“E chiusura domenicale della grande distribuzione”
Doppio appello lanciato in queste ore dal presidente del Gruppo Lega Salvini Piemonte, Alberto Preioni; diminuire la frequenza della spesa settimanale e chiudere la grande distribuzione la domenica, per evitare le uscite di casa inutili e preservare la salute dei lavoratori del settore.
“Ancora in troppi sembrano non rispettare i contenuti del decreto Covid-19. I giorni e le settimane che abbiamo davanti saranno decisivi – dichiara Preioni – e per questo motivo rinnovo il mio invito a tutti i cittadini: adottate soluzioni di buon senso. Mi segnalano infatti – afferma Preioni – di persone che accedono nei negozi, più volte al giorno, anche soltanto per comprare un solo genere alimentare, e ciò in questo periodo di emergenza sanitaria non deve accadere. Dobbiamo tutti essere più responsabili per permettere di impiegare le forze dell’ordine per aiutare gli anziani a casa invece che per meri controlli burocratici”.
Una presa di posizione che arriva anche in relazione al flusso di questi giorni nella grande distribuzione.
“Anche se la possibile chiusura alla domenica o la riduzione dell’orario potrebbe implementare le code durante i giorni e gli orari di apertura – dice sempre Preioni – la grave e difficile situazione in cui versa il Paese e la nostra Regione, non può ricadere totalmente su questi lavoratori che sono esposti ad alti tassi di stress e pericolo, valutiamo dunque anche la chiusura domenicale della grande distribuzione”.
Così in una nota il Presidente del Gruppo Lega Salvini Piemonte, Alberto Preioni
Coronavirus, il dibattito a Palazzo Lascaris
Richiesta al Governo di poteri straordinari per rilanciare l’economia piemontese; mantenere le misure di contenimento anche dopo il 3 aprile; garantire risorse a tutti per poter almeno fare la spesa. Queste alcune delle priorità Illustrate oggi dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio nelle comunicazioni sull’emergenza Coronavirus in Consiglio regionale, nuovamente riunito in videoconferenza.
Agli interventi di Cirio e dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, è seguito un lungo e articolato dibattito che ha coinvolto i rappresentanti di tutti i gruppi.
“Stiamo mettendo un impegno assoluto nell’affrontare l’emergenza – ha aggiunto Cirio – lo dimostra il numero dei letti di terapia intensiva: eravamo i penultimi in Italia come percentuale sugli abitanti, un retaggio storico della nostra sanità. Erano 287, adesso sono 565”.
Icardi ha riferito che “per i tamponi abbiamo 13 laboratori in grado di analizzarli, con una potenzialità di 4 mila al giorno: ma sono necessari i reagenti e la possibilità di riuscire a raccoglierli. Convocheremo i pazienti clinicamente guariti e in convalescenza per eseguire il test di conferma virologica della guarigione in ambulatori appositamente predisposti, per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori”.
Mauro Salizzoni (Pd) ha ricordato le informazioni internazionali sui test che si stanno effettuando, le app telefoniche per il controllo dei pazienti e gli scenari post isolamento. Oggi l’Italia fa 30mila test al giorno, bisogna dare priorità alle Rsa e agli operatori. Si faccia attenzione, ha detto Salizzoni, al colpo di coda dell’epidemia, previsto per fine estate. Le scuole dovrebbero riaprire tre settimane dopo la fine del contagio.
Marco Grimaldi (Luv) ha sottolineato la necessita di test per fermare il contagio. È importante, ha spiegato, capire se i posti di terapia intensiva verranno occupati nelle prossime ore, ma anche la disponibilità delle Ogr o del Maria Adelaide. Inoltre bisogna progettare l’attesa dal punto di vista economico.
L’assessore Matteo Marnati, ha spiegato come il Piemonte si stia attrezzando per produrre i reagenti. Nelle tre Università del Piemonte si sta lavorando alacremente. “Da lunedì potremmo avere la produzione di massa a prezzi molto più bassi di quelli che si trovano sul mercato. Se il virus dovesse mutare c’è uno studio informativo che riesce a sensibilizzare il test. Quando avremo i reagenti li forniremo ai laboratori che lo chiederanno. Riusciremo a farlo in autonomia. Domani ci sarà il test preliminare da lunedì inizia la produzione senza limiti.
Nel rispondere alle varie sollecitazioni, Icardi si è detto d’accordo con le considerazioni di Salizzoni e ha aggiunto che “il ritorno alla normalità dovrà tener conto del rischio che il virus riparta”.
Alberto Preioni (Lega) è intervenuto spiegando che contro il Coronavirus il Piemonte sta facendo tantissimo, “ma è lasciato da solo a causa di un governo debole e inadeguato. I materiali arrivano con il contagocce e di bassa qualità, come le mascherine. È necessaria anche una battaglia forte con l’Europa”.
Per Silvio Magliano (Moderati) è assurdo che oggi chi dona possa detrarre solo il 30 per cento delle somme. Bisognerebbe poter detrarre il 100 per cento, da un lato sarebbe giusto, dall’altro aiuterebbe le raccolte fondi che grazie alla generosità degli italiani già stanno andando bene. Bisogna poi abbassare l’Iva sulle mascherine dal 22 al 4 per cento”.
Maurizio Marrone (Fdi) ha fatto i complimenti al presidente e all’assessore per il raddoppio dei posti di terapia intensiva. Ha spiegato come sia importante seguire il modello coreano, con la predisposizione di molti tamponi e tracciatura degli asintomatici. In questo senso anche il Veneto è un esempio virtuoso. Ora anche il Piemonte può mettersi al passo: ogni giorno di ritardo nell’effettuare gli esami con tamponi è un giorno perso.
Francesca Frediani (M5s) ha chiarito come sia importante puntare sull’assistenza a domicilio per evitare che i malati peggiorino e carichino le strutture sanitarie. È anche fondamentale la comunicazione tra i vari soggetti: la piattaforma è molto positiva per chi vi accede, “ma trovo sbagliato che i medici di base ne siano esclusi”. Per il dopo emergenza, è impensabile tornare subito alla normalità che conoscevamo: dobbiamo pensare adesso a come cambiare la società
Paolo Ruzzula (Fi) ha chiarito che le risorse più importanti possono arrivare soltanto dal Governo: quelle della Regione sono insufficienti per risolvere la crisi che ci sarà, anche se si tratta di fondi consistenti. “Qualche errore inevitabilmente è stato fatto, dove si può ripensiamo quanto si sta realizzando e facciamo qualche doverosa riflessione per salvaguardare i servizi che abbiamo”.
L’assessore all’Istruzione Elena Chiorino ha riferito “la difficoltà, comune a tutte le Regioni, per non essere ancora riusciti a interloquire con ministro Azzolina nonostante numerose richieste. Non abbiamo linee guida chiare dal ministero e diventa difficile concordare e mettere in campo azioni che siano complementari con quelle del Ministero”.
L’assessore Fabrizio Ricca ha spiegato che il decreto salva italia non ha stanziato fondi per sport e forze ordine. La Giunta del Piemonte invece intende stanziare – e proporre al Consiglio di votare – 4 milioni per coprire i costi dell’amministrazione ordinaria delle società sportive e 500mila euro per pagare gli straordinari alle forze di pubblica sicurezza per il presidio del territorio
Mario Giaccone (Monviso) ha rilevato difficoltà di comunicazione tra maggioranza ed opposizione. “I fatti – ha spiegato – hanno dimostrato l’importanza della presenza dell’opposizione sul tema Coronavirus. Sull’utilizzo dei tamponi il nostro lavoro è stato utile, una critica costruttiva che è stata presa in considerazione”.
“Alcuni componenti del Gruppo della Lega hanno, ancora una volta lamentato un “ostruzionismo sconsiderato sulla legge per la riassegnazione delle concessioni sulle grandi derivazioni idroelettriche” da parte delle minoranze di centrosinistra che, a loro parere, avrebbero “parlato per nove ore impedendo l’approvazione della legge e avrebbero commesso “un atto di grave irresponsabilità che priva il Piemonte di grandi opportunità”.
Rispondo che di sconsiderato c’è soltanto il metodo politico che la maggioranza adotta per imporre tutto quello che le passa per la testa” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.
“Se il disegno di legge sulle grandi derivazioni idroelettriche oggi non è approdato in Aula è solo per l’incapacità politica della maggioranza – conclude Ravetti – In questi momenti così difficili per i piemontesi le polemiche rappresentano semplicemente un boomerang per chi le fa”.
Riceviamo e pubblichiamo: APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE / Come ha scritto Mario Draghi “La pandemia di coronavirus è una tragedia umana di proporzioni potenzialmente bibliche. Molti oggi vivono nella paura della propria vita o in lutto per i propri cari. Le azioni intraprese dai governi per evitare che i nostri sistemi sanitari vengano travolti sono coraggiose e necessarie.
Devono essere supportati. La sfida che affrontiamo è come agire con sufficiente forza e velocità per evitare che la recessione si trasformi in una depressione prolungata, resa più profonda da una pletora di valori predefiniti che lasciano danni irreversibili. È già chiaro che la risposta deve comportare un aumento significativo del debito pubblico. La perdita di reddito sostenuta dal settore privato – e qualsiasi debito accumulato per colmare il divario – deve alla fine essere assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci pubblici. Livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e saranno accompagnati dalla cancellazione del debito privato”.
Siamo piemontesi che vivono e lavorano in questa regione e vogliamo dare un nostro contributo per un disegno di legge regionale da portare urgentemente alla discussione e approvazione in Consiglio regionale della Regione Piemonte.
a) Unica “Misura”: Una legge sola, suddivisa in capitoli, con unico iter di riferimento, per evitare dispersioni
b)Unico “Gestore”: Occorre nominare immediatamente un Commissario Straordinario coadiuvato da un Ufficio Specifico della Regione
AFFRONTARE L’EMERGENZA
(FINANZIAMENTO A FONDO PERDUTO)
- Dare liquidità immediata mediante ricapitalizzazione e finanziamento di tutte le imprese micro, piccole, individuali, società di persona e società di capitale stanziando risorse per importi pari al 30% dei ricavi 2019. Risarcimento dei danni e mancati ricavi derivati dalla chiusura obbligatoria.
I fondi destinati a questo scopo devono essere ripartiti:
-65% a Micro Imprese e Professionisti e il 35% a Piccole Imprese
2 Sostegno al reddito e alle famiglie:
a) integrazione di 300 euro, ai 600 già previsti per le partite iva
b) un sostegno di 700 euro per le categorie di lavoratori non compresi nelle tutele attuali
c) contributo al pagamento dei canoni di locazione delle abitazioni e per studi professionali, botteghe e officine per chi rientra nelle misure di tutela ed è escluso dagli aiuti
3) Una misura di finanziamento garantita dalla Regione per finanziamenti del valore dei magazzini, mediante pegno non possessorio, formula già immaginata in tempi di crisi ‘normale’
PROGETTARE IL FUTURO
(FINANZIAMENTO A TASSO AGEVOLATO)
Concessione di un finanziamento a tasso fisso 1% (capitale: 70% Regione, 30% banche), riferito alle seguenti esigenze aziendali previste sino al 31.12.2020:
- Sostegno al pagamento stipendi dipendenti
- Copertura costi consulenze
- Stipula di polizze assicurative a copertura del rischio commerciale, perdita clienti, penali contrattuali
- Magazzino, acquisto scorte (materie prime, prodotti finiti, semilavorati)
- Interventi finalizzati alla sicurezza dei lavoratori, da destinare anche a potenziamento dell’assistenza sanitaria(in caso di proseguimento/ riemersione COVID 19 sul medio- lungo periodo)
- Predisposizione di Piani di Innovazione Tecnologica in tutti i comparti aziendali per lavoro agile
- Piano Commerciale ricerca/incremento clienti sia italiani sia esteri
- Acquisto/Sostituzione macchinari e impianti produttivi, automezzi aziendali (accorpamento con Legge 34 e Fondi Legge Sabatini per il Piemonte)
- Elaborazione Piani Finanziari per intervenire sull’indebitamento bancario aziendale portando l’equilibrio:
-debito a breve 35%
-debito a medio lungo 65%
- Incentivazione utilizzo linee di credito “FINTECH”* (breve, mediolungo, crowdlending, crowdfunding) a riequilibrio/riduzione esposizione bancaria (*Vantaggio: i fondi “Fintech” non vanno in Centrale Rischi), anche attraverso il rafforzamento di strumenti già esistenti come il Tranched Covered e il Fondo di Centrale di Garanzia
- Operazioni di capitalizzazione (aumenti di capitale sociale) e/o di patrimonializzazione (conferimento immobili nel Patrimonio aziendale)
ITER CONCESSORIO ED EROGAZIONE
Le misure sono urgenti e ancora più urgente è la loro erogazione, essendo finalizzata ad un sostegno produttivo/finanziario di breve periodo (anno 2020):
-Erogazione del 50% della cifra deliberata
-Rendiconti “bimestrali” semplificati da parte dell’impresa
-Dopo 6 mesi, erogazione della seconda tranche 50%
-Revisione dei criteri di ammissibilità (Rating bancari/parametri di bilancio), alleggerendo i medesimi al fine di non penalizzare settori verso i quali l’accesso al credito era pregiudicato già precedentemente alla crisi COVID-19 (es. edilizia/costruzioni) o che lo diventeranno conseguentemente alla stessa (es. turismo/ricettività, produzioni Made in Piemonte).
RESTITUZIONE FINANZIAMENTO MISURE DI FINANZIAMENTO AGEVOLATO
A seguito deposito bilancio 2020 (aprile-giugno 2020), quindi di fatto con preammortamento di circa 12 mesi
-rate mensili sulla durata complessiva di 60 mesi.
Alberto Nigra, Gianluca Susta, Gabriele Molinari, Davide Dellarole, Claudio Lubatti, Nino Daniel, Marco Cavaletto, Patrizia De Grazia, Daniele De Giorgia, Luca Matteja, Salvatore Sette, Sara Levi Sacerdotti
“Oggi sono state messe le bandiere a mezz’asta in Consiglio regionale, questo atto è un segno di rispetto per chi non c’è più: non deve però rappresentare un segno di resa ma di speranza affinché la pandemia venga sconfitta il più velocemente possibile e non mieta più vittime”
Con queste parole il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, ha introdotto il minuto di silenzio osservato da un’aula semideserta e da tutti i consiglieri regionali collegati in videoconferenza. “Voglio quindi ricordare le tante persone scomparse in queste drammatiche settimane, dimostrare partecipazione ai loro cari, ma anche onorare il sacrificio e l’impegno degli operatori sanitari, dei farmacisti, delle forze dell’ordine, delle forze armate, dei volontari e di tutti coloro che, in questi giorni così difficili sono in prima linea a servizio dell’intera comunità”.
“Più di 200.000 lavoratori e lavoratrici intermittenti dello spettacolo sono esclusi dalle misure di sostegno del decreto ‘Cura Italia’. Dipendenti che hanno sempre versato i contributi per il Fondo di Integrazione Salariale, ma che non accedono all’indennità di 600 euro semplicemente perché il loro contratto è ‘a chiamata’ (figlio di quella aberrante proliferazione contrattuale a cui nessun governo ha ancora posto rimedio)” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.
Infatti, all’art. 38 del DL 18/2020 “Cura Italia”, le indennità per i lavoratori dello spettacolo sono circoscritte a coloro che hanno lavorato almeno 30 giornate in gestione ex-Enpals e con un reddito inferiore a 50.000 euro nel 2019, ma che alla data del 17 marzo non devono avere un trattamento pensionistico né un rapporto di lavoro dipendente, cosa che invece il contratto a chiamata risulta essere, benché di fatto gli intermittenti a quella data fossero senza lavoro.
“Ancora peggio” – prosegue Grimaldi: – “siccome il contratto è in essere, anche se nei fatti il lavoro non c’è dal 23 febbraio scorso, data di chiusura di tutti i teatri e di annullamento di tutti i tour e gli eventi, questi dipendenti non hanno nemmeno accesso alla Naspi, né al FIS (il fondo di integrazione salariale dell’INPS), perché non è possibile calcolare l’importo di quanto è stato perso. Ecco perché, insieme a tutti i firmatari della petizione #nessunoescluso e alla Fondazione Centro Studi Doc che l’ha promossa, chiediamo al Presidente Cirio e alla Giunta, che hanno il potere di deciderlo, che questi lavoratori e lavoratrici abbiano accesso alla Cassa integrazione in deroga, misurando il lavoro perso in base allo storico dei 12 mesi precedenti. E ancora una volta, da domani bisognerà che tutto cambi”.
Il Fondo di solidarietà comunale stanziato dal Governo rappresenta una boccata di ossigeno per tanti cittadini in difficoltà in questi giorni.
Raccogliamo, però, da tanti Comuni piemontesi la necessità di poter disporre di linee guida chiare sull’applicazione dell’Ordinanza del Capo della protezione Civile, così da individuare con chiarezza i criteri di accesso, le categorie dei beneficiari, le modalità di verifica dei requisiti e la titolarità degli atti amministrativi. Serve che la Regione, di concerto con Anci Piemonte, dia indicazioni chiare su come procedere. Occorre farlo con urgenza, così che le misure possano al più presto produrre benefici nei confronti dei cittadini.
Domenico ROSSI
Consigliere regionale Pd
Alberto AVETTA
Consigliere regionale Pd