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Libera nel vento, il Cammino in sella all’amata Calypso

Intervista all’autore Dino Marchese

 

Libera nel vento. A cavallo verso Santiago di Compostela. Un viaggio come un romanzo”.  Europa Edizioni- euro 14,90

 

 

Cosa c’è di più immenso che scrivere un libro per onorare la memoria e custodire il ricordo della compagna che ci ha lasciati dopo 30 anni di vita insieme?

E’ quello che ha fatto Dino Marchese nel tenerissimo e nostalgico romanzo “Libera nel vento” in cui ripercorre il Cammino verso Santiago di Compostela in sella all’amata purosangue araba Calypso. La compagna di cui parla è proprio lei, splendida e sensibile cavalla che oggi non c’è più, ma che il libro rende immortale.

156 pagine di pure emozioni che fanno innamorare anche noi perdutamente di Calypso. Quando Dino Marchese ne parla si percepisce che la sua morte, nel 2022, è tutt’ora un dolore che gli scalpella l’anima.

Il suo Cammino di Compostela risale al 2004 ed il libro gli è sgorgato d’impulso. E’ stato il suo modo di elaborare e metabolizzare il lutto. Non ci sarebbe riuscito se non attraverso la scrittura.

Perché ha fatto il Cammino di Compostela?

La mia motivazione è stata soprattutto spirituale e laica; ma durante il cammino ne ho scoperte molte altre. All’epoca facevo lunghe gare di endurance, resistenza con il cavallo, ero bravo e volevo mettere alla prova me e Calypso.

 

In generale perché lo si intraprende e il suo significato?

E’ cambiato nel tempo, ma l’origine era religiosa. Nel Medio Evo le grandi destinazioni erano 3: Gerusalemme, Roma e Santiago di Compostela.

Leggenda vuole che lì sia sepolto San Giacomo il Maggiore. All’epoca la Spagna era stata conquistata dai Mori, salvo quella limitata area nel nord della Galizia, che rappresentava la cristianità. Oggi ognuno compie il pellegrinaggio a modo suo, per ragioni che possono essere infinite e non necessariamente legate alla fede.

 

Il libro ha più piani di lettura: romanzo, diario di viaggio, ricerca spirituale, il legame con Calypso. Ce n’è uno che prevale sugli altri?

Io ne indicherei due: il viaggio e il suo significato, e sicuramente Calypso che è stata una presenza molto importante nella mia vita. Quando l’ho comprata da Andrea Bocelli era una splendida puledra di 3 anni, non ancora domata. In realtà è stata lei a scegliermi ed io me ne sono innamorato subito. L’ho svezzata e cresciuta; ci amavamo e capivamo al volo. Anche se avevo avuto altri cavalli, lei era la prima totalmente mia.

 

Ha scritto: “Dopo tanti anni tra noi c’è una relazione di complicità. E’ così simile a me che sono arrivato a credere che faccia i miei stessi sogni. Sognare gli stessi sogni….non c’è descrizione più completa dell’amore”. La profondità del vostro rapporto?

Quando arrivavo nella stalla, anche se non stavo portando cibo, lei mi veniva incontro perché voleva stare con me. Mi spingeva con la testa sul petto, sulla spalla, a volte riuscivo a dirigerla senza tenerla per le redini; mi fermavo e lei pure. Poi mi guardava con quegli occhi dolci, come chiedendomi «Allora che facciamo? Ci muoviamo o no!!».

Aveva il piacere della galoppata insieme. Cavalcare con lei sulle rive dell’arcipelago toscano mi dava un senso di libertà che a mia volta riversavo su di lei.

 

A che età e come è morta?

La durata media della vita di un cavallo è intorno ai 25 anni, ma lei era una purosangue araba; razza più longeva perché ha una struttura adatta alla resistenza ed un rapporto ottimale tra peso e cuore, pompano più sangue. Calypso è vissuta più di 30 anni, è morta di infarto nella stalla. Una delle poche volte che ho pianto in vita mia. A segnare la sua sepoltura, sotto un cumulo di terra, c’è una targa di metallo con la frase che mi è venuta subito in mente. “Libera nel vento, per sempre nel mio cuore”. Il titolo del libro.

Ora ha un altro cavallo?

No, perché lei è insostituibile. Quando ami così intensamente un altro essere e lui scompare apre una voragine che non si colma più. Il Cammino fatto con Calypso resta unico ed irripetibile.

 

Dal viaggio si torna stanchi, ma più ricchi di …..?

Esperienza. Il viaggio è una necessità che non finisce mai. Pavese diceva che è la cosa più crudele che esista perché dipendi dagli altri, sei costretto a chiedere informazioni, obbligato fisicamente ad aprirti ad altri esseri umani.

 

Farlo a piedi o a cavallo sono due modalità molto diverse tra loro. Ha scritto: “Hai la responsabilità di un altro essere, a cui non hai chiesto se vuole vivere la tua stessa avventura. Devi essere preparato ad affrontare ogni sua difficoltà, la tua responsabilità è doppia”.

Non è neanche come farlo in bicicletta, perché il cavallo è un altro essere vivente; può perdere un ferro, stancarsi, avere fame, molte volte devi aiutarlo. In alcuni momenti difficili sono sceso da Calypso per non pesarle troppo sulla schiena. Non sempre le tappe in cui fermarsi sono attrezzate per alloggiare anche il cavallo. Alcuni alberghi in realtà sono più che altro dei rifugi, con il minimo di assistenza e cibo. D’estate è più facile, perché può bastare un recinto all’aperto.

 

E’ possibile sapere prima i posti giusti anche per il cavallo?

Si se come me ti affidi a una guida. La mia era Pepe che lo faceva di mestiere e organizzava tutto. Lui mi dava le indicazioni per cui chiamavo la sera prima e prenotavo.

Ha scritto: “Il cammino non ti cambia, ma cambia il tuo modo di vedere le cose”. Cosa intende?

Il cambiamento vero e profondo è quello di te stesso: la prospettiva con cui guardi la vita, l’atteggiamento nell’affrontare quello che accade, i problemi e le difficoltà che ti si parano davanti. Per me è stato così, ma non è detto che lo sia per tutti.

 

Ci sono stati momenti particolarmente difficili che hanno rinsaldato ancora di più l’unione con Calypso?

Per esempio quando siamo cascati in un fosso ed era una situazione molto pericolosa; un cavallo pesa 5-7 quintali, può schiacciarti e ucciderti. E se è lui a spezzarsi una zampa ha finito di vivere.

Calypso si è alzata solo quando ho tolto la gamba da sotto il suo corpo. Ha capito che c’era un pericolo e poteva fare male. I cavalli, gli arabi in particolare, sono animali molto intelligenti, soprattutto dotati di una sensibilità superiore; quando la rivolgono all’uomo si crea un’alchimia meravigliosa ed incomparabile.

 

Emozioni più forti o ricorrenti che ha provato durante il Cammino?

Le più intense sono state due.

L’arrivo a Santiago, fuoco artificiale di emozioni. Eravamo nell’anno del Giubileo e la festività di San Giacomo cadeva di domenica. Occasione di festa in cui la cattedrale esplode e le enormi code di gente ti catturano l’anima. Sono arrivato a cavallo sul sagrato della chiesa, passando tra due ali di folla gigantesca.

L’altro è il passaggio da O’Cebreiro, il picco più alto del cammino. Un villaggio di origine preistorica a 1300 metri di altitudine; lì entri nella Galizia che è un mondo celtico, pieno di mistero ed emozioni, diverso dal resto della Spagna.

 

Il cammino è un percorso solitario, ma anche di grande comunione con chi incrocia la stessa traiettoria. Il suo profondo senso di fratellanza verso gli altri pellegrini è un sentimento condiviso?

 

Sicuramente è una mia percezione, ma molto diffusa perché c’è una grande apertura e voglia di conoscere le motivazioni altrui; ognuna è una scoperta, una storia unica che si condivide.

C’è una bellissima frase di Padre Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose, che suggerisce di partire con un bagaglio leggero; si sarà meno affaticati, ma soprattutto si avrà più spazio per accogliere i doni offerti dagli altri viaggiatori. Durante il cammino la gente si apre più facilmente, forse anche perché dopo non ci si rivedrà più.

 

I pellegrini sono dotati di un tasso di bontà e generosità superiore alla media oppure è il cammino che li migliora?

Credo la seconda. Più buoni non lo so, sicuramente più empatici. C’è anche un’altra dimensione del tempo; quando viaggi è flessibile, conta come lo vivi e recuperi un tuo ritmo. Determinante è l’incontro con altre persone.

 

Il libro è ricco di aneddoti. L’episodio che più porta nel cuore?

L’asino che ci insegue e raggiunge anche attraverso intelligenti scorciatoie; io lo umanizzo pensando che sentisse la solitudine. Credo inseguisse più che altro Calypso, l’animale più vicino a lui. Di fatto una situazione potenzialmente pericolosa. Lui era libero e imprevedibile. Se si scalciavano ed io finivo a terra erano guai. Poi hanno stabilito una gerarchia e tutto è filato liscio.

 

Che rapporto si crea con la natura durante il cammino?

Molto forte perché con lei devi confrontarti. La natura è benigna e matrigna; sempre e comunque più forte di te… e si fa sentire, tu sei un fuscello di inferiorità. Io ho intrapreso il viaggio ad agosto, ma è realizzabile tutto l’anno. In inverno presenta difficoltà particolari; basti immaginare il passaggio dei Pirenei con neve e freddo. Io sono arrivato a Santiago bagnato fradicio come un pulcino, battezzato dalla natura.

Stati d’animo e riflessioni che hanno costellato il suo viaggio?

Probabilmente cercavo il modo di fare pace con me stesso. Sicuramente ho scoperto di avere risorse che neanche sospettavo.

 

Il Cammino comporta anche dosi di sofferenza e fatica, come quando lei è stato male per il troppo cavalcare. Cosa l’ha spinta a non arrendersi?

 

Ero abituato ai viaggi a cavallo di 2 o 3 giorni e in gruppo; ben diverso è farlo per 13 e da solo. Cambia il confine tra spirituale e fisico e bisogna fare i conti col corpo. Per esempio, chi va a piedi si ritrova pieno di vesciche ed è importante che qualcuno gliele buchi. Io ho tenuto duro perché Santiago è un magnete che attira; hai fatto 30 e non fai 31, ti fermi? Anche se stanco, c’è qualcosa che comunque ti incita a continuare …

 

Ci sono regole non scritte, ma da rispettare?

Aiutare gli altri in difficoltà. L’imperativo è la solidarietà; se vedi un pellegrino a terra, ti devi fermare e dargli tutta l’assistenza possibile.

 

Perché ha deciso di proseguire ancora fino a Finisterre?

Perché in realtà è quello il “chilometro zero”, segnato da un cippo. Come molti, anche io inizialmente avevo pensato di fermarmi a Santiago. Solo dopo ho voluto andare oltre, affascinato dall’idea di raggiungere la fine della terra. Per Santiago ci sono più percorsi; per Finisterre solo uno. Ed è’ lì, dove c’è il mare, che si prende la conchiglia, simbolo del cammino.

Oggi a Santiago ottieni l’attestato in latino che certifica il tuo viaggio. Ma in passato molti lo facevano per conto di altri; per esempio, per ottenere indulgenze a favore di persone malate. La prova che avevano compiuto il cammino era ritornare con la conchiglia. Si chiamano conchiglie di San Giacomo, e sono le Coquille Saint Jacques che mangiamo.

Ha scritto: “l’importante è trovare l’armonia tra mente, corpo e spirito”. Lei lo ha fatto?

Credo di sì, ma non è detto che tutti ci riescano. Quel viaggio aiuta molto.

 

Che senso ha per lei la vita

Che la vivi.

 

Cosa è più importante?

L’amore, e non intendo solo quello tra uomo e donna; riuscire sempre a darlo e a riceverlo. Non essere aridi come un campo brullo, ma una natura rigogliosa.

Ha scoperto come gestire al meglio i dolori e gli sbarramenti della vita?

Non ci sono segreti, ti inventi soluzioni volta per volta. Difficoltà varie, da quelle professionali agli abbandoni, non si possono prevedere e neanche sapere prima come le sentirai. Ognuno le elabora a modo suo, io lo faccio attraverso la scrittura,

 

Cosa si augura per il futuro?

Riuscire a vivere pienamente momenti, affetti e amori.

LAURA GORIA

Barbara Gullino: il life coaching dedicato alle donne

Barbara Gullino, Coach della relazione d’aiuto e del cambiamento e facilitatrice del respiro consapevole, propone a tutte le donne un percorso di life coaching per aiutarle a ritrovarsi nei propri aspetti più intimi delle relazioni amicali e amorose, oltre che a lavorare  sulla sensazione di non sentirsi realizzate. Questo percorso ha una durata di tre mesi, può essere attuato online o in presenza, ed è finalizzato a un risveglio interiore e a una maggiore conoscenza di se stesse.

“A distanza di anni le donne con cui ho lavorato – spiega Barbara Gullino – mi raccontano della loro trasformazione.  È importante arrivare a capire, all’interno della volontà di cambiamento, che abbiamo retaggi provenienti dalla famiglia di origine che incidono sulle varie relazioni della nostra vita. Dopo un primo incontro in cui la persona mi parla di sé, dalle sue parole e dal modo in cui utilizza la voce cerco di individuare fragilità ed esigenze e, successivamente, attivo lo strumento della ‘respirazione consapevole’. Questa tecnica richiama il respiro ancestrale, il respiro della vita per quello che è.  Se si pensa al respiro come a un sismografo che registra emozioni, capiamo intuitivamente quanto sia importante cambiare il nostro modo di respirare. La respirazione circolare o terapeutica porta in sede due fasi: la somatizzazione in cui si lavora dietro al dolore, e la consapevolezza, in cui vi è un lavoro profondo”.

Barbara Gullino è anche operatore olistico che promuove sedute di massaggi finalizzati a sciogliere tutte quelle tensioni muscolari originate da inquietudini interiori. Anche in questo caso la respirazione gioca un ruolo importante ed è fondamentale imparare a respirare non solo con i polmoni, ma anche con l’addome.

“Durante le sedute di massaggio utilizzo oli essenziali – dichiara Barbara Gullino –  le essenze di arancia amara e lavanda servono proprio per allentare la tensione. La linfa delle piante ha il potere di riconnetterci alla natura. Un’altra pratica fondamentale riguarda le visualizzazioni,  il metodo per vedere con chiarezza il risultato che si vuole raggiungere e infine il “mandala”, ovvero il lavoro e il dialogo con il nostro individuale bambino interiore finalizzati a riportare in luce eventi ed emozioni dimenticate e continuare a percorrere con successo la nostra strada verso il cambiamento”.

Info: barbaragullino69@gmail.com – telefono: 349 8093434

Mara Martellotta

Dal Giardino alla Città: percorsi di giardinaggio e botanica

Una lunga stagione da vivere nel giardino botanico medievale di Palazzo Madama e nel verde della città di Torino, imparando a seguire il ritmo della natura e a osservare i cambiamenti e l’evoluzione delle piante nelle stagioni. Gli appuntamenti in museo hanno inizio in veranda con “chiacchiere di giardinaggio” e proseguono in giardino con dimostrazioni pratiche e osservazioni dal vero; in città si effettueranno delle passeggiate attraverso viali, parchi e giardini: un modo per vivere il verde a 360 gradi.

Gli appuntamenti in Giardino: dalla teoria alla pratica

Il giardinaggio affrontato in due fasi: durante la prima parte dell’incontro verranno forniti diversi spunti teorici che analizzano un argomento o una categoria di piante, mentre la seconda parte condurrà i partecipanti nel giardino di Palazzo Madama, dove si potrà osservare e soprattutto mettere in pratica le tecniche migliori e più adatte per coltivare al meglio piante ornamentali, aromatiche, frutti e ortaggi.

Il calendario

Mercoledì 26 febbraio e 5 marzo ore 15.30-17.30

L’arte della potatura

Rose e frutti, siepi e rampicanti: dare forma alle piante che ci circondano è un modo per mantenerle in salute e rendere più equilibrato il giardino. Nella parte teorica si discuterà delle motivazioni e delle scelte che portano a potare le piante, nella parte pratica si eseguiranno delle dimostrazioni dei tagli corretti sulle piante del giardino

Mercoledì 12 marzo ore 15.30-17.30

La magia degli ellebori

La fioritura invernale è sempre di grande fascino e quando si parla di ellebori si aggiunge anche una straordinaria bellezza di un fiore dalle mille “facce”. Nella parte teorica si parlerà dell’origine e della diffusione dalle zone selvatiche europee ai giardini e balconi di tutto il mondo; nella parte pratica si vedrà come intervenire nella cura delle piante durante e al termine della fioritura.

Mercoledì 9 aprile ore 15.30-17.30

Bulbi strateghi

La strategia di sopravvivenza delle piante bulbose merita di essere approfondita anche per le grandi soddisfazioni che queste piante da fiore, da aroma e da ortaggio possono dare. Nella parte teorica i bulbi saranno analizzati dal punto di vista botanico e storico, nella parte pratica scopriremo come coltivare al meglio in giardino e in vaso centinaia di piante tutte diverse tra di loro ma accomunate dalla presenza di un bulbo!

Mercoledì 7 maggio ore 15.30-17.30

Rose, profumi e aromi

“L’enciclopedia” delle rose è in continua evoluzione, nuove varietà sono introdotte ogni anno per soddisfare gusti ed esigenze di tutti noi; le rose antiche e da profumo però hanno un fascino immutato nel tempo. Nella parte teorica vedremo storia e origine delle rose storiche e come si sono conservate fino ad oggi; nella parte pratica vedremo le cure post fioritura e contro le malattie e degli abbinamenti con piante aromatiche.

Mercoledì 11 giugno ore 15.30-17.30

Dal fiore al seme, dal seme al frutto

Terminate le fioriture primaverili per le piante sembra tutto fatto, in realtà è questo il momento cruciale in cui si ottengono prima i semi e poi i frutti fondamentali per perpetuare le specie; nella parte teorica si parlerà del ciclo vegetativo delle piante e di come garantire la produzione dei semi; nella parte pratica si vedranno le modalità di raccolta e conservazione di semi e frutti oltre che prove pratiche di semina nel terreno

Informazioni
Costi
: 5 € Ingresso giardino (gratuito abbonamento musei) + 5€ ogni incontro

Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Prenotazione consigliata

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Le passeggiate botaniche in città: storia e storie degli alberi

Giardini, parchi, viali raccontati dal punto di vista del verde e in particolare del ricco patrimonio arboreo nelle aree più amate della nostra città. Riconoscere un albero, comprenderne la storia sia botanica che culturale e infine apprezzarne il valore estetico e paesaggistico in ambito urbano. Attraverso le passeggiate impareremo a metterci nei panni dei nostri alberi per tutelare e curare al meglio la loro crescita.

Il calendario

Lunedì 14 aprile ore 15.30-17.30

Lungo Po

Il fiume è naturalmente ambiente privilegiato per la crescita degli alberi e il contesto urbano consente di apprezzare alberi molto interessanti e inediti. Percorso da Piazza Vittorio Veneto a lungo Po Machiavelli fino a Parco Michelotti.

Lunedì 26 maggio ore 15.30-17.30

Giardini e piazze del centro storico

Nell’800 e nel 900 sono stati impostati molti giardini del centro storico che risentono delle influenze del giardino all’italiana, alla francese e all’inglese. Alberi, aiuole e arredi impreziosiscono il nostro centro cittadino partendo dal Giardino Sambuy per arrivare a Piazza Maria Teresa passando per Aiuola Balbo e Giardino Cavour

Lunedì 29 settembre ore 15.30-17.30

Viali Alberati e Parco della Tesoriera

Chilometri di strade cittadine alberate, una ricchezza che poche altre città al mondo possono vantare. La tradizione del viale alberato ha radici nell’antica Roma e ancora oggi si utilizzano piante che hanno fatto la storia ma con un occhio ai tempi moderni. Percorso tra corso Vittorio Emanuele, Racconigi, Lecce, Francia con arrivo al Parco della Tesoriera.

Lunedì 10 novembre ore 15.30-17.30

Parco del Valentino

I colori autunnali, il fiume, il fascino di un parco romantico e all’inglese ci portano in una dimensione differente dove la città fa da contorno a un polmone verde e vitale ricco di storia e fascino. Passeggiata dall’arco monumentale di Corso Vittorio fino al Borgo Medievale.

Informazioni

Costi: 5 € (5 € Abbonamento musei) – pagamento in loco.

Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Prenotazione obbligatoria. Il punto di ritrovo verrà di volta in volta comunicato ai partecipanti.

L’alta sartoria di Ettore Berardi

 

Il sarto dal talento innato riuscì a trasformare in arte raffinata la moda maschile negli ateliers di Casale e Milano per mezzo secolo 

Negli anni ’60 le sue scelte provocanti ed esteticamente trasgressive abbracciarono le tradizioni dell’arte sartoriale italiana e la curiosità di grandi uomini dello spettacolo, politici, giornalisti e industriali. Le stoffe dalle tinte decise tra righe, quadri e fiori si trasformavano in veri capolavori e capi di altissimo profilo che il maestro cuciva loro addosso diventando immortali.

Il grande artigiano accompagnava ad ogni creazione incredibili cravatte e cappelli di spiccata originalità, spesso elaborati su fotografie in mancanza di clienti non sempre disponibili. Nei suoi ateliers passarono Pippo Baudo, Enzo Tortora, Corrado Mantoni, Mike Bongiorno, Fred Bongusto, Gianluigi Marianini, Alberto Lupo, Sergio Endrigo, Claudio Villa, Franco Franchi, Ugo Tognazzi e Vittorio De Sica. Confezionò lo smoking per il presidente degli Usa Richard Nixon e l’abito del presidente italiano Giuseppe Saragat, ricevendo lettera di ringraziamento.


Incontrò Carla Fracci, Ira Furstenberg, Wanda Osiris, Raf Vallone, Adriano Celentano, Ettore Andenna, Renato Pozzetto, Renato Rascel ed Ernesto Calindri. Partecipò a “Portobello”, trasmissione della Tv condotta da Enzo Tortora, ritrovando cappelli papali colorati di Pio XII°. Indubbiamente il promotore del sarto fu il torinese Gianluigi Marianini, autoironico intellettuale snob definito l’ultimo dandy e grande campione di “Lascia o Raddoppia”, il fenomeno mediatico della Tv italiana.


Prestigiosi riconoscimenti arricchirono la carriera del casalese Berardi, diplomi nella moda di successo, nella tecnica ed estetica assegnati ad Alessandria, Milano e San Remo, Forbice d’oro, Ago d’oro, Gesso d’oro e l’importante onorificenza di cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana conferita dal presidente Giovanni Leone. Importanti le sue iniziative, Oscar del Successo, Moda e Casa, Giro d’Italia Gastronomico. A Casale fu fondatore della Pro Loco, della Mostra di San Giuseppe, del Carnevale e della Stracasale, corsa notturna nelle vie della città e dirigente della Commissione Provinciale
dell’Artigianato.
A Sant’Evasio, patrono di Casale, intitolò il premio San Vas e fondò la Banda Musicale casalese “la Mounfrin’a”, confezionando le divise con i colori della città e sostenendo con le proprie stoffe la realizzazione dei costumi delle Majorettes guidate dalla capitana Gianna Sassone proiettata nel 1968 da Berardi a “Settevoci”, programma Tv condotto da Pippo Baudo, creando un risveglio musicale senza precedenti a Casale Monferrato.
Armano Luigi Gozzano

Primavera al Castello di Santena

Domenica 30 marzo 2025

La Fondazione Camillo Cavour, con il patrocinio della Città di Santena, in collaborazione con l’Associazione Santena E20 e l’Agenzia Gian Eventi, presenta una domenica ricca di eventi per festeggiare insieme l’arrivo della nuova stagione.

Nella suggestiva cornice del parco e del Castello Cavour, un luogo storico ed affascinante, la manifestazione “Primavera al Castello” proporrà ai visitatori tante iniziative dedicate a grandi e piccini.

Sin dal mattino circa 150 espositori provenienti da tutto il Piemonte e non solo, coloreranno il Parco. I visitatori potranno divertirsi curiosando nelle diverse aree predisposte:

vivai, fiori, piante da giardino e grasse, attrezzature per il giardinaggio;

– operatori olistici e del benessere;

– hobbisti, creativi, artigiani, operatori del proprio ingegno;

– produttori a km zero e piccola zona street food

Protagonista assoluto della giornata ovviamente il Parco Cavour e le interessanti iniziative di questa domenica 30 marzo:

– “Aria di Primavera”: visite al parco di due ore dove natura e storia vanno a braccetto;

– “Fortest bathing: passeggiate in cui si interagisce con il bosco e gli alberi all’insegna del benessere psicofisico

“Attività sensoriali bendate”

Per tutta la giornata visite al Castello, presso le Scuderie laboratori per adulti, area bimbi e gonfiabili.

Info e prenotazioni: Castello Cavour di Santena 011 59 73 73

Cuore Quattrozampe Toelettatura compie 10 anni

Ad Alpignano esiste una vera e propria spa per cani e gatti, tempio del loro benessere fisico, emotivo e mentale.

Due ragazze, tra loro migliori amiche ed appassionate di animali, realizzano 10 anni fa il loro sogno.

La nostra storia 

Mi chiamo Veronica Mancusi e la mia vita nel mondo della cinofilia, (addestramento e toelettatura), inizia 15 anni fa con l’arrivo della mia piccola pincherina Dreamy, strappata alle brutalità della vivisezione.

Con lo scopo di aiutarla a risolvere fobie ed insicurezze inizio a frequentare il centro cinofilo Garu di Rivoli.
Dopo il primo corso di educazione di base, continuo con  agility e dog dance.

Appassionata di cani fin dalla nascita, decido di approfondire le mie conoscenze diventando istruttrice cinofila.
“A causa di una brutta alopecia della mia Dreamy, 14 anni fa mi reco in una toelettatura ligure che effettua trattamenti all’ozono per problematiche dermatologiche di vario tipo. Lì nasce il mio amore per la toelettatura.”

Contestualmente la mia migliore amica Sara Zupi salviamo un cucciolo di chihuahua da una situazione di maltrattamento.
Anche lei inizia un percorso di addestramento al Garu e si appassiona di toelettatura.

Decidiamo di intraprendere un percorso formativo, in seguito al quale partecipiamo a numerosi stage, seminari e gare, oltre ad un periodo di affiancamento nella toelettatura del caro amico Gerry di Carmagnola (TO).

Sfruttiamo il nostro tempo libero toelettando, prima gratuitamente poi con piccoli contributi, prevalentemente cani e qualche gatto di amici e compagni del Garu, nel salotto di casa e con i primi guadagni acquistiamo un tavolo e altri strumenti professionali per continuare a far pratica in modo più agevole a casa.

La nascita di Cuore Quattrozampe

Dieci anni fa  realizziamo il nostro più grande sogno: nasce la toelettatura Cuore Quattrozampe, che si afferma anche come scuola dopo soli 2 anni.

Il nostro nome racchiude il profondo amore che nutriamo per gli animali, esseri di luce, capaci di donare amore incondizionato.

Crediamo che i cani siano angeli sulla Terra, inviati da Dio per insegnare agli esseri umani valori importanti come l’amore, la presenza e il rispetto.

Cuore Quattrozampe rappresenta il nostro modo di vivere questa professione.

Non ci occupiamo solo di trattamenti estetici, ma poniamo grande attenzione al benessere del cuore, del corpo e della mente dei nostri e vostri cani e gatti.

Negli anni abbiamo approfondito la formazione integrando diversi percorsi olistici, come lo studio e l’utilizzo di oli essenziali nei trattamenti di bellezza.

Siamo diventate operatrici di Reiki di terzo livello, disciplina che aiuta a riequilibrare le energie e favorisce il benessere dell’intero essere vivente.

Lo utilizziamo spesso durante i trattamenti, soprattutto con i cani più timorosi.

Con l’arrivo della mia seconda cagnolina, Angy, mi specializzo nei tagli a forbici e grazie a lei partecipo a gare di bellezza Enci e competizioni di toelettatura, mentre crescono le mie passioni per l’agility e la dog dance.

Oggi Cuore Quattrozampe è pet shop, toelettatura e prestigiosa scuola di toelettatura, tra le più riconosciute in Italia.

In otto anni abbiamo formato 50 allieve/i, 8 sono attualmente iscritte e altre 5 in lista di attesa, lista che cresce di mese in mese!

Veronica Mancusi
Toelettatura e Scuola Cuore Quattrozampe
Viale Vittoria 1 – 10091 Alpignano (TO)

Per la prima volta in Italia, a Torino, il Museo Impossibile

Aperto dal 22 febbraio nello spazio di via Garibaldi 44

Approda in esclusiva, per la prima volta in Italia, il Museo Impossibile, in via Garibaldi 44, a Torino. Si tratta di una mostra totalmente interattiva dove il visitatore ha l’occasione di vivere intensamente oltre 60 attrazioni uniche e mai viste prima in Italia. Il Museo Impossibile è più di una semplice mostra, è un’esperienza a 360⁰, divertente e coinvolgente, che risveglia l’immaginazione e la creatività. Qui ogni angolo è pensato per stupire. Curiosità e imprevedibilità sono gli ingredienti principali di questa mostra unica nel suo genere. Libera la fantasia con giochi di ruolo e situazioni surreali ideali per il pubblico di ogni età.

Oltre 60 installazioni sono state progettate per sorprendere e incantare, offrire leggerezza e meraviglia. Per esempio il visitatore può scattare foto incredibili e selfie spettacolari che sfidano le leggi della realtà, divertendosi con foto che sorprenderanno tutti. Il Museo Impossibile accompagna il visitatore in un’avventura divertente e coinvolgente e, al tempo stesso, ne stimola la creatività. Curiosità e stupore sono gli ingredienti di questa mostra unica nel suo genere, un mix perfetto tra invenzione, innovazione e tecnologia che consentirà di vivere l’emozione dell’incredibile metaverso della realtà aumentata, oppure il visitatore potrà viaggiare attraverso nuovi scenari con le più avanzate tecnologia di realtà virtuale. Al Museo dell’Impossibile ci si potrà trovare faccia a faccia con un Tirannosauro Rex, scattare foto mentre si vola ad alta quota, scoprire di essere rimpicciolito e trovarsi nella casa di un gigante, perdersi in un intricato labirinto e svegliarsi sul letto di chiodi di un vero fachiro. Queste sono solo alcune delle 60 incredibili attrazioni che si scopriranno al nuovissimo Museo dell’Impossibile, a Torino.

Il percorso espositivo segue il metodo del’edutainment, scenografie spettacolari e spazi interattivi offrono occasioni di apprendimento attraverso un’esperienza di gioco e divertimento. Per le scuole sono previsti percorsi guidati con soluzioni interattive di edutainment per imparare divertendosi, alla scoperta della spettacolarità dell’arte in 3D e delle sue applicazioni nella realtà contemporanea, oltre a uno sguardo approfondito sulla fenomenologia dei processi cognitivi.

Orari: da lunedì alla domenica 10-19

Apertura al pubblico: 22 febbraio

Mara Martellotta

Cercasi Pet Sitter: boom di richieste e un corso per professionisti

Torino si posiziona al primo posto tra i principali capoluoghi italiani per la presenza di animali domestici, con oltre settemila cani adottati tra il 2020 e il 2022*. Accanto alla passione per gli amici a quattro zampe cresce l’esigenza di figure professionali che supportino i proprietari nella cura dei pet. Opsi Academy organizza a Rivoli un corso online e in presenza per diventare Pet Sitter esperti e certificati.

 

Rivoli, febbraio 2025 – Con i suoi oltre ottantadue mila cani stimati nel 2022, Torino si attesta tra i principali capoluoghi italiani per gli animali in casa, un dato che riflette non solo l’affetto e la compagnia che questi animali offrono, ma anche una crescente consapevolezza riguardo al loro benessere e alla responsabilità di possedere un compagno a quattro zampe.

 

Il mercato del pet sitting nella regione sta registrando di conseguenza un notevole sviluppo, ed essere un pet sitter può essere un lavoro gratificante per chi ama gli animali e desidera un lavoro flessibile. Tuttavia, è importante essere consapevoli delle responsabilità e delle sfide che questo lavoro comporta e formarsi adeguatamente senza lasciare spazio all’improvvisazione.

 

Il corso organizzato da Opsi Academy, scuola fondata nel 2008 da esperti del settore, punta a fornire le competenze e le conoscenze necessarie per offrire un servizio professionale e di alta qualità per tutte le tipologie di animali domestici.

 

Il corso, in partenza a marzo, si articolerà in 3 fasi: una teorica che si svolge comodamente a casa propria attraverso dispense fornite dalla scuola, una pratica in aula e in campo cinofilo a Rivoli e l’ultima online attraverso 3 webinar a cui partecipare dopo aver superato l’esame finale. Al termine del corso verrà rilasciato un diploma e un tesserino di riconoscimento, nonché l’iscrizione all’albo di Opsi Academy tramite pagina web dedicata.

 

Tra gli argomenti la gestione delle emergenze, fondamentale per garantire la sicurezza degli animali e la tranquillità dei loro proprietari, nozioni di veterinaria, approfondimenti sull’approccio comportamentale verso cani e gatti e pillole di marketing, utili per intercettare la clientela e diventare un pet sitter professionista a tutti gli effetti.

 

Per maggiori informazioni consultare il sito Opsiacademy

Scrivere a mano

GLI EFFETTI POSITIVI DI USARE CARTA E PENNA   E’ vero, scrivere al computer è comodo, veloce e pratico. Si digita con dinamicità, si corregge premendo un comando senza lasciare traccia dell’errore, si può salvare in diverse versioni, stampare e inviare con pochi click, tutto questo è innegabilmente efficiente e per certi versi insostituibile.

L’uso frequente della tecnologia e dei nuovi codici lessicali però, per quanto funzionanti ed efficaci, ha contribuito all’impoverimento della scrittura, della nostra bella lingua, della comunicazione in genere. Abbreviazioni, linguaggio contratto, emoticon che sostituiscono interi concetti, opinioni e pensieri, costituiscono un vero e proprio imbarbarimento del nostro vocabolario e dell’intera modalità espressiva.

Sarebbe opportuno quindi fare una riflessione sull’importanza che il recupero della scrittura con la penna, in corsivo soprattutto, potrebbe avere, senza con questo sottovalutare i vantaggi assicurati dai moderni strumenti di composizione.
La psicologia si è occupata in maniera approfondita del linguaggio e della scrittura ed è grazie a vari studi ed analisi che sono venuti alla luce i differenti benefici e facoltà della scrittura manuale. E’ provato infatti che usare la penna per la redazione di documenti, appunti o diari coinvolge diverse aree del cervello che coordinano la componente sensoriale e percettiva con il movimento grafico integrando così sensazioni e controllo delle azioni e del pensiero; al contrario queste aree cerebrali non vengono implicate nella digitazione attraverso la tastiera e il gesto, meramente automatico, risulta impersonale e standardizzato.
La memoria grazie alla scrittura manuale migliora indiscutibilmente, si esercita. Chi prende appunti utilizzando la penna, a causa dell’impossibilità di annotare tutto ciò che viene detto, sviluppa sensibilmente la capacità di elaborazione e di sintesi e stimola il potenziamento di quel processo atto alla raccolta di concetti e nozioni di rilievo, in sostanza quelli più importanti da ricordare. Anche l’apprendimento trae benefici grazie all’utilizzo di carta e penna, soprattutto quello dei bambini. Scrivere manualmente è infatti quella attività che permette di trasformare le idee ed il pensiero in segni concreti, di veicolare gli stati d’animo, di liberare la creatività ed entrare in contatto con le nostre emozioni. Secondo le neuroscienze, nel momento in cui l’idea astratta diviene parola scritta si attivano diverse aeree corticali del cervello che favoriscono i processi cognitivi mentre tutto ciò avviene in misura decisamente minore nella scrittura tecnologica. Inoltre i bambini che scrivono di più sanno leggere meglio.
Mettere le parole su carta, infine, ha un valore terapeutico. Scrivere di getto emozioni, stati d’animo, ansie, paure o ricordi permette di riviverli con il giusto distacco, di rielaborarli, di farli emergere per osservarli da una angolatura nuova, esterna e distolta. Mettere nero su bianco sentimenti e pensieri negativi è un modo per alleggerire pesanti zavorre interiori, riprendere fiato e ritrovare il buon umore. Compilare un diario permette di conoscersi a fondo, consente di accedere alla propria intimità e aprire un dialogo con se stessi senza censure e senza filtri, uno spazio privato dove affiora la propria realtà interiore.

Oltre ai numerosi benefici psicologici e cognitivi, utilizzare carta e penna per formulare le nostre comunicazioni ha un valore e un significato estetico, di stile e persino romantico. E’ vero che attraverso i nuovi strumenti di messaggistica possiamo scrivere senza sosta, esprimere il nostro stato e i nostri desideri senza limitazioni, ma nulla può sostituire la grazia, il garbo e lo spirito appassionato di un biglietto scritto a mano, in corsivo. Utilizzare la carta, scrivere e dedicare pensieri in calligrafia trasforma un gesto in una piccola opera, conferisce personalità e poesia ad una azione resa sin troppo uniforme e fredda da quella tastiera che ci segue ovunque.

Maria La Barbera

Capodanno cinese: anche a Torino è Festa di Primavera

Il Capodanno Cinese, conosciuto anche come la Festa di Primavera, è una delle celebrazioni più importanti della cultura cinese, festeggiata non solo in Cina, ma in tutto il mondo.

Nel 2025, l’anno che segna il ritorno del Serpente, simbolo di saggezza e intuizione secondo lo Zodiaco Cinese, è stato celebrato con grande entusiasmo. A Torino, la piazza Castello ha ospitato le tradizionali danze del drago e del leone, che da secoli sono simbolo di forza e protezione.

Le radici del Capodanno Cinese affondano oltre 3.000 anni fa, legate alla vita agricola: l’inizio del nuovo anno segnava il periodo di riposo dopo il raccolto e l’inizio della nuova stagione. Una leggenda racconta che il mostro Nina, che terrorizzava i villaggi, veniva scacciato dal rumore, dal fuoco e dal colore rosso, dando vita ad alcune delle tradizioni che ancora oggi caratterizzano la festa.

I festeggiamenti, che quest’anno sono iniziati il 29 gennaio e si sono conclusi con la tradizionale Festa delle Lanterne, durano quindici giorni. Questo evento segna la fine delle celebrazioni e rappresenta il momento per salutare l’anno vecchio e accogliere quello nuovo, sperando in un futuro migliore. La Festa delle Lanterne, conosciuta anche come “piccolo Capodanno”, è una delle tradizioni più attese, che segna la chiusura del ciclo festivo.

Ciò che rende il Capodanno Cinese ancora più affascinante è il fatto che il calendario cinese segue i cicli lunari e planetari, motivo per cui la data del Capodanno non è mai fissa. Anche quest’anno, il governo cinese ha inviato i tradizionali regali nella scatola rossa agli emigrati cinesi nel mondo, un gesto simbolico di buon augurio e prosperità. Il Serpente, simbolo di saggezza e trasformazione, rappresenta un animale che cambia pelle ogni anno, un invito a rinnovarsi e a crescere.

L’evento, realizzato con il patrocinio della Città di Torino, ha visto la cooperazione di numerose realtà, tra cui l’Associazione generale dei commercianti cinesi in Piemonte, l’Associazione degli industriali e commercianti cinesi in Torino, l’Associazione Cinesi e Italo-cinesi in Torino e Cuneo, e altre associazioni che da tempo contribuiscono alla promozione della cultura cinese in Italia.

Anche gli addobbi e il palco dell’evento hanno riflesso il significato della celebrazione, grazie al contributo di XI Fu Wedding Flowers, un’eccellenza imprenditoriale cinese a Torino, che ha saputo unire la creatività orientale con l’esperienza di Alessia (nome italiano della titolare), specializzata in eventi e matrimoni.

Quest’anno, il Capodanno Cinese ha acquisito un significato ancora più speciale, entrando ufficialmente a far parte del patrimonio immateriale dell’umanità. La festa non è solo un momento di unione per i cinesi, ma è condivisa anche con altre comunità asiatiche, come giapponesi, coreani, vietnamiti e thailandesi, creando un simbolo di solidarietà e connessione tra popoli.

Anche noi della Redazione desideriamo rinnovare i nostri più sentiti auguri a tutti i lettori, sperando che questo nuovo anno porti prosperità e integrazione, contribuendo a rafforzare la sinergia tra tutte le comunità che arricchiscono la nostra città di Torino.