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La Circoscrizione 1 Centro Crocetta a fianco dei più deboli

La Circoscrizione 1  in prima fila nella campagna di solidarietà. Ne parliamo con il Capogruppo del PD Thomas Ponte

Alla raccolta natalizia dei giocattoli per i bambini delle famiglie in stato di necessità, da anni appuntamento consueto, quest’anno la Circoscrizione 1 Centro Crocetta ha sostituito la raccolta solidale di materiale informatico, iniziativa tuttora in corso.

“Questa raccolta – spiega il Capogruppo del PD nella Circoscrizione 1, Thomas Ponte – è tanto più preziosa se si prendono in considerazione le numerose situazioni di famiglie in difficoltà, in cui risulta piuttosto complicato per i ragazzi seguire la didattica a distanza, imposta in certi gradi di indirizzo scolastico da questi tempi di pandemia. In molte famiglie la connessione web risulta, infatti, insufficiente e, nel caso in cui uno o entrambi i genitori siano impegnati nello smartworking, non sempre i computer o Tablet sono in numero adeguato a consentire anche ai ragazzi di seguire la Dad. La prima Circoscrizione ha, così, deciso di avviare la raccolta di computer, notebook, tablet, mouse, tastiere e stampanti, che possano essere dismessi anche da uffici o privati, purché ancora funzionanti o tali da richiedere una piccola manutenzione. Questi strumenti informatici potranno anche essere utili per gli anziani per collegarsi ai nipotini e per le persone più fragili per non sentirsi isolate dal mondo”

“E proprio la solitudine – spiega Thomas Ponte – risulta uno dei problemi più gravi che sta vivendo una città come Torino, che già presentava diverse fragilità sia economiche sia nel tessuto sociale in epoca pre Covid e che la pandemia ha accentuato. Basti pensare al problema delle persone in condizioni di difficoltà senza fissa dimora e dei senzatetto, che stanno aumentando, soprattutto nel centro cittadino. Inutile affermare che certe piazze fossero un tempo il salotto buono di Torino. Sono cambiate le condizioni economiche che Torino, negli ultimi anni, si è trovata a vivere e la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare dopo marzo, quando cesseranno gli ammortizzatori sociali per i lavoratori, e le imprese potranno iniziare a licenziare”.
“Torino – aggiunge il capogruppo del PD in Circoscrizione 1, Thomas Ponte – è ancora una delle città italiane che mostra una grande sensibilità e rivolge una grande attenzione alla realtà dei senzatetto. Come Circoscrizione 1 monitoriamo costantemente la situazione e inviamo un rapporto alla vicesindaco di Torino Sonia Schellino. Purtroppo, pur essendo il nostro Comune uno dei più attenti a questo tipo di problematica, nel corso degli ultimi anni il numero dei senzatetto è andato aumentando esponenzialmente, soprattutto dopo l’inizio della pandemia da Covid 19. Si tratta di persone che, difficilmente, accettano il ricovero presso strutture messe a disposizione del Comune.

Esiste nella nostra città, tuttavia, una vasta rete di Solidarietà, comprendente diverse realtà del cosiddetto terzo settore, tra cui il Sermig, la Caritas, i Servizi Vincenziani per Senza Fissa Dimora, i City Angels, la Boa Mobile, che fornisce ai senzatetto un sostegno durante le ore notturne di permanenza all’aperto. A queste si aggiungono altre realtà di volontariato attente alle persone fragili come gli anziani, e qui mi riferisco, per esempio, a Telehelp, associazione telefonica rivolta all’ascolto degli anziani. Nella Circoscrizione 1 esiste una sottocommissione appositamente dedicata agli adulti in difficoltà, presieduta dal Consigliere Federico Tagliaferri”.

“Un altro problema che interessa sempre più la nostra città – prosegue il Capogruppo Thomas Ponte – è quello della presenza di gruppi di microcriminalità che stanno interessando zone della città un tempo estranee a queste problematiche, quali quella del Polo del Novecento. Il tessuto sociale cittadino si sta purtroppo pian piano lacerando e anche il comporto della cultura che, fino a un anno fa, era estremamente vivace a Torino, sta vivendo una grave crisi economica, provocata dal prolungarsi della chiusura dovuta alla pandemia”.

“Torino come altre importanti città italiane – spiega Thomas Ponte – vale a dire Milano, Bologna, Roma e Napoli, attende la grande sfida delle elezioni amministrative della prossima primavera per l’elezione del nuovo sindaco, un’opportunità assolutamente da non perdere per il rilancio di una città chiamata a superare una crisi che affonda le sue radici già prima dell’emergenza Covid. Il candidato che il PD è chiamato a scegliere come possibile sindaco di Torino, oltre che autorevole, deve, secondo me, conoscere molto bene la macchina politica della città per evitare di farsi manovrare da chi conosce il meccanismo di governo di una realtà complessa come quella di Torino.

 

Non soltanto, infatti, dovranno essere affrontati problemi quali il rilancio economico e l’innovazione, ma anche quello del ricambio generazionale in alcuni settori della macchina comunale, se si considera il pensionamento previsto per il prossimo autunno in diversi uffici comunali (seguito da una prevista non sostituzione del personale). Sarà anche necessario procedere a uno snellimento delle pratiche anagrafiche, che oggi rendono estremamente lungo e complicato ottenere una semplice carta d’identità elettronica. Un altro problema che sicuramente ha provocato questa pandemia è stato quello della progressiva perdita di posti di lavoro e dell’adozione dello smartworking, che ha avuto delle pesanti ricadute su altri settori tra cui quello della ristorazione e dei bar, costretti l’uno ad una prolungata chiusura o semichiusura con asporto, l’altro a un’attività prevalentemente di asporto, che ha inciso notevolmente sui ricavi, con una loro drastica riduzione “.

Mara Martellotta

Partiti politici: il niente di oggi e il qualcosa di ieri

Fine anni 70, studente universitario a Palazzo Nuovo. Iscritto a lettere, indirizzo storico. Vagavo tra le diverse facoltà, componendo un piano di studi fai da te. Allora si poteva fare. Gian Mario Bravo,  figlio dell’ortodossia comunista insegnava Storia delle Dottrine politiche.

Passare sotto le sue forche caudine non era cosa da poco. La fortuna ci assistette e ci commissionò una ricerca: leggi politiche che sovraintendono il rapporto di forza tra Roma e Torino nella Dc e nel PCI. Principalmente le diverse idee di vedute si concretizzavano nella scelta dei candidati alle elezioni. Sintesi: nel pci vinceva sempre Roma e nella Dc , viceversa, si imponeva sempre la periferia, che poi era Torino. Culture diverse. Centralismo democratico e disciplina nel PCI. Nella Dc importantissimo era il territorio. Come ad esempio le parrocchie. Memorabili le battaglie di Carlo Donat-Cattin che si sono concluse con il suo diventare Ministro. Addirittura fondatore e grande capo politico di Forze Nuove, corrente di sinistra.
Diego Novelli capolista alle comunali,  in caso di vittoria , papabile ad essere sindaco a Torino. Quando fu eletto,  sia per congratularsi,  sia per dire che Roma era d’accordo,  c’era Giancarlo Pajetta. Pajetta che veniva,  ininterrottamente dal 1948 , eletto a Torino. Sullo sfondo comunque una Torino che contava a livello nazionale,  sia come Città,  che come partiti. Tanta acqua è passata sotto i ponti. Molte cose sono cambiate.  Direi  quasi tutte. Qualcosa è cambiato nelle dinamiche a Sinistra. Livia Turco,  ad esempio,  sicuramente proposta da Massimo D’Alema,  ma non imposta. Anzi il Ds Piemonte fu molto contento. Livia Turco era di Torino e parlamentare di Collegno. Storicamente zona Rossa. Inoltre la corsa era in salita. Tutti i sondaggi la davano sotto. Infatti vinse per la seconda volta Enzo Ghigo. In quella tornata amministrativa venne eletto Pietro Mercenaro. Ex segretario regionale della Cgil divenne consigliere regionale capogruppo e segretario regionale Ds. Alla segreteria regionale sostituiva Luciano Marengo. Anche lui ex sindacalista e consigliere regionale nonché capogruppo. Si ritirava dalla vita politica andando a lavorare per  i privati nel settore delle autostrade. Grande amico (almeno lui si è sempre venduto in questo modo) di Massimo D’Alema. Due anni prima aveva tentato di sostituire Mercedes Bresso come candidatura alle Provinciali. Per sbararrare la strada alla Zarina  (al secondo mandato) riunione romana per la sua investitura. Tra i convocati Alberto Nigra segretario provinciale. Allora (si fa fatica nel crederlo,  oggi) i partiti contavano ancora. Non erano  sicuramente  i tempi del mitico e granitico PCI,  ma pds prima e Ds poi,  degnamente rappresentavano quel passato. Alberto Nigra  era per la riconferma di Mercedes Bresso,  che non ha mai avuto grandi sponsor all’interno dei partiti di sinistra. A Roma fece presente le sue perplessità,  poi tornato a Torino convocò gli organi direttivi e Mercedes Bresso vinse in Provincia al primo turno. Erano i tempi di quando le periferie operaie votano compatte a sinistra. Dopo 5 anni Pietro Marcenaro pronto a fare il candidato. Ma non aveva fatto i conti con l’oste che in questo caso era proprio Mercedes Bresso. Localmente la Zarina non aveva appoggi. Solo gli ex repubblicani come Franco Ferrara desideravano la sua candidatura.
Si arrivò alla segreteria regionale che doveva e voleva scegliere Piero Mercenaro. Tutti per lui,  tranne Maria Grazia Arnaldo che , viceversa proponeva La Bresso. La discussione si protrasse per alcune ore e poi l’Arnaldo ebbe il colpo di genio : perché non telefoniamo a Massimo D’Alema (allora segretario) per sapere cosa ne pensa? In viva voce D’Alema sentenzia con i sondaggi in mano: se presentate Mercenaro  perdete, se presentate Bresso vincete. Fate voi. Bresso vinse su Ghigo. Dettaglio: Marcenaro era molto legato a Vertroni che non è mai andato d accordo il leader Maximo. Altro dettaglio: tutti coloro che appoggiarono la Zarina della prima ora furono da lei, successivamente,  emarginati.  Ma si sa che in politica la riconoscenza è merce rara. Dopo 5 anni anni fu battuta dal modesto Cota leghista della prima ora. E oggi? Pd nel marasma più totale tra primarie on-line ed un partito inesistente. Ma un punto di rottura c’è. Il niente di oggi con il qualcosa di ieri.

Patrizio Tosetto

Sarno: “Master Plan Stupinigi: il protocollo sia cabina di regia con la Regione”

 Si è svolto nei giorni scorsi  alla presenza del Presidente e dell’assessora alla cultura della Regione Piemonte un incontro con i Sindaci aderenti al Protocollo d’intesa dei Comuni per la valorizzazione di Stupingi per la presentazione del “Master plan – distretto Stupinigi” per lo sviluppo dei poderi e dell’area circostante la Palazzina di Caccia di Stupingi.

“La conferma da parte del Presidente della Regione della volontà di rendere Stupinigi polo nevralgico delle politiche culturali della Regione Piemonte è un’ottima notizia per i cittadini dell’area Sud di Torino” commenta il Consigliere regionale Diego Sarno “La sfida però, oggi, si svolge nel campo dei finanziamenti del Recovery Fund e più in generale dei fondi europei: questo sarà il vero banco di prova di questa amministrazione regionale”.

Tra i progetti presentati dalla Regione Piemonte al Governo, per l’utilizzo dei fondi europei, figura anche un cospicuo investimento per la valorizzazione della Palazzina e del concentrico.
“Se si vuole mettere in campo una progettualità veramente efficace come quella attuata negli anni passati alla Reggia di Venaria sarà indispensabile garantire una regia attenta, efficace e puntuale. La Regione, insieme alla Città di Nichelino, siano attraverso il “Protocollo dei comuni” capofila e regia nelle scelte operative per avviare il Masterplan e la valorizzazione di Stupinigi, perché loro prioritariamente conoscono realmente le necessità e le potenzialità dell’area” conclude Sarno “E il Next Generation EU è un treno che Stupinigi non può lasciarsi sfuggire. Dobbiamo farci trovare pronti”.

Vaccini, Pd: “Chiarire le procedure per la somministrazione in farmacia”

L’informativa tenuta  in Commissione Sanità dall’Assessore Icardi, su richiesta del Pd, sul tema delle vaccinazioni antiCovid, ha fornito informazioni importanti, a partire dalla necessità di definire meglio, anche grazie a un’interlocuzione con il Ministero, che quali saranno le procedure per la somministrazione del vaccino in farmacia.

 

Ad oggi ancora non è chiaro” dichiarano il Presidente del Gruppo Pd Raffaele Gallo e il Vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Domenico Rossi.
L’assessore, inoltre, ha confermato che, anche per il Piemonte, si registreranno ritardi sull’avvio delle successive fasi di vaccinazione a causa del rallentamento della consegna delle dosi a livello nazionale.

“Abbiamo chiesto rassicurazioni sulla disponibilità della seconda dose per chi ha già ricevuto la prima, che l’assessore ha fornito” precisano i Consiglieri Dem.

“Terremo monitorata la situazione dal momento che, nei prossimi giorni, dovranno essere consegnate anche le dosi di Moderna e sapremo se l’EMA autorizzerà il vaccino di AstraZeneca, che richiederà una catena del freddo meno complessa degli altri due. Ci auguriamo che la macchina organizzativa messa in campo dalla Regione funzioni e vengano rispettati i tempi, siamo in una fase molto delicata della campagna vaccinale” concludono Gallo e Rossi.

Nucleare, Ruffino (Fi): “Il caso scorie non sia la nuova Tav”

Il governo che si è presentato sempre in ascolto del Paese e del Enti locali, impegnato nella comunicazione trasparente e tempestiva, ha tirato fuori dai cassetti la mappa con l’individuazione dei siti idonei ad ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari senza avere consultato nessuno dei soggetti interessati.

Non è stato un bell’esempio di coesione istituzionale, visto che quella mappa è rimasta chiusa nei cassetti del ministero per molti anni non avendo nessuno il coraggio di tirarla fuori per avviare una discussione e un confronto pubblico all’altezza dell’impegno chiesto ai territori.

     Il question time  da me presentato per ottenere una proroga dei termini, e accolto dal governo, è solo il primo passo nella direzione di un dibattito che andava avviato anni fa. Non vorrei che accada per la costruzione del deposito nazionale delle scorie nucleari quello che in tempi remoti era accaduto per la Tav, anche se sull’Alta Velocità va dato atto ai governi Berlusconi di aver sempre coinvolto gli enti locali e le popolazioni locali. Dico la Tav perché, nonostante tutto, a distanza di 30 anni siamo ancora alle prese con le resistenze di chi si dice contrario. Si pone il problema degli indennizzi da erogare ai Comuni eventualmente coinvolti, indennizzi da riconoscere anticipatamente o in parallelo all’avanzamento dei lavori. La proroga dei termini del confronto pubblico va anche utilizzata per acquisire eventuali manifestazioni di interesse da parte di Comuni e territori non censiti nella mappa del ministero. Quello che si chiede al governo che verrà è di seguire una via all’insegna della trasparenza e del coinvolgimento, ricordandosi che ANCI, ANPCI e la Conferenza delle Regioni sono articolazioni dello Stato e come tali hanno il diritto-dovere di esprimersi su una vicenda importante come il deposito nazionale delle scorie nucleari.

Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Seduta aperta sul nucleare, Allasia: “Primo Consiglio in Italia”

“Siamo il primo Consiglio regionale d’Italia ad affrontare con una seduta aperta la questione del Deposito unico per i rifiuti radioattivi.

Credo fosse necessario per cominciare a fare chiarezza, dopo la pubblicazione dell’elenco dei siti potenzialmente idonei, all’interno del quale ci sono diverse località piemontesi. È necessario il dialogo e un confronto aperto con i territori interessati, Sogin e il Governo nazionale, dialogo che il Consiglio ha cominciato a garantire. L’Italia ha una procedura aperta da dieci anni, perché per il momento le scorie sono stoccate in diversi siti provvisori, molti dei quali già in Piemonte: una soluzione condivisa va senza dubbio trovata.”

 Stefano Allasia, Presidente del Consiglio regionale

Boni sfida Damilano: “Confronto pubblico”

Igor Boni, candidato alle primarie del centrosinistra, sfida a un dibattito pubblico Paolo Damilano che, dice, “la Lega di Salvini propone alla guida della città per la destra torinese”

“Paolo Damilano fa benissimo a candidarsi se lo vuole ma non è ammissibile che si presenti come quello della società civile che non ha contatti con i partiti, con la politica. L’imprenditore Damilano, che guadagna milioni di euro ogni anno grazie alle concessioni sulle acque minerali della regione, non può venirci a raccontare della sua estraneità al Palazzo. Lo sfido a un dibattito pubblico per parlare dei progetti per la città, numeri alla mano del bilancio di Torino, e per chiedergli come pensa di poter gestire l’enorme conflitto di interesse che ha sulla testa. Chi come lui trasforma l’acqua in oro grazie alle concessioni regionali come potrà trattare con la Regione ogni giorno a nome e in nome della nostra città? Inoltre non sono intrecci con la politica la sua presidenza della Film Commission?
Il tutto per tacere della Valmora che dal 2021 al 2025 sarà Gold Sponsor alle ATP Finals di Torino. Lo stesso periodo in cui potremmo avere l’imprenditore Damilano, proprietario della Valmora, a capo della città. Chi non vede il problema è parte del problema”.

Crisi di governo e crisi della politica

A naso, la crisi di governo ha solo due possibili soluzioni. O Conte trova la quadra con Renzi o si va a votare.

Nel primo caso si troverà un agnello sacrificale che probabilmente sarà Bonafede.  Ministro della giustizia che non ha più nessuno che lo difende.  Persino il suo mentore , ex magistrato Pier Camillo Davigo non può più fare niente.

Il termine ex lo ha portato al più totale oblio. In altre parole non conta più nulla. Anche il mitico Tabacci butta la spugna : caro Conte non ci sono più i numeri. Ed appunto Conte salirà al Colle dal Presidente della Repubblica. Il pd lo pressa. Un pd in doppia difficoltà. Ripete, è colpa di Renzi ma poi, praticamente, sa che se si va al voto ne esce massacrato. Soprattutto ora che Conte vuole farsi il suo Partito ascoltando ciò che gli ha suggerito Massimo D’Alema: sei o non sei l uomo più popolare d’Italia? Allora fatti valere. Io, oramai non ci credo più che il leader Maximo non faccia più politica attivamente. Diciamolo in altro modo: fa politica…. “in altro modo”. La sua è una generazione che non molla e non mollerà mai. Come Goffredo Bettini. Inizia la sua carriera politica inizio anni 70 nella fgci romana.
Trova sintesi tra il pensiero di Pietro Ingrao e Pier Paolo Pasolini  Eclettico fin dalla nascita. Amicone di Walter Vertroni. Romani di Roma. Maestro ed amico di Nicola Zingaretti. Francamente Zingaretti mi sembra decisamente stanco ed ecco che il suo maestro ed amico ne fa le veci. Non ci vedo quel gran problema.  Va bene, Bettini non è stato eletto da nessuno. E che sarà mai… Virginia Raggi toglie deleghe ad assessori e vicesindaco. Mi sa che è un vizio pentastellato quello di far fuori i propri vice.  Chiaretta ne è maestra. In fondo quando ce vo, ce vo. Ed il marasma PD, a Torino, è un fiume in piena che ormai ha esondato da tutte le parti. Scelta del candidato.  Tutto in alto mare. Chi conosce bene Mauro Salizzoni rassicura : andrà fino in fondo. Matteo Salvini, viceversa ha imparato l’arte della politica. Viene, incontra  Da Milano e soprattutto benedice l’ ipotesi di lista civica di destra. I Berlusconiani insistono su Porchietto, il tutto senza particolari complicazioni come le primarie. In fondo ci penserà Roma nel decidere. Comunque aria di mediazione tra e nella destra. Una destra che non ha saputo, o voluto liberarsi della tradizione fascista. Il 27 è la Giornata della memoria. Ovviamente silenzio, neanche poi imbarazzato, di quelli di forza Italia. Magari tiepide condanne con la solita e stucchevole giustificazione che anche Stalin ha fatto i campi di concentramento. La comunità ebraica ha respinto al mittente le scuse di Emanuele Filiberto di Savoia. Arrivate fuori tempo massimo. I monarchici si presentarono alle elezioni ottenendo tiepidi consensi e confluirono nel Movimento Sociale. Partito non di ispirazione fascista.  Partito fascista,  decisamente direi.  Giorgia Meloni in una intervista in inglese sosteneva che non poteva giudicare negativamente o positivamente il fascismo perché non era ancora nata. In compenso ha cominciato la sua militanza nelle organizzazioni di estrema destra romana. Non a caso tra i suoi  più grandi sponsor il La Russa che non non ha mai fatto mistero il suo essere di “estrazione” fascista.
Non è solo di loro che parlo. Vorrei sapere che ne pensa chi a destra convintamente democratico è costretto nel conviverci. Il re Vittorio Emanuele III letteralmente spianò la strada a Benito Mussolini per paura dei comunisti. Ora non ci sono più i comunisti e dunque non sono un pericolo. Vorrei viceversa che sia a Roma come Torino, per tutte le forze politiche l’antifascismo fosse un discrimine. Ma non sarà così. Non mi faccio alcuna illusione. Anzi in questo ultimi tempi, molti eletti sia a Torino come a Roma,  hanno un loro personale programma: l’ignoranza. Così si è passati dal sapere e dal conoscere un valore ad un disvalore. Brutta cosa avere una classe politica ignorante. Ora in Italia ne stiamo pagando le nefaste conseguenze. A Roma e a Torino.

Patrizio Tosetto

(Prc-Se): “maxisentenza dimezzata per i No Tav”

“In ogni caso con la repressione non si ferma una lotta giusta”

Concordiamo con l’avvocato Gianluca Vitale che la riduzione drastica delle pene, l’assoluzione e l’annullamento di sanzioni amministrative per buona parte degli  imputati No Tav deciso dalla Corte d’appello di Torino nella seduta di ieri in riferimento agli scontri avvenuti alla Maddalena del 2011  dimostra che “l’impianto accusatorio iniziale era un minestrone”. Un minestrone posto in dubbio dalla Cassazione due anni fa.  In ogni caso noi continuiamo a pensare che sia ingiusto colpire unilateralmente chi tenta di resistere alla distruzione di una Valle. I veri responsabili di violenza e vandalismo sono i fautori di un’opera inutile, distruttiva, la cui realizzazione danneggia irreparabilmente una intera valle e non solo.  Sta di fatto che nei loro confronti così come delle forze dell’ordine che in non pochi casi si sono contraddistinte per interventi brutali  non è mai  stata presa in considerazione sanzione alcuna. Con la repressione non si ferma una lotta giusta. Avanti con la lotta NaTav

Ezio Locatelli segretario Prc-Se di Torino

“Buona destra alternativa al sovranismo”

Caro Direttore, lo spettacolo offerto dalla crisi di Governo, con le varie manovre per puntellare la maggioranza del premier Conte, non è che l’occasione per dar finalmente voce a coloro che credono in una destra moderata, che ripudia il sovranismo e il populismo, a cui guardano con favore gli italiani che non si identificano nelle urla sterili di Giorgia Meloni e nella fabbrica del cattiverio di Matteo Salvini.

Come ricorda il nostro leader, Filippo Rossi, “Adesso o mai più è il tempo di costruire una Buona Destra”, per aggregare quanti più italiani possibili attorno a un progetto di destra Europea, sana, civile, non estremista. Una destra che vuole costruire futuro con più investimenti e meno spesa. Con più strategia e meno tattica. Con più verità e meno propaganda. Una destra che, come le migliori destre europee, NON SI ALLEA con l’estremismo e, anzi, lo combatte. È un sfida storica. Una sfida di civiltà.

La politica italiana, soprattutto oggi che siamo alle prese con un’emergenza sanitaria che non ha pari nella storia moderna, ha bisogno di questa destra. Della Buona Destra, sul modello dei principali paesi europei dove l’estremismo è relegato ai margini del dialogo politico. Una Buona Destra che sia costruttiva di futuro e non distruttrice di presente, come appaiono i sovranisti ed i populisti nostrani.

L’Italia ha bisogno di un governo che la faccia crescere e la tenga in Europa, non di chi chiede elezioni anticipate o “più soldi per tutti”, come fossimo nel paese dei balocchi.

È per questo che oggi più che mai bisogna lavorare per costruire una Buona Destra, una destra che sappia respingere le sirene di ogni populismo e voglia combattere un estremismo sovranista intriso di antivalori. E’ una questione molto piu’ seria dell’ennesima crisi di governo. È un’esigenza per tutti noi.

Claudio Desirò

Buona Destra Piemonte