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Leo: “La Chiesa è aperta al dialogo ma venga rispettata”

Rispetto all’episodio avvenuto  nel Duomo di Torino, ove un gruppo di attiviste/i “ambientaliste/i”  hanno interrotto la Santa Messa, vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza a Mons Repole e alla comunità cattolica.

Condividiamo con l’Arcivescovo di Torino la stima e l’apprezzamento per chi si impegna a difesa dell’ambiente, vieppiù se lo fa anche in riferimento alle encicliche di Papa Francesco. Infatti il Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi” ha svolto e continua a svolgere numerose e serie iniziative su questo tema.

Quello che invece ci rende perplessi – e anche un po’ dubbiosi – è il fatto che chi si autoproclama portavoce del pensiero del Santo Padre, non mostri alcun rispetto per uno dei momenti più importanti per la vita della Chiesa: la Santa Messa. Peraltro – come ha dichiarato l’Arcivescovo – la Chiesa cattolica è sempre aperta al dialogo e in molteplici occasioni è stata accordata la possibilità di fare interventi liberi anche in luoghi di culto, sempre però concordando i tempi e le modalità così da non ferire alcuna sensibilità.

Proclamarsi  a favore del rispetto dei diritti – e sicuramente quelli della difesa dell’ambiente e della vita sono diritti basilari e agire sostanzialmente violando con leggerezza diritti altrettanto fondamentali, come quello della libertà di culto e di preghiera, non conferisce certo grande autorevolezza e credibilità a chi agisce in questi modi.

Giampiero Leo,

portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”,

vice presidente del Comitato diritti umani della Regione Piemonte

Ambientalisti in Duomo: Giachino, “vadano a fermare la marcia No Tav”

“Perché questi ragazzi non vanno a fermare per qualche minuto la manifestazione dei Notav e prendono posizione a favore della Tav, la forma di trasporto meno inquinante?”. Così Mino Giachino, responsabile Fdi per il Piemonte di trasporti e infrastrutture risponde agli attivisti climatici  di Extinction Rebellion che questa mattina  hanno interrotto la messa nel Duomo di Torino celebrata dall’arcivescovo mons. Roberto Repole.

Messa interrotta, Ambrogio (fdi): “Spudoratezza ideologica”

“La spudoratezza ideologica degli attivisti di Exctinction Rebellion, che questa mattina hanno interrotto la messa al Duomo di Torino, ha oltrepassato ogni limite della convivenza democratica. Siamo, purtroppo, dinnanzi ad azioni estemporanee e inutili, oltre che aggressive, condotte da chi è alla ricerca di visibilità personale e non lotta certo per un ideale: lo dimostra il fatto stesso che l’azione di questa mattina arriva dopo le parole di Papa Francesco, inviate alla Cop28 di Dubai, che richiamavano tutti a una maggiore attenzione in tema di sfide ambientali. Amici e nemici, per Exctintion Rebellion, finiscono inesorabilmente, e senza distinzione, nel tritacarne della protesta ideologica e della lotta dogmatica. Non c’è l’ambiente, purtroppo, al centro di queste provocazioni di natura meramente propagandistica: per quanto ci riguarda, come fatto alla Cop28 di Dubai dalla stessa Presidente Meloni, non possiamo che ribadire con forza, la necessità di lavorare, certo con sempre maggio impegno, ad una transizione ecologica, non ideologica, perseguendo una sostenibilità ambientale ragionevole che non comprometta la sfera economica e sociale”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia.

Licenziamenti Collegno, Accossato (LUV): “inchiodare l’azienda alla sua responsabilità”

“E alle sue contraddizioni di multinazionale che si fa bella a parole con codici etici e poi decide di lasciare a casa 220 lavoratori di uno stabilimento che ha chiuso il bilancio 2022 con 8 milioni di utili”.

Nuovamente davanti ai cancelli di TE Connectivity, a 10 giorni dal primo sciopero dei lavoratori informati dal piano aziendale di chiusura. Sono stati invitati i parlamentari: erano presenti Marco Grimaldi, Chiara Gribaudo e Chiara Appendino. Hanno preso l’impegno di sollecitare il ministro Urso sulla vicenda e di lavorare in modo unitario come opposizioni. Perché il tema è inchiodare l’azienda alla sua responsabilità sociale, alle sue contraddizioni di multinazionale che si fa bella con codici etici e attenzioni varie, e che poi decide di chiudere e lasciare a casa 220 lavoratori. Dopo che lo stabilimento ha chiuso il bilancio 2022 con 8 milioni di utili, senza mai fare un’ora di cassa integrazione, anzi distribuendo premi di produzione. E dopo aver lavorato negli anni COVID 7 giorni su 7. Precisiamo: chiude per delocalizzare negli Stati Uniti e in Cina (non Marocco o Albania, per capirci).

Eravamo presenti 3 consiglieri regionali: con me, c’erano Diego Sarno e Sarah Di Sabato. Nei giorni scorsi abbiamo fatto votare in modo unitario OdG che chiedono un impegno diretto dell’assessora Chiorino e del presidente Cirio e la convocazione di un Consiglio regionale aperto sulle politiche industriali dell’area torinese e del Piemonte e sulle prospettive future. Come ho avuto modo di dire a Cirio (lasciando a verbale, perché lui in Consiglio non c’è mai): meno selfie sorridenti con Tavares ed Ellkan e qualche impegno in più per il futuro industriale del Piemonte. Non si può pensare che il turismo possa tout court sostituire l’industria. In una regione come la nostra deve inserirsi e integrarsi in un tessuto manifatturiero che deve rimanere forte. Senza questo non si crea ricchezza e non ci può essere nemmeno differenziazione produttiva.

Silvana Accossato

Capogruppo Liberi Uguali Verdi

Consiglio regionale del Piemonte

Merlo: Popolari nel Pd della Schlein? Tornano i cattolici indipendenti del vecchio Pci

“Riproporre oggi nel Pd della Schlein, cioè in un partito che ha una chiara e netta identità politica e culturale di partito della sinistra radicale, massimalista e libertaria significa, semplicemente, rinnegare l’esperienza, la storia, la tradizione e la cultura del cattolicesimo popolare e sociale del nostro paese. E, al contempo, riscoprire e rilanciare la prassi praticata all’interno del vecchio Pci per molti anni. Ovvero, l’esperienza dei ‘cattolici indipendenti’ nelle liste del Pci.

E la corrente Popolare di Delrio e di Castagnetti nel partito della Schlein non è nient’altro che la riproposizione di quella triste e malinconica esperienza. Un modo per liquidare definitivamente la cultura popolare e cattolico e sociale nel nostro paese. È del tutto evidente che per poter rilanciare e far ritornare protagonista nella vita pubblica italiana quel patrimonio ideale, politico e culturale non è quella la strada da seguire”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi-Popolari nuovi. 2 12 2023

Donat-Cattin, la proporzionale e il destino dei cattolici popolari

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Ho concluso in questi giorni l’ultimo mio libro dal titolo “La sinistra sociale”. Una esperienza, quella della sinistra sociale cattolica, straordinaria non solo per la sua cinquantennale presenza nella Democrazia Cristiana ma anche, e soprattutto, per la sua capacità di incidere nell’intera politica italiana. E anche nell’area cattolica e nel variegato e complesso mondo sociale. Ma, per fermarsi ad un punto specifico, c’è un aspetto che ricorre con insistenza in tutta l’elaborazione politica e culturale della sinistra sociale di ispirazione cristiana. Una riflessione che può essere riassunta con le parole secche di Carlo Donat-Cattin in un celebre convegno della corrente di Forze Nuove a Saint-Vincent all’inizio degli anni ‘80. E cioè, “Noi cattolici popolari, cattolici sociali e cristiani democratici siamo nati e ci siamo grazie alla proporzionale. Ma noi cattolici popolari e sociali siamo certamente destinati a scomparire se venisse a mancare la proporzionale”. Era una riflessione che precedeva, come ovvio, l’avvento del maggioritario e dello stesso referendum sulla preferenza unica ma che già delineava, con rara coerenza e chiarezza, che il destino e la stessa prospettiva del cattolicesimo popolare e sociale nel nostro paese erano purtroppo segnati se veniva azzerato lo strumento essenziale che ne garantiva la presenza nella cittadella politica italiana. E così è stato, malgrado la buona volontà, la determinazione e il coraggio manifestati da molti leader democratico cristiani e cattolico popolari come Franco Marini, Gerardo Bianco, Guido Bodrato, Sandro Fontana e lo stesso Ciriaco De Mita. L’eclissi della proporzionale, letta e disegnata come il regno della corruzione, della spartizione, della frammentazione e della polverizzazione del quadro politico ha fatto il resto. Dopodiché, la stabilità dei governi non è affatto migliorata. Anzi. La corruzione politica non è scomparsa. La semplificazione della geografia politica non c’è stata perchè, per dirla con una felice espressione dello storico Pietro Scoppol, si è man mano “proporzionalizzato il maggioritario” e si è incrementato, di conseguenza, il numero dei partiti e dei movimenti politici. L’unico effetto che si è, purtroppo, realizzato, è stato quello di liquidare la presenza e il ruolo dei cattolici popolari e sociali nella vita pubblica italiana. Cioè, per tornare all’inizio di questa riflessione, si è puntualmente verificato quello che Donat-Cattin e con lui molti altri leader popolari e democratici cristiani, avevano paventato già sin dalla metà degli anni ‘80. Perchè, essendo dei leader che possedevano il talento e il carisma di anticipare quello che poi sarebbe concretamente avvenuto nella politica italiana, avevano colto che il vento maggioritario e maldestramente nuovista che iniziava a soffiare avrebbe spazzato definitivamente la storica esperienza della Democrazia Cristiana attraverso la liquidazione della proporzionale. Ecco perchè, alla vigilia del decollo del dibattito sulla futura riforma istituzionale e costituzionale, forse è opportuno che i cattolici popolari e sociali – e non, come ovvio e scontato, i “cattolici indipendenti di sinistra” – oltre a rivendicare la necessità che i cittadini tornino ad eleggersi i propri rappresentanti alla Camera e al Senato, riflettano anche sull’opportunità e sulla valenza del sistema elettorale proporzionale. Semprechè si creda ancora nei partiti che esprimono una visione della società frutto e conseguenza di una precisa cultura politica e non in grigi ed insignificanti cartelli elettorali o nei docili strumenti partito nelle mani del capo politico di turno.

Preioni (Lega): “Al Piemonte 98,2 milioni per il Tpl” 

“un risultato del lavoro di Molinari e Salvini”

“L’azione politica della Lega ottiene risultati concreti in Regione e nel dialogo con il livello nazionale – dichiara il capogruppo in Consiglio regionale del Piemonte Alberto Preioni -. Infatti i 98,2 milioni assegnati al nostro territorio per il trasporto pubblico locale sono la dimostrazione dell’impegno del nostro capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e dell’attento operato del ministro ai Trasporti Matteo Salvini”. Il finanziamento è stato definito nella Conferenza unificata, grazie al lavoro del Mit di concerto con il Ministero dell’Economia.

“Caro Sindaco, ferma il dissesto”, Pizzarotti a Torino

Sabato 2 dicembre alle ore 11.00 presso la sede di via San Dalmazzo 9bis saranno presenti il Presidente nazionale di +Europa Federico Pizzarotti, il Coordinatore regionale Flavio Martino e la portavoce di Torino Beatrice Pizzini.  Il tema della conferenza è una proposta di delibera rivolta a tutti i comuni piemontesi intitolata “Caro Sindaco, ferma il dissesto” che consiste in cinque impegni concreti per la salvaguardia del territorio e per la nostra sicurezza. In allegato il testo della delibera.

“CPR strutture disumane e insensate, cosa c’entrano con la sicurezza?”

Grimaldi (AVS), Ravinale, Diena e Cera (SE)

Riaprire il CPR di corso Brunelleschi, come ha dichiarato ieri il Ministro Piantedosi, non ha niente a che vedere con la sicurezza in città. I CPR sono luoghi disumani e insensati, il cui unico scopo è calpestare la dignità delle persone straniere per soddisfare la narrazione razzista della destra contro i migranti, individuati come causa di ogni male. Lo abbiamo sempre detto e lo ripetiamo: a Torino non vogliamo lager di Stato, il Sindaco lo ribadisca al Governo.
Anche il Consiglio Comunale di Torino si è già espresso per chiedere che il CPR di corso Brunelleschi non riapra mai più. È tempo che quelle mura e quelle gabbie vengano abbattute, e che quel luogo venga restituito alla città.
I CPR sono uno sperpero di risorse pubbliche: 53 milioni di Euro spesi tra il 2018 e il 2021 per 600 posti attivi e meno della metà dei rimpatri non sono abbastanza? Parliamo dello stesso Governo che nel 2023 ha ridotto a 2 milioni di Euro lo stanziamento per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza, sostenendo che mancassero le coperture.
A Piantedosi vanno chieste risorse per far funzionare l’ufficio immigrazione di corso Verona, che fa aspettare mesi per il rilascio dei permessi di soggiorno che consentono alle persone straniere di costruirsi una vita in Italia e a Torino, non per rifinanziare una struttura che rappresenta una vergogna per la nostra città: il suicidio di Moussa Balde, per cui sono oggi indagati i responsabili della struttura di corso Brunelleschi, serva da lezione a questo Governo accecato dalla propria stessa propaganda.

“Polo bellico a Torino: No alla guerra, No alla criminalizzazione del dissenso”

Riceviamo e pubblichiamo – Fausto Cristofari Segretario provinciale Prc/Se: L’azione acrobatica compiuta, martedì scorso, da Extinction Rebellion contestando l’Aerospace & Defence Meeting ha “naturalmente” prodotto una risposta repressiva: 9 persone trattenute per 6 ore in questura, denunce e 4 “fogli di via” (come da codice antimafia!). Di nuovo, colpisce la sproporzione: il “delitto” e’ quello di essersi calate dalla passerella del Lingotto esponendo lo striscione:” Guerra sulla Terra, affari sulla Luna”! Ancora, la sproporzione: pensiamo a ciò che concretamente avviene all’Aerospace & Defence Meeting, cioè vendita e scambio di armi! Qual e’, allora, il reato? Chi e’ che attenta alla convivenza civile? E cosa dicono le istituzioni locali, Regione Piemonte, Comune di Torino, che osannano la parallela “posa della prima pietra” del Polo Aerospaziale, legato all’industria bellica (Leonardo, Thales Alenia…) e alla NATO, con il sostegno “culturale” del Politecnico? Noi non abbiamo dubbi: solidarietà con Extinction Rebellion! NO alla guerra e al commercio di armi! NO alla repressione del dissenso!

Partito della Rifondazione comunista Torino