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Alla Città della Salute 400 trapianti di polmoni: un altro importante traguardo raggiunto

Era il 4 settembre 1993, quando è stato eseguito il primo trapianto di polmoni all’ospedale Molinette di Torino, e dopo quasi 28 anni il numero complessivo dei trapianti di polmoni ha raggiunto e superato quota 400. Pochi Centri in Europa hanno raggiunto questo traguardo, che dà una misura di come si consolidi sempre più il ruolo di leader in campo trapiantologico dell’ospedale torinese. In questo momento l’ospedale Molinette è il primo Centro in Italia ogni anno per numero di polmoni trapiantati.

I trapianti di polmone possono essere eseguiti monolateralmente (il 39% di quelli eseguiti alle Molinette) oppure bilateralmente (il 59%). Caratteristica del Centro torinese è anche l’esecuzione di trapianti combinati: nel 2% dei casi i polmoni sono stati trapiantati con altri organi (2 volte con il fegato, 3 con il cuore, 1 con il rene ed in 3 casi con fegato e pancreas).
Nella maggior parte dei casi si trattava di pazienti adulti, 22 sono stati i trapianti pediatrici. In 17 occasioni è stato eseguito un secondo trapianto, a favore di pazienti nei quali i primi trapianti non erano andati a buon fine.
La qualità del programma di trapianto di polmoni è testimoniata dalla valutazione degli esiti, che sono più che significativi: 64% dei trapianti eseguiti dal 2001 in poi è funzionante a 1 anno, in linea con i migliori dati nazionali ed europei.
La medicina dei trapianti è stata sovente un impulso importante di innovazione per la medicina in genere. Ad esempio, dal 2011 il Centro di Torino ha introdotto, tra i primi in Italia, una nuova modalità di rigenerazione dei polmoni, che sono stati ricondizionati con particolari dispositivi una volta prelevati. In questo modo è stato possibile incrementare i trapianti con 41 polmoni che altrimenti non sarebbero stati utilizzati: la sopravvivenza di questi organi ricondizionati è perfettamente sovrapponibile a quella degli organi trapiantati senza ricondizionamento.
La fotografia di coloro che hanno beneficiato dei trapianti di polmone ci dimostra che 2 volte su 3 si tratta di soggetti di sesso maschile, con età media di 50 anni, nel 38% dei casi residenti in regioni diverse dal Piemonte. Le malattie che più frequentemente hanno determinato la necessità di trapianto risultano essere l’enfisema (32% dei casi) e la fibrosi polmonare idiopatica (32%), seguita dalla fibrosi cistica (18%).
Purtroppo, è ancora ampio il divario tra gli organi disponibili e coloro che attendono un trapianto: oggi in Piemonte sono 72 i pazienti in attesa.
“Di qui l’importanza dell’impegno delle istituzioni per sensibilizzare ogni cittadino all’importanza ed al valore della donazione dei propri organi dopo la morte” sottolinea il professor Antonio Amoroso, Responsabile del Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte, “Ancora un cittadino ogni tre si dichiara in Italia contrario alla donazione, questo significa che ogni anno più di mille pazienti non possono beneficiare di un trapianto nella nostra nazione”.
“Siamo grati a quanti in vita hanno espresso parere favorevole alla donazione, ed ai loro familiari che ne hanno testimoniato la volontà, perché questo ci ha consentito di offrire un’opportunità di cura e di vita a chi non ne aveva”, afferma il professor Mauro Rinaldi, Responsabile del Programma di Trapianto di Organi Toracici delle Molinette, “molti dei nostri pazienti considerano la loro rinascita il giorno in cui hanno ricevuto il trapianto, che da quel momento viene festeggiato come il nuovo compleanno”.
Il Direttore Generale della Città della Salute, dottor Giovanni La Valle, si complimenta con tutti i sanitari che hanno reso possibile il raggiungimento di questo importante traguardo, precisando “in realtà un trapianto non è solo il lavoro del chirurgo che lo esegue, ma è l’espressione dell’efficace organizzazione, del buon funzionamento e dell’elevata professionalità di tutto l’ospedale”.

La clinica (mobile) del cuore Consulti gratuiti in piazza

Sabato 9 e domenica 10 ottobre, dalle ore 10 alle 18, in piazza Castello a Torino sarà presente la Clinica Mobile di GVM Care & Research (gruppo di cui fanno parte Maria Pia Hospital e Clinica Santa Caterina): a bordo i medici delle due strutture effettueranno consulti gratuiti per la prevenzione delle patologie cardiovascolari.
L’appuntamento è patrocinato dal Comune di Torino. Non è necessaria prenotazione, è obbligatorio Green Pass.
Le Strade del Cuore“, questo il nome dell’iniziativa, è un appuntamento itinerante che toccherà diverse città in Italia e vuole sensibilizzare verso l’importanza di controlli periodici per abbassare l’incidenza delle malattie che colpiscono cuore e sistema vascolare.

Ipercolesterolemia e rischio cardiovascolare:  “La best practice di Regione Liguria e Piemonte” 

In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più 224.000 persone: di queste, circa 50.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo.

 

Il colesterolo rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando al SSN un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno). Un problema sanitario che durante la pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Fortunatamente le terapie a disposizione risultano estremamente efficaci sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria. Con lo scopo di creare un confronto multiprofessionale tra i massimi esperti sul tema, Motore Sanità ha realizzato il Webinar “FOCUS LIGURIA/PIEMONTE. IPERCOLESTEROLEMIA E RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI E NUOVE PROSPETTIVE DI CURA”, realizzato grazie al contributo incondizionato di Daiichi Sankyo. 

“L’ipercolesterolemia è responsabile di circa 50.000 morti all’anno in Italia e costituisce uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, con importanti ricadute sociali ed economiche. Si calcola infatti che i costi sanitari riconducibili al mancato controllo della colesterolemia si aggirino sui 16 miliardi di euro/anno. Attualmente, nonostante le terapie farmacologiche a disposizione siano in genere efficaci, l’80% dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare non raggiunge il target terapeutico raccomandato dalle Linee Guida internazionali sia in prevenzione primaria che secondaria. È necessario colmare il gap terapeutico esistente per incidere favorevolmente sulla morbi-mortalità cardiovascolare. Ad oggi il principale approccio farmacologico nel trattamento dell’ipercolesterolemia è rappresentato dalle statine, farmaci che, inibendo la sintesi endogena di colesterolo, determinano aumento dell’espressione del recettore per le LDL nel fegato e conseguente riduzione dei livelli plasmatici di LDL-C. Oltre alle statine, esistono altri farmaci ipocolesterolemizzanti, tra questi, gli inibitori di PCSK-9 (somministrabili per via s.c. e relativamente costosi) e l’acido bempedoico. Quest’ultimo, recentemente introdotto nell’armamentario terapeutico, inibisce la sintesi del colesterolo inibendo l’attività dell’enzima ATP citrato liasi (ACLY) e determinando un aumento dell’espressione epatica di LDLR e la consensuale riduzione dei livelli plasmatici di LDL-C. Una più ampia implementazione delle terapie farmacologiche disponibili potrebbe consentire di migliorare il controllo dell’ipercolesterolemia nella popolazione, in particolare nei sottogruppi a rischio elevato, con favorevoli ricadute sulla mortalità”, ha detto Roberto Pontremoli, Professore Ordinario Dipartimento Medicina Interna e Specialità Mediche Università di Genova, Direttore Clinica Medicina Interna 2 IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Genova

“Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo. Questo è vero anche in Italia, dove mietono 240.000 vittime ogni anno, assai più del Covid, anche nel suo momento peggiore. Molto è stato fatto negli ultimi decenni per ridurre il rischio cardiovascolare e questo ha contribuito ad un aumento delle aspettative di vita. Negli ultimi 50 anni la aspettativa di vita è aumentata di 9 anni, 6 dei quali anni grazie al miglioramento della prevenzione e della terapia cardiovascolare. L’ipercolesterolemia è uno dei fattori di rischio più importanti per la genesi dell’aterosclerosi e dell’ischemia sia cardiaca (infarto) che cerebrale (ictus). Per questo motivo le società scientifiche come la Società Europea di Cardiologia hanno ancora abbassato recentemente i valori di Colesterolo-LDL (il colesterolo “cattivo”) che dovrebbero essere raggiunti per tenere sotto controllo il rischio ischemico. Purtroppo, nonostante la disponibilità di diversi farmaci per abbassare il colesterolo (come le statine) solo una piccola minoranze dei soggetti raggiunge i livelli di LDL ottimali. Stanno per essere lanciati in commercio farmaci nuovi, tra i quali in particolare uno, l’acido bempedoico, può essere utilizzato anche nei frequenti pazienti che non tollerano le statine. La disponibilità di questi nuovi farmaci può ridurre il numero dei pazienti che non raggiungono gli obiettivi di trattamento e di conseguenza ridurre il rischio di infarto e di ictus”, ha dichiarato Gaetano De Ferrari, Direttore SC di Cardiologia – AOU Città della Salute e della Scienza, Presidio Molinette

 

Telemedicina alla rsa Dalmasso

Presso la Residenza per anziani “Alberto Dalmasso” di Vinovo, gestita dal gruppo “Sereni Orizzonti”, è in corso di avviamento il progetto di telemedicina che si propone come obiettivo la riduzione del trasferimento degli ospiti in ospedale per effettuare esami di diagnostica quali elettrocardiogrammi, ecografie e piani di monitoraggio specifici. Gli esami verranno eseguiti direttamente in struttura e i referti letti da medici specialisti in collegamento 24 ore su 24.

Il progetto si avvale della partnership di Entheos, un’azienda che mette a disposizione i servizi di teleassistenza utilizzando le più moderne e innovative tecnologie di telemedicina. Grazie alla trasmissione per via telematica dei dati clinici rilevati, quest’ultima si rivela un metodo più che valido per la risoluzione di tanti problemi sorti nelle strutture sanitarie per anziani, per le quali il trasferimento in ospedale degli ospiti costituisce – come ha purtroppo dimostrato la pandemia del Covid-19 – un elevato fattore di rischio. Il gruppo “Sereni Orizzonti” ha condiviso finalità e ambito dell’iniziativa, approvato l’utilizzo di device certificati e utilizzato la cartella digitale con corretta applicazione delle norme sulla privacy. Altri step operativi saranno la definizione anagrafica degli operatori (medici e infermieri) che lavorano sulle cartelle cliniche degli anziani e la loro formazione su device con relativo utilizzo della cartella digitale.

Prenotazione delle prestazioni ambulatoriali al Cup, ritiro dei referti e pagamento ticket: siglato l’accordo

TRA REGIONE, FEDERFARMA ED ASSOFARM PIEMONTE. ACCORDO OPERATIVO DAL 15 SETTEMBRE.

 

Prenotazione delle prestazioni ambulatoriali attraverso il Cup regionale, ritiro dei referti e pagamento dei ticket. Sono i tre punti dell’accordo siglato in Regione, dall’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, dal direttore regionale alla Sanità, Mario Minola, dal Presidente di Federfarma Piemonte, Massimo Mana e da Mario Corrado, presidente di Assofarm Piemonte.

 

“Nella sanità regionale le Farmacie svolgono un ruolo importante per capillarità e prossimità, non solo per l’erogazione dei farmaci, ma anche come punto di riferimento per i cittadini per tutta una serie di servizi. Il sistema delle farmacie è un partner sempre più importante della sanità pubblica e i servizi che le farmacie svolgono hanno il pregio di avvicinare la sanità ai cittadini e semplificare il loro accesso ai servizi”- ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi. In particolare, l’adesione delle farmacie territoriali rappresenta oggi un percorso imprescindibile per il servizio di prenotazione delle prestazioni ambulatoriali, di ritiro dei referti di laboratorio e di pagamento del ticket.”

 

“Siamo molto contenti dell’accordo raggiunto questa mattina con la Regione Piemonte, relativo alla possibilità per le farmacie di effettuare prenotazioni per visite specialistiche, ritiro referti e pagamento ticket. In un momento come questo, dove le liste di attesa sono estremamente lunghe causa Covid, e il sistema sanitario tutto sta cercando di agevolare il cittadino e rimettersi in pari, risulta importante che le farmacie facciano, come sempre, la propria parte, mettendosi al servizio del cittadino e della Regione, lavorando tutti in una stessa direzione.

Le farmacie, quindi, si dimostrano ancora una volta compatte e  a disposizione delle Istituzioni, mettendo la loro capillare rete a servizio della comunità” hanno dichiarato il dottor Mario Mana, presidente di Federfarma Piemonte e Mario Corrado, Presidente di Assofarm.

 

Il protocollo estende a livello regionale il precedente accordo che era stato sottoscritto con la Asl Città di Torino.

 

Per quanto riguarda le modalità operative delle prenotazioni, le farmacie possono effettuare le prenotazioni esclusivamente per le ricette dematerializzate attraverso la procedura regionale. Confermata la prenotazione, la farmacia rilascia al cittadino un pro-memoria della prenotazione medesima con attestazione del pagamento del ticket (se dovuto) nonché delle eventuali istruzioni necessarie per l’effettuazione della prestazione richiesta.

Le farmacie attraverso il sistema CUP possono inoltre consentire al cittadino la disdetta o la variazione della prenotazione.

Per le modalità operative del ritiro referti di laboratorio, la farmacia rilascia al cittadino un pro-memoria degli esiti del referto di laboratorio, nonché le istruzioni necessarie per consentire lo scarico telematico del referto firmato digitalmente.

 

L’accordo tra Regione, Federfarma ed Assofarm Piemonte sarà operativo dal 15 settembre 2021.

Ospedali e Rsa: si entra con il Green pass

L’ASSESSORE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI:” ANCHE IN QUESTA FASE IMPORTANTE CONTINUARE A GARANTIRE SICUREZZA AGLI OSPITI E AI VISITATORI”

La Regione Piemonte ha inviato una circolare alle Direzione Generali delle Aziende sanitarie ed agli enti gestori per informarli della nota dell’Ufficio legislativo del Ministero della Salute, in merito ad accesso ed uscite di visitatori e ospiti nelle strutture di ospitalità e lungodegenza, RSA, hospice, strutture riabilitative e residenziali e strutture ospedaliere.

“Negli ultimi mesi, grazie alla grande attenzione di tutti, in primis operatori e famigliari, per proteggere le persone più fragili, le Rsa e le strutture sanitarie in generale sono diventate tra i luoghi più sicuri.

Come Regione abbiamo voluto immediatamente divulgare la nota del Ministero, evidenziando alle strutture le principali indicazioni che emergono per il diritto all’ingresso e all’uscita di visitatori e ospiti all’interno delle strutture.

Anche in questa fase, è importante continuare a garantire sicurezza agli ospiti ed ai visitatori, sempre nel rispetto delle regole, consentendo l’accesso e l’uscita in sicurezza. Confidiamo che tutte le strutture, in modo omogeneo sul territorio, si conformino a queste indicazioni”- sottolinea l’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi.

In sintesi, le indicazioni principali nella nota del Ministero sono:

  • Per poter entrare a visitare un parente o/o un congiunto è necessario e sufficiente esibire la certificazione verde: avvenuta vaccinazione, avvenuta guarigione, effettuazione di un test antigenico;

  • Nelle strutture ospedaliere, agli accompagnatori di pazienti non affetti da Covid-19, muniti di certificazione verde è consentito permanere nelle sale d’attesa dei dipartimenti di emergenza e accettazione e dei reparti di pronto soccorso, nonché nei reparti delle medesime strutture.

  • Nelle strutture ospedaliere, agli accompagnatori dei pazienti in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità (legge 104/1992), è sempre consentito prestare assistenza, anche nel reparto di degenza, nel rispetto delle indicazioni del direttore sanitario della struttura.

  • E’ opportuno assicurare l’accesso alle RSA e alle residenze assistenziali per persone con disabilità tutti i giorni della settimana anche festivi, garantendo che la visita si svolga in un tempo congruo al bisogno di assistenza di durata, possibilmente fino a 45 minuti.

  • In merito alle uscite temporanee degli ospiti delle strutture residenziali, è sufficiente che siano muniti di certificazioni verdi, senza che sia necessario, dopo il rientro, ricorrere a specifiche misure di isolamento.

  • Quanto alla possibilità di prevedere per l’accesso alle strutture l’esecuzione di un test antigenico, anche alle persone in possesso della certificazione Covid-19, si raccomanda di valutare tale misura precauzionale onde evitare che possa rappresentare una limitazione non giustificata al diritto di visita.

Ristorazione ospedaliera, il terminale intelligente alle Molinette

Il nuovo terminale intelligente del Presidio Ospedaliero Le Molinette di Torino, realizzato da Dussmann Service, sarà inaugurato martedì 10 agosto 2021 alle 11:30 presso la Palazzina Ristorazione, in Via Santena, 5.

Dal nuovo terminale intelligente del Presidio Ospedaliero Le Molinette verranno serviti ogni giorno circa 3900 pasti per la Città della Salute di Torino. Il personale Dussmann Service avrà modo di mostrare e raccontare alla stampa presente l’organizzazione, la composizione e il funzionamento del nuovo terminale intelligente, in relazione alla gestione di servizi di ristorazione in atto presso il Presidio Ospedaliero Le Molinette di Torino.

Durante l’evento interverranno il Direttore Generale Città della Salute Giovanni La Valle e l’Amministratore Delegato Dussmann Service Renato Spotti.

Endometriosi, è il momento di interventi concreti

Mancano ginecologi e centri specializzati, non ci sono tutele sul lavoro e i costi per le cure sono troppo elevati. A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi, formata da pazienti volontarie di tutta Italia, chiede ascolto alle istituzioni.

C’è ancora tanto da fare per le cure mediche, la ricerca, i diritti delle donne che soffrono di endometriosi, malattia cronica e invalidante che ne colpisce circa 3 milioni solo in Italia e che lo Stato riconosce come tale solo negli stadi avanzati. I provvedimenti messi in campo dal Governo non sono sufficienti a sostenere le donne. Come evidenziato da A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi, formata da pazienti volontarie che da oltre 15 anni lavorano per creare consapevolezza sulla patologia, le donne non hanno diritto ad esenzioni che possano permettere loro di affrontare tempestivamente e con efficacia la malattia, per la quale la diagnosi precoce è fondamentale; spesso non trovano centri medici e specialisti che sappiano riconoscere ed intervenire su tale patologia, dovendo rivolgersi a studi ed ambulatori privati a volte molto distanti a livello geografico; perdono il lavoro perché l’endometriosi non è riconosciuta come malattia grave e dunque non viene concesso loro di assentarsi quando stanno male. Una situazione peggiorata con il Covid, che ha incentivato la chiusura di ambulatori specializzati, ha aumentato le liste di attesa per visite ed interventi, ha reso le cure più costose, anche a causa della mancata esenzione dai medicinali, terapie e altre prestazioni multidisciplinari non garantite dal sistema sanitario nazionale.

Tale situazione è stata oggetto di un’interrogazione parlamentare in Senato, pubblicata il 18 novembre 2020, promossa dalla senatrice Paola Boldrini, alla quale nei giorni scorsi ha risposto il sottosegretario per la salute Pierpaolo Sileri. Nell’interrogazione, la senatrice chiedeva lumi sulla diagnosi e cura dell’endometriosi, per conoscere i criteri e le modalità individuate per la ripartizione delle risorse, per l’attività di monitoraggio delle attività messe in atto dai centri di riferimento e per svolgere attività di prevenzione, diagnosi precoce e cura della malattia. Sileri ha evidenziato di aver autorizzato una spesa di 2 milioni di euro per il 2020 e altri 2 milioni per il 2021 del Ministero della Salute per gli istituti di ricerca e per percorsi formativi e informativi per la diagnosi e il trattamento dell’endometriosi dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, di aver previsto altri 3 milioni di euro per un bando di ricerca nazionale. Il sottosegretario alla salute ha ricordato le campagne di sensibilizzazione messe in campo nel 2012 e “Per gli aspetti riferiti all’assistenza sanitaria” ha precisato che “allo stato attuale le pazienti affette da endometriosi possono usufruire di tutte le prestazioni di cura ricomprese nei livelli essenziali di assistenza”. Tali provvedimenti – ne sono convinte le donne di A.P.E. che convivono tutti i giorni con la malattia e ne conoscono tutti gli aspetti – non bastano.
«Solo alcune prestazioni per l’endometriosi al terzo e quarto stadio della malattia (i casi più gravi) sono state inserita nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) – precisa Jessica Fiorini, vicepresidente di A.P.E. -, i ginecologi specializzati sono pochi, per gran parte dei farmaci non ci sono esenzioni. Come Associazione che si occupa da molti anni di endometriosi e che è formata da tante donne in tutta Italia con un grande bagaglio di esperienze in materia, abbiamo chiesto di essere coinvolte nella ricerca di provvedimenti adeguati ad affrontare tale patologia. Dopo più di 15 anni siamo sempre allo stesso punto. Continuiamo come Associazione a svolgere campagne di sensibilizzazione e di informazione, importantissime per far conoscere l’endometriosi e per ottenere una diagnosi il prima possibile. Continuiamo a fare attività nelle scuole, per rendere consapevoli le adolescenti. Viviamo esperienze sulla nostra pelle. Siamo a contatto con specialisti e centri specializzati, per dare consigli ed aiuti concreti alle donne, anche se molti stanno chiudendo». La richiesta di A.P.E. è di ottenere un maggiore coinvolgimento nei luoghi istituzionali per rendere note le problematiche vissute dalle donne. «Manca la formazione e l’informazione – aggiunge Jessica Fiorini – e sono pochi i centri di riferimento per l’endometriosi, le esenzioni per i farmaci sono minime, le donne hanno bisogno e il diritto di essere tutelate, a livello sanitario e nei luoghi di lavoro: non si può richiedere l’invalidità, non c’è una tabella dell’INPS che consideri tale patologia. C’è bisogno di occuparsi di queste donne in modo serio e concreto. Come A.P.E. nel nostro piccolo vogliamo fare tutto il possibile per le donne affette da endometriosi, ma vogliamo anche fare in modo che le istituzioni si impegnino di più a diffondere informazione e anche ad agire tutelando tutte le donne che ne soffrono».
Sul sito dell’APEwww.apendometriosi.it – ci sono tutte le informazioni utili e i progetti, per aiutare concretamente le donne affette da endometriosi e per entrare a far parte della rete nazionale.

Rivoluzione alla Città della Salute, nominati undici nuovi Direttori di Struttura

Un vero e proprio rinnovamento alla Città della Salute di Torino. Un cambio di passo ed un ringiovanimento imposto dalla Direzione aziendale. Il Direttore generale Giovanni La Valle in poche settimane ha nominato ben undici professionisti in ruoli apicali e cruciali dell’Azienda ospedaliero universitaria, alla luce di numerose quiescenze. Di questi undici nove ospedalieri e due universitari.

L’ultimo, ma non per ordine di importanza, anzi, è stato nominato Umberto Fiandra, quale nuovo Direttore sanitario dell’ospedale Sant’Anna, al posto di Grace Rabacchi. Ida Marina Raciti ha sostituito Giulio Fornero quale Direttore della Struttura Qualità e Risk management accreditamento.

Inoltre Giorgio Limerutti è stato nominato in luogo di Ottavio Davini come Direttore della Radiodiagnostica centrale ospedaliera dell’ospedale Molinette; Roberto Freilone (dall’AslTo4) al posto di Umberto Vitolo, quale Direttore dell’Ematologia ospedaliera Molinette; Corrado De Sanctis al posto di Gianluca Gregori per la Ginecologia ed Ostetricia 3 dell’ospedale Sant’Anna; Mauro Santarelli al posto di Paolo De Paolis, come Direttore di Chirurgia d’urgenza e pronto soccorso ospedaliera; Aldo Verri al posto di Maurizio Merlo, quale Direttore della Chirurgia vascolare ospedaliera Molinette; Marco Lorenzi (da Cuneo) al posto di Anna Maria Bordiga, quale Direttore della Banca del Sangue ed Immunoematologia. Infine Raimondo Piana è il nuovo Direttore della neonata Chirurgia oncologica ortopedica degli ospedali Cto e Regina Margherita. Per quanto riguarda le Strutture universitarie sono stati nominati, su indicazione del Magnifico Rettore professor Stefano Geuna e della Scuola di Medicina, il professor Fabio Verzini (da Perugia) al posto di Pietro Rispoli, quale Direttore della Chirurgia vascolare universitaria dell’ospedale Molinette, ed il professor Lorenzo Richiardi al posto di Franco Merletti, quale Direttore di Epidemiologia dei Tumori universitaria della Città della Salute.

“Siamo molto soddisfatti di questa “infornata” di nuove nomine. E’ un vero e proprio ringiovanimento. Riponiamo molta fiducia in questi professionisti, affinchè, soprattutto in questo difficilissimo periodo di pandemia legato al Covid per la nostra sanità, permettano alla nostra Azienda di effettuare un cambio di marcia ed un ulteriore salto di qualità, con nuove proposte di tipo organizzativo, a cominciare dall’annoso problema delle liste d’attesa”.

Liste di attesa: nasce la commissione per il recupero delle prestazioni saltate causa Covid

 L’ASSESSORE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «UNO STRUMENTO PER FORMULARE SOLUZIONI»

Su proposta dell’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, stamattina la Giunta regionale ha deliberato la costituzione della Commissione regionale per il recupero ed il contenimento dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie, a supporto del Gruppo di coordinamento del Programma regionale per il governo dei tempi di attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e di ricovero.

«Sul recupero delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, ricovero e screening oncologici non erogate dalle aziende sanitarie a causa delle ricorrenti ondate epidemiche – osserva l’assessore Icardi – la Sanità ha compiuto in questi mesi consistenti sforzi, stanziando, tra l’altro, oltre 35 milioni di euro, di cui almeno 7 milioni destinabili agli erogatori privati con i quali è stato sottoscritto uno specifico accordo di collaborazione. I piani regionali e delle singole Asl sul recupero delle liste di attesa sono costantemente aggiornati in rapporto alle disponibilità delle agende di servizio, mentre oggi mettiamo in campo una specifica commissione regionale che avrà il compito di monitorare lo stato di avanzamento dei piani delle Asl, formulando proposte di azioni per il recupero delle prestazioni non erogate, in rapporto alle disponibilità riscontrate nelle singole realtà territoriali. La nuova Commissione regionale dovrà analizzare e valutare i bisogni dei cittadini, la domanda espressa e le modalità di erogazione dell’offerta, anche in chiave di appropriatezza, erogazione e tempi di attesa, in modo da raccordarsi al meglio con il Gruppo di coordinamento del programma regionale per il governo dei tempi di attesa».

Della Commissione fanno parte Gaia Manassero (amministrativa gestionale), Luciano Bernini (direttore sanitario di Azienda sanitaria regionale), Alessandro Carriero (medico specialista in radiodiagnostica), Paolo De Paolis (medico specialista in chirurgia d’urgenza e pronto soccorso), Emilpaolo Manno (medico specialista in anestesia e rianimazione), Giuseppe Massazza (medico specialista in medicina fisica e riabilitazione), Marco Pappalardo (collaboratore professionale sanitario, infermiere), Maurizio Turello (medico specialista in anestesia e rianimazione) e Raffaella Fornero (staff di direzione generale di Azienda sanitaria regionale).

La Segreteria tecnica della Commissione è affidata a Raffaella Fornero, mentre il coordinatore sarà scelto tra i componenti nella seduta di insediamento.