“I dati Istat danno un quadro desolante della situazione del Paese. La portata eccezionale della diminuzione del pil conferma più che mai la situazione di emergenza da cui l’Italia non riesce a risollevarsi.
Sarebbe necessario un colpo d’ala da parte di questo governo, da queste percentuali bisognerebbe ripartire costruendo una strategia politica per industria, lavoro e consumi mentre sembra voler perseverare nella sua politica assistenzialista. L’errore più grande dell’esecutivo è quello di non avere la capacità di comprendere che con i bonus senza sostenere adeguatamente la filiera produttiva ed imprenditoriale queste percentuali da incubo non diminuiranno. Se nel Dl Rilancio non saranno previste adeguate risorse per gli investimenti ma soltanto bonus e liquidità a pioggia utili per un consenso immediato, la ripresa rimarrà una chimera.” Lo dichiara in una nota Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia.
Quando il ‘Capitano’ era una recluta
Consegnata a Matteo Salvini la tessera di socio onorario dell’Associazione Undicesimo Battaglione Fanteria Casale
Correva l’anno 1995 ed un giovanissimo Matteo Salvini venne a Casale come recluta dell’Undicesimo Battaglione Fanteria Casale.
A distanza di diversi anni mercoledì, mentre si trovata a Valenza per un appuntamento a sostegno della candidatura a sindaco di Maurizio Oddone, ha ricevuto dalla segretaria dell’Associazione Undicesimo Battaglione Fanteria Casale, Ester Patanella, una pubblicazione di Ettore Bongiovanni sulla storia del glorioso Battaglione, che ha terminato la sua attività nel 1999, e la tessera di socio onorario dell’Associazione.
A che punto è la notte
Dalla morte di Cesare Romiti ai 35 giorni alla Fiat il passo è breve. 40 anni giusti giusti. Si rientrava la terza settimana d’Agosto, visto che agli inizi di settembre incominciava la Festa dell’Unità al Parco Ruffini.
Rom, Forzese (FdI): “Comune doppiogiochista”
“Apprendiamo con stupore che, dopo aver negato per quasi una settimana l’esistenza del problema, finalmente l’Amministrazione comunale si sia decisa ad intervenire per sgomberare il campo rom abusivo sorto dopo l’abbandono di via Germagnano.” Così Enrico Forzese di Fratelli d’Italia.
“Per primi, come Fratelli d’Italia, ci siamo recati sul posto per vedere la situazione con i nostri occhi ed ascoltare i residenti. L’Appendino aveva risposto alle sollecitazioni dell’opposizione sostenendo che, di fatto, ci fossero soltanto due roulotte abusive: ancora una volta ha mentito ai torinesi.” continua Forzese.
“Chiediamo chiarezza al Comune: quali misure saranno attuate per recuperare i 1000€ assegnati alle famiglie sgomberate in via Germagnano che non hanno rinunciato al nomadismo? Pretendiamo che quei soldi vengano recuperati coercitivamente, se necessario: si tratta di soldi e risorse dei torinesi che non possono esser buttate via nell’ennesimo regalo agli irregolari. Il Sindaco ci deve delle risposte e, per una volta, dovrà essere Chiara.” conclude Forzese.
Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino, parlamentari piemontesi di Forza Italia intervengono Sulla candidatura di Torino per ospitare la sede del Trinunale europeo dei brevetti
”E’ scritta nella sua storia. Per questa ragione non esitiamo a riconoscerci nella richiesta avanzata nei giorni scorsi dall’assessore Sacco. Al di là delle ovvie distinzioni politiche, non possiamo non condividere la legittimità di una candidatura come quella di Torino, città dove è stata fondata l’Accademia delle Scienze e dove è stata inaugurata la prima sede dell’Ufficio italiano brevetti e marchi. Senza trascurare il fatto che a Torino hanno la loro sede i più importanti studi legali specializzati in proprietà intellettuale.”
Referendum, Di Maio ribadisce il proprio SI’
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ribadisce il proprio sì e quello di M5S al referendum sul taglio dei parlamentari, in una intervista rilasciata a Fanpage:
“L’obiettivo di questa riforma è portare il numero dei parlamentari italiani a quello della media europea: la Germania ne ha circa 700, la Francia circa 500, mentre l’Italia ne ha 945. E’ un numero ampio perché questo Parlamento è stato disegnato dopo il fascismo, quando andava creato uno Stato.
Poi sono nati i consigli regionali, i consigli comunali. Oggi tagliare 345 parlamentari significa tornare a una normalità”. Per Di Maio “Non è una battaglia di anti-politica, ma ci sono anche dei risparmi, mezzo miliardo nel complesso. Sono soldi che gli italiani risparmieranno. All’ultima votazione tutti i partiti l’hanno votata, e quindi ci aspettiamo un sostegno anche da chi l’ha votata in Parlamento”.
“Per questo voteremo NO”
“La nostra Costituzione è nata, tra gli altri scopi, per unire un Paese profondamente diviso, mentre il prossimo 20 settembre il Referendum sarà l’ennesima occasione per disgregarci – commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.
“Il taglio dei parlamentari ci rende tutti più distanti, e questo è d’altronde il ruolo del populismo: metterci sempre gli uni contro gli altri sotto slogan che non rappresentano la realtà: non possiamo farci sfamare continuamente dagli slogan populisti che equiparano un parlamentare ad uno spreco”.
“Noi – prosegue Grimaldi – da sempre ci battiamo per aumentare la qualità dei nostri rappresentanti: crediamo che si debba raggiungere la parità di genere in Parlamento e nei Consigli regionali e siamo convinti che ci voglia più rappresentanza. Sappiamo che ancora oggi molta parte della società non riesce a far sentire la propria voce nelle istituzioni e la diminuzione del numero dei parlamentari non risolve questo problema, lo esaspera e allontana ancora di più il Parlamento dai cittadini. Voglio farmi rappresentare meglio, non meno: per questo settembre noi voteremo NO”.
Si è svolto oggi a Torino un flashmob di Radicali Italiani e dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta di fronte al Consolato onorario della Bielorussia proprio mentre a Minsk infuriano le violenze del regime contro i manifestanti.
Referendum, il voto “contro” e non solo “per”
In ogni contesa referendaria – e la concreta esperienza storico e politica italiana lo conferma in modo persin plateale – si vota per riaffermare la propria posizione con forza ed intransigenza ma, al contempo, si vota anche “contro” qualcuno o qualcosa. Sono gli stessi dibattiti referendari che ce lo dicono con rara chiarezza.
Perchè, accanto al merito dei quesiti referendari, c’è sempre un contesto, o meglio, un ambiente politico da cui non si può prescindere. E in ballo, dietro al quesito referendario, ci sono degli avversari/nemici da ridimensionare o da abbattere politicamente. Com’è sempre, e puntualmente, avvenuto.
Insomma, c’è sempre una miscela permanente e strutturale tra voto “per” e voto “contro”. E questo vale anche, se non soprattutto, per il voto sul taglio dei parlamentari del prossimo 21/22 settembre. Dopo una partenza in sordina e un po’ piatta, forse per l’atavica paura di incrociare le spade contro il populismo anti politico ormai dominante, gli organi di informazione hanno iniziato a sviscerare e a spiattellare i vari retroscena che giustificano questo assunto. Cioè il voto “contro”. Ma non contro la casta, l’establishment, il potere costituito e i privilegi. Cioè tutto l’armamentario caro alla storica, e ormai sempre più noiosa, propaganda del populismo grillino. Perchè, oggi, su tutti gli elementi che si vogliono o si possono accampare, ce n’è uno che svetta sugli altri. Senza concorrenza. E cioè, per chi voterà No, si tratta anche e soprattutto di un voto contro l’antipolitica, contro l’antiparlamentarismo, contro la demagogia, contro il populismo, contro i detrattori della democrazia rappresentativa, contro i predicatori della tanto detestata casta. E quindi, contro i detrattori della rappresentanza democratica parlamentare. E cioè, per sintetizzare ancora meglio, contro il progetto politico e l’esperienza politica dei 5 stelle. Senza coinvolgere il Governo o il Premier che, francamente in questo caso, sono abbastanza estranei alla materia in questione. Perchè è inutile girarci attorno. Se vince il Sì, come è evidente a quasi tutti, vince il progetto populista, antiparlamentare e antipolitico dei 5 stelle. E basta. Con tanti saluti a quel 95% che ha votato, irresponsabilmente e forse anche un po’ ipocritamente, Sì al quarto passaggio parlamentare. Non a caso sta progressivamente, ed esponenzialmente, aumentando di numero di tutti quelli che rivedono la propria posizione al punto che la fatidica “libertà di coscienza” o “libertà di voto” sta diventando la parola d’ordine che alcuni partiti lanceranno ai propri elettori, pur sostenendo molto timidamente un Sì burocratico e protocollare. Una posizione tipicamente ed autenticamente pilatesca, nonchè irresponsabile, perchè tutti ben sappiamo che la libertà di coscienza centra poco, se non nulla, con i processi di revisione costituzionale e con la visione della democrazia e delle istituzioni repubblicane che ogni partito, almeno per decenza, dovrebbe avere senza appellarsi qualunquisticamente alla coscienza dei singoli. Ma, al di là di questo malcostume politico, è indubbio che il voto “contro” in questo mese può innescare un meccanismo politico ed elettorale difficilmente controllabile e verificabile. Anche perchè il voto cosiddetto “anti casta ed antiestablishment” esaltato e teorizzato dai 5 stelle per giustificare il Sì rischia, almeno in questa occasione, di trasformarsi in un potenziale boomerang. E questo per un semplice motivo. Di norma, chi conta il maggior numero di parlamentari, di ministri, di sottosegretari, di membri dei più importanti consigli di amministrazione del potere nazionale, difficilmente può continuare a fare battaglie contro la casta e contro l’establishment. Perchè, come dovrebbe essere noto un po’ a tutti, la casta, da sempre, coincide con chi detiene il potere e con chi è al potere in quel particolare momento storico. Per questo il voto “contro” la propaganda populista e anti politica dei 5 stelle entra a pieno titolo nella battaglia referendaria del prossimo 21/22 settembre. Piaccia o non piaccia ai sostenitori, legittimi, del Sì e del No.
Giorgio Merlo