinvolgente e alla portata di tutti, il visitatore può vivere l’esperienza di un’immersione totale nei villaggi storici.

Durante il meeting, i rappresentanti di ogni villaggio interverranno, raccontando una breve storia del villaggio stesso e illustreranno le attività in atto e i progetti futuri.

Saranno coinvolte le istituzioni pubbliche e private, e altri enti specifici attivi in ambito storico, architettonico, artistico, urbanistico e del welfare, che in questi mesi hanno dimostrato fattivamente interesse al Progetto V.O.C.A.LE.; saranno presenti per i saluti istituzionali esponenti del Comune di Collegno, della Città metropolitana, del comune di Torino, della Regione Piemonte.

Al termine una tavola rotonda farà il punto sulle linee da seguire e le iniziative da condividere per potenziare gli scambi e le collaborazioni con i Villaggi italiani e europei. È l’inizio di un lavoro che avrà lo scopo di mappare tutti i villaggi operai in Italia e in Europa, per valorizzare il network dal punto di vista del turismo culturale e sostenibile. Infine il meeting vuole proporre una riflessione sul tema del cosiddetto “paternalismo industriale”, così diffuso in Europa tra fine Ottocento e inizi Novecento, in una pluralità di forme, ma sempre con un patto e delle responsabilità condivise tra industriali e forza lavoro. Da un lato l’imprenditore dedicava profonda attenzione ai dipendenti, alle loro famiglie e dunque al loro benessere, dall’altro si creava nei lavoratori un senso di appartenenza, non solo all’azienda ma a un gruppo sociale.

I lavori si svolgeranno all’Ecomuseo del Villaggio Leumann in corso Francia 349 a Collegno

Al termine una cena conviviale per far assaporare i piatti tipici piemontesi.

I VILLAGGI OPERAI, UN NETWORK EUROPEO

Villaggio Leumann, corso Francia 349 Collegno

11 ottobre 2025 ore 14.15

PROGRAMMA

14,00 Registrazione

14,15-14,30 Saluto di benvenuto: Alba Zanini, Presidente Associazione Culturale Kòres

14,30-14,45 Saluti Istituzionali: Claudio Quaternato, Project Manager Fondazione CDP; Matteo

Cavallone, Sindaco di Collegno; Laura Pompeo, Regione Piemonte, Clara Bertolo, Assessore alla

Cultura Comune di Collegno, Maria Grazia Grippo, Presidente del Consiglio del Comune di Torino

14,45-15,15 – COLLEGNO (Torino): Villaggio Leumann

Carla Gütermann Leumann: Famiglia Leumann

Monica Bassi: Associazione Amici della Scuola Leumann

Fabrizia Rossi: Prestazione LeumApp

15,15-15,30 – CITÈ MARTINI (Marin-Epagnier – Svizzera): Il complesso operaio di Cité Martini

Anne Marie EBINER: Associazione per la conservazione della Cité Martini

15,30-16 – CRESPI D’ADDA (UNESCO- fraz. di CAPRIATE SAN GERVASIO- BG): Il Villaggio

operaio di Crespi d’Adda

Giorgio RAVASIO: Presidente di Associazione Crespi d’Adda e Direttore Scientifico del Museo

Partecipato di Crespi D’Adda; Lucia COLOMBO: Coordinatrice Visitor Centre di Crespi d’Adda

16-16,15 – MONFALCONE (rione Panzano): Villaggio operaio di Panzano

Chiara MISTELLI – Area Cultura, Sport Servizio Attività Culturali comune Monfalcone, Giulio

PRINCIC, operatore del Museo e guida turistica del Villaggio16,15-16,30 Pausa Caffé

16,30-16,45 – NEW LANARK (UNESCO – Scozia): New Lanark Unesco World site:

IN VIDEO CONFERENZA Kate LAPPING, Responsabile del Patrimonio

16,45-17- PEROSA ARGENTINA (Torino): Il complesso del Setificio Gütermann

Nadia BRUNETTO: Sindaco di Perosa Argentina; Alessandro CALZAVARA – Responsabile

dell’Associazione Ecomuseo delle Attività Industriali di Perosa Argentina e Valli Chisone e

Germanasca

17-17,15 – ROSIGNANO MARITTIMO (Livorno): Villaggio Solvay

Giacomo Cantini: Assessore alle attività produttive e alle frazioni comunali; Clementina Fantoni:

Responsabile del Gabinetto del Sindaco e Referente del Progetto Memoria

17,15-17,30 – SALTAIRE (UNESCO – BRADFORD – Inghilterra): Saltaire World Heritage Site

Maggie SMITH, fiduciaria di Saltaire World Heritage Education Association; Sue SCARGILL,

fiduciaria di Saltaire World Heritage Education Association

17,30-17,45- SANTO STEFANO DI MAGRA (La Spezia – rione PONZANO MAGRA : Villaggio

operaio della Ceramica Ligure Vaccari:

Paolo CLEMENTE, coordinatore Progetto Ceramiche Liguri, Tradizione e Innovazione; Mario

GIANNONI, Responsabile Ecomuseo della Ceramica Vaccari

17,45-18- SCHIO (Vicenza): Lanificio Rossi di Schio

Stefania TORRESAN – Responsabile Comunicazione, Promozione del Territorio e Turismo del

Comune di Schio

18-19,30 –Tavola rotonda: interscambi, progetti futuri e al termine visita al Villaggio scaricando

LeumApp

20,15 – Cena alla Trattoria “Casa di Bacco”, per assaporare piatti tipici piemontesi

Via Giuseppe Verdi, 67 10093 Collegno 10093 Tel. 011 415487

“Il volto prossimo”, Festival della Missione: pellegrinaggio laico nelle periferie

Giovedì 8 ottobre si è tenuto il primo appuntamento del Festival della Missione, manifestazione di carattere nazionale che ha l’obiettivo di fornire occasioni di riflessione. L’evento di apertura prevede il pellegrinaggio laico delle periferie urbane: da sette punti della città, i partecipanti raggiungevano la chiesa di San Filippo Neri, dopo aver attraversato storia di immigrazione, educazione mancata, dipendenze, reclusione, abbandono e solitudine. Alle ore 18, queste narrazioni sono state consegnate a Luciana Littizzetto per un momento di confronto. Dai giardini di Madre Teresa partiva il cammino dedicato alla salute mentale; da Porta Palazzo si snodavano due percorsi, il primo incentrato sulle storie di migrazione e il secondo sulle storie legate alla dipendenza. Ai Giardini Reali, alle ore 17, si muovevano i Volti prossimi dedicati all’ambiente e al clima. Il Sermig si è radunato a Palazzo Nuovo, alle 17.15, attorno al tema dell’educazione e delle fatiche dei giovani.

Un altro cammino cominciava nelle carceri Le Nuove attorno al tema dei CPR e del carcere, e infine da Porta Nuova, alle 17.30, partiva il gruppo che avrebbe dovuto riflettere sui temi dell’abbandono e della solitudine.

Sabato 11 il Sermig parteciperà agli eventi di piazza Castello, organizzati dal Festival della Missione, in un pomeriggio ricchissimo di contenuti. Dalle 15 del sabato il Sermig si troverà in piazza Castello animando la piazza con attività e spunti di riflessione per indicare quali possano essere le strade della pace. Alle 17 sarà la volta di racconti e musica per dare volto e voce alle lotte non violente di chi si oppone alla trappola della guerra inevitabile, con la partecipazione di Kim Aris, di Myanmar, figlio della Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, Taghi Rahamani; per l’Iran, il marito della Nobel per la Pace Narges Mohammadi; Mattia Ferrari, Basel Adra. Per la Palestina, uno dei registi di “No Other Land”, Mohammad Hureini; Jonathan Zeigen e, per Israele, il figlio di Vivian Silver, attivista per la Pace uccisa il 7 ottobre scorso. Alle 19.30 sarà proiettato un documentario sulla situazione drammatica di Haiti. Alle 21 la responsabile del Sermig, Rosanna, parlerà del potere della speranza, e alle 21 si potranno ascoltare le esperienze missionarie di giovani che hanno vissuto esperienze all’estero aiutando chi soffre, e saranno accompagnate dalla musica del Laboratorio del Suono del Sermig.

Domenica 12 ottobre l’Arsenale ospiterà un importante spettacolo teatrale che parla di libertà, di solitudine, di un desiderio tenace di vivere e di relazionarsi. A proporlo è la Compagnia teatrale Partecipata della comunità di Capo d’Arco, in Umbria, composta dagli ospiti delle comunità, ballerine, attori professionisti, musicisti, educatori e operatori. Lo spettacolo è tratto dagli scritti di Guido Profili, un ragazzo segnato dalla fragilità, a lungo internato nel manicomio di Perugia, una delle vittime dell’eccidio di Gubbio avvenuto il 22 giugno 1944, ucciso dai nazisti mentre cercava la libertà.

Mara Martellotta

Nelle vie del Balon torna il Festival della Sostenibilità

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SIGN FESTIVAL COMPIE 10 ANNI

 

Dal 10 al 12 ottobre al Balon torna il Sign Festival con l’Associazione Commercianti Balon e un hub creativo presso il Mercato Centrale di Porta Palazzo.

Giunto alla sua decima edizione, il SIGN Festival (nato come Barolo Fashion Show) si prepara a celebrare un traguardo importante con un programma ricco di eventi, incontri e performance, all’insegna della sostenibilità, dell’inclusione e della creatività circolare.  Dal 10 al 12 ottobre 2025 il Festival diffuso che opera in Piemonte tra Langhe-Roero e Monferrato, nelle Valli Olimpiche, arriva per la prima volta a Torino, ed in particolare nel “cuore” del riuso e laboratorio naturale di inclusione, Borgo Dora e Porta Palazzo, che diventeranno il palcoscenico di un festival unico in Italia, capace di coniugare moda, design, arte e impegno sociale, con l’obiettivo di diffondere i valori dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Tra le novità di quest’anno spicca la collaborazione con l’Associazione Balon, storico mercato torinese simbolo di riuso e inclusione, che porterà nel cuore del festival l’autentica anima dell’economia circolare. Grazie a questa partnership, il SIGN Festival rafforza il suo legame con il territorio e con una delle realtà più vive e rappresentative della cultura del riuso in Italia.

Cuore pulsante del festival sarà il Fashion Upcycling Contest, una competizione per giovani designer chiamati a realizzare creazioni moda e accessori in estemporanea durante i due giorni del mercato del Balon. L’evento si svolgerà all’interno dell’Hub Creativo allestito per l’occasione al Mercato Centrale di Torino, con la preziosa collaborazione tecnica di delVecchia, azienda leader nel settore delle forniture di macchine da cucire ed attrezzature per il confezionamento.

Ogni designer finalista del concorso avrà a disposizione un budget per acquistare stoffe, pellami, accessori e abiti tra i negozi e le bancarelle del mercato del Balon e della mattina del Gran Balon di domenica. Dopodiché avranno a disposizione tutta la giornata di sabato e la domenica mattina per usare questi materiali e tessuti usati provenienti dal mercato del Balon, per dare vita a collezioni uniche e sostenibili, in upcycling, sotto gli occhi del pubblico e di una giuria d’eccezione.

Una sfida creativa unica, che viene realizzata “sul momento”, che unisce tradizione artigianale, innovazione e rispetto per l’ambiente.

Oltre al contest, il SIGN Festival propone un calendario fitto di appuntamenti, con 2 Workshop “Vintage, Upcycling e Riuso Creativo” alle Antiche Ghiacciaie di Porta Palazzo, il Tour “Balon’s Soul Map”: percorsi guidati per scoprire l’anima autentica del Balon, tra artigianato, storie e identità.

E ancora, la Mostra D/SIGN – Percorsi Sostenibili in Galleria Umberto I in collaborazione con Umbertissima e la Galleria di Design Cristiani e la Galleria d’Arte Giò Gatto, il Photo Contest “Stili. Un unico mondo, multipli sguardi”, passando dal ritmo della Festa del Balon al Fashion Upcycling del Sign Festival al Gran Balon: un viaggio per immagini alla scoperta dell’anima più autentica del mercato e del quartiere. La combinazione dei più vari stili di vita e di espressione diventa comunità inclusiva!

Saranno previste inoltre conferenze e confronti con esperti come Simone Gelato, presidente dell’Associazione Balon, la Direttrice Artistica del Festival Marina Garau, Romano Di Giusto, esperto di Design Sostenibile, e Chen Ming che, insieme agli esponenti del CODIASCO – il Coordinamento delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale del Piemonte – tratterà il tema degli Stili di Vita delle comunità e l’integrazione.

Venerdì 10 ottobre si terrà il Workshop di disegno moda “creatività insostituibile” a cura di Istituto di Moda Torino, dalle 15 alle 17 al Mercato Centrale (Antiche Ghiacciaie di Porta Palazzo), e poi ancora il workshop di ricamo creativo Haute Couture LAB Moda Riforma (dalle 18 alle 20 al Mercato Centrale, Antiche Ghiacciaie di Porta Palazzo).

Sempre venerdì 10 ottobre, è prevista l’inaugurazione della mostra Umbertissima alle ore 16 al Mercato Centrale, mentre domenica 12 ottobre è prevista la finale del contest sull’upcycling, con sfilata dalle 18 presso la Galleria Umberto I.

Il festival vanta collaborazioni internazionali come con l’Istituto di Design del Politecnico di Wenzhou in Cina, con cui l’Associazione Sign Festival ha già realizzato numerose iniziative tra cui spiccano le missioni di interscambio culturale del 2024 e quella di fine 2019 in cui circa 30 designer ed artisti italiani hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con i colleghi cinesi ospiti del Governo locale di Wenzhou.

L’internazionalità, uno degli obiettivi da sempre del Festival, si esplica anche con le collaborazioni con 2 realtà francesi: la Camera di Commercio Italiana di Nizza, Costa Azzurra e Sophia Antipolis nonché con il Campus des Monts du Lyonnais e, per la prima volta, con la realtà della Nigeria Runway on the High Way.

Il Festival, che è sostenuto dalla Regione Piemonte e da altre istituzioni locali, come da sua tradizione, anche per la 10° edizione coinvolge tante realtà nazionali e locali unite dalla condivisione di valori: dal supporto di realtà prestigiose come ANGI – Associazione Nuove Generazioni Italo-Cinesi, CODIASCO (Coordinamento delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale), della South Italy Fashion Week, di Umbertissima, oltre alla collaborazione con Scuole come l’Albe Steiner diTorino, le Accademie AIEM Estetica, Make Up e Hair Style di Torino, l’Istituto Moda Torino, l’Haute Couture Lab di Torino, l’MBA di Torino per il make-up della sfilata, l’Istituto Des Ambrois di Oulx, la Moema Academy di Cosenza.

«Siamo orgogliosi di celebrare i primi dieci anni del SIGN Festival”, dichiara Alessandro Germani, Presidente dell’Associazione Sign Festival. “Un traguardo che conferma l’importanza di un progetto culturale capace di parlare di moda, design e arte con una forte attenzione alla responsabilità sociale e ambientale. Con l’Associazione Balon e con Umbertissima aggiungiamo un tassello importante: portiamo il cuore dell’economia circolare torinese dentro il festival».

«Il Fashion Upcycling Contest è molto più di una semplice competizione – aggiunge Marina Garau, Direttrice Artistica del Sign Festival -. È un’occasione per dimostrare che la moda può essere non solo bella, ma anche etica e sostenibile. Vogliamo ispirare i giovani designer a pensare in modo creativo, a dare nuova vita ai materiali di scarto e a creare un futuro più responsabile per il nostro settore. L’idea, poi, che le loro opere vengano realizzate “sul momento” con quello che li ispirerà durante la ricerca ai mercati del Balon e del Gran Balon è davvero un unicum che darà sfogo alla loro creatività».

«Questa collaborazione con il Sign Festival rappresenta un’opportunità straordinaria per il Balon di far conoscere sempre di più, ed ad un pubblico diverso, il suo impegno per l’economia circolare e l’inclusione a un pubblico ancora più ampio,”commenta Simone Gelato, Presidente dell’Associazione Balon. “Siamo entusiasti di poter contribuire con la nostra esperienza e la nostra passione a un festival che condivide i nostri stessi valori».

«Sign Festival valorizza le diversità culturali e incentiva la cooperazione internazionale, per questo Codiasco aderisce e sostiene il Festival» commenta, infine, Chen Ming, Presidente dell’ANGI e di Codiasco.

Lori Barozzino

Il Cortile dei Gentili al Laboratorio di Resistenza Permanente

Un incontro di straordinario rilievo culturale e simbolico con il Cardinale Gianfranco Ravasi anticipa la stagione della “Fondazione E. di Mirafiore”

Serralunga d’Alba (Cuneo)

Sarà un appuntamento davvero prezioso e prestigioso, quello che il prossimo sabato 11 ottobre (alle 18,30) farà da anteprima alla 15^ Stagione del “Laboratorio di Resistenza Permanente” della “farinettiana” “Fondazione E. di Mirafiore”, presso il “Villaggio Narrante in Fontanafredda” a Serralunga d’Alba (Cuneo).

La “Fondazione” creata da Oscar Farinetti nel 2010 (come luogo di incontri settimanali con personaggi di spicco del mondo della letteratura, del giornalismo, della musica e della politica) aprirà infatti le porte del suo “Teatro” niente meno che alla Fondazione “Il Cortile dei Gentili – Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Alla tavola del mondo”, istituita nel 2011 (secondo i criteri spirituali e concettuali che nell’anno 20 – 19 a. C. portarono re Erode, durante i lavori di ristrutturazione del “Tempio di Gerusalemme”, a riservare uno spazio – l’“atrium gentium”, il “Cortile dei Gentili” o dei “Pagani” – come luogo di “incontro” e di “diversità” che tutti, membri o no del popolo eletto, potevano attraversare, senza distinzioni di lingua, cultura e professione religiosa) dal Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente emerito del “Pontificio Consiglio della Cultura” e della “Pontificia Commissione di Archologia Sacra”. E sarà proprio il Cardinale Ravasi a moderare il dialogo, in occasione dell’incontro promosso dalle due “Fondazioni”.

“Dialogo – si sottolinea – che vorrà essere occasione di confronto aperto e plurale, volto a intrecciare fede, scienza, tradizione e gastronomia per riflettere su uno dei temi universali e più attuali ai nostri giorni: il cibo”.

Con lui, un ricco parterre di voci eterogenee che offrirà un suggestivo tavolo di dibattito alla ricerca di tesi e filosofie complementari. Intorno al tavolo: Oscar Farinetti, presidente della “Fondazione Mirafiore”, il professor Franco Locatelli, presidente del “Consiglio Superiore di Sanità”, Carlotta Rinaldi, giovane imprenditrice agricola e viticoltrice dell’“Azienda agricola Giuseppe Rinaldi” di Barolo e lo “chef stellato” Ugo Alciati del “Ristorante Guido” di Serralunga d’Alba.

Al centro del confronto “il cibo – sottolineano gli organizzatori – come simbolo spirituale e culturale, come fondamento di salute e nutrizione, come valore sociale e familiare, come patrimonio agricolo e gastronomico. ‘Pane quotidiano’ che diventa, dunque, metafora del nostro tempo e chiave di lettura delle sue sfide, dalle nuove frontiere della medicina alla sostenibilità, dalla memoria della tradizione alla ricerca di senso nella modernità”.

Ideale, in tal senso, si prospetta il confronto dei partecipanti al dibattito con un’Istituzione come il “Cortile dei Gentili” che vuole porsi “come luogo privilegiato d’incontro tra mondi diversi: non un ‘duello’ ma un ‘duetto’ tra differenti sensibilità, culture e linguaggi, fra credenti e non credenti”.

Sottolinea il padrone di casa, Oscar Farinetti“L’appuntamento di sabato 11 ottobre non è soltanto un’anteprima prestigiosa ma anche un segnale del percorso che la nostra ‘Fondazione’ intende tracciare per la stagione 2025/’26: una serie di incontri’ capaci di tenere insieme pensiero critico e comunità, attualità e memoria, resistenza culturale e apertura al futuro”. Stagione, dunque, non poco impegnativa che verrà “spacchettata” in tutto il suo programma sabato 18 ottobre prossimo, nel corso di una serata speciale in cui si terrà anche la presentazione dell’ultimo romanzo di Farinetti, “La regola del Silenzio”, edito il 9 settembre scorso per i tipi di “Bompiani”.

Si ricorda che l’ingresso agli appuntamenti della “Fondazione E. di Mirafiore” è libero, su prenotazione dal sito www.fondazionemirafiore.it

G.m.

Nelle foto: Cardinale Gianfranco Ravasi ed Oscar Farinetti

Torino capitale del turismo accessibile. “World Summit on accessibile Tourism” chiude al Lingotto

Dal 5 al 7 ottobre Torino è capitale mondiale del turismo accessibile: al Centro Congressi Lingotto, infatti, è in corso di svolgimento il terzo “World Summit on Accessible Tourism”, uno degli eventi internazionali più rilevanti sul tema. Professionisti, istituzioni e operatori del settore, provenienti da tutto il mondo, si confronteranno su soluzioni concrete per un turismo realmente accessibile a tutti.

Dopo la giornata del 5 ottobre, dedicata agli operatori del settore (per la Città di Torino era presente l’assessore al Turismo, Domenico Carretta), lunedì 6 ottobre nella sala 500 si è tenuta la cerimonia di inaugurazione del Summit, con la partecipazione delle due Ministre Daniela Santanchè (Turismo) e Alessandra Locatelli (Disabilità), del presidente ISiTT e co-presidente del Summit, Maurizio Montagnese, del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. A dare il benvenuto a nome della Città di Torino, la vicesindaca Michela Favaro: “Siamo orgogliosi che Torino ospiti per la prima volta in Italia un evento di portata mondiale come il World Summit on Accessible Tourism. La nostra città è stata recentemente proclamata Capitale Europea del Turismo Intelligente 2025, un riconoscimento che premia accessibilità, sostenibilità, innovazione e valorizzazione del patrimonio – ha commentato la vicesindaca -. È la conferma che Torino sa unire tradizione e trasformazione, rigenerando i propri spazi e costruendo un modello di turismo inclusivo, capace di accogliere tutti e tutte. I dati del 2024, con una crescita significativa di arrivi e una presenza sempre più internazionale, dimostrano che questa è la strada giusta. L’accessibilità per noi non è un dettaglio, ma un principio guida della nostra visione urbana e turistica: una città è davvero accogliente solo se lo è per tutte le persone”.

Tra gli incontri  il panel “European Capitals of Smart Tourism, focus on Accessibility”, con la partecipazione dell’assessore alla Cura della città, Francesco Tresso.

Organizzato da CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà, il Summit nasce con l’obiettivo di promuovere e condividere le best practice di accessibilità nel settore turistico, consolidando una rete globale di destinazioni inclusive e accessibili a tutte e tutti, comprese le persone con esigenze specifiche. Il capoluogo piemontese è stato scelto per ospitare il Summit anche a seguito della nomina di Torino a European Capital of Smart Tourism 2025: il titolo assegnato dalla Commissione Europea ha tenuto conto infatti, tra le altre, anche delle caratteristiche di accessibilità e accoglienza turistica rese disponibili dalla città.

Il programma (disponibile a questo link) prevede keynote speech, presentazioni, dibattiti, workshop tematici e sessioni di networking su temi chiave come: destination management, accoglienza, sicurezza, ospitalità, mobilità, trasporti, tempo libero, prodotti leisure, innovazione tecnologica e intelligenza artificiale, formazione, occupazione e mantenimento dei lavoratori, turismo culturale accessibile e buone pratiche internazionali.

Per offrire un’esperienza inclusiva, il Summit inoltre propone ai partecipanti i Welcome Tour – La tua prima volta a Torino: itinerari guidati accessibili, che prevedono anche momenti formativi in “modalità blind” o con traduzione in lingua internazionale dei segni (IS). L’iniziativa, realizzata da Turismo Torino e Provincia Ente partner del Comitato, in collaborazione con la Città di Torino, Camera di commercio, le Associazioni Federagit Confesercenti e G.I.A. Torino rappresenta un omaggio autentico all’accoglienza turistica inclusiva.

L’evento è organizzato in collaborazione con UN Tourism, supportato da Regione Piemonte, Città di Torino e Camera di Commercio di Torino con il patrocinio di Confesercenti Nazionale.

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