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Bilancio, la minoranza fa scintille a Palazzo Lascaris

PD e LUV: “Se il bilancio non c’è, non siamo disponibili a perdere tempo su fogli di brutta”

“Quotidianamente leggiamo sui giornali mirabolanti stanziamenti da parte della Giunta Cirio ma oggi, nella prima seduta di Commissione del bilancio, queste cifre non tornano e spesso non esistono” – dichiarano i consiglieri di PD e LUV, dopo il confronto sul bilancio di previsione avvenuto questa mattina in Commissione con l’Assessore Tronzano.

La minoranza ha chiesto conto delle ‘missioni e programmi’ di bilancio, per verificare dove la maggioranza intenda prendere le risorse per sostenere la sua continua campagna elettorale, e soprattutto ‘per che cosa’, ma le domande sono cadute nel vuoto e l’Assessore ha perso la testa, urlando e spiegando ai consiglieri quali domande fossero ammesse e quali no.

“Una commissione davvero surreale” – commenta Domenico Rossi, consigliere del Partito Democratico – “non solo l’Assessore non risponde alle opposizioni, ma addirittura la richiesta di trasparenza e di dati precisi viene bollata come ‘illegale’ dalla maggioranza. Sarebbe ridicolo” – prosegue Rossi – “se sul tema ‘legalità’ questa Regione non avesse problemi seri, visto l’arresto e il rinvio a giudizio dell’ex-assessore Rosso, che non era certo in Giunta con il centro-sinistra”.

“l’Assessore Tronzano non conosce ancora le cifre, non risponde alle domande puntuali che PD e LUV gli hanno posto e tratta il bilancio come un foglio di brutta in cui non riconosce gli appunti. La verità” – afferma il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi – “è che, come successo quest’autunno, dietro i continui rinvii rischiano di esserci brutte sorprese: non vorremmo, dopo il silenzio, all’ultimo momento essere sorpresi con pesanti tagli ai servizi ai cittadini. Se il bilancio non è pronto non ci facciano perdere tempo”.

La commissione è stata rovente e l’iter si annuncia decisamente complicato.

“Basta continuare la campagna elettorale sotto altre forme” – aggiunge Sergio Chiamparino –: “è arrivato il momento di dire con chiarezza dove la maggioranza prenderà le risorse che continua ad annunciare sui giornali”.

“È evidente che serve ridefinire il metodo di lavoro” – insiste Raffaele Gallo – “chiediamo una conferenza dei capigruppo con urgenza. Abbiamo bisogno di capire in particolare dove sono le risorse annunciate per il piano competitività da 500 milioni”.

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Dal canto suo l’assessore Tronzano aveva  annunciato ieri che dal  2020 il bilancio della Regione Piemonte avrà un nuovo fondo di 15 milioni per la diminuzione strutturale del carico fiscale. Servirà a finanziare i nuovi sconti sull’Irap e sul bollo per chi acquista un’auto nuova.

Tronzano ha dato un veloce quadro della situazione finanziaria dell’ente: ”Da parte mia non c’è alcun tipo di valutazione sul passato, solo una fotografia dell’oggi per poter discutere degli sviluppi futuri”, ha precisato all’inizio.

Nel 2020 le entrate scendono di 183 milioni rispetto al 2019.  La situazione debitoria ammonta a 9,3 miliardi (di cui 4 miliardi in seguito alla liquidità fornita con il Dl 35). “E’ una cifra importante, già affrontata dalla giunta precedente, non è una novità, ma è un dato da considerare”, ha spiegato l’assessore, annunciando nel 2020 l’intenzione di acquistare il derivato che nel 2019 non è stato possibile acquistare per questioni tecniche determinate dai tassi di interesse. “L’operazione servirà a liberare le generazioni future da un debito importante e la Regione da una rata annua di 22 milioni per i prossimi anni”, ha detto Tronzano.

Quest’anno la rata dei mutui sale di 54 milioni, 268 rispetto ai 214 del 2019. Per il rilancio dell’economia, “di fronte a una situazione reale che mette a rischio la sopravvivenza di molte imprese”, ha spiegato l’assessore, il fondo unico per l’innovazione viene dotato di 90 milioni, mentre 53 milioni saranno in dote del fondo di garanzia delle imprese. Una rimodulazione del Fesr porterà 17 milioni al settore turistico, con 14 milioni verrà poi rifinanziata la legge 18 sui piccoli comuni per interventi immediati.

 

Da Villamiroglio il lancio della Giornata della lingua piemontese

Dal Piemonte / In settimana il gruppo consigliare ‘Progetto Villamiroglio MPP’ ha depositato una articolato mozione con la richiesta da trasmettere alla Regione Piemonte di istituire la ‘Giornata della lingua e della letteratura piemontese”

A firmarlo sono il capogruppo Massimo Iaretti, nella foto,  (che nel comune valcerrinese ha anche la delega all’identità piemontese) ed Emiliano Racca. “La proposta – dice Iaretti, presidente del Movimento Progetto Piemonte – non voleva essere fine a se stessa. Per questo partiamo da Villamiroglio, grazie al documento elaborato a quattro mani con Emiliano Racca, in cui suggeriamo anche alcune possibilità di data, collegandoci alla prima ‘Gramatica Piemontese’ apparsa nel 1783 ad opera del medico Antonio Pipino di Cuneo”.

Ma già da prossimi giorni la proposta di mozione verrà inviata a tutti i comuni piemontesi, con una lettera di accompagnamento che inviterà le varie amministrazioni in tutta la regione da un lato ad approvarlo e ad inviarlo al governo regionale, dall’altro ad prevedere all’interno di giunte e consigli di una specifica delega all’identità piemontese. “E’ un passaggio importante – dicono Iaretti e Racca – perché parte dal gruppo consigliare di uno dei tanti piccoli e piccolissimi comuni che costituiscono l’asse portante della società piemontese e della regione subalpina”.

 

(Foto: Monferrato Paesaggi)

Bilanci Asl, Gallo (Pd): “L’assessore riferisca in commissione”

“Il Gruppo del Partito Democratico ha ufficializzato la richiesta di un’informativa dell’Assessore alla Sanità Icardi in Commissione in merito ai bilanci delle Asl al 31 dicembre 2019, presentati  in conferenza stampa”

Così il Consigliere regionale Raffaele Gallo, portavoce del Partito Democratico in Commissione Sanità.

“Comprendiamo perfettamente – ha proseguito Gallo – che l’Assessore Icardi preferisca rapportarsi con la stampa, tuttavia la Commissione Sanità rimane il luogo dove condividere e confrontare le sue posizioni con i Consiglieri regionali e ci auspichiamo anche le sue linee guida per il futuro”.

Ruffino (Fi): “Scellerato chiudere stazione vigili a Mirafiori sud”

Si conosce la volontà della giunta Appendino ma ignoriamo ancora le motivazioni che spingono il Comune a chiudere dopo l’estate la sede della polizia municipale di via Morandi, unico e perciò indispensabile presidio di legalità per la tutela dei cittadini nel quartiere Mirafiori Sud

Secondo quanto si apprende, le 40 unità in servizio in quella sede verrebbero accorpate alla stazione di Mirafiori Nord.

In mancanza di spiegazioni da parte della giunta grillina, bene hanno fatto i commercianti del quartiere a organizzare una petizione, sulla quale metterò senz’altro la mia firma, per chiedere al Comune di desistere da una scelta scellerata. La sicurezza è un diritto di ogni cittadino e di tutta la città, non può essere un’opzione affidata al caso o a logiche puramente economiche. Al pari di altri quartieri, Mirafiori Sud deve fronteggiare quei problemi di sicurezza e di legalità che insidiano la tranquillità quotidiana.

 

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Lingua dei segni, Montaruli (Fdi): “Grazie alle Vibrazioni”

“L’ Italia è uno dei pochissimi paesi in Europa che non ha ancora una legge di riconoscimento di questa lingua”

A SANREMO PER IL RICONOSCIMENTO DELLA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA

“Siamo contenti che il festival di Sanremo attraverso le Vibrazioni porti nuovamente l’attenzione sulla lingua dei segni italiana. Alla band chiediamo di sostenere il riconoscimento della lingua dei segni italiana e di aiutarci a smuovere le coscienze” A dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, da anni in prima linea per la LIS. “L’ Italia – prosegue Montaruli – è uno dei pochissimi paesi in Europa che non ha ancora una legge di riconoscimento di questa lingua.

La disabilità uditiva viene trattata in maniera discriminante nei confronti delle persone sorde che attendono da troppo tempo il riconoscimento di un diritto civile in assenza del quale la nostra nazione sta facendo una figura barbina a livello internazionale. In parlamento giace nostra proposta di legge sul tema di cui sono prima firmataria. Tuttavia – prosegue la parlamentare di Fdi – serve il contributo di tutti affinchè si smuovano le coscienze e, in Parlamento, i partiti arrivino ad un testo condiviso e finalmente si possa approvare ciò che non si è fatto nella scorsa legislatura.

Mi appello quindi a tutti i partiti, affinchè con una mano sulla coscienza pensino ai sordi, e a tutti gli italiani che quotidianamente usano questa lingua senza riconoscimento e che pertanto ogni giorno devono superare ostacoli vergognosi”.

Quelli del Pci: “Noi c’eravamo”

Nostalgia canaglia. Serata con i vecchi amici e compagni del PCI. Precisamente il Gotha dei dirigenti del partito di Torino anni ’60 e anni ’70. Il massimo del massimo. Stagione irripetibile. Direi quasi – almeno per il sottoscritto – mitica

Mille storie, mille rivoli confluenti in un solo fiume. Nostalgia che non diventa mai tristezza. Nostalgia mista a consapevolezza per ieri ma anche per l’ oggi. Oggi decisamente triste ed al di sotto delle speranze di ieri. Impossibile citare tutti nelle oltre 100 presenze.

Autoconvocati? Non proprio, cominciando da Gaspare Enrico segretario di Ivrea e a Torino braccio destro di Piero Fassino. Anna Apostolico moglie e compagna di una vita tra azienda della famiglia e passione politica. Con Rocco Imperiale operaio e funzionario di partito tra zona nord e fabbriche. Con il pallino dell’ organizzazione. Patron della serata Carlo Foppa che ha rivitalizzato un asfittico Circolo del Risorgimento. Quasi 77 anni e un’ altra scommessa politica vinta. Alfredo Schiavi 94 anni arrivato appositamente da Sanremo: indubbiamente ha fatto un accordo con il diavolo. Partigiano e tipografo. Lui non era un dirigente della stampa e propaganda. Lui era ed è la stampa e propaganda.

E Sante Baiardi anche lui 94 anni. Scuole di partito anni ’50 , assessore alla Sanità in Piemonte e riorganizzatore della Sanità. Enrico Cavalitto con la sua dolcissima moglie Silvia Gibellino. Enrico, il più giovane consigliere del Pci nel 1975 con Marcello Vindigni assessore, architetto, dalla Sicilia sua patria. Enrico con la sua casa Editrice Felix che vedendomi mi redarguisce: ti dai una mossa a scrivere il libro su tuo padre? Ha ragione da vendere e Rocco Larizza da allievo operaio Fiat a Parlamentare e Senatore della Repubblica. Scusate se è poco. E arriva Primo Greganti tra i più famosi dei presenti. Sicuramente il più invidiato dagli altri partiti della prima Repubblica. Invidiato per come si è comportato di fronte a Di Pietro. Angela Migliasso commossa che girava i tavoli. La nostra pasionaria è la mia preferita. Ha sempre detto ciò che pensava, coerente con quel che faceva.

Altro che non ha mai avuto peli sulla lingua è Giorgio Ardito. Dai cattolici del dissenso al comunismo libertario. Racconta sempre che per imparare leggeva ogni sera una parola del vocabolario. Irraggiungibile. Ed Emanuele Braghero orgoglioso dei suoi genitori con il padre operaio della Michelin. Sempre con la valigia in mano. Segretario della Fgci a Catania e segretario di Luciano Violante quando era Presidente della Camera . È arrivato appositamente da Firenze. Risiede ad Empoli ed è stato capo di gabinetto del Sindaco,  ora in Regione Toscana. Ammette che Matteo Renzi lo ha proprio deluso: se l’è proprio giocata male.

Poi  la Senatrice Magda Negri che la politica ce l’ha proprio nel sangue. Tanti e tanti altri presenti nella serata e nei nostri ricordi. Poi… poi il sottoscritto. Un piccolo primato con Manuele Braghero e Antonio Sucamiele: i più giovani della sala. Anche se un altro piccolo primato penso di avercelo.  Amo dire: mi sono iscritto alla Fgci nel 1956, quando ero nella pancia
di mia madre, sartina,  ex giovane comunista e moglie di Ferdinando, mio padre grande capo della commissione interna della Grandi Motori. Avevo poco da scegliere. Sacre le tradizioni di famiglia.

Sia ben chiaro che non tutto allora era perfetto. Si sono consumati tanti scontri verbali e quando il PCI è diventato Pds non era solo Achille Occhetto che piangeva. Era diventato un abito troppo stretto. Sentivo liberatorio questo nuovo percorso politico. Teneri gli ex compagni che diedero vita a Rifondazione, ma appunto teneri e basta. Ricordo Giorgio Gaber alla fine della canzone “Qualcuno era comunista” con l’allegoria del tentativo  di spiccare il volo, stupenda allegoria. Ma almeno ci tentammo. Non poca cosa. Alla fine “rubo” una bellissima frase di Lorenzo, amico e compagno di studi universitari di Sara, mia figlia. Siamo dei singoli che scegliamo di essere un Noi. Ottima sintesi.  Anche speranza per un futuro possibile. Noi che non abbiamo mai amato un uomo solo al comando. Noi contenti e felici di essere un Noi. Con la enne maiscola. Noi, protagonisti del nostro futuro.

 

Patrizio Tosetto

In difesa della libera ricerca storica alla vigilia del giorno del Ricordo

La caccia alle streghe, di qualsiasi colore, è  sempre incompatibile con la democrazia liberale

Di Pier Franco Quaglieni 
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Ascoltando Antonio  Scurati  che in modo serio ed accigliato stabilisce un confronto tra Mussolini e Salvini, si rimane stupiti degli elementi di somiglianza politica  tra i due  che lo scrittore – che non è uno storico – riesce a trovare
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In effetti ambedue si possono considerare a loro modo dei populisti, ma il confronto, ammesso che si possa fare, va a tutto vantaggio di Mussolini che fu un vero politico. Salvini rivela il fiato corto sia  tattico che strategico. I pieni poteri uno li chiese in Parlamento da presidente del Consiglio, l’altro bevendo un mohito a Milano Marittima. Questi confronti, se vengono considerati storicamente e  non sotto un profilo meramente politicante, finiscono di avvantaggiare Mussolini che seppe realmente perseguire un fine  politico e personale molto preciso che sfociò nella dittatura. Rappresentano quasi un’apologia del Duce di cui Scurati non si rende conto.
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Creare allarmismo perché Salvini sarebbe un potenziale dittatore è totalmente sbagliato. Salvini, sia pure con l’aiuto di qualche Sardina, si è dimostrato un avversario che è  possibile battere anche per le sue ingenuità che appaiono, a volte, forme di intollerabile  arroganza. La fobia del fascismo e’ incompatibile con una seria ricerca storica. Dai tempi di  Renzo De Felice in poi – al di là delle scomuniche di Nicola Tranfaglia – le vulgate non sono vera  storia, ma interpretazione politica della storia, se non  addirittura uso politico della medesima.
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Forse stiamo smarrendo per strada  questi ragionamenti a cui si era giunti faticosamente. Prima i governi Berlusconi con lo sdoganamento dei neo fascisti e adesso Salvini  hanno messo indietro l’orologio della ricerca storica. Uno storico come  Gian Enrico Rusconi, ad esempio, non ha  più spazio neppure sui giornali. E’ un segno allarmante del conformismo che si sta delineando all’orizzonte. In passato Claudio Pavone, pur sollevando polemiche, poté scrivere di  Resistenza come guerra civile. Forse oggi questi discorsi non si potrebbero più  fare. Eppure stiamo parlando di temi legati alla prima metà del secolo scorso e quindi ampiamente storicizzabili  ed anche già  storicizzati.
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Le cose che si potevano scrivere liberamente in passato, oggi non è più possibile  scriverle perché si rischia la scomunica, se non il linciaggio mediatico. I libri di Giampaolo Pansa vennero astiosamente criticati perché considerati non storici da campioni dell’antifascismo gramsciano come Angelo d’Orsi che si accanì  con poverissime argomentazioni contro lo scrittore  che si limitava a fornire dei dati incontrovertibili sulla guerra civile e sul dopo, senza pretendere di fare lo storico . Invece di confutare Pansa si fece di Pansa  un fantoccio polemico contro cui accanirsi.
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Oggi lo storico  dell’arte Tomaso Montanari  può permettersi di dileggiare Pansa a cadavere caldo senza una effettiva presa di distanza, se non da parte del critico televisivo del “Corriere della Sera”Aldo Grasso a cui va reso merito per il suo articolo di condanna per un atto orrendo, oltre che ingiustificato, compiuto da Montanari, eroe di un antifascismo gladiatorio e vistosamente illiberale. Nessun altro si è dissociato dal volgare oltraggio al cadavere di Pansa, idealmente esposto al ludibrio in una sorta di un nuovo piazzale Loreto mediatico.
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Se si parte dall’idea che il fascismo è un reato, si cade obbligatoriamente sul  piano giudiziario, impedendo la libera  ricerca.  La ricerca storica non ha mai fine, mi diceva Franco Venturi, il grande storico che fu anche un fermissimo antifascista, ma che si oppose alla contestazione studentesca che voleva riallacciarsi alla Resistenza per giustificare il ricorso  alla violenza. E quindi non ci si può scandalizzare della revisione storica che è il sale della ricerca storiografica. La storia, in ogni caso, va discussa nelle aule universitarie, non in quelle giudiziarie. La caccia alle streghe, di qualsiasi colore, è  sempre incompatibile con la democrazia liberale.  Forse può essere compatibile con le pseudo- democrazie illiberali dei paesi dell’ Est che hanno convissuto con la dittatura comunista e sono poco avvezze alla libertà.
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Lo abbiamo scritto tante volte e lo ripetiamo anche oggi: le idee vanno confutate con  valide argomentazioni, non vanno vietate soprattutto quando le valide argomentazioni non mancano. Altrimenti si cade in un regime  che in nome della salvaguardia della  libertà impedisce  paradossalmente la libera espressione delle idee. Le democrazie assistite o protette che tanto piacevano, ad esempio, a Scelba e a Sogno, improntate a certi furori ideologici del secondo Dopoguerra,   non erano vere democrazie. Questo dato storico va riconosciuto, sia che si parlasse di comunisti che di fascisti.
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Se a distanza di decenni ci ritroviamo costantemente a parlare di fascismo e di antifascismo, non è un buon segno. Alla vigilia del Giorno del ricordo del 10 febbraio sento una brutta aria che tira. Con la scusa del contestualizzare e del voler  capire c’è quasi  un tentativo in atto, se non di  riabilitare, almeno di  giustificare, gli  infoibatori che avrebbero agito così, reagendo alla dominazione fascista. La storia non è mai giustiziera, ma non può neppure essere sempre giustificatrice. La storia delle foibe non è questa  e nessuno ha  il diritto di tentare di giustificare dei criminali, fermo restando che va condannato, senza distinguo,  il regime fascista per le sue violenze nei territori dell’Adriatico orientale.
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Meno che mai ha senso confrontare i profughi Giuliano-Dalmati  con quelli della Prussia Orientale  dopo la fine della II Guerra Mondiale. Sono storie diverse che non possono essere confrontate  e il tentativo di paragonarle e’ storicamente fuorviante ed è volto a ridimensionare il dramma dell’Esodo in Italia dopo  le violenze  e la pulizia etnica di Tito.
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Speravamo che il Giorno del Ricordo fosse un punto fermo ed invece temiamo che non sia più così. Occorre di nuovo che Gianni Oliva ripubblichi i suoi libri per far capire una realtà che solo Rifondazione comunista si rifiutava di riconoscere. Io vorrei rivendicare il valore  più che mai attuale dell’antifascismo liberale di  Benedetto Croce che nel 1949, rivolgendosi ai giovani dell’ istituto per gli studi storici di Napoli disse che, essendo stato lui un fiero  antifascista, non avrebbe mai potuto scrivere una storia del fascismo. Uno dei miei maestri, Alessandro Galante Garrone, mi disse la stessa cosa. Si trattava di uomini  di alto livello innanzi tutto morale di cui oggi si è smarrito anche il ricordo .

“5 parlamentari, 5 proposte, 5 città”

Grimaldi (LUV): “L’unica alternativa a un governo della paura è che questo governo smetta di avere paura”

 

“L’unica alternativa a un governo della paura è che questo governo smetta di avere paura. Proprio a questo servono le proposte concrete e radicali” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi commenta, in relazione all’iniziativa 5 x 5, che ha portato a Torino i parlamentari Quartapelle (PD), Palazzotto (LEU-SI), Fusacchia (+ Europa) e Lattanzio (M5S).

“In questi anni” – prosegue Grimaldi, che ha fatto gli onori di casa – “abbiamo portato avanti campagne contro la disoccupazione, il lavoro povero, per il sostegno al reddito, la giusta retribuzione, i diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali. Il confronto con il mondo del lavoro autonomo e delle partite iva, dove si registrano spesso assenza di tutele, bassi guadagni e tasse alte, è fondamentale. Negli ultimi tempi è cresciuto un esercito di lavoratori che hanno subito la discontinuità occupazionale, con la conseguenza di buchi contributivi e un futuro incerto. Ecco perché questa giornata è stata soprattutto dedicata a loro ed ecco il senso della video chat organizzata allo Spazio di coworking Toolbox, che conta circa 170 partite Iva”.

I 5 parlamentari dei diversi partiti della maggioranza di governo hanno portato proprio qui la loro proposta di legge su un contributo di garanzia universale e hanno discusso assieme ad alcuni professionisti e sindacalisti di come armonizzare in modo inclusivo il sistema previdenziale.

“Credo sia un tema cruciale che non può essere isolato da una discussione sulla durata della formazione e sulla qualità dei contratti e dei salari per chi entra nel mondo del lavoro” – conclude Grimaldi. – “La contribuzione di garanzia universale deve andare di pari passo con la rimodulazione delle attuali soglie di reddito previste per chi ha iniziato a lavorare dopo il 96, per poter accedere alla pensione di vecchiaia o anticipata. E serve una contribuzione figurativa che valorizzi non solo i periodi di discontinuità dei contratti, ma anche quelli dedicati alla formazione e alla cura familiare”.

Scanderebech porta i botti in sala Rossa

La Consigliera Scanderebech ha discusso ieri un’interpellanza per ricevere una risposta chiara riguardo a cosa si intenda fare per lo spettacolo dei festeggiamenti di San Giovanni

Dichiara  Scanderebech: “Già a fine novembre il dibattito era vivo, e oggi ancor di più, dopo la commissione avvenuta in data 22 gennaio, in cui nessun componente della Giunta ha partecipato dando una linea precisa.

Si sono susseguite solo dichiarazione media da vari esponenti della maggioranza, di tutti i livelli, alcuni dei quali minacciano addirittura di abbandonare la stessa maggioranza qualora tornassero i fuochi durante lo spettacolo di San Giovanni. In un momento di confusione simile l’unica cosa che dovrebbe fare questa amministrazione sarebbe di prendersi le proprie responsabilità dando una linea chiara e definitiva”.

Continua la Consigliera : “Finalmente, l’Assessore Pironti ha dichiarato a verbale che nessuna richiesta di reinserimento dei fuochi è stata avanzata in deroga al regolamento comunale, purtroppo per i tanti amanti dei fuochi e i pochi dei droni. Tutti sereni, nessuno abbandona la maggioranza, almeno per adesso! Anche se il Capogruppo del M5S, fino a pochi giorni fa, annunciava di voler vagliare diversi elementi e possibilità. Che non ci siano spese vive della Città per lo spettacolo è falso, se i contributi poi arrivano dalle partecipate o da enti collegati al comune stesso. Fa riflettere che il solo spettacolo dei droni sia costato 305mila euro nel 2018 e 500mila nel 2019, a fronte, invece, di una spesa di soli 45mila euro dello spettacolo esclusivamente pirotecnico degli anni precedenti”.

Ex Embraco, verso un nuovo piano industriale

FRANCESCA BONOMO (PD) E JESSICA COSTANZO (M5S): “ADESSO FARE IL PUNTO CON GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI”

Al tavolo al Mise per la Ex Embraco-Whirlpool di Riva di Chieri oggi  hanno partecipato anche i rappresentanti di Ventures e di Whirlpool Latin-America, Invitalia e i sindacati.

I rappresentanti di Whirlpool Latin-America, presenti al tavolo, hanno illustrato i punti alla base di un prossimo possibile accordo con Ventures che avrebbe l’obiettivo di supportare un nuovo piano di reindustrializzazione e tutelare i lavoratori.

Bonomo e Costanzo riferiscono: “Dal tavolo è emerso che un advisor internazionale avrà il compito di verificare la presenza di nuovi possibili investitori in grado di rilanciare le attività produttive dello stabilimento di Riva di Chieri. Vista la possibilità di una nuova reindustrializzazione siamo già state rassicurate che ci sarà un prossimo incontro al Ministero del lavoro per cercare di dare garanzie di continuità degli ammortizzatori sociali. Rispetto dunque alla pesante situazione di partenza, oggi si sono mossi i primi passi di discontinuità. Auspichiamo che anche la regione Piemonte collabori per ciò che è di sua competenza, perchè una conclusione positiva della vertenza è possibile solo in un’ottica di squadra e di sinergia a tutti i livelli istituzionali. ” Concludono le due deputate.