Sabato 4 febbraio 2017 ore 21.00

MATITA: piano elettrico e quattro disegnatori

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Ingresso: Intero 10 euro, ridotto 7 euro

MATITA TEATRO

 

 

I percorsi di Rivolimusica, sempre arricchiti da nuove sinergie e coproduzioni, proseguono all’insegna di una sperimentazione che insegue e sottolinea le molteplici possibilità dell’Arte spingendosi fino alla completa commistione tra le discipline. Le sale del  Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ospiteranno MATITA, quintetto composto da piano elettrico e quattro disegnatori: un tavolo microfonato, amplificando il suono prodotto da matite, penne e pennarelli, restituirà al pubblico un momento sonoro oltre che visivo, ove protagonista assoluto diventa il gesto ritmico custodito nell’atto stesso del creare colto nella sua immediata realizzazione. Il disegno, come pulsione della mano creatrice che imprime moto fluido all’idea, genera un cosmo di reazioni naturali e sincroniche che risvegliano molteplici sensi transitando dallo spazio visivo a quello uditivo, con la musica elettronica densa e materica dalla quale scaturiscono gli insoliti movimenti dei danzatori Balletto Teatro di Torino coreografati da Renata Sheppard. Lo spettacolo multimediale con musica elettronica, danza e matite da disegno si inserisce nel progetto Concerti al Castello, sette appuntamenti organizzati in collaborazione con il Castello di Rivoli e con il Dipartimento Educazione del Museo, coinvolto nel programma destinato ai giovani Di che musica 6? che prevede incontri interdisciplinari tra arte e musica attraverso workshop e seminari con musicisti/compositori in relazione ai diversi linguaggi musicali. Il Carnet Concerti al Castello offre al pubblico la possibilità abbinare la visita al Museo con gli spettacoli di Rivolimusica in programma presso la prestigiosa location di Piazza Mafalda di Savoia.

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MATITA è un quintetto composto da piano elettrico e quattro disegnatori ritmici. Attivo come collettivo artistico a partire dal 2009, ha partecipato con i suoi concerti a rassegne e festival (Audiovisiva 2009 a Milano, Soulfood 2012 a Roma, Festival della Letteratura 2014 a Mantova, Ipercorpo 2015 a Forlì). Nel 2015 esce il primo disco per SSTARS (Berlino), registrato da Lorenzo Monti (Musica da cucina, Laboule, Bob Corn, A. Boccardi, Manetti) e masterizzato da Nick Zammuto (The Books); il disco, stampato in edizione limitata con tre copertine diverse per il vinile e venticinque copertine diverse per la versione cd, è caratterizzato dal groove del piano elettrico, le cui melodie si innestano sugli intrecci ritmici di matite, penne e pennarelli. Una sonorità a cavallo tra elettronica minimale, echi jazz-prog anni ’70 e respiri ambient, dove il ritmo è semplicemente disegnato. Da marzo 2016 la residenza di MATITA presso AGON, storico centro di musica elettronica e sperimentale milanese, con un progetto di sviluppo della ricerca gesto-interazione e video-interazione.

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Renata Sheppard, classe 1982, è un’artista multimediale che ha sviluppato la sua carriera tra Stati Uniti, Europa e Asia. Ha conseguito il Master of Fine Arts in “Dance Performance and Choreography” presso la University of Illinois at Urbana-Champaign, specializzandosi in tecnologia, cinema e interattivitá, ottenendo inoltre il “Laban Movement Analysis Certificate” presso il Laban Bartenieff Institute of Movement Studies a New York. Riconosciuta a livello internazionale per le sue metodologie innovative che uniscono la danza a diverse discipline, crea opere per palcoscenico, schermo e performance site-specific lineari e interattive. I suoi lavori sono il riflesso di un percorso che unisce creatività e innovazione, con particolare attenzione rivolta all’audience development e alla creazione di un futuro sostenibile per l’arte. E’ fondatrice e direttrice artistica di Experimental Film Virginia, evento che ospita artisti da tutto il mondo con l’obiettivo di definire nuovi linguaggi della sperimentazione cinematografica attraverso l’interazione tra danza, spazio e suono. Renata considera i propri lavori performativi come ‘sculture viventi’, una collezione di ingredienti coreografici raccolti grazie a un’indagine che ri-contestualizza e giustappone luce, corpo, materiale, architettura.