Non c’è più limite alla decenza e al buon senso. Una professoressa 54 enne circuisce una allieva 14 enne, corteggiandola con baci, chat, regali.
Non c’è più limite alla decenza e al buon senso. Una professoressa 54 enne circuisce una allieva 14 enne, corteggiandola con baci, chat, regali.


L’economia italiana, certo nel contesto di quella europea, sta andando verso il disastro? I prezzi sono sempre più alti , le merci nei magazzini scarseggiano, nelle nostre strade molti negozi hanno tirato giù le saracinesche e i prezzi vertiginosi non ci danno neppure più la garanzia della qualità .I supermercati hanno di fatto il monopolio del commercio. Un’economia cinese fondata sul disconoscimento della qualità imperversa dappertutto. Lo stesso euro non ha svolto la funzione prevista ottimisticamente da Ciampi. Questa è una verità su cui riflettere. Le grandi aziende licenziano e delocalizzano. La grande industria italiana è ormai in mano straniera. Si parla di nuovi poveri, mentre parte di chi studia pensa alla Palestina invece che ai libri e alle lezioni. Il Governo attuale non si sta purtroppo rivelando all’altezza, formato da donne e uomini spesso non in grado di governare neppure un Comune, se si eccettuano pochissimi ministri/e . L’eredità nefasta dei Governi Conte, Renzi, Gentiloni, Letta appare oggi in tutta la sua drammatica realtà. Anche i conati di violenza che si stanno manifestando in modo preoccupante sono indice di un clima allarmante per la democrazia. Pasqua, al di là del tempo meteorologico, rivela la perdita della serenità di molte famiglie che hanno dovuto rinunciare a qualche giorno di vacanza per ragioni economiche. Il pranzo in un ristorante ha raggiunto prezzi proibitivi con menù spesso banali. La politica in vista del voto si rivela particolarmente cieca e induce con i suoi comportamenti a disertare in giugno le urne. L’Italia sta precipitando? Forse si’ e risulta difficile reagire, anche perché impelagati da due guerre in atto e dal ritorno del pericolo terroristico di matrice islamica. Parola di storico: sono molto pessimista su un presente sempre più squallido e pericoloso anche per mancanza di lungimiranza e per un eccesso di faziosità. Le condizioni difficili comporterebbero una coesione nazionale oggi davvero impossibile.
di essere una “neo nazista nell’animo”. Si tratta di un insulto oggettivo, se poi prodotto dalla cultura raffinata del filologo della scuola “barisienne”, esso appare il massimo degli insulti possibili perché intende offendere anche nell’animo non solo nella polemica politica contingente a cui un accademico dovrebbe restare estraneo. Dovrebbe infatti essere il professore a scusarsi per aver detto qualcosa di privo di senno, ma vedremo come si esprimerà un giudice in merito. Sono curioso di sapere come andrà a finire e attendo qualche battuta infelice del solito Emiliano. Uno che si sente “contentissimo” di essere definito “stalinista” dovrebbe lasciare ad altri il compito di difendere la democrazia repubblicana. Non ho mai stimato il professore di Bari, adesso lo ritengo un semplice e invecchiato propagandista. La faziosità politica non salva nessuno e devasta anche le menti degli studiosi fino a renderli ridicoli.
Lettere
pace che significasse la fine di Israele avrebbe conseguenze politiche immense che quattro ragazzini non sanno neppure pensare . Condivido molto l’operato della ministra Bernini, una donna colta e capace. Anche Anna Foa è stata chiara nel condannare la rinascita di un movimento studentesco succubo dei centri sociali. Ha fatto bene il rettore dell’”Alma Mater” bolognese a staccare gentilmente il microfono alla studentessa fanatica che vomitava insulti in aula magna. Il ’68 non deve tornare! La protesta civile e democratica è sempre bene accetta, ma la violenza infarcita di insulti va colpita. I cattivi maestri alla Canfora vanno smascherati per quello che sono: agitatori stalinisti orgogliosi di esserlo anche oggi!


Ricordo la presidente Augusta Guidetti Grosso, anglista di fama, con cui trattenni un ottimo rapporto per tanti anni. Ho cercato di imparare ad organizzare un po’ di cultura, guardando all’esempio suo e di Irma Antonetto. La prof. Grosso, pur essendo moglie del sindaco di Torino e famosissimo giurista, era una donna totalmente libera da obbedienze di partito come dimostrò di essere anche il marito. La Grosso invitò a parlare nel 1966 il deputato missino Tripodi su Gozzano e i Crepuscolari. La conferenza non suscitò scandalo ed io studente di liceo andai ad ascoltarla perché già amavo Gozzano prendendo preziosi appunti che mi servirono per la Maturità. Con la prof. Grosso si stabilì un rapporto nel tentativo vano di mettere d’accordo l’associazionismo culturale torinese che in tempi successivi venne manu militari conquistato e piallato dal circolo dei lettori e dal Polo del 900. Ambedue però sbagliarono nella loro operazione di pulizia etnica e di egemonizzazione perché la Procultura e il centro che presiedo non si piegarono. Anche la prof. Grosso non avrebbe mai accettato di ammainare la bandiera gloriosa di oltre 100 anni di cultura libera.
mancano di una classe dirigente locale e nazionale. Ma il peggio è in Calenda e in Renzi che ormai dovrebbero limitarsi a passare le proprie ore ai giardinetti . “Torino bellissima” appare politicamente ormai morta, pur avendo avuto ed avendo molti consiglieri comunali in carica. Un bel progetto che non è stato coltivato. Adesso anche “Torino bellissima” si rifugia sotto l’ombrello protettivo di Cirio. La lista civica dovrebbe portare voti, qui sembra invece che tutti si attacchino a Cirio per sperare in un seggio sicuro. Molti si illudono perché i seggi sicuri sono solo quelli del listino di cui non si sa nulla.
Il centenario del delitto Matteotti moltiplica i libri sul tema, da parte di ex comunisti che hanno sempre disprezzato il socialista Matteotti. Libri stantii, ripubblicati con lievi correzioni che negano o svalutano il valore socialista di Matteotti per ripetere la solita vulgata antifascista. In testa a tutti si distingue il Polo del ‘900 e l’istituto Salvemini, come sempre allineato e coperto sull’estrema sinistra dopo la morte di Valerio Castronovo, uno storico vero. Gino Lugli

volgarità di Bramieri, abbiamo chiaro chi fosse Chiari. Andò con Mussolini a Salò e si lasciò sedurre dalla cocaina come molti altri attori. Ebbe un tramonto triste. Lo ricordo in un teatro Alfieri semi vuoto: una grande tristezza. Eppure fu uno dei più grandi comici italiani. Dimenticarlo oggi appare meschino oppure è il segno dei tempi bui che viviamo. Fu tanto più grande di D’Apporto e di Campanini anche loro dimenticati. Chiari fu secondo solo a Rascel. In Tv era molto meglio della coppia Vianello-Mondaini e anche della coppia Tognazzi – Vianello. Tutti provenienti dalla Rsi e transitati in Rai senza problemi. Solo Nuto Navarrini ebbe difficoltà a “riciclarsi” . Ma Walter Chiari oltre ad essere un grande professionista ebbe anche le fierezza intima di rimanere sé stesso senza mai eccedere. Era la raffinatezza del teatro di Terenzio rispetto a quello di Plauto infarcito di battute dozzinali estranee al repertorio di Chiari.
Rispetto un ottuagenario ormai a riposo ed evito le polemiche sterili perché fatte tra persone che non possono intendersi perché troppo diverse. Se penso a esponenti della corte sabauda come Vittorio Prunas Tola o Umberto Provana di Collegno che conobbi in passato e vedo gli attuali cortigiani rabbrividisco.
Avrei preferito che lei avesse deciso di uscire allo scoperto con tanto di firma, ma io pubblico la Sua lettera egualmente, senza toccare una virgola, al di là del fatto di condividere o non condividere le sue riflessioni che possono riferirsi, penso, all’associazionismo Lionistico, Rotaryano o di qualche altra sigla minore. I Suoi toni mi sembrano ingenerosi anche perché nessuno è obbligato a rimanere socio e tutti i Suoi problemi – se reali – Lei li risolve con una bella letterina di dimissioni. Io vado spesso volentieri a parlare, ospite di questo associazionismo e mi sono sentito sempre a mio agio e non ho mai subito dei veti o delle restrizioni. Sono luoghi di libero dibattito. Se qualche esponente di quell’associazionismo, vuole intervenire, sarei lieto di pubblicare delle repliche. Non c’è bisogno di nessuna difesa d’ufficio da parte mia. Faccio solo una riflessione oggettiva: l’associazionismo nel suo insieme purtroppo è in crisi. Io fui socio in passato di un club di circa 150 soci molto autorevoli. Forse quell’esperienza appartiene al passato. Il Covid, il pc, la vita professionale e sociale di oggi hanno inciso pesantemente. Quale sarà l’associazionismo del futuro? Non saprei rispondere, ma credo che la necessità di ritrovarsi insieme tra uomini e donne in libertà in un clima di amicizia sia destinata a vivere anche nel futuro. Nessun collegamento a distanza potrà sostituire l’incontro tra persone. Creda a me, lasci stare i club libertini del ‘700 tanto amati da Scalfari: io li ho studiati all’Università con Venturi e non sono un modello né per l’oggi né per il futuro.