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A Moncalieri riapre “Casa”

Dal 14 maggio la catena di negozi di arredamento CASA ha riaperto il punto vendita di Moncalieri, che tornerà ad accogliere i suoi clienti con un look rinnovato.

CASA Moncalieri riparte con uno store concept tutto nuovo e un assortimento studiato a tre stili di tendenza. Lo scorso anno CASA Italia ha rinnovato molti punti vendita sparsi nella penisola, nell’ambito del progetto CASA 20.20, lanciato nel 2017 con il proposito di dare nuova ispirazione ai propri clienti. Il nuovo look è stato apprezzato dalla clientela italiana facendo vincere all’azienda il premio Insegna dell’Anno 2020-2021 nella categoria Articoli per la Casa. La riapertura di Moncalieri segue, nel 2021, quelle di Biella, Orvieto, Fano, Bassano del Grappa, Muggia e Gioia Tauro in un anno ricco di novità per CASA.

CASA Moncalieri
Centro Commerciale Porte di Moncalieri
Corso Savona 69
10024 Moncalieri
Su di noi
CASA è una catena di ne

Estate sulle punte allo Studio Danza Ieva

Riaprono i teatri e ritorna in scena anche la danza,  non soltanto sui palcoscenici, ma anche nelle scuole di danza torinesi, per dare l’opportunità ai bambini, che hanno trascorso un anno di pandemia, di poter passare ore insieme, condividendo laboratori di danza e di gioco.

“Sarà un’occasione nuova – spiega Anna Maria Ieva , titolare dell’omonima scuola di danza – e un’opportunità agevole che le famiglie avranno perché i loro bambini possano essere seguiti nella nostra sede dal mattino alla sera. Gli insegnanti che li seguiranno sono tutti diplomati e certificati; questi incontri non si rivolgono solo ai bambini che studiano danza, ma a tutti coloro che abbiano piacere di provare un’esperienza unica e nuova, come l’ascolto della musica, la possibilità di partecipare ai laboratori e di costruire coreografie”.

“La nostra – aggiunge Anna Maria Ieva –  è un’associazione che si propone di far sviluppare il gusto del bello, della danza e dell’arte, colta a 360 gradi. I laboratori saranno di danza creativa, moderna, hip-hop e yoga, rivolti ai bambini delle scuole elementari e medie, maschi e femmine. Ci sarà inoltre l’opportunità di far fare loro i compiti delle vacanze. Durante la settimana si svolgeranno laboratori e attività di danza all’aperto presso il parco di piazza d’Armi, poco distante dalla nostra sede di via Elba 10”.

Mara Martellotta

Orari entrata ore 9, uscita ore 17.30

Sarà garantito un servizio di pre  scuola dalle ore 7.30

Il pranzo al sacco per chi desidera sarà fornito a parte al prezzo di euro 20 dalla torrefazione principe di via Tripoli

Settimane  14/18 giugno. 21/25 giugno , 28/2 luglio, 5/9 luglio

Riaprono alle visite il parco e il Castello di Pralormo

 

Sabato 8 e domenica 9 maggio 2021

(a seguire tutte le domeniche fino al 31 ottobre)

 

Consolata Pralormo racconta: ‘’Per tutto il mese di aprile ho ammirato in solitudine lo strabiliante spettacolo della fioritura dei miei tulipani. Per condividerne con voi la bellezza ho pensato di omaggiare a tutti i visitatori che verranno al Castello sabato 8 e domenica 9  maggio, alcuni bulbi di tulipano. Sono proprio i bulbi che, nel mese di aprile, erano fioriti nel nostro parco e che potranno fiorire nei vostri terrazzi e giardini!

 

Messer Tulipano ora cede il passo a ‘’Madamigella Orchidea’’!

 

Il parco e le sue curiosità

 

Nell’antica serra francese, bellissima costruzione del XIX secolo in ferro e vetro proveniente da Parigi, fra una bellissima collezione di felci particolari e il profumatissimo gelsomino, regna indisturbata ‘’Madamigella Orchidea’’.

Tra le varietà di orchidee fiorite si ammirano la Cypripedium (detta anche scarpetta di Venere), la Phalaenopsis,  la Cymbidium e la straordinaria varietà ‘’Vanda’’ (che si è naturalizzata dopo 7 anni sul muro della serra) la cui particolarità è quella di non avere la terra ma di ricevere nutrimento solo tramite la nebulizzazione delle radici.

 

Inoltre, da sabato 8 maggio, una NOVITA’ all’interno della serra!

Quest’ultima infatti ospita l’esposizione di una serie di acquerelli dell’artista e scrittrice cinese Kwong Kuen Shan tratti dal suo libro ‘’Il gatto e l’orchidea’’.
Questa idea è nata anche per omaggiare Lunetta, la gatta castellana che, chi ci segue sui social, ha già conosciuto!

Gli acquerelli illustrano i gatti e la saggezza del loro comportamento, ma raccontano anche della bellezza e dell’energia silenziosa dei fiori e, in particolare, delle orchidee.

In Cina il significato dei fiori, le cui radici risalgono a migliaia di anni fa, è strettamente legato alla cultura, alla religione e ai miti. Molti sarebbero dotati di grande saggezza, e alcuni di essi sono divenuti parole chiave che evocano concetti, simboli di vita, esempi di virtù.

Le illustrazioni sono accompagnate da proverbi, poesie, pensieri e citazioni da classici popolari cinesi che aiutano a guardare i fiori con occhi nuovi e che animano bei sentimenti, riflessioni e stupore. Come accade ai gatti raffigurati, che sembrano affascinati dai fiori tra i quali si muovono.

 

 

Con Agriflor è sempre “zona verde”. Torna il mercatino in piazza Vittorio

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Domenica 25 aprile, dalle 9 alle 19 in Piazza Vittorio Veneto a Torino, torna l’appuntamento mensile con il mercatino di Agriflor. Protagoniste principali le rose e le peonie.

 

L’appuntamento di Agriflor aprile è in programma domenica 25 aprile in Piazza Vittorio Veneto a Torino dalle 9 alle 19.

 

Come è avvenuto per tutte le passate edizioni e come è stato ampiamente riconosciuto da tutti coloro che hanno partecipato realmente alla manifestazione, Agriflor sarà organizzata in totale sicurezza, con il controllo delle temperature, ingressi scaglionati e contingentati e con la garanzia e il controllo del giusto distanziamento tra i banchi e tra le persone per evitare assembramenti.

 

Il mercatino di Agriflor proporrà anche domenica prossima prodotti florovivaistici e alimentari, che sono per definizione deperibili e stagionali: motivo per cui lo svolgimento di AgriFlor è sempre stato concesso dal DPCM anche durante la zona rossa.

Un’occasione molto importante per i florovivaisti e i piccoli produttori piemontesi di mettere in mostra le proprie varietà ed eccellenze, in una situazione estremamente complessa per le loro attività, sempre più in crisi in questo periodo.

 

Grandi protagoniste di questa edizione di Aprile saranno le rose e le peonie, fiori tra i più amati dagli appassionati del verde. Ma saranno tante altre le bellezze “floreali”, provenienti esclusivamente dal Piemonte, che si potranno scoprire girando per i banchi di Agriflor: ortensie, azalee, camelie, arbusti, orchidee e ancora aceri e cactacee. Non mancheranno piante ornamentali ed erbacee perenni, bonsai e piccoli frutti, piante aromatiche.

 

Un vero e proprio tripudio di colori per allietare il pubblico amante della natura e delle piante. Insieme alla proposta florovivaistica, Agriflor ospiterà anche alcune eccellenze agroalimentari piemontesi con i prodotti tipici del nostro territorio, come i formaggi, verdure essiccate, il miele, vino, ma anche le farine e i biscotti.

 

Per scoprire il sempre più ampio e rigoglioso mondo florovivaistico di FLOR, tutti potranno continuare a collegarsi su eflor (www.eflor.it) la prima piattaforma floreale italiana che mette in contatto tutti gli appassionati del verde, con gli esperti del settore e i florovivaisti.

Un luogo di incontro virtuale dove sarà possibile “visitare” i vivai, ammirare le foto delle piante, conoscere tutte le loro caratteristiche, scambiarsi opinioni “green”, chiedere suggerimenti e, naturalmente, acquistare fiori di ogni tipo ma anche oggettistica per il giardinaggio, libri, sementi e prodotti naturali, decorazioni per la casa e il giardino.

Ad Agriflor aprile sarà presente un banco eflor dove poter ritirare le piante ordinate sulla piattaforma e fare quattro chiacchiere con gli organizzatori per avere suggerimenti e farsi indirizzare verso la pianta migliore per le proprie esigenze.

Zoom Fatigue, effetti collaterali della videoconferenza

ZOOM, LA PIATTAFORMA ONLINE IN COSTANTE CRESCITA
Efficiente e sicura, nell’ultimo anno ha supportato l’attività della scuola e del lavoro da remoto

La società californiana di San Jose ha chiuso il quarto trimestre del 2020 con ricavi altissimi: 2,65 miliardi di dollari con un aumento del 369%, numeri impressionanti che sono destinati a salire almeno fino al 41% in più. Complice la pandemia? Sicuramente sì. Il lavoro da remoto, il famoso smart working, era già una tendenza in crescita, viste le sue innegabili qualità in termini di produttività e risparmio di tempo, ma certamente le chiusure e le disposizioni legate Covid hanno accelerato e poi consolidato questa modalità lavorativa.

Zoom, una delle principali applicazioni per videoconferenze, riunioni e chat online, fondata nel 2011 da Eric Yuan, un uomo d’affari cinese-americano, è una di quelle aziende che deve il suo ampio e persistente sviluppo alle sempre più numerose postazioni di lavoro da remoto, la piattaforma infatti fa incontrare persone in modalità virtuale, sia in video che esclusivamente in audio, e permette di registrare le varie sessioni per poi visualizzarle in un altro momento.
Gli strumenti che Zoom offre, alcuni con un piano gratuito altri a pagamento, sono Zoom Room una stanza virtuale che ospita riunioni sia singole che di gruppo (fino a 500 partecipanti se si acquista una applicazione per i “large meeting”), Zoom Phone che permette di effettuare semplici chiamate sfruttando il traffico dati o la rete wifi , Screen Share Zoom  per mostrare contenuti, come slide, agli altri partecipanti e infine Webinar Zoom  un pacchetto di funzioni necessarie per organizzare sessioni di diverse tipologie, anche su Facebook o Youtube, che permette, inoltre, di condividere il proprio spazio con altri 100 utenti anche con la modalità “view-only” vale a dire con la possibilità di partecipare senza intervenire direttamente, ma solo come spettatore. I punti di forza di Zoom rispetto ad altri sistemi, come Skype, per citarne uno, che può ospitare in videoconferenza solo 24 persone, consistono nel suo sistema flessibile cloud based ovvero una procedura che consente l’uso delle risorse informatiche in base alle diverse esigenze (in poche parole utilizzo e pago quello che mi serve senza gravare sugli altri utenti) e la sicurezza delle videochiamate che è garantita da un sistema di crittografia basato su un algoritmo.
Lezioni scolastiche, classi di yoga o di ginnastica, riunioni di lavoro o semplici chiacchere online, Zoom è facile da scaricare e può essere installato su qualsiasi dispositivo che sia cellulare, tablet o computer. L’accesso avviene attraverso un link con un codice numerico e come per magia ci si ritrova, nel caso delle lezioni scolastiche per esempio, già in aula con la possibilità, durante la sessione, di effettuare il raise hand, l’alzata di mano con l’icona blu, o di usare la chat per scrivere direttamente al docente.
Certamente questo sistema così efficiente, facilmente accessibile ed in continua evoluzione, per assecondare esigenze e nuovi bisogni della comunicazione, ha supportato in quest’ultimo anno la scuola e lo smart working, ha permesso di continuare il programma educativo e ha ridotto perdite economiche legate alle attività professionali. Dopo un anno e più di utilizzo continuato di questo strumento tecnologico, per certi versi forzato, sono state riscontrate però anche diverse conseguenze fisiche e cognitive. Parliamo della Zoom fatigue una serie di sintomi come difficoltà di concentrazione, mal di testa, aumento dell’impazienza, dell’irritazione e mal di schiena che, oltre a causare problemi di efficienza nel lavoro stesso, rappresentano un campanello di allarme per la salute.
Senza dubbio le riunioni in videoconferenza sono funzionali e di supporto sia in ambito educativo che professionale, ma diversi sono gli effetti collaterali da tenere sotto controllo, per esempio quelli sociali come il notevole ridimensionamento dei rapporti interpersonali in presenza o quelli legati alla comunicazione creati dall’assenza di contatto visivo diretto con i nostri interlocutori che causa problemi di comprensione reciproca. Un altro problema non di poco conto è di natura oculistica il campo visivo che abbiamo a disposizione, infatti, è molto limitato e sia persone che oggetti vengono rappresentati in maniera ridotta ed alterata; infine, non meno importante, il più delle volte vige la possibilità di potersi occupare contemporaneamente di altro, leggere email o messaggi per esempio, cedendo alla tentazione del multitasking, attività stancante e faticosa.
E’ consigliabile quindi, nonostante le necessità legate al momento particolare e alle nuove frontiere del “lavoro agile”, utilizzare queste piattaforme praticando alcuni accorgimenti per evitarne l’abuso, per esempio fare videoconferenze se veramente necessario, legate al lavoro o alla scuola, fare una pausa almeno ogni 45 minuti e per almeno 15, uscire a prendere un po’ d’aria o fare una breve passeggiata durante l’intervallo, se possibile poi utilizzare più spesso la modalità solo voce per non affaticare gli occhi.

Il re e la regina

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Sacra di San Michele e Monviso, simboli “sovrani” del Piemonte. Qui li vediamo allineati grazie all’emozionante scatto fotografico di Stefano Zanarello

Due allieve dell’Ubertini di Caluso al Campionato Italiano Barman

Dal 12 aprile fino al 30 aprile 2021, le studentesse dell’IIS Carlo Ubertini di Caluso Cristiana Lasalvia, Rosa Magazzù della classe 4F Enogastronomia Sala e Vendita, seguiti dai docenti. Carlo Bruno Aloi e Sergio Bertolotti, partecipano alla XXI edizione del CIB – Campionato Italiano Barman promosso dalla FIB – Federazione Italiana Barman.

A far da teatro alle sfide tra ragazzi provenienti da venti scuole di tutta Italia quest’anno è il web.
Visto il perdurare della situazione emergenziale COVID-19, che vieta lo spostamento delle, la FederazioneItaliana Barman anche quest’anno promuove il CIB CUP 2021 la FiB ha proposto agli Istituti alberghieri dicreare un video durate la presentazione di un cocktail ideato degli studenti.
DJANGO REINHARDT, è il nome del cocktail preparato dalle studentesse dell’IIS Ubertini, composto da Gin, Gil rural authentic, Doppio Carvi – (liquore al cumino), liquore estratto dalla resina del pino mugo, lime spremuto, decorato con Lime essiccato, foglie di menta fresca
Per giungere alle finali che si terranno in presenza nel mese di ottobre 2021 è necessario ottenere molti voti sul sito dell’associazione.
5 piccole mosse per aiutare le studentesse dell’;Istituto Ubertini di Caluso, a vincere il Campionato Italiano. Barman 2021 e portarlo così nella Città Metropolitana di Torino ed in Piemonte.
1 Clicca il seguente link https://www.campionatoitalianobarman.it/classic/
2 Cerca il video: Carlo Ubertini, Lasalvia Cristiana-Magazzú Rosa.
3 clicca su VOTA.
4 Inserisci il tuo indirizzo email.
5 Premi su vota

 

Massimo Iaretti

L’allergia stagionale e l’incubo covid

Le  allergie stagionali stanno imperversando anche in Piemonte. Ma, di questi tempi, al minimo raffreddore  il pensiero va al coronavirus. Spesso, fortunatamente, così non è

Le rilevazioni delle centraline  registrano  la presenza di particelle allergizzanti 

In questo periodo vanno per la maggiore i pollini di betulle, carpini, come di  noccioli e frassini. E il picco di concentrazioni è arrivato alcune  settimane prima del previsto. Che fare per chi è sensibile? L’autoisolamento dovuto all’emergenza sanitaria è certamente utile  per gli allergici che così non vengono esposti direttamente ai pollini, ma ciò non toglie che  si respirino i pollini che entrano in casa aprendo le finestre. Può invece essere utile la mascherina, ormai diventata parte della nostra vita: poiché le  particelle dei pollini sono piuttosto  grandi, anche la più semplice delle mascherine le può bloccare.

Ritrovarsi dopo 45 anni

Ritrovarsi dopo 45 anni. Proprio così, l’ amico ritrovato. Cavolacci, Bruno Moscatelli era proprio mio amico, compagno di liceo e compagno di Fgci.  Coscritto in tutti i sensi. Lui più vecchio di me di sole 24 ore.

Persino avversari nel basket e nel quintetto base della squadra del liceo. Non dico fratelli,  mi ci siamo quasi. Molto più riflessivo di me , ma già allora si capiva che era uno che valeva. Incontro a tutto tondo.

Incontri romani. Trasferitosi nella Capitale da 10 anni per lavoro e per amore. Due figli, con la voglia , sempre, di mettersi in gioco. La seconda figlia ha solo 5 anni. Quando parla di loro e della sua compagna gli si illuminano gli occhi. Sul lavoro ha avuto il coraggio di cambiare ed il coraggio di cambiare città. Non è da tutti. Dal 31 marzo in pensione ma non molla. Impossibile stare con le mani in mano. Un’ altra Roma come la Garbatella. Un’ altra dimensione di Roma. Nel lavoro ha avuto tre fasi diverse. Appena diplomato il fai da te. Tra coop ed agenzie di viaggi e animatore in Arci ragazzi. Seconda fase funzionario Fiat. Figlio d’ arte,  suo padre partì da Torino per impiantare e far funzionare le catene di montaggio a Termini Imerese. Bruno in Fiat ha girato tra Mirafiori e Chivasso. Anche quel mondo gli stava stretto. Inizia una terza fase della sua vita lavorativa.
Se ho capito bene responsabile delle relazioni sindacali per due multinazionali statunitensi che operano in Italia acquisendo società in difficoltà economiche. Si trasferisce prima da Torino a Milano e poi da Milano a Roma. Gira l’ Italia con sede anche a Napoli. Di casa al Ministero per ” ammorbidire ” gli esuberi.  Da buon compagno mi dice orgoglioso: non abbiamo mai lasciato nessuno, dall’ operaio al dirigente, a casa senza alternative. Diventa decisamente e naturalmente un calendiano. Merce comunque rara  nel nostro paese,  dove – mi sa – vige un certo levantinismo che fa a cazzotti con l’efficienza tanto voluta e desiderata da Carlo Calenda. Dal 31 Marzo, dicevamo,  in pensione. In pensione e ancora in attività. Essere sempre in pista è un ottimo elisir di lunga giovinezza. Così la meglio gioventù si è incontrata confermando il vecchio adagio: il tempo è galantuomo con i galantuomini.  E caro Bruno non perdiamoci  più di vista. Sarebbe un peccato.

Patrizio Tosetto

Le uova di Pasqua? Un’ “invenzione” torinese

Le uova sono da sempre una portata del pranzo di Pasqua. Ma quelle di cioccolato?

Pare che alcuni prototipi fossero già presenti alla corte francese  di Luigi XIV, anche se l’uovo di Pasqua così come lo conosciamo fu un’idea di alcuni maestri cioccolatai torinesi ai primi del ‘900.

Del resto fu la duchessa Caterina, moglie del duca Emanuele Filiberto di Savoia, a portare il cacao a Torino dalla Spagna.  Mario Marsero, storico delle industrie dolciarie piemontesi, scrive nel libro Dolci delizie subalpine che nel 1700  la vedova Giambone, che gestiva una una bottega in quella che oggi è via Roma, riempì i gusci vuoti delle uova di gallina con dolce  cioccolata. Poi, negli  anni ’20 del Novecento la Casa Sartorio di Torino brevettò un metodo per modellare con il cioccolato le forme vuote, degli  stampi a cerniera messi nella macchina dove  un movimento di rotazione permette alla pasta contenuta di distendersi uniformemente su tutta la superficie interna. Nel 1925,  animaletti in zucchero o confetti vengono messi all’interno come piccole sorprese. Successivamente sono stati impiegati regali sempre più  preziosi. E il boom fu immediato.