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Conferenza stampa dei Popolari martedì a Torino

“Il progetto dei Popolari: un’occasione anche per il Piemonte”. È questo il titolo della conferenza
stampa che si terrà martedì 14 marzo alle 11 a Torino, presso il Caffè Fiorio, via Po, 8/C.

Durante la conferenza stampa sarà illustrata la proposta del Movimento politico nazionale PopPopolari in rete.

Un progetto politico centrista e democratico che, dopo la convention nazionale
che si è svolta a Roma al Parco dei Principi nelle scorse settimane, presenta anche in Piemonte,
in vista delle prossime elezioni regionali, il suo profilo politico ed organizzativo.

Saranno presenti alla conferenza stampa Giorgio Merlo, Giuseppe Novero, Guido Calleri di Sala e
Renato Zambon.

Crescita economica, Giachino (SitTav): “Una domanda a Elly Schlein”

Per la Crescita economica, per il Lavoro e per aumentare il PIL PROCAPITE e gli interventi a favore delle fasce più deboli, la TAV insieme alla Gronda di Genova sono strategici.

Quale sarà la posizione del PD visto che Lei ha votato Mozioni NOTAV a in Europa? Glielo chiedo avendo organizzato le Manifestazioni SITAV che hanno portato tutta Torino e il Piemonte in piazza nel 2018.

Negli ultimi vent’anni l’Italia ha perso oltre 20 punti di PIL procapite rispetto alla media europea che ha toccato la parte più debole e fragile del Paese a partire dalla Area Metropolitana di  Torino e provincia amministrate dal 1993 per 25 anni dalla sinistra e cinque dai grillini.

Occorre rilanciare la crescita unico modo per creare nuovi posti di lavoro veri e non a tempo parziale , per diminuire il Debito Pubblico e il suo costo e destinare le risorse che oggi rimborsano il debito pubblico alla sanità e alla assistenza.

Per ritornare alla crescita occorre rendere più competitivo il Paese per attrarre nuovi investimenti esteri. La TAV, la Gronda e la Diga di Genova, il Brennero sono le opere che spostando traffici commerciali e turistici portano nuova crescita così come sul Piano industriale la difesa del settore automotive è essenziale.

Quale sarà l’atteggiamento del PD visto che in Val di Susa vi sono illustri Sindaci NoTav iscritti al PD e visto l’atteggiamento della Nuova Segretaria in Europa?
 
Mino Giachino – SITAV SILAVORO 

“Addio Torino bella…”

PAROLE ROSSE Di Roberto Placido

Addio Lugano bella, la canzone (https://youtu.be/k84G4ODpBsE) degli anarchici italiani, mi è ritornata in mente  sabato 4 marzo alla fine del corteo degli anarchici, contro il 41 bis ed a sostegno dello sciopero della fame di Alfredo Cospito, detenuto in regime carcerario duro a seguito della condanna per un grave attentato. 

Non  entro nel merito del 41 bis e della sua applicazione, le perplessità sono diffuse, in particolare riferite al detenuto Cospito. Sul tema vi segnalo questo bell’articolo  dell’Avvenire   (https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/incendiaria-disumanita) dell’ex Procuratore aggiunto di Torino Paolo Borgna. Mi ha fatto riflettere, da un lato sulle differenze e sui comportamenti dell’anarchia e degli anarchici del passato, recente e lontano, con quelli dei nostri giorni e sui gravi incidenti che si sono verificati a Torino. La riflessione l’ho fatta in particolare sugli incidenti e su chi avrebbe dovuto evitarli. Sul comportamento dei manifestanti non c’è molto da aggiungere, le immagini, le scritte e le devastazioni sono molto meglio delle parole. Sulle responsabilità  dei vertici locali e nazionali della  Polizia e delle istituzioni  invece sì- Il corteo era stra annunciato come duro e violento. C’era,  non il rischio, ma la certezza di azioni violente. Anche il percorso era, più o meno, concordato. Ci si attendeva, da parte del Comune e delle sue varie emanazioni AMIAT, Vigili Urbani, provvedimenti adeguati.

Invece abbiamo assistito, a parte la chiusura dei cestini, ad azioni di routine, e l’invito da parte di agenti di Polizia, il giorno prima, ai negozi e bar di abbassare le serrande e togliere i dehor, e null’altro.  Avrebbero dovuto prendere ed effettuare  provvedimenti atti a prevenire e ridurre al minimo i danni. Cioè,  la rimozione, lungo il percorso, di cestini, bidoni dei rifiuti, monopattini e delle auto  evitando così che venissero rovesciati i primi, incendiati  i secondi, usati come arieti contro vetrine i monopattini.  Alcuni agenti  hanno ammesso di essersi accorti durante le ore precedenti il corteo che  i monopattini erano praticamente scomparsi nell’area del percorso e se li erano ritrovati per  l’uso improprio  da parte d alcuni manifestanti. E  poi la devastazione di molte auto parcheggiate. La cosa risalta ancora maggiormente se si pensa che per la corsa podistica  “ Just The Woman I am”  del giorno dopo, il 5 marzo 2023, sempre a Torino, in alcune aree del percorso erano stato  previsto il divieto di parcheggio e la rimozione delle autovetture.  Non tutti sono coperti, la cosa vale sia per le auto che per i negozi,  dall’assicurazione per atti vandalici. Veniamo così alla parte più incredibile, l’azione della Polizia, tra l’altro lo schieramento delle forze dell’ordine era massiccio, qualcuno dice molto superiore ai manifestanti , arrivati da tutta Italia ed Europa  Ha contenuto, come ha dichiarato il  Questore di Torino, il corteo dei manifestanti evitando gli scontri,  senza difendere gli obiettivi sensibili, i  monumenti, il Santuario della Consolata, protettrice della Città di Torino, le banche ed i negozi. L’ordine, confermato da diversi agenti di Polizia e da alcuni esponenti sindacali, era di lasciare fare senza intervenire.   (https://twitter.com/stampatorino/status/1632295272998125568?s=48&t=QeAZF3RLrjFHEjfR5gHIZw)

 E’ molto più facile ordinare agli agenti , a cui va, in quanto lavoratori la solidarietà, di manganellare e caricare altri lavoratori,  studenti e pacifisti. Un po’ meno quando si tratta di Black Block e anarchici.  Era conveniente, in particolare al governo nazionale, lasciare mano libera  per potere affermare che la furia anarchica ,  le piazze “rosse” e  di conseguenza di sinistra sono il problema del paese.

Basta leggere i titoli delle prime pagine dei giornali di destra del giorno dopo, utili a coprire pecche ed incapacità dell’esecutivo nazionale. Veniamo al fatto più incredibile, le dichiarazioni, il giorno dopo, del Questore di Torino Vincenzo Ciarambino  e del Sindaco Stefano Lo Russo. Le dichiarazioni del Questore, sul fatto che non immaginava violenze e danni verso auto e negozi e con la loro azione hanno evitato danni maggiori preservando il centro cittadino e la stazione, come se Piazza Arbarello e Via della Consolata si trovassero al Villaretto, sono incredibili ed inaccettabili. Quelle del Sindaco sono state poi “lunari”, fare i complimenti ai vertici della Polizia torinese invece, oltre a rispondere di quanto non fatto dalla città, di chiedere le dimissioni del Questore e protestare decisamente con il ministro dell’Interno, l’ineffabile  Matteo Piantedosi e con il governo. Sindaco Lo Russo, se ci sei batti un colpo, Torino non merita tutto questo.

 

P.S. Non so se fa ridere o piangere, giudicate voi, quanto mi ha raccontato un amico. Il giorno dopo va a prendere un caffe in un bar di Via della Consolata, risparmiato dalla furia anarchica, e mentre lo sorseggiava, arrivano due agenti di Polizia e chiedono al barista come mai non gli avevano rotto le vetrine. Si sposta nella Libreria delle Edizioni Paoline e mentre consulta i libri arrivano i Vigili Urbani che chiedono di accelerare nella sostituzione delle vetrine danneggiate in quanto le transenne messe dal Comune a protezione venivano rubate, confidavano che ne avevano trovate in un cantiere edile, e le dovevano portare via.

 

Sanità, Rossi-Valle (Pd): “Il Piemonte esca dall’inerzia”

I consiglieri del Pd Domenico Rossi e Daniele Valle lanciano l’allarme: “Il Piemonte esca dall’inerzia e faccia proprie le proposte avanzate dalle altre Regioni: bisogna evitare il commissariamento e la riduzione dei servizi. Servono più risorse.”

 

La Commissione salute della Conferenza delle Regioni del 7 marzo ha denunciato con forza come la Nota di Aggiornamento al DEF – Versione rivista e integrata del 4 novembre 2022 comporti “la preoccupante prospettiva che il livello di finanziamento del SSN per il 2025 possa atterrare nientedimeno al 6,0% del PIL”. Parliamo di una percentuale che nel 2019 era al 6,4%, ben al di sotto di Regno Unito (8%), Francia (9,3%) e Germania (9,9).

Questo taglio del Governo Nazionale, unito alle conseguenze dell’emergenza pandemica ed energetica, comporta un ulteriore rischio, quello dei “piani di rientro”.

Un grido d’allarme è stato lanciato in questi giorni da alcune Regioni al Governo: la richiesta è che nessuna Regione debba essere sottoposta a “piano di rientro” o ad un aumento della tassazione a causa della grave criticità finanziaria dovuta ai costi riguardanti l’emergenza pandemica ed energetica. Qualora ciò dovesse avvenire, andrebbe progressivamente e irrimediabilmente compromesso il sistema sanitario universalistico italiano.

L’ipotesi che avanza la Commissione Salute è di consentire che i disavanzi Covid possano essere ripianati dalle Regioni con un piano di ammortamento decennale ed escludere i maggiori costi aggiuntivi effetto della pandemia e del caro energia dalla verifica dell’equilibrio economico-finanziario.

Ci appelliamo al Presidente Cirio affinché si attivi presso il Governo, condivida le proposte avanzate da altre Regioni, scongiurando il rischio che la nostra Regione ripiombi nel piano di rientro. Occorre battersi perché venga predisposto a livello nazionale un piano di gestione della spesa sanitaria che non comprometta la programmazione sanitaria regionale, i LEA e il recupero delle liste d’attesa».

 

Daniele VALLE – vice Presidente Consiglio regionale

Domenico ROSSI – Segretario regionale PD, vice Presidente IV Commissione

Fine vita, al via in Piemonte la raccolta firme per la legge regionale “Liberi Subito” 

Riceviamo e pubblichiamo

M.Cappato (Ass.Coscioni): “Servono tempi e regole certe” 

A questo link il dettaglio di tutti i tavoli dove sarà possibile firmare in Piemonte e qui per attivarsi come volontari

 

“Vogliamo impedire che si continui ad imporre ai pazienti, come una tortura, di essere sottoposti a sofferenze insopportabili contro la propria volontà. Vogliamo quindi che sia garantita a tutti i cittadini e a tutte le cittadine la possibilità di scegliere di essere aiutati ad interrompere la propria vita”, ha dichiarato Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, oggi a Torino per presentare l’avvio in Piemonte della raccolta firme per la proposta di legge popolare regionale “LiberiSubito” per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. “Oggi, grazie alla sentenza della Corte costituzionale, in Italia, a determinate condizioni, è già possibile accedere legalmente alla morte volontaria medicalmente assistita. Il problema è che non ci sono procedure e tempi certi. Si rischia quindi che si verifichino altri casi come quello di Federico Carboni nelle Marche. Federico ha impiegato due anni per vedere riconosciuto il proprio diritto. Le persone con condizioni di sofferenza estrema e malattia terminale non hanno due anni di tempo per entrare e uscire dai tribunali. La sanità è regionale, serve dunque una legge regionale che garantisca regole e tempi certi, perché entro 20 giorni una persona in condizioni di sofferenza insopportabile deve poter avere la risposta a ciò che chiede. Per questo oggi, dopo il Veneto e l’Abruzzo, parte anche in Piemonte la raccolta firme per una proposta di legge regionale. Tutti i sondaggi lo dicono – conclude Cappato -, il tema del fine vita non è nè di destra, di sinistra, di laici o di cattolici, la gente questi temi li ha vissuti sulla propria pelle ed è questa è la nostra forza”

La proposta di legge popolare regionale “Liberi Subito” è stata elaborata dall’Associazione Luca Coscioni per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. L’obiettivo è raccogliere 8.000 firme di cittadini residenti in Piemonte in 6 mesi. L’intenzione è quella di arrivare a una normativa di attuazione (procedure e tempi) per accedere ad una morte volontaria attraverso l’auto somministrazione del farmaco letale. Al raggiungimento delle firme, la proposta di legge, dopo il deposito, sarà sottoposta alla commissione di garanzia che esprimerà un parere consultivo, poi, sull’ammissibilità, la valutazione passa all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale.

 

APPROFONDIMENTO

Le condizioni previste dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte Costituzionale per accedere al suicidio medicalmente assistito – che ha valore di legge e attualmente regolamenta il tema nel nostro paese – al termine del processo Cappato/Antoniani sono quattro: 1) essere affetto da patologia irreversibile 2) che produca sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputa intollerabili 3) la capacità di prendere decisioni libere e consapevoli, ed 4) essere tenuti in vita da  trattamenti di sostegno vitale. Tali condizioni della persona malata insieme alle modalità per procedere al suicidio medialmente assistito devono essere verificate dal SSN previo parere del comitato etico competente. Nella proposta di legge vengono definiti tempi e procedure certi per la verifica delle condizioni e delle modalità per l’accesso al percorso di suicidio medicalmente assistito.

“Leadership per il cambiamento”, un workshop a Torino organizzato da Volt

 

Quanto è importante la leadership in politica? E come utilizzarla per promuovere il cambiamento? Volt, il partito paneuropeo, propone un workshop al CAP10100 dove si parlerà di leadership adattiva, community organizing e di tanti altri temi con informazioni pratiche e momenti interattivi per conoscere la leadership e sapere come renderla motore di cambiamento.

A condurre l’evento ci saranno i co-presidenti di Volt Italia Eliana Canavesio e Gianluca Guerra che parleranno anche della loro esperienza e dei metodi adottati da Volt in tutta Europa per una partecipazione politica attiva e ampia.

L’appuntamento è per sabato 11 marzo alle ore 16:00 al CAP10100, corso Moncalieri 18.

Giachino, una commissione per accelerare le infrastrutture

Per accelerare la costruzione delle Infrastrutture il Ministro SALVINI costituisca una Commissione tra MIT e Mondo dei trasporti e della logistica i più interessati alla conclusione dei lavori.

A margine dei dibattiti in corso a Verona a LET EXPO, l’ex sottosegretario ai trasporti Bartolomeo GIACHINO attualmente presidente di SAIMARE spa, a proposito dell’impegno del Ministro SALVINI a sbloccare infrastrutture ferme o lente ha suggerito al Governo di dar via ad una Commissione mista tra Ministero Infrastrutture e Trasporti e rappresentanti delle aziende di trasporto e di logistica che sono i più interessati a far viaggiare merci e produzioni il più celermente possibile.
Commenta Giachino: “Ora che con le grandi Manifestazioni SITAV è stata sconfitta la stagione dei NO a Tutto occorre procedere celermente.
La carenza nelle Infrastrutture ci è costata negli ultimi vent’anni almeno 10 punti di PIL e la perdita di tanti posti di lavoro.
Se la TAV fosse già completata Torino, il Piemonte e il Paese sarebbero cresciuti di più e si sarebbero create almeno diecimila posti di lavoro stabili e non a tempo parziale in più.
Una Task force di questo tipo a livello regionale , senza oneri per lo Stato, sveltirebbe i lavori e riaprirebbe   i cassetti dove rimangono ferme , per tempi inaccettabili , le pratiche alcune ventennali a partire dalla TAV alla Asti Cuneo, dalla Gronda di Genova alla Jonica sino alle autostrade siciliane.
Questa Task force sarebbe la garanzia affinché  le opere del PNRR procedano nei tempi previsti”.

De Mita e Merlo: Popolari, plurali ma distinti dalla sinistra di Schlein e dalla destra

“Tra i meriti delle vicende politiche degli ultimi mesi c’è quello della fine del tempo degli equivoci.

All’orizzonte si stagliano due novità: un processo di costruzione di una destra conservatrice, con
tutti i suoi tratti ideologici e, specularmente, un progetto di realizzazione di una sinistra radicale,
libertaria e massimalista, che tenta così di recuperare almeno elettoralmente il grillismo.

Si tratta di due prospettive pure tiepidamente disponibili a raccogliere la partecipazione di
espressioni del centro o del mondo popolare, non più però attorno ad una base di composizione
delle diversità, come è stato al tempo delle coalizioni della seconda repubblica, ma come
adesione ad una prospettiva che per la sua novità, come nel caso della Schlein, implica la rinuncia
alla propria provenienza.

Il popolarismo non ha proprietari. È sempre stato un mondo culturale articolato e plurale. Ma non
ha nemmeno il tratto dell’ubiquità e dell’ambiguità.

E questo per la semplice ragione che una cultura politica che sia tale esige di una autonomia di
iniziativa e di organizzazione, altrimenti diventa un’altra cosa; diventa, cioè, un pretesto.

Le culture politiche che restano aggrappate a piccole patrie sbiadiscono nell’irrilevanza e invece,
e al contario, noi vorremmo che il popolarismo, per la sua forza di impatto sulla realtà, riemerga
con la forza di cambiamento che gli appartiene, ben superiore alla capacità di rappresentazione
degli interpreti di questi ultimi tempi.

Tutti i tentativi sono legittimi nella misura in cui concorrono a perseguire l’interesse generale in
nome di categorie di valori; ma non tutti i tentativi possono avere lo stesso nome e la medesima
cifra culturale.

Semmai, ed è questo l’aspetto positivo ed incoraggiante, è in corso a livello nazionale un
processo di ‘ricomposizione’ politica ed organizzativa di quest’area che era, e resta, importante e
decisiva per la stessa prospettiva democratica e riformista del nostro paese. Una ‘ricomposizione’
che coltiva l’obiettivo di ricostruire un centro dinamico e riformista attraverso la riscoperta di
quella ‘politica di centro’ che ha caratterizzato le migliori stagioni del cattolicesimo popolare italiano”.

Giuseppe De Mita e Giorgio Merlo, dirigenti nazionali Pop- Popolari in rete.

Magnani Noya sindaca di Torino, donna sola, socialista non pentita

IL COMMENTO  Di Pier Franco Quaglieni
Ho partecipato volentieri all’inaugurazione in via della Consolata del giardino  intitolato a Maria Magnani Noya, prima donna sindaco di Torino, parlamentare italiana ed europea  del PSI, il partito a cui aderì dopo una militanza nel partito radicale di Pannunzio e di Villabruna, una eredità che Maria riconobbe nel Centro Pannunzio che frequento’ assiduamente. Era una donna inflessibile ed onesta, capace e generosa. Tornando in taxi dalla cerimonia,  mi è capitato di imbattermi in un taxista che, intuendo da dove arrivassi, mi ha detto brutalmente   che la Magnani Noya era stata una “ladrona”. Avrei voluto scendere dal taxi, ma poi  ho scelto di spiegare al giustiziere forse grillino che, se dei ladri ci furono per lo stadio  delle Alpi del ‘90, essi  furono altri, non certo lei che, tra il resto,  era  un grande avvocato che non ebbe mai bisogno della politica per vivere agiatamente. Ho apprezzato tutti gli interventi anche di persone estranee, se non avversarie del socialismo riformista. Come sindaco  Maria non riuscì a far ripartire la Metropolitana che le giunte rosse avevano bloccato in modo sciagurato. Troppi dissidi e personalismi dividevano la giunta da lei presieduta  che pure portò  conclusione il piano regolatore ed avviò opere importanti.
Sembra che avesse detto che era stata scelta come sindaco “anche“ perché donna:  Maria si augurava a ragione  che quell’anche fosse cancellato
Dopo una  lunga militanza nella sinistra del PSI, divenne una craxiana convinta e io la ricordo quando insieme a Stefania Craxi e a Giorgio Cavallo  commemorai Bettino  morto da poco. La Presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo ha tenuto il discorso più bello perché ispirato al più autentico spirito istituzionale. La Grippo ha detto che Maria si ispirava ad una città civile, l’aggettivo amato da Bobbio. Poco civili sono stati i sindaci di Torino suoi successori  non intervenuti alla inaugurazione.  Valentino Castellani, il sindaco migliore che abbia avuto la città e che riscuote sempre l’applauso dei torinesi, non ha mancato di presenziare in terza fila. Qualche presente ha voluto esibire un garofano rosso. Se l’avessi avuto, l’avrei  messo anch’io, pur se non essendo mai mai stato del PSI,  anche se spesso ho votato per i socialisti, in primis per Magnani Noya. Ho conosciuto bene Maria  e ho constatato con dolore che, malgrado il successo professionale e politico, fosse una donna molto sola. Una sera,  accompagnandola a casa a piedi , mi accennò alla sua situazione che la affliggeva profondamente. Una donna  inflessibile, ma fragile.  Fu l’unica volta in cui ci scambiammo delle confidenze personali che mi  rivelarono la sua grandezza d’animo.

Pd, Ruffino (Azione): “No ad alleanze ideologiche”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione)

     Tratti comuni di strada con il Pd sono possibili e auspicabili, come per esempio sul salario minimo garantito o sulla sanità pubblica. Azione non potrà mai fare, però, alleanze nel segno dell’ideologia, né col Pd né con altri soggetti. Significherebbe venir meno alla nostra impostazione di fondo di forza riformista, liberale e popolare, votata quindi a trovare soluzioni e risposte pragmatiche sui problemi del Paese. Pragmatismo e concretezza da non confondere con l’indifferenza ai valori liberali e popolari. La libertà della persona come la libertà d’impresa sono i cardini della nostra azione politica, al pari della lotta a ogni suggestione assistenzialista. Su questi temi il Pd deve recuperare un ritardo storico, mimetizzato negli ultimi anni solo per l’esercizio della responsabilità di governo ma rimasto immutato nella sostanza.