politica- Pagina 188

L’interpellanza di Iannò sulla spazzatura del quartiere Vanchiglietta

L’emergenza rifiuti che sembrava essere un problema solo di alcune zone della città più degradate, purtroppo si riscontra in quartieri che fino a qualche tempo non ne risentivano.

“Le segnalazioni corredate da fotografie – commenta Pino Iannò di Torino Libero Pensiero – mi sono arrivate dai residenti di Vanchiglietta, che devono fare i conti con cassonetti colmi, rifiuti al di fuori dei contenitori e cestini portarifiuti pieni. Non si tratta, come si potrebbe pensare, di mancanza di rispetto civico dei cittadini, ma evidentemente di un servizio poco efficiente dell’Azienda che si occupa della raccolta della spazzatura.”

Il consigliere ha presentato un’interpellanza ironica sul tema dal titolo “Di rifiuti in giro per Vanchiglietta ne abbiamo? Hai voglia”, dove il problema viene evidenziato soprattutto nell’area di via Oropa, via Porri, lungo Po Antonelli e corso Cadore.

La presenza di tutti questi rifiuti oltre al degrado, attira la presenza di insetti, topi e animali selvatici come i cinghiali, che sempre più spesso scendono in città alla ricerca di cibo.

La domanda che sorge spontanea è, l’Amministrazione comunale lo sa? Non è forse il caso di verificare come mai ci siano tutti questi disservizi sulla raccolta rifiuti?

Grimaldi (Verdi Sinistra) a ministro Piantedosi: “Sui Cpr non ci siamo proprio”

Governo sfugge a proprie responsabilità su questa vergogna

Colpiscono le parole  a Torino dell’attuale ministro dell’interno sui Cpr. Le strutture sono squallide e degradate, quasi sempre peggio delle già fatiscenti carceri italiane, spazi disumanizzanti e umilianti che non fanno che sottolineare l’assoluta ingiustizia della detenzione amministrativa.
Lo afferma Marco Grimaldi dell’Alleanza Verdi Sinistra replicando alle parole del ministro Piantedosi.
Continuerò a dire che non essere in possesso di documenti non può essere una ragione per vedersi negata la libertà, è una misura che stride con il quadro costituzionale italiano – prosegue il parlamentare torinese rossoverde –  ancor di più se si finisce segregati in luoghi inadeguati, non dignitosi né sicuri, senza certezze sul proprio futuro. Le persone presenti sul territorio italiano vanno regolarizzate, non rinchiuse.
Evidentemente – conclude Grimaldi – noi abbiamo un’idea ben diversa dal ministro del significato di parole come umanità, solidarietà, inclusione, rispetto, legalità.

Comitato 10 febbraio: fiaccolata al Villaggio Santa Caterina 

Riceviamo e pubblichiamo

Torino, 11 febbraio – A ottant’anni dall’inizio degli infoibamenti, oltre 150 persone ieri hanno partecipato alla manifestazione del Comitato 10 Febbraio per i Martiri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Tra loro diversi esuli.

“Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario dell’inizio degli  infoibamenti al confine orientale d’Italia – ha dichiarato Matteo Rossino, referente torinese del Comitato 10 Febbraio – per questo era necessario organizzare un evento impeccabile e così è stato.”

“Diversi anni fa ci siamo presi l’impegno, con tutti quegli italiani che vennero cacciati dalle proprie terre, di diffondere e tramandare quella storia per troppi anni dimenticata – prosegue Rossino – da allora ogni anno portiamo centinaia di persone in strada per ricordare e chi ancora vuole nascondere questa tragedia che la verità è più forte di tutto.”

“Anche quest’anno oltre 150 persone, tra cui diversi esuli, hanno sfilato intorno al Villaggio Santa Caterina per onorare i Martiri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, – ha concluso Rossino – ringrazio infine Luigi Vatta, figlio del grande Sergio, esule istriano, come sempre impeccabile e il consigliere di circoscrizione Massimo Robella per la sua presenza e le sue parole. Appuntamento a ottobre per la manifestazione Una Rosa per Norma!”

Cerutti e Parisi (Lega): “Il Pd collegnese vota no contro il cibo sintetico, per poi copiare”

“La Lega ha presentato una mozione per sostenere la petizione promossa da Coldiretti contro il cibo sintetico – dice Giovanni Parisi, consigliere comunale Lega Salvini Collegno e segretario cittadino – ma il documento originale è stato respinto dalla sinistra collegnese. Ne è venuto fuori un testo completamente stravolto dai consiglieri di maggioranza che non abbiamo potuto accettare proprio perché veniva eliminato il punto cruciale della nostra richiesta: sostenere la petizione contro il cibo sintetico. Il PD ha quindi votato un documento volutamente snaturato e privo di significato. – Parisi conclude – Nonostante il voto dell’aula consiliare, la Lega c’è e dà il massimo sostegno a favore di questa giusta iniziativa di Coldiretti.”
“A Collegno il Pd si schiera contro una mozione di buonsenso – commenta in vice capogruppo della Lega in Regione Piemonte, che ricopre anche la carica di responsabile Enti locali per la provincia di Torino – a supporto di una iniziativa Coldiretti, che è la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, per poi riproporre autonomamente un documento analogo. La Lega vuole difendere il cibo sano che il Piemonte e l’Italia mettono nei piatti dei cittadini, il Pd invece vuole solo intestarsi una battaglia che è di puro buonsenso.  La priorità della Lega resta la difesa della filiera cibo e nutrizione, che ci vede ai vertici internazionali sia a livello di prodotti sia a livello di approccio con la dieta mediterranea, il Pd, in crisi di identità a livello nazionale, anche a Collegno palesa la differenza tra chi ha idee e chi se le intesta, sbagliando sia i tempi sia i modi”.

Parco Gran Paradiso, Avetta (Pd): “In Piemonte si litiga”

Il consigliere regionale Alberto Avetta (Pd) annuncia un’Interrogazione: “Il centrodestra piemontese litiga sulle poltrone, la Valle d’Aosta governa il Parco e fa quello che vuole”

 

«Il centrodestra continua a litigare sulle poltrone e non riesce a trovare un accordo sul nome del futuro presidente dell’ente Parco nazionale del Gran Paradiso, con la conseguenza di lasciarne la gestione nelle mani della Valle d’Aosta. L’incapacità di chi governa la Regione Piemonte di trovare un accordo tra FdI, Lega e Forza Italia ha creato una situazione di stallo, facendo slittare la nomina del nuovo presidente e costringendo il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, a confermare Italo Cerise nel ruolo di commissario straordinario. Una grave inerzia che danneggia il Parco, in una fase in cui sarebbe necessario affrontare importanti priorità. In occasione del centenario del Parco la politica tutta si è spesa in giusti elogi celebrativi, ma ora che bisogna passare ai fatti, ecco che le destre che governano il Piemonte non sono in grado di decidere. Eccellenze come il Parco nazionale del Gran Paradiso sono una straordinaria opportunità per il territorio, anche in termini di attrattività turistica e di ricadute economiche. È intollerabile che Giunta Cirio la metta a rischio per una questione di poltrone. Il Parco ha bisogno subito di una nuova ed autorevole governance. Su questo tema presenterò un’Interrogazione in Consiglio regionale: la Giunta dovrà spiegare perché non è in grado di fare il nome del nuovo Presidente e di difendere gli interessi del Piemonte». 

 

Alberto AVETTA

Consigliere regionale Pd

Quando il partito (e la corrente) era una comunità

È inutile girarci attorno. I partiti del passato, e soprattutto alcune correnti della Democrazia Cristiana, non erano soltanto strumenti politici previsti dalla Costituzione, ma anche delle vere e proprie comunità.

Comunità umane innanzitutto. Cioè vere e proprie scuole di formazione, momenti di autentica amicizia tra i vari leader, militanti e simpatizzanti, luoghi dove si cresceva politicamente e culturalmente. Certo, luoghi anche di sano confronto e di duro scontro ma sempre riconducibili alla politica e al rispetto tra le persone e delle persone. Qualcuno potrebbe dire, e forse anche giustamente, che si tratta di un periodo ormai consegnato alla storia e che non sarà mai più riproponibile. C’è però un aspetto che non può essere facilmente eluso. E cioè, in quella lunga stagione – che coincide con l’intera prima repubblica e con l’inizio della cosiddetta seconda repubblica – i partiti, e le rispettive correnti al loro interno, coincidevano non solo con la militanza delle persone, il radicamento territoriale, la rappresentanza sociale e culturale ma erano anche momenti di crescita personale e comunitaria. Insomma, a prescindere che si facesse, o meno, politica per tutta la vita, si continuava a mantenere un ricordo straordinario per una esperienza che ti aveva segnato profondamente. A livello politico ed umano.
Ora, cosa centri tutto ciò – come afferma qualche sofisticato politologo – con la nostalgia o con la testa rivolta al passato resta un mistero. Quello che va evidenziato, semmai, è che oggi il confronto politico è sostanzialmente disciplinato da criteri e da metodi che sono semplicemente estranei ed esterni a tutto ciò che ha caratterizzato quella lunga stagione. E quindi sono altri i metodi, e i disvalori, che ne segnano il comportamento quotidiano. Si potrebbero sintetizzare con alcune parole d’ordine: fedeltà incondizionata al “capo”; partiti personali; inutilità cronica del dibattito e del confronto; correnti di mero potere senza alcuna rappresentatività sociale e culturale; leadership che si affermano e che si sciolgono come neve al sole; sottovalutazione e rinnegamento delle culture politiche e, in ultimo, aridità ed indifferenza alla volontà di dare anche un valore ed un rilievo umano ai rapporti politici all’interno dei partiti e delle rispettive correnti.
Certo, molte di queste degenerazioni sono anche il frutto e la conseguenza dell’irruzione della sub cultura del populismo grillino e di tutto ciò che ha caratterizzato quella malapianta politica. Ma è indubbio che la politica, al di là dello scorrere delle stagioni e del susseguirsi delle varie novità che la caratterizzano, non può rinunciare a delle specificità che conservano una bruciante attualità e una altrettanto e straordinaria modernità. Del resto, che cosa potrà mai nascere dalla concreta esperienza dei partiti personali, dall’azzeramento delle culture politiche o dal sostanziale abbandono del confronto politico se non una politica arida, disumana e finalizzata solo ed esclusivamente ai rapporti di potere? Appunto, rapporti tribali come a quelli a cui abbiamo assistito in queste ultime settimane in Parlamento dove gli insulti, le delegittimazioni morali, personali e politiche hanno il sopravvento su qualsiasi altra considerazione e criterio. Verrebbe da dire, usando una celebre affermazione di Mino Martinazzoli, il trionfo “del nulla della politica”.
Per questi semplici motivi, forse, è giunto il momento per iniziare ad invertire la rotta. Non per replicare il passato, come ovvio e scontato, ma per riscoprire quella “fondamenta” che rappresentano gli elementi costitutivi dell’agire politico anche nella società contemporanea.

Giorgio Merlo

Ambrogio (Fdi): Torino Musei senza direttore, silenzio assordante

 “INTERPELLANZA PER CHIARIMENTI NECESSARI”

Rimango sconcertata da come sia stata gestita la questione del demansionamento o, de facto,
commissariamento di Giovanni Carlo Federico Villa da direttore a figura “preposta alla direzione
scientifica” del museo di Palazzo Madama, a seguito di una condanna in primo grado.

La questione, vecchia di più di quattro mesi, è ormai nota da giorni e trovo molto grave che per
venirne a conoscenza ci sia voluta la penna di un giornalista e non la voce di un membro della
Fondazione Torino Musei o dell’Assessore della Giunta comunale, che controlla direttamente la
Fondazione stessa.

A questo punto, visto che il Comune continua a mantenere un inspiegabile silenzio, provvederò a
presentare un’interpellanza perchè si faccia chiarezza e si squarci il velo di reticenze e di misteri,
quando non di vera e propria omertà, che da più di quattro mesi copre la vicenda. L’Amministrazione
deve parlare perchè è chiamata ad adottare un comportamento trasparente; ciò che appare, invece, è
che si stia tentando di nascondere la polvere sotto il tappeto, ed è francamente inaccettabile”.

Così Paola Ambrogio Senatore di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino

Spazio ai giovani nell’Amministrazione Comunale La proposta del consigliere Iannò

IL SINDACO DELLE NUOVE GENERAZIONI

 

Si dice che occorra dare spazio ai giovani e per farlo seriamente bisogna garantire la piena partecipazione degli stessi alla vita culturale, economica e sociale del Paese.

 

Senza le nuove generazioni, nessun progresso, sia di carattere economico, politico, sociale e culturale, potrà essere raggiunto senza la fondamentale partecipazione delle giovani e dei giovani.

 

E’ fondamentale inserire l’ottica dei “giovani” nelle diverse politiche dell’Ente, al fine di affrontare e prendere in carico problemi e bisogni dell’universo giovanile nella loro complessità e non per categorie di problemi e trovare strumenti nuovi per impostare una interlocuzione diretta con il mondo giovanile, atteso che è sempre meno possibile contare su una rappresentanza, soprattutto per i giovani.

 

“E’ pertanto necessario – sostiene Giuseppe Iannò firmatario della mozione – favorire la partecipazione alla vita amministrativa delle giovani generazioni, per valorizzare e far emergere il contributo che possono offrire, attraverso una nuova figura “il Sindaco delle nuove generazioni”.

 

Un ruolo rivolto ai giovani dai 15 ai 35 anni, individuato attraverso un bando, con un profilo di articolate competenze trasversali. Un compito che potrebbe essere svolto, attraverso la possibilità di istituire una Consulta delle nuove generazioni, al fine di favorire ulteriormente la partecipazione delle stesse alla vita culturale, sociale ed amministrativa della nostra Città, predisponendo un organismo che formuli proposte nell’ambito delle politiche giovanili e sappia ulteriormente alimentare cultura giovanile e promuovere la rielaborazione delle problematiche per il territorio.

Un nuovo modello nazionale di collaborazione e partecipazione nel governo della Città di Torino, con un nuovo punto di vista, quello dei giovani.

Giuseppe Ianno’

Legge elettorale Regione, le opposizioni: no all’aumento dei costi della politica

PRESIDENTI GRUPPI DI OPPOSIZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE: “ CHIEDIAMO L’ABOLIZIONE DEL LISTINO E DI APPROVARE SUBITO LA DOPPIA PREFERENZA”

8 febbraio 2023 – Si è tenuto oggi l’ennesimo tavolo di confronto sulla legge elettorale piemontese e come Gruppi di Opposizione abbiamo, ancora una volta, ribadito le nostre posizioni.

Abbiamo ripetuto il nostro No all’aumento dei costi politica, con l’introduzione di supplenti e sottosegretari, un ampliamento inutile che graverebbe sui cittadini piemontesi.

Abbiamo chiesto che la parola venga restituita agli elettori, con l’abolizione del listino. I 10 Consiglieri, eletti con premio di maggioranza, secondo la legge elettorale attuale, verrebbero redistribuiti sui collegi delle preferenze, diluendo la competizione, aumentando la rappresentatività territoriale e offrendo maggiori possibilità.

Avremmo preferito poterci confrontare, durante tutto l’incontro, con la Giunta. Certo i colleghi della maggioranza hanno preso impegni a nome del Governo regionale in particolare sul tema dei sottosegretari, ma l’avallo di un esponente della Giunta avrebbe consentito di scrivere e confermare le proposte.

Abbiamo chiesto, infine, di togliere subito dal tavolo di confronto il tema della doppia preferenza. Proponiamo di portarlo avanti con una Commissione legislativa che consentirà mettere in sicurezza questo aspetto su cui siamo tutti d’accordo.

Raffaele Gallo, Presidente del Gruppo del Partito Democratico

Sarah Disabato, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle

Silvana Accossato, Presidente del Gruppo Liberi Uguali Verdi

Mario Giaccone, Presidente del Gruppo Chiamparino per il Piemonte – Monviso

Giorgio Bertola, Presidente del Gruppo Misto – Europa Verde

Francesca Frediani, Presidente del Gruppo Misto – M4O Unione Popolare

Sanità, Azienda Zero. Pd: “Aumenta il caos”

 SI AGGIUNGONO NUOVE FUNZIONI MENTRE LA SANITA’ VA A PICCO NELLA GIUNTA CIRIO REGNA LA CONFUSIONE PIU’ TOTALE”

6 febbraio 2023 – “Abbiamo ribadito più volte che la nuova Azienda sanitaria, fortemente voluta dalla Giunta Cirio, avrebbe creato inefficienza e confusione, generando nuovi costi. La sanità piemontese avrebbe dovuto essere riformata profondamente e la stessa legge di istituzione di Azienda Zero prevedeva, al comma 13, che, entro un anno dalla sua istituzione, venisse approvato il nuovo Piano sociosanitario regionale. Ma di questo nessuna traccia, anzi si è presentato un provvedimento per aggiungere nuove funzioni a Azienda Zero, aumentando, così, il caos” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Con una DCR, inserita all’ultimo momento all’ordine del giorno della Commissione Sanità, che revoca la proposta di legge targata Lega – prosegue l’esponente dem – vengono aggiunte altre funzioni a Azienda Zero, gonfiandola di ulteriori competenze, senza che ci sia un quadro d’insieme complessivo. Si accentrano più funzioni, ma non ci si preoccupa di dare risposte concrete ai tanti problemi che affliggono la nostra sanità: affollamento dei pronto soccorso, liste d’attesa infinite, personale medico e infermieristico insufficiente e gravato da turni insostenibili, incertezze e dubbi sulla realizzazione delle nuove strutture ospedaliere delle quali la nostra regione ha un grande bisogno. Mentre la sanità va a picco in Giunta regna la confusione più totale!”.

“Oggi Azienda Zero é ancora in fase di start up e di formazione della pianta organica e non ha alcun senso incrementarne le funzioni senza un disegno complessivo. Avrebbe, invece, molto più senso un Piano sociosanitario per sapere dove andare e come salvare la sanità pubblica, ma ormai siamo alla fine della legislatura e, purtroppo non si riuscirà a fare. Alla Giunta Cirio non rimane che annunciare l’ennesimo tavolo con le parti coinvolte” conclude Gallo.