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Napoli (Fi): “Covid, tra Stato e Regioni siamo al fai da te”

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell’on. Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera:

     Se il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha deciso di chiudere le scuole per due settimane, la presidente dell’Umbria Donatella Tesei sta valutando se tornare, almeno per le scuole superiori, alla didattica a distanza, che è come dire se non è zuppa è pan bagnato. Sempre in Umbria si pensa a misure ulteriormente restrittive per gli eventi sportivi. Stasera o domani il presidente della Lombardia, sentiti i sindaci dei capoluoghi di provincia, emetterà un’ordinanza con nuove misure di contrasto alla pandemia.

     Il coordinamento fra Stato e Regioni rimane un nodo irrisolto, eppure decisivo, nel contrasto al Covid. Non sono tentato dal centralismo francese, che consente al presidente della Repubblica Emanuel Macron di annunciare il lockdown in alcune grandi città, però viene da chiedersi se procedendo le Regioni in ordine sparso sulla base della diffusione del contagio non si corra il rischio di ritrovarci da qui a qualche settimana con le chiusure interregionali. Che sarebbe poi un lockdown locale con inevitabili ricadute nazionali. Ogni Regione dispone di un Comitato tecnico-scientifico, così come il governo centrale. Mi chiedo se tutti questi Comitati siano in costante collegamento fra loro così come lo è il governo con i presidenti di Regione. Fare presto e bene significa anche avere un’architettura istituzionale ben oliata nelle sue procedure  e nel meccanismo di funzionamento. Il rischio incombente è il fai-da-te che non mette nessuno al sicuro ma tutti a rischio.

Esenzione D99, Grimaldi (LUV): “fermiamo il calvario burocratico delle donne”

“Il servizio sanitario regionale riconosca il loro diritto alle cure”.

“Francesca è un nome di fantasia, ma la lettera è vera” – denuncia Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi – “ed è solo l’ultima delle decine di segnalazioni che mi arrivano in merito alle difficoltà ad accedere all’esenzione delle donne a rischio di tumore al seno e alle ovaie e dopo che mi sono occupato della vicenda in più di un’occasione, l’ultima nel novembre scorso, quasi un anno fa. Sono infatti migliaia le donne piemontesi che si vedono ancora negato il loro diritto a una corretta prevenzione” – prosegue Grimaldi – “e questo nonostante una delibera della Giunta Chiamparino stabilisce l’esenzione, attivabile con il codice D99, per gli esami di prevenzione tumorale nelle donne affette dalla mutazione ereditaria del gene Brca 1 e Brca 2”.

“Oltre alla storia di Francesca – prosegue Grimaldi – c’è quella di Carla (altro nome di fantasia), la quale si rivolge alle Molinette per accedere al servizio e le viene risposto come nel servizio delle ‘Breast Unit’ vengono prese in carico solo le pazienti in attesa di intervento mentre nel Percorso di Prevenzione Serena vengano effettuate solo le ecografie mammarie; e questo nonostante quello sia espressamente indicato come centro di riferimento per l’esenzione D99. È un calvario senza fine quello che devono affrontare Francesca, Carla e altre circa 1.000 donne che abitano in Piemonte (ma se ne stimano altre mille e i nuovi casi sono circa 180 l’anno) – denuncia Grimaldi – si tratta di persone che rischiano molto più delle altre e che ogni sei mesi devono sottoporsi a regolari visite ed esami”.

“Faccio un appello ai giornali, all’Assessore Icardi ma, soprattutto, ai Direttori delle Asl perché questo non sembra più essere un problema politico. Siamo nel campo dell’organizzazione sanitaria ed è dunque inaccettabile che queste donne debbano intraprendere un percorso costoso e tortuoso per accedere a cure assolutamente necessarie. Ci battevamo perché il loro diritto venisse riconosciuto in tempi normali – conclude Grimaldi – lo facciamo ancora di più oggi perché, dentro la pandemia Covid, queste donne non debbano subire ulteriori stress”.

 

Il Pd in Regione: “Covid, riaprire l’unità di crisi 24 ore su 24”

I numeri di questi giorni certificano che il sistema è in crisi e che occorre riaprire l’unità di crisi 24 ore su 24.

Gli ospedali necessitano di coordinamento continuo sulla gestione della pandemia e dei ricoveri: tra poche settimane, se il trend non si arresta, saremo in crisi.

La Giunta regionale continua a dichiarare, ancora ieri, una capacità di 15.000 tamponi al giorno. Un numero mai raggiunto fino ad oggi e che pare smentito anche da un documento del DIRMEI del 25 settembre 2020.

In questo documento si fissa a 12.000 l’obiettivo, ancora da raggiungere, precisando che i laboratori del SSR sono capaci di arrivare a 6500 tamponi, se non fosse che per la carenza di reagenti, sempre secondo il DIRMEI, la loro capacità va considerata dimezzata del 50%. Si arriva a 12.000 ricorrendo al privato per 3500 tamponi (convenzionandosi però per 5000) e ai due nuovi laboratori di Novara e La Loggia, che hanno un potenziale di 1000 cadauno mai ancora raggiunto.

Ieri si è toccato il fondo.

Con 5967 tamponi, la metà della Toscana, un terzo dell’Emilia Romagna e un quarto del Veneto, il Piemonte dimostra tutta la sua fragilità. Non è solo il numero assoluto che colpisce, ma anche la straordinaria incidenza di positivi: 499, il 10% sui tamponi effettuati, contro i 339 (2%) dell’Emilia, i 657 del Veneto (3%) e i 575 (5%) della Toscana.

Vuol dire che da noi il virus sta circolando in maniera incontrollata.

D’altronde anche i dati dei ricoveri lo indicano: a pari popolazione e numeri simili di ricoverati in terapia intensiva, il Piemonte ha 562 ricoverati non intensivi, contro i 383 dell’Emilia, i 229 della Toscana e i 271 del Veneto.

C’è poi un altro dato che preoccupa e che l’Assessore dovrebbe spiegare: l’incremento delle persone messe in isolamento domiciliare è inferiore addirittura all’incremento giornaliero delle persone contagiate. Ma se il contact tracing serve a interrompere la catena di trasmissione anche questo dato ci dice che c’è qualcosa che non funziona.

Dalle segnalazioni che riceviamo una risposta è da cercare nei tempi, sempre di più lunghi, tra identificazione di un caso positivo e l’indagine epidemiologica sui suoi contatti stretti.  Molto spesso si arriva alla fine del periodo di quarantena con la conseguenza che il virus ha continuato a girare. Non basta, quindi, potenziare la rete dei laboratori, ma anche la rete del personale sanitario che opera sul territorio. I SISP non sono più in grado di rispondere o di rispondere in tempi ragionevoli.

Martedì ci aspettiamo finalmente un’informativa chiara da parte del Presidente Cirio e dell’Assessore Icardi. Il Consiglio e i cittadini piemontesi, oltre agli annunci, meritano la massima trasparenza.

Domenico Rossi, Vicepresidente Commissione Sanità

Daniele Valle, Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19

La politica al tempo del Covid

Ironicamente qualcuno da’ dell‘anticapitalista al covid. Decisamente il Covid è quella cosa non immaginata solo 11 mesi fa.

Difficile , se non impossibile conviverci.  Ma non abbiamo alternative. La nostra intelligenza collettiva è messa a dura prova , ma per l’appunto non abbiamo scelta.
Per la prima volta non siamo messi così male. Gli altri paesi, sembrerebbero messi peggio . Il condizionale è d’obbligo. Il virus è decisamente egualitario. Colpisce proprio tutti. Dai potenti ricchi ai poveri . Brutti e belli.
Intelligenti e stipidi. Anziani e giovani. Forse in questo è anti capitale. Sia ad Est come ad ovest come a Nord come al Sud la parola d’ordine è impreparazione. Il vaccino e i piccoli atteggiamenti ci salveranno. Poi ci sono i negazionisti che dimostrano che la mamma degli stupidi è sempre incinta. Ma la pandemia non arresta la politica locale. Chiaretta: “non mi ricandido più”. Ci mancherebbe altro. In questo modo evita una figuraccia assicurata. Fine ingloriosa. Chi vuole essere della partita è Giggino ( Di Maio ) che esorta Zingaretti nel fare l’accordo a Roma. Si’, vogliono salvare la Raggi ma il Presidente della Regione Lazio ( per la cronaca un “certo” Zingaretti) ha già risposto: con la Raggi mai.
A Cucciolo Di Maio non gliene va mai bene una. Pazienza.
Il Pd locale rimanda al mittente  la richiesta di collaborazione. Sulle primarie incombe il covid. Carretta e Furia comunque le vogliono fare intimamente convinti che almeno sulla scelta del candidato Sindaco contano…. qualcosa. Sempre in pol position il Rettore Saracco che , ad oggi , ha un unico limite : è gradito ai pentastellati. In particolare all’ex vice sindaco Montanari che se la ride dopo il forfait  dell’Appendino. Ma altri non mollano. Sicuramente Enzo La Volta scatenato sui social ed anche il senatore Mauro Laus  non molla di un millimetro. A destra , del resto come al solito, si boccheggia. Damilano traccheggia e il Governatore Cirio ha le sue gatte da pelare. Direi una  situazione fluida dove avere certezze è proibito. Nel complicare le cose arriva Carlo Calenda che si vuole candidare a Roma. Diffice per il Pd Romano dirgli di no dopo la stupidaggine di aver fatto fuori Ignazio Marino ora stimato e ( ci dicono ) felice professore medico negli States. In tutto questo il coronavirus non ha prodotto questi fenomeni politici ma li ha decisamente complicati. Vedremo, aggiungendo una sola certezza: i pentastellati  non esistono più. Sono un lontano ricordo.

Patrizio Tosetto

Ruffino (Fi): “Governo impotente, senza Mes torna emergenza”

Da un lato i ministri Speranza e De Micheli che si affannano alla ricerca di soluzioni credibili per ridurre l’affollamento dei mezzi pubblici, soprattutto nelle aree metropolitane.

Dall’altro lato i governatori, impegnati sullo stesso fronte e, nello stesso tempo, alla ricerca di risorse per potenziare i drive in e incrementare i tamponi giornalieri. Sono due esempi dell’impotenza del governo, prigioniero dei pregiudizi ideologici del M5s anche se la loro minaccia sul governo è un’arma da tempo scarica.

     A questo servirebbero e servono tuttora i soldi del Mes. Perché la destinazione di quei fondi, circa 36 miliardi per l’Italia, è esclusivamente mirata a finanziare le spese per contrastare la diffusione della pandemia e, dunque, al comparto sanitario e a tutti gli investimenti necessari per contrastare il Covid. Compreso il potenziamento del trasporto pubblico locale, l’assunzione di personale sanitario, l’acquisto di termoscanner per scuole, uffici pubblici, aziende private e luoghi di ritrovo pubblico. Le risorse del Mes consentirebbero dunque un potenziamento straordinario della profilassi contro la pandemia. Rifiutarle da parte della maggioranza, sostenuta in questo dall’opposizione di destra, significa condannare gli italiani ad assumersi rischi notevoli. Il presidente Conte e la sua maggioranza, con il rifiuto del Mes, sono indirettamente fra le cause dell’aggravamento della pandemia.

On. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Ecco la nuova giunta comunale di Venaria

Tempi stretti per la presentazione della nuova Giunta comunale.

A poco più di una settimana dal turno di ballottaggio, il sindaco Fabio Giulivi, a capo di una coalizione di centro destra, nella conferenza stampa di oggi, ha presentato la squadra dei suoi assessori.Evidente lo sforzo della nuova amministrazione, per velocizzare al massimo i tempi di composizione della Giunta, ed essere subito operativi. Atto dovuto nei confronti della Città, che dovrà affrontare tanti problemi, a partire dall’emergenza Covid. La Giunta è composta da assessori venariesi, che conoscono il territorio e che si impegnano a portare avanti il programma elettorale presentato alla cittadinanza.

Deleghe del sindaco Fabio Giulivi: Sicurezza – Salute – Personale – Polizia Municipale – Comunicazione – Protezione civile – Città metropolitana di Torino – Associazionismo e volontariato – Partecipate;

Vice Sindaco Gianpaolo Cerrini;

Sistema Educativo, Istruzione, Asili nido, Tutela degli AnimaliPolitiche giovanili, Disabilità e Pari Opportunità: Paola Marchese (Venaria Riparte), docente scuola dell’infanzia e primaria;
Bilancio e TributiFondi strutturali, Economato: Gianpaolo Cerrini (Lega), direttore di banca;
Lavori Pubblici, Viabilità, Piano del Traffico e Parcheggi, Edilizia privata, Urbanistica, Servizi cimiteriali, Patrimonio, Ambiente, Politiche gestione rifiuti, Sostenibilità Energetica: Giuseppe Di Bella (Fratelli d’Italia), imprenditore;
Attività Economiche ed Attività Produttive, Commercio, Lavoro, Turismo, Agricoltura: Monica Federico (Forza Italia), imprenditrice nel campo della ristorazione;
Politiche sociali, Politiche della terza età, Famiglia, Servizi demografici, Elettorale, Trasporti, Sport: Luigi Tinozzi (Unione di Centro), pensionato;
Cultura, Rapporti con la Reggia, Smart City, Servizio transizione al digitale, Arredo Urbano: Marta Santolin (Venaria Riparte), architetto esperta in restauro e processi di valorizzazione culturale;
Manutenzioni, Politiche della Casa, Quartieri e Recupero Periferie: Marco Scavone (Lega), imprenditore edile e artigiano.

Il prossimo passo istituzionale sarà il Consiglio comunale, in programma lunedì 19 ottobre 2020 alle ore 18:00 al Teatro della Concordia, in corso Puccini sn, in cui per la prima volta si riunirà la nuova assemblea consigliare della Città di Venaria Reale.

I socialisti e l’Italia raccontati da La Ganga

Ho letto di un fiato le 111 pagine de “I socialisti e l’Italia. Conversazione con Giuseppe La Ganga, a cura di Salvatore Vullo”. Edizioni Rubettino.

Grazie alla amichevole solerzia di Salvatore Vullo ho ricevuto, appena disponibile “la Conversazione” che ho citato e che, ripeto, ho letto di un fiato; di un fiato perché non si può fare diversamente.

La lettura ti cattura, ti prende.

La Ganga, con Vullo, fa fatto una cavalcata, sul filo della memoria, sulla storia del PSI e sulla sua esperienza politica torinese e nazionale.

Avremo tempo ed occasioni per riflettere su quanto scritto, ma l’impatto, anche emotivo, nel ripercorrere gli anni nostri è forte; l’evocazione di episodi, nomi di tanti compagni con i quali si è percorso un lungo tratto di vita, è una evocazione che non lascia indifferenti.

Certo nel ricordare l’errore è possibile  ed uno riguarda. Parlando del congresso socialista torinese degli anni ’60 si legge che “nel nuovo comitato direttivo provinciale, ci fu l’ingresso, per la corrente di sinistra, di Nerio Nesi, Giuseppe Muraro, Maria Magnani Noya e Filippo Fiandrotti.

Non è così i nomi furono Nesi, Muraro, Magnani Noya e Libertino Scicolone ( e NON Fiandrotti).

Com’è noto, ai pochi che ci conoscono, io e Filippo siamo stati sodali per “una vita” e, se ci fossa ancora, si sentirebbe un usurpatore nel leggere la sostituzione

Certo la per la Storia questa erronea sostituzione non significa nulla, ma per la piccola storia di ognuno di noi cambia molto  ….. anche le formiche, nel loro piccolo, hanno diritto all’unicuique suum.

Certamente Curatore ed Editore provvederanno all’Errata Corrige, ma ho voluto segnalarlo perché scripta manent.

Non mi resta che ringraziare Giusi e Salvatore per il lavoro e fatto e a tutti la lettura.

Libertino Scicolone

Marello – Rossi (Pd): “Danni alluvione: valutazione dettagliata per il Governo”

“C’è un cortocircuito tra valutazione danno e individuazione fondi con cui risarcire i privati che hanno subito danni a causa degli Eventi alluvionali dello scorso 2 e 3 ottobre” 

Lo segnalano i consiglieri Domenico Rossi e Maurizio Marello commentando la risposta dell’assessore all’interrogazione “Eventi alluvionali del 2-3 ottobre 2020 – danni ai privati o ad attività produttive”, a prima firma Marello. Nella risposta dell’assessore, infatti, si sottolinea come la ricostruzione dei danni avverrà dopo la proclamazione dello stato di emergenza.
“Dubitiamo sia la modalità corretta, sarebbe stato meglio fare una ricognizione dettagliata dei danni a privati e attività produttive prima di chiedono soldi al Governo” aggiungono i consiglieri Dem ricordando come “c’è il rischio di stimare minori risorse rispetto a quelle necessarie per far fronte all’emergenza e quindi di non riuscire a sostenere tutti gli interventi necessari, tutto questo dopo averli promessi a famiglie ed imprenditori”.
“Per questo motivo – concludono i rappresentanti del gruppo del PD – durante la quinta commissione chiederemo maggiori dettagli al presidente”.

I centri culturali al comma z del Governo

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni Per avere un’idea di come il governo Conte si ponga di fronte ai centri culturali e alla cultura e’ sufficiente leggere il Decreto del Presidente del Consiglio del 13 ottobre.

Al paragrafo z dell’articolo 1 si legge che ”le attività dei centri di benessere, dei centri culturali, dei centri sociali ( assimilare i centri culturali con i centri di benessere appare decisamente fuorviante !) sono consentite a condizione che le Regioni abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività alla situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli e le linee guida applicabili, idonei a prevenire o il ridurre il contagio. Questo comma significa aver delegato alle Regioni le attività culturali del territorio, mentre per tante altre attività il Governo ha dettato comportamenti precisi, come, ad esempio, i commensali a cena fissati in 30 partecipanti. Non si comprende perché attività che riguardano la cultura siano assimilati a realtà che nulla hanno a vedere con essa.
E cosa significa parlare di attività culturali ? Esse sono molteplici e riguardano conferenze, convegni, seminari, consultazione di biblioteche ecc. Ma i centri culturali non sono necessariamente regionali o circoscritti ad una regione. Essi a volte organizzano iniziative che vanno oltre i confini regionali, coinvolgendo persone provenienti da altre regioni, per non dire delle iniziative di carattere internazionale. Delegare alle regioni equivale a pensare alla cultura come fatto locale e non come fatto che travalica i confini, come in effetti è. Comunque il governo non si assume le sue responsabilità , ritenendo questi temi non di suo interesse. Giostrarsi tra protocolli e linee guida che dovranno essere definiti dalle Regioni significa per i centri culturali la paralisi delle attività.
C’è da augurarsi che le Regioni siano sollecite nel definire le procedure. Altrimenti la cultura chiuderà inevitabilmente i battenti con conseguenze catastrofiche sulla cultura medesima. Le attività programmate nei mesi futuri sono in bilico.
E’ evidente in questi tempi la difficoltà di fare e persino di vivere normalmente. Ne siamo ben consapevoli ma le decisioni assunte con il comma z appaiono davvero inspiegabili se non come manifestazione di un disprezzo che offende il lavoro e l’impegno di tanti studiosi e di tanti volontari che si dedicano al miglioramento della qualità della vita individuale e collettiva magari da molti anni con passione e disinteresse.

Tito Boeri: “Riprendiamoci lo Stato”

 Più di un libro, un manifesto per una Italia ad un’altra velocità

La saggistica è un genere per lo più ostico e che spesso allontana gran parte, dei pochi lettori italiani. Questo è un vero peccato quando si pensa a un libro come Riprendiamoci lo Stato, edito da La Feltrinelli e scritto dall’ex presidente di Inps Tito Boeri e dal noto giornalista Sergio Rizzo. Questo lavoro che denuncia come il tempo stia scadere per una Italia soffocata da una pubblica amministrazione “piena di falle, disfunzioni e incompetenze“, è più di un saggio potendo perfettamente essere annoverato tra i manifesti più dettagliati per una credibile agenda politica che riporti il Paese all’onore del mondo…

… continua a leggere:

http://strumentipolitici.it/tito-boeri-riprendiamoci-lo-stato-piu-di-un-libro-un-manifesto-per-una-italia-ad-unaltra-velocita