LEU, Sinistra Italiana, Articolo Uno e Possibile: le primarie in sicurezza possono essere lo strumento per farlo.
“Il nostro obiettivo è portare Torino fuori dalla crisi economica e sanitaria, sconfiggere le destre alle elezioni e diventare nuovamente una capitale europea della qualità della vita.
Per farlo crediamo sia vitale allargare il campo e aprirsi all’ascolto e alla partecipazione, per arrivare a una candidatura capace di creare consenso, passione e mobilitazione, dotata di una credibilità umana e politica che sconfini oltre la propria parte.
In quest’ottica, ci siamo sempre resi disponibili a trovare una sintesi nella coalizione, ma in assenza dei presupposti necessari le primarie, svolte in sicurezza, possono andare nella direzione sperata e ci sono stati segnali di partecipazione civile che suggeriscono di sceglierle” – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione, Matteo Cantamessa, Articolo Uno Torino, Elena Chinaglia, Sinistra Italiana Torino e Francesca Druetti, Possibile Torino, in merito alle candidature per il centro-sinistra a Sindaco di Torino.
“Esprimiamo grande preoccupazione per la situazione della riduzione da parte di Pfizer delle dosi del vaccino contro il Covid-19 e riteniamo importante che venga fatta la massima chiarezza sulle conseguenze che questi tagli potrebbero avere per il Piemonte” dichiarano il Vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Domenico Rossi e il Presidente del Gruppo Pd Raffaele Gallo.
“Oggi abbiamo chiesto alla Giunta regionale un’informativa sul tema e ci dispiace non sia stata fatta immediatamente perché i cittadini hanno necessità di capire al più presto se questa situazione avrà conseguenze sulla campagna vaccinale e, in particolare, vogliamo avere rassicurazioni in merito alla somministrazione della seconda dose in tempi corretti” proseguono i Consiglieri dem.
“In questo contesto – concludono Rossi e Gallo – assume un’importanza ancora maggiore l’utilizzo ottimale di tutte le dosi, evitando gli sprechi. A questo punto ci attendiamo che già domani la Giunta ci dia risposte su una vicenda tanto delicata. Inoltre, ci aspettiamo di conoscere i dettagli sugli accordi annunciati con i medici di base e i farmacisti sulle modalità di somministrazione delle prossime dosi dei vaccini”.
“Esprimo la mia soddisfazione per l’approvazione della proposta di delibera n. 131 che prevede indirizzi per l’utilizzo delle risorse trasferite alla Regione Piemonte con DL 157/20 (Decreto Ristori Quarter).
La Regione grazie a questo atto rende disponibili 20,5 milioni di euro per gli operatori del settore del “turismo sulla neve”. Si tratta evidentemente di un comparto letteralmente in ginocchio visto che a differenza di altre attività quelle in oggetto continuano a subire chiusure mirate a causa del protrarsi della pandemia. Si tratta di una ulteriore boccata d’ossigeno per categorie duramente colpite dalla crisi, che integra importanti misure poste in essere dalla Regione a partire dalla primavera scorsa, quali il Bonus Piemonte, le misure per la riduzione dei costi su mutui e finanziamenti, il Bonus Cultura, il Bonus Vacanze. Si tratta di un pacchetto di misure, evidentemente a carattere emergenziale, che siamo consapevoli non poter costituire una risposta definitiva, ma che sicuramente rappresentano un elemento vitale per tante attività economiche che costituiscono la spina dorsale di interi comparti economici e per tante famiglie. A seguito dell’approvazione di questo provvedimento seguirà successivamente la definizione delle quote di riparto tra i beneficiari e i comuni sedi delle attività economiche individuate”. Ad affermarlo in una nota il capogruppo di Forza Italia della Regione Piemonte Paolo Ruzzola e i consiglieri regionali Alessandra Biletta, Franco Graglia e Carlo Riva Vercellotti.
Alla ricerca della credibilità perduta
I punti si contano quando le bocce sono ferme. Saggezza popolare. Mi sa che questa partita sul governo non è ancora finita. Ma ci sono già gli eroi del caso. Primo fra tutti il Senatore Ciampolillo.
Vota un po’ in ritardo ma il ragazzo ha imparato il mestiere. Da Bari vorrebbe fare il Ministro dell’Agricoltura. Mi sembra del tutto legittimo visto che fanno i ministri Di Maio e Bonafede. Altro eroe è Clemente Mastella. Manda avanti la moglie che ha come progetto politico essere la moglie di Clemente Mastella. Tutti hanno già ottenuto qualcosa: ulteriore spostamento dell’asse del governo verso gli interessi del Sud. Ed infine lui: Nencini. 30 anni fa si è comprato il simbolo del Psi ( quello di Bettino Craxi , per capirci ) ed ha fatto la sua fortuna. Toscano e non dimentico delle sue origini, grande amico di Matteo Renzi. Ha perso Matteo Renzi? A me non pare proprio. Al di la’ delle ciance, contano i numeri. Conte al senato deve sempre e necessariamente passare per le forche caudine di Italia Viva. Vero, non è andato a casa, ma mi sa che la resa dei conti è solo rinviata. Il toscanaccio continua ad avere un grande alleato: nessuno vuole andare a votare. Per Matteo Salvini altra caduta di stile. Attacco frontale ai senatori a vita perché hanno votato la fiducia. Figura becera. Mentre la Senatrice Segre è stata stupenda e meravigliosa come la sua vita. E Matteo Salvini non è stato meraviglioso come non è stata meravigliosa la sua vita, almeno quella politica visto che , tra le altre cose era e vuole essere un epigono di Trump.
Così non ci siamo proprio ed intanto l’Europa boccia il progetto del ricoveri fine. Non è credibile. Non siamo proprio messi bene. Tanto rumore per nulla? Questo non si può dire in assoluto.
Direi un’altra cosa: tanto rumore per perdere ancora in credibilità. Le destre incalzano: impossibile che dietro Matteo Renzi non ci sia qualcuno di potente. Magari si è lasciato andare. Se si fermava prima era meglio anche per lui. Oramai siamo al dopo. Come siamo al dopo a Torino per la scelta del candidato Sindaco del centro sinistra. Il tentativo di mediazione tra Salizzoni e Lo Russo è naufragato imponendo alla direzione del PD di dover scegliere tra i due. Dal Nazareno arriva ( forse ) il salvagente. Le primarie si faranno online. Come , dove , quando e soprattutto con chi non è dato sapere, almeno per ora. Ciò che si sa è il rinvio ad ottobre causa Covid. Cinquestelle e PD prendono la palla al balzo non sapendo che pesci prendere. Dispiace per la Sindachessa per la ennesima minaccia ricevuta dagli antagonisti anarchici per lo sgombero dello stabile di Corso Giulio Cesare. La legalità è sempre un buon viatico per il fare e cambiare. Sullo sfondo come spendere i soldi che arriveranno. Anzi che dovrebbero arrivare e poi essere bene spesi. L’ulteriore spostamento verso gli interessi del Sud non depone a favore del rilancio economico della nostra Città. Grande can can per la quotazione in borsa di Stellantis.
Lontani, lontanissimi i tempi del dopo guerra quando Valletta trovava i fondi necessari per il rilancio produttivo della Fiat. Li trovava non solo con il piano Marshall. Volava a Londra ed anche lì trovava i fondi. Ora Torino, Roma ed Europa dovrebbero essere un tutt’uno. Dovrebbero ma ho decisamente paura che non sia così. La nostra Città rischia di essere la Cenerentola di turno.
Vediamo. Sperando che il nostro pessimismo sia smentito dai fatti. Per ora i fatti al Senato come a Torino confermano i nostri timori. Il nostro pessimismo.
Patrizio Tosetto
Il voto del Senato è stato di una chiarezza spietata: il governo va avanti con un filo di gas residuo in attesa di uno show down soltanto rinviato.
Il quadro politico emerso al termine di due giornate politiche surreali fotografa il segretario del Pd Nicola Zingaretti nel ruolo del Cireneo, di chi deve caricarsi la croce per tenere in piedi quello che in piedi non sta più. Il governo esce dal dibattito parlamentare più debole di come vi è entrato.
E la debolezza numerica è soltanto la manifestazione di una più grave debolezza politica.
Al presidente della Repubblica non servono suggerimenti o consigli. Mattarella ha tutti gli strumenti per verificare che cosa è cambiato nel quadro politico e sa meglio di tutti se e quali determinazioni assumere.
on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia
C’erano una volta i comunisti
Gennaio è sempre stato un mese di stanca per la politica. Freddo e ripresa post vacanze natalizie. Per tutti i partiti tranne che per i pci. Il 21 gennaio si festeggiava la nascita del Partito Comunista d’Italia.
Dal dopoguerra tutti gli anni ed in particolare i decennali. Sezioni , centri zona e le federazioni. A Torino soprattutto . Orgogliosamente con il 50 % la nostra Città aveva contribuito alla nascita del Partito Comunista, Sezione della terza internazionale il 21 gennaio 1921 a Livorno.
Ordine Nuovo di Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti, Umberto Terracini e tanti altri. Torino con gli scioperi del 1917 e soprattutto del biennio Rosso, le Guardie Rosse a presidio delle fabbriche. Hanno fatto la rivoluzione in Russia. Tutto il potere ai Soviet. La democrazia è il fucile sulla spalla degli operai. Torino città rossa che votò per il 58 % socialista. Non solo questo: Città di Piero Gobetti superbo intellettuale e martire ucciso dai fascisti, o la comunità ebraica di Carlo e Primo Levi.
Fortissimo lo scontro sociale. Nel dopoguerra il Partito Comunista d’Italia cambio’ diventando partito Comunista Italiano. Tutta un’altra musica. La oramai famosa via italiana al socislismo. Nel ‘21 a Livorno i comunisti facevano la scissione per voler fare la rivoluzione. Palmiro Togliatti con la svolta di Salerno voleva fare la rivoluzione per via democratica. Dal dopoguerra le rivendicazioni delle proprie radici. Nel 1971 il primo personale ricordo. Teatro Alfieri. Per la prima volta vidi e sentii Pietro Comollo. Classe 1904. Tornitore e a 16 anni montava di guardia per difendere dagli assalti fascisti la sede dell Ordine Nuovo. Arrestato fece 4 anni di galera e poi commissario politico delle Brigate Garibaldi. Poi fino alla pensione responsabile della commissione quadri e Presidente della Comitato di Controllo Federale. Se qualche iscritto o attivista faceva qualcosa di irregolare finiva sotto le sue sgrinfie. Si mormorare che uno degli ultimi lavori fu nel 1973. Alle politiche del 1972 lo Psiup pur ottenendo oltre un milione di voti non elesse alcun parlamentare. Fecero il congresso di scioglimento e la maggioranza chiese ed ottenne l adesione al PCI. L ottenne, comunque non prima del vaglio di ogni singola posizione. A Torino fu Pietro Comollo che svolse questo delicato lavoro.
Bisognava sempre essere allerta contro infiltrazioni di provocatori. Si usava ancora così. Meglio fasciare la testa prima di essere feriti. Ovviamente Pietro non era l’unico fondatore ancora in vita a Torino.
Operai artigiani che non avevano piegato la testa durante la dittatura fascista. ogni sezione situata nei quartieri popolari ne avevano di iscritti. Zona Nizza, cresciuta intorno allo Stabilimento Lingotto. San Paolo con le famiglie storiche di mamma Pajetta o i Montagna tutti impegnati politicamente. Borgo Vittoria dove c’era la federazione provinciale. 5 piani in via Chiesa della salute 47. Poi la Barriera… Barriera di Milano dove noi giovani crescevamo a Pane e Resistentza. Il 1981 fu l’ultimo decennale. Poi 8 anni dopo il il pci non esisteva più. Una grande famiglia. Nulla da obbiettare a tale proposito. Ma anche le dinastie finiscono come è persino finito l’impero di Roma dopo 12oo anni.
L’eternità, se esiste non è di questo mondo. Attualmente ed indubbiamente c’è tanta nostalgia per il Pci di Gramsci Togliatti Longo e Berlinguer. C’è chi ” circoscrive ” questa nostalgia al solo Berlinguer. Tutto incredibilmente e meravigliosamente umano. Ma la nostalgia non è e non può essere una proposta politica. Chissà se il pianto di Achille Occhetto era liberatorio o angosciato? Probabilmente tutte e due e cose.
Da parte mia, per quel che vale, non ho pianto ma mi sono sentito liberato e libero.
Quella esperienza, quella ideologia, finendo mi rendeva libero. Non mi sentivo angosciato ed al tempo stesso non ho rinnegato nulla. Chi continua a parlare di tradimento degli antichi ideali mi dava e mi dà solo fastidio. Soprattutto chi sostiene che non possiamo festeggiare questo anniversario perché lo avremmo abiurato. È esattamente l’opposto. Non si sta parlando di errori. Si sta parlando di Storia. Proprio quella maiuscola. Importante, nella Storia è capirne il perché.
Storia che cambia. Il più delle volte i cambiamenti sono ineluttabili. Come il Pci. Prima rivoluzionario e poi democratico e rivoluzionario. Anche se, meglio precisare, che la violenza rivoluzionaria è un ossimoro con il termine democrazia è con il sistema democratico. Comunque sei si fanno raffronti tra allora ed il presente, quest’ultimo ne esce fuori a pezzi. La grandezza di quel passato contro le miserie attuali. Se poi si raffronta il ruolo politico e sociale di Torino, si entra nel più totale sconforto. Prima , la nostra Città era decisamente centrale. Ora sconsolatamente marginale. Ricordarsi , magari è propedeutico per un nuovo che stenta ad affacciarsi. 100 anni sono un secolo. Scuserete la (speriamo apparente) ovvietà. Si è detto che il 900 è il secolo breve per come è velocemente trascorso.
Vuol dire che ogni anno ne valeva 10.
E quando nasceva il pci, giganti del pensiero politico come Antonio Gramsci e Piero Gobetti si conoscevano e accrescevano la loro creatività intellettuale. Orbene se gli attuali politici recuperassero alcuni di quei valori non sarebbe male.
Ma per farlo dovrebbero leggere e qui la cosa è dura se non impossibile. Noi l’abbiamo fatto e siamo convinti che un possibile futuro passa anche attraverso la conoscenza di questo passato. Sicuramente glorioso.
Patrizo Tosetto
A Borgaro e Caselle nasce la Buona Destra
Nell’ottica di un sempre maggior radicamento territoriale, la Buona Destra per il Piemonte annuncia l’apertura di un nuovo Comitato territoriale: il Comitato per la Buona Destra di Borgaro e Caselle.
In un territorio come il nostro, importante dal punto di vista sociale, industriale e dalle infrastrutture strategicamente fondamentali per la ripresa socioeconomica dell’intera Provincia di Torino, la Buona Destra porterà avanti la propria proposta politica, basata su idee e progetti concreti, lontani dalla politica urlata e basata sugli slogan e sulle soluzioni semplificate a problemi complessi.
La Buona Destra vuole rappresentare una destra moderna, europeista, laica e moderata nei toni, ridando rappresentanza a tutti coloro che non si sentono più rappresentati da ciò che la politica contemporanea propone. Una destra che possa lavorare con programmi di ampio respiro e lunga durata, basandosi su valori forti tramite i quali immaginare e costruire il paese del futuro.
Nel corso degli ultimi mesi, fin dalla nostra nascita a Settembre scorso, la Buona Destra è cresciuta rapidamente in tutto il Paese e l’istituzione di questo nuovo Comitato territoriale è la dimostrazione della necessità di far riappropriare la politica di quel ruolo di guida responsabile per le sorti della Nazione, delle Regioni e dei singoli territori.
Il Comitato per la Buona Destra di Borgaro e Caselle rimane a disposizione di tutti coloro che vorrebbero ottenere maggiori informazioni riguardo le nostre idee, i nostri programmi ed i progetti che ci riproponiamo di portare avanti, all’indirizzo mail:
Pietro Piazzolla Claudio Desirò
Buona Destra Borgaro – Caselle Buona Destra Piemonte
Nel corso del gruppo di indagine sulla pandemia covid19 a palazzo Lascaris , è stato audito l’Ordine degli psicologi del Piemonte, con particolare riferimento alla ricerca condotta sui bisogni psicologici del personale sanitario e tecnico-amministrativo piemontese nell’emergenza Covid-19.
L’onda della pandemia, dopo un 2020 decisamente impegnativo, sarà lunga e si abbatterà su un contesto già molto affaticato. Al carico di lavoro aumentato, si aggiunga che anche il carico “relazionale” è aumentato, ora che i familiari non possono visitare i malati anche di lungodegenza.
Dovrebbe quindi essere l’occasione per istituire spazi di debriefing, supervisione, assistenza e supporto psicologico, disponibili anche oltre le fasi dell’emergenza, per il personale che opera in contesti socio-sanitari.
Tra l’elaborazione del bisogno e la domanda d’aiuto, c’è infatti un passaggio che è spesso complesso: i momenti di assistenza individuale e di gruppo dovrebbero essere riconosciuti nell’orario di lavoro, perché hanno una ripercussione diretta sul benessere del lavoratore e sul suo lavoro.
C’è inoltre, ancora da esplorare, la complessa situazione dei postumi psicologici dei pazienti covid: l’Ordine sta compiendo ora una ricerca sul punto, rispetto al quale il servizio sanitario dovrà farsi carico di offrire una risposta a una fascia di cittadinanza già estremamente provata dalla malattia o dall’isolamento prolungato.
Con questi fronti aperti, riteniamo fondamentale che il DIRMEI si doti di una specifica funzione legata alle problematiche psicologiche connesse all’emergenza covd19, analogamente a come era avvenuta nella prima ondata con il coinvolgimento dell’Ordine degli psicologi nell’unità di crisi, esperienza che si è però interrotta a giugno.
Daniele Valle, Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19
Domenico Rossi, Vicepresidente Commissione Sanità
“Finalmente Torino si è liberata dell’occupazione anarchica di Corso Giulio Cesare 45. Erano anni e anni che ne chiedevamo lo sgombero con Interpellanze alla Città, Interrogazioni al Ministro e incontri col Prefetto.
Ora l’attenzione resti alta per evitare nuove azioni” a dichiararlo sono la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e la capogruppo in circoscrizione 7 Patrizia Alessi, dopo l’operazione di polizia di questa mattina. “Contro le occupazioni anarchiche serve agire subito, non temporeggiare come avvenuto in questi anni. Altrimenti il risultato sono sacche di illegalità dove antagonisti e criminalità la fanno da padroni a discapito dei cittadini”.