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Euro 5, Ravinale (Avs): “Manca piano per avvisare i cittadini”

I Comuni di Torino, con l’assessora Foglietta, di Grugliasco e di Venaria avevano sollevato il tema nel corso del tavolo della Città Metropolitana sulla qualità dell’aria del 4 aprile scorso: mancano quattro mesi all’entrata in vigore del divieto strutturale per la circolazione delle auto diesel Euro 5, disposto con il DL 121/2023, ma non ci sono ancora i provvedimenti per l’applicazione della misura da parte della Regione, che aveva anzi lasciato intendere che fosse possibile una proroga ulteriore da parte dello Stato.
La Giunta Regionale ha invece confermato oggi, rispondendo a un mio Question Time, che dal 1° ottobre 2025 per Torino e tutti i comuni con più di 30mila abitanti scatterà il divieto di circolazione per le auto a diesel euro 5, così come previsto dalla norma.
Ma di adottare i provvedimenti attuativi e informare la cittadinanza coinvolta ancora non se ne parla: nella risposta l’assessore Marnati menziona unicamente il progetto Move-in, già in essere, e generiche campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, senza però comunicare quando partiranno.
La necessaria transizione ecologica va accompagnata e programmata, non fatta subire ai cittadini. Ci apprestiamo invece a rivivere il penoso film del settembre 2023, quando migliaia di piemontesi scoprirono con tre settimane di anticipo che i loro veicoli non sarebbero più stati utilizzabili: quella volta, la Giunta Cirio se la cavò con l’intervento in extremis del Governo, che diede la proroga che scadrà appunto ad ottobre 2025.
Il problema resta che in questi due anni non sono state fatte azioni di sorta per consentire ai cittadini di ricorrere ad altri mezzi di trasporto, visto che la rete di trasporto pubblico piemontese è totalmente inadeguata, né di poter cambiare i propri mezzi con auto meno inquinanti, mentre l’aria delle principali città del Piemonte – in particolare Torino, Novara, Asti e Alessandria – è nociva per la salute dei cittadini e sfora ampiamente i parametri di sicurezza per il particolato e il biossido di azoto.

Lega: fondi a Pro Loco e Associazioni d’Arma del Piemonte

Riccardo Molinari e Fabrizio Ricca (Lega): “Grazie ad emendamento Lega un altro milione di euro a Pro Loco e Associazioni d’Arma del Piemonte: importante lavoro pluriennale dei nostri amministratori”

“Si tratta di un risultato straordinario, di cui andiamo molto orgogliosi: è il frutto di un impegno pluriennale della Lega in Regione Piemonte, avviato durante l’assessorato di Vittoria Poggio, che ora porta alle Pro Loco e alle Associazioni d’Arma dei nostri territori risorse importanti”.

Così l’on. Riccardo Molinari, nella sua veste di Segretario della Lega in Piemonte, commenta l’ulteriore stanziamento di un milione di euro, grazie ad un emendamento della Lega, da parte della Regione Piemonte a sostegno di Pro Loco e Associazioni d’Arma del territorio piemontese, che va a sommarsi ai 5 milioni già assegnati nel settembre scorso, portando così la dotazione complessiva del bando a 6 milioni di euro.

Gli interventi riguardano l’acquisto di attrezzature per l’allestimento di strutture e palchi destinati a manifestazioni locali, rafforzando la capacità organizzativa delle associazioni e la qualità degli eventi diffusi su tutto il territorio regionale.

“Un plauso al Presidente Cirio e alla sua giunta, che sono sempre attenti alle esigenze dei territori, e al sostegno di realtà che vi operano in profondità, giorno per giorno, incidendo sulla qualità di vita delle nostre comunità. E ancora un grazie a Vittoria Poggio, che mise in moto questo processo”, aggiunge Molinari.

Il bando, promosso nell’ambito della strategia regionale per il rilancio delle attività locali e turistiche, ha coinvolto centinaia di realtà associative, confermando il ruolo centrale delle Pro Loco e delle Associazioni d’Arma nel promuovere cultura, tradizione e aggregazione nelle aree urbane e nei piccoli comuni piemontesi.

“Come Gruppo Consiliare Lega Salvini Piemonte abbiamo fortemente voluto già a settembre l’inserimento a bilancio di 5 milioni di euro da destinare alle associazioni per l’organizzazione di eventi e fiere e, in seguito, l’ulteriore dotazione di un milione di euro richiesta con la presentazione di un emendamento ad hoc. La valorizzazione del patrimonio artistico e culturale e la promozione delle tradizioni e dell’identità del nostro Piemonte passano anche dall’impegno di centinaia di associazioni capillarmente presenti sul territorio. Siamo soddisfatti del risultato raggiunto e del metodo di lavoro ormai più che collaudato con la Giunta Cirio”. Così Fabrizio Ricca, capogruppo Lega in Piemonte.

“A beneficiare del contributo della Regione sono complessivamente 236 tra Pro Loco e associazioni d’arma di cui 41 nella provincia di Alessandria, 35 nella provincia di Asti, 19 nella provincia di Biella, 47 nella provincia di Cuneo, 15 nella provincia di Novara, 53 nella provincia di Torino, 16 nel Vco e 10 a Vercelli”, conclude il consigliere regionale.

cs

FdI: “Sinistra astenuta su disabili: ideologia batte buonsenso”

Rimaniamo basiti e sinceramente indignati:  nella Terza Commissione consiliare, mentre si discuteva una modifica ai criteri di rappresentanza della CRC (Comitato di Concertazione Regionale), il centrosinistra ha scelto lastensione sullunico, sacrosanto, aggiornamento, proposto dal vicepresidente Chiorino: lingresso di due rappresentanti delle persone con disabilità allinterno di questo organismo fondamentale, possibilità introdotta grazie alla nuova legge 32/2023, voluta fortemente dal vicepresidente stesso.

Una proposta di civiltà, buonsenso e giustizia sociale che ha trovato consenso granitico solo tra le forze del centrodestra, mentre la sinistra, in preda al solito furore ideologico, ha preferito restare alla finestra. Daltra parte, per qualcuno è più importante andare contro il centrodestra che stare dalla parte dei più fragili. Ci chiediamo: cosha da temere la sinistra dalla voce delle persone con disabilità e delle loro famiglie? Forse il fastidio è che, finalmente, qualcuno stia dando loro una rappresentanza concreta, dopo anni di vuoto istituzionale lasciato proprio da chi oggi si astiene?

Fratelli dItalia ha fatto una scelta di campo netta: stare dalla parte di chi non ha voce, per garantirgli finalmente una rappresentanza. Altri, invece, restano prigionieri delle proprie ossessioni ideologiche. Ci chiediamo chi possa rappresentare oggi la sinistra, se oggi la sinistra non si sente rappresentante nemmeno delle persone con disabilità”.

Lo afferma in una nota il gruppo consiliare di Fratelli dItalia Regione Piemonte.

cs

Ucraina, Ruffino “Sostegno al gruppo piemontese in missione”

“Con la missione del gruppo piemontese che dall’8 al 12 maggio si recherà in Ucraina per una serie di incontri politici e istituzionali dal forte valore culturale e umanitario, Azione conferma ancora una volta il proprio sostegno alla popolazione ucraina attraverso gesti concreti a favore delle comunità e dei territori colpiti.
La delegazione guidata dal nostro Vicesegretario regionale Prandi, assieme a Massimo Giachino, Coordinatore cittadino di Azione Alba e Luca Foglino, Responsabile dell’Organizzazione Provinciale di Azione Cuneo, rafforzerà l’attenzione nei confronti di una terra impegnata a difendere la propria libertà, ribadendo l’impegno sui progetti per la ricostruzione e su importanti interventi umanitari, *come la consegna, da parte della delegazione di Alba, di alcuni fondi raccolti per sostenere le spese umanitarie della comunità locale di Bucha*.
Lo scorso mese ho avuto modo di portare personalmente la mia solidarietà alle popolazioni affrante dalla guerra, raccogliendo le testimonianze dei rappresentanti istituzionali locali, in particolare nella regione del Kharkiv.
È nostro dovere continuare a sostenere la popolazione ucraina e per questo ringrazio i rappresentanti di Azione che, ancora una volta, si fanno portatori di valori solidali nei confronti di chi ha bisogno”.
Lo dichiara in una nota la segretaria regionale di Azione Piemonte, Daniela Ruffino.

Nicco: “Nessuna riconversione per l’ospedale di Carmagnola”

“Non esiste alcuna volontà di riconversione dell’ospedale di Carmagnola”. Lo dichiara Davide Nicco, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, confutando in maniera netta le notizie che stanno circolando in queste ore.

“Insieme all’assessore Federico Riboldi, con cui mi confronto quasi quotidianamente, – sottolinea Nicco – voglio rassicurare tutti i cittadini del carmagnolese smentendo categoricamente l’ipotesi di ridimensionamento. Non esiste alcuna indicazione politica di dare seguito ad una scelta del genere nel Piano Socio Sanitario in fase di elaborazione. Anzi si sta lavorando per incrementare i servizi territoriali dell’intera ASL TO5. Un nuovo assetto che troverà il suo completamento definitivo, non prima di 4-5 anni, con la realizzazione del nuovo ospedale di Cambiano. Fino ad allora è comunque prevista la messa in funzione di due ospedali di comunità, uno a Nichelino e l’altro a Carignano, e tutta una serie di ‘Case di comunità’ i cui lavori sono in corso: a Vinovo, Trofarello, La Loggia, Castelnuovo Don Bosco, Poirino e la stessa Carmagnola. Sono state anche giá attivate tre Centrali Operative Territoriali a Nichelino, Moncalieri e Chieri. Non vi è, quindi, alcuna intenzione di toccare, in diminuzione, i servizi”.

Il presidio ospedaliero di Carmagnola rappresenta un punto di riferimento fondamentale per tutto il territorio “e il suo ruolo prezioso non è, da noi, in alcun modo messo in discussione”, rimarca il presidente.

“Siamo consapevoli della difficoltà del compito, ma, con l’assessore Riboldi, la nostra volontà è quella di continuare a lavorare in modo responsabile per difendere i nostri presidi territoriali e lavoriamo per rafforzarli, non per ridurli. Per aumentare le prestazioni garantite ai cittadini, non per diminuirle”, conclude Nicco.

Adelaide Aglietta: l’attualità del suo impegno 25 anni dopo

Leader radicale, giurata popolare, pioniera verde.

A cura di: Fondazione di studi storici Gaetano Salvemini

Date: martedì 13 maggio, 20 maggio, 27 maggio 2025 | h 17:30 – 20:00

Luogo: Auditorium – Polo del ‘900 (Piazzetta Franco Antonicelli – Torino)

 

In occasione del venticinquesimo anniversario della morte di Adelaide Aglietta un convegno intende approfondire vari aspetti della sua figura e il ruolo che da protagonista ebbe nella storia politica e sociale italiana, europea e internazionale. Si intende ricordare il suo impegno per le battaglie sui diritti civili, dal suo avvicinamento al Partito Radicale fino alla sua elezione a segretaria del partito stesso nel 1976, prima donna in Italia a ricoprire un ruolo ai vertici di un partito politico, in una società in cui l’emancipazione femminile era ancora assai problematica.

Deputata per quattro legislature, dalla VII alla X, si è poi seduta negli scranni del Parlamento Europeo per dieci anni, dal 1989 al 1999, con il Gruppo Verde, portando avanti pioneristicamente le battaglie ecologiste e concorrendo con perseveranza alle lotte per la federazione europea.

Vi è però un preciso e delicato momento della sua biografia che si è fissato nella mente dei testimoni del suo tempo: il primo processo alle Brigate Rosse. Infatti, fu sorteggiata, dopo il rifiuto di oltre un centinaio di cittadini, come giurata popolare nel processo di Torino, accettando con un coraggio non comune un ruolo tra i più difficili e pericolosi in quel momento. Il processo era ripreso nel marzo del 1978 dopo la sospensione dovuta all’assassinio dell’avvocato Fulvio Croce, presidente della Camera Penale, che aveva assunto su di sé la difesa dei brigatisti. Si viveva quindi in un clima di terrore determinato dalle minacce dei terroristi a chi avesse concorso alla regolarità del processo. Era una sfida allo Stato e alle sue istituzioni democratiche. Adelaide Aglietta ha documentato quanto successo in quei mesi cruciali in quello che diventerà il suo “Diario di una giurata popolare nel Processo alle Brigate Rosse”, che restituisce un memoriale fondamentale per la ricostruzione di quei momenti.

Al fine di far rivivere la memoria storica di Adelaide Aglietta e approfondire ulteriormente alcune questioni che negli anni della prima repubblica l’hanno resa protagonista, la Fondazione Salvemini si pone l’obiettivo di restituire, attraverso un convegno, un profilo storico-biografico della leader radicale, analizzando le dinamiche umane e politiche con cui si trovò ad interagire. Nel farlo, si sono coinvolti sia studiosi che testimoni in grado di ripercorrere i momenti salienti dell’esperienza di donna impegnata nella emancipazione dei ruoli femminili, di leader radicale in lotta per i diritti civili, di ecologista e di federalista europea.

Il convegno, che si svolgerà in tre sessioni, intende approfondire i seguenti aspetti:

I) UNA VITA PER LA POLITICA, UNA VITA PER I DIRITTI. Verrà approfondito il ruolo di Aglietta all’interno del Partito Radicale e il suo impegno per i diritti civili a partire dal referendum sul divorzio, con uno sguardo sulla sua elezione a segretaria e sui suoi mandati da deputata;

II) GIURATA POPOLARE AL PROCESSO ALLE BRIGATE ROSSE. Si tratterà del processo alle Brigate Rosse e dell’importanza che il suo diario ha avuto e ha come testimonianza storica per la ricostruzione di quell’avvenimento e quel momento storico;

III) EUROPARLAMENTARE, TRA AMBIENTE E STATO DI DIRITTO. Verrà approfondito il suo impegno all’interno del Parlamento Europeo per le battaglie ecologiste e quelle per i diritti umani nel mondo con una visione federalista europea, appartenente al neonato Gruppo Verde.

Per la Fondazione Salvemini ricordare Adelaide Aglietta è doveroso non solo per il legame che ha avuto con la nostra città, ma soprattutto per le battaglie di libertà di cui si è fatta promotrice che hanno riguardato milioni di persone in Italia e nel mondo. La nostra Fondazione, intitolata a Gaetano Salvemini, intende riunire una pluralità di valori e riferimenti, e proprio per tali motivi cerchiamo di valorizzare figure politiche che hanno contribuito a segnare una pagina della storia del nostro Paese. Una pagina, quella scritta da Aglietta, contraddistinta dal coraggio della sua azione politica, dall’elezione a segretaria di partito, prima donna in Italia, all’accettazione del ruolo di giurata popolare allo storico processo alle Brigate Rosse. Aglietta è stata un esempio e una personalità di avanguardia che merita di essere ricordata per valutare, 25 anni dopo, l’attualità dei suoi sforzi” – dichiara così Marco Brunazzi, presidente della Fondazione Salvemini.

Programma:

13 maggio 2025, h 17:30/20:00

UNA VITA PER LA POLITICA, UNA VITA PER I DIRITTI

Intervengono: Lorenzo Strik Lievers (storico e già senatore radicale), Lucia Bonfreschi (Ricercatrice UniRoma3), Igor Boni (politico e attivista).

Videosaluto di: Emma Bonino (già senatrice e Commissaria Europea).

Modera: Silvja Manzi (politica e attivista).

 

20 maggio 2025, h 17:30/20:00

GIURATA POPOLARE AL PROCESSO DELLE BRIGATE ROSSE

Intervengono: Adriano Sofri (giornalista), Alberto Mittone (avvocato), Paolo Chicco (avvocato e saggista)

Saluto di: Roberto Capra (Presidente Camera penale Vittorio Chiusano).

Modera: Silvja Manzi (politica e attivista).

 

27 maggio 2025, h 17:30/20:00

EUROPARLAMENTARE, TRA AMBIENTE E STATO DI DIRITTO

Intervengono: Olivia Ratti (già amministratrice per il Gruppo Verde al Parlamento europeo), Giorgio Grimaldi (professore in Storia delle relazioni internazionali UniLink), Valentino Castellani (già sindaco di Torino), Marco Boato (già senatore).

Videosaluto di: Francesco Rutelli (già vicepresidente del Consiglio dei Ministri).

Modera: Lorenzo Cabulliese (Fondazione Salvemini).

Scanderebech (Fi): “Riorganizzazione Civich irrealistica”

 “SERVONO ASSUNZIONI, TUTELE E UN VERO RICAMBIO GENERAZIONALE NELLA POLIZIA LOCALE.”

Nel corso del Consiglio Comunale  la Consigliera di Forza Italia, Federica Scanderebech, ha espresso forti perplessità sulla riorganizzazione del Corpo di Polizia Locale di Torino annunciata dall’Assessore Porcedda. A preoccupare sono le condizioni di un personale già provato, su cui si vorrebbe scaricare l’intero peso del nuovo assetto operativo. Un disagio diffuso, segnalato da più sigle sindacali e confermato dagli stessi agenti.

Dichiara SCANDEREBECH  “Il Corpo è composto in larga parte da agenti over 50, con un’età media oltre i 54 anni e una prospettiva pensionistica fissata a 67, senza che il loro lavoro sia riconosciuto come usurante. A questo personale si continua a chiedere di svolgere incarichi sempre più complessi, spesso simili a quelli delle Forze dell’Ordine statali, ma senza il medesimo riconoscimento giuridico, le necessarie tutele o strumenti adeguati. È un sistema ormai sbilanciato, che non regge più.”

“Di fronte a queste condizioni, parlare di potenziamento del servizio esterno senza affrontare la questione del ricambio generazionale è illusorio. I pensionamenti continuano a superare le assunzioni e non esiste un piano credibile per rafforzare organicamente il Corpo. Eppure, la graduatoria dell’ultimo concorso è ancora valida fino al 2026 e rappresenta un’opportunità concreta per inserire nuove risorse. È inaccettabile lasciarla inutilizzata, mentre la città evolve e richiede un presidio sempre più qualificato e capillare.”

 “Si sta giocando una partita sulla pelle di chi è ogni giorno in strada, esponendo agenti già logorati a carichi insostenibili. Serve un intervento strutturale: nuove assunzioni, investimenti mirati, tutele legali e una revisione dello status giuridico degli agenti. Senza queste azioni, ogni tentativo di riorganizzazione sarà solo uno scarico di responsabilità su chi, nonostante tutto, continua a garantire la presenza sul territorio.”

Conclude SCANDEREBECH   “Il Comune deve assumersi la responsabilità di un vero rilancio del Corpo di Polizia Locale. Non si può continuare a chiedere sempre di più, senza offrire strumenti, diritti e prospettive. La sicurezza urbana non si costruisce con operazioni di facciata, ma con programmazione, rispetto e un investimento serio sul futuro. Si parta subito da un piano concreto di rafforzamento organico.”

Valle (Pd): Servizi socio-sanitari a rischio in Piemonte

”l’Osservatorio sulla Cooperazione denuncia l’immobilismo della Regione, “La Giunta Cirio ignora il grido d’allarme, si intervenga subito”

5 maggio 2025 – La situazione dei servizi residenziali, socio-assistenziali, sanitari ed educativi in Piemonte è sempre più critica, con migliaia di lavoratori e utenti a rischio a causa del mancato adeguamento delle tariffe che la Regione riconosce agli enti che gestiscono questi servizi essenziali. La grave preoccupazione emersa oggi durante l’audizione dell’Osservatorio sulla Cooperazione in IV Commissione del Consiglio regionale del Piemonte è il segnale inequivocabile di un settore al limite del collasso.

Le cooperative sociali lanciano da tempo un allarme che questa amministrazione regionale sembra voler ignorare. Nonostante la sottoscrizione di un “Patto per un Welfare innovativo e sostenibile” in data 25 febbraio 2024, che prevedeva un aumento, seppur parziale, della sola quota sanitaria per il 2024, e l’impegno a definire tariffe adeguate per il 2025 e il 2026, questo patto non è stato rispettato nei tempi e nelle modalità necessarie ad affrontare l’urgenza. Le tariffe sono ferme al 2017, negli ultimi anni si è solo visto un parziale adeguamento della quota sanitaria, e non coprono i costi crescenti, esacerbati dal rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali del 2024 e dall’aumento generale delle spese di gestione.

“È paradossale che il Piemonte, che per primo aveva sbandierato un impegno elettorale per il welfare e che per primo, con il Patto di febbraio, sembrava voler dare una risposta, sia rimasto fanalino di coda nell’affrontare concretamente il problema,” dichiara il Vicepresidente della Commissione Sanità Daniele Valle. “Mentre altre regioni come Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Liguria, pur con approcci diversi, hanno messo in campo azioni per adeguare le tariffe e sostenere il settore di fronte ai rinnovi contrattuali e all’aumento dei costi, la Giunta Cirio resta incomprensibilmente inerte, mettendo a repentaglio la tenuta di servizi fondamentali e il futuro di 50.000 lavoratori piemontesi”.

“Non possiamo accettare che l’inerzia della Regione porti al collasso un settore vitale e lasci soli gli enti gestori, i lavoratori e le famiglie” aggiunge Valle. “Porteremo la questione in Consiglio regionale con un ordine del giorno che impegni la Giunta ad agire con la massima urgenza per dare seguito concreto agli impegni presi e salvare il welfare piemontese”.

Manifestazione contro il divieto di circolazione delle moto Euro 0/1 

Si terrà il 12 Maggio (Lunedì) a Torino, con ritrovo alle ore 15:00 in Piazza Palazzo di Città.
Perché questo non abbia impatto su tutto l’indotto dei motocicli storici.
Il blocco della circolazione delle moto Euro 0/1 ha un impatto ambientale pressoché irrilevante, mentre genera conseguenze negative significative per l’intero indotto legato ai motocicli prodotti fino al 1992. Questa misura colpisce duramente meccanici, manutentori e appassionati, provocando perdite economiche e rischiando di cancellare un prezioso patrimonio storico e affettivo.
Molti di questi motocicli non sono semplici mezzi di trasporto ma rappresentano veri e propri pezzi di storia, simboli di passioni personali e ricordi legati a esperienze di vita. Vietarne la circolazione significa obbligare i proprietari a rinunciare ad una parte importante del proprio passato e a dover abbandonare veicoli mantenuti con cura e dedizione.
Invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione contro questo divieto, che si terrà il 12 maggio a Torino, con ritrovo alle ore 15:00 in Piazza Palazzo di Città. Uniti possiamo far sentire la nostra voce, per tutelare non solo i nostri diritti, ma anche un patrimonio culturale che merita di essere preservato.
Carlo Emanuele MORANDO
Capogruppo Lega Circoscrizione IV Torino