Una colonna mobile composta da Volontari Antincendi Boschivi della Regione Piemonte è partita nelle prime ore di questa mattina, su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile, per contribuire alle operazioni di contenimento e spegnimento dell’incendio che da giorni sta interessando le pendici boschive del Vesuvio.
“Il Volontariato di Protezione Civile – commenta Silvio Magliano, Presidente del Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio regionale -, in particolare il Volontariato Antincendi Boschivi, rappresenta un’eccellenza del nostro territorio: donne e uomini che si addestrano con costanza ed entusiasmo, a prezzo di sacrifici personali, per acquisire competenze e per operare in stretta collaborazione con altri enti e Corpi dello Stato. La loro esperienza e le loro capacità nella lotta agli incendi in ambiente montano e boschivo ne fanno una risorsa di grande valore non soltanto per il Piemonte, ma per tutta la Nazione”.
“Ringrazio le Volontarie e i Volontari – termina Magliano – per la loro dedizione, per il tempo che sottraggono a se stessi e ai propri cari per dedicarlo alla tutela delle persone e del nostro ambiente e auguro a tutti coloro che sono in viaggio verso la Campania di operare con successo e in sicurezza”.
Fu il governo Monti a bloccare il ponte sullo stretto di Messina che ora ha trovato nell’attuale governo chi intende riprendere il lavoro erroneamente interrotto. Queste polemiche sul ponte di Messina che si trascinano da tanti anni, rivelano una visione provinciale che condanna il Sud e la Sicilia a rimanere indietro ed isolata, sarebbe proprio il caso di dire. Sono stato ad Istanbul e i due ponti che collegano le sponde del Bosforo, opera di un’impresa italiana, sono elementi essenziali della vita della grande metropoli che lega Occidente e Oriente. In Turchia erano tanto più avanti di noi. Bloccare tutto perché potrebbe esserci la mafia ad approfittarne è un ragionamento obsoleto che offende in primis i siciliani. Non parliamo degli ambientalisti che vedono nel ponte colate di cemento destinate a distruggere la natura. Il cemento della speculazione edilizia può essere a volte delittuoso, ma il cemento per un’opera pubblica ciclopica come un ponte è cosa indispensabile. E’ persino un’ovvietà. Ci possono anche essere alcune obiezioni legittime perchè le aree sismiche interessate devono prevedere la massima cautela, come ci dimostra l’esperienza giapponese. Ma essere per principio contrari alle grandi opere è cosa non accettabile che ha gravemente penalizzato l’Italia in generale. C’è stato chi ha definito l’impresa del ponte “un vecchio modo predatorio di concepire il mondo“ . Il vecchio, insostenibile modo di bloccare tutto, ululando alla luna, ha ridotto l’Italia a non essere più da tempo al passo con la modernità. La decrescita felice deve finire una volta per tutte. Cominciamo dal ponte, ben sapendo che l’arretratezza italiana non è solo a Villa San Giovanni e a Messina.