Teppisti al corteo: dibattito in Sala Rossa
Su richiesta dei Gruppi consiliari di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Torino Bellissima, Torino Libero Pensiero, nella seduta del 10 febbraio 2025 del Consiglio Comunale, la vicesindaca Michela Favaro è intervenuta a fornire comunicazioni in aula in merito ai disordini scoppiati a Torino lo scorso venerdì 7 febbraio 2025 in occasione di un corteo non autorizzato.
La vicesindaca ha spiegato che verso le ore 21 di venerdì scorso si è svolta una manifestazione non autorizzata, alla quale era presente anche il Corpo di Polizia Municipale della Città, per regolare la viabilità. Il ritrovo – ha precisato – è stato in via Reggio, da dove circa 200 persone hanno poi raggiunto corso Verona, via Pisa e corso Regio Parco fino a largo Brescia.
In via Catania e dintorni – ha detto – sono stati imbrattati un totem pubblicitario, vetrine, dehor e alcuni edifici.
È in corso un’interlocuzione con la Questura che sta procedendo per individuare i responsabili – ha spiegato – e si ritiene che alcuni dei manifestanti siano i responsabili degli atti vandalici compiuti in corso Cincinnato, sulla pista ciclabile e sulla targa che ricorda l’eccidio delle foibe e l’esodo istriano-fiumano-dalmata.
Nessuna ideologia può giustificare atti così vili di odio e il danneggiamento del patrimonio pubblico – ha concluso Michela Favaro, esprimendo ferma condanna per quanto accaduto e auspicando che i responsabili siano individuati e perseguiti penalmente. Le scritte sono state rimosse da Amiat – ha concluso – per rispettare la memoria di chi ha sofferto e dei loro familiari.
Nel dibattito in Sala Rossa, Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha detto che “non se ne può più”, con muri imbrattati e attività commerciali danneggiate a ogni manifestazione. Tutti i partiti devono prendere le distanze – ha detto. Servono più telecamere in uso alla Polizia Municipale – ha concluso – per individuare i responsabili e fare in modo che rispondano dei danni causati.
Giuseppe Catizone (Lega) ha solidarizzato con i cittadini danneggiati dai manifestanti e si aspetta che Torino si costituisca parte civile. Il diritto alla protesta dovrebbe essere civile e rispettoso – ha aggiunto – e ha definito un errore il percorso di legalizzazione di Askatasuna.
Pino Iannò (Torino Libero Pensiero) ha detto di continuare a non comprendere il percorso intrapreso dalla Giunta per far fronte ai ripetuti episodi di violenza cittadina e ha ribadito che il diritto di manifestare con violenza non è tollerabile. Ha quindi chiesto la convocazione di una seduta della Commissione Legalità per approfondire il tema.
Per Ferrante De Benedictis (Fratelli d’Italia) è rilevante discutere in Sala Rossa dei frequenti atti di violenza cittadini. Ha poi ricordato la definizione inquietante dei magistrati di una ‘Torino città dell’eversione’. Se è bene manifestare – ha concluso – questo deve avvenire in una cornice di regole e non con reati e atti violenti.
Federica Scanderebech (Forza Italia) ha sottolineato l’unità del centrodestra nella condanna dei vandalismi, solidarizzando con le attività commerciali danneggiate e invitando l’Amministrazione a cambiare rotta, perché gli atti di violenza sono intollerabili.
Domenico Garcea (Forza Italia) ha stigmatizzato le scritte ingiuriose nei confronti delle Forze dell’ordine, chiedendosi se l’Amministrazione comunale sia disposta a tollerarle, perché in questo caso Torino finirà per diventare una città anarchica. Ha poi invocato un duro intervento contro i delinquenti e sottolineato come sia ingiusto che i cittadini debbano pagarsi i danni.
Claudio Cerrato (PD) ha condannato fermamente quanto accaduto nel corso di una manifestazione che non era stata comunicata alla Questura, chiedendosi se sia possibile creare un fondo Amiat apposito per cancellare scritte vandaliche e ingiuriose, che si commentano da sole. Ha quindi sottolineato come non ci siano stati scontri fisici, cosa dovuta alla gestione della situazione da parte delle Forze dell’ordine, che devono essere rafforzate. Infine, ha sottolineato come nella maggioranza nessuno abbia mai difeso alcuna azione violenta.
Enzo Liardo (Fratelli d’Italia) ha ringraziato il sindaco e i consiglieri per la netta reazione di condanna. Di fronte a certi episodi dobbiamo usare tutti lo stesso linguaggio – ha ribadito – senza troppe sfumature.
Purtroppo a Torino ogni manifestazione finisce sempre male. Non bastano solidarietà, gesti di condanne e comunicati srampa, ma l’Amministrazione Lo Russo deve cambiare orientamento – ha detto Elena Maccanti (Lega). Non si può privilegiare l’illegalità a discapito dei cittadini onesti – ha concluso.
Andrea Russi (M5S) ha espresso solidarietà ai negozianti danneggiati. A Torino – ha sostenuto – la situazione è oggettivamente fuori controllo e sembra ci sia una strategia dietro. L’impressione è che la Città non abbia una guida – ha denunciato – e che il sindaco non riesca a gestire la situazione. Ha quindi ricordato le vittime delle foibe e dell’esodo, condannando ogni strumentalizzazione politica.
Silvio Viale (+ Europa, Radicali Italiani) ha definito la manifestazione di venerdì scorso uno dei cortei più pacifici di questo periodo e si è detto stupito per la condanna del linguaggio da parte delle minoranze se Trump, leader di riferimento, si esprime in tono violento. La Sala Rossa esprima una posizione di netta condanna perché sinora – ha concluso – non lo ha fatto e appare debole.
Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS) ha espresso solidarietà ai commercianti danneggiati e alle Forze dell’ordine e ha auspicato una posizione politica unitaria della Sala Rossa per smentire l’ipotesi di un’Amministrazione che privilegi l’illegalità in una Torino violenta.
Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha espresso ferma condanna ai violenti e ha ricordato la collaborazione dell’Amministrazione con la Questura per individuare i colpevoli. Resta da capire come si manifesta il dissenso in una democrazia alla luce del Decreto Sicurezza – ha concluso.
Sara Diena (Sinistra Ecologista) ha espresso solidarietà ai commercianti e ha denunciato come la Destra colga ogni occasione per costruire una propria narrazione, dando lezioni di legalità alla quale non si attengono, come nel caso del torturatore libico liberato e rimpatriato. Sono inaccettabili le lezioni sul come si manifesta – ha proseguito – se vengono da parte di chi riempie le piazze di braccia tese: il conflitto sociale, poi, pur con limiti, deve fare rumore e creare attenzione.
Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima) si è detto solidale con la vicesindaca, che ha dovuto rispondere in prima persona al posto di un sindaco che, ha sottolineato, si mostra timoroso del confronto.
Nella replica, la vicesindaca Michela Favaro ha ribadito che il tema dell’ordine pubblico e il compimento di eventuali reati interessano ovviamente la Città, ma le competenze sono dello Stato e dell’ordinamento giudiziario. Il Comune si farà comunque parte attiva per ripristinare il decoro – ha detto, confermando l’impegno dell’Amministrazione nel promuovere la legalità e la convivenza civile, ad esempio con il bando Bruno Caccia e le Giornate della Legalità. Siamo al fianco delle Forze dell’ordine, supportiamo l’azione della Magistratura – ha affermato – e lavoriamo affinché la comunità sempre di più si riconosca nella Costituzione e nel valore del rispetto delle regole. Va in questa direzione – ha concluso – anche il Patto per il bene comune di corso Regina Margherita, affinché il luogo sia percepito come aperto alla cittadinanza, nel rispetto di regole condivise.
«La croce nazista che ha imbrattato il cartello verso il Sacrario della Benedicta, nell’alessandrino, e le scritte ingiuriose apparse in corso Cincinnato, a Torino, davanti alla targa che ricorda gli esuli, sono il frutto di ignoranza e fanatismo demente. Il Giorno del Ricordo, il Giorno della Memoria e il 25 aprile sono tre date fondamentali del nostro calendario civile: tre date che riguardano tutti gli italiani. Invece, ogni volta, non manca chi vuole “sporcare” queste commemorazioni, sollevando polemiche di parte, strumentalizzando il passato o ricorrendo a vili atti teppistici camuffati da “atti politici”. Ma non bastano le parole di condanna: serve una convinta azione istituzionale, culturale ed educativa per contrastare ogni estremismo e per smascherare chi fa un uso ideologico della Storia senza conoscerla».
Domenico RAVETTI
Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte
Presidente Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte
+Europa Torino, le nuove cariche
“Facciamo le nostre congratulazioni a Riccardo Magi, Carla Taibi e Matteo Hallissey, eletti rispettivamente Segretario, Tesoriera e Presidente di +Europa” dichiarano così in una nota Andrea Turi e Francesca Randazzo, rispettivamente Coordinatore e Tesoriera di +Europa Torino. Proseguono: “le sfide che ci attendono sono molte e grandi, come vincere il referendum Cittadinanza di questa primavera. Plaudiamo anche alla posizione che +Europa ha assunto a questo congresso, schierandosi a favore anche del nucleare e che dunque porta il partito ad abbracciare un ambientalismo scientifico e razionale, all’altezza delle sfide del nostro tempo”.
Il PD riscopre con ritardo il settore auto
Giachino: “Quando la politica capisce in ritardo, ci rimettono la Città e il Paese”

ROSSO E FONTANA
«Le pressioni che ha compiuto il Governo su Stellantis hanno dato i loro frutti e lo si vede dal cambio di strategia compiuto negli ultimi mesi da parte della multinazionale. Il Pd puó fare tutti gli eventi di questo mondo ma se Stellantis parla più italiano e piemontese con una nuova governance lo si deve ad una maggioranza che nel rispetto delle scelte aziendali ha rimarcato che non scendeva a compremessi se non si tornava a pensare al ruolo dell’azienda nel nostro Paese. Siamo vicini ad un Consiglio regionale aperto fortemente voluto da Forza Italia che sul terma sta anche organizzando un importante evento il 29 marzo per parlare del futuro dell’automotive ascoltando sai diretti interessanti che cosa la politica puó fare per mantenere i livelli occupazionali e difendere il nostro capitale umano nel comparto. L’approccio di Forza Italia è ascoltare e poi stilare programmi, altri invece pensano di avere la verità in tasca e fanno ancora gli imprenditori con i soldi degli altri. La misura per sostenere i lavoratori del comparto che lancerà la Regione è comunque il frutto del dialogo continuo con il comparto, ringraziamo il presidente Cirio per la sua azione non a slogan”. A sostenerlo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana segretari provinciale e cittadino di Forza Italia a Torino.
A cosa serve un’informazione televisiva settaria?
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
C’è una domanda a cui, francamente, non riesco a dare una risposta seria e convincente. E cioè,
ma a che cosa serve una informazione – parlo dei vari talk di approfondimento politico che ogni
giorno inondano i programmi televisivi sulle varie emittenti pubbliche e private – smaccatamente
settaria pur dando per scontato che ogni conduttore, e del tutto legittimamente, ha le sue precise
convinzioni politiche? Ma come può essere credibile una trasmissione che, al di là degli ascolti dei
tifosi, assomiglia ad una sorta di ‘curva sud’ di uno stadio italiano? E, per fare un esempio
concreto e più dettagliato, perchè i talk de La 7 al mattino sono modelli di pluralismo, di vero
giornalismo di approfondimento e di reale e fecondo confronto democratico tra le varie parti in
causa mentre alla sera, sulla medesima emittente, diventano modelli di straordinaria faziosità e
settarismo politico? Direi quasi oltre ogni limite, al punto che la presenza di una voce diversa – e
di una sola, sia chiaro – appare quasi estranea ed esterna rispetto al coro che la accompagna.
Insomma, una propaganda martellante, strisciante, del tutto ideologica e smaccatamente faziosa.
Qual è il progetto e la ratio di una informazione così duale? E così alternativa nella stessa
giornata?
Nel servizio pubblico radiotelevisivo, come ovvio ed evidente, la smaccata partigianeria politica e
di schieramento non va di moda. Anzi, è semplicemente impraticabile. Da sempre. Certo, esistono
delle cosiddette ‘zone franche’ che rispondono ad altri criteri che restano, comunque sia,
misteriose sotto il profilo della normativa in vigore. Parlo, ad esempio, dell’attuale trasmissione
Report dove il tradizionale giornalismo di inchiesta, sempre utile e necessario, è stato
platealmente sostituito da un format che risponde ad un preciso, evidente, oggettivo e smaccato
obiettivo politico e di schieramento. E cioè, attaccare settimanalmente personaggi, partiti ed
esponenti politici riconducibili all’attuale coalizione di governo. Ma, come ovvio e per fortuna, è
solo un’eccezione e non la regola dell’informazione e del giornalismo del servizio pubblico
radiotelevisivo. Sul versante Mediaset, come anche per la RAI e per la programmazione mattutina
de La 7, gli approfondimenti politici rispondono a criteri di vero ed autentico pluralismo. Da
Bianca Berlinguer a Del Debbio a Porro il pluralismo delle opinioni è sempre rispettato, al netto
delle convinzioni politiche dei singoli conduttori. Un esempio a parte riguarda la trasmissione di
Mario Giordano che, al pari di Report sulla Rai, risponde ad altri criteri e fa capo a sè. Per quanto
riguarda il canale Nove è evidente anche ai sassi che si tratta di una emittente che, sotto il profilo
politico, è nettamente schierata e il pluralismo delle opinioni è un puro optional. Si tratta, almeno
così pare ascoltando le varie trasmissioni, forse dell’emittente per eccellenza del partito populista
dei 5 stelle.
Ma, al di là delle varie modalità organizzative e politiche delle diverse emittenti televisive, resta un
dato di fondo a cui prima o poi occorrerà pur dare una risposta. E cioè, qual è la vera motivazione
dei talk di approfondimento giornalistico che diventano dei luoghi di pura ed ostentata
propaganda di natura politica e partitica? Detto con altre parole, passa da questa modalità la
strada per un recupero di credibilità della politica e, soprattutto, per rafforzare la qualità della
nostra democrazia? Sono la propaganda, il settarismo, la faziosità e la ridicolizzazione del nemico
politico la nuova frontiera di parte del giornalismo televisivo italiano? I pasdaran della faziosità e
del settarismo politico e giornalistico prima o poi, questo, ce lo dovranno spiegare.
Ravello (Fdi): raid vandalico degli antagonisti
“Esprimo ferma condanna e profonda indignazione: l’ennesimo e delirante raid vandalico degli antagonisti contro attività commerciali e spazi Comuni nel quartiere Aurora è un gesto spregevole e vergognoso. Auspico che i responsabili siano individuati e chiamati a rifondere i danni ma, qualora ciò non accadesse, che sia il Comune a farlo!”. Ad affermarlo Roberto Ravello, Vicecapogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte.
“Anche in questo caso – continua Ravello – la sinistra si scandalizza solo a parole: perché, per esempio, il Presidente di Circoscrizione Deri e la Coordinatrice Inì non dimostrano concretamente il proprio sdegno? Scrivano al Sindaco Lo Russo e si uniscano a noi nel chiedere lo sgombero immediato e reale dei centri sociali di Torino! Spoiler: non lo faranno. Ed è proprio il cerchiobottismo di certa politica a legittimare certe violenze”.
“Un volantino – chiude Ravello – che invita i cittadini a ‘praticare il razzismo di Stato nelle strade’ è istigazione alla rivolta sociale e alla guerra civile. Bisogna alzare il livello di guardia, la portata sovversiva della protesta sta evidentemente aumentando”.
Insieme all’autore erano presenti Daniele Cantore e Bobo Craxi
Venerdì 7 febbraio, presso il Palazzo Comunale di Moncalieri, si è tenuto l’incontro di presentazione del libro “Perché non c’è più la politica” di Francesco Fiumara, Sindaco di Moncalieri per due Legislature, fino al 1990 e amministratore regionale. Insieme all’autore erano presenti Daniele Cantore, già Segretario Nazionale dei Giovani Socialisti, membro della Direzione Nazionale del PSI, Segretario della federazione di Torino, Assessore Regionale, e Bobo Craxi, già deputato e sottosegretario di Stato, esponente del Partito Socialista Italiano, e attualmente aderente al ricostituito partito socialista. L’evento è stato curato dal Circolo Culturale Saturnio. Ha moderato l’incontro il direttore de Il Mercoledì, Mel Menzio.
L’incontro ha rappresentato un’occasione importante di confronto costruttivo riguardante un interrogativo definito “epocale” dallo storico Gianni Oliva, che ha curato la prefazione del libro: perché non c’è più la politica ?
Il libro dedica accenni conclusivi all’atteggiamento con cui gli italiani, indirizzati da una comunicazione coordinata e mirata, hanno reagito ai processi avviati nel 1992-1994, una ventata di antipolitica e antipartitismo che ha portato a salutare con entusiasmo “la caduta degli dei”, nell’illusione miope che il crollo del vecchio sistema avrebbe portato per automatismo all’eliminazione (nel libri viene scritto “elimi-nazione”) dei corrotti e degli incapaci. La politica è stata demonizzata e i partiti trasformati in greppie cui si aggrappano di volta in volta personaggi improbabili: il risultato è che da trent’anni l’Italia vive una fase di transizione permanente, con maggioranze che non sopravvivono da una legislatura all’altra e con leader che durano lo spazio di un mattino.
“Il mio intervento vuole iniziare con un ringraziamento – ha spiegato Daniele Cantore – quello rivolto al Comune di Moncalieri e alle istituzioni. Penso sia importante, innanzitutto, recuperare il sentimento di sacralità verso i luoghi delle istituzioni e verso chi li rappresenta. Ringrazio inoltre Francesco Fiumara per questo libro, un importante percorso della storia politica italiana che contiene informazioni, sconosciute ai più, del passaggio tra la prima e la seconda Repubblica. Fiumara elenca e evidenzia i motivi che hanno portato alla disattenzione comune verso la politica e verso la società, probabilmente anche per colpa della politica stessa. Voglio inoltre sottolineare il verso dantesco dal quale Fiumara si discosta (Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare) per affermarsi come politico del ‘fare’ e uomo che intende far ascoltare la propria voce”.
“L’impegno politico può durare a lungo – continua Bobo Craxi – non ti lascia mai, diventa una missione al di là di mandati e cariche. Il libro di Fiumara spiega perché non ci sia più la politica, e pare quasi uno slogan. Mi chiedo effettivamente come potrà essere definito tra un secolo questo periodo storico. Le riflessioni contenute in questo libro possono essere inserite in un contesto anche più ampio per tentare di recuperare i ragionamenti di testa e non di pancia, a sviluppare quel pensiero critico che permetta di andare oltre quei mezzi che fanno da tramite nella comunicazione tra cittadini e politica, spesso cercando di creare fratture tra le due parti. Penso sia importante spiegare alle nuove generazioni come non cadere nel luogo comune, il significato di battersi per le cause giuste, occuparsi dei problemi della gente, che poi riguarda il senso stesso del fare politica”.
“Da vero spirito socialista io ce l’ho messa sempre tutta – conclude l’autore Francesco Fiumara – se oggi siamo qui tutti insieme a parlare liberamente e pacificamente forse è perché i socialisti hanno sempre saputo parlare con la gente. Parlare, questo è l’aspetto fondamentale che è venuto a mancare. Il dialogo è importante, una politica priva di partiti è una politica sterile, persino pericolosa. Ripercorrere la storia di questi ultimi trent’anni significa soffiare via quella nebbia che nasconde la verità. Mi auguro, con questo libro, di contribuire alla rinascita di qualcosa di importante, di far parte di quella scintilla di convinzione che porterà a vedere la politica del futuro non come un’impresa titanica, ma come la naturale conseguenza di quegli uomini che, parlandosi attraverso idee e contenuti , sapranno adottare soluzioni condivise”.
Gian Giacomo Della Porta