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Salone del Libro, 222mila visitatori per “Vita immaginaria”

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Cala il sipario nella giornata di oggi, lunedì 13 maggio, sulla XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Ed è un successo di vendite e di visitatori. Cinque giorni con 222.000 persone che hanno incontrato ospiti da tutto il mondo e case editrici in un’atmosfera festosa e vivace “per tracciare parole nuove, sguardi sul mondo e per festeggiare l’appartenenza a una grande e variegata comunità di lettrici e lettori”, dicono quelli dell’organizzazione.

Il Salone appena trascorso è stato raccontato nel pomeriggio in Arena Bookstock, nel nuovo Padiglione 4 da Silvio Viale, Presidente dell’Associazione Torino, la Città del Libro il rappresentante istituzionale della Regione Campania, Regione ospite Salone del Libro 2025; Imke Buhre, Progetto Tedesco – Lingua Ospite Salone Libro 2024, Willem van Ee, Ambasciatore Paesi Bassi in Italia, Paesi Bassi Paese Ospite Salone Libro 2025, Giulio Biino, Presidente della Fondazione Circolo dei lettori, Alessandro Isaia, Segretario Generale Fondazione per la Cultura Torino. Sono poi intervenuti i rappresentanti istituzionali della Regione Piemonte e della Città di Torino, Annalena Benini, Direttrice editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino, Piero Crocenzi, Amministratore delegato di Salone Libro s.r.l.

Il Salone del Libro tra scontri e polemiche (ma non più del solito) occupazioni dei pro Palestina e il “grido di dolore” di autori e opinionisti che sostengono sia in arrivo il fascismo, quest’anno ha incontrato 222.000 visitatori tra i padiglioni 1, 2, 3, il nuovo padiglione 4 che ha riscosso grande successo (dedicato ai giovani) l’Oval, il Centro Congressi e la Pista 500, progetto artistico sviluppato dalla Pinacoteca Agnelli.

È stato possibile per i visitatori  salire attraverso la storica rampa elicoidale fin sulla pista dove la Fiat testava le sue storiche vetture e dove ora è allestito un giardino “decorato” da opere d’arte. Tra le curiosità, per la prima volta la giornata più visitata dopo il sabato – che resta giornata con maggior affluenza – è stata il venerdì che di qualche centinaio supera la visitazione della domenica

Per i grandi eventi di Vita immaginaria, questo come noto il tema dell’edizione 2024, sale  piene e incontri sold out. Un pubblico caloroso ha invaso le sale e gli stand e ha atteso con pazienza di incontrare e salutare le autrici e gli autori e di tornare a casa con una firma o dedica sulla copia acquistata. Tra gli eventi con maggiore affluenza e amati dal pubblico il Salone cita – rigorosamente in ordine alfabetico – in una nota:  Alessandro Barbero, Naoise Dolan, James Ellroy, Antoine Gallimard, Abdulrazak Gurnah, Felicia Kingsley, Jeff Kinney, Gianni Morandi, Guadalupe Nettel, Eshkol Nevo, David Nicholls, Amélie e Juliette Nothomb, Orhan Pamuk, Rokia, Alexandra Lapierre, Salman Rushdie, Murata Sayaka, Roberto Saviano, Ben Smith, Paolo Sorrentino, Elizabeth Strout, Camila Sosa Villada, Don Winslow, Zerocalcare.

E già si pensa alle XXXVII edizione. L’appuntamento è per la prossima primavera: si terrà a Torino dal 15 al 19 maggio 2024.

Fedez: i giornalisti si occupano di cazzate

Invitato al Salone del Libro, domenica 12 maggio, per parlare ai più giovani di salute mentale, Fedez sale sul palco del Lingotto per sbeffeggiare la stampa e far parlare di sé.

L’intento è buono, ma la sensazione che pervade tutto l’incontro è quella delle occasioni perse. Si sarebbe potuto parlare di sharenting, il fenomeno che vede i genitori postare i figli minorenni sui social e per cui stanno iniziando interrogazioni parlamentari per porre dei limiti e capirne gli effetti. Si sarebbero potute affrontare le conseguenze che porta una guerra, dopotutto, vicino casa abbiamo l’imbarazzo della scelta. Oppure affrontare il bullismo, che può sfociare in violenza fisica. O ancora la dilagante ansia sociale che si registra tra gli adolescenti del post pandemia.

E invece no, Fedez parla di sé e per sé, tanto da costringerci a chiederci a che titolo è stato invitato per parlare di salute mentale.


Ma facciamo un passo indietro.

Fedez è stato invitato al Salone del Libro per “parlare ai giovani di salute mentale” e per dialogare con David Lazzari, presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi, e il Professor Piergiorgio Oddifreddi, con la moderazione della giornalista della Stampa Tiziana Platzer.

Lazzari ha cercato di far comprendere, dati alla mano, l’importanza della salute mentale. Ha spiegato: “Il 23% della popolazione mostra disagi psicologici, la percentuale sale al 39% quando si parla di giovani. 5 milioni di italiani rinunciano all’aiuto psicologico perché non se lo possono permettere. Non esiste una rete pubblica di aiuto. Chi lo cerca, lo fa di tasca propria. Nel 74% dei casi chi riceve aiuto lo riceve sotto forma di farmaci che spesso non sono la soluzione.  Intercettare il disagio conviene anche a livello economico. Bisogna fare prevenzione e informazione. Rafforzare la psiche cosi come si rafforza il corpo.”

A metà intervento hanno preso la parola dal pubblico Camilla Ponti e Cecilia Pusineri, due psicologhe che hanno avviato a gennaio 2024 un progetto che si chiama “Psicologia per la Palestina”. Il progetto è partito da una petizione, ancora leggibile online, per una presa di posizione da parte dell’Ordine degli Psicologi in merito al genocidio in Palestina e per chiedere come mai furono erogati aiuti sotto forma di materiale cartaceo e supporto psicologico per la popolazione ucraina a seguito dello scoppio della guerra, mentre nulla è stato fatto a supporto degli italo palestinesi.

Gli animi si sono scaldati dal momento che la risposta di Lazzari ha rivelato una mancanza di conoscenza della richiesta stessa e una volontà di agire solo su esplicita richiesta del governo, proprio come avvenne per gli aiuti alla popolazione ucraina. Insomma è tutto un non so, se il governo ce lo chiede noi ci attiviamo, siamo disponibili, ma chiedete anche agli altri non solo a noi.

Dal pubblico interviene anche l’attivista Karem Rohana, conosciuto sui social come Karem from Haifa, professionista sanitario italo palestinese che ha ribadito la richiesta di intervenire con azioni sociali a sostegno psicologico dei palestinesi presenti in Italia. Riusciamo finalmente a parlare di genocidio, termine che sul palco nessuno sembra riuscire a dire? Si, giusto il tempo di offrire l’assist a Fedex che sbotta: “io non ho paura a schierarmi e parlare di genocidio, ma qui c’è un problema perché la stampa italiana si occupa delle cazzate che fa Fedez di notte invece di occuparsi di questi temi”.

Game. Set. Match.

Seguono gesti di sberleffo alla direzione dei giornalisti presenti e pure un sonoro: “non me ne frega un cazzo” dell’artista rozzanese sempre alla direzione dei giornalisti presenti in sala.

Il rapper ci dice chiaramente che non si deve parlare di lui, anche se di notte dicono di averlo visto sul luogo di un pestaggio. Bisogna occuparsi di altro. E dire che la stampa può avere un cuore grande, occuparsi di lui, di pestaggi e anche dei genocidi.

Quando è stato chiamato sul palco, Fedez è stato definito un “megafono” per tematiche importanti. Posto che sul palco c’erano i microfoni e il megafono non serviva, quanti oggi parlano di ciò che ha detto il presidente dell’Ordine degli Psicologi e quanti di cosa ha detto Fedez su e per sé stesso? Siamo sicuri che non c’è un rappresentante migliore in grado di attirare i ragazzi senza strumentalizzare un argomento a proprio favore?

Lori Barozzino

Edizioni Pedrini al Salone del Libro, bilancio positivo

Bilancio di chiusura più che soddisfacente per la Edizioni Pedrini, ospite nello stand di Regione Valle d’Aosta, alla XXXVI edizione del Salone internazionale del Libro di Torino.

Ennio Pedrini direttore editoriale, ha confermato l’importanza dell’appuntamento nella capitale sabauda che ha registrato un netto incremento delle presenze in visita allo stand, e ha colto l’occasione per ringraziare l’Assessorato alla Cutura di Regione Valle d’Aosta, e il Sindacato Italiano Librai sez. Aosta che ne ha coordinato l’attività.

Tredici gli autori della Edizioni Pedrini che si sono alternati nel firmacopia e nei colloqui con il pubblico e due i titoli esauriti: “Dissacrarte” di Patrik Perret e “Ceramica di Castellamonte” autori Sandra Baruzzi e Maurizio Bertodatto.

Di rilievo gli ospiti invitati che ci hanno raggiunto le Edizioni Pedrini, tra i quali Andreja Restek considerata una tra le 10 fotoreporter di guerra più importanti nel mondo, sua Altezza Reale Emanuele Fiiberto di Savoia e lo scrittore torinese Massimo Centini.

Si segnala inoltre l’intervento del direttore editoriale Ennio Pedrini invitato dall’associazione ANGI e dal suo Presidente Chen Ming, nel padiglione ufficiale della Cina Distretto di Zhejiang, nel quale ha tenuto la conferenza su: “Le opportunità internazionali sullo scambio delle proprietà intellettuali” con l’avv. Ni Jiazhou della Hangzhou Xinyuyi Patent Agency.

Il prossimo appuntamento con le Edizioni Pedrini è fissato a Burolo (To) dal 17 al 19 maggio  a Villa Pasta, con la terza edizione del Festival del “Noir: mistero e leggenda”.

Info programma: www.edizionipedrini.com

Crea Incipit, la gara di scrittura per aspiranti scrittori

 

Domenica 12 maggio, ore 14.30

 

Pubblicare un libro, grazie a un incipit: il primo talent letterario itinerante è alla ricerca di aspiranti scrittori al Salone Internazionale del Libro di Torino. Crea Incipit, l’appuntamento di domenica 12 maggio alle ore 14.30, è una vera e propria gara di scrittura. Partendo dalle parole chiave indicate dalla giuria, i concorrenti dovranno ideare un incipit in 3 minuti, leggerlo ad alta voce in 60 secondi per poi essere giudicati dal pubblico presente in sala. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti, esordienti e non, di tutte le nazionalità. La vincitrice o il vincitore si aggiudicherà un buono libri del valore di 30 euro.

Presenta l’appuntamento Chiara Pacilli, giornalista e conduttrice tv, accompagnata dalle musiche di Enrico Messina.

Ospite speciale: Raffaele Cataldo. Nato nel 1991 in Puglia, si è laureato in Lingue e Letterature Moderne a Bari e ha frequentato la Scuola Holden a Torino, dove vive. “Di me non sai” (Accento Edizioni) è il suo primo romanzo.

 

Crea Incipit nasce da Incipit Offresi, il primo talent letterario itinerante dedicato agli aspiranti scrittori, ideato e promosso dalla Fondazione ECM – Biblioteca Civica Multimediale di Settimo Torinese. Incipit Offresi è un vero e proprio talent della scrittura, lo spazio dove tutti gli aspiranti scrittori possono presentare la propria idea di libro. In 8 anni Incipit Offresi ha scoperto più di 60 nuovi autori, pubblicato 70 libri e coinvolto più di 10mila persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali. Incipit Offresi è un’occasione innovativa per diventare scrittori e promuovere la lettura e la scrittura, una scommessa basata su poche righe, un investimento sulle potenzialità dell’autore. La vera chance dell’iniziativa è la possibilità offerta agli aspiranti scrittori di incontrare e dialogare direttamente con gli editori coinvolti nelle varie fasi del progetto, farsi conoscere e raccontare la propria idea di libro.

 

Il Premio Incipit e il campionato sono dedicati a Eugenio Pintore, per la passione e la professionalità con cui ha fatto nascere e curato Incipit Offresi.

Salone del Libro: Salman Rushdie, per la prima volta in Italia dopo l’attentato

Protagonista indiscusso della seconda giornata del Salone del libro di Torino lo scrittore Salman Rushdie, per la prima volta in Italia dopo l’attentato che gli è quasi costato la vita. Un’ora e mezza di coda per le rigide misure di sicurezza per i fortunati che sono riusciti a prenotare un posto nell’Auditorium del Lingotto. A dialogo con lo scrittore angloindiano Roberto Saviano, interlocutore più che mai appropriato per parlare della libertà d’espressione degli intellettuali, nonché amico fraterno.

Per chi si aspettava un incontro dai toni cupi si è dovuto ricredere. D’altronde Rushdie quando fu colpito dalla fatwa di Khomeini nel 1989 per il romanzo “I versi satanici” non ha mai permesso in trent’anni che la sua vita si trasformasse in un calvario o che la sua creatività venisse mutilata per trasformarsi in un’attivista dei diritti degli intellettuali o un opinionista delle questioni in Medio Oriente, riuscendo ad eludere via via le aspettative che l’opinione pubblica gli cuciva addosso.

Saviano chiede subito a Rushdie di partire dalla ricostruzione del suo tentato assassinio il 12 agosto 2022 a Chautauqua, una cittadina dello Stato di New York, al centro del suo ultimo romanzo “Coltello. Meditazioni dopo un tentato assassinio”. Certo, i racconti drammatici non mancano, visto che nel terribile incidente ha perso un occhio ed è stato più volte pugnalato ad un braccio e al viso, ma sono affrontati con la levità e l’ironia che lo contraddistinguono e avvolti dalla tenerezza nei confronti della moglie Eliza, sempre al suo fianco nel duro percorso di ripresa. Saviano stesso fa notare come il libro sia pieno di digressioni ironiche, come quando racconta che al momento di constatare quanto fossero profonde le ferite, Rushdie era più preoccupato per il vestito nuovo che dovevano tagliare. E in fondo traspare dall’intervista come tutto il romanzo sia un inno alla vita e un omaggio all’amore e alla letteratura.

Saviano chiede a Rushdie come sia riuscito a rimanere scrittore dopo la condanna della fatwa e a tenere alto lo standard dei suoi libri senza cedere davanti agli attacchi ricevuti anche dagli altri scrittori e Salman racconta di come ha scoperto di essere più forte di quanto pensasse: “Mio figlio all’epoca aveva 10 anni e mi chiese perché non scrivessi libri che potesse leggere lui. Io gli risposi che finito di scrivere il libro a cui mi stavo dedicando (era I versi satanici), avrei scritto un libro che gli sarebbe piaciuto. Poi è diventato impossibile. Però avevo fatto una promessa e così ho scritto “Harun e il mar delle storie”. Ecco, il mio ritorno alla scrittura è stato questo: scrivere una favola per un bambino. Ci potevano essere molti modi con cui distruggere la mia carriera: la paura, la rabbia, la vendetta, ma queste cose mi avrebbero distratto dalla mia arte. Mi sono detto: ho scritto cinque libri, continua a stare sulla tua strada e segui quella. Volevo che i miei libri vivessero di vita propria.”

Saviano:“Come hai fatto per vent’anni a vivere con il peso di una minaccia di morte e l’ostilità dei media e anche di molti intellettuali?”

Rushdie: “Beh, tu ne sai qualcosa, anzi penso che per te sia stato ben peggio di quanto lo sia stato per me. Ho pensato che se stavo ad aspettare che andasse tutto bene quel giorno non sarebbe mai arrivato. Certo, mi sono fatto guidare dai servizi segreti. Vivo da 25 anni a New York e per 23 anni ho vissuto in modo normale, senza problemi. Poi questo tipo ha pensato che la questione non fosse chiusa. Ho avuto un ventennio di vita buona e ora ne voglio altri venti così, che mi faranno arrivare a 97 anni. Sto già pensando alla mia festa dei 100 anni e deve essere una festa da ballo con un dj attempato” osserva ridendo.

Saviano nel ringraziare Rushdie per la solidarietà espressa il giorno precedente nei suoi confronti nella disputa con Giorgia Meloni, gli chiede come mai i giornalisti e gli intellettuali vengano percepiti dai ministri come dei rivali politici e come vede il problema della libertà di espressione nei governi populisti. “Trump ha sempre considerato i giornalisti come “nemici del popolo”, strano senire una frase stalinista pronunciata dal presidente più capitalista. Ma non è niente di nuovo, io sono stato citato in giudizio da Indira Gandhi quando ho scritto “I figli della mezzanotte”, quindi non sei il primo” risponde Rushdie sorridendo, “ è un brutto momento per la libertà di espressione, dobbiamo ricominciare a combattere.”

Sulla sua tenacia nel sopportare i gossip che lo criticavano di essere frivolo nonostante pesasse su di lui una condanna, Rushdie ha dichiarato: “ Non è stato facile, pensavano dovessi rimanere nascosto per non risultare superficiale, quindi me ne andavo nei night. Adesso non riesco a rimanere sveglio fino a tardi per andare a divertirmi in discoteca” e aggiunge in tono ironico “ ho anche scritto 22 libri, non so quando li ho scritti con tutte queste feste! Interessante notare come dopo l’aggressione tutta questa gente sia sparita.”

Di fronte alla domanda su quale sia il rapporto che Rushdie ha attualmente con I versi satanici risponde così: “ogni libro deve trovare la sua strada nel mondo. A un lettore che mi chiedesse da dove iniziare a leggere i miei libri gli risponderei di non partire da quello, ed è un peccato perché credo sia un buon libro. La cosa strana è che non riguarda molto la religione ma piuttosto la città di Londra. Credo che quelli che hanno sferrato critiche no lo abbiano letto. Se penso che Ulisse di Joyce è stato accusato di pornografia e Nabokov è stato accusato di essere pedofilo per Lolita…A pensarci bene mi fa sentire meglio essere in compagnia di Joyce e Nabokov.”

Nel romanzo non nomina mai il suo giovane attentatore che, quando gli è stata gettata addosso la fatwa, non era ancora nato. È un mistero come a questo ragazzino del New Jersey dalla fedina penale pulita sia saltato in mente di aggredirlo. Nel ricostruire la sua vita cerca di renderlo più convincente di quanto non lo sia nella realtà. È un modo di farlo suo, dice, “la mia reale vendetta è stata quella di inventarlo nei buchi che non tornano”.

Infine Saviano chiede a Rushdie se è vero che dal dolore si esce migliori, perché lui ha sempre pensato il contrario e Rushdie replica che ad ogni modo bisogna trovare la forza e la speranza di andare avanti, nel suo libro spesso ricorre l’imperativo “Vivi!”, come un ordine che dà a sé stesso e poi aggiunge: “guardarci poi qui a dirci cose gentili l’un l’altro, abbiamo un solo problema io e te: o impari tu l’inglese o io l’italiano.”

Un caloroso applauso in una standing ovation accompagna i due autori che si abbracciano e si allontanano.

Giuliana Prestipino 

Alla “poetessa del femminismo” ante litteram Grazia Deledda il premio speciale “InediTO RitrovaTO”

L’11 Maggio la premiazione della XXIII edizione al Salone del Libro e Teatro Vittoria di Torino con Peppe Voltarelli, il “Live Coding Algoritmico” di Vettori, Mazza e Zigante, il premio speciale “InediTO RitrovaTO” a Grazia Deledda

 

Sarà “la poetessa del femminismo” ante litteram e Premio Nobel per la letteratura nel 1926, Grazia Deledda, a ricevere il premio speciale “InediTO RitrovaTO” dedicato a un’opera inedita di scrittori non viventi, nell’ambito della XXIII edizione del Premio InediTO – Colline di Torino 2024. Il premio, conferito nelle passate edizioni a Primo Levi, Alfonso Gatto, Italo Svevo, Alessandro Manzoni e ser Piero Da Vinci, verrà assegnato all’inedito epistolario (composto di trenta pezzi fra lettere e cartoline, che si sviluppa fra il 1899 e il 1904), scoperto da Giancarlo Porcu, che riceverà un riconoscimento per il ritrovamento.

La lettura musicata di uno dei pezzi inediti della Deledda si svolgerà sabato 11 Maggio durante l’atto finale del concorso letterario organizzato dall’Associazione Il Camaleonte di Chieri (TO) e diretto da venti anni dal poeta performer Valerio Vigliaturo. Dopo la designazione, realizzata alla Scuola Holden di Torino dei 65 finalisti nelle varie sezioni e premi speciali, selezionati dal Comitato di Lettura (formato da Valentino Fossati, Riccardo Levi, Clara Calavita, Davide Bertelè, Fabio Bisogni, Beneddetta Marchiori e lo stesso Vigliaturo), tra gli 828 iscritti e le 870 opere ricevute da tutta Italia e dall’estero, la ventitreesima edizione si concluderà con la proclamazione dei vincitori alle ore 13:00 all’Arena Piemonte del Salone del Libro di Torino e la premiazione alle ore 20:30 al Teatro Vittoria (via Antonio Gramsci 4, Torino), attraverso la consegna dei premi e il reading dedicato alle opere dei vincitori, trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook del premio.

A interpretare gli estratti delle opere sarà Francesca Vettori (attrice, doppiatrice e dialoghista, voce della Pimpa di Altan), accompagnata da Manuel Zigante (violoncello) e Riccardo Mazza (sound engineer, compositore, artista multimediale), che sonorizzeranno la lettura scenica, caratterizzante da sempre la cerimonia finale, attraverso un “Live Coding Algoritmico” originale e inedito. In sintonia con il tema grafico “Dall’IO all’IA, quale futuro per la scrittura?“, realizzato da Margherita Giusti di MUTA animation, che si interroga su un quesito quanto mai attuale, escludendo per la prima volta in un concorso letterario, testi generati da software di intelligenza artificiale.

A valutare le opere finaliste la Giuria presieduta da Margherita Oggero e formata dai poeti Aldo Nove (nella foto, che interverrà il collegamento streaming), Francesca Serragnoli, dagli scrittori Piersandro Pallavicini, Eleonora C. Caruso, Graziano Gala (che presenterà in collaborazione con il premio il suo “Controdizionario della lingua italiana” Baldini+Castoldi, il 10 maggio ore 11:00 all’Auditorium “A. Monti” di Chieri), Elena G. Mirabelli, Giuseppe Lupo, Sonia Caporossi, dagli attori Federica Fracassi, Alessandro Averone, dai registi Adriano Valerio, Irene Dorigotti, dai cantautori Peppe Voltarelli (nella foto, che si esibirà nel corso della premiazione con alcuni brani tratti dal suo ultimo album “La grande corsa verso Lupionòpolis”) Carolina Bubbico e dai vincitori dell’edizione 2023: Antonella Sica, Beatrice Tozzi, Samuele Chiovoloni, Fabio Ferrari, Chiara Arrigoni, Lucrezia Delle Foglie, Carlo Murè e Themorbelli.

Il premio è inserito da diverse edizioni nella manifestazione “Il Maggio dei libri” promossa dal Centro per il Libro e la Lettura, ha ottenuto in passato il contributo e l’alto patrocinato del MIBACT, e nella scorsa edizione il contributo di Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città di Chieri e Città di Moncalieri, il patrocinio e contributo in servizi della Città di Torino, il patrocinio di Città Metropolitana di Torino, Salone del Libro, il sostegno di Fondazione CRT e Iren. Inoltre collabora con Film Commission Torino Piemonte, Etnabook Festival di Catania, Biblioteche Civiche Torinesi, SBAM (Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana di Torino), Accademia dei Folli, Tekla Films e L’Altoparlante.

 

Salone del Libro, un viaggio lungo cinque giorni immersi nella “vita immaginaria”

Questa mattina si sono accesi i riflettori sulla 36a edizione del Salone Internazionale del Libro Di Torino.

A fare gli onori di casaall’Auditorium del Lingotto   è stata la nuova direttrice Annalena Benini, che ci guiderà in una totale immersione di 5 giorni, da oggi fino al 13 maggio, nella vita immaginaria di lettori e autori. “Vita immaginaria” è proprio il titolo di questa edizione, che si ispira al titolo del libro di Natalia Ginzburg e vuole essere un omaggio al potere della fantasia e al mondo creativo. Con un particolare occhio di riguardo ai più giovani come hanno sottolineato tutti gli intervenuti. In questa direzione la scelta di creare quest’anno  il padiglione 4, come ha spiegato Silvio Viale, uno spazio temporaneo costruito all’esterno per dare maggiore visibilità alla programmazione del Bookstock che da sempre si rivolge soprattutto al pubblico dei più giovani.

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha sottolineato l’importanza di continuare a investire sull’intelligenza naturale che ci è data per nascita, accanto a quella artificiale, proprio attraverso la lettura, ricordando che per andare in questa direzione è compito delle istituzioni proteggere le librerie storiche che negli ultimi tempi sono andate incontro a grandi difficoltà per sopravvivere per gli elevati costi degli affitti.

Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo è intervenuto per difendere il Salone del libro, come patrimonio importante del nostro territorio in qualità di sindaco, ma anche come semplice cittadino. Ha aggiunto: “E continuiamo a diffondere questa cultura del libro. E poi dico questo, ma stavolta da genitore: le nuove generazioni sono fragili, hanno bisogno di guida, di cultura e il libro può essere un buon veicolo”.

“Ho potuto lavorare in grande libertà – ha rivelato infineAnnalena Benini – È stato un anno entusiasmante. Sarà il salone delle ragazze e dei ragazzi. Sarà il salone dell’incontro e anche dell’incontro da molto lontano. Ci sono scrittori che vengono dal Giappone, dall’America, dall’Europa ed è una gioia accoglierli e celebrare finalmente di nuovo questo incontro fisico tra lettori, autori ed editori. Ci sarà pluralità di idee come deve essere: il vero punto di partenza per ogni lavoro culturale”.

A seguire nella Sala Oro  la lectio magistralis del Premio Pulitzer Elizabeth Strout, L’inizio molto lento della mia carriera”, questo il titolo della lezione inaugurale in cui la scrittrice americana ha mescolato i ricordi di infanzia quando la madre la incoraggiava a scrivere e iniziava ad affinare il suo sguardo curioso sul mondo, le fatiche per riconoscersi e farsi riconoscere come scrittrice, un percorso accidentato e affascinante fatto di incontri ed epifanie.

“Nella mia vita ho sempre creduto nel potere della narrativa: ci permette di entrare nella vita degli altri e di riconoscere i nostri sentimenti.”afferma la Strout “La mia speranza è che i personaggi di cui ho scritto diventino amici per i miei lettori, così come sono diventati miei amici i tanti personaggi di tutti i libri che ho letto nel corso degli anni.

È stato un onore per me poter condividere con voi i miei lentissimi esordi.

Lunghe file di scolaresche in questo primo giorno e sale gremite per un autore che unisce tantissime generazioni, Roberto Vecchioni, in Sala Oro per presentare il suo ultimo libro “Tra il silenzio e il tuono” e per Enrico Galiano , Rossana Soldano ed Erin Doom, autori di romance che attirano i più giovani per la loro capacità di sviscerare emozioni ed sentimenti.

Accolta con grande calore dopo “la bufera Scurati” la conduttrice RAI Serena Bortone ha presentato il suo romanzo d’esordio “A te vicino così dolce” in cui racconta la sua adolescenza romanzata nella Roma degli anni Ottanta, un libro molto delicato sull’amicizia e l’identità di genere.

Giuliana Prestipino

La Polizia di Stato al Salone del libro

Oggi, allo stand V194 del Padiglione Oval, che ha ricevuto la visita del  Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, oltre alle molteplici attività e dimostrazioni offerte dai poliziotti delle Specialità della Polizia di Stato e dalla Questura di Torino, nel corner di Poliziamoderna si terranno i primi incontri con i poliziotti-scrittori, moderati dai redattori del mensile ufficiale della Polizia di Stato, che presenteranno le loro opere letterarie.

Oggi ha aperto la serie di incontri  Salvatore Blasco, con il suo secondo romanzo Amore cieco – Diario di un commissario di polizia. Il vice questore in servizio presso il Compartimento polizia stradale Emilia Romagna, narra le vicende di una violenza domestica con la voce narrante del protagonista, un commissario calabrese della Squadra mobile che svolge le indagini per venire a capo del reato.

Poi  Raffaele Iacaruso, vice sovrintendente della Scientifica di Novara, per parlare della sua nuova opera Identikit degli invincibili – Il Grande Torino realizzata con i disegni dell’autore fatti con una semplice penna Bic; con i suoi disegni, Iacaruso racconta la leggenda degli “Invincibili” del Grande Torino che si interrompe il 4 maggio 1949 con il tragico incidente aereo sulla collina di Superga del quale quest’anno ricorre il 75° anniversario, ricordato anche ultimamente nella prima tappa del Giro d’Italia, partito dal capoluogo piemontese, il cui tracciato ha previsto proprio un passaggio sul luogo dello schianto.

La sessione pomeridiana di presentazioni sarà aperta da Giorgia Piredda, agente in servizio a Milano, che con Naufragare dentro te, un racconto parzialmente autobiografico, narra le vicende di una giovane poliziotta alle prese con le testimonianze di donne vittime di violenza e i suoi tentativi per convincerle a denunciare.

In chiusura di giornata, alle 17:00, sarà la volta del primo dirigente della questura di Treviso, Rita Cascella, con Scacco matto – Il re è morto, nuovo romanzo dell’autrice e sequel de “La stirpe di Ramfis”, che vede al centro della storia le vicende del frizzante commissario Beatrice Pergolesi. In questo nuovo caso si interessa a una nuova indagine che coinvolge una campionessa di scacchi.

Presso l’area espositiva della Polizia di Stato, Sarà possibile conoscere meglio la graphic novel Il commissario Mascherpa, prodotto editoriale della rivista Poliziamoderna, ormai giunto al sesto volume, Fuoco di Natale, dove il commissario di Diamante dovrà indagare sull’assassinio di un imprenditore freddato con un colpo di Kalashnikov dopo che la sua fabbrica è stata data alle fiamme, un vero e proprio avvertimento di stampo mafioso. Il fumetto, pensato come veicolo educativo di legalità verso i giovani, è anche uno strumento di solidarietà poiché il ricavato della vendita è destinato al Piano Marco Valerio, un progetto nato per dare sostegno concreto alle cure delle malattie pediatriche gravi e croniche dei figli dei dipendenti della Polizia di Stato. Presso lo stand è possibile acquistare i 6 volumi (La Rosa d’argentoMare NeroBanditiOnorata Sanità e Il ritorno dello scorpione e Fuoco di Natale) oltre a Murky Waters e Big Game, volumi editi in lingua inglese.

Grande folla a “Librolandia” per un calendario ricchissimo di iniziative

Al via il Salone del Libro di Torino aperto questa mattina al Lingotto, all’Oval e Centro congressi. Già prima dell’apertura stamane  era presente una grande folla. All’inaugurazione  Annalena Benini, nuova direttrice, con  i ministri della Cultura Gennaro Sangiuliano e Giuseppe Valditara, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il presidente del Piemonte, Alberto Cirio. È seguita la lezione inaugurale di Elizabeth Strout. ‘Vita immaginaria’ è il tema di questa edizione numero 36. Tra i nomi più attesi Salman Rushdie che dialogherà  con Roberto Saviano. Rushdie presenterà il suo nuovo libro, Coltello, Meditazioni dopo un tentato assassinio (Mondadori, 2024) ripercorrendo per la prima volta l’attentato  del 12 agosto 2022.

Manuela Repetti al Salone del Libro con “Sotto la neve”

Manuela Repetti è per la seconda volta in libreria con il nuovo romanzo “Sotto la neve” (edizioni Epoké), nel quale l’autrice di Novi Ligure – già parlamentare e oggi impegnata nella cybersicurezza- affronta molti temi di attualità quali la solitudine come ostacolo al sentirsi parte di un tutto e il rapporto con gli altri e la natura.

La presentazione si è tenuta al Salone del Libro di Torino con la partecipazione di Giovanni Terzi e dell’editore Simone Tedeschi. In sala il presidente del Museo del Cinema di Torino Enzo Ghigo e l’ex ministro della Cultura Sandro Bondi, marito di Repetti.

IL LIBRO

Quando l’inverno scende su Lastville, il ghiaccio si mescola alle ombre più cupe: una bambina è scomparsa e tutto il paese è chiamato a cercarla. Ma nel cuore della tundra canadese, dove la neve nasconde perfino le impronte più profonde, la verità è spesso indistinguibile. Lo sanno bene Linda e Philip, mentre l’inverno che avanza mette a dura prova le loro solitudini. L’unico fascio di luce proviene dalla natura incontaminata e dai suoi animali, da cui Linda cerca disperatamente conforto.