Scopri - To- Pagina 2

Fame notturna? Ecco dove mangiare a Torino dopo mezzanotte

/

SCOPRI – TO    Alla scoperta di Torino

Ci sono notti in cui una pizza al volo non basta. Notti in cui si esce da un cinema, da un concerto, da un lungo turno di lavoro o da una serata in cui si è semplicemente tirato fino all’ultimo. È lì che Torino, con la sua eleganza discreta e i suoi vicoli illuminati a mezza luce, rivela un lato meno conosciuto: quello di chi ha ancora voglia di qualcosa di buono da mettere sotto i denti, anche quando le cucine sembrano tutte spente. Ma, fortunatamente, non è sempre così. In città ci sono posti che resistono, che non si arrendono al coprifuoco gastronomico e che sanno ancora offrire piatti veri, fatti bene, anche quando le lancette dell’orologio girano oltre la mezzanotte.
Lasciando da parte il solito kebab consumato in fretta sotto i portici o le pizze da asporto poco memorabili, qui si parla di cucina vera, pensata e preparata con cura, capace di offrire ancora qualità e gusto anche oltre la mezzanotte.
.
Dove le buone cucine aperte fino a tardi?
Un grande classico per i nottambuli affamati è Poormanger, che, pur non essendo aperto fino all’alba, spesso tira tardi abbastanza da accogliere chi esce da uno spettacolo o da una serata tranquilla. Le patate ripiene sono un comfort food perfetto, calde, ripiene di ogni ben di dio, e con un occhio alla qualità delle materie prime. Ottime per chi vuole sentirsi coccolato, ma senza spendere una fortuna.
Se invece la notte richiama la voglia di qualcosa di più solido e tradizionale, c’è la Trattoria Valenza, in zona Aurora. Un posto che profuma di casa, che ha mantenuto quell’atmosfera da osteria vera, dove i piatti arrivano fumanti e sinceri, senza tanti fronzoli. È uno di quei ristoranti che conoscono i notturni veri, quelli che cenano alle una e poi fanno ancora due chiacchiere davanti a un dolce della casa. Certo, bisogna arrivare preparati: non è un posto da passaggio veloce, è un posto dove si sta e se la notte è lunga, tanto vale passarla bene.
Poi c’è il regno degli irriducibili: Scannabue, zona San Salvario, che tira spesso tardi e propone una cucina contemporanea ma radicata. Qui si può trovare il vitello tonnato anche a notte fonda e non è cosa da poco. L’ambiente è curato ma rilassato, il personale abituato alla clientela che non ha fretta. Ottimo per chi cerca qualità, servizio e un bicchiere di vino anche quando fuori si sente solo il rumore dei tram che tornano in deposito.
Per gli amanti del mondo asiatico, Kukai in centro è una benedizione notturna. Spesso è aperto fino alle 2 del mattino, soprattutto nei weekend e propone ramen, sushi, piatti caldi e speziati che sembrano pensati proprio per chi ha ancora voglia di viaggiare con il palato anche a notte fonda. Il ramen piccante dopo mezzanotte è una coccola che ha qualcosa di terapeutico. Sedersi lì, sorseggiare un tè caldo o una birra giapponese e guardare la città rallentare è una piccola esperienza in sé.
.
Street food notturno eccellente
E poi ci sono gli eroi silenziosi del cibo da strada, che resistono come fari nella notte. Uno di questi è Basilico Tredici, pizzeria gourmet che a volte tira tardi nei weekend. Quì troviamo impasti ben fatti, ingredienti di qualità e la possibilità di mangiare qualcosa di davvero buono anche quando le serrande di mezzo centro sono già giù. È perfetta per chi vuole una pizza ma non una pizza qualsiasi: qui ogni fetta è curata, ogni accostamento è pensato.
In zona Vanchiglia, un altro riferimento notturno è Da Emilia – la piadineria gourmet. È un locale piccolo, essenziale, ma il cuore che ci mettono in cucina si sente. Le piadine sono una rivelazione; impasto croccante al punto giusto, farciture ricche ma equilibrate, ideale per chi cerca qualcosa di veloce ma appagante. È il classico posto dove passi una volta e poi ci torni ogni volta che ti trovi in zona dopo mezzanotte.
In questo nostro ipotetico tourn culinario notturno non si può non citare il Bar Cavour, per una versione più sofisticata della notte torinese. Fa parte del circuito Del Cambio, ma è il fratello minore ribelle, quello che resta aperto fino a tardi con cocktail ben studiati e piccoli piatti da accompagnamento che sembrano rubati a una cucina stellata. Non è un posto da tutti i giorni, ma se c’è un’occasione speciale che si prolunga fino a notte fonda è il posto giusto dove concluderla con stile.
Infine, per i veri amanti del dolce, c’è un piccolo segreto che gira tra i torinesi: alcune pasticcerie e forni inebriano con i loro profumi le vie in zona Mirafiori, aprono prima dell’alba per preparare i prodotti del mattino e in certi casi si riesce a comprare qualcosa appena sfornato, anche alle 3 o alle 4 del mattino. Non è ufficiale, non è pubblicizzato, ma chi conosce i panettieri giusti sa dove bussare per un croissant ancora caldo in piena notte che diventa un’esperienza che vale la pena provare.
Torino, quando si svuota e si fa silenziosa, ha una poesia tutta sua e anche una fame tutta sua. Non serve accontentarsi del solito fast food o della pizza riscaldata. Basta sapere dove andare, e avere voglia di cercare. La città, se la ascolti, ha ancora molto da raccontare anche dopo mezzanotte. E spesso lo fa con un piatto davanti e un bicchiere in mano.
.
NOEMI GARIANO

Le torte di Torino: una città da gustare morso dopo morso

/

Scopri – To alla scoperta di Torino

.
Passeggiare per Torino significa anche lasciarsi tentare da profumi e sapori che si diffondono dalle sue caffetterie più caratteristiche. In alcuni angoli del centro e nei quartieri più vivaci si celano piccole meraviglie artigianali, dove il dolce diventa esperienza. C’è un mondo fatto di glassa, burro, impasti profumati e farciture inattese che merita di essere raccontato. Tra le varie realtà che animano la scena cittadina, alcune si distinguono per originalità e cura. Ecco un itinerario del gusto che parte dal cuore di Vanchiglia, attraversa Via Po e tocca un’altra tappa immancabile per gli amanti delle torte fatte come una volta. Un viaggio che non è solo gastronomico, ma anche estetico e affettivo: i luoghi del dolce raccontano storie di città, di passioni e di mani che lavorano con dedizione ogni giorno.
.
Caffè Cesare: dolci che raccontano storie
In Via Vanchiglia 9, in una zona che mescola anima studentesca e atmosfere retrò, Caffè Cesare non passa inosservato. Il bancone è un invito continuo alla curiosità, e appena si entra si capisce che qui la pasticceria non è solo una questione di ricette, ma di cultura del gusto. La proposta è sorprendente e variegata, a cominciare dagli alfajores: due biscotti friabili uniti da un generoso strato di dulce de leche, rifiniti con una leggera spolverata di cocco. Un omaggio alla tradizione argentina, che conquista chiunque abbia voglia di provare qualcosa di autentico e diverso.
Ma non finisce qui. La Charlotte all’ananas, elegante nella sua semplicità, è una proposta che pochi conoscono ma che lascia il segno. C’è poi il matcha fresco con fragole pestate, che affianca profumi orientali alla freschezza della frutta, in un contrasto perfettamente bilanciato.
Chi ama le ricette più familiari potrà invece contare su una carrot cake che non tradisce, oppure tuffarsi tra muffin per ogni gusto e palato. Ogni settimana spuntano anche novità fuori menu, che rispecchiano la stagionalità e l’inventiva dello staff.
La vera firma della casa però sono i Crumbl Cookies. Chi entra una volta per provarli, ritorna. Grandi, friabili, burrosi: esistono in infinite combinazioni, come se ogni gusto fosse una tappa di un viaggio. Dal classico cioccolato, passando per cheesecake, red velvet, Lotus, caramello salato, fino al pistacchio, la scelta è praticamente infinita. Qui non si parla di semplici biscotti, ma di piccoli dessert da assaporare con lentezza. Il tutto accompagnato da bevande che escono dalla consuetudine: chai latte profumato, cinnamon caldo e speziato, oppure una lemon cake da gustare con il tè del pomeriggio. Anche il cappuccino ha un tocco personale, decorato con disegni di latte art che rendono ogni tazza un piccolo quadro da bere.
Caffè Cesare è un luogo dove sedersi a leggere, chiacchierare, studiare o semplicemente lasciarsi coccolare da un profumo che cambia ogni giorno. L’arredamento semplice ma curato, i tavolini in legno e la luce naturale che filtra dalle grandi finestre rendono questo posto una seconda casa per molti.
.
Caffetteria Clarissa: eleganza, torte e feste sotto i portici
Spostandosi verso il centro storico, in Via Po, la Caffetteria Clarissa si rivela un’altra tappa imperdibile. Un locale dall’anima sontuosa, arredato in tonalità rosso scuro che evocano ambienti retrò, ma mai superati. L’atmosfera è intima, raffinata, ideale per una pausa ma anche per qualcosa di più: qui infatti si organizzano feste di laurea, compleanni e incontri privati nelle sale interne, che assicurano privacy e uno stile unico.
Le torte di Clarissa hanno una personalità precisa: artigianali, curate nei dettagli, con ingredienti selezionati e combinazioni equilibrate. Che si tratti di una classica Sacher, di una millefoglie rivisitata o di una torta moderna al cioccolato e lamponi, ogni fetta racconta una ricerca e un amore per la pasticceria fatta con passione. Il personale accoglie sempre con un sorriso e sa consigliare chi cerca qualcosa di particolare per una ricorrenza o semplicemente per sé. L’attenzione al cliente è un altro ingrediente che fa la differenza.
.
Berlicabarbis: l’altra dolce faccia di Torino (FOTO DI COPERTINA)
Infine, non si può concludere un giro tra le torterie di Torino senza citare Berlicabarbis. Il nome è già una dichiarazione d’intenti, un richiamo al dialetto piemontese che promette dolcezza. Qui le torte sono protagoniste assolute: alte, colorate, spesso scenografiche. I gusti variano a seconda delle stagioni e dell’ispirazione del momento, ma ciò che non cambia è la sensazione di casa che si respira appena varcata la soglia.Berlicabarbis è un rifugio per chi cerca una pausa sincera, un luogo che mette d’accordo amanti della pasticceria classica e fan delle novità. Tra cheesecake, crostate, torte di mele, red velvet e brownies, si può passare un pomeriggio senza accorgersi del tempo che scorre. Il locale ha anche una vena giocosa, con arredi colorati e citazioni sparse qua e là, che lo rendono perfetto per chi ama un tocco di originalità. Non è raro vedere clienti scattare foto alle vetrine prima ancora di ordinare: qui anche l’occhio vuole la sua parte.
In queste tre caffetterie Torino si racconta attraverso il dolce. Ogni torta è un gesto, una piccola forma di accoglienza, un invito a fermarsi. In un mondo che corre veloce, i profumi che escono da questi forni ci ricordano che a volte basta un biscotto ben fatto per cambiare il ritmo della giornata. E in una città che unisce tradizione e innovazione, sedersi davanti a una fetta di torta è anche un modo per sentirsi, per un attimo, nel posto giusto al momento giusto.
.
NOEMI GARIANO

Torino dalle sue origini al toro più conosciuto al mondo

Scopri – To  Alla scoperta di Torino

La città di Torino fondata nel terzo secolo A.C dai Taurini fu poi tasformata in colonia romana dall’Imperatore Augusto che le diede il nome di Iulia Augusta Taurinorum passò sotto vari domini, fino a diventare nel 1861 la prima capitale del nuovo Stato unitario ovvero del Regno d’Italia. Torino è conosciuta in Italia e nel mondo con uno stemma raffigurante un toro, derivante dall’araldica medievale che nel 1360 scelse questo simbolo per la città perché assomigliava al nome della stessa. Numerose sono le leggende legate al nome della città, fra cui la narrazione di un drago che attaccò la città e un enorme toro che la portò in salvo. Nel 1300 nacque anche lo stemma con base azzurra a cui si sovrappone un toro in movimento e sormontato da una corona d’oro con nove perle. Il toro è diventato negli anni un vero e proprio simbolo della città, vi sono più di duecento fontane con questo simbolo (chiamate “Turet”) e in Piazza San Carlo, nel 1930, in onore di San Carlo Borromeo, è stata posta al suolo l’immagine in bronzo del toro, dove si crede che passandoci sopra si possa essere più fortunati.

IL TORO E LE SUE VARIANTI

Un’altra opera curiosa e molto conosciuta che si rifà al simbolo della nostra Città si intitola “T’oro” e si trova in via delle Orfane 20, l’opera rappresenta un toro con le corna dorate che esce diettamente da un muro. L’opera è stata creata dall’artista Richi Ferrero, il quale voleva raffigurare una città che sfonda e supera il passato trovando un nuovo futuro con occhi diversi. Vi è poi il “Toro tricefalo”, una scultura dello scultore francese Georges Faure su una balconata di C.o Vittorio Emanuele 58, che rappresenta un toro a tre teste, creato nel 2006 per la Biennale dei Leoni, Lione-Torino. Un’altra opera a forma di toro molto famosa è “Toh”, un manifesto della nuova società torinese che comunica i valori dell’inclusione e della pace, l’opera rappresenta un toro in metallo con dei pezzi di fontana che gli cingono il collo. Toh è stato creato dall’artista Nicola Russo che si è fatto ispirare dai “Turet” le fontane a forma di toro presenti nella città sabauda; Nicola ha immaginato tutti i torinesi che conoscono bene quel toro ma ne conoscono solo il volto e mai il corpo o lo stato d’animo, lo stesso toro immaginandolo rinchiuso nella fontana vivrebbe sensazioni negative di smarrimento e mestizia, proprio per questo crea una statua con un toro che rompe il metallo della fontana. Ecco, quindi, che il “Toh” diventa il simbolo non solo dei torinesi, ma di tutti coloro i quali vogliono uscire dagli schemi e guardare avanti evidenziando le proprie diversità, che in quanto tali li rendono unici. Parte dei proventi delle opere “Toh” va alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul cancro.

GLI ALTRI SIMBOLI DELLA CITTA’

Oltre al toro uno dei simboli classici di Torino è sicuramente la “Mole Antonelliana” situata nel centro storico della città, ed edificata dall’architetto Alessandro Antonelli nel 1863. Anche la Basilica di Superga è un simbolo del Capoluogo Piemontese oltre a molti altri edifici e monumenti storici come Il castello del Valentino, Palazzo Madama e la Porta Palatina risalente al periodo dell’Imperatore Augusto detta anche Porta Capitolina, ma comunemente nota ai torinesi col nome plurale di Porte Palatine. Torino ha numerosissimi simboli che rappresentano la città, ma è anche molto conosciuta per le numerose leggende esoteriche che riguardano la magia bianca e la magia nera, in particolare in un punto preciso di piazza Castello si dice che converga la magia bianca…ma questa è un’altra storia… che richiede una narrazione a parte.

NOEMI GARIANO

Torino dall’alto: l’esperienza gastronomica che conquista al Piano 35

/
SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO
.
Torino sa stupire, e questa volta lo fa con l’eleganza sospesa del Ristorante Piano 35, all’interno del Grattacielo Intesa Sanpaolo, il più iconico della città. Da qui, la vista è qualcosa che va oltre il semplice panorama: un respiro ampio su tetti, viali, colline fino all’arco delle alpi. L’occhio si perde tra i dettagli urbani mentre la luce filtra attraverso la serra bioclimatica, trasformando ogni pranzo o cena in una parentesi sensoriale fuori dal tempo. Non è solo cucina d’alta quota, è un modo diverso di vivere la città.
Un viaggio tra sapori audaci e tecnica impeccabile. A guidare questo percorso enogastronomico ci sono Marco Sacco e Christian Balzo, chef che non temono di osare. I loro tre percorsi degustazione propongono un equilibrio perfetto tra inventiva e precisione. L’esperienza è multisensoriale, ogni piatto racconta una storia fatta di consistenze, abbinamenti inaspettati, ricordi rielaborati. Uno su tutti, lo storione con pesche, umeboshi, marshmallow, warasoya e wasabi: un piatto che sorprende e lascia il segno. Impeccabile il risotto all’aglio nero con gamberi di fiume, robiola e ciorella, eseguito con una tecnica che sfiora la chirurgia. L’atmosfera è rilassata ma attenta, mai rigida, con piatti dinamici e giocosi, pensati per incuriosire.
Un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Il ristorante propone anche la celebre carbonara au coq, piatto iconico del ristorante Piccolo Lago, da comporre direttamente al tavolo. Un’idea che parla di partecipazione, di gioco, ma anche di grande tecnica: la preparazione si trasforma in un piccolo rito condiviso, che unisce convivialità e alta cucina. È uno dei momenti più apprezzati del menu, capace di coinvolgere anche i palati più tradizionali. A completare l’esperienza, un servizio misurato e attento. Ogni dettaglio è curato con eleganza e precisione, in perfetto equilibrio tra formalità e calore umano. Il personale è preparato, disponibile, capace di guidare senza invadere, di raccontare i piatti senza mai renderli ostentati.
In questo spazio sospeso tra vetro, acciaio e cielo, la cucina si fa racconto e la città diventa scenografia. Il Piano 35 è più di un ristorante panoramico: è un luogo dove Torino si lascia riscoprire a ogni boccone, dove la tradizione incontra la sperimentazione e dove ogni elemento – dal design al menu parla la lingua della qualità. Una destinazione da vivere almeno una volta, per chi cerca un’esperienza che vada oltre il semplice mangiare bene. L’esperienza al Piano 35 non si esaurisce con l’ultimo piatto servito. È un percorso che rimane addosso, che continua anche dopo aver lasciato il tavolo. La carta dei vini, curata con grande attenzione, accompagna ogni portata con scelte che valorizzano tanto il territorio quanto le etichette più internazionali, selezionate per armonizzarsi perfettamente con l’identità del menu. La stessa filosofia si ritrova nei dolci, che chiudono il pasto con leggerezza e creatività, senza mai perdere in coerenza.
In un’epoca in cui l’alta cucina rischia di diventare spettacolo fine a sé stesso, qui si riscopre l’equilibrio tra emozione e contenuto. Piano 35 non cerca di stupire a ogni costo: preferisce raccontare, evocare, far riflettere. E ci riesce con la discrezione di chi sa, e non ha bisogno di dimostrarlo. Che siate torinesi in cerca di una nuova prospettiva sulla vostra città o viaggiatori curiosi con il desiderio di esplorare Torino anche con il palato, questo è un indirizzo che vale la salita. Letteralmente.
.
Noemi Gariano

Torino, città che vibra al ritmo della vita

SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO
Torino è una città che parla a chi sa ascoltare. I suoi portici silenziosi, i tram che scorrono lenti al tramonto, il fiume Po che taglia la città come un respiro lungo e costante: tutto racconta una storia, fatta di cultura, musica e rinascita. Perché Torino non è solo industria e storia, ma anche cuore e battito. È una città che ha dato i natali a persone capaci di lasciare il segno, spesso senza clamore, come fossero in punta di piedi. Ma quando si tratta di musica, il rumore lo hanno fatto eccome.
.
Un suono tutto torinese.
Gabry Ponte è uno di quei nomi che ha fatto ballare un’intera generazione. Con gli Eiffel 65 ha portato il nome di Torino in tutto il mondo. Chi non ha mai canticchiato “Blue (Da Ba Dee)” almeno una volta nella vita? Quella canzone, nata tra i vicoli e gli studi torinesi, è diventata un simbolo degli anni 2000, un’onda di colore in un mondo che cercava nuove vie per sorridere. Ma Gabry non è solo un nome da classifica: è un uomo che ha sempre creduto nella musica come ponte tra mondi diversi, tra emozioni che a volte non si sanno dire ma si possono ballare.
.
La rinascita di Gigi.
E poi c’è Gigi D’Agostino, un altro figlio di questa città. Icona della musica dance, anima introversa ma potente, capace di trasformare ogni beat in emozione. Per anni Gigi ha fatto vibrare le discoteche con i suoi pezzi diventati inni generazionali, da “L’Amour Toujours” a “Bla Bla Bla”. Ma è la sua storia più recente che tocca davvero. Quando ha annunciato di essere gravemente malato, il silenzio è caduto sui social come un peso. Nessuno se lo aspettava. E poi, a distanza di tempo, quel post semplice, diretto, che diceva: “Sto tornando a camminare da solo”. Quelle parole non erano solo sue. Erano di chiunque abbia lottato, di chiunque abbia avuto paura, di chiunque abbia capito quanto la vita sia fragile e potente insieme. Gigi è uscito dal buio e oggi la sua musica suona ancora, più vera, più intensa. Perché adesso ogni nota sa di vita ritrovata.
Musica che nasce tra le ombre e la luce perchè Torino ha un’anima complessa, fatta di luci basse e atmosfere che sanno essere malinconiche. È una città che non ha bisogno di gridare per farsi notare e forse proprio per questo è stata terreno fertile per una musica che arriva dritta al cuore senza fare rumore.
Gigi D’Agostino e Gabry Ponte sono due volti di una stessa corrente: entrambi figli di una città che sembra fatta di contrasti, dove la modernità incontra la storia, dove l’industria convive con la poesia dei caffè storici, dove le notti non sono mai solo notti, ma momenti in cui tutto può succedere.
Gigi ha sempre portato con sé una certa nostalgia, anche nei suoi brani più ritmati. Le sue melodie sono spesso malinconiche, come se raccontassero qualcosa che non vuole essere dimenticato. La sua musica è diventata una colonna sonora per chi aveva bisogno di evadere, di cacciare via i pensieri, ma anche per chi cercava un posto in cui rifugiarsi. Quando ha condiviso la sua battaglia contro la malattia, in tanti hanno capito quanto fragile possa essere anche chi sembra forte e inarrivabile. Ma Gigi non ha mai voluto essere un idolo: è sempre stato solo un ragazzo di Torino che ha messo nei suoni quello che non riusciva a dire a parole. E oggi, con la sua lenta ripresa, continua a essere un simbolo, ma più umano che mai.
Gabry, invece, ha scelto una via più solare, più internazionale. Ma non ha mai dimenticato da dove viene. Anche nei tour mondiali, anche nei festival più lontani, c’era sempre qualcosa di torinese nei suoi set: una certa eleganza nei suoni, una cura nel dettaglio, una sensibilità che non è solo tecnica ma viscerale. Ha sempre parlato della città con affetto, riconoscendole il merito di averlo formato, non solo come artista ma anche come persona. Perché Torino ti insegna a non accontentarti, ti mette alla prova, ti fa fare i conti con la solitudine e poi ti regala momenti in cui tutto sembra possibile. È questa scuola silenziosa che ha formato entrambi.
.
Torino, città delle seconde possibilità.
E poi c’è un altro aspetto, forse il più importante. Torino è una città che sa aspettare. Che non dimentica. Che ti lascia andare e poi ti accoglie di nuovo quando sei pronto a tornare. Lo si vede nei vicoli della Vanchiglia, nei locali nascosti di San Salvario, nei tram che attraversano la città sotto la pioggia. È una città che cambia lentamente, ma con forza. Come chi ha sofferto e non ha perso la speranza. Forse per questo è così vicina alle storie di rinascita, come quella di Gigi, come i percorsi silenziosi ma solidi di artisti come Gabry. Perché qui, tra le Alpi e la nebbia, tra le luci soffuse e i sogni che resistono, c’è spazio per chi vuole riprovarci. Per chi cade e si rialza. Per chi balla anche con le lacrime agli occhi.
Torino non ha bisogno di farsi bella per piacere. È vera. E per chi la conosce davvero, è impossibile dimenticarla.
.
NOEMI GARIANO

Allantè: La Creperia Torinese che Conquista i Palati

/
SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO
Nel cuore di Rivalta, un angolo di Torino che riesce a mescolare tradizione e innovazione, c’è un luogo che sta rapidamente diventando il punto di riferimento per gli amanti della crepes: la creperia Allantè. Non è solo un locale dove mangiare una crepes; è un’esperienza che unisce sapori unici, ingredienti freschi e l’ospitalità torinese, che riesce a rendere ogni visita speciale. Quello che rende questo posto unico non è solo la qualità dei suoi piatti, ma anche la passione con cui ogni creazione viene preparata, a partire dalla scelta degli ingredienti, fino alla realizzazione finale.
.
Un Vero Esempio di Eccellenza Torinese
Quello che più colpisce dei torinesi è la loro voglia di scoprire e apprezzare le eccellenze gastronomiche locali. La creperia Allantè è senza dubbio un riflesso di questa filosofia. Situata a Rivalta, ma a pochi passi dal centro di Torino, Allantè non è solo un luogo dove fare uno spuntino veloce, ma un angolo di Torino che invoglia ad assaporare crepes preparate con ingredienti freschi e ricercati, scelti per offrire al pubblico un’esperienza culinaria indimenticabile. Ogni crepes racconta una storia fatta di tradizione e passione per la cucina, ed è proprio questo che rende il locale così speciale agli occhi dei torinesi.
La proposta culinaria di Allantè si distingue per l’uso di prodotti di alta qualità, che spaziano dalle crepes salate a quelle dolci, tutte realizzate con maestria e attenzione al dettaglio. Non c’è dubbio che i torinesi apprezzino la possibilità di gustare piatti che parlano il linguaggio del territorio, arricchiti da ingredienti stagionali e sapori autentici.
Sapori Salati che Raccontano il Territorio
Tra le crepes salate, spiccano alcune combinazioni che raccontano perfettamente il gusto della stagione e la qualità dei prodotti utilizzati. Ad esempio, quando arriva la stagione della zucca, Allantè offre una crepes davvero speciale, con la dolcezza della zucca abbinata a sapori intensi come quelli del prosciutto e della toma. Non meno apprezzata è la crepes con gli asparagi, una scelta che esalta la freschezza e la qualità degli ingredienti locali. Per gli amanti dei piatti più saporiti, la crepes con il pâté di olive e la toma piemontese rappresenta un incontro perfetto tra tradizione e creatività. Ma non finisce qui: ogni ingrediente, dal bacon croccante alle uova alla Bismark, passando per funghi freschi, patate e prosciutti di altissima qualità, viene combinato in modo sapiente all’interno di una crepes leggera, ma ricca di sapore.
Anche le crepes preparate con farina di grano saraceno offrono una variante altrettanto gustosa, ideale per chi cerca un’alternativa senza glutine ma non vuole rinunciare al gusto. L’attenzione alla qualità dei prodotti, l’uso di materie prime fresche e il rispetto per la stagionalità degli ingredienti sono elementi distintivi che hanno permesso alla creperia Allantè di conquistare i cuori dei torinesi, diventando un punto di riferimento per chi cerca una cucina genuina e saporita.
Le Crepes Dolce Tentazione per Ogni Palato
Se le crepes salate sono una delizia per i buongustai, quelle dolci non sono da meno. Allantè offre un’ampia selezione di crepes che soddisfano anche i palati più golosi. La classica crepes alla Nutella è un must, ma non meno invitante è quella con il gelato alla viola, un connubio di freschezza e dolcezza che saprà conquistare anche i più scettici. Per chi cerca qualcosa di più particolare, la crepes con caramello salato è una vera delizia per chi ama i contrasti tra dolce e salato. Non mancano poi le versioni più golose, come quella con cioccolato bianco e crema di castagne, che fanno venire l’acquolina in bocca solo a sentirle nominare.
Ogni crepes dolce è una vera e propria coccola, perfetta per chi vuole concedersi una pausa golosa, ma senza rinunciare alla qualità e alla freschezza degli ingredienti. La creperia Allantè sa come stupire con ogni preparazione, creando piatti che si adattano a tutte le preferenze, ma sempre con un tocco di classe che la distingue.
Per i torinesi, Allantè è ormai un appuntamento fisso, un luogo dove ritrovarsi con gli amici o in famiglia per gustare una crepes preparata ad arte, in un ambiente accogliente e rilassato. Non è solo una questione di cibo, ma di un’esperienza che si lega alla passione e alla cura per la cucina che i proprietari mettono in ogni piatto.
La creperia Allantè rappresenta un esempio perfetto di come la tradizione gastronomica torinese possa essere reinterpretata in modo originale, senza mai perdere di vista la qualità e la genuinità degli ingredienti. Ecco perché, se siete a Torino o nei dintorni, non dovete assolutamente perdervi questa meravigliosa creperia, dove ogni crepes è un viaggio nel gusto che merita di essere vissuto. Ogni piatto servito è il risultato di un’attenta selezione dei migliori prodotti del territorio, un lavoro che non solo valorizza la tradizione piemontese, ma che porta con sé un’innovazione che sa come conquistare i palati più esigenti. Un piccolo angolo di Torino dove il tempo sembra rallentare, permettendo ai clienti di vivere una pausa gastronomica indimenticabile, che lascia sempre il desiderio di tornare.
.
NOEMI GARIANO

I dolci di Torino: una tradizione di gusto e storia

SCOPRI – TO    ALLA SCOPERTA DI TORINO
Torino è una città che sa come incantare non solo per la sua eleganza e la sua architettura, ma anche per la sua gastronomia, che è un vero e proprio tesoro di tradizione. Tra i tanti piatti che rappresentano il cuore della città, i dolci torinesi sono senza dubbio tra i più apprezzati e celebrati. Ogni dolce racconta una storia che affonda le radici in secoli di tradizioni culinarie, tra ingredienti pregiati e tecniche che sono state tramandate di generazione in generazione. I dolci tipici di Torino sono una combinazione perfetta di ricette antiche, influenze nobili e sapori ricercati, che ancora oggi conquistano i palati di chi ha la fortuna di assaporarli.
.
Torta di Nocciole: La Regina della Tradizione Torinese
croccante alle noccioleTra i dolci torinesi più celebri, la torta di nocciole rappresenta un autentico simbolo della città. La nocciola, in particolare la varietà Tonda Gentile del Piemonte, è l’ingrediente protagonista di questa prelibatezza, che affonda le sue radici nelle tradizioni contadine della regione. La torta di nocciole è un dolce che non ha bisogno di fronzoli: semplice ma ricco di sapore, la sua preparazione ruota attorno alla genuinità delle nocciole tostate e tritate, che danno vita a una torta dalla consistenza morbida e umida. Si racconta che il suo successo sia stato favorito dalla qualità delle nocciole locali, che trovano nel territorio torinese l’habitat perfetto per sviluppare il loro caratteristico sapore.
Questo dolce, che si prepara senza troppi ingredienti complessi, ha saputo mantenere intatto il suo fascino nel corso degli anni. La sua diffusione avvenne in modo piuttosto graduale, ma si dice che la torta di nocciole fosse una delle preferite nelle case delle famiglie torinesi già nel XVIII secolo. Non è raro trovare la torta servita come dessert nelle trattorie e nelle pasticcerie storiche di Torino, ed è considerata il perfetto esempio di dolce rustico e allo stesso tempo raffinato.
.
Baci di Dama: Un Dolce Che Racconta Una Storia d’Amore
Un altro dolce che non può mancare nella tradizione torinese è senza dubbio il Bacio di Dama, che rappresenta uno dei dolci più eleganti e simbolici della città. La sua storia è avvolta nella leggenda, ma si narra che il dolce sia stato creato a Tortona, in Piemonte, nel XIX secolo. Il suo nome deriva dalla sua forma: due piccoli biscotti di pasta di mandorle o nocciole, uniti da un sottile strato di cioccolato, che ricordano due labbra che si sfiorano in un bacio. Questa analogia con l’amore non è casuale, visto che il Bacio di Dama è da sempre considerato un dolce “romantico” per eccellenza. La sua diffusione a Torino fu rapida, tanto che oggi è un marchio distintivo della pasticceria torinese. La ricetta originale prevede un impasto semplice, fatto di mandorle, zucchero e burro, ma la creazione dei biscotti è un’arte che richiede precisione e abilità, in modo che la forma e la consistenza siano perfette. Ancora oggi, il Bacio di Dama viene realizzato nelle pasticcerie storiche torinesi, dove il suo sapore delicato e la sua eleganza lo rendono uno dei dolci più apprezzati da turisti e locali.
.
Il Bonèt: Un Dolce dal Gusto Profondo

Un altro dolce che è profondamente radicato nella cultura piemontese è il Bonèt, un dessert al cucchiaio che, con il suo gusto ricco e avvolgente, rappresenta uno dei classici della cucina dolce torinese. Si tratta di un flan a base di uova, latte, zucchero, amaretti e cioccolato, che viene cotto a bagnomaria per ottenere la sua caratteristica consistenza cremosa. La sua origine risale al periodo medievale, ma la ricetta che conosciamo oggi ha preso forma nel XIX secolo.

Il Bonèt è spesso considerato un dolce della tradizione contadina, preparato in occasioni speciali ma anche durante i pranzi festivi. Si racconta che, in passato, venisse preparato in grandi quantità nelle case dei contadini torinesi, dove la dolcezza del cioccolato e la croccantezza degli amaretti rappresentavano un piacere semplice ma soddisfacente. Ancora oggi, il Bonèt è un piatto immancabile nei ristoranti tradizionali di Torino, dove viene servito come conclusione di un pranzo ricco e saporito.
.
La Panna Cotta: Un Dolce Elegante e Semplice
Sebbene non sia esclusivamente torinese, la panna cotta è senza dubbio uno dei dolci più amati in Piemonte. La sua preparazione semplice e i suoi ingredienti genuini – panna, zucchero, gelatina e vaniglia – la rendono un dessert fresco e versatile, perfetto per ogni stagione. Si dice che la panna cotta abbia origini antiche, nate in Piemonte, anche se la sua diffusione in tutta Italia è avvenuta più tardi. La panna cotta è stata presentata in vari modi, ma la versione classica prevede una salsa ai frutti di bosco o al caramello che la rende ancora più golosa.
Questo dolce ha un’origine affascinante. Alcune leggende raccontano che fosse stato inventato da una cuoca della zona del Monferrato, che per sbaglio mescolò panna e gelatina, creando senza volerlo una ricetta che avrebbe fatto la storia. Semplice ma elegante, la panna cotta è diventata un simbolo della cucina piemontese e, oggi, è un dolce che trova spazio in molti menù dei ristoranti torinesi, sempre accompagnato da una presentazione che rispecchia la sua delicatezza.
.
Le Sfoglie della Duchessa: Un Dolce Nobile
Infine, le Sfoglie della Duchessa sono uno dei dolci più esclusivi di Torino, legati alla tradizione aristocratica della città. Questo dolce, che deve il suo nome alla Duchessa di Savoia, è fatto di sottili strati di pasta sfoglia farciti con crema pasticcera e ricoperti di zucchero a velo. La loro delicatezza e il loro aspetto elegante li hanno resi una prelibatezza che veniva preparata nelle corti nobili torinesi, e oggi sono ancora un emblema di raffinatezza.
Le Sfoglie della Duchessa sono un dolce che racconta la storia della Torino nobile, quando i banchetti aristocratici erano l’occasione per sfoggiare dolci e prelibatezze che deliziavano i palati più esigenti. Ancora oggi, queste sfoglie sono preparate nelle pasticcerie storiche della città, dove vengono servite come simbolo di una tradizione gastronomica che non perde mai il suo fascino.
Torino, con la sua ricca tradizione dolciaria, continua a essere una città in cui il passato e il presente si incontrano in un equilibrio perfetto, capace di affascinare chiunque desideri scoprire i suoi sapori autentici e le sue storie golose.
.
NOEMI GARIANO

Il Gelato che Racconta la Terra

SCOPRI – TO  ALLA SCOPERTA DI TORINO

L’Innovazione dell’Agrigelateria San Pe di Poirino

Quando si parla di gelato artigianale, ci si aspetta che ogni cucchiaino sia un’esplosione di freschezza e genuinità. Ecco, quello che troverete all’Agrigelateria San Pe di Poirino è tutto questo e molto di più. Un angolo dove la tradizione incontra l’innovazione, dove la passione per la terra e per la qualità degli ingredienti è tangibile in ogni prodotto, e dove il gelato diventa una vera e propria esperienza sensoriale. Non è solo un dolce, ma una storia che racconta il legame con la terra e la continua ricerca della perfezione.
.
Una Storia di Famiglia e Passione
Se c’è qualcosa che caratterizza l’Agrigelateria San Pe, è il suo spirito familiare. Questo non è solo un negozio dove acquistare un buon gelato, ma un luogo dove ogni singolo prodotto porta con sé l’anima di chi lo ha creato. San Pe nasce dall’incontro di tre persone molto diverse, ma legate dalla stessa passione per la terra e la qualità. Da un lato, un agricoltore e allevatore, che conosce ogni angolo della natura e sa come rispettarla per ottenere il meglio dai suoi frutti. Dall’altro, una maestra, cuoca e mamma, che ha una passione sconfinata per la cucina e per il benessere dei bambini. E poi c’è un agrario letterato, con un cuore da artista, che sa come trasformare una passione in qualcosa di straordinario.
Questi tre protagonisti, pur provenendo da mondi diversi, hanno in comune un unico principio: se si intraprende qualcosa, deve essere fatto al meglio, con cuore e dedizione. Così nasce l’Agrigelateria San Pe, in un momento che non sembrava il più propizio: nel periodo in cui l’Europa imponeva severe sanzioni alla sovrapproduzione di latte. Invece di arrendersi, hanno visto in quel momento di crisi un’opportunità: trasformare il latte in eccesso in dolce poesia. Un gelato che è molto più di un dessert: è il risultato dell’alchimia tra le materie prime locali e la passione di chi lo crea.
Gelato Fresco, Ingredienti di Qualità
Alla base di ogni gelato c’è l’ingrediente principale: il latte. Ma per San Pe non basta scegliere un buon latte. Ogni prodotto è preparato fresco, con un’attenzione maniacale alla qualità. “Per fare il gelato migliore, bisogna usare gli ingredienti migliori”, dicono con convinzione. E non c’è niente di più vero: l’eccellenza di ogni gelato parte proprio da ciò che la terra offre.
Ogni mese, il menù cambia, portando con sé nuovi gusti stagionali che riflettono la freschezza e la varietà della produzione locale. Tra i gusti più apprezzati, troviamo il Pralinato con mandorle caramellate, il Cioccolato bianco con biscotti di meliga, il Pistacchio, il Fiordilatte Cremoso, il Gianduia e la frutta fresca. Ognuno di questi gusti ha il sapore di una storia, quella di chi ha curato ogni dettaglio nella selezione e trasformazione degli ingredienti.
Ma non è solo il gelato a fare la differenza. Le coppe speciali, farcite con panna, meringhe, frutta e liquori, sono un’altra delizia per il palato. E le crepes al farro, preparate al momento, con gelato al pistacchio e panna, sono una vera e propria tentazione, perfette per chi cerca qualcosa di nuovo e goloso.
.
Un Luogo di Relax per Tutta la Famiglia
Se c’è una cosa che rende speciale l’Agrigelateria San Pe è anche l’ambiente che circonda i suoi punti vendita. È un posto dove le famiglie si sentono subito a casa. Il parco che circonda la gelateria è un vero e proprio angolo di natura, dove si possono incontrare galline, conigli, oche, anatre, asini e maialini. Un luogo perfetto per i più piccoli, che possono divertirsi con gli animali o giocare nell’area dedicata ai bambini.
Ma non è solo il gioco a rendere speciale San Pe. La gelateria è anche un punto di riferimento per chi cerca un posto dove organizzare feste di compleanno o altri eventi. Ogni angolo di questo parco sembra pensato per creare momenti di gioia, dove la buona cucina, la natura e il divertimento si mescolano in un’atmosfera accogliente e rilassante.
Innovazione senza Compromessi.
Anche se l’azienda ha deciso di non espandersi oltre i tre punti vendita, San Pe non smette mai di innovare. Ogni giorno c’è un nuovo prodotto da sperimentare, una nuova tecnica da applicare, un nuovo gusto da perfezionare. Perché, come ci spiegano, l’innovazione non si ferma mai. Ma questa innovazione è sempre accompagnata da un’attenzione costante alla qualità. Non si tratta solo di espandersi, ma di monitorare ogni singolo aspetto della produzione per garantire che ogni cliente possa vivere l’esperienza della freschezza e della bontà del gelato. Ogni punto vendita è gestito direttamente dai fondatori, che vogliono essere sicuri che il loro gelato arrivi sempre al massimo della qualità.
In questo modo, nonostante la crescita, l’azienda mantiene il suo spirito artigianale e familiare, diventando un esempio di come sia possibile coniugare tradizione e innovazione senza mai rinunciare alla qualità.
Concludendo, un Gelato che Racconta una Storia.
L’Agrigelateria San Pe non è solo un posto dove mangiare un buon gelato. È un luogo dove ogni cucchiaino ti racconta una storia: quella di tre persone che hanno deciso di scommettere sulla loro passione e di trasformare una difficoltà in un’opportunità. È un esempio di come, nel cuore della tradizione, si possa trovare spazio per l’innovazione e la creatività, mantenendo sempre un legame profondo con la terra e con la natura.
Il gelato che troverete all’Agrigelateria San Pe non è solo un dolce, è una vera e propria alchimia che nasce dal rispetto per la materia prima e dalla passione di chi ha fatto della qualità la sua missione. Se cercate qualcosa di più di un semplice gelato, ma un’esperienza che vi faccia sentire a casa, San Pe è il posto giusto.
.
NOEMI GARIANO

Torino nella Storia: Risorgimento e Resistenza

SCOPRI – TO  Alla scoperta di Torino

Torino è una città che ha avuto un ruolo fondamentale nel Risorgimento italiano, un periodo storico che ha segnato la nascita della nazione unita. Sebbene oggi sia famosa per la sua cultura, i suoi musei e la gastronomia, Torino conserva al suo interno molti luoghi che raccontano questa epoca cruciale. Passeggiando per la città, è possibile scoprire angoli e monumenti che testimoniano l’impegno dei torinesi nella lotta per l’indipendenza e l’unità del paese. La città è un vero e proprio scrigno di storia, che invita a esplorare oltre le sue bellezze più conosciute, in un viaggio che riporta indietro nel tempo, ai momenti che hanno cambiato il corso della nazione.
Il cuore del Risorgimento torinese si trova in Piazza Castello, che ha ospitato eventi determinanti come le Cinque Giornate di Torino nel 1848, quando la città si sollevò contro l’occupazione austriaca. In questa piazza si affacciano alcuni dei palazzi storici più importanti della città, come Palazzo Madama, che oggi ospita il Museo Civico d’Arte Antica, ma che nel 1848 fu teatro di scontri tra soldati e cittadini. Non lontano da lì, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, situato in Palazzo Carignano, è uno dei luoghi più significativi per comprendere le fasi cruciali dell’unità d’Italia. Qui fu proclamato il primo Parlamento italiano nel 1861, e oggi il museo custodisce testimonianze preziose dei protagonisti di quei giorni. Al di là dei monumenti più noti, Torino conserva molte tracce del Risorgimento nei suoi angoli meno frequentati. In alcune zone della città, come il quartiere di San Salvario, si possono ancora notare le tracce di una città che ha vissuto il fermento di quegli anni, tra fermento culturale e lotte politiche.
La Resistenza e le tracce di una lotta quotidiana
Nel Risorgimento torinese non si sono distinti solo i grandi personaggi storici, ma anche un’intera popolazione che ha contribuito alla causa della libertà. Tra le vie del centro e nei quartieri più popolari, come la Crocetta o le Vallette, si è vissuto uno spirito di resistenza che non sempre ha trovato voce nei libri di storia. Qui giovani patrioti e cittadini comuni si sono uniti nella lotta per la libertà, spesso agendo nell’ombra e in modo clandestino. Molti di questi luoghi, come il Liceo Cavour, che un tempo ospitava giovani rivoluzionari, sono ancora oggi punti di riferimento per la città. Le scuole, le piazze e le vie di Torino sono stati luoghi di confronto, dove i valori della libertà e dell’unità italiana venivano insegnati e vissuti ogni giorno. La città, dunque, non è solo un museo di edifici storici, ma un palcoscenico che ha visto la lotta quotidiana di uomini e donne che hanno dato vita a una nuova nazione. Le tracce di questa storia sono ancora visibili nelle strade e negli edifici, testimoniando un passato che ha forgiato l’identità della città e della nazione. Ogni angolo di Torino racconta una storia, e ogni edificio, con le sue mura, conserva la memoria di chi ha lottato per un ideale di libertà che si è trasformato in realtà.
Oggi, Torino non è solo una capitale culturale e gastronomica, ma anche un custode della memoria storica del Risorgimento. I luoghi che hanno fatto la storia d’Italia sono vivi e raccontano continuamente la lotta di chi ha creduto nell’unità del paese. Passeggiando per Torino, si può avvertire il legame con quella storia, e ogni angolo della città sembra sussurrare i racconti di un’epoca che non può essere dimenticata. La Torino del Risorgimento è una città che continua a vivere nel cuore dei suoi abitanti, una città che ha saputo trasformare la lotta e la resistenza in un patrimonio culturale che dura ancora oggi. Le nuove generazioni, pur vivendo in una città profondamente diversa, sono chiamate a preservare questo legame con il passato, per non perdere mai il senso di ciò che Torino rappresenta nella storia dell’Italia.
.
NOEMI GARIANO

I Torinesi e la Pizza

SCOPRI – TO   ALLA SCOPERTA DI TORINO

Un Legame Inossidabile tra Tradizione e Innovazione

Torino, città ricca di storia, cultura e innovazione, è anche un luogo dove la tradizione culinaria gioca un ruolo fondamentale nella vita quotidiana. Una delle passioni che unisce i torinesi è senza dubbio la pizza. Sebbene la capitale del Piemonte non possa vantare la stessa fama di Napoli o Roma in quanto a tradizione pizzaiola, qui la pizza è tanto amata quanto reinterpretata. Dalla sottile crosta napoletana alla più spessa e croccante versione romana, passando per alcune varianti che rispecchiano il carattere torinese, Torino ha saputo integrare la cultura della pizza nel proprio DNA gastronomico.
.
La Passione per la Pizza a Torino: Tra Tradizioni Napoletane, Romane e il Tocco Torinese.
Per molti torinesi, la pizza è un rito che si consuma con amici e famiglia, ma anche un’occasione per esprimere la propria identità gastronomica. Qui, infatti, coesistono diversi stili che rispecchiano la varietà dei gusti locali, ma anche le influenze di altre città italiane.
Le pizzerie più celebri della città si differenziano per il tipo di preparazione e ingredienti, ma tutte hanno un comune denominatore: la qualità. Se da un lato molti locali torinesi propongono la pizza napoletana, con il suo impasto morbido e il cornicione alto e soffice, dall’altro non mancano pizzerie che si ispirano alla tradizione romana, con una base croccante e più sottile, perfetta per chi ama una pizza leggera ma saporita. La pizza napoletana resta comunque una delle più amate: il forno a legna, la mozzarella di bufala, il pomodoro San Marzano e l’olio extravergine di oliva sono gli ingredienti irrinunciabili. Tra i locali più apprezzati troviamo “Pizzeria Da Remo”, un angolo di Napoli nel cuore della città, che porta avanti la tradizione con passione e maestria.
Ma anche la pizza romana ha trovato terreno fertile a Torino, grazie a pizzerie come “La Piazzetta”, che con la sua base croccante e ingredienti di alta qualità ha conquistato i cuori di molti torinesi. In questo caso, la caratteristica distintiva è la leggerezza dell’impasto, che rende la pizza particolarmente digeribile, pur mantenendo una ricchezza di sapori indiscutibile.
Tuttavia, c’è anche chi ha deciso di proporre una pizza che rispecchia l’anima torinese: un impasto leggermente più alto, morbido ma croccante, che viene spesso arricchito con ingredienti tipici della regione. Un esempio perfetto di questa “pizza torinese” è quella di “Pizzeria La Piazzetta”, dove l’uso del castelmagno o del tartufo piemontese conferisce un tocco davvero unico alla preparazione. Nel corso degli anni, le pizzerie di Torino sono diventate sempre più sofisticate, evolvendo dalle tradizionali pizzerie da strada, dove la pizza veniva consumata velocemente, a veri e propri locali gourmet che offrono esperienze culinarie complete. Molti torinesi ora sono alla ricerca non solo di una buona pizza, ma di un’intera esperienza gastronomica che coinvolga tutti i sensi. Gli abbinamenti con vini locali come il Barbera o il Dolcetto sono diventati un must per chi cerca l’eccellenza anche nel bicchiere, oltre che nel piatto.
.
Le Pizzerie più Famose della Città: Un Viaggio attraverso Stili e Gusti che Raccontano la Capitale del Piemonte.
Le pizzerie storiche di Torino, come “Gino Sorbillo”, che ha recentemente aperto un suo locale in città, portano con sé tutta la tradizione napoletana, ma si inseriscono perfettamente nel panorama gastronomico locale attraendo sia turisti che residenti. La pizza napoletana di Sorbillo, morbida e saporita, è fatta con ingredienti selezionati e la cottura nel forno a legna la rende ancora più autentica. Per chi desidera vivere una vera e propria esperienza napoletana, il locale di Sorbillo è una tappa obbligata.
D’altra parte, “Ciro”, con il suo stile romano, è il punto di riferimento per chi cerca una pizza più sottile e croccante. Da Ciro, la cottura è perfetta, l’impasto saporito e le combinazioni di ingredienti sono pensate per soddisfare tutti i gusti, da quelli più tradizionali a quelli più audaci. La versione romana della pizza, infatti, è perfetta per chi ama una base che, pur restando leggera, risulti particolarmente croccante. Non possiamo dimenticare “Pizzium”, un locale che ha rivoluzionato il concetto di pizza a Torino, mescolando diverse tradizioni regionali in una proposta unica. Qui la pizza è un viaggio attraverso le diverse scuole di pensiero: dall’impasto napoletano alla croccantezza della romana, passando per accostamenti di ingredienti che esaltano la varietà della cucina piemontese. La scelta degli ingredienti è curata nei minimi dettagli, e ogni pizza racconta una storia che unisce il meglio delle tradizioni gastronomiche italiane.
La crescente passione per la pizza torinese è accompagnata anche dall’innovazione: non è raro, infatti, trovare pizzerie che offrono varianti creative, come impasti integrali, senza glutine, o con farine speciali. Alcuni locali, ad esempio, hanno cominciato a sperimentare farine biologiche o a lunga lievitazione, che donano alla pizza un sapore più complesso e una digeribilità migliore. Questo è il caso di “Spiller”, che oltre alla tradizione, propone soluzioni innovative per i torinesi più attenti alla salute e al benessere.
.
Una tradizione che si rinnova: Testimonianze di Torinesi Appassionati
Per capire veramente quanto i torinesi amino la pizza, basta ascoltare le parole di chi, ogni settimana, si dedica alla ricerca della migliore pizza in città. Marta, una torinese doc, racconta: «Per me, la pizza è un momento di felicità. È uno dei pochi piatti che riesce a mettermi d’accordo con tutti, perché ognuno può scegliere il suo tipo di pizza preferita».
E così, in città, la pizza diventa più di un semplice piatto, diventa il simbolo di una tradizione che si rinnova, adattandosi ai tempi ma mantenendo sempre un forte legame con la cultura culinaria che ne ha fatto uno dei piatti più amati al mondo.
.
NOEMI GARIANO