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Servizio Civile, domande entro il 27 febbraio. Oltre 200 i giovani impegnati anche a Torino

 

C’è ancora tempo fino al 27 febbraio per presentare domanda per il Servizio Civile Universale promosso dal Dipartimento per le Politiche Giovanili.

Possono partecipare al bando ragazze e ragazzi tra 18 e 29 anni, con una riserva di posti per chi si trovi in condizioni di disabilità, bassa scolarizzazione e difficoltà economiche o sociali.
Nei 12 mesi in cui si svolgerà il progetto, a partire da settembre 2025, il Servizio Civile offrirà loro l’opportunità di fare esperienza all’interno di un ente o associazione del territorio, con un monte ore garantito di formazione specifica e un rimborso economico di 507 euro mensili.

Sono oltre 2.324 i progetti in Italia disponibili per i giovani che vogliono diventare operatori volontari. Di questi, 29 sono proposti dalla Città di Torino e dagli enti partner sul territorio che permetteranno di accogliere 276 candidati che saranno impegnati nei settori dell’assistenza, della valorizzazione del patrimonio e della promozione culturale.
Tra le esperienze consolidate negli ultimi anni, ci sono i progetti della Rete delle Biblioteche Civiche, dei servizi sociali che si occupano di persone straniere e minori, di ITER e di UniTo, insieme alle molte proposte da parte di associazioni del territorio che si occupano di inclusione sociale per persone con fragilità.

Tra le ragazze e i ragazzi che in questo momento stanno svolgendo il Servizio Civile all’interno degli uffici della Città di Torino ci sono Ilaria e Asia che collaborano con l’attività del PIU, il Punto Informativo Unificato di via Palazzo di Città.

“Questa esperienza – racconta Ilaria – permette di vivere serenamente il periodo di transizione tra la fine dell’università e l’ingresso nel mondo del lavoro. Se scelto con attenzione, il progetto cui ci si candida può diventare anche un’opportunità valida per farsi un’idea di quale lavoro può appassionarci. E poi il rimborso spese, anche se non è come un vero e proprio stipendio, è comunque un aiuto per chi, come me, vive da ‘fuori sede’”.

“Il Servizio Civile – aggiunge Asia – ci dà l’opportunità di muovere una prima esperienza all’interno di un ambiente di lavoro in cui bisogna rispettare gli orari di ufficio, svolgere al meglio i propri compiti, rispettare i ruoli e sapersi relazionare al meglio con i colleghi e, nel nostro caso, con il pubblico che si rivolge al PIU”.

Le informazioni sui progetti proposti dalla Città di Torino ed enti partner si trovano sulle pagine del portale TorinoGiovani mentre al Centro InformaGiovani di via Garibaldi 25 è possibile ottenere informazioni e aiuto per la compilazione della candidatura online.

Flavia Gotta – TORINO CLICK

Ma mi faccia il piacere!

Chi non ricorda questa frase che Totò, il Principe della risata, ripeteva spesso ai suoi interlocutori?

Quante volte abbiamo usato (anche abbinato al confidenziale “tu”) questa frase per comunicare all’interlocutore che stava dicendo un’eresia, esprimendo un concetto totalmente errato, sostenendo una tesi confutabile da chiunque.

Fino ad un paio di decenni orsono la litigiosità nel nostro Paeseera limitata alle liti tra confinanti, alle dispute tra sindacalisti e padroni e, in casi semi-romantici, alle diatribe tra suoceri e futuri generi.

La convinzione di essere meglio di altri (non mi stancherò mai di citare il Marchese del Grillo: “Io sono io e voi non siete un c…”) ha portato la nostra società a separare gli eletti dai reietti più di quanto Manzoni non abbia saputo esprimere, a distinguere i cittadini di serie A da quelli di serie B (o inferiore) e a dirimere ogni questione inerente differenze di vedute con la forza fisica, con il ricordo ad azioni legali e con il famoso “lei non sa chi sono io”, e quasi sempre non si perde nulla a non saperlo.

I social sono la dimostrazione che spesso si perdono ottime occasioni per fare bella figura commentando fatti cui non abbiamo assistito, scelte politiche delle quali non conosciamo i presupposti, materie delle quali ignoriamo anche gli elementi basilari. Un tempo, quando le discussioni avvenivano al bar, nelle piole, era sufficiente togliere il vino per spegnere i commenti.

Ora, in un’epoca in cui nel giro di cinque minuti pensi di aver assimilato le nozioni importanti di quasi tutte le materie (dalla sismologia all’ecologia, dalla medicina all’architettura) è evidente che anche le discussioni assumono mille sfaccettature, per alcuni aspetti comiche, per altri deludenti.

Come ebbi modo di scrivere anni addietro, la sindrome di Dunning-Kruger è sempre in agguato; chi non conosce una materia si sente esperto nella medesima, chi la conosce bene sente di avere alcune lacune.

Ecco, dunque, che molti si sentono autorizzati a dispensare informazioni, a pontificare su questo o quell’argomento e difendono con veemenza la loro (falsa) convinzione.

Così abbiamo disoccupati che diventano coach in grado di farti rinascere, studentesse che con un massaggio ti fanno passare anche i dolori che non sapevi di avere, e così via, tutti convinti davvero di valere, di essere “qualcuno”, il più delle volte unicamente per il dio denaro.

Personalmente credo che tutti noi siamo qualcuno e, facendo le debite eccezioni, tutti abbiamo qualcosa di particolare; non dico sia qualcosa di cui vantarci ma di sicuro qualcosa che altri non hanno o posseggono in misura minore.

Quello che sicuramente infastidisce tutti è l’ostentazione di meriti autoreferenziali, di nozioni di dubbia provenienza tra quanti, fino al giorno prima, faticavano a distinguere un’automobile da un telefono.

Se è fastidioso quando riguarda il pinco pallino qualsiasi, quando proviene da un professionista della materia può sortire effetti anche peggiori.

La pandemia ci ha fornito esempi illustri; professionisti della comunicazione che, prima di ogni evidenza scientifica e senza alcuna sperimentazione, sapevano dire tutto ed il contrario di tutto su evoluzione del virus, assenza di effetti collaterali dei vaccini, diagnosi, prognosi e terapie più efficaci.

Esprimere un parere è legittimo, fornire informazione è doveroso, illudere o ingannare il pubblico è esecrabile.

Sicuramente, la modestia e l’umiltà, sarebbero gli ingredienti migliori per dirimere tante questioni e per coniugare, in modo proficuo, curiosità, autorevolezza, diritto all’informazione e diritto al dissenso.

Questa due doti, però, non rendono famosi, non ci rendono appetibili nelle comparsate in TV  e, dunque, non arricchiscono il patrimonio: ecco perché sono tenute sotto il tappeto.

Sergio Motta

Dsa, incontro online con Paideia

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ne certificava ben 326.548 già nel 2021 ma il numero è in costante aumento: si tratta degli alunni italiani di ogni ordine e grado a cui è stato diagnosticato un DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), ossia un disturbo del neuro-sviluppo che riguarda la capacità di leggere, scrivere o calcolare in modo corretto e fluente.

Come fa un genitore a individuare precocemente una problematica di questo tipo nel suo bambino? Quali sono i campanelli d’allarme a cui fare attenzione e come è opportuno intervenire?

A queste e a molte atre domande risponderanno gli specialisti di Fondazione Paideia – ente nato a Torino e da oltre 30 anni impegnato nel sostegno a bambini con disabilità e alle loro famiglie – in un incontro online gratuito e aperto a tutti.

La data da segnare in agenda è giovedì 27 febbraio: insieme ad Arianna Viotti, logopedista, Arianna Aquaro, psicologa, Alessia Scala, neuropsicomotricista, Francesco Petriglia, logopedista, ed Elena Girelli, neuropsicomotricista, si scoprirà cosa sono i DSA e la loro incidenza nel panorama italiano.

La serata informativa si terrà online dalle 18.30 alle 20.30 sulla piattaforma Zoom e la partecipazione è aperta a tutti i genitori e caregiver interessati, previa iscrizione tramite form al link:

https://us06web.zoom.us/meeting/register/tZApcuyqrDwjGNOWHQ2pXcCO4ZMilSscFVkU

“Parlami di Spreco: la cucina sostenibile tra conservazione, riuso e creatività”

Parlami di Spreco torna con una puntata speciale per affrontare il tema dello spreco alimentare e offrire soluzioni concrete per una cucina più sostenibile. L’evento, che si terrà giovedì 20 febbraio 2025 dalle 18:00 alle 19:00 in diretta sui canali social, vedrà la partecipazione di due ospiti d’eccezione.

 

Paola Bortolani, food blogger esperta di cucina antispreco, e Franco Aliberti, cuoco sostenibile, che condivideranno consigli e strategie per ridurre gli sprechi alimentari nelle nostre case e nei ristoranti.

 

Ogni anno in Italia si buttano circa 4,5 milioni di tonnellate di cibo, ma con le giuste pratiche possiamo fare la differenza.

 

Durante la diretta, gli ospiti risponderanno a domande fondamentali come:

 

Come organizzare una spesa intelligente per evitare sprechi?
Quali tecniche di conservazione prolungano la vita degli alimenti?
Come trasformare gli avanzi in piatti creativi e gustosi?
Perché la cucina circolare è il futuro della ristorazione e della sostenibilità domestica?
Quali piccoli accorgimenti possiamo adottare ogni giorno per ridurre lo spreco alimentare?

Una diretta imperdibile per chi desidera cambiare il proprio approccio alla cucina e contribuire attivamente alla lotta contro lo spreco alimentare.

 

La puntata sarà trasmessa in diretta dalle ore 18.00 alle ore 19.00 sui seguenti canali:

LinkedIn Top Voice di Simona Riccio
Facebook di Simona Riccio
Canale YouTube di ParlaConMe® urly.it/3144rz

 

Per ulteriori informazioni e approfondimenti:redazione.pcm@gmail.com

La Scienza sale in cattedra alla “Fondazione Mirafiore”

Nel “Villaggio Narrante in Fontanafredda”, fine settimana con il prof. “viral-fisico” Vincenzo Schettini e l’astro-fisica italiana Simonetta Di Pippo

Giovedì 20 e venerdì 21 febbraio, ore 19

Serralunga d’Alba (Cuneo)

Di sé stesso dice “Sono un fisico, un musicista, un curioso e un amante della vita”. Classe ’77, nato a Como ma residente nella barese Monopoli (dove si trasferisce fin da bambino con la famiglia), prossimo ospite, giovedì 20 febbraio (ore 19), della “Fondazione Mirafiore” di Serralunga d’Alba sarà Vincenzo Schettini, il prof. dai “capelli ribelli” che è riuscito a trasformare l’insegnamento della “Fisica” in “un’avventura affascinante e accessibile a tutti”. Creatore del fenomeno digitale “La Fisica Che Ci Piace” (titolo del suo primo libro, edito da Mondadori e “Premio Elsa Morante 2023”) Schettini è diventato un punto di riferimento per milioni di studenti e appassionati grazie alla sua capacità di spiegare concetti complessi con la più banale semplicità, attraverso i suoi “video virali” sui social, il suo best-seller, le conferenze e gli spettacoli, dimostrando che la “Fisica” non è solo teoria, ma uno strumento per comprendere la realtà che ci circonda. Accanto alla “Fisica”, è la “Musica” l’altra sua grande appassionata “compagna di strada”. Nel 2000 si diploma infati in “Violino e Didattica della Musica” al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli e fonda un affermato Gruppo Gospel, gli “Wanted Chorus”; nel 2004, si laurea in “Fisica” presso l’Ateneo di Bari e inizia ad insegnare in vari Istituti locali fino all’attuale Istituto Tecnico “Dell’Erba” a Castellana Grotte. Ed è proprio nell’insegnamento che le sue due anime, arte e scienza, si fondono sotto l’idea di “trasformare la fisica da pura lezione a vero e proprio intrattenimento”. Un’idea che ha contribuito a farne non solo un “personaggio virale”, presente su tutti i social, ma anche un ormai noto volto televisivo su “RAI 2”, dove presenta dall’aprile dell’anno scorso, in seconda serata, il programma “La Fisica dell’Amore”. Il suo incontro alla “Fondazione Mirafiore” si inserisce perfettamente nel tema della stagione del “Laboratorio di Resistenza Permanente”, dedicata al #tempo, uno dei concetti più misteriosi e affascinanti della Fisica. Con il suo stile unico e coinvolgente, Schettini accompagnerà il pubblico in un viaggio tra “scienza e curiosità”, dimostrando come il “tempo” sia molto più di una semplice sequenza di istanti, ma una dimensione da esplorare e comprendere. E forse, per restare in tema, troverà anche il tempo per presentare il suo secondo libro, sempre edito da Mondadori, dal titolo “Ci vuole un fisico bestiale”, dove “mi diverto a raccontare – dice – i fisici più pop della storia”.

E sarà ancora dedicato alla “Scienza” l’appuntamento di venerdì 21 febbraio (sempre alle 19) dal titolo “Space economy – The dark side of the Moon”, che vedrà “salire in cattedra”, l’astrofisica romana Simonetta Di Pippo, vero e proprio orgoglio italiano, Direttrice dell’ “Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico” con sede a Vienna, Professor of Practice di Space Economy e Direttore dello “Space Economy Evolution Lab (SEE Lab)”, in “SDA Bocconi”, nonché visiting professor of practice presso la “New York University” di Abu Dhabi. Di grande attualità e interesse, il tema prescelto. È innegabile, infatti, che negli ultimi anni i confini della nostra economia si sono di molto allargati, muovendosi dalla terra allo spazio. Il nostro pianeta è più che mai bisognoso di nuove forme di sviluppo sostenibili a livello ambientale e sociale e proprio l’“Economia dello Spazio” (attenzione: Elon Musk & Company docent) può darci una mano in questa direzione. “Oggi – si legge – la ‘space economy’ vale circa 470 miliardi di dollari a livello globale con previsioni di crescita percentuale a due cifre per i prossimi decenni, ma il suo valore non può essere misurato solo in cifre. Ciò che più conta, infatti, è che offrirà opportunità anche ai Paesi meno sviluppati e contribuirà al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030 dell’Onu. E tuttavia questa Luna, questo spazio affollato di attori – Cina, India, Stati Uniti, Russia, Europa -, divenendo di fatto nuovo terreno di confronto geopolitico ed economico per le potenze del pianeta Terra, ha bisogno senz’altro di regolamentazione e di cooperazione. Affrontare il futuro dell’esplorazione spaziale e la creazione dei mercati ad essa associati richiede oggi un approccio realmente cooperativo e inclusivo perché, quando la sfida è globale, anche la risposta deve essere globale”. Nel 2006, a Simonetta Di Pippo è stato conferito dall’allora Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, il titolo di “Cavaliere Ufficiale al Merito” per l’impegno nello sviluppo di ricerche scientifiche, di tecnologie e applicazioni spaziali.

Il ricco cartellone della “Fondazione Mirafiore” si completa domenica 23 febbraio, alle 16,30con l’ultimo appuntamento della “Rassegna teatrale per bambini” con lo spettacolo “Il carnevale degli animali” di e con Federico Pieri di Terzostudio, Spettacolo Vincitore della “Giuria dei Ragazzi” al “Premio Otello Sarzi 2018” di Osimo.

Per info programma: “Fondazione Mirafiore”, via Alba 15, Serralunga d’Alba (Cn); tel. 0173/646424 o www.fondazionemirafiore.it

g.m.

Nelle foto: Vincenzo Schettini, Simonetta Di Pippo e Federico Pieri

A Rivoli spazio innovativo per un videogioco consapevole

Inaugurazione il 26 febbraio presso l’Informagiovani

Il Comune di Rivoli, in collaborazione con il Dipartimento Patologie delle Dipendenze – Spazio Altrove dell’ASL TO3 e le cooperative sociali Crescere Insieme ed Educazione Progetto, annuncia l’inaugurazione della EduGaming Zone del progetto EduGamers for Kids. L’evento si terrà:

Mercoledì 26 febbraio 2025 dalle 15:00 alle 18:00 presso l’Informagiovani di Via Dora Riparia 2 a Rivoli

Un progetto innovativo per un gaming responsabile

L’apertura della EduGaming Zone rappresenta un passo importante nel promuovere un utilizzo consapevole dei videogiochi, valorizzandone le potenzialità educative e formative. Il progetto, già attivo in altre città italiane, nasce nell’ambito di un protocollo d’intesa tra il Comune di Rivoli, l’ASL TO3 e le cooperative Crescere Insieme ed Educazione Progetto, con il sostegno della Regione Piemonte. L’iniziativa si inserisce nei programmi di prevenzione del disturbo da gioco d’azzardo, offrendo ai giovani nella fascia di età tra 11 e 16 anni un ambiente interattivo e formativo.

Un’escape room per inaugurare la EduGaming Zone

L’evento inaugurale offrirà ai partecipanti un’esperienza coinvolgente: una escape room a squadre, progettata per stimolare problem solving, collaborazione e creatività. Un modo originale per mostrare come il gioco possa essere non solo divertente, ma anche educativo.

Dopo l’inaugurazione, la EduGaming Zone sarà aperta al pubblico ogni mercoledì dalle 15:00 alle 18:00 con sessioni di videogioco gratuite, guidate da un EduGamer.

Ma chi è l’EduGamer? È un professionista con competenze pedagogiche e conoscenza del mondo videoludico, che accompagna i giovani nell’utilizzo responsabile dei videogiochi. Attraverso il gioco, favorisce lo sviluppo di competenze trasversali come il lavoro di squadra, la risoluzione dei problemi e la creatività. Maggiori dettagli sono disponibili sul sito ufficiale del progetto: www.edugamers.cloud.

EduGaming Zone – LAB

La EduGaming Zone – LAB è aperta ai ragazzi dai 14 anni in su ed è completamente gratuita. Gli incontri si svolgeranno ogni mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 18:00, offrendo un’opportunità di apprendimento e svago in un ambiente sicuro e stimolante. L’iniziativa proseguirà fino a febbraio 2025 presso la sede dell’Informagiovani, in Via Dora Riparia 2 a Rivoli.

Per maggiori informazioni, è possibile contattare l’Ufficio Informagiovani al numero +328 046 5934.

 

Il Comune di Rivoli, l’ASL TO3 e le cooperative partner invitano la stampa, gli operatori del settore e la cittadinanza a partecipare a questa iniziativa che unisce educazione, innovazione e divertimento. Un’opportunità per scoprire come i videogiochi possano essere strumenti di crescita e apprendimento.

“L’arrivo della EduGaming Zone rappresenta un’importante opportunità per i giovani di Rivoli. Attraverso questo spazio innovativo, vogliamo promuovere un approccio consapevole e responsabile al mondo dei videogiochi, trasformandoli in strumenti educativi e di prevenzione dell’azzardopatia. Il nostro obiettivo è offrire ai ragazzi un ambiente fisico e digitale protetto in cui il videogioco diventi occasione di crescita, socializzazione e apprendimento. Siamo orgogliosi di sostenere un progetto che valorizza il potenziale formativo del gaming e ringraziamo tutti i partner coinvolti per il loro impegno”.

 

 

Cruciani protagonista con “Via Crux” al Lago dei Salici di Caramagna

Il 15 marzo 

Il conduttore de ‘La Zanzara’ racconterà il suo ultimo libro dialogando con il giornalista Maurizio Scandurra. Special guest la web star Luca Scazzi e il Canepardo.

Sabato 15 marzo a Caramagna Piemonte (CN) l’appuntamento imperdibile è con un’ospite d’eccezione. Sarà infatti Giuseppe Cruciani il protagonista assoluto della serata-evento presso l’elegante cornice del ‘Lago dei Salici’, rinomato wedding & congress center fra i più ampi e raffinati in Italia nel suo settore.

L’ideatore e conduttore de ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’, l’iconico programma e podcast radiofonico più ascoltato in Italia, salirà sul palco nel corso di una vivace cena-spettacolo per affrontare al meglio, con il piglio critico, la sagacia e la verve inarrestabile che lo contraddistinguono, la sua crociata culturale “Contro il politicamente corretto”: sottotitolo di ‘Via Crux’, il suo bestseller pubblicato a luglio 2024 da ‘Cairo Editore’ recentemente diventato altresì anche un one-man-show teatrale che registra continui sold-out e apprezzamenti di critica e pubblico crescenti ovunque.

Un’occasione unica per confrontarsi a ruota libera con una delle voci più libere e irriverenti del giornalismo italiano, pronta a smascherare con puntuale precisione tutti gli inganni manifesti e occulti del nostro tempo. Rompendo gli argini, scardinando prospettive, strappando maschere in nome della verità troppo spesso artefatta a fini strumentali proprio con la complicità sfacciata dei mezzi d’informazione.

A dialogare con lui sarà Maurizio Scandurra, giornalista e saggista cattolico che proprio lo stesso Cruciani ha trasformato in uno degli opinionisti ricorrenti de ‘La Zanzara’. Special guest Luca Scazzi con il fidatissimo Canepardo, il dog più famoso di TikTok, entrambi diventati ormai da tempo un vero e proprio fenomeno social diffusissimo e altrettanto ilare che grande successo hanno riscosso anche durante lo scorso Festival di Sanremo a spasso per la cittadina ligure.

Giuseppe Cruciani è la voce degli italiani onesti, che lavorano, producono e difendono il mondo così com’è”, esordisce “Capitan” Giovanni Riggio, amministratore del ‘Lago dei Salici’ (www.lagodeisalici.com). Un giornalista e un intellettuale libero che incarna appieno la voglia di riscatto di un popolo e un Paese stanchi e stufi del giogo di bufale strumentali soltanto ai grandi poteri. Poterlo avere nostro ospite è davvero un onore, per condividere un momento di confronto sul futuro che ci attende tra un concetto e una battuta, fra un pensiero e una risata, in un clima conviviale e sereno”.

Proprio nel 2025 il ‘Lago dei Salici’ celebra il primo trentesimo anniversario dalla fondazione, che dal 1995 l’ha reso una location di primo piano sempre più richiesta e frequentata da ogni parte d’Italia per matrimoni, cerimonie pubbliche e private, set cinematografici e ricorrenze aziendali.

L’incontro a cena con Giuseppe Cruciani vuole essere il battesimo di un anno per noi speciale, con un calendario ricco di iniziative dui primo piano da condividere con chi ci segue da sempre insieme alle grandi figure e personalità del nostro tempo”, chiosa soddisfatto Giovanni Riggio, General Manager del premiato Event Center di Caramagna Piemonte, che alla carriera imprenditoriale affianca anche una passione attoriale verace che l’ha visto parte attiva, oltre che come concorrente in programmi tv di successo quali ‘Forum’ (con Barbara Palombelli), ‘Guess my age’ (con Max Giusti) e ‘Avanti un altro’ (con Paolo Bonolis e Luca Laurenti), anche in svariate pellicole accanto a personaggi del calibro di Antonio Zequila, Enzo Salvi, Denise Richards e Lorenzo Flaherty.

Per informazioni e prenotazioni su cena seduta e menù, tel. 0172 89236, oppure Whatsapp 392 0653237, con possibilità di pernottamento aggiuntivo in hotel per chi ne fa richiesta (a soli 2 km dalla location dell’evento).

Quando la radio si fece piccola e portatile

Nell’agosto del 1955, venne commercializzata la piccola, mitica, radio portatile TR-55, interamente a transistor. Era una rivoluzione che avrebbe cambiato il mondo della radio e il costume. Sfortunatamente il TR-55 fu prodotto in piccola quantità e solo per il mercato interno

 

Non ho idea se vi è capitato di vedere “1941 – Allarme a Hollywood”, un film del 1979, diretto da Steven Spielberg  e interpretato, tra gli altri,  da John Belushi e  Dan Aykroyd.  Un bel film comico, che a suo modo narra la follia della guerra e, volutamente, mette in ridicolo l’esercito americano e prende di mira i valori della società a stelle e strisce. A dire il vero la comicità del film non è venne apprezzata dal pubblico statunitense, senza dimenticare che la ferita per la sconfitta in Vietnam ( appena quattro anni prima)  era ancora fresca e il pubblico sentiva il bisogno di vedere i propri valori esaltati e non sbeffeggiati. Fatto sta che la trama si svolge sei giorni dopo l’attacco di Pearl Harbor (7 dicembre 1941), con la California in preda dell’isteria, perché teme di essere la prossima vittima dei giapponesi. Un sommergibile nipponico, al largo delle coste statunitensi, ha come obiettivo colpire il simbolo dell’America: Hollywood. Ma quando la bussola e parte dei macchinari si rompe, i giapponesi devono catturare un americano per farsi dire l’esatta direzione per Hollywood. Così, rapiscono un certo Hollis P. Wood. Cosa accadrà, tra scene grottesche, le esilaranti gag di John Belushi ( il capitano Wild Bill Kelso) e la “missione” impossibile del sommergibile, non lo svelerò perché il film è da vedere. Una scena però è utile ad introdurre ciò che accadde sessantaquattro fa, il 7 di agosto del 1955. Ed è quella del tentativo,da parte dei marinai del Sol Levante, di far entrare nella torretta dello scafo la grande radio che il signor Wood portava con se. Non riuscendo nell’impresa, uno dice, sconsolato: “ricordiamoci di farle più piccole”. Così, film a parte, nel 1955, i fondatori della giapponese Sony,  Masaru Ibuka e Akio Morita,s’impegnarono a costruire una radio utilizzando un transistor, un nuovo straordinario dispositivo semiconduttore di proprietà dell’azienda americana Western Electrics. Ibuka e Morita si recarono più volte negli Stati Uniti, ma l’ambizioso progetto dei due non riuscì a persuadere i vertici della Western Electrics, piuttosto scettici. Nel libro che ha scritto, “ Made In Japan”, Morita affermò: “I responsabili di Western Electrics mi dissero che se avessimo utilizzato un transistor in un prodotto di consumo, l’unico dispositivo che avremmo potuto realizzare sarebbe stato un apparecchio acustico“.Malgrado i pareri degli esperti, i due giapponesi – determinati e testardi – non si lasciarono scoraggiare e continuarono a perseguire il proprio obiettivo. Così, dopo ricerche, sperimentazioni e analisi, con l’aiuto del fisico Leo Esaki e di un grande team di ingegneri, i due fondatori della Sony coronarono il loro sogno, riducendo sensibilmente le dimensioni del transistor e creando una radio che, nelle parole di Morita, “era più che portatile: era tascabile”. Così, nell’agosto del 1955, venne commercializzata la piccola, mitica, radio portatile TR-55, interamente a transistor. Era una rivoluzione che avrebbe cambiato il mondo della radio e il costume. Sfortunatamente il TR-55 fu prodotto in piccola quantità e solo per il mercato interno, tant’è che risulta oggi praticamente introvabile.  In Europa arrivò poco dopo il modello TR-63 a batteria da 9V dal costo di circa quaranta dollari. La  prima, piccola radio a transistor, da quel giorno ci accompagnò con notizie e musica. Con la certezza che, dalla torretta alla pancia del sommergibile, la TR-55 sarebbe scivolata dolcemente in giù, senza opporre resistenza.

 

Marco Travaglini

Voci dai quartieri per progettare la città che verrà

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Un processo di condivisione, partecipato, diffuso sull’intero territorio cittadino. Un intreccio di voci dai quartieri della città che innerva il corpo urbano della città che verrà. Dal 19 febbraio torna “Voci di Quartiere”, la campagna di ascolto finalizzata a costruire insieme il futuro della città. In linea di continuità con le attività svolte nel 2024 con il coinvolgimento attivo della cittadinanza e delle comunità locali, “Voci di Quartiere” riparte dai quartieri, il perno del lavoro di ascolto del territorio per la costruzione del nuovo Piano Regolatore. 10 incontri per fare il punto sui contenuti e le osservazioni emerse nel 2024 e per approfondire temi e luoghi con amministratori e tecnici della Città. Ogni incontro, 1 ora e mezza a ritmo serrato di scambi e di stimoli reciproci, con ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili, presso le Case di Quartiere e nei centri del protagonismo giovanile.

«Con l’avvio della seconda fase della campagna Voci di Quartiere proseguiamo il dialogo con cittadine e cittadini per approfondire risorse e criticità di ogni quartiere – spiega Paolo Mazzoleni, Assessore all’Urbanistica del Comune di Torino – questo confronto è fondamentale non solo per la costruzione del nuovo Piano Regolatore, ma anche per orientare al meglio le progettualità dell’amministrazione nei prossimi anni, rispondendo in modo concreto alle esigenze della città».

Si inizia il 19 febbraio alle 18 dalla Casa del Quartiere di San Salvario, gli ex bagni pubblici riconvertiti in un laboratorio aperto per la progettazione e realizzazione di attività sociali e culturali, con l’adesione di associazioni, cittadini, operatori artistici e culturali. Negli spazi di via Morgari e via Belfiore, Città di Torino e Urban Lab danno appuntamento ai cittadini per la prima tappa di un nuovo itinerario nei quartieri, per proseguire nella riflessione cittadina sulla qualità della vita, degli spazi pubblici e dei servizi nei quartieri torinesi.

«Con Voci di Quartiere, Urban Lab consolida la propria azione di ascolto e ingaggio del territorio – aggiunge Piero Boccardo, presidente di Urban Lab Torino – passaggio fondamentale per mappare bisogni e istanze e fornire supporto all’Amministrazione nella costruzione delle proprie politiche e progettualità concrete. Ringraziamo tutti coloro che ci stanno aiutando a progettare le diverse iniziative, dalle Case del quartiere ai Centri di protagonismo giovanile, dalle Biblioteche alle associazioni ed enti del terzo settore, ma grazie soprattutto alle tante persone che dedicano il loro prezioso tempo a disegnare il futuro dei quartieri. Lo scorso anno sono state oltre 4000. Ci auguriamo anche per quest’anno una importante partecipazione e dunque colgo l’occasione per invitare tutte e tutti agli incontri che si svolgeranno nei diversi quartieri della città»

A partire dal 19 febbraio il format di ogni appuntamento sarà identico e suddiviso con questo schema:

– “Cosa ci dicono le voci dei quartieri”, un video-racconto degli esiti della campagna di ascolto del 2024 con un focus sulle principali questioni emerse a scala cittadina e di quartiere, e le cose più urgenti da affrontare nel prossimo futuro.
– “Cosa ci dice l’Amministrazione”, gli Assessorati della Città si raccontano (quali priorità sono emerse nel dialogo con i quartieri? Quali progettualità, in corso, in fase di studio e programmazione prenderanno forma nei quartieri nel breve e nel lungo periodo? In che modo quanto raccolto sin qui alimenta il nuovo Piano Regolatore della Città?).
– “Vita di quartiere: dove e come”, il quartiere di giorno e di notte, in una doppia mappa collaborativa (dove si svolge la vita di quartiere? quali sono i luoghi centrali e importanti per la quotidianità? Partendo dalle mappe che restituiscono i contenuti e le questioni emerse durante la campagna di ascolto, si lavorerà sui quartieri di oggi e di domani).
– “A tu per tu con l’Assessore”: ogni evento si chiude con uno speed date, durante i lavori sulle mappe i partecipanti potranno interfacciarsi e porre domande direttamente agli Assessori e ai tecnici intervenuti.

Gli incontri di Voci di Quartiere 2025

San Salvario, Lingotto, Nizza Millefonti, Borgo Filadelfia
mercoledì 19 febbraio, ore 18
Casa del Quartiere di San Salvario
via Oddino Morgari 14

Cavoretto, Borgo Po, Madonna del Pilone, Borgata Rosa-Sassi, Crimea
mercoledì 26 febbraio, ore 18
Biblioteca Geisser
corso Casale 5

Borgo Vittoria, Madonna Di Campagna, Barriera di Lanzo
mercoledì 19 marzo, ore 18
Cascina Fossata
via Ala di Stura 5

Parella, Pozzo Strada, Borgata Lesna
mercoledì 2 aprile, ore 18
Biblioteca Luigi Carluccio
via Monte Ortigara 95

Mirafiori Sud, Mirafiori Nord, Santa Rita
in via di definizione

San Donato, Campidoglio, Cit Turin, Cenisia, San Paolo, Crocetta
in via di definizione

Falchera, Pietra Alta, Villaretto, Barca, Bertolla
in via di definizione

Centro, Aurora, Valdocco, Vanchiglia, Vanchiglietta
in via di definizione

Barriera Di Milano, Regio Parco, Rebaudengo
in via di definizione

TORINO CLICK

Comunque vada sarà un successo

Dopo il rapper Piotta, fu Piero Chiambretti a usare questa frase durante il Festival di Sanremo del 2011.

Come ad ogni edizione molti, anche tra chi non guarda mai la televisione, si trasformano in critici televisivi o musicali realizzando una propria classifica, decretando l’insuccesso di questo o quel cantante, prevedendo addirittura quando arriverà il primo disco di platino e a chi.

La tecnologia da un lato, che ci permette di rimanere sintonizzati sul pianeta Sanremo (ma non solo) ventiquattr’ore su ventiquattro e la rinuncia volontaria ad azioni differenti (leggere un libro, meditazione, uscite con amici, cinema, ecc.) fanno sì che oltre 11 milioni di spettatori (pari a oltre il 64% di chi stava guardando la TV) si sia sintonizzato sul festival.

Al di là su ogni considerazione sul diritto di svagarsi, rilassarsi, stare in casa (soprattutto nelle regioni dove si sono verificati eventi atmosferici devastanti), è palese che moltissimi utenti tv amino ancora un festival giunto quest’anno alla 75° edizione.

Molte le critiche su questo o quel cantante, su canzoni che non ricordi cinque minuti dopo averle ascoltate, ma soprattutto non ne ricordi né il contenuto né l’autore, su abbigliamento di dubbia coerenza con il luogo, sul fatto che ormai non si canta ma si parla o si sbadiglia sottovoce.

Se Faber fosse ancora tra noi sicuramente direbbe che “non è vero che i giovani non abbiano valori, siamo noi ancora molto attaccati ai nostri a non riconoscere i loro. Occorre attendere di storicizzarli.”

Occorre però analizzare un altro aspetto della questione: mai come negli ultimi anni la discografia è stata orientata all’aspetto economico; non dico che Guccini, Battisti, Bertoli, Lauzi o altri abbiano lavorato per la gloria, sicuramente essendo il loro mestiere rendeva loro guadagni in linea con le loro aspettative; ma, mentre, nel loro caso, dietro al guadagno c’era un lavoro di creazione, di composizione del testo e della musica, ore di sessione in studio, ora si massimizza l’utile minimizzando i tempi.

Con la tecnologia attuale chiunque può creare musica, incidere il brano in casa, inviarlo all’editore e cinque minuti dopo teoricamente essere in classifica. L’importante è fare, non importa se il giorno dopo nessuno si ricorderà di te, se nessuno ti chiederà l’autografo per strada, se nessuno riuscirà a cantare la canzone perché con una metrica impossibile: hai guadagnato, ti pagano per qualche comparsata qua e là, ti illudi di essere qualcuno ma faresti bene a ricordare le parole del Marchese del Grillo.

Dress code inesistente, rispetto degli spettatori neppure, esagerazioni dovute in alcuni casi a stimoli sintetici hanno trasformato una passerella dei migliori artisti della canzone italiana in un coacervo di personaggi che di italiano hanno solo il testo della canzone e, spesso, neppure il nome d’arte.

Quando poi qualche vecchia gloria si riaffaccia alla ribalta, anche in compagnia di nuove leve, ecco che il suo brano diventa un tormentone dell’estate e lo si riascolta volentieri anche qualche anno dopo. Forse sarebbe il caso di analizzare, extra festival, come si siano modificati i gusti degli italiani (e non solo, visto che la trasmissione è in Eurovision) e capire se quegli artisti siano antesignani di un’epoca o solo schegge impazzite di un mondo che attira molti ma ne scontenta altrettanti.

Personalmente, questa è la mia forma mentis, non giudico e non critico non possedendo gli strumenti culturali per farlo: analizzo il fenomeno, soprattutto quello di chi critica, e osservo ma mi piacerebbe capire: è l’artista che si rivolge al produttore o il produttore che crea l’artista? E’ il cantante che propone il suo lavoro o l’editore che glielo commissiona?

Forse così riuscirei a capire meglio cosa accada prima, durante e dopo.

Sergio Motta