“Quella di oggi, con la conclusione dello scavo della galleria tra Fermi e Cascine Vica, è tappa fondamentale verso un futuro di crescita sostenibile. E’ la dimostrazione di come l’ambientalismo del fare sia in grado di coniugare obiettivi tutt’altro che antitetici: sviluppo economico, benessere sociale e rispetto ambientale possono e devono convivere”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia.
“Per tutta l’area ovest di Torino, in particolar modo per la Valsusa e la Val Sangone, l’attivazione della nuova tratta e del parcheggio di intercambio di Cascine Vica, a inizio 2025, segnerà una svolta per l’intera mobilità di area. L’ampliamento della linea 1, che vedrà il completamento con i successivi lotti di Rivoli Centro e il capolinea di interscambio A32-Perosa, sarà volano di profondo rilancio e valorizzazione. Il governo ritiene che le infrastrutture di mobilità pubblica siano centrali nell’attuale processo di riconversione e conferma pieno e convinto sostegno”.
Il 2 Agosto 1980, strage di Bologna. Né possiamo né sappiamo dimenticare. Ero a Torino ed accesi la televisione per caso.
La notizia sconvolgente subito ebbe dei padri: i fascisti. Non avevamo dubbi.
Telefonata in Federazione del PCI per sapere cosa fare. Federazione aperta 24 0re su 24 e 365 giorni all anno. Torino era deserta. Eravamo reduci dalle vacanze all’isola del Giglio. Giusto con Antonella, alla Stazione di Grosseto, bisticciammo. Le impedii di fermarsi nella sala d’aspetto della stazione.
Troppo pericolosa. Dal dicembre 1969, con la strage di Milano, erano ripetuti e continuativi i vari attentati del terrorismo nero e quello rosso. Stavano crescendo all’interno di una guerra civile non dichiarata. Due le barricate opposte ed inconciliabili. Da una parte la democrazia e dall’altra il terrorismo, appunto nero o rosso che sia. Tragico dirlo : era un modo anche questo di crescere. Allora non avevamo figli. Mi chiedevo, una volta diventato padre che cosa gli avrei raccontato di quegli anni? Soprattutto un perché di quelle stragi. Il perché era presto detto. Per tutti gli anni 60 e 70 la paura del comunismo legittimava ed era base dell’ideologia neo fascista. Tragicamente semplice. Il totale caos ed il suo antidoto la dittatura fascista.
Volevano fare come nel 1973 in Cile o la dittatura militare in Argentina o in Brasile.
Come sempre le verità processuali diverse dalle verità storiche. Ora sappiamo che in quella cloaca erano in molti. Licio Gelli.
Massoneria deviata come i servizi segreti.
Si sarebbero aggiunti la criminalità organizzata dalla banda della magliana alla mafia italiana e quella statunitense.
Ma abbiamo retto. Sembra incredibile ma la nostra democrazia ha retto. Non era per niente scontato. La nostra democrazia era ed aveva punti fragili. La stessa resistenza non aveva potuto o forse non era stata capace di cancellare i 20 anni di dittatura fascista.
La battaglia è stata vinta grazie a grandi uomini come il Generale Dalla Chiesa e magistrati come Falcone e Borsellino.
Ma non bastarono. Le cosiddette masse furono determinanti. Non passarono ne’ fascisti ne’ terroristi rossi.
È quello che ho detto alle due figlie Alice e Sara. Non siamo stati eroi. Abbiamo fatto solo il nostro dovere prima del 1980 e dopo il 1980. Difendendo questa nostra repubblica democratica. In verità avremmo anche voluto cambiarla. Non è stato possibile o non ne siamo stati capaci. Del resto la perfezione non è di questo mondo. Pazienza ma almeno ci abbiamo tentato e visto gli attuali tempi non è da poco.
PATRIZIO TOSETTO
“APPROVATO IL MIO ODG PER IL POTENZIAMENTO DELL’OSPEDALE DI CUORGNE’. ADESSO SI FACCIA IN FRETTA”
– “La maggioranza del Presidente Cirio ha dimostrato ancora una volta tutta la propria debolezza affrontando la delibera sulla collocazione del nuovo ospedale di Ivrea nell’Area dell’ex Montefibre. Cirio manda in frantumi la sua maggioranza proprio sul tema dell’edilizia sanitaria, uno dei più importanti per la Regione: FdI è uscita dall’Aula e gli ha voltato le spalle. Anche all’interno di Forza Italia, proprio il partito del Presidente, c’è stato il voto in dissenso di Fava e, persino Leone della Lega ha espresso la propria contrarietà. Ricca membro della Giunta si è astenuto. Tre assessori contro Cirio. Ora come pensano di stare ancora insieme? Il Piemonte e i Piemontesi non meritano questo” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.
“Nota positiva nel caos è stata l’approvazione dell’ordine del giorno da me presentato a sostegno del potenziamento di tutti i reparti e del pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè. Il Partito Democratico, con questo atto, ha voluto ribadire che la strada da perseguire per valorizzare la sanità non è quella delle privatizzazioni, bensì quella degli investimenti pubblici per rilanciare le strutture esistenti” conclude Gallo.
In Piemonte 7.299 famiglie perderanno il reddito di cittadinanza, 4.615 solo in provincia di Torino.
Lasciarle senza protezione sociale è da irresponsabili, come lo è averle illuse di coinvolgerli in corsi di formazione mai partiti.
Ultimi abbandonati e premi agli evasori: questo è il Governo Meloni
Chiara Appendino – Facebook
Rdc, Iannò: “Il Comune attui vere politiche sociali”
Una misura assistenzialistica che si è rivelata un fallimento
Pino Iannò Torino Libero Pensiero:
“L’Assessore Jacopo Rosatelli invece di attaccare il Governo che non erogherà a partire dal mese di agosto il reddito di cittadinanza, dovrebbe iniziare a pensare a soluzioni, proprio per evitare che si inneschi una bomba sociale. E’ arrivato il momento di attuare vere politiche sociali, oltre a tagliare nastri e non aver risolto il problema dei senza tetto. A proposito, finito il periodo agostano, in breve tempo arriverà l’autunno e saremo di nuovo alle prese con il problema. Non basteranno proclami e soluzioni tampone, sarà un’emergenza peggiore, tra l’altro la struttura di via Traves è stata destinata ai migranti. Il reddito di cittadinanza era una misura nata con buoni propositi e diventata un enorme spreco di denaro pubblico. Uno spreco che si è manifestato con tantissime storie di cittadini che percepivano il reddito indebitamente. Le risorse stanziate per finanziare il reddito di cittadinanza non hanno “abolito la povertà”. La povertà è un problema legato essenzialmente alla mancanza di lavoro e tramite i centri per l’impiego, si doveva trovare un percorso d’inclusione lavorativa e ai comuni è stata lasciata la parte più critica, quella sociale. Anche perchè la povertà tocca molti altri aspetti, economici, familiari ecc. e su questo solo i servizi sociali hanno la giusta competenza per affrontare le molte problematiche e le fragilità con il Rdc non sono state risolte. Una misura assistenzialistica che senza politiche finalizzate alla crescita dell’occupazione, ha rappresentato un grande fallimento. Il problema di fondo è l’aver confuso un contributo alla povertà con una politica attiva per favorire il lavoro e ridurre la disoccupazione. Un errore che ha incrementato i problemi, senza risolvere lo scopo del reddito di cittadinanza, cioè l’assistenza economica e sociale per chi vive in uno stato di indigenza assoluta.”
Giuseppe IANNO’
Torino Libero Pensiero
Giachino (Fdi): “Dare spazio ai No Tav? Un suicidio”
Ianno’: “Parcheggio Stura terra di nessuno”
INTERPELLANZA DI TORINO LIBERO PENSIERO
Le segnalazioni dello stato di degrado in cui versa la stazione ferroviaria Torino Stura è arcinota, tra vandalismo, sporcizia e insicurezza.
Il parcheggio Stura non custodito gestito da GTT vive un’analoga situazione e da tempo quotidianamente, si ripetono atti vandalici ai danni delle vetture parcheggiate all’interno della struttura, che pagano regolarmente il ticket.
L’ultimo episodio segnalato risale a lunedì 24 luglio, dove al ritorno da una giornata di lavoro, molti automobilisti hanno trovato i vetri delle loro autovetture distrutti per rubare cose di poco valore e qualche moneta, mentre la settimana scorsa hanno addirittura divelto le portiere di alcune vetture.
“Una situazione grave che si manifesta in qualsiasi ora – sottolinea Pino Iannò di Torino Libero Pensiero – e la cosa ancora più spiacevole è che questi personaggi girano indisturbati nel parcheggio. Le 39 telecamere posizionate funzionano? Qualcuno monitora le immagini e l’Amministrazione comunale e GTT intendono prendere seri provvedimenti?”
Oltre ai furti, sono presenti una decina di auto abbandonate con i vetri rotti e viene da pensare che siano diventate la casa degli sbandati. Cosa si aspetta a rimuoverle?
Un parcheggio sicuramente poco sicuro e occorre dare una risposta concreta, visto che la sosta non è gratuita e prima che qualcuno subisca un’aggressione
“CHE IDEA HANNO IL GOVERNO MELONI E LA REGIONE PIEMONTE SUL TENDA?”
Il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Daniele Valle: “Ora Cirio costringa il suo Governo a fare chiarezza sul futuro dell’opera”.
«A giugno, incontrando il vice-ministro Edoardo Rixi, Alberto Cirio aveva mostrato muscoli e tono risoluto:“Non accetteremo ulteriori ritardi per i lavori del tunnel del Tenda”. Detto fatto. A distanza di un mese la Conferenza intergovernativa ha confermato quanto da più parti si temeva: i tempi di riapertura del valico slittano da ottobre 2023 a giugno 2024. Ancora un anno di attesa, salvo imprevisti, per poter transitare nella nuova galleria “in modalità cantiere”, ovvero si avrà una sola galleria a senso unico alternato, esattamente come era avvenuto in passato.
Se pensiamo che a fine Ottocento ci sono voluti otto anni e sei mesi per realizzare il primo tunnel stradale transalpino, il paragone con l’oggi è impietoso e non esistono alibi di sorta. Certo, c’è il problema rincari, certo c’è stata la mala sorte (inchieste, alluvioni), ma sono passati dieci anni dall’inizio dei lavori del Tenda bis e ora l’unica certezza è data dall’incertezza.
Il progetto del Tenda bis venne approvato dalla Cig nel 2006, i lavori sono iniziati solo nel 2013, il nuovo tunnel doveva essere completato entro fine 2023 e il vecchio tunnel entro fine 2025. In mezzo continue variazioni del cronoprogramma fino alla nuova timeline: nuovo tunnel entro metà 2024, vecchio tunnel non si sa. E tra le conseguenze negative di questo ulteriore slittamento c’è anche il fatto che i piemontesi, in particolare i torinesi, si riverseranno sulla Torino-Savona, ovvero un’autostrada con pesanti criticità a causa dei cantieri.
Quello che più preoccupa, infatti, non è solo l’ulteriore allungamento dei tempi, bensì le incertezze sul progetto complessivo: il rifacimento del vecchio traforo ottocentesco parrebbe non rientrare più nei piani di Anas ed Edilmaco.
Nel corso del tempo si sono succedute ipotesi tecniche differenti e credo abbia ragione Francesco Balocco nell’indicare come preferibile quella di un nuovo tunnel bidirezionale trasformando il vecchio in canna di sicurezza e con scopi turistici. Di questa confusione progettuale e degli errori iniziali certamente la politica, tutta, porta una sua responsabilità ma non possiamo dimenticare le colpe dell’Anas.
Ora, visto che non stiamo parlando di realizzare una rotonda ma un’infrastruttura strategica dal punto di vista economico, commerciale e turistico, che idea hanno il Governo Meloni e la Regione Piemonte sul Tenda? Davvero il progetto dei due tunnel monodirezionali è da ritenersi defunto e dovremo viaggiare a corsia alternata? Ad Anas nessuno pensa di chiedere conto? Vedremo se a questi interrogativi verrà data risposta in occasione di una delle prossime passerelle: Cirio è esperto di inaugurazioni seriali, molto meno nel mantenere le promesse e nell’incalzare il suo Governo».
Daniele Valle
Vicepresidente del Consiglio Regionale – Consigliere regionale PD