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“La Piazza” pulisce il parco Colonnetti

Giovedì 16 luglio, a partire dalle 16,30

Ci ritroveremo davanti alla Casa nel Parco, via Panetti 1 (ang. Via Artom). Oltre all’immancabile mascherina, porta anche un paio di guanti!
Noi saremo lì a ripulire la zona da rifiuti più o meno recenti. Un’azione simbolica, certamente, ma importante nel suo significato più profondo: tutti possiamo prenderci cura concretamente del nostro territorio.

Lista civica La Piazza

L’attualità della sinistra Dc

Periodicamente, e quando si vuole parlare della politica con la P maiuscola o della qualità della classe dirigente politica si fa quasi sempre un esplicito riferimento alla esperienza e alla storia della sinistra democristiana.

Una esperienza che ha accompagnato, seppur con diverse forme e con modalità alterne, la storia cinquantennale della Dc e che ancora oggi, attraverso i suoi vari leader cresciuti in quella comunità, condiziona e orienta la politica italiana. Seppur in assenza del partito di riferimento, la Dc appunto.

Ora, almeno su tre fronti persiste la bruciante attualità della sinistra Dc.
Innanzitutto la qualità, lo spessore e la valenza politica e culturale dei suoi leader.

Nazionali e locali. È indubbio che molti leader e statisti della prima repubblica provengono
dalle fila della sinistra democristiana. Leader che, anche con una percentuale minima di
potere all’interno della Dc, erano comunque in grado di condizionare e addirittura di
guidare la strategia e la prospettiva dell’intero partito. Basti pensare alla sinistra sociale di
Carlo Donat-Cattin che, con il 7-8% dei consensi nel partito era in grado di condizionare
l’intera strategia politica della Dc. Per non parlare della sinistra politica di Base i cui
leader, da De Mita a Granelli, da Galloni ad Andreatta, da Tina Anselmi a Mino
Martinazzoli erano considerati punti di riferimento ineludibili per l’intera esperienza Dc
nonchè leader politici capaci di imprimere una impronta determinante e alcune volte anche
decisiva per la stessa qualità della democrazia italiana. Una classe dirigente nazionale
che, però, era accompagnata anche da leadership locali altrettanto importanti e di qualità.

Basti pensare ai sindaci delle medie/grandi città italiane e al loro magistero amministrativo
e politico esercitato con qualità e autorevolezza per molti anni.

In secondo luogo la profondità del pensiero e la ricchezza di cultura politica che
accompagnava quella straordinaria ed irripetibile esperienza. Le riviste, i tradizionali
convegni politici e di approfondimento culturale di Saint Vincent, Chianciano, Belgirate,
Lavarone e molte altre località che ricordano come quei convegni di studio, di analisi
politica e soprattutto di proposta politica riuscivano a dettare l’agenda dell’intera politica
italiana. E non solo della Dc dove la presenza dorotea e moderata era comunque sempre
forte e ragguardevole. Un luogo di elaborazione culturale, di progettualità politica concreta
e di cultura di governo quasi irripetibile nella storia democratica del nostro paese. Non solo
un laboratorio e, soprattutto, non solo un consesso di azione politica o, peggio ancora, di
mera distribuzione di potere. No, un presidio di cultura politica e di azione politica che
obbligava l’intera politica italiana a tenerne conto, a prescindere dalle varie collocazioni
della sinistra Dc nella geografia interna al partito. Maggioranza o minoranza faceva poca
differenza. La sinistra Dc era un punto di riferimento a prescindere dalla conclusione dei
congressi e dai tatticismi di potere e dai vari posizionamenti nel partito. Comportamenti ed
atteggiamenti validi ieri come oggi.

In ultimo la rappresentatività sociale, culturale e politica della sinistra Dc. Nessuno poteva
fare a meno della sinistra sociale di Carlo Donat-Cattin, e prima di Pastore. Lo ha detto più
volte lo statista Aldo Moro, anche quando la maggioranza dorotea del tempo del partito
non lo voleva o dopo la richiesta di esclusione dal Governo avanzata dal Pci durante le
stagioni della solidarietà nazionale. Non si poteva e non si doveva fare perchè DonatCattin

rappresentava, appunto, un pezzo di società che garantiva la conservazione della
natura popolare e sociale della Democrazia Cristiana. Così valeva per la sinistra politica di
Base e per la sinistra dell’area Zac in un secondo momento. Esperienze e realtà che non
solo erano qualificanti sotto il profilo politico e culturale ma anche, e soprattutto, sotto il
profilo della rappresentatività sociale e anche territoriale.

Ecco perchè l’esperienza della sinistra Dc ritorna d’attualità e non è facilmente
archiviabile. Nè può essere banalmente storicizzata. Certo, il “nulla della politica”, per dirla
con una felice espressione di Martinazzoli durante gli anni dello strabordante
berlusconismo, è difficilmente paragonabile con quella esperienza. Per non parlare
dell’attuale fase ancora dominata dai dogmi dei 5 stelle, cioè dal populismo demagogico e
anti politico. Ma se si vuole ridare credibilità, autorevolezza e qualità alla politica e alla sua
classe dirigente, non si può non incrociare l’esperienza vissuta e praticata dalla sinistra
democristiana e dai suoi tanti leader. Per il bene della politica italiana e non per una
banale e sterile riverniciatura nostalgica.

Giorgio Merlo

Allasia: “L’Assemblea torna a riunirsi in aula”

 “Martedì 14 luglio il Consiglio regionale ritorna in presenza, finalmente un ritorno alla normalità”.

Il Consiglio regionale ritorna a lavorare con la presenza dei consiglieri in Aula a partire da martedì 14 luglio. Così è stato deciso dalla Conferenza dei capigruppo, in base alla proposta dell’Ufficio di presidenza.

“Finalmente un ritorno alla normalità, dopo il Covid-19. Il rientro dei Consiglieri nell’Aula di Palazzo Lascaris – spiega il presidente Stefano Allasia – è anche un segnale importante di ripresa, che oltre a rendere più agevoli i nostri compiti legislativi, spero rappresenti appunto l’inizio del rilancio del Piemonte in generale”.

Sono state adottate particolari  cautele: la capienza massima dell’Aula è ridotta a 60 persone  munite di mascherina (i consiglieri regionali sono 51, compreso il Presidente della Regione ed a questi possono aggiungersi degli assessori esterni).  Ogni fase dei lavori dell’Assemblea è stata studiata, a partire dall’accesso all’emiciclo per evitare assembramenti. La permanenza in Aula non può essere superiore alle tre ore consecutive e solo dopo una pausa di mezz’ora può ripartire la seduta.

Imprese, le proposte di “Meritocrazia Italia”

È all’evidenza la riduzione delle quote di mercato occupate dalle imprese italiane in diversi settori d’esportazione.

La contingenza del recente stato emergenziale e delle conseguenti politiche discriminatorie praticate dai potenziali acquirenti è stata decisiva. Ma si tratta soltanto di una tra le ragioni alla base del problema. Si aggiungono, tra l’altro, un cronico difetto di digitalizzazione delle attività delle PMI italiane e la scarsa conoscenza di tutti quegli strumenti di incentivo all’internazionalizzazione già predisposti e a disposizione.

Sull’esigenza, avvertita oggi con maggior vigore rispetto al passato, di definire linee guida utili a
superare le criticità, lo scorso 8 giugno è stato firmato il c.d. Patto per l’Export, con
coinvolgimento dei Ministeri interessati al tema dell’esportazione dei prodotti italiani, delle
principali associazioni di categoria e, più in generale, di tutte le istituzioni (anche) governative in
grado di contribuire allo sviluppo dello specifico settore.

Rilanciare nel mondo il Made in Italy, vanto nazionale, rientra tra le priorità.
Meritocrazia Italia mostra condivisione per le linee strategiche tracciate in tale sede, nella
consapevolezza che, per traguardare i propositi di adeguamento del sistema dell’export italiano al
mutamento costante del mercato e di più agevole accesso delle PMI ai mercati esteri, sarà
necessario

– comprendere l’importanza di un coordinamento delle azioni, ad esecuzione tempestiva, con
rafforzamento del dialogo tra gli organismi coinvolti (organi istituzionali e categorie
imprenditoriali);
– migliorare la qualità della comunicazione strategica, perché il valore del singolo prodotto può
contribuire a dar prestigio all’immagine dell’intero Paese;
– puntare sulla promozione integrata di filiere nel loro complesso;
– incentivare l’innovazione e il ricorso a strumenti tecnologici di produzione, comunicazione e
relazione;
– promuovere, anche mediante meccanismi premiali, progetti innovativi;
– implementare il sistema informativo e di formazione degli imprenditori italiani, perché
possano conoscere e sfruttare le misure esistenti e di prossima definizione a sostegno
dell’internazionalizzazione;
– potenziare i sistemi di e-commerce, oggi punto debole del mercato delle PMI italiane;
– modernizzare il sistema fieristico, anche mediante una progressiva digitalizzazione e nuove
partnership con poli fieristici esteri, con diversificazione dei piani per settori e programmi speciali
di incoming di buyer stranieri;
– incrementare le risorse pubbliche al servizio dell’internazionalizzazione;
– prestare adeguamento continuo del piano strategico rispetto all’evoluzione delle esigenze.

Una concreta ed effettiva attuazione del Patto per l’Export potrebbe rivoluzionare il modo di
concepire l’esportazione e spiegare particolare utilità specialmente per quei settori che
maggiormente hanno risentito degli effetti della pandemia degli scorsi mesi e quelli più
innovativi.

Meritocrazia Italia auspica che al documento corrispondano azioni efficaci e in tempo reale, in
risposta alle esigenze correnti del mercato.
Perché questo sia possibile è indispensabile che tutte le parti coinvolte e soprattutto i
rappresentati istituzionali diano impulso fattivo alle linee programmatiche, affidando a figure
professionali adeguate il monitoraggio della gestione e dell’andamento del Patto. Lo sviluppo di
ogni settore è affidato alla competenza di chi avrà l’onere di coordinare l’attuazione delle nuove
strategie di export nel futuro prossimo.

Meritocrazia Italia
Il Presidente Walter Mauriello

Stato di emergenza e libertà

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Lo stato di emergenza verrà prorogato dal presidente  del  consiglio al 31 dicembre 

La situazione attuale della pandemia in Italia, a meno che ci nascondano dei dati, difficilmente giustifica un provvedimento del genere. Dobbiamo essere tutti disciplinati e non possono essere ammessi comportamenti difformi dalle regole perché la salute e la vita sono valori prioritari.
.
Ma non si può non pensare che una proroga del genere possa avere contraccolpi sulla democrazia e sulla libertà degli Italiani. Non basta una dichiarazione del presidente del Consiglio, ci vogliono motivazioni anche giuridiche e un voto del Parlamento come avvenne persino nella Repubblica illiberale di Ungheria. Non voglio mettere a priori in dubbio la buona fede di Conte, ma certo questo prolungamento allarma perché sarebbe un modo per prolungare la vita del governo per via sanitaria ed impedire di fatto libere elezioni. E’ meglio essere chiari subito prima di dover rimpiangere la perduta libertà che è un valore altrettanto importante rispetto a quello della vita, come ci insegna il Catone  dantesco e l’Ortis foscoliano, esempi dimenticati di un modo altamente etico di affrontare la vita con dignità.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Mahle, cessione vicina. Costanzo (M5S): “Incontro con Mise il 22 luglio”

“Siamo vicini alla cessione dello stabilimento dello stabilimento Mahle di La Loggia e Saluzzo ad un nuovo investitore italiano, solido e con un patrimonio consolidato – afferma la deputata torinese Jessica Costanzo (M5S) – in questi giorni la Mahle informerà i sindacati per esporgli lo stato della trattativa e l’obiettivo del nuovo investitore. 
Analogo passaggio avverrà con la Regione Piemonte”. “La proposta di acquisizione dei due stabilimenti è finalizzata al loro rilancio – aggiunge Costanzo –  dunque non si vedono pericoli per i lavoratori. Per loro questa è una buona notizia. La Mahle si è resa disponibile ad un incontro al Mise dopo la firma del preliminare così che il nuovo investitore possa in quella occasione presentare il Piano Industriale. Questo incontro avverrà il 22 luglio, in modo da non perdere tempo nel perseguire la soluzione che cercavamo da tempo” conclude la deputata.

Proposta di fusione Gattinara – Lenta. MPP scrive alla Regione

“Si tenga conto della volontà popolare, qualunque sia”

 

Il Movimento Progetto Piemonte con una lettera a firma presidente e consigliere con delega all’Identità Piemontese del Comune di Villamiroglio (Alessandria) sottolinea alla Regione Piemonte l’opportunità di modificare l’attuale assetto dell’iter per le fusioni di Comuni, per quanto riguarda la consultazione referendaria, oggi meramente consultiva. L’occasione è l’attuale percorso iniziato dai consigli di Gattinara e di Lenta. “Non è nostra intenzione entrare nel merito di questa vicenda –dice Iaretti, che tra l’altro appatiene ad una famiglia originaria proprio di Gattinara – perché sarebbe un atto di interferenza nelle libere decisioni di due comunità locali, ma questo problema era già stato da noi sollevato sin dallo scorso anno, partendo dalle esperienze negative di tre precedenti consultazioni referendarie, avvenute nella passata legislatura che avevano dato esito parzialmente contrario (i casi di Lu e Cuccaro Monferrato e di Cassano Spinola e Gavazzana dove le popolazioni di Cuccaro Monferrato e Gavazzana avevano detto no alla fusione) o totalmente contrario (il caso di Gattico e di Veruno dove in entrami i comuni i no erano stati maggioranza) e nonostante questo il Consiglio Regionale si era espresso in senso contrario”. La lettera è stata indirizzata al presidente ed al vice presidente della Regione, Alberto Cirio e Fabio Carosso, al presidente del Consiglio Regionale, Stefano Allasia ed al presidente della Prima Commissione di Palazzo Lascaris, Carlo Riva Vercellotti. Sullo stesso argomento ante inizio dell’iter che riguarda i due comuni vercellesi, MPP ed altre associazioni (Liberi Elettori Piemonte, il presidente del comitato di Cuccaro ‘No alla fusione con Lu’, il fondatore del comitato ‘No alla fusione con Gavazzana’, la lista civica ‘Cassano Spinola e Gavazzana Insieme) avevano inviato un’analoga richiesta di correzione legata all’esito della consultazione referendaria ed un rappresentante del Movimento Progetto Piemonte era stato, nello scorso mese di settembre, ascoltato in Prima Commissione a Torino. Inoltre era stata consegnata una copiosa memoria scritta. “In quell’occasione era parso che la grande parte delle forze presenti in Consiglio – dice ancora Iaretti – era favorevole ad intervenire per effettuare modifiche al testo normativo. Nei mesi successivi purtroppo sono anche sopravvenuti fatti che nessuno poteva prevedere. Ma oggi, con l’iter per la fusione tra Gattinara e Lenta, l’argomento ritorna di attualità”.

 

Massimo Iaretti

Presidente

Movimento Progetto Piemonte – MPP

 

Accolto odg Ruffino per impegnare beneficiari rdc

“Il decreto legge che istituisce il reddito di cittadinanza prevede che i beneficiari debbano dare disponibilità alla partecipazione a progetti dei comuni utili alla collettività, in ambito culturale, sociale e ambientale, da svolgere nello stesso comune di residenza.

Il decreto successivo del ministro del Lavoro ha dato attuazione a tale disposizione, ma molti amministratori e sindaci segnalano che, al momento, ciò non avviene per una serie di ragioni: navigator che percepiscono lo stipendio ma che sono irreperibili, sistemi informativi che non dialogano tra di loro, comuni che mettono in essere progetti ma che poi non vengono supportati dai centri per l’impiego e servizi sociali, definizioni di ruoli e competenze mai definite nel dettaglio. Insomma, al momento regna il caos e quanto stabilito dal decreto è rimasto lettera morta. Per questo, ho presentato un ordine del giorno al Dl Rilancio, accolto con parere favorevole, con il quale ho impegnato il governo ad avviare tutte le azioni utili perché i percettori del reddito di cittadinanza partecipino attivamente ai Puc. Vigilerò perché il governo tenga fede agli impegni assunti: se ci sono soggetti, percettori di Rdc, pronti a lavorare, che lavorino per il bene della collettività”. Lo dichiara, in una nota, Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia.

Licia Mattioli, una outsider per Torino

FRECCIATE Quando sarà terminato il gioco estivo delle candidature a Sindaco di Torino potrebbe essere interessante la annunciata discesa in campo dell’avvocato imprenditrice Licia Mattioli. A destra o a sinistra?

L’arciere

Voucher scuola, Grimaldi (LUV): “Troppi studenti esclusi”

 “Pur avendo diritto agli aiuti non vi accedono, prima di creare nuove aspettative occorre finanziare chi è più in difficoltà”

“Il Consiglio regionale boccia la nostra proposta di rendere obbligatorie le spese per finanziare i voucher scuola: sarebbe stato l’unico modo per garantire a tutti gli idonei gli aiuti per libri di testo, trasporti, materiale didattico e, magari, anche un sostegno per i buoni mensa” – commenta Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

“Il voucher Piemonte sarebbe garantito a chi risiede in Piemonte e ha un ISEE fino a 26 mila euro – commenta Grimaldi – ma, nei fatti, negli ultimi anni solo pochi tra gli idonei hanno potuto beneficiare dei finanziamenti regionali. Tra coloro che hanno fatto domanda per il voucher scuola a sostegno delle spese per i libri di testo, il materiale didattico, le dotazioni tecnologiche funzionali all’istruzione, le attività integrative previste dai POF e per il trasporto scolastico – quindi più spesso chi frequenta la scuola pubblica – moltissime famiglie non hanno avuto ciò che gli spettava”.

A partire dal 2016/17 sono state finanziate solo 14.488 delle 19.570 domande ammesse, sostenendo solo le famiglie con ISEE fino a 9.842 euro. Ed è un trend che peggiora di anno in anno: nel 2017/18 le domande finanziate sono state 14.006 (su 26.076 idonee) con ISEE fino a 7.726 euro, nel 2018/19 sono state finanziate 14.807 domande (sulle 35.953 idonee), con ISEE fino a 5.655 euro, mentre, nonostante gli sforzi profusi, nel 2019/20, le domande ammesse sono state solo 39.037 su 55.720, coprendo solo le famiglie con ISEE fino a 8.911 euro.

“Se i numeri riportati da alcune testate giornalistiche verranno confermate dall’Assessora regionale all’Istruzione, Elena Chiorino – commenta Grimaldi – ci troveremo a passare dalle 15 mila domande escluse dal beneficio del 2019, alle 65 mila del prossimo anno scolastico, escludendo dal beneficio le famiglie che, pur non essendo in una situazione di povertà assoluta, sono comunque ben al di sotto della soglia dei 26.000 euro di ISEE”.

“Sarebbe una dramma per tantissime famiglie piemontesi, e di certo per gli studenti e le studentesse che si vedrebbero negato il proprio diritto allo studio: per questo motivo, prima di alzare la soglia ISEE e creare nuove aspettative, sarebbe necessario rendere obbligatorie per la Regione il pagamento di tutte le spese per il voucher scuola agli idonei: solo così – conclude Grimaldi – si potranno mettere a disposizione tutte le risorse necessarie a coprire le spese scolastiche di tutte le studentesse e gli studenti che ne hanno diritto”.