politica- Pagina 353

I sindaci chiedono una vera Città Metropolitana

Questo documento è stato presentato  in una conferenza stampa presso la sede provinciale di MCL a Torino: un appello ai candidati a sindaco di Torino Stefano Lo Russo e Paolo Da Milano. Il documento è stato sottoscritto, finora, da centinaia di consiglieri comunali e da molti sindaci. Tra i primi cittadini aderenti: Giorgio Merlo (Pragelato), Alberto Rostagno(RivaroloCanavese), Francesco Casciano(Collegno), Roberto Costelli(Cumiana), Sergio Paschetta(Cavour), Davide Eboli(Ceres), Gianluca Blandino(Rubiana), Mario Moschietto(Pralormo), Mauro Vignola(Bobbio Pellice), Ugo Papurello(San Carlo Canavese), e Loredana Devietti(Ciriè).

Appello degli amministratori locali dei territori ai candidati sindaci di Torino

1) La pessima riforma Del Rio del 2014 ha abolito le Province – l’ente storicamente più vicino ai Comuni – per sostituirle con le Città Metropolitane. Il risultato è stato un fallimento politico, organizzativo, amministrativo, gestionale e logistico con cui occorre, purtroppo, fare i conti quotidianamente.

2) Le ultime due gestioni dell’area metropolitana torinese – quella guidata prima da Fassino e poi da Appendino – sonostate ispirate e condizionate, anche comprensibilmente, da unalogica e

da una cultura torinocentrica’. Cioè da una gestione che, difatto, ha puntato tutto su Torino trascurando i bisogni e le istanze della ‘Città metropolitana’, in particolare i Comuni della seconda cintura torinese.

3) È noto che la ‘Città metropolitana’ di Torino è unica nell’intero paese per la sua composizione e articolazione territoriale. Territori profondamente diversi l’uno dall’altro che richiedono politiche diverse e, soprattutto, una guidapolitica sovracomunale autorevole e permanente.

4) In questi anni è semplicemente mancata la figura di un ‘Sindaco metropolitano’. E, in assenza di questa figura e di ciò che politicamente poteva esprimere, è cresciuta specularmentel’emarginazione dei territori della seconda cintura torinese.Dove, cioè, il ruolo e la funzione delle vecchie Province era piùincisiva e determinante. È, quindi, indispensabile individuarefin d’ora i vicesindaci metropololitani.

5) Si è sperimentato concretamente l’assenza di politiche attive attorno ai temi che caratterizzano principalmente quei territori: dalla manutenzione ordinaria e straordinariaall’istruzione; dalla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale al turismo; dai servizi al welfare. Insomma, è mancata una ‘regia’ politica che avesse l’obiettivo di far crescere un territorio in simbiosi con lacittà e il suo hinterland.

6) Apprendiamo, con un po’ di sconcerto, che nella campagna elettorale continua ad essere un elemento decisamente secondario la questione del ruolo e della funzione della ‘Città metropolitana’. Un’assenza che ci preoccupa e, soprattutto, rischia di continuare a penalizzare interi territori.

7) Si dica con chiarezza, a cominciare dagli ultimi giorni della campagna elettorale in vista della scelta del ballottaggio, se si vuole continuare a considerare la ‘Città metropolitana’ un ente di serie B o se, al contrario, si pensa di voler governare realmente i territori della intera ‘Città metropolitana’ torinese.

8) La ‘Città metropolitana’ non potrà più ridursi, com’è stato in questi anni, al di là di ogni polemica politica e men che meno personale, un ente sostanzialmente e politicamente inutile. I candidati a Sindaco di Torino dicano con chiarezzacosa intendono fare.

9) Senza un governo del territorio, reale ed autentico, si consolida definitivamente l’emarginazione e la perifericità di buona parte della ‘Città metropolitana’ torinese compromettendone il suo futuro e la suastessa mission’.

10) In ultimo, ma non per ordine di importanza, se non si ritiene più che la ‘Città metropolitana’ possa essere governata con la dovuta intelligenza, dedizione e passione, allora lo si dica apertamente senza ulteriori ipocrisie. La sola gestione burocratica e protocollare non è più sufficiente. Sarà in quelmomento che si potrà attivare una iniziativa politica pubblica per la vera possibilità di governo di quest’Ente intermedio.

Si è chiuso l’XI Congresso provinciale di Rifondazione Comunista di Torino

Riceviamo e pubblichiamo

Si è chiuso l’XI Congresso provinciale di Rifondazione Comunista di Torino. Dopo dieci anni ininterrotti di direzione politica Ezio Locatelli ha comunicato la sua decisione di continuare il proprio impegno in altre forme.

“Gli anni di Torino sono stati gli anni più belli e intensi della mia vita politica, anni in cui abbiamo intessuto tante relazioni politiche, sociali, umane, anni di tante discussioni e iniziative che hanno costituito il nutrimento, la linfa vitale dello sviluppo del partito e del suo rapporto con le istanze sociali e di lotta. ”. Al congresso hanno partecipato più di 70 delegati in rappresentanza di quasi cinquecento iscritti. Molti gli interventi esterni di associazioni, sindacati, forze politiche. Tra questi Arci, Cgil, Fiom, Anpi, le forze che hanno fatto parte della coalizione di Angelo d’Orsi. Il professore Angelo d’Orsi, impossibilitato a partecipare, ha fatto pervenire un suo messaggio di saluto. Tra gli intervenuti quelli di Rosa Rinaldi a nome della segreteria nazionale Prc-Se, Paolo Ferrero vicepresidente della Sinistra Europea, il professore, nonché partigiano, Gastone Cottino che ha fatto un applauditissimo intervento di ringraziamento e saluto al segretario provinciale uscente. Il Congresso si è chiuso con un documento approvato all’unanimità di forte apprezzamento del lavoro svolto in questi anni. Nella parte relativa al ballottaggio elettorale di fine settimana il documento recita così:”non ci sono le condizioni per una nostra indicazione di voto in coerenza con quanto deciso a livello di forze di coalizione. Il che non significa il disconoscimento di chi pensa che, al ballottaggio, si debba andare a votare con l’idea di contrastare la destra fermo restando il nostro giudizio negativo sulle politiche del centrosinistra”. Il prossimo gruppo dirigente provinciale sarà formato previa consultazione, le cui modalità e tempi saranno decisi  in una prossima riunione del Comitato Politico Federale appena eletto dal Congresso.

Sanità territoriale, mancano i medici di base

“Che manchino medici e pediatri di base, Uncem lo ripete da anni.

E ha ottenuto, in sede parlamentare, l’articolo del Decreto Calabria del 2019 che permette a tutte le Regioni di inserire, nei contratti integrativi regionali per i medici, delle premialità per coloro che aprono studi nei Comuni più alti nelle medie e alte valli. Alla Regione e al Ministero della Salute abbiamo sottoposto diversi documenti di proposte. È evidente che per avere garanzia di servizi, per dare sicurezza a chi risiede nelle valli e nuove opportunità alle comunità, servono delle risorse. Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza ha previsto di potenziare farmacie dei servizi e case della salute nelle aree interne. Ci troviamo d’accordo ma occorre anche un’azione decisiva su medici e pediatri di base. La loro mancanza incide non poco sullo spopolamento e sull’abbandono dei territori. Risottoponiamo ai decisori politici regionali e nazionali un dossier di proposte realizzato nel mezzo del primo lockdown, evidenziando anche come l’emergenza sanitaria tutt’ora in corso sia un monito per garantire nuovi e migliori servizi. Il Piemonte può aprire una via significativa, esempio per altre Regioni”.

Così Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, in merito alla mancanza di servizi medici nei territori montani, rilevato nelle ultime ore da Parlamentari piemontesi.

Scuola, Ruffino (CI): Non ci sono più scuse, Pnrr tuteli anche piccoli centri

“La parole del premier Draghi sugli interventi da fare per efficientare le nostre scuole attraverso il Pnrr fanno ben sperare”. Lo afferma Daniela Ruffino, deputata di Coraggio Italia.

“Mi auguro- aggiunge- che questo processo parta da un serio aggiornamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica del Paese e da una nuova consapevolezza sul ruolo cruciale svolto dalle scuole in tante realtà distanti dai grandi centri urbani, come ad esempio nei piccoli Comuni di montagna: L’istruzione è un baluardo da tutelare e rafforzare anche in queste realtà, in netta controtendenza con un passato che ha visto chiudere e razionalizzare i plessi più piccoli”.

Per Ruffino poi “un piano esaustivo dovrà certamente portare ad un cambio di paradigma nella visione degli asili nido. Parliamo di strutture fondamentali che dovrebbero entrare a pieno titolo nei piani del ministero dell’Istruzione  come qualcosa di fondamentale e imprescindibile. In questo contesto i soldi del Recovery rappresentano una chiara opportunità  di svolta rispetto al passato e un vincolo per la politica: da oggi in poi, infatti, non ci saranno più pretesti o scuse se l’offerta scolastica rimarrà inadeguata”.

Quali politiche per la casa?

QUALI POLITICHE INTENDE PROMUOVERE

IL FUTURO SINDACO DI TORINO SUL PATRIMONIO EDILIZIO?

Le domande di Ape Confedilizia Torino

La Confedilizia torinese ai primi di settembre – spiega il presidente di Ape Confedilizia Torino, PierLuigi Amerio – ha inviato ai candidati Sindaco Damilano, Lorusso e Sganga una serie di domande:

Intende favorire il rapporto di collaborazione tra pubblico e privato previsto nel Regolamento del Comune di Torino e nella legge nazionale, per far fronte all’ordinaria e straordinaria manutenzione del patrimonio pubblico, manutenzione che si riflette anche sul valore delle proprietà immobiliari private?

Quali politiche intende promuovere, al fine di favorire la riconversione del patrimonio edilizio esistente, con particolare riferimento agli edifici a destinazione produttiva ormai in disuso e, se al fine di agevolare gli interventi di riconversione, intende ridurre gli oneri e contributi in materia di urbanistica?

E’ disponibile, a fissare aliquote IMU agevolate per quei proprietari immobiliari che riducono temporaneamente i canoni di locazione, per agevolare i conduttori sia abitativi che commerciali in questo momento di difficoltà portato dalla pandemia?

Quali linee di intervento, nell’ambito della competenza comunale, pensa di riservare al patrimonio ATC, affinché diventi realmente lo strumento adatto per ovviare ai problemi dell’emergenza casa?

Ad oggi nessuno ha risposto.

“Quindi – sottolinea Amerio – i proprietari di casa come devono interpretare questo silenzio assordante:

i problemi sollevati non sono importanti ?

le questioni non rientrano nelle conoscenze e nelle competenze del prossimo Sindaco?

rispondere ai problemi sollevati (qualsiasi sia la risposta) fa perdere i voti?

oppure c’è qualche altra risposta?

La nostra riflessione è che i proprietari immobiliari non fanno paura, perché accettano tutto senza protestare e sono i più esposti, perché non possono nascondere la loro proprietà, perché vengono ritenuti individualisti e legati soltanto al proprio orticello.

Abbiamo bisogno che la politica si occupi in modo proattivo della proprietà immobiliare e dia le risposte che tutti i cittadini si attendono.

L’Ape Confedilizia è disponibile con le sue iniziative a tutela della proprietà privata.

Rifondazione a congresso

Nelle giornate di sabato 9 ottobre, dalle ore 10  alle ore 18,30 e domenica 10 ottobre, dalle ore 9,30  alle 13,30, presso CH4 Sporting Club (ex dopolavoro Italgas) in Via Trofarello, 10 (angolo Via Passo Buole) a Torino,  si terrà il congresso provinciale del Partito della Rifondazione Comunista, federazione di Torino. Il congresso si aprirà con la relazione del segretario provinciale uscente Ezio Loatelli. Tra le realtà esterne che hanno preannunciato la propria presenza al congresso ci sono Arci, Anpi, Fiom, Cgil oltre alle forze politiche  della coalizione di Angelo d’Orsi.

“Per una vera ‘Città metropolitana’ e un vero ‘Sindaco metropolitano”

È questo il titolo della conferenza stampa che si terrà lunedì 11 ottobre alle ore 12 a Torino presso la sede provinciale MCL, Galleria Tortora 21, 2° piano.

Si tratta di un appello firmato da centinaia di amministratori locali della provincia di Torino e rivolto ai due candidati a Sindaco di Torino, Paolo Damilano e Stefano Lorusso.

Un documento che affronta un solo tema: dopo anni di sbandamento e di confusione, è giunto il momento di capire se la ‘Città metropolitana’ può avere un ruolo e una funzione politica nel territorio torinese. Per far questo è necessario avere un ‘Sindaco metropolitano’. Cosa che in questi dieci anni di gestione Fassino e Appendino non c’è stata”.

Modera la conferenza stampa Marco Margrita.
Introduce Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

(foto Alesina)

Radicali Italiani: “FdI partito democratico? Ma Comba è console di Lukashenko”

Riceviamo e pubblichiamo

COMUNALI TORINO/BONI E MANFREDI (RADICALI ITALIANI): COMBA DICE CHE FDI È “PARTITO DEMOCRATICO E LIBERALE”. PROPRIO LUI CHE DA CINQUE ANNI È CONSOLE ONORARIO DELLA BIELORUSSIA DEL DITTATORE LUKASHENKO?

E l’assessore Marrone è sempre dalla parte dei combattenti filo Putin sostenuti da mercenario italiano fascista ricercato da due Procure della Repubblica?

Replicando alle polemiche sul post su Facebook del neoeletto consigliere di circoscrizione di Fratelli d’Italia Massimo Robella (“Ringrazio I camerati”), il portavoce regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Comba ha dichiarato che “siamo un partito democratico e liberale”.

Igor Boni (presidente Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):

“Prendendo per buona la dichiarazione di Fabrizio Comba, ci chiediamo cosa ci sta a fare in un “partito democratico e liberale” lo stesso Comba, che dal 2016 ricopre la carica di console onorario in Piemonte della Bielorussia del dittatore Lukashenko e che non ha finora espresso pubblicamente una sola parola di condanna delle violenze compiute dal regime contro il popolo bielorusso. Nel novembre 2020 e poi nel 2021 chiedemmo pubblicamente a Comba di dimettersi da console onorario. La stessa richiesta gli è stata fatta dalle associazioni bielorusse in Italia. Comba continua a tacere. Un silenzio sempre più insostenibile e complice.

Un altro esponente piemontese di rilievo di FdI, l’assessore regionale Maurizio Marrone, dovrebbe, invece, chiarire se continua ad avere rapporti con i secessionisti filorussi del Donbass. Nel 2016 Marrone (allora capogruppo in Regione di FdI) promosse con altri esponenti politici piemontesi (fra cui Gianna Gancia della Lega e Gilberto Pichetto di Forza Italia) la costituzione di una fantomatica rappresentanza diplomatica torinese della sedicente “Repubblica popolare del Donetsk”.

Nel 2017, la trasmissione televisiva “NEMO” riprese Marrone nel Donbass ucraino occupato dai secessionisti filorussi, mentre era premiato da rappresentanti di partiti europei di estrema destra per la sua opera indefessa a sostegno dei secessionisti. A quell’evento era presente pure Andrea Palmeri, mercenario dichiaratamente fascista, poi condannato in via definitiva in contumacia a due anni e 8 mesi per il pestaggio di un cittadino a Lucca e, altresì, ricercato dalla Procura di Genova per il reato di reclutamento di mercenari e di combattimento in un conflitto armato estero.

Sia nel 2017 sia nel 2020, quando Maurizio Marrone è stato nominato assessore dal presidente Cirio, abbiamo segnalato la sua presenza nel Donbass alle Procure di Lucca e di Genova.

Su Lukashenko e sul Donbass, Fabrizio Comba e Maurizio Marrone hanno sempre nulla da dire?

Grimaldi (LUV-SE): “In circoscrizione ci sono eletti che si definiscono ‘camerati'”

Elezioni amministrative: Meloni si scandalizza perché i fascisti sono fascisti?”

Meloni è scandalizzatissima per il reportage di Fanpage, in cui esponenti illustri del suo partito si sperticano in motteggi fascisti e si vantano di percepire denaro in nero? Pensate che la candidata al Consiglio comunale di Fratelli d’Italia che a Roma ha preso più preferenze è Rachele Mussolini, nipote di Benito, e i neoeletti consiglieri di circoscrizione a Torino si autodefiniscono ‘camerati’” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi ed esponente di Sinistra Ecologista Marco Grimaldi, alludendo al post del neoconsigliere della circoscrizione 6 Massimo Robella, che ringrazia i “tanti camerati” che gli hanno dato una mano durante la campagna.

Robella non è certo l’unico: basterebbe fare un giro sulle bacheche degli eletti e dei nominati in Regione. Il complotto contro Fratelli d’Italia continua” – prosegue Grimaldi. – “Cara Meloni, risparmiati 100 ore di girato: il fascista basta non candidarlo. O basta non esserlo”.

Sorpresa, a Torino rispetto alle comunali 2016 il centro destra avanza il centro sinistra arretra

/

Un esame un po’ più approfondito del voto a Torino sorprende chi si limita a guardare le percentuali e non i voti reali presi dalle coalizioni e dai partiti. Naturalmente non cambia chi è in testa , ma questi dati dovrebbero essere attentamente presi in considerazione per capire le tendenze politiche.

Di Ibis

Il confronto è fra le lezioni comunali del 2016 e quelle del 2021
Partiamo alle coalizioni.
Lorusso e la sua colazione di centro sinistra perdono 20 mila voti rispetto a Fassino nel 2016 : da 160 mila gli elettori scendono a 140 mila .
Il centro destra con Damilano ha una forte avanzata : da poco più di 70 mila voti nel 2016 ( con tre liste separate ) a oltre a 124 mila voti.
I 5 stelle crollano e perdono 90 mila elettori : Appendino aveva ottenuto 118 mila voti, Sganga ne ha poco più di 28mila
E ora guardiamo dentro le colazioni, ai partiti:
Il Pd scende da 106.818 voti nel 2016 a 85.860 nel 2021 ( più o meno gli stessi voti , circa 15 mila , hanno ottenuto le liste civiche per Fassino e per Lorusso )
Giorgia Meloni ( Fratelli d’Italia) ha una forte avanzata, raccoglie 31.490 voti , nel 2016 ne aveva ottenuti 5.259
La Lega sale a 29.593 , nel 2016 ne aveva ottenuti 20.769
Forza Italia ha più o meno i voti dell’altra volta: 15.951 contro i 16.684 nel 2016
Forte l’affermazione della lista Damilano –Torino Bellissima che ottiene 35.658 voti .
Come detto , crollano i 5 Stelle passando da 107.680 voti di lista nel 2016 a 24.058, nel 2021 .
Su tutto resta il dato molto negativo dell’astensionismo: per la prima volta dal dopoguerra sono più i torinesi che non sono andati a votare rispetto a quelli che si sono recati alle urne. Ha votato solo il 48, 07 degli aventi diritto . Il non voto raggiunge il massimo nella zona Nord della città: solo il 42, 90 % i votanti in Barriera di Milano, 43, 46% quelli alle Vallette e Madonna di Campagna.
Tutte le forze politiche dovrebbero riflettere: chi vincerà avrà al massimo la fiducia del 25% dell’elettorato totale.

http://www.comune.torino.it/elezioni/2021/amministrative/conscom/citta/
http://www.comune.torino.it/elezioni/2021/amministrative/sindaco/citta/
http://www.comune.torino.it/elezioni/2016/amministrative/conscom/citta/