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Rifondazione Comunista a fianco del Comitato del Meisino

Riceviamo e pubblichiamo
Lunedì 17 marzo, alle ore 18:00, al Campus ci sarà la conferenza stampa del comitato  “Salviamo il Meisino”, dopo che 39 persone hanno ricevuto un avviso di garanzia per le mobilitazioni in difesa di questa riserva naturale, Zona di protezione Speciale e Rifugio di Avifauna, contro la costruzione di un Centro per l’educazione sportiva e ambientale.

I lavori sono finanziati con soldi PNRR, ed è anche per le scadenze di progetto imposte, che gli assessori Tresso e il plurindagato Mazzoleni, dopo una primafinta apertura con un’assemblea pubblica, continuano a rifiutare il confronto con la realtà di movimenti, associazioni e normali cittadini/e che si oppone ai lavori

Gli ambientalisti non sono criminali, non sono insurrezionalisti o neo BR, sono persone tra i 23 e i 79 anni, studenti, lavoratori e lavoratrici, pensionati/e, spesso alla prima vera esperienza di attivismo, che fanno resistenza pacifica, presidiando i lavori e facendo monitoraggio civico e opera di denuncia. Gli attivisti chiedevano uno stop dei lavori fino all’udienza del ricorso, prevista il 18 marzo, e invece le ruspe hanno distrutto il boschetto vicino alla tettoia del Meisino.

Rifondazione Comunista sarà presente alla Conferenza Stampa del 17 marzo per manifestare la più ampia solidarietà ai 39 indagati, al comitato “Salviamo il Meisino”,  e ai cittadini e cittadine tutti che da più di 2 anni stanno praticando una resistenza pacifica contro la devastazione del parco del Meisino, colpiti, come dicono loro stessi “per non esser stati indifferenti di fronte alla devastazione di uno dei parchi di maggior valore naturalistico della città”
Rifondazione Comunista è contro la criminalizzazione del dissenso e contro il DL1660 che promette sicurezza ma in realtà riduce gli spazi di partecipazione, trasforma il dissenso, anche pacifista, in una forma di violenza privata verso il pubblico, introduce nuovi reati e nuove pene ed aumenta a dismisura il potere degli apparati. Invece dei diritti uno stato di polizia
Torino, 16 marzo 2025

Ufficio stampa Rifondazione Comunista Torino

Anche a Torino in piazza per l’Europa

Esponenti di partiti politici, associazioni e cittadini hanno preso parte alla manifestazione torinese  per l’Europa svoltasi ieri in piazza Carignano, in concomitanza con l’evento di Roma in piazza del Popolo promosso da Michele Serra e Repubblica. Numerose le bandiere europee e qualcuna della pace e  dell’Ucraina presenti sotto la pioggia.

Anche Europa Radicale ha partecipato alla manifestazione: “Torino si distingue per fortuna dalla manifestazione romana di oggi lanciata sull’onda della proposta di Michele Serra, che ha avuto una pessima metamorfosi – spiegano Giulio Manfredi e Graziella Miraudo di Europa Radicale – Tutto serve in questo periodo tranne che essere ambigui. Noi radicali e federalisti europei, da sempre, stiamo con la democrazia, l’Europa, lo stato di diritto, e contrastiamo in ogni modo gli imperialismi criminali di Putin”. Un evento analogo si è tenuto anche a Cuneo.

Daniela Ruffino alla guida di Azione Piemonte

Azione Piemonte, dal congresso i nuovi vertici regionali del partito
Si è svolto oggi a Rivoli il primo congresso di Azione che ha visto l’elezione a segretario regionale di Daniela Ruffino, già commissaria e attuale deputata del partito guidato da Carlo Calenda.
Ruffino è stata eletta all’unanimità come Giovanni Barosini, che ha assunto la carica di presidente.
Vicepresidente regionale è il biellese Lorenzo Alaimo, mentre i vicesegretari regionali sono il vicesindaco di Alessandria, Fabrizio Finocchi e il segretario provinciale di Azione a Cuneo, Giacomo Prandi. L’assemblea votata quest’oggi è composta da 116 iscritti.
Daniela Ruffino ha affidato le prime deleghe: Maria Gabriella Canelli alla comunicazione e al coordinamento dei tavoli tematici; Claudia De Cicco all’ ambiente e nucleare; Giovanni De Luigi alla sanità e pari opportunità mentre
Stefano Giuliano sarà il nuovo coordinatore regionale Under 30.
Seguendo l’obiettivo nazionale, ovvero quello di mettere fine al bipolarismo gladiatorio e muscolare, Azione in Piemonte rafforzerà il legame con i territori e manterrà vivo il dialogo con i cittadini perché, come ha sottolineato la neo segretaria Ruffino “è a loro che dobbiamo le risposte, attenzione e soluzioni ai problemi e alle difficoltà della vita quotidiana”.

Rosso e Fontana (FI): “Askatasuna. Lo Stato c’è e non si farà intimidire”

 

“Dopo la Commissione comunale sotto scorta di due settimane fa e dopo la passerella obbligata sui volti disposti a tappeto di esponenti politici e del Governo oggi volevamo rimarcare di fronte ad Askatasuna che lo Stato c’è e non si fa intimidire. A dispetto della narrativa del Sindaco di Torino che parla di un processo di normalizzazione dei rapporti siamo stati insultati da una folta rappresentanza di Askatasuna. Ancora una volta l’Amministrazione cittadina viene smentita visto che l’immobile continua ad essere occupato e i soggetti presenti sono tutt’altro che pacifici, bensì “pacifinti”. Insomma a insultarci e minacciarci erano gli stessi che vediamo protagonisti nei cortei di violenza che rovinano la città di Torino da anni e in particolare dal procedimento di legalizzazione del Centro. Quando quindi denunciavamo che Lo Russo aveva consegnato le chiavi della cittá e offerto su un piatto d’argento la cittadinanza onoraria all’eversione avevamo ragione. Torniamo a chiedere lo sgombero immediato dell’immobile e chiediamo il daspo per questi soggetti dal territorio della Cittá Metropolitana di Torino» è questo il commento del senatore Roberto Rosso, vicepresidente del gruppo di Forza Italia al Senato e vicesegretario del partito in Piemonte e del segretario cittadino Marco Fontana.

Torino – Ceres, Avetta (Pd): “Regione ammette carenza materiale rotabile”

«Ci auguriamo che il grido d’allarme dei pendolari che utilizzano la linea Torino-Ceres venga davvero ascoltato dalla Regione Piemonte e da RFI e che gli investimenti confermati dall’assessore Gabusi siano risolutivi delle tante criticità registrate anche all’inizio del 2025. Si tratta di una linea strategica, non solo perché collega Torino con l’aeroporto di Caselle, ma perché riguarda un’area interna riconosciuta dal Governo nazionale, ed è evidente che è possibile vivere in queste zone solo se sono garantiti i servizi essenziali».  Lo afferma Alberto AVETTA, consigliere regionale Pd e componente della Commissione Trasporti, a margine del dibattito in Consiglio regionale sull’Interrogazione in cui richiamava l’attenzione della Regione Piemonte sui disagi registrati alla ripresa delle lezioni scolastiche, in particolare sulla tratta Cirié-Germagnano. «I pendolari e l’Osservatorio Torino-Ceres evidenziano l’inadeguatezza di capienza del materiale rotabile (infatti, spesso accade che i pendolari vengano lasciati a piedi) e l’insufficienza dei bus di rinforzo. Una situazione che impone ai genitori di trasformarsi in tassisti, oltretutto dopo aver pagato gli abbonamenti dei figli al TPL. L’assessore Gabusi ha ammesso che i disagi di inizio anno erano dovuti al fatto che in quel momento non era disponibile una coppia di treni. Lo sappiano: se c’è un disagio, è perché c’è una causa. Ma non passa giorno che i viaggiatori, su quasi ogni linea ferroviaria piemontese, non debbano fare i conti con un qualche problema. La promessa di investimenti è importante, purché si possano vedere miglioramenti in tempi ragionevoli».

 

Rifondazione in piazza contro la guerra

Oggi il Partito della Rifondazione Comunista sarà presente in città con due appuntamenti:
– alle ore 15,30 in Piazza della Repubblica angolo via Milano per un incontro con i cittadini in cui si presenteranno le nostre posizioni a favore della Pace e contrarie all’aumento delle spese militari e alla manifestazione indetta da Michele Serra.
– alle ore 16,30 alla manifestazione unitaria contro il DDL Sicurezza varato dal governo Meloni, che abbiamo contribuito ad organizzare e che si terrà in Piazza Palazzo di città.

Il segretario provinciale Paolo Ferrero ha dichiarato: “La lotta contro la guerra e l’aumento delle spese militari e contro la legge fascista che il governo vuole varare per reprimere chi protesta, sono due facce della stessa medaglia. Da un lato ci tagliano la sanità e lo stato sociale usando i soldi delle nostre tasse per le armi e dall’altra vogliono impedirci di protestare. Oggi quindi manifestiamo contro il DDL Sicurezza voluto dalla Meloni e contro chi – dal governo a Michele Serra al PD – vuole che l’Unione Europea continui la guerra in Ucraina. Manifestiamo contro la guerra, le spese militari e la repressione per costruire l’alternativa sociale e politica.”

Fdi, Chiusura Sportelli Bancari: un Odg per tutelare i piccoli comuni

Presentato da Ravello-Binzoni-Antonetto-Bordese

Quella della continua chiusura di filiali e sportelli bancari fisici, ormai, è una vera e propria emergenza: oltre un milione di piemontesi vive in Comuni desertificati o a rischio di desertificazione bancaria. Tutto ciò, per giunta, avviene a fronte di utili operativi record da parte degli istituti bancari. Serve invertire repentinamente la rotta e, per questo, il Gruppo di Fratelli d’Italia ha presentato un ordine del giorno con l’auspicio che venga presto discusso e condiviso in Consiglio Regionale”. Ad affermarlo il primo firmatario Roberto Ravello e Alessandra Binzoni, entrambi vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, e i Consiglieri Paola Antonetto e Marina Bordese.

Il documento – continuano i Consiglieri di FdIchiede di potenziare ulteriormente le interlocuzioni in corso con gli istituti di credito per scongiurare ulteriori chiusure, tutelando i piccoli Comuni, in particolare quelli montani, e gli utenti fragili. Qualcosa come il 75% dei Comuni montani è rimasto scoperto, né si può chiedere ad anziani e fragili di ricorrere all’home banking come unica alternativa”.

Crediamo sia arrivato il momento di richiamare le banche ad un ruolo sociale ed economico di riferimento per Comunità e Territori, nelle more di una funzione collaterale, ma altrettanto importante, di presidio e avamposto contro l’insicurezza, la desertificazione e il degrado.

E’ l’economia reale, fatta di imprese e famiglie, a generare ricchezza: chi gestisce a valle quella ricchezza dovrebbe saperlo bene. Di sola finanza, alla lunga, si muore”.

 

Europeista da sempre non sarò in piazza con Serra

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni 
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Pier Franco Quaglieni
Non andrò in piazza  il 15 marzo per l’Europa. Non sono mai andato volentieri in piazza e ci sono andato pochissime volte: per Jan Palach  e a sostegno delle vittime dei terroristi islamici che fecero strage dei redattori della rivista Charlie Hebdo. In quest’ultimo caso  poi mi pentii perché la satira deve avere rispetto delle religioni e non oltraggiarle. Forse ho partecipato un’altra volta ad un sit -in radicale, ma il protagonismo di Viale mi mise subito a disagio e mi allontanai dopo pochi minuti.  Ritengo che sia più utile adoperare la penna più che i piedi e in tante occasioni invece ho scritto appelli ed articoli.  Di fronte alll’Europa non si può restare inerti e non c’è bisogno dell’appello di Michele Serra, che non ho mai stimato e che ritengo un europeista di origini sospette.
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A muoversi per l’Europa, oltre che i dati di fatto che vediamo, vale invece l’appello ideale di Luigi Einaudi, di Ernesto Rossi, di Alcide De Gasperi, di Mario Pannunzio, di Gaetano Martino e Vittorio Badini Confalonieri, mentre nutro dei dubbi su Altiero Spinelli,  fautore di un europeismo socialistoide poco chiaro. Ritengo un  mio errore nel 1975 aver rinunciato, dopo cinque anni di impegno a fianco di Mario Scelba e di Giuseppe Petrilli, a partecipare come vicepresidente  al Movimento Federalista Europeo:  dopo aver visto cosa accadeva a Bruxelles e a Strasburgo ritenni di dedicarmi esclusivamente al Centro “Pannunzio”. Non dico di più. Molti che conobbi allora avevano un’unica aspirazione:  diventare funzionari europei, se non, in futuro,  persino deputati  europei, a costo di ogni compromesso.
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L’impegno europeo dei miei amici Sergio Pistone ed Emilio Papa è invece rimasto indelebilmente nel mio DNA.  Oggi bisogna muoversi per una nuova Europa davvero unita anche militarmente  ed economicamente capace di interloquire e di resistere a Trump,  a Putin,  alla Cina. Un’Europa protagonista di una Nato di cui non sia un alleato di serie B. L’Europa burocratica di Bruxelles non mi ha mai convinto. L’Europa dei 27 che deve decidere solo  all’unanimità; ma da‘ spazio alle evasioni fiscali e alle delocalizzazioni non mi è mai piaciuta. Non mi piacque inizialmente neppure quella dell’Euro da cui l’Italia uscì fortemente penalizzata, ma ritengo oggi che senza l’Euro saremmo al disastro assoluto. Fu  preziosa lungimiranza quella di Ciampi in modo particolare. Oggi quasi nessuno solleverebbe dubbi sulla moneta unica europea capace di tenere testa al dollaro.
Ma bisogna anche riprendere l’Europa delle radici storiche giudaico – cristiane che vennero rifiutate. L’Europa vera è fatta da secoli di storia, non solo dai Lumi settecenteschi.
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Bisogna tornare a credere ad un’Europa antidoto alle guerre come pensavano Einaudi e De Gasperi, l’Europa delineata magistralmente da Benedetto Croce nel suo grande libro dedicato alla storia europea. I piccoli politici europei d’oggi non inadeguati di fronte agli eventi drammatici dell’ora che ci toccare di vivere. Per questa Europa vale più che mai la pena di combattere. Essa non è una bandiera blu con tante stelline, ma un patrimonio di valori che noi italiani vediamo rappresentati da Cavour e da Cattaneo, da Mazzini e Garibaldi  insieme a tanti patrioti che dal 1943 al 1945 combatterono  contro l’Europa barbara di Hitler. Se fosse, ad  esempio, Valdo Fusi a chiamarmi in piazza il 15 marzo, non avrei esitazioni.
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Ma al di là della piazza occorrono le idee e su questo piano il contributo di chi ha qualcosa da dire  è necessario. Lasciamo gli slogans  issati sui cartelli  e la protesta senza idee e senza proposte agli attivisti di turno,un termine che  mi fa inorridire. Le semplificazioni  manichee non portano mai alle soluzioni equilibrate che sono quasi sempre  incompatibili con la piazza che rumoreggia e  si limita all’applauso acritico o all’urlo violento delle imprecazioni.