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Il ritorno in campo di Domenico Comino con il Partito Popolare del Nord in Piemonte
Anche in Valle d’Aosta ‘Estate in carcere’
Ha fatto tappa anche in Valle d’Aosta ‘Estate in carcere’, l’iniziativa di Forza Italia e del Partito Radicale per verificare le condizioni degli istituti penitenziari italiani. Questa mattina il senatore azzurro, e ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha visitato la Casa Circondariale di Brissogne. Ad accompagnarlo una delegazione di Forza Italia guidata dal segretario regionale del partito, Emily Rini.
“Rispetto alla mia ultima visita, che risale a qualche anno fa, ho trovato una situazione migliorata, a cominciare dal fatto che da alcuni mesi c’è un direttore titolare. La nomina della dottoressa Velia Nobile Mattei ha infatti messo fine a una vacanza che si protraeva ormai da un decennio – osserva il Ministro Zangrillo – Il quadro tracciato dalla direttrice e dalla polizia penitenziaria, con cui mi sono intrattenuto, ci permette di guardare al futuro con ottimismo, per quanto i problemi non manchino”.
Inaugurato nel 1984, il carcere di Brissogne detiene attualmente circa 140 detenuti, l’80% dei quali sono stranieri, a fronte di una capienza di quasi 160 posti. “Se in questo caso non abbiamo registrato la grave questione del sovraffollamento, presente in quasi tutti gli altri istituti di pena, c’è invece carenza di personale – spiega il Ministro Zangrillo –. Totalmente assente quello amministrativo-contabile, per cui occorre intervenire subito, hanno finalmente preso servizio oggi due educatrici, il cui ruolo è fondamentale se vogliamo fare del carcere un vero luogo di recupero e non di mera esecuzione della pena. Oggi sono qui in veste di senatore di Forza Italia, ma non dimentico di essere impegnato, come ministro per la Pubblica amministrazione, nel rinnovo dei contratti. Uno di questi è quello del comparto sicurezza e difesa, quindi anche della polizia penitenziaria; il suo rinnovo, che auspico avvenga in tempi rapidi, vuole essere un segnale di fiducia per le persone che lavorano nelle carceri”.
Punta all’umanizzazione della pena, nel rispetto della dignità della persona, e a un miglioramento delle condizioni dei detenuti, degli operatori e degli agenti di Polizia penitenziaria, il Dl Carceri approvato all’inizio di agosto. “Ringrazio il Ministro Zangrillo per averci illustrato le tante novità introdotte da questo provvedimento – afferma il segretario di Fi Valle d’Aosta, Emily Rini – e per aver confermato, con la sua presenza, la grande attenzione nei confronti della Valle d’Aosta. Sono sicura che ci saranno ancora altre occasioni di confronto con la direttrice Nobile, con la polizia penitenziaria e con tutto il personale di Brissogne: quella delle carceri italiane è infatti una emergenza su cui non intendiamo chiudere gli occhi”.
Ruffino e Bartoli in visita al carcere di Torino
Martedì 3 settembre, alle 10, la deputata di Azione, Daniela Ruffino e il consigliere regionale Sergio Bartoli visiteranno i padiglioni del carcere Lorusso e Cotugno di Torino (“Le Vallette”).
“La situazione delle carceri italiane è drammatica, confermata anche dai disordini avvenuti nei mesi precedenti proprio al Lorusso e Cotugno. Azione denuncia da tempo le numerose problematiche che riguardano il personale carcerario, le condizioni dei detenuti e il nostro sistema penitenziario.
Al DL Carceri è stato accolto un mio ordine del giorno per nuove assunzioni di personale. Mi auguro che il governo mantenga l’impegno” dichiara la deputata di Azione, Daniela Ruffino.
Raffaele Petrarulo, di Forza Italia, si interroga sul volto della Torino turistica, osservando lo stato in cui si trova Villa Genero e il degrado che la rende invisitabile.
“Domenica 1 settembre – afferma Raffaele Petrarulo, Responsabile della Sicurezza di Forza Italia – ho voluto, dopo il mio rientro dalle città europee di Valencia e CanNes, dove il verde è trattato e conservato in maniera impeccabile, avventurarmi nel parco di Villa Genero. Qui ho ritrovato il degrado più assoluto: erba non tagliata, vialetti al limite dell’impraticabilità, viale centrale e vialetti invasi da erbacce e rifiuti. Anziché andare in Corea o sedersi per ascoltare la gente, il nostro Sindaco Lo Russo dovrebbe prendere atto di un simile schifo, non sa che il degrado non attira brava gente e soprattutto turisti…altro che tagliando di metà mandato, ci vorrebbe una revisione totale e senza appello”.
Queste le dichiarazioni del Responsabile della Sicurezza di Forza Italia Raffaele Petrarulo, già Consigliere provinciale e comunale a Torino.
Settembre, andiamo: è tempo di manovra
“Adesso anche in Piemonte si può ricostruire un luogo politico centrista. Ovvero, uno spazio di cui
si sente drammaticamente il bisogno e che è necessario per poter declinare una vera e propria
cultura di governo. Certo, non è uno spazio compatibile con le forze populiste, estremiste e
fondamentaliste. Detto in altre parole, la cultura politica di centro è semplicemente alternativo
rispetto al trio Fratoianni/Bonelli/Salis e al populismo anti politico e demagogico del partito di
Conte e di Grillo. Storicamente il centro non è solo distinto e distante da queste derive politiche
ma è, appunto, alternativo. Come, del resto, è lontano dal populismo leghista. E, per fermarsi al
Piemonte, l’esperienza concreta della recente lista Cirio per le elezioni regionali, è una buona base
di partenza per poter dispiegare, con coerenza ed efficacia, una cultura politica di centro e una
cultura di governo ispirati a quel patrimonio ideale e storico.
E, al riguardo, l’area cattolico popolare e cattolico sociale piemontese può, ancora una volta –
seppur con l’apporto di altre esperienze culturali – essere decisiva per far decollare un progetto
politico che si impone a livello nazionale ma che è necessario anche e soprattutto a livello
piemontese e locale”.
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Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi Popolari uniti
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Nei giorni scorsi si sono ricordati due anniversari storici. La scomparsa, 70 anni fa, di Alcide De
Gasperi e quella di Palmiro Togliatti avvenuta nell’agosto del 1964. Due date che hanno permesso
a molti commentatori ed opinionisti politici di ricordare e scandagliare il magistero politico,
culturale ed istituzionale di due esponenti che, comunque sia, hanno segnato il cammino concreto
della democrazia italiana. Certo, a molti anni di distanza a volte c’è la tentazione di confondere un
po’ le acque e di fornire interpretazioni e letture alquanto singolari sul concreto progetto politico di
due leader politici che sono stati, com’è evidente a quasi tutti, alternativi e contrapposti. Certo, se
ad esempio parlando di De Gasperi trascuriamo la data del 18 aprile 1948 e ci limitiamo, seppur
giustamente, a fare del leader storico della Dc solo un incallito anti fascista e nient’altro, facciamo
una operazione monca e del tutto anacronistica rispetto a ciò che De Gasperi è stato ed ha
rappresentato per il paese e anche, e soprattutto, per la storia della Democrazia Cristiana. E
allora, per non dilungarsi in discussioni un po’ virtuali od eccessivamente forzate, mi limito a tre
osservazioni di fondo.
Innanzitutto il progetto politico, culturale e programmatico della Dc e del Pci nel secondo
dopoguerra erano semplicemente alternativi. È inutile esercitarsi in dotte osservazioni o in
capziose interpretazioni. Non c’è nulla in comune e proprio il voto del 18 aprile 1948, uno degli
spartiacque storici della politica italiana, ha segnato la profonda ed irriducibile alterità tra la
visione della società della Dc e del Pci. E proprio quella data ha segnato l’irriducibile visione
politica alternativa tra i due partiti e, soprattutto, dei rispettivi leader riconosciuti: e cioè, appunto,
De Gasperi e Togliatti.
In secondo luogo, sarebbe scorretto e anche intellettualmente disonesto individuare dei punti di
collegamento tra due visioni politiche alternative piegandole alle logiche della politica
contemporanea. E questo perchè la convergenza di pezzi di quelle culture politiche – quella ex e
post comunista e quella della sinistra democristiana – nel progetto del Partito democratico è una
operazione radicalmente diversa rispetto alla stagione che ha visto contrapposti i due leader
storici dell’immediato secondo dopoguerra. Anche perchè, com’è evidente a tutti, non si può
confondere l’esperienza della sinistra democristiana con tutta la Democrazia Cristiana. Cioè con
l’elettorato di quel partito che, come tutti ben sappiamo, è confluito nella sua stragrande
maggioranza con lo schieramento di centro destra.
In ultimo, il centrismo – innovativo, riformista, democratico e di governo – degasperiano ha
rappresentato un modello politico e di governo che ancora oggi contiene una straordinaria
modernità ed attualità a prescindere, com’è ovvio, dalla profonda diversità dei due contesti storici,
politici e culturali. Una visione politica che, ieri come oggi, non c’entra assolutamente nulla con la
storia, la cultura, la tradizione e la prassi del Pci e dei partiti che sono succeduti a quella storica
formazione politica. Certo, l’evoluzione politica è un fatto del tutto scontato e le stesse culture
politiche possono registrare nello scorrere del tempo elementi di convergenza. Come, del resto, è
avvenuto dopo la stagione di tangentopoli e l’avvio ella cosiddetta seconda repubblica. Ma
confondere il magistero, la lezione, l’esperienza politica e di governo di Alcide De Gasperi con
quella di Palmiro Togliatti oltre che scorretto sul terreno politico sarebbe anche ridicola e grottesca
sul versante storico.
Ecco perchè, anche quando si ricordano anniversari ormai lontani nel tempo, è sempre
consigliabile non esercitarsi in operazioni politiche, culturali e storiche di chiara impronta
trasformistica ed opportunistica. E questo non solo per il rispetto della storia ma anche, e
soprattutto, per non sfregiare il profilo e la statura di due grandi personalità come quelle di Alcide
De Gasperi e di Palmiro Togliatti.
Se i giudici di sinistra liberano i clandestini
EDITORIALE
Di Adolfo Spezzaferro direttore de “L’identità”: