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Uomo e donna. La veglia di #restiamoliberi

Riceviamo e pubblichiamo/ “Alla politica il popolo di #restiamoliberi chiede a gran voce di cestinare il ddl Zan”

Piazza Paleocapa, zona Porta Nuova ore 21 del 18 ottobre u.s.: scenario adeguato per una composta e silenziosa veglia organizzata da #Restiamo liberi, aggregato di associazioni, movimenti, persone che protestano contro l’approvazione del DDL Zan, calendarizzato alla Camera per il 20 ottobre ed ora rinviato causa COVID.

La discussione del ddl Zan verte sulla cosiddetta “omotransfobia”, un testo legislativo che si propone di punire le violenze e le discriminazioni nei confronti di chi prova attrazione per lo stesso sesso o di chi vive con disagio il proprio sesso biologico.

Questo provvedimento è quantomeno inutile perché il nostro ordinamento giuridico punisce già qualsiasi tipo di violenza, prevedendo anche aggravanti ove eventualmente necessarie. Perché allora questa legge?

Con il ddl Zan, dichiarare di essere contrari alla legge sulle cosiddette unioni civili o all’educazione gender nelle scuole o affermare – come la scienza insegna – che nessuna persona può realmente cambiare sesso, saranno considerate “affermazioni omofobe” e saranno quindi passibili di denuncia e di relativa condanna. In gioco quindi c’è la libertà di espressione, ma soprattutto la possibilità di affermare pubblicamente la verità sull’autentica natura dell’uomo.

Negli ultimi mesi i media hanno riportato diversi episodi di presunta violenza classificandoli come “omofobi”, tuttavia molti di questi avvenimenti si sono alla prova dei fatti rivelati inconsistenti: fake news strumentali che i media non hanno però provveduto a smentire.

In ogni caso oggi già esistono tutti gli strumenti per intervenire contro qualsiasi atto violento, che è punibile, con l’aggravante dei futili motivi, secondo il codice penale italiano.

È chiaro allora che il ddl Zan è un testo funzionale alla repressione del dissenso: si punirà (e poi si “rieducherà” come previsto dal testo stesso) chi si esprimerà in modo “non allineato” sui temi della famiglia, del matrimonio e dell’identità sessuale umana.

A Torino 46 persone sono rimaste in piedi per un’ora in silenzio, con un libro in mano, per dimostrare il loro dissenso. Forze dell’ordine erano presenti pronte ad intervenire in difesa di questo elementare diritto in passato violentemente contestato.

Le circostanze possono indurre allo scoraggiamento. La veglia intende invece ricordare che non c’è legge positiva che possa cambiare la verità della natura umana e che questa prevarrà sempre!

Durante la veglia è stato letto anche il seguente appello:

«Alla politica il popolo di #restiamoliberi chiede a gran voce di cestinare il ddl Zan.

All’opposizione, chiediamo una presa di posizione netta e un NO compatto al momento del voto. Alla maggioranza, chiediamo di fermarsi poiché la libertà di espressione non ha colore politico e riguarda tutti.

Al Presidente della Repubblica, chiediamo una vigilanza concreta, affinché non permetta l’approvazione di un testo che va contro la Costituzione».

La mobilitazione ha avuto luogo anche in altre città e continuerà per tutto il mese di novembre.

Il popolo di #restiamoliberi-Piemonte

Governo, Ruffino (Fi): “Ok sul fisco, ma tutto il resto?”

Dichiara l’on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia:

Sei mesi di battaglie da parte del centrodestra, alla fine il governo ha capito che andavano sospese le cartelle esattoriali fino alla fine dell’anno. Stesso discorso vale per la decontribuzione sui nuovi assunti under 35 e 5,7 miliardi di decontribuzione per le imprese del Sud. Fin qui le buone notizie. Quanto al resto, il governo è rimasto prigioniero della sua indeterminatezza. La manovra annunciata è imponente nella sua dimensione, ma i soldi corrono attraverso mille canali e non sempre per raggiungere obiettivi validi. Un esempio: 4 miliardi aggiuntivi per la sanità per fronteggiare la pandemia. Una cifra largamente insufficiente per tamponi, assunzioni di personale sanitario, riorganizzazione degli ospedali. Quei 4 miliardi sarebbero stati preziosi per rafforzare la decontribuzione per le imprese mentre alla sanità avrebbero recato benefici notevoli i 36 miliardi del Mes. Le opposizioni torneranno a insistere su questo punto alla prima occasione parlamentare, perché prima o poi il presidente del Consiglio dovrà venire in Parlamento.

+Europa: “commissione Covid, dire no grave errore”

Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione di Igor Boni (presidente Radicali italiani) e Marco Cavaletto (coordinatore gruppo +Europa Torino):

“Avevamo chiesto esplicitamente l’apertura di una commissione d’inchiesta regionale, non per additare al pubblico ludibrio responsabili del fallimento nella gestione della prima ondata, ma per individuare gli errori da non ripetere. La maggioranza ha rifiutato di aprire la commissione, arroccata in difesa e sperando non vi fosse una seconda ondata. Oggi il sistema delle asl è al collasso e la sanità nel suo complesso versa in gravissima difficoltà,  non solo per il covid ma per mesi persi nell’inerzia più totale. Oggi quel rifiuto sdegnoso ha un costo politico perché si è trattato di un errore imperdonabile di cui Cirio e Icardi in primis devono assumersi piena responsabilità”.

Covid, Pd: “numeri e dati non possono nascondere le falle”

“Finalmente, dopo numerosi solleciti, si è tenuta l’informativa della Giunta regionale su come la Regione Piemonte si è preparata a affrontare la seconda ondata della pandemia da Covid-19.

 

E’ intervenuto il Presidente Cirio che ha toccato tutti i temi compreso quello sanitario, commissariando di fatto l’Assessore alla Sanità Icardi, dettagliando con tabelle i numeri delle terapie intensive, dei DPI, delle contrattualizzazioni di personale. Tuttavia, nonostante la capacità comunicativa del Presidente della Giunta regionale, dobbiamo sottolineare che i numeri e i dati non possono nascondere le falle di un servizio che non funziona” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“La Giunta Cirio – prosegue Gallo – ha dimostrato nell’affrontare la seconda fase della pandemia chiari problemi organizzativi, a partire dai tamponi processati la cui media quotidiana continua a essere decisamente bassa e di difficile accessibilità. A pagare le spese della disorganizzazione sono i bambini, sono i cittadini in coda per riuscire a sottoporsi a tampone o in attesa di essere chiamati”.

“Sul tema dei tamponi” commenta il Vice Presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi (Pd) “Anche in questo caso, infatti, Cirio dimostra di non aver colto quale sia il vero problema piemontese, confermando che il numero al ribasso di test operati in Piemonte non sia dettato da un problema di capacità laboratoriale, ma di (in)capacità organizzativa: i laboratori ci sono e sono operativi, ma non li facciamo lavorare a pieno regime, non perché non riusciamo a processare  abbastanza tamponi, ma perché, non riusciamo a farne abbastanza”.

“Inoltre – aggiunge Rossi – non è stato fornito nessun dato sui tempi, sempre più lunghi che intercorrono tra la segnalazione di un soggetto presumibilmente contagiato, la somministrazione del tampone, il suo risultato e l’indagine epidemiologica dei contatti. Ma se non analizziamo il problema come facciamo ad affrontarlo? Unica risposta fornita oggi è quella relativa all’accordo, da concludere, con MMG e PLS per inserire direttamente la richiesta di tampone sul sistema e per erogare quelli antigenici veloci direttamente nei loro ambulatori o nelle farmacie. Nessun accenno al potenziamento di una piattaforma digitale ancora “operatore-dipendente”, gestita solo dagli operatori delle ASL, che, però, a causa dell’aumento dei contagi, sono in tilt. In Corea del Sud hanno assunto migliaia di operatori telefonici per gestire le chiamate: siamo sicuri che non si possa fare anche da noi, fornendo una formazione specifica e sotto la supervisione di un operatore sanitario? Eppure sia al CUP sia quando chiamiamo il 118 non risponde un operatore sanitario, ma un “laico” adeguatamente formato. Perché non fare lo stesso anche per l’indagine epidemiologica Covid-19?”.

“Senza considerare – aggiungono i consiglieri – che ancora una volta nulla ci è stato comunicato sul potenziamento degli spazi drive in e degli hotspot ad accesso libero in cui recarsi per sottoporsi al tampone”

“Dopo otto mesi – concludono gli esponenti Dem  – finalmente abbiamo ricevuto delle informazioni, ma siamo molto in ritardo per le soluzioni necessarie a superare i problemi in campo”.

Totosindaco a Torino

Finalmente Forza Italia cala la carta della candidatura di Claudia Porchietto, deputata e soprattutto imprenditrice ex Presidente dell’Api torinese.

 Sotto la sua Presidenza l’associazione ha avuto notevole sviluppo. Candidata alla presidenza della Provinca di Torino ed Assessore regionale al lavoro nella Giunta Cota. Indubbiamente competente con il solo limite si essere targata come berlusconiana , dunque non simpatica a Meloni e Salvini che aspettano il sì definitivo dell’ imprenditore Damilano. L’assessore  alla Sanità Icardi probabilmente lascia, criticato  perché in tempo di emergenza Covid ha preferito il viaggio di nozze. Il salviniano doc va a casa? Il Capitano ultimamente non ne azzecca una. In Europa la Meloni va con i moderati e Lui con i fasciopopulisti. Sarebbe dovuto succedere l’ opposto. Ed anche con Attilio Fontana non ha fatto una gallata.  La Lombardia, unica regione d’Italia che non ha il vaccino antinfluenzale. La proverbiale efficienza lombarda messa a dura prova. Tegola in testa  ad Enzo La Volta candidato alle primarie del PD per il Sindaco di Torino.  Dopo tre anni sono state chiuse le indagini preliminari anche per Giulio Muttoni e l‘ex senatore Stefano  Esposito. Vicenda tutta interna ad un pezzo della sinistra che non parla di toghe nere e il garantismo è  d‘obbligo. Stefano Lo Russo capogruppo Pd ex assessore si candida alle primarie per il sindaco, incassando l’appoggio di Valentino Castellani ex primo cittadino. Escludere il ritiro del Senatore Mauro Laus sarebbe arbitrario. La Sinistra sbrindellata chiede a Mauro Salizzoni di candidarsi e mi sa che pezzi della sinistra PD lo vorrebbero. Igor Boni ( radicale ) già candidato. Conclusioni: praticamente, pochissimi nel Pd vogliono Saracco, Rettore del Politecnico come Sindaco di Torino. E pare che anche nel mondo universitario ci siano molte personalità che la pensano così. I pentastellati sono oramai un ologramma.  Destra e sinistra se la giocheranno. Magari vince il meno indeciso dei  due.
Patrizio Tosetto

Piemonte, Fornaro e Grimaldi: “più ascolto e collaborazione per evitare nuovi lockdown”

“La Regione deve rendere pubblico il piano per scongiurare nuove chiusure e allontanare il poco invidiabile primato di essere tra le primissime regioni per nuovi contagi, nonostante un numero di tamponi giornalieri inferiore alle altre che ci precedono” – dichiarano Federico Fornaro, capogruppo di Liberi Uguali alla Camera e Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte.

Per invertire la rotta, la Giunta regionale apra maggiormente alla collaborazione istituzionale e alla trasparenza nelle informazioni: è necessario un più concreto coinvolgimento dei Sindaci – puntualizza Fornaro – che anche in questa situazione di emergenza rappresentano un insostituibile punto di riferimento sul territorio per i cittadini”.

“Da settimane chiediamo alla Giunta di fronteggiare diversamente la seconda ondata – attacca Grimaldi – Aprite gli occhi! Bisogna far tesoro degli errori del passato e soprattutto ascoltate i nostri operatori, chi lavora nei Sisp, chi fa i doppi turni nei nostri laboratori, che è l’unica vera possibilità di battere il Covid e scongiurare nuove chiusure”. 

“Senza polemica, sarebbe di grande utilità che la Regione rispondesse a queste semplici domande. Quante sono le Usca funzionanti al 100% in Piemonte? Quanti giorni passano mediamente tra la richiesta del medico di base e l’avvenuto tampone? Perché alcuni laboratori sono già saturi e il processamento dei tamponi va così a rilento?” – chiedono Fornaro e Grimaldi.

Napoli (Fi): “Covid, tra Stato e Regioni siamo al fai da te”

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell’on. Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera:

     Se il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha deciso di chiudere le scuole per due settimane, la presidente dell’Umbria Donatella Tesei sta valutando se tornare, almeno per le scuole superiori, alla didattica a distanza, che è come dire se non è zuppa è pan bagnato. Sempre in Umbria si pensa a misure ulteriormente restrittive per gli eventi sportivi. Stasera o domani il presidente della Lombardia, sentiti i sindaci dei capoluoghi di provincia, emetterà un’ordinanza con nuove misure di contrasto alla pandemia.

     Il coordinamento fra Stato e Regioni rimane un nodo irrisolto, eppure decisivo, nel contrasto al Covid. Non sono tentato dal centralismo francese, che consente al presidente della Repubblica Emanuel Macron di annunciare il lockdown in alcune grandi città, però viene da chiedersi se procedendo le Regioni in ordine sparso sulla base della diffusione del contagio non si corra il rischio di ritrovarci da qui a qualche settimana con le chiusure interregionali. Che sarebbe poi un lockdown locale con inevitabili ricadute nazionali. Ogni Regione dispone di un Comitato tecnico-scientifico, così come il governo centrale. Mi chiedo se tutti questi Comitati siano in costante collegamento fra loro così come lo è il governo con i presidenti di Regione. Fare presto e bene significa anche avere un’architettura istituzionale ben oliata nelle sue procedure  e nel meccanismo di funzionamento. Il rischio incombente è il fai-da-te che non mette nessuno al sicuro ma tutti a rischio.

Esenzione D99, Grimaldi (LUV): “fermiamo il calvario burocratico delle donne”

“Il servizio sanitario regionale riconosca il loro diritto alle cure”.

“Francesca è un nome di fantasia, ma la lettera è vera” – denuncia Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi – “ed è solo l’ultima delle decine di segnalazioni che mi arrivano in merito alle difficoltà ad accedere all’esenzione delle donne a rischio di tumore al seno e alle ovaie e dopo che mi sono occupato della vicenda in più di un’occasione, l’ultima nel novembre scorso, quasi un anno fa. Sono infatti migliaia le donne piemontesi che si vedono ancora negato il loro diritto a una corretta prevenzione” – prosegue Grimaldi – “e questo nonostante una delibera della Giunta Chiamparino stabilisce l’esenzione, attivabile con il codice D99, per gli esami di prevenzione tumorale nelle donne affette dalla mutazione ereditaria del gene Brca 1 e Brca 2”.

“Oltre alla storia di Francesca – prosegue Grimaldi – c’è quella di Carla (altro nome di fantasia), la quale si rivolge alle Molinette per accedere al servizio e le viene risposto come nel servizio delle ‘Breast Unit’ vengono prese in carico solo le pazienti in attesa di intervento mentre nel Percorso di Prevenzione Serena vengano effettuate solo le ecografie mammarie; e questo nonostante quello sia espressamente indicato come centro di riferimento per l’esenzione D99. È un calvario senza fine quello che devono affrontare Francesca, Carla e altre circa 1.000 donne che abitano in Piemonte (ma se ne stimano altre mille e i nuovi casi sono circa 180 l’anno) – denuncia Grimaldi – si tratta di persone che rischiano molto più delle altre e che ogni sei mesi devono sottoporsi a regolari visite ed esami”.

“Faccio un appello ai giornali, all’Assessore Icardi ma, soprattutto, ai Direttori delle Asl perché questo non sembra più essere un problema politico. Siamo nel campo dell’organizzazione sanitaria ed è dunque inaccettabile che queste donne debbano intraprendere un percorso costoso e tortuoso per accedere a cure assolutamente necessarie. Ci battevamo perché il loro diritto venisse riconosciuto in tempi normali – conclude Grimaldi – lo facciamo ancora di più oggi perché, dentro la pandemia Covid, queste donne non debbano subire ulteriori stress”.

 

Il Pd in Regione: “Covid, riaprire l’unità di crisi 24 ore su 24”

I numeri di questi giorni certificano che il sistema è in crisi e che occorre riaprire l’unità di crisi 24 ore su 24.

Gli ospedali necessitano di coordinamento continuo sulla gestione della pandemia e dei ricoveri: tra poche settimane, se il trend non si arresta, saremo in crisi.

La Giunta regionale continua a dichiarare, ancora ieri, una capacità di 15.000 tamponi al giorno. Un numero mai raggiunto fino ad oggi e che pare smentito anche da un documento del DIRMEI del 25 settembre 2020.

In questo documento si fissa a 12.000 l’obiettivo, ancora da raggiungere, precisando che i laboratori del SSR sono capaci di arrivare a 6500 tamponi, se non fosse che per la carenza di reagenti, sempre secondo il DIRMEI, la loro capacità va considerata dimezzata del 50%. Si arriva a 12.000 ricorrendo al privato per 3500 tamponi (convenzionandosi però per 5000) e ai due nuovi laboratori di Novara e La Loggia, che hanno un potenziale di 1000 cadauno mai ancora raggiunto.

Ieri si è toccato il fondo.

Con 5967 tamponi, la metà della Toscana, un terzo dell’Emilia Romagna e un quarto del Veneto, il Piemonte dimostra tutta la sua fragilità. Non è solo il numero assoluto che colpisce, ma anche la straordinaria incidenza di positivi: 499, il 10% sui tamponi effettuati, contro i 339 (2%) dell’Emilia, i 657 del Veneto (3%) e i 575 (5%) della Toscana.

Vuol dire che da noi il virus sta circolando in maniera incontrollata.

D’altronde anche i dati dei ricoveri lo indicano: a pari popolazione e numeri simili di ricoverati in terapia intensiva, il Piemonte ha 562 ricoverati non intensivi, contro i 383 dell’Emilia, i 229 della Toscana e i 271 del Veneto.

C’è poi un altro dato che preoccupa e che l’Assessore dovrebbe spiegare: l’incremento delle persone messe in isolamento domiciliare è inferiore addirittura all’incremento giornaliero delle persone contagiate. Ma se il contact tracing serve a interrompere la catena di trasmissione anche questo dato ci dice che c’è qualcosa che non funziona.

Dalle segnalazioni che riceviamo una risposta è da cercare nei tempi, sempre di più lunghi, tra identificazione di un caso positivo e l’indagine epidemiologica sui suoi contatti stretti.  Molto spesso si arriva alla fine del periodo di quarantena con la conseguenza che il virus ha continuato a girare. Non basta, quindi, potenziare la rete dei laboratori, ma anche la rete del personale sanitario che opera sul territorio. I SISP non sono più in grado di rispondere o di rispondere in tempi ragionevoli.

Martedì ci aspettiamo finalmente un’informativa chiara da parte del Presidente Cirio e dell’Assessore Icardi. Il Consiglio e i cittadini piemontesi, oltre agli annunci, meritano la massima trasparenza.

Domenico Rossi, Vicepresidente Commissione Sanità

Daniele Valle, Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19

La politica al tempo del Covid

Ironicamente qualcuno da’ dell‘anticapitalista al covid. Decisamente il Covid è quella cosa non immaginata solo 11 mesi fa.

Difficile , se non impossibile conviverci.  Ma non abbiamo alternative. La nostra intelligenza collettiva è messa a dura prova , ma per l’appunto non abbiamo scelta.
Per la prima volta non siamo messi così male. Gli altri paesi, sembrerebbero messi peggio . Il condizionale è d’obbligo. Il virus è decisamente egualitario. Colpisce proprio tutti. Dai potenti ricchi ai poveri . Brutti e belli.
Intelligenti e stipidi. Anziani e giovani. Forse in questo è anti capitale. Sia ad Est come ad ovest come a Nord come al Sud la parola d’ordine è impreparazione. Il vaccino e i piccoli atteggiamenti ci salveranno. Poi ci sono i negazionisti che dimostrano che la mamma degli stupidi è sempre incinta. Ma la pandemia non arresta la politica locale. Chiaretta: “non mi ricandido più”. Ci mancherebbe altro. In questo modo evita una figuraccia assicurata. Fine ingloriosa. Chi vuole essere della partita è Giggino ( Di Maio ) che esorta Zingaretti nel fare l’accordo a Roma. Si’, vogliono salvare la Raggi ma il Presidente della Regione Lazio ( per la cronaca un “certo” Zingaretti) ha già risposto: con la Raggi mai.
A Cucciolo Di Maio non gliene va mai bene una. Pazienza.
Il Pd locale rimanda al mittente  la richiesta di collaborazione. Sulle primarie incombe il covid. Carretta e Furia comunque le vogliono fare intimamente convinti che almeno sulla scelta del candidato Sindaco contano…. qualcosa. Sempre in pol position il Rettore Saracco che , ad oggi , ha un unico limite : è gradito ai pentastellati. In particolare all’ex vice sindaco Montanari che se la ride dopo il forfait  dell’Appendino. Ma altri non mollano. Sicuramente Enzo La Volta scatenato sui social ed anche il senatore Mauro Laus  non molla di un millimetro. A destra , del resto come al solito, si boccheggia. Damilano traccheggia e il Governatore Cirio ha le sue gatte da pelare. Direi una  situazione fluida dove avere certezze è proibito. Nel complicare le cose arriva Carlo Calenda che si vuole candidare a Roma. Diffice per il Pd Romano dirgli di no dopo la stupidaggine di aver fatto fuori Ignazio Marino ora stimato e ( ci dicono ) felice professore medico negli States. In tutto questo il coronavirus non ha prodotto questi fenomeni politici ma li ha decisamente complicati. Vedremo, aggiungendo una sola certezza: i pentastellati  non esistono più. Sono un lontano ricordo.

Patrizio Tosetto