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Cambiano, il nuovo Ospedale: cosa cambierà?

Venerdì 12 aprile alle ore 20.45 la Sala comunale di Cambiano (To) (piazza Vittorio Veneto, 9) ospiterà il dibattito “Il nuovo Ospedale di Cambiano”.

All’incontro, organizzato da “Lista Civica CIRIO PRESIDENTE” e “Cambiano nel Cuore” parteciperanno: Gian Luca Vignale, candidato nella “Lista Civica Cirio Presidente”; Ernesto Saggese, Consigliere comunale di “Cambiano nel Cuore”; Maria Teresa Lombardi, Direttore tecnico Area ospedaliera Asl Città di Torino e Gabriella Cavalot, Direttore Struttura complessa radiodiagnostica.

Modererà l’evento Daniele Marucco, giornalista del Corriere di Chieri (To).

Zaccanti (Pdf): “Viva le masnà card: ci sono anche imprese a favore della natalità”

Cristina Zaccanti, PdF: “Volentieri segnaliamo l’azienda Borello Supermercati, attenta con lungimiranza a favorire la famiglia e la natalità”

Riceviamo e pubblichiamo – Un 5% sul totale della spesa è vantaggio solitamente riservato agli ultra sessantacinquenni, la fascia sicuramente più larga dei consumatori. Solitamente un giorno fisso la settimana. Ma che si pensi a favorire la famiglia con uno o più figli a carico da 0 a 1 anno è la brillante idea, in uso dal 2022, che l’intelligente imprenditore Fiorenzo Borello ha messo in campo confermando come si possa essere intraprendenti, e vincenti, al punto da aver realizzato in 40 anni un piccolo impero (52 punti vendita in Piemonte, concentrati essenzialmente nel torinese) senza perdere di vista la valorizzazione del territorio, della lingua, delle tradizioni, anzi, proprio puntando su questi. La carta “Viva le Masnà Card” reclamizzata nella pagina fb è a disposizione delle famiglie, sempre meno numerose, che hanno ancora il coraggio di mettere al mondo bambini.

Cristina Zaccanti, Coordinatore regionale del Popolo della Famiglia, afferma: «Anche quest’anno i dati del Report dell’ISTAT registrano un calo tale da collocare l’Italia al sestultimo posto nel mondo per nascite. 379.000 bambini nel 2023, 14.000 in meno rispetto al 2022, mentre 577.000 erano nati nel 2008. La fecondità scende all’1.20 avvicinandosi al minimo storico del 1995 di 1,19 figli per donna. Le donne desiderose di essere madri sono indotte a posticipare l’età di una gravidanza che diventa pertanto sempre più a rischio.

Borello lancia un segnale che va raccolto, urgentemente. Va nella stessa direzione di altre proposte, ad es. quella di una legge di iniziativa popolare “Una firma per la vita” che, tra le altre misure, propone il reddito di maternità, una indennità di 1000 euro al mese per i primi 8 anni di vita del bambino, rinnovabili alla nascita di un altro bimbo, vitalizio alla nascita del quarto, per la mamma che si prenda cura in esclusiva della crescita del proprio piccolo. A vantaggio ovviamente di tutta la famiglia. Una scelta in più per la donna. I fondi andrebbero sottratti all’incremento delle spese militari. Insomma, più bimbi e meno bombe. Per sostenerla basta andare nel proprio comune e firmare il modulo. Entro fine giugno puntiamo a raccogliere in tutta Italia ben oltre le 50000 firme necessarie».

“Viva le Masnà” diventi lo slogan di tutti gli italiani, affinché anche altre nostre imprese famigliari, come quella di Borello, possano ritornare ad essere motore della gloriosa tradizione piemontese ed italiana.

Ravetti nuovo capogruppo Pd in Regione

“Oggi, su proposta del Segretario regionale del Partito Democratico Domenico Rossi, il Gruppo Consiliare del Partito Democratico mi ha indicato come Presidente. Assicuro il mio impegno per portare a termine questa legislatura, seguendo gli adempimenti formali necessari.

Non mancherà, altresì, in questo ruolo, il mio contributo di idee per costruire l’alternativa al centrodestra in questa Regione” dichiara Domenico Ravetti, neoeletto Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale.

Politica e potere, riflessioni sul “caso Torino”

Sembra che la famiglia Gallo si ritiri dalla politica in Piemonte. Un piccolo impero svanisce in un amen. Salvatore Gallo indagato ed espulso dal PD e il figlio Raffaele si ritira dalla competizione elettorale. E chi lo ha voluto capolista del PD che dice? Almeno per ora non ho sentito o letto dei mea culpa da parte di chicchessia. Stupore nel Pd?
Forse c’è un po’ di ipocrisia?  Pure le pietre sapevano che la Famiglia Gallo era più di una corrente nel Pd,  con la capacità di raccogliere gente e consensi. C’è colpevolezza? Non tocca noi dirlo o stabilirlo ma qualcosa negli ultimi 20 anni i dirigenti del pd piemontese e torinese lo hanno sbagliato.
Salvatore Gallo,  nelle sue varie declinazioni dal pds al partito democratico. No, non è mai stato comunista, bensì socialista, ovviamente nella prima repubblica, nel giro delle autostrade, da Sitaf al gruppo Gavio. Vietato stupirsi? Sarà  come in quella fiaba del Re nudo, dove tutti vedevano e nessuno voleva o poteva parlare? E talvolta basta  l’ingenuità di un bambino per fare crollare tutto. Mi sa, oramai, che Cirio vincerà per la seconda volta. Ma mi sa pure che non sarà una botta facilmente assorbibile da questo PD.
Ed il problema non è solo locale. Da Bari a Torino tutta l’Italia è (forse) attraversata da questi fenomeni che quantomeno farebbero supporre voto di scambio.  Probabilmente riguarda tutti o quasi tutti  i partiti. Giusto un anno fa Roberto Rosso è stato condannato. E anche lì faceva capolino la criminalità organizzata. Con il solito dilemma: tutti i politici colpevoli? Assolutamente no.  Anzi la maggioranza si comporta in modo corretto.
Eppure… soluzioni? Francamente non so. Mi sembra che tutto sia vano perché “i buoi sono scappati dalla stalla”. Una cosa il Pd l’ha ottenuta: i cinque stelle si sfilano da possibili alleanze elettorali. Per ancora un po’ Giorgia Meloni può dormire sonni tranquilli.
PATRIZIO TOSETTO

Merlo: Regione Piemonte, il Centro sta con Cirio

“Com’era facilmente prevedibile, chi si riconosce nei valori, nella tradizione e nella politica centrista, non può che stare con la lista civica di Alberto Cirio. E questo non per un’auto investitura ma per la semplice ragione che l’alleanza di sinistra per come si va configurando in Piemonte, per non parlare dei populisti dei 5 stelle, sono sostanzialmente estranei ed esterni a qualsiasi richiamo al Centro e a ciò che storicamente e politicamente rappresenta. Ovvero, al suo elettorato e ai mondi sociali e culturali di riferimento che in Piemonte continuano a rappresentare un segmento importante se non addirittura decisivo dell’intero corpo elettorale.
E la lista civica di Cirio, espressione degli amministratori locali dei piccoli e medi Comuni – che rappresentano la spina dorsale del sistema istituzionale piemontese – e dei territori è il luogo politico più pertinente e più coerente per il vasto, articolato e composito elettorato centrista.
Una scelta politica, questa della lista civica del Presidente Cirio, che permette anche di riaggregare le culture, le tradizioni e il pensiero delle varie sensibilità centriste. A cominciare dal mondo e dall’area cattolico popolare, sociale e democratica che sono estranei rispetto all’attuale sinistra massimalista e radicale del PD ed alleati da un un lato e dei populisti pentastellati dall’altro”.

Giorgio Merlo, Dirigente Nazionale Tempi Nuovi-Popolari uniti.

Europee, Forza Italia candida il notaio Gili

La linea moderata, europeista  e liberale che Forza Italia ha abbracciato sotto la guida di Antonio Tajani pare stia dando buoni frutti, almeno a giudicare dalle ultime competizioni elettorali e dai sondaggi che danno gli “azzurri” in recupero, con un possibile sorpasso rispetto alla Lega. 

Una caratteristica che ha sempre connotato e “premiato” il movimento fondato da Silvio Berlusconi è poi quella di far scendere in campo esponenti della società civile, del mondo delle imprese e delle professioni, in grado di mettere al servizio delle istituzioni e dei cittadini  le proprie competenze. In questo senso è da interpretare la decisione dei coordinatori regionale e provinciale di Forza Italia, il ministro Zangrillo e il senatore Rosso, di candidare il notaio torinese Gustavo Gili alle prossime elezioni europee.

 

La candidatura di Gili, che due anni fa è stato eletto revisore dei conti nel Consiglio Nazionale del Notariato, è stata presentata nella sede torinese del partito in via Barbaroux, insieme a quella della commercialista chivassese Clara Marta, già candidata a sindaco di Chivasso per il centrodestra. Gili ha spiegato di avere accettato la candidatura alle elezioni europee, nel collegio nord-ovest, per la lista di Forza Italia proprio perché si tratta di “Un’opportunità per me di portare le istanze di un’intera categoria, il Notariato, davanti a tutta l’Europa: sarebbe la prima volta in assoluto. Il peso delle decisioni prese dall’alto, a Bruxelles, influenza pesantemente la nostra vita professionale”.

Gili afferma di sentire “il bisogno di contribuire in prima persona a scelte  importanti: farlo “a monte” è l’unico modo per cambiare le cose. E sono pronto – aggiunge – a mettere al servizio della politica attiva la stessa passione, lealtà e serietà che hanno guidato per oltre 20 anni il mio lavoro”. Tra i temi che il candidato, forte del suo “bagaglio” professionale di notaio,  intende approfondire nel suo programma: la concorrenza, il contrasto a criminalità e riciclaggio, le politiche di transizione energetica, E ancora: una parità reale tra donne e uomini, data dallo sviluppo di una nuova mentalità e cultura, il recupero del patrimonio edilizio esistente, l’introduzione  di una soglia di compenso minima inderogabile e davvero equa per tutti i professionisti.

“Farò di tutto – conclude Gili – per portare incentivi europei nella nostra meravigliosa nazione: solo innescando un volano economico virtuoso si potrà generare benessere per tutti”.

 

Torino, inchiesta Pd: Raffaele Gallo si dimette da capogruppo in Regione e non si ricandida

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Il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Raffaele Gallo, si dimette dal suo incarico e annuncia che non si ricandiderà alle prossime elezioni. Il padre, Salvatore,  83enne, è rimasto coinvolto nell’inchiesta che riguarda il presunto scambio di voti e di favori legato a candidati dem alle elezioni comunali di Torino del 2021.

“In merito all’indagine Echidna della DDA di Torino sottolineo con forza la mia totale estraneità a comportamenti e fatti anche solo lontanamente assimilabili a vicinanza all’Ndrangheta”, commenta Raffaele Gallo in una nota.

“Sul secondo filone di indagine non legato a rapporti con l’Ndrangheta che coinvolge su alcuni fatti mio padre Salvatore Gallo, sono fiducioso che lui potrà chiarire tutti gli aspetti contestati dagli inquirenti in tempi rapidi. Riguardo al dibattito sulla mia candidatura e sulla mia figura, a cui ho assistito in questi giorni, ribadisco di  aver sempre cercato di svolgere la mia attività al meglio e per il bene del Piemonte, lavorando sui temi con proposte e idee, studiando e approfondendo, con la massima onestà e trasparenza”, aggiunge il consigliere dem.

“Oggi però a tutela dei miei figli e di mia moglie e con senso di responsabilità e rispetto verso il Partito democratico, – conclude Gallo –  ritiro la mia candidatura per le elezioni di giugno. Prima di essere un uomo pubblico con responsabilità politica sono un padre e un marito. Mi dimetto da Presidente del Gruppo consiliare a Palazzo Lascaris lasciando il mandato nelle mani del segretario Mimmo Rossi e del gruppo stesso per identificare il nuovo capogruppo in queste ultime settimane di legislatura, connesse con gli adempimenti formali per le liste da presentare. Alla candidata Presidente Gianna Pentenero e alle candidate e ai candidati che correranno in lista l’8 e il 9 giugno va il mio personale in bocca al lupo”.

Raffaele Gallo non è indagato nell’ambito dell’inchiesta.

Lo stile democristiano, cioè lo stile centrista

LO SCENARIO POLITICO Di Giorgio Merlo

Lo stile conta in politica? Sì, eccome se conta. Perchè lo stile non è solo forma ma è anche, e soprattutto, sostanza. Certo, se confrontiamo lo stile dei populisti con tutti quelli che sono estranei ed esterni a qualsiasi deriva populista e anti politica, non è necessario neanche un supplemento di riflessione per coglierne la differenza strutturale. La realtà evidenzia, in modo persin plastico, la diversità quasi antropologica tra i due campi.
Ora, per non rifugiarsi nel genericismo, è abbastanza evidente che c’è uno stile che caratterizza la buona politica. O meglio, una politica che non ama gli attacchi personali, la criminalizzazione politica degli avversari/nemici, la delegittimazione morale, gli insulti e ogni sorta di contumelie nei confronti di chi non la pensa come te. Uno stile che, come ovvio a tutti, non appartiene a coloro che praticano quotidianamente la radicalizzazione della lotta politica da un lato e la scientifica demolizione personale e morale degli avversari/nemici dall’altro. E, al riguardo, c’è una categoria di persone – come cifra politica e culturale – che erano e restano alternativi e sostanzialmente estranei a quello stile. Ed è lo stile che comunemente viene definito come “democristiano”. Che dagli storici detrattori della sinistra ex e post comunista e da tutto il circo mediatico e giornalistico che storicamente li sostiene, viene interpretato come un comportamento alla ricerca della sola mediazione al ribasso, un po’ tartufesco e un po’ ipocrita, nonchè viscido. Insomma, secondo questi incalliti e strutturali detrattori, lo stile democristiano non è altro che una versione macchiettistica o vagamente goliardica da rispettare, oggi che non c’è più la Dc, ma nulla più.
Eppure, al di là di questa categoria ideologica e moralistica, cresce la domanda trasversale nella pubblica opinione di chi vuole una classe dirigente politica che si caratterizzi anche attraverso lo stile. Che non va confuso, come ovvio, con un tratto moralistico o perbenista ma, semmai, con un modo d’essere che restituisce serietà, credibilità e trasparenza alla politica, anche attraverso quella che un tempo un grande storico cattolico, Pietro Scoppola, definiva come “cultura del comportamento”.
Penso, per fare due soli esempi concreti e al di là anche delle riflessioni che di volta in volta vengono avanzate, allo stile di Dario Franceschini e di Pier Ferdinando Casini. Due esponenti politici che, ieri come oggi, sono stimati e rispettati – per citarne solo due, come ovvio – per come espongono le loro argomentazioni, per il comportamento concreto con cui declinano il confronto con gli altri interlocutori politici amici e avversari e, in ultimo, per una concezione della politica che non è mai ispirata e caratterizzata da massimalismi, radicalismi, radicalizzazione, giudizi morali e men che meno attacchi personali.
Insomma, quando si parla della rimpianta e sempre più evocata classe dirigente del passato – soprattutto e specificatamente quella democristiana – non c’è solo il ricordo di una cultura politica ma anche, e soprattutto, di un modo d’essere in politica che è destinato a restare sempre attuale contro ogni forma di maldestra e presunta modernità. Perchè, appunto, lo stile non è mai solo forma ma è sempre vera e propria sostanza. Politica e culturale.