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I retroscena della chirurgia estetica con la dottoressa Cacciatore

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SCOPRI -TO Alla scoperta di Torino 

Oggi siamo in compagnia della Dott.ssa Carola Cacciatore, nota specialista torinese che si occupa di medicina estetica, il cui motto è “equilibrio, armonia e naturalezza”. Proprio per questo approfondiremo insieme numerose problematiche che i trattamenti estetici possono portare se non fatti correttamente.

D) Buongiorno Dott.ssa Cacciatore, spesso non è chiara la differenza fra chirurgo plastico ed estetico, può spiegarcela?

R) Certo, molto volentieri; il chirurgo plastico è ricostruttivo come dice il termine, è quindi un chirurgo che ha una formazione specialistica, si occupa di correggere difetti, lesioni, traumi, disturbi dovuti a malattie come, per sempio, le problematiche oncologiche. Il medico estetico invece si occupa di migliorare l’aspetto della persona in generale e può venire da diverse specializzazioni prendendo un master in medicina estetica dopo aver conseguito la laurea in Medicina.

D) Molte persone quando iniziano un percorso di medicina estetica provano così tanta soddisfazione per il risultato da non riuscire più a farne a meno. Questo è dovuto ad un aumento di dopamina, quando siamo particolarmente soddisfatti di un acquisto o di qualcosa che abbiamo addosso l’ormone che ci fa provare soddisfazione cresce e spesso ne vogliamo ancora. Ecco che alcune persone così eccedono nei trattamenti. Come si fa quindi a non esagerare con la chirurgia estetica?

R) I pazienti si fidano di me, quindi io sono sempre molto sincera se un trattamento diventa esagerato non lo consiglio e mi è capitato diverse volte. Le persone devono star bene dentro e fuori, la medicina estetica è bella quando è naturale. Amo rispettare le linee naturali del volto del paziente e spesso arrivano clienti disperati con lavori fatti molto male e soprattutto mi capita di avere tante persone con eccessi di filler, quest’ultimo va fatto ogni tot mesi ma non tutti i medici lo dicono.

D) Si rischia anche poi di cadere nei disturbi della dismorfofobia, ovvero il non vedere bene una parte di noi che invece è normale agli occhi degli altri?

R) Assolutamente sì, ho pazienti che ne soffrono, infatti faccio sempre una consulenza preventiva per comprendere che le necessità siano reali ed effettive, diversamente consiglio professionisti che si occupano di seguire la parte psicologica.

D) Come mai molte donne hanno quell’effetto “labbra a canotto”, è normale?

R) No, non è normale, può avvenire per situazioni diverse, ad esempio se è stato fatto uno stravaso di filler, ovvero eccessivo acido ialuronico, che ha sformato i tessuti delle labbra, oppure, si presenta se si utilizzano tecniche non corrette, bisogna intervenire sul primo tessuto sottocutaneo per dare definizione in modo corretto e non tutti lo fanno, questo causa quel famoso difetto estetico chiamato anche “labbra a papera”.

D) Bisogna quindi, affidarsi a mani esperte. So che ha seguito anche numerosi pazienti che hanno subito delle operazioni oncologiche e questi casi, sono per lei un grande stimolo a voler perfezionare sempre di più la tua bravura con l’obiettivo di rendere le persone serene e lucenti, ce lo può spiegare?

R) Certamente, ho molti pazienti oncologici anche perché vengo dalla chirurgia toracica, dove trattavo i tumori al polmone. Bisogna avere tanta delicatezza con i pazienti, dargli fiducia, tranquillità e spensieratezza, amo ridonare a questi pazienti luce sia dall’aspetto estetico sia a livello mentale. Per esempio ho seguito una ragazza con un tumore al seno, dopo le tante cure lei non si vedeva più bene con se stessa, la sua pelle del viso era cambiata, era tirata e si vedeva invecchiata, per questo motivo non usciva più, se non per andare al lavoro, si vergognava della sua immagine, odiava le foto e gli incontri con amici e parenti, con un mio percorso estetico e uno mentale che ha gestito con dei professionisti si è risentita finalmente bellissima, fiera del suo percorso e nuovamente sicura di sé stessa.

D) Qual è il percorso che attua nello specifico con questi pazienti?

R) La pelle con la radioterapia e la chemioterapia subisce delle trasformazioni importanti, i pazienti si vedono più stanchi, più lassi e con la medicina estetica vado ad operare in queste zone del viso con vitamine, filler, in base alla necessità, così da far ritrovare al paziente la morbidezza e la bellezza che aveva prima delle cure. Il mio lavoro è quindi utile a tantissime persone per far si che si sentano la loro miglior versione, sempre rimanendo loro stessi, perché ciò che ci rende belli è la nostra unicità.

Grazie Dott.ssa, è stata una bella esperienza conoscerla, Le auguro di implementare questa splendida carriera ricca di grandi risultati sempre col motto “equilibrio, armonia e naturalezza”.

NOEMI GARIANO

 

Quando il nord incontra il sud a tavola

Scopri -To  ALLA SCOPERTA DI TORINO 

Tra le tante prelibatezze della cucina italiana molto rinomate sono quelle provenienti dall’sud Italia e a Torino sono molti i locali siciliani e napoletani. Tra i siciliani emerge principalmente il ristorante Banco di Sicilia. Quest’ultimo si trova in una zona molto centrale, in via Arnaldo da Brescia 23 a Torino e propone piatti tipici della cucina siracusana e tantissime varietà di pesce rigorosamente fresco in una location che riporta tutti i colori e l’anima della Sicilia.
Dal 2019 hanno rilevato l’attività gli attuali proprietari nativi di Avola, un piccolo paesino nel sud della Sicilia adiacente a Noto e hanno rinnovato ulteriormente il locale e anche le proposte gastronomiche.
Il menù, scritto sia in siciliano che in italiano, è molto variegato, offre numerosi antipasti e primi tra cui La Marzamemi ovvero busiate con pesto di pistacchio e tartare di tonno rosso a crudo o il loro cavallo di battaglia la Portopalo con fusilli, pesce spada, melanzane, uvetta, mandorle, ricotta, menta e pangrattato.

Anche i secondi meritano di essere assaggiati non solo per la loro bontà ma anche per la freschezza dei prodotti, tra di essi il pesce spada con le mandorle, il polpo con la ricotta fresca, il fritto di calamari e tantissimi altri anche per chi preferisce la carne.
Tra i dolci sua maestà il cannolo farcito al momento con una spumosa ricotta, la cassata e altri dolci tipici siciliani. Spesso per notare la freschezza dei cannoli, i siciliani consigliano di scegliere quelli senza cioccolata all’interno e già farciti perché dovrebbe essere indice di un prodotto preparato il giorno precedente, chiaramente non è sempre così ma dove si riesce conviene preferire sempre quelli farciti al momento solo con la ricotta e qualche goccia di pistacchio o cioccolato sulle punte.
Al banco di Sicilia prediligono materie prime della Trinacria come i pistacchi di Bronte, la ricotta delle pecore allevate come un tempo nel parco delle Madonie e le mandorle d’Avola, o meglio di Noto. Non tutti sanno che le mandorle sono di Noto, ma vengono poi lavorate e imbustate ad Avola e quindi prendono quest’ultima denominazione di provenienza.
Anche l’offerta vinicola è molto ampia e viene gestita dal figlio del titolare Riccardo Ferro, esperto in materia.

L’ ANGOLO PARTENOPEO, LA VERA PIZZA NAPOLETANA A TORINO

Tra i ristoranti napoletani più succulenti della nostra provincia Sabauda vi è L’Angolo Partenopeo, in Corso Cavour 24 a Beinasco, prima cintura di Torino. Il locale su due piani è molto elegante con splendidi quadri che raffigurano il meraviglioso mare napoletano. Tra le loro prelibatezze vi sono le pizze dalle classiche a quelle più elaborate come la Pizzapanz con Fiordilatte, ricotta di bufala, crocchè di patate e guanciale croccante, la Mortadella e Pistacchi, la Polpetta con parmigiano e ragù e tantissime altre.
Tra gli antipasti ricordiamo gli assaggi Street Food che prevedono le principali portate napoletane più conosciute come il crocchè di patate, le zeppole e le frittatine. Tra i primi emergono le linguine all’astice, scialatielli di pasta fresca con pomodorini del piennolo stracciatella di bufala e pistacchi, paccheri e risotti con particolarissimi abbinamenti. Tra i secondi il pesce fresco e una succulenta carne come il filetto caramellizzato.
Al sud non si può concludere una cena senza il dolce e all’Angolo Partenopeo lo sanno bene, la loro proposta è molto ampia dal babà al rum all’aragosta alla crema di pistacchio ma l’eccellenza è la Delizia al limone, un tortino di Pan Di Spagna con semifreddo al limone di Sorrento. Per chi invece ama il cioccolato la mousse ai tre cioccolati con granella di mandorle.
I torinesi si sa, amano molto la cucina, e quella del sud in particolare per la sua bontà e anche per le porzioni che spesso sono molto diverse rispetto a quelle del nord!
Entrambi i locali sono due grandissime eccellenze del territorio e evidenziano quanto sia importante mescolare tradizioni del sud con quelle del nord per rendere il tutto ancora più particolare e ricercato.

NOEMI GARIANO

Baratti & Milano, la “culla sabauda” dal 1858

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Itinerari e sorprese torinesi

Baratti e Milano, il prestigioso salotto della caffetteria sabauda fu ritrovo di grandi personalità già dal ‘900 come lo scrittore Cesare Pavese, l’ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi ed il poeta del crepuscolarismo Guido Gozzano che dedicò a Baratti la celebre poesia Le Golose. Amarono questo locale anche l’ex presidente del Consiglio dei Ministri Giovanni Giolitti e il politico e scrittore Massimo D’Azeglio.
Il Caffè storico nasce nel 1858 dall’idea di Ferdinando Baratti ed Edoardo Milano, due giovani di origini canavesi, i quali aprirono in via Garibaldi un laboratorio di pasticceria e qualche anno dopo visto il successo si trasferirono presso la Galleria Subalpina di Piazza Castello, in centro a Torino, dove è ancora oggi. Qualche anno dopo l’apertura Ferdinando Baratti creò il primo “cremino”, ovvero un cioccolatino a strati di nocciola e cioccolato. All’interno il locale stupisce e affascina ogni cliente grazie alla sua raffinatezza ed eleganza, con i suoi marmi bianchi, i mosaici colorati, i lampadari maestosi, gli specchi ornati da cornici ottocentesche, le tavole imbandite e i dipinti alle pareti. Furono infatti lo scultore Edoardo Rubino e gli  architetti Giulio Casanova e Pietro Fenoglio a realizzare nei primi del novecento il Caffè letterario così, come lo vediamo ancora oggi.
L’ECCELLENZA DEL TEMPO E’SEMPRE PRESENTE
Alla guida di Baratti e Milano vi è oggi il Signor Papa, il quale ci racconta di essere stato prima il direttore del laboratorio del Caffè a Bra ed ora che è nella prestigiosa caffetteria è anche il tecnologo del laboratorio, ovvero colui che si occupa di sviluppare nuovi prodotti. Il signor Papa nella sua lunga carriera ha creato 18 nuovissimi gusti di cremino tra i quali troviamo il “Noir” con strati di mandorla e cacao, il gusto tiramisù, il creme brulèe e ancora , mandorla, wafer,
pistacchio e moltissimi altri.  La ricetta dell’autentico cremino resta la stessa ormai dalle origini di Baratti e Milano, ed è diventato pian piano famoso in tutto il mondo.
Celebri sono anche “le caramelle ripiene di crema” a cui si sono affiancate nel tempo quelle alla nocciola e ad altri 21 gusti particolari come quelle allo spritz o alle erbe, realizzate con grande cura e maestria.
Meno conosciuti ma molto apprezzati sono i cioccolatini di croccante cioccolato bianco con un cuore di limoncello, che meritano sicuramente una lode ed il “Subalpino” che ricorda il Bicerin all’esterno cioccolato fondente e all’interno panna e caffè.
Baratti e Milano segue la tradizione sabauda anche per la pasticceria mignon e per le torte, tra cui la torta Baratti, la torta Reale, la Barattina e la torta Giandujotto, ognuna delle quali con una propria particolarità tutta da scoprire.
Grande eccellenza ricercata e apprezzata nei pomeriggi invernali piemontesi è la cioccolata calda accompagnata da una ricca nuvola di vera panna artigianale.
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QUANDO GLI CHEF STELLATI INCONTRANO LA TRADIZIONE
Il maestoso locale torinese offre inoltre la possibilità di leccornie salate come il celebre tramezzino, dove il pane è rigorosamente fatto nel retro bottega, morbido, fragrante, con differenti ripieni, dal prosciutto cotto d’alta qualità, ai carciofini, alla frittata, con la possibilità di gustarli anche caldi.
Da qualche anno a preparare i pranzi del locale, vi è il grande chef Ugo Alciati celebre per i suoi leggendari plin al sugo d’arrosto e le tagliatelle ai 40 tuorli al sugo di fassona e molti altri piatti della tradizione piemontese,  che variano ogni mese seguendo rigorosamente la stagionalità dei prodotti. A curare i vini troviamo invece l’enologo Piero Alciati.
Baratti e Milano è quindi non solo un celebre caffè storico, ma si distingue anche da altri locali per la sua ricerca accurata di materie prime come le nocciole delle Langhe IGP e il latte della Normandia.
Tra i clienti che frequentano maggiormente il locale, oltre agli immancabili torinesi sono sempre più i turisti segno di un grande successo naturale e spontaneo, chi rimane seduto per ore e chi invece predilige il classico caffè al banco, servito fino a qualche anno fa dal Signor Ettore che provvedeva a creare delle schiume di grande maestria e se il cliente glielo permetteva regalava un tocco di cioccolata nel caffè. Oggi troviamo il Signor Pino, anche lui di grande professionalità e di grande cuore. La particolarità di questo locale è quindi anche nel personale che con grande memoria ricorda i nomi dei clienti e li coccola sempre con nuove prelibatezze.
Andare da Baratti e Milano è quindi un’esperienza a 360 gradi che coinvolge tutti i sensi ed in particolare poi, chi lavora con i dolci offre emozioni alle persone e si sa che tutti noi ci innamoriamo di chi ci fa emozionare.
NOEMI GARIANO
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La video-intervista ↘️

Alla scoperta del mondo della moda con Henry Mello

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La moda italiana nasce a Torino nei primi del ‘900 grazie all’eccellenza degli artigiani e la cura per le materie prime, fino agli anni 90 quando pian piano iniziò il prestigio della moda milanese con il famoso evento della Fashion Week. Numerosi i “modelli” torinesi che fanno da spola tra Torino e Milano ricercati e apprezzati per valorizzare gli abiti e fra questi Enrico Melissano. Infatti, Enrico, in arte Henry Mello, è tra i modelli torinesi più in
voga del momento in Italia e nonostante il suo lavoro sia al di fuori dei social vanta ben 32 mila persone che lo seguono.
D: Henry come hai iniziato a fare questo mestiere?
R: Ho iniziato circa 7 anni fa sono stato contattato da uno scout di
un’agenzia di moda, è iniziato tutto per caso, sfilo mi occupo anche
di book fotografici. Sono laureato in economia aziendale facevo
tutt’altro nella vita, questo mi ha permesso di prendere questo lavoro
con più tranquillità. E’ stato comunque un salto nel vuoto, ho
lasciato il mio lavoro a tempo indeterminato per vivere
quest’avventura e ne sono sempre più orgoglioso e felice.
D: Presumo sia un mondo difficile, ci racconti come percepisci
quest’ambiente?
R: Quando ho iniziato pensavo fosse pieno di compromessi invece per
fortuna a me non è mai successo. L’unica cosa particolare è una
sorta di ossessione per le taglie che purtroppo vanno rispettate
perfettamente per non perdere il lavoro. E’ il modello che si deve
adattare all’abito non vice versa perché è il vestito che deve
essere valorizzato.
D: Stanno cambiando un po’ gli stereotipi, ci sono anche tanti
fotomodelli e fotomodelle curvy?
R: Si anche lì avranno le loro taglie comunque da rispettare, per
esempio quando facevo troppa palestra non rientravo più in quelle
taglie 48-50 , esteticamente mi vedevo molto bene ma non andavo bene per
questo tipo di settore.
D: Si rischia di cadere nei disturbi alimentari?
R: Si purtroppo è così, non nel mio caso ma accade. Ho dovuto fare
diete molto restrittive e mi rendo conto che mentalmente sia davvero
complesso.
D: C’è ancora purtoppo lo stereotipo che vede in maniera inversamente
proporzionale la bellezza con l’intelligenza, ti è mai successo di
essere stato sottovalutato?
R: Non mi è mai successo ma forse perché ho iniziato tardi a 27 anni e
chi mi conosceva aveva un’impressione di me non del “modello”.
Sicuramente è uno stereotipo presente ma è probabilmente dettato da
gelosie perché come sappiamo l’aspetto estetico e la cura di sé non
hanno nulla a che vedere con l’intelligenza, anzi le persone che hanno
un certo grado intellettuale sono le prime che sanno quanto sia
importante prendersi cura di sé.
D’altronde Yves Saint Laurent diceva “Nel corso degli anni dalla moda ho
imparato che non è importante il vestito ma chi lo indossa”.
NOEMI GARIANO

I consigli della consulente di immagine

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Nel panorama torinese molti sono coloro che si avvalgono di un consulente di immagine per migliorare il proprio look, sia uomini che donne, perché vedersi meglio equivale a sentirsi meglio.
Oggi scopriamo qualche consiglio di stile con Lidia Randaccio consulente di immagine e hair-dresser di Torino.
D: Lidia raccontaci qual è il tuo mestiere nel dettaglio?
R: Aiuto le persone a vedersi meglio, si parte da uno studio di armocromia, ovvero capire quali colori armonizzano maggiormente il volto della persona in base alle sue caratteristiche.
D: Se però noi amiamo un colore possiamo comunque utilizzarlo senza svalorizzarci?
R: Si la tecnica è quella o di metterlo lontano dal viso o mixarlo con colori che invece ci valorizzano, in linea di massima quando scopri cosa ti sta bene difficilmente opti per altro.
D: A proposito di colori possiamo però capire come abbinarli tra loro grazie al Cerchio di Itten che troviamo anche online facilmente.
R: Si esatto è uno strumento molto semplice da usare ci aiuta nelle combinazioni. La regola principale è che i colori opposti sulla ruota possono essere abbinati creando un effetto “wow” contrastante come un viola con il giallo per esempio. Se vogliamo rimanere più classici andiamo ad abbinare i colori del cerchio vicini fra loro come il rosso con il viola o il giallo con il verde oppure in gradazione un arancione più intenso con uno più chiaro.
D: Se vogliamo abbinare più colori?
R: Vale la stessa regola, io consiglio insieme a queste combinazioni di usare molto anche i colori neutri come il beige, il color panna e il nero, avendoli però in palette! Il nero è elegante e chic ma ricordiamoci che non illumina quindi non è adatto a tutti i giorni.
D: Quanto è importante sentirsi bene anche in casa non solo fuori?
R: Tantissimo, bisogna percepirsi in ordine sempre, puntando su stoffe morbide e colori delicati come l’azzurro del mare o il colore corda. In modo da sentirci bene anche in casa.
D: Qual è il look perfetto per una giornata al mare?
R: Pantalone morbido in lino, top, cappello di paglia enorme e occhiali.
D: D’inverno?
R: Sciarpe, cappelli e tantissimi cappotti stilosi.
D: Perché è importante l’armocromia anche per gli uomini?
R: Perché l’uomo a differenza delle donne usa ancora meno cose, quindi, è fondamentale che siano perfette per lui, soprattutto la cravatta che è vicina al viso.
D: Sappiamo che tu fai anche consulenze di body-shape e anche di “armadio” che cosa significa?
R: E’ una consulenza che ti aiuta a riscoprire i tuoi vestiti, riuscire a renderli funzionali anche se magari il cliente non li metteva da anni, è una bella rivoluzione per salvare tante cose in un’epoca in cui spesso siamo portati a gettare.
D: E’ quindi fondamentale prendersi cura anche della parte estetica per aiutarci a stare meglio all’interno?
R: Assolutamente sì, quando ci piacciamo e ci amiamo lo trasmettiamo, vestirci bene ci da sicurezza e ci fa rapportare con gli altri in modo differente ottenendo così risultati più performanti. Inoltre, gli stessi tessuti che abbiamo addosso riescono a influenzare come ci sentiamo ecco perché è importante saper scegliere!
Noemi Gariano

Greta Tedeschi la dj torinese tra le 100 più influenti al mondo

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Il mestiere del dj è stato maggiormente visto in veste maschile, ma da un po’ di anni finalmente sono sempre più presenti alla console anche le donne, come Greta Tedeschi riconosciuta come una delle 100 dj più influenti al mondo, prima in italia fra le donne, sui social vanta più di 420 mila follower ed è arrivata al successo soffrendo e lottando da sola ogni giorno per il suo sogno. Greta si racconta per noi oggi…

Greta raccontaci com’è la vita da dj?

Principalmente faccio sempre serate e di giorno preparo i brani nello studio di produzione, in più io ho anche un’agenzia di comunicazione e Marketing. Per le serate normalmente vengo contattata dal proprietario della discoteca che scrive alla mia manager, si accordano, si fa un contratto poi il giorno dell’evento sono sempre accompagnata da qualcuno del mio team, mi viene a prendere un driver, arrivo al locale nel pomeriggio controllo che tutto sia perfettamente a posto per la sera, poi si cena ed io inizio a suonare nei locali a metà serata nel momento clou.
Ho molte persone che si occupano della mia immagine e del mio lavoro, pensa che ho un’agenzia solo per l’Asia.

In Asia l’ambiente della discoteca è molto differente dal nostro, come mai?

Sì perché vedono la discoteca come un posto dove sfogarsi ballando, da noi in Europa si va maggiormente per relazionarsi con nuove persone. Dal punto di vista estetico sono tutti edifici nuovi molto lussuosi.

A serata quale può essere il cachet?

Circa 2000/3000 Euro più tutte le spese, si può vivere solo di questo lavoro e ne vado fiera, ci ho messo tanto per arrivare fino qui.

Qual è il tuo brano di maggior successo?

Ho fatto un remake di “Loosing my religion” insiema Luca Testa e Roberto Molinaro che è stato top 100 in Europa, nelle classifiche radio e Spotify.

Che cosa consigli per coloro che vogliono raggiungere i loro obiettivi anche artistici?

Io sono sempre stata molto determinata, per me non esiste un piano B, per me si arriva e basta, non ho mai pensato che si possa fallire, amo così tanto il mio lavoro che non voglio trovare nessuna scusa per arenarmi.

Hai anche scritto un libro, si chiama “La prima chiave”, con degli aneddoti sia di vita personale che di tour, ci racconti come funziona questo settore in modo molto alternativo anche perché si può leggere partendo da qualunque capitolo.

Si l’ho scritto durante il covid, è stato un modo per fare arte diversamente dal solito, in questo libro c’è tanto di me, racconto anche della mia infanzia del rapporto molto travagliato che ho avuto con mio padre.

Sei cresciuta però con una mamma che ti ha sempre sostenuta nel tuo lavoro e che ti ha portata lei nella prima discoteca a 14 anni è vero?

Si è stata per me una grande spalla, mi ha sempre dato la libertà di fare quello che volevo lavorativamente è questo mi ha resa davvero felice, mi ha insegnato che tutto, con impegno, si può fare.
Ha iniziato a capire che era diventato un lavoro quando ho iniziato a vivere solo di questo mestiere.
La vita è già difficile di suo, se ancora la passiamo facendo un lavoro che non ci piace abbastanza non saremmo mai soddisfatti e non potremmo dire di aver vissuto a pieno.

Progetti per il futuro?

A breve uscirà un pezzo con Jhonson Rigeira per l’estate “Maria Maddalena”
Che sentirete in radio, nei club e non solo…

Greta Tedeschi oltre che una grande professionista nel suo settore, è un grande esempio per tutti coloro che nella vita hanno un obiettivo e lo perseguono con tutto l’amore e la tenacia possibili.

Noemi Gariano

Il mestiere del mental coach a Torino

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Il mental coach è un “allenatore della mente” ovvero colui che ci aiuta a sviluppare gli aspetti mentali utili a perseguire risultati.
Tra i più conosciuti troviamo la torinese Nicoletta Romanazzi specializzata nello sport, supporta atleti, top performer, imprenditori e professionisti. Ha seguito atleti come Luigi Busà medaglia d’oro nel Karate, Alice Betto del triathlon, Marcel Jacobs e tantissimi altri atleti e calciatori di serie A tra cui Mattia Perin della Juventus.
Mattia, in numerose interviste, dichiara quanto per lui, il supporto di Nicoletta è fondamentale soprattutto perché essendo il secondo portiere della sua squadra non è facile per un ragazzo molto competitivo rimanere spesso in panchina, ma con lei, lavorando sulla psiche, è riuscito sempre a dare il massimo negli allenamenti come se dovesse giocare in ogni partita e questo l’ha portato a migliorare sempre di più e a non darsi mai per vinto fino a scendere in campo con ottimi risultati nelle partite giocate con la sua squadra, come di recente con la conquista della Coppa Italia 2024. Mattia dice di essersi dato finalmente il permesso, a volte, di eccettare eventuali errori ed a farne tesoro cosa che prima da solo non riusciva a fare ed ora vive una vita migliore sportiva e personale.
Nel 2023 Nicoletta Romanazzi ha fondato una scuola di coaching, inoltre collabora con Radio Dj con il podcast “Click sviluppa il tuo potenziale” e ha scritto due libri su come gestire le proprie emozioni “Entra in gioco con la testa” E “la sfida delle emozioni”.

LE INSIDIE DEL MESTIERE

Il mestiere del mental coach non ha un albo e questo porta a volte ad avere numerosi professionisti che poi si rivelano non tali, bisogna dunque prestare molta attenzione su chi affidarsi.
Tanti coloro che non comprendono la differenza tra il mental coach e lo psicologo. Il primo parte dal presente e cerca di andare a dare al cliente degli strumenti per poter arrivare a raggiungere i risultati, mentre il secondo, lo psicologo, tende a partire da un’analisi del passato per andare ad aiutare il paziente nella comprensione delle sue problematiche attuali e gestisce anche le problematiche gravi.
Si diventa mental coach con dei percorsi specifici, in passato ci si basava molto sulla programmazione neurolinguistica adesso meno, tante teorie sono state smentite e gli aggiornamenti sono sempre in corso grazie alle nuove scoperte neuroscientifiche.

COSA SI IMPARA DI PRECISO

Il mental coach può essere specializzato anche in diversi settori, quello lavorativo, quello di vita personale e quello sportivo la cui base di studio è molto simile. Il coach che aiuta i clienti sul lavoro concorre sia con le aziende che con i singoli a raggiungere gli obiettivi prefissati seguendo un percorso con tappe intermedie e con specifiche date di scadenza da mantenere per riuscire ad arrivare fino al raggiungimento dello scopo. Il coach di vita personale, definito “life coach”, aiuta le persone che hanno problematiche legate all’autostima o alla coppia. Moltissime sono infatti le persone che si sottovalutano e parlano in modo inadeguato di sé, così facendo non riescono a fare una buona impressione al loro interlocutore e su loro stessi e rischiano di cadere molto in fretta.
Parlare in modo adeguato di noi stessi significa evitare frasi come “scusa il disturbo, ti rubo solo un attimo, sono un disastro…” e molte altre che infondano idee decisamente negative su di noi al nostro interlocutore.
Vi è infine il coach sportivo che aiuta gli atleti a performare sempre meglio, una delle tecniche molto conosciute è quella di far immaginare al cliente la sua partita come se la stesse già vivendola in modo da sentirsi poi più sicuro sul campo, perché il nostro cervello tende ad avere paura dell’ignoto, ma se noi lo rendiamo noto tutto diventa più agevole. Dorian Yates grande campione americano di bodybuilding confermava di usate proprio questo sistema, la sera immaginava le ripetizioni che avrebbe dovuto eseguire il giorno dopo in palestra sempre con pesi maggiori e così poco per volta abituava il suo cervello a resistere a quei pesi.
Quello del mental coach è quindi una professione molto importante per qualunque persona perché aiuta a crescere in ogni ambito e quando siamo abbastanza forti mentalmente possiamo riuscire a raggiungere obiettivi sempre più performanti.

NOEMI GARIANO

Cibo smart e salutare da Eataly alle piccole botteghe bio

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CIBO SMART E SALUTARE DA EATALY ALLE PICCOLE BOTTEGHE BIO

Tra le più note aziende alimentari torinesi che vantano anni di grande esperienza nel settore alimentare vi è Eataly nata nel 2004 da Oscar Farinetti.
Il primo punto vendita è stato aperto a Torino nel 2007 adiacente al complesso del Lingotto ed il secondo locale a Genova. I due locali fatturarono già nei primi anni più di 212 milioni, decisero così di investire in tantissime altre città italiane e anche all’estero come in Germania, in Svizzera, In Turchia e molte altre nazioni, in totale sono 38 sedi di cui 16 all’estero.
Eataly ha avuto successo per la sua filosofia di grande attenzione alla qualità e al cibo sano sotto molteplici punti di vista.
Oscar Farinetti fondatore di Eataly dichiara in molte interviste di aver creato un locale in cui il cliente può andare per fare una spesa d’eccellenza o per mangiare comodamente all’interno dell’area ristorazione dove si possono trovare piatti tipici italiani realizzati tutti con materie prime ricercatissime. A Torino i locali Eataly oggi sono due, il primo è ancora la sede originaria adiacente al Lingotto, copre una superficie di 11.000 mq, all’interno ci si trova come in un grande mercato coperto con vari stand che propongono differenti cucine dove si può gustare la carne cruda piemontese, il pesce fresco, la pizza preparata con materie prime napoletane, la pasta di Gragnano del pastificio Afeltra trafilata al bronzo con sughi d’eccellenza e tanti dolci della tradizione italiana. Ma non è tutto, ad accompagnare i pasti ecco un’ampia scelta di vini con oltre 35 mila bottiglie.
Il secondo locale torinese è sito in Via Lagrange, di dimensioni molto più piccole del precedente ma con eguali proposte di prodotti d’eccellenza.
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L’AGRICOLTURA SIMBIOTICA

Eataly sostiene inoltre l’agricoltura simbiotica ovvero un processo produttivo agricolo certificato che permette di valorizzare non solo il prodotto coltivato ma anche il suolo perché, se il terreno è in salute anche il cibo coltivato sarà più genuino. Per questo motivo si cerca di abolire gli OGM e ogni tipo di fertilizzante che possa nuocere all’essere umano.
Dalla semina al raccolto si cerca quindi di garantire il massimo della qualità per il gusto e per la salute.
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VALORIZZARE IL TERRITORIO IN MODO DIFFERENTE
Eataly ha successo proprio per la sua filosofia green ma non è l’unica, anche piccoli imprenditori e cooperative spesso cercano l’eccellenza sui prodotti proprio per distinguersi e fare la differenza rispetto ai grandi marchi. Ne è un esempio la Cooperativa Isola che ha creato tre botteghe Equosolidali due a Torino e una a Collegno. Il negozio principale è sito in una traversa di Via Po e si chiama Equamente; la Cooperativa propone prodotti di commercio equo solidale quindi controllando tutta la filiera ed evitano sfruttamenti di ogni genere specie in paesi come il Brasile produttore del Caffè e i paesi Africani produttori del cioccolato più pregiato. Tutti i prodotti sono biologici e moltissimi provengono anche dal territorio locale per valorizzarlo. All’interno della bottega si trovano anche indumenti prodotti nelle carceri dei territori limitrofi. Le botteghe della Cooperativa Isola offrono anche la possibilità di scegliere il cibo online con la consegna direttamente a casa.
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I TORINESI AMANO MANGIARE SANO
Secondo numerose statistiche i prodotti come quelli di Eataly e delle botteghe Equosolidali, alimenti e prodotti locali, non solo valorizzano il territorio e il lavoratore ma hanno una filosofia di vita improntata verso la salute, la bontà e la qualità, valori che a lungo andare portano numerosissimi benefici al corpo; lo sanno molto bene i torinesi che scelgono ed apprezzano sempre più questo tipo di cultura culinaria.

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Noemi Gariano

Christian Zerbola ci racconta i retroscena dei vip

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Christian Zerbola fa parte di una famosa agenzia che opera su Torino e nel resto dell’Italia per creare eventi con personaggi famosi nei più grandi centri commerciali del Bel Paese e oggi è con noi per raccontarci alcuni retroscena.

Christian di cosa si occupa la tua agenzia?

Organizziamo eventi come i Meet and Great dove il personaggio che collabora con noi presenta un suo libro o direttamente sé stesso al pubblico concedendosi a foto e autografi.
Dal 15 maggio, ad esempio, avremo con noi lo scrittore torinese Gianluca Gotto con la presentazione del suo nuovo libro. Gianluca scrive articoli e libri mentre, con moglie e figlia gira per il mondo ed è seguitissimo sui social e nel suo blog “mangia vivi viaggia” per i valori che trasmette, valori di pace e di contatto diretto con la natura utili per vivere in serenità.

Che cosa state organizzando a Torino oltre agli eventi di Gianluca Gotto?

Stiamo presentando un nuovo progetto dedicato agli Europei, un salotto con Antonio Paolino il direttore di radio Bianconera che insieme ai giornalisti delle testate più importanti del panorama torinese ed ex calciatori di Juventus e Torino faranno un talk con gli ospiti dei centri commerciali che aderiranno. Ci saranno inoltre vari momenti di intrattenimento con cibo e artisti giocolieri del pallone.

Un lavoro molto entusiasmante, ti capita di avere dei momenti dove le cose non vanno come vorresti?

Capita che le cose non vadano come previsto e in quel momento cede la terra sotto i piedi perché ho delle grandi responsabilità.
Per esempio, quando in un centro commerciale portiamo un personaggio importante e prevediamo migliaia di persone e poi per qualche motivo ne arrivano poche, fatto che mi è capitato con dei personaggi legati al mondo della cucina, seguitissimi sui social ma poi, dal vivo, nonostante la loro bravura consolidata, per motivi spesso inspiegabili, la presenza del pubblico non è stata quella attesa. In quel caso cerchiamo di spiegare l’accaduto sia al direttore del centro sia all’artista e lnsieme proviamo a capire quali soluzioni attuare per il futuro.
Il punto di forza deve essere quello di rimboccarsi le maniche capire l’errore e utilizzare il massimo dell’empatia possibile verso l’ospite. L’ospite porta un’immagine e quest’ultima deve essere sempre valorizzata al massimo. Come qualunque persona comune anche gli artisti hanno delle fragilità e non è mai piacevole vedere la platea semi vuota.

Quanto la Politica influisce in questo settore?

Come in molti settori italiani anche il nostro può avere all’interno influenze politiche, bisogna quindi sapersi districare bene negli ambienti non sempre facili e noi portiamo avanti questo lavoro da tanti anni con il massimo dell’impegno per fare del nostro meglio e con il massimo dell’onestà e della professionalità.

Il personaggio pubblico che ti ha maggiormente colpito quale è stato?

Mi è piaciuto molto collaborare con il Professor Schiettini che è partito portando le sue lezioni di fisica dai social fino alla seconda serata in Rai 2 dove ha registrato ascolti molto alti.
Schiettini ha anche portato al Teatro Alfieri di Torino 1500 persone nel suo nuovo spettacolo; egli riesce a trasmettere alla platea messaggi importanti con invidiabile semplicità perché è un personaggio vero, come è fuori dal palco è sul palco e la gente lo percepisce, ha così il grande dono di riuscire a semplificare qualunque cosa racconti, anche con argomenti difficili come avviene con la fisica.

E al femminile che personaggio ti è rimasto impresso?

Eleonora Riso di Masterchef dove il suo arrivo nel centro commerciale è stato inaspettato.
Di norma i personaggi pubblici sono seguiti da un agente e passando dal retro entrano nella direzione del centro commerciale per interviste per le televisioni locali. Lei invece è arrivata da sola passando come tutti in mezzo alle gallerie del centro questo l’ha resa ancora più vicina al pubblico che la stima sempre di più.

Cosa vorresti per il futuro?

Portare personaggi del mondo sportivo nella mia agenzia, come Andrea Presti o Alessandro Del Piero nei maggiori centri commerciali italiani. Potrebbero esserci molte novità in futuro ma sarà una sorpresa e …. un’altra storia…

NOEMI GARIANO

 

 

 

 

Ecco la video intervista:

Scoprire Torino attraverso i social… ma quelli “giusti”

SCOPRI-TO  ALLA SCOPERTA DI TORINO

I Social sono ormai utilizzati per tutto, anche per scoprire i ristoranti più rinomati delle città e prendere spunto per creare nuove ricette. Lo sa bene l’esperta di food Federica Rossi con 91mila follower sui social. Molto interessante e appassionata è stata l’intervista che mi ha concesso Federica che ha un profilo dove condivide tantissime ricette e locali per chi ama mangiare bene. Come tanti bambini, nella sua infanzia ha sempre odiato le verdure e non era una grande amante del cibo, con il tempo decise di punto in bianco di voler assaggiare tutto andando lei stessa a fare una spesa consapevole e provando a cucinare per i suoi amici, questo le ha permesso di innamorarsi dei gusti diversi e dell’abbinamento degli stessi, fino a diventare oggi un’esperta culinaria. Durante il periodo della pandemia Covid non potendo invitare la sua compagnia a casa ha iniziato a condividere i suoi piatti con il pubblico virtuale e ha riscosso un grande successo. Gli studi da autodidatta hanno reso Federica sempre più brava diventando un punto di riferimento per tutto il suo pubblico.
Tanti coloro che a casa provano a fare le sue ricette e poi la taggano sui social con i ringraziamenti. Oltre a preparare lei i piatti spesso viene chiamata anche nei ristoranti per condividere poi il pasto online, ci svela che ciò le piace molto, ma spesso deve fare i conti con i tempi tecnici ed è costretta a mangiare le pietanze ormai fredde.

“SCANNABUE” IL LOCALE CONSIGLIATO DALL’ESPERTA

Tra i locali preferiti di Federica Rossi vi è Scannabue e non posso che essere d’accordo avendolo poi provato; un locale nato 15 anni fa che deve il suo nome al critico letterario Giuseppe Baretti in arte Scannabue, un uomo che si ribellava alle regole del sistema e si distinse per il suo spirito fiero ed indipendente. Le ricette che propone il locale sono alcune di terra tipiche torinesi ed altre a base di pesce per le origini calabresi dello chef Roberto Solina. Ogni piatto è studiato nei minimi dettagli e deriva da attente sperimentazioni sulla base delle ricette originali. Protagonisti di molti piatti le carni piemontesi e il pesce del mar Ligure, ma non solo, tra gli antipasti troviamo le uova con il tartufo piemontese e tra i primi di terra i tajarin all’uovo con il ragù bianco. Per l’esperta culinaria Federica Rossi il loro piatto migliore sono gli agnolotti del Plin ai tre arrosti che troviamo nel menù completo con il Vitello Tonnato e la Guancia brasata e per finire il Bunet, tutti anche nella scelta alla carta. Dal 2008 Scannabue offre anche un reparto gastronomico per poter portare a casa tantissime prelibatezze e vini pregiati. Il ristorante ha oltre 12 mila follower sui social con tantissime foto dei loro piatti, articoli e menzioni d’onore da tanti personaggi.

“LA LIMONAIA” PER PALATI SOPRAFFINI

Federica Rossi, per tutti coloro che amano maggiormente la cucina stellata e raffinata, propone il locale “La Limonaia” dello Chef Cesare Grandi. Quest’ultimo nasce a Cuneo e studia a Torino, fin da bambino ha sempre voluto aiutare gli altri, finché un giorno decise di farlo attraverso il cibo. Con tanta passione e voglia di stupire; lo Chef si dedica interamente alla cucina di questo locale proponendo ogni giorno piatti raffinati. Le proposte culinarie sono molteplici nel menù; vari antipasti tra cui ostrice, seppie e finocchi, scampi e nervetti, coniglio e acciughe, al primo la zuppa di legumi in vescica, ai secondi con i trucioli e le trippe di rana pescatrice e le animelle e infine il dolce, la Tarta Tin di finocchio. Oppure specialità alla carta come il piccione nel suo intingolo, i tagliolini al caviale e il capretto allo spiedo. Anche “La Limonaia” ha una pagina social in cui pubblica le foto dei piatti, ma la loro forza è sicuramente ciò che si prova in prima persona nel loro locale.

LA FORZA DELLA CONDIVISIONE

Sono numerosi i locali consigliati dalla food influencer torinese Federica Rossi che rivela di aver sempre agito con sincerità verso il suo pubblico, se un locale non è di suo gradimento non lo indica consapevole magari di aver perso del lavoro ma di aver guadagnato ancor di più l’amore dei suoi follower.
I social spesso se mal utilizzati portano dipendenze e numerosi altri problemi, lo sa bene anche Federica laureata in psicologia che, proprio per questo, invita ad usarli con moderazione e a seguire i profili che ci danno consigli e ci permettono una crescita e una conoscenza personale in vari ambiti e con la possibilità della prova personale.
Ormai non siamo solo più la media delle cinque persone che frequentiamo, ma anche delle cinque pagine social che visualizziamo più frequentemente, sta a noi scegliere con consapevolezza…. grazie Federica.

 

Noemi Gariano

 

 

 

 

 

 

Ecco la video intervista: