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Parole d’amore ai tempi del virus

Francesco, infermiere impegnato nell’emergenza sanitaria, ha scritto un pezzo uscito su spotify e itunes dedicato alla sua ragazza

Incontro Francesco lungo Po, con la luce calma del tramonto, l’odore della primavera che quest’anno si sente quasi colpevole ad essere arrivata, e qualche sguardo prudente che passa rapido dietro alle nostre spalle.  Ha gli occhi dolci, uno sguardo un po’ lontano e un sorriso sincero.

T: Ciao Francesco, chi sei e da dove vieni?
F: Allora, sono Francesco, ho 27 anni, sono nato a Civitanova Marche e faccio l’infermiere. Esauriente? (ride). Sono a Torino da due anni, ma prima di approdare qui ho vissuto anche a Milano per un po’ di tempo. Qui a Torino ho trovato quello che per me era il giusto equilibrio tra il traffico della grande città e la pace della cittadina di provincia. Non mi fraintendere -che se lo legge mia mamma pensa “ma guarda questo”-: amo il posto dove sono nato, amo tornarci, ma io sono uno a cui piace cambiare.

T: e invece chi è F Brioschi?
F: F brioschi so’ io: è il mio alter-ego creativo. Hai presente quella parte di ognuno di noi che rimane inespressa, ma che è latente, quel qualcosa che non sai che forma abbia ma senti che c’è, e allora per ri-conoscerla, per prendere consapevolezza della sua esistenza, le dai un nome: dando un nome a questa parte di me, è come se gli avessi dato vita, attraverso la musica. Così è nato F Brioschi. Questo nome l’ho scelto insieme alla mia ragazza: se po di? O fa miele?

T: Da come ne parli sembra un “ri-conoscimento” recente.
F: Ho sempre scritto, canzoni, pensieri, poesie, parole insomma con diverse forme si, ma non mi ero ancora ri-conosciuto davvero. Avevo registrato altri pezzi che ho tenuto per me, per gioco, mentre Mina è uscito allo scoperto perchè è stato un regalo per la mia ragazza, Mina appunto. E’ lei che ha tirato fuori F Brioschi, in tutti i sensi. E il produttore, Emanuele Cotto, ha fatto il resto: ha visto nel mio pezzo un inno all’amore in cui altre persone avrebbero potuto indentificarsi, come spesso accade; poi è successo che è stata ascoltata dall’etichetta Reload Music, che ha deciso di farla uscire sulle piattaforme di streaming musicale a loro marchio. Sinceramene non mi aspettavo che un’etichetta si potesse accorgere di me, visto che fino a ieri cantavo solo mentre spadellavo (da buon terrone), o nel letto prima di dormire per fare addormentare la mia ragazza. E ora invece mi ritrovo la mia faccia su spotify.

T: Dicci chi è, e che cos’è, Mina
F: Mina è la mia compagna, la mia ragazza, che in realtà si chiama Martina, ma le piace farsi chiamare così. Nella canzone ho giocato con le parole: (canticchia) “e adesso c’ho una mina nel petto”, una bomba pronta ad esplodere per la potenza di quello che provo nei suoi confronti.  Dopo esserci persi in un locale notturno due anni fa, ci siamo ri-incontrati quest’autunno (canticchia di nuovo) “erano due anni che non ti vedevo”, e l’impressione che ho avuto è che ci fossimo già incontrati in un’altra vita “e ci siam voluti già in un’altra vita”, perchè è stato tutto molto familiare e vero sin dall’inizio, come se non dovessimo spiegarcele, le cose che più erano sepolte dentro noi. Mi sono sentito come se fossi tornato a casa dopo un lungo errare alla ricerca di una sensazione cosi vera. Quando l’ho ritrovata è stato come unire i puntini. É una sensazione rara, non è il semplice innamoramento: per questo il pezzo non poteva che prendere il suo, di nome.

T: Il pezzo è uscito durante la pandemia che ha messo in ginocchio tutta italia: come sta andando?
F: “mina” è uscito il 23 aprile su spotify, itunes, e alter piattaforme: fare uscire un pezzo in questo periodo va contro tutte le regole non scritte del mercato musicale, ma abbiamo comunque deciso di pubblicarla per vedere quante persone avrebbe raggiunto. Siamo rimasti davvero stupiti, perchè è andato ben oltre le nostre aspettative: dopo 15 giorni siamo arrivati a 15 mila stream, 1000 stream al giorno, non male eh per un ragazzo di provincia (ride): per me ma anche per il produttore e per l’etichetta, sono stati una grandissima sorpresa, essendo il mio primo pezzo.

T: ma con un successo così, avrai sicuramente in cantiere un secondo pezzo: confermi?
F: non voglio dire ancora nulla, solo che questo secondo pezzo sarà molto diverso dal primo, parla di una sensazione, uno stato d’animo in movimento, qualcosa che accomuna un po tutti i malinconici: non è che se so’ innamorato non sono più nostalgico. Non c’è un vero e proprio progetto musicale dietro, quello che esce da me è solo verità quindi aspettatevi questa e nient’altro.

I cammini d’Italia in diretta sui social

Martedì e venerdì alle ore 18.00 appuntamento con interviste live

Non so se andrà tutto bene, né se l’emergenza ci restituirà in qualche modo migliori alla vita civile, ma d’una cosa son certo: la differenza fra un popolo e un ammasso di gente sta nella capacità di declinare il pensiero al plurale, silenziando l’“io” per dar voce al “noi”.
Enrico Brizzi per Montagne 360


All’interno dell’emergenza sanitaria tutte le attività outdoor hanno subito una battuta d’arresto, ma Duma c’anduma ha trovato il modo per proseguire: parte dal Piemonte il nuovo progetto digitale ‘a tappe’ – attraverso tutta la penisola italiana da nord a sud, dal Trentino alla Sicilia – per dar voce, spazio e visibilità ai Cammini d’Italia.

Gli appuntamenti, con cadenza infrasettimanale ogni martedì e venerdì alle ore 18:00, sono strutturati in una serie di interviste live sui social media (YouTube e Facebook) di Duma c’anduma. L’entusiamo col quale è stato accolto il progetto ha dato l’opportunità di creare un fitto calendario con appuntamenti che arrivano già fino a luglio. Protagonisti delle dirette streaming sono gli ideatori, i realizzatori e i promotori dei numerosi cammini delle regioni italiane. Un’iniziativa condivisa che ha l’obiettivo di promuovere le proposte di turismo lento a piedi (o in bicicletta) per sostenere la cultura dello slow travel in Italia e favorire i territori e le strutture attraversate da questi itinerari. Ad oggi sono già state realizzate già due dirette con i promotori del Cammino dei Ribelli tra Piemonte, Liguria, Emilia e Lombardia e del Cammino di San Francesco di Paola in Calabria. Le interviste hanno riscosso grande interesse raggiungendo un pubblico molto attivo che ha partecipato con numerosi

commenti e domande live. Le dirette con i cammini d’Italia è un progetto di Duma c’anduma. Nata ne l 2015, per idea di Gabriele Ferreri, Duma C’anduma organizza escursioni e trekking in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e accompagna camminatori in viaggi a piedi in tutta Italia e nel mondo. Duma c’anduma propone, tutto l’anno, con le sue guide escursionistiche ambientali, esperienze di cammino in luoghi di alto interesse naturalistico, storico e culturale, ponendo grande attenzione alla filosofia del “camminare in gruppo”, rispettando le esigenze e le difficoltà del singolo.

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CALENDARIO DELLE DIRETTE

Martedì e venerdì ore 18.00 appuntamento con interviste live
Su YouTube https://www.youtube.com/dumacanduma
Su Facebook https://www.facebook.com/dumacanduma/

21 APR 2020
Il Cammino dei Ribelli tra Piemonte, Liguria, Emilia e Lombardia

28 APR 2020
Il Cammino di San Francesco di Paola in Calabria

5 MAGG 2020
La Magna Via Francigena in Sicilia

8 MAGG 2020
Il Cammino di Carlo Magno dal Lago d’Iseo a Ponte di Legno

12 MAGG 2020
Il Cammino Materano tra Puglia, Basilicata, Campania e Molise

15 MAGG 2020
IL Cammino della Linea Gotica da Cinquale a Pesaro

19 MAGG 2020
Il Cammino di San Nilo in Cilento

22 MAGG 2020
La Via Ghibellina da Firenze a La Verna

26 MAGG 2020
Il Cammino di San Vili in Trentino

29 MAGG 2020
La Via dei Frati da Caltanissetta a Cefalù

2 GIU 2020
La Via Francisca del Lucomagno da Costanza a Pavia

5 GIU 2020
Il Sentiero dell’Inglese in Calabria

9 GIU 2020
Il Cammino del Salento in Puglia

12 GIU 2020
La Via Valeriana da Pilzone d’Iseo a Edolo

16 GIU 2020
Il Cammino di San Cristoforo in Friuli Venezia Giulia

19 GIU 2020
Il Cammino di Santa Giulia da Livorno a Brescia

23 GIU 2020
La Via Spluga tra Svizzera e Italia

26 GIU 2020
Il Cammino Minerario di Santa Barbara in Sardegna

30 GIU 2020
Il Cammino di San Tommaso da Roma a Ortona

3 LUG 2020
La Via della Lana e della Seta da Bologna a Prato

7 LUG 2020
La Via Appia da Roma a Brindisi

10 LUG 2020
Il Cammino di San Bartolomeo da Fiumalbo a Pistoia

14 LUG 2020
Il Cammino delle Terre Mutate da Fabriano a L’Aquila

Cronache della peste. Parliamo di sesso

Leggo un post su fb, inoltrato a tarda notte. “Non riesco a dormire. Ho una voglia di…” e poi un emoticon ammiccante. Non so di chi sia. Si intuisce una presenza femminile. Ma conta fino a un certo punto. Il problema del sesso durante la quarantena è trasversale. Non conosce differenziazione di genere.

Ed è problema pesante. Non per nulla se le farmacie hanno esaurito le scorte di benzodiazrepine, i siti di vendita online hanno buttato fuori tutte le riserve di sex toys. Per non parlare dei siti porno, che stanno conoscendo una vera e propria età dell’oro…

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Cronache della peste. Parliamo di sesso

Nasce l’Indice di Sicurezza dei viaggi targato Torino

Uno strumento innovativo per monitorare la riapertura delle frontiere e i contagiati in ogni stato. Due giovani torinesi lo lanciano sul portale Generazione Viaggio

Basta digitare il nome di uno stato. E, in un attimo, si scoprono contagiati, morti, guariti, tasso di mortalità e se le frontiere sono chiuse o aperte. Capita per la Norvegia, dove il tasso di mortalità è al 2,69 per cento, come pure per il Portogallo dove è fermo al 3,9 per cento.  C’è addirittura la Groenlandia, dove si contano solo 11 guariti e zero contagiati. In Martinica? Appena due casi. E, poi, ci sono le Filippine (530 morti) e la Repubblica di San Marino (41 decessi), le Bahamas (qui il tasso di mortalità schizza al 13,75) e Capo Verde dove, ad esempio, il tasso di mortalità è a zero, come pure in Mongolia o alle Isole Fidji.

Si tratta di un tool disponibile su https://generazioneviaggio.it/informazioni-coronavirus-tempo-reale/. Uno strumento digitale veloce, gratuito e di facile consultazione, che peraltro viene messo a disposizione di chiunque: lo si può infatti inserire come widget su qualsiasi altro sito.

E’ un progetto pensato per i viaggiatori che vogliono monitorare la situazione nel mondo, sognando e iniziando a immaginare rotte laddove la situazione lo potrebbe permettere. Ma è anche uno strumento di conoscenza della situazione odierna, calcolato sulla base di dati pubblici internazionali, che, dunque, torna molto prezioso ad analisti, giornalisti, studenti, cittadini.

Il nuovo portale Generazione Viaggio è firmato da Tiziano Salerno e Andrea Dattoli, 35enni torinesi. I due, esperti travel designer e del turismo online, hanno creato una sinergia con i giovani  francesi, specialisti in tecnologia del turismo, Eric Gerardin e Florian Colas, che hanno deciso in questo periodo di instabilità del mondo del turismo di creare un tool per informare i viaggiatori sul nuovo mondo dei viaggi all’epoca del Coronavirus.

«Lo abbiamo ideato per aiutare chi viaggia a capire meglio il flusso di informazioni che arrivano dai media ed avere dei dati certi e affidabili: abbiamo sviluppato questo indice di sicurezza elaborandolo sui dati resi noti da ogni stato» spiegano Dattoli e Salerno, non nuovi a progetti innovativi nel campo del turismo. Nel 2014  hanno anche dato vita al tour operator Archè Travel, che si occupa di viaggi d’autore nel Mediterraneo sulle rotte degli antichi, vincitore del Premio Turismo Cultura Unesco 2015.

Spiegano che il tool sarà dinamico e molto affidabile: «Sarà aggiornato due volte al giorno: è destinato, in particolare, alle persone che hanno in programma un viaggio imminente e fino ad ora non sapevano come reperire informazioni». Tornerà utilissimo alla ripresa della vita reale, quando si cercheranno mete sicure e paesi meno toccati dal virus.

Il sistema assegna anche una lettera a ogni paese: fotografa destinazioni rischiose (dall’India a Porto Rico), incerte (come Maldive o Argentina) o sicure (come Birmania o Cambogia).

Tra le altre cose, il nuovo portale Generazione Viaggio si impegna a dare importanti e utili informazioni di viaggio nel mondo a 365 gradi ed ora è impegnato attivamente in una campagna di promozione dell’Italia come destinazione turistica per gli italiani.

Cronache della peste. Il barbiere

Alla fine non ce l’ho fatta più. Ho preso e mi sono rasato i capelli da solo. Adesso sembro il nonno dei Naziskin. Beh, sempre meglio che dovermi fare le treccine come un rasta.

Visto che l’ineffabile Conte Zio ha deciso che barbieri e parrucchieri non riapriranno prima di Giugno… E voi continuate a cantare dai balconi belli felici. Prima o dopo provvederanno a tosarvi. E non solo i capelli…

Comunque, a me il barbiere manca. Non solo, forse neppure tanto per una questione estetica. Piuttosto perché la “barberia”, come la si usava chiamare un tempo, era un luogo importante della vita. Della vita sociale e di quella personale. Per certi aspetti addirittura un luogo di formazione.

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Cronache della peste. Il barbiere

Essere donna, avere dei figli, voler lavorare

ADESSO! di Silvia Garda / In Italia una donna che segue i suoi figli fa la mamma. In Italia un papà che segue i suoi figli, fa il mammo

In Italia una mamma che lavora, cucina, consola, parla con le maestre, mette a nanna, fa ciò che ci si aspetta da lei.

In Italia un papà che lavora, cucina, consola, parla con le maestre, mette a nanna, è tanto carino perchè aiuta la mamma.

In Italia una mamma che non lavora per stare con i suoi bambini, non è in grado di coordinare il suo lavoro con il suo ruolo genitoriale.

In Italia un papà che non lavora per stare con i suoi bambini è coraggioso e generoso perchè si sacrifica per la sua famiglia e lascia che la moglie si realizzi.

Perchè tutte queste differenze? Perchè, per quanto se ne parli, in Italia la donna è ancora prima di tutto, molto mamma. A noi ai colloqui di lavoro viene chiesto, tra le righe perchè non si potrebbe, se desideriamo dei figli, solitamente camuffando con: tra cinque anni come ti vedi? A noi viene chiesto alle cene di Natale: e un bambino? Quand’è che me lo fai un bel nipotino?

Immaginatevi se queste cose venissero chieste agli uomini. Impensabile, vero?

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Humour ai tempi del Coronavirus

Un’ancora di salvezza per vivere meglio ed in modo più resiliente. Lo scrittore torinese Gianluigi De Marchi propone due suoi volumi umoristici di recente pubblicazione

In tempi di emergenza Covid 19 le letture umoristiche, come quelle che lo scrittore torinese Gianluigi De Marchi propone attraverso i suoi recenti volumi, sicuramente costituiscono un valido supporto per vivere in modo più sereno fasi emergenziali come quella che stiamo attraversando, non soltanto di natura sanitaria (dovuta alla pandemia da Covid 19), ma spesso complicate anche da difficoltà psicologiche.

Queste sono spesso provocate da un improvviso cambiamento intervenuto nei ritmi e nelle modalità di vita ( causato dal forzato, ma necessario, isolamento in casa e dall’altrettanto fondamentale distanziamento da tenere rispetto al prossimo). In un simile momento storico, certo non facile, la lettura ispirata allo humour può rappresentare un’importante ancora di salvezza per aprire spazi mentali distensivi ed alternativi. Infatti l’umorismo, alla luce di un’analisi esistenziale, mostra la sua relazione con il concetto di “resilienza” psicologica. In psicologia il termine “resilienza” indica la capacità di superare le avversità della vita, di risorgere dopo un trauma, uscendone, come affermava lo psicologo americano David Walsh nel 2008, “rafforzati e pieni di risorse”, all’interno di un processo in costante dinamismo.

E nel suscitare humour attraverso la lettura dei suoi scritti più recenti riesce molto bene lo scrittore torinese Gianluigi De Marchi, che ha all’attivo, nel suo bagaglio letterario, la pubblicazione di volumi di materia finanziaria e romanzi.

Il suo libro umoristico, da poco pubblicato su Amazon, rappresenta un’antologia umoristica LEVEREI, ripetizione dal titolo “NonnoScemo” tratta da alcuni “siparietti” inseriti su Youtube. Raccoglie barzellette, scemenze a raffica, come lui stesso le definisce, condensate in una riga; la sezione intitolata “I grandi film”, che comprende i titoli dei capolavori dello schermo rivisitati e corretti, e l’ultima parte, che tocca diversi argomenti, tra cui l'”umorismo a tema”, vale a dire una sezione variegata capace di includere oroscopi, il festival di Sanremo e personaggi come i Sette nani di Biancaneve, gli eroi del Risorgimento, i “nostri amici stranieri”, la finanza, i proverbi ed i quiz d’intelligenza.

“Un altro libro che ho scritto in questo periodo di isolamento forzato legato alla pandemia – spiega lo scrittore Gianluigi De Marchi – è stato quello intitolato “Nake News”, in cui ho parafrasato la fin troppo in voga espressione delle “fake news”. “Nake news”  (che vuole indicare semplicemente “notizie spoglie e nude”, in contrasto alle false notizie oggi sempre più dilaganti nel mondo) rappresenta una raccolta di episodi significativi della vita di grandi personaggi storici, da Adamo ed Eva, protagonisti della creazione del mondo, fino all’attuale presidente statunitense Trump. Questo libro di carattere antologico riflette, inoltre, il mio amore per la Storia ed i suoi grandi protagonisti, gli eroi, gli artisti ed i letterati, di cui mi è sempre piaciuto indagare la personalità anche dal punto di vista umano, tracciando un ritratto spesso lontano da quello che viene raccontato sui libri di storia”.

Mara Martellotta

 

I due libri possono essere acquistati su Amazon all’indirizzo

 

https://www.amazon.it/peggio-Nonnoscemo-storielle-barzellette-allegria-ebook/dp/B082WB61D2/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=NONNOSCEMO&qid=1588260069&s=books&sr=1-1

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Oppure richiesti all’autore ai numeri 011841103 – 3356912075

o via mail demarketing2008@libero.it

Giro del mondo ai tempi del virus

Seconda puntata / “Alla stazione dei bus di Venezia Mestre eravamo agitati, c’era la tensione di chi sta per affrontare un viaggio di 40.000 chilometri con lo zaino in spalla, attraverso 16 Paesi, poi una volta saliti sul mezzo che si ha portati a Lubiana, in Slovenia, prima tappa, tutto è svanito. Sul bus non abbiamo dormito, la testa era piena di pensieri ma stavamo realizzando il nostro sogno”. Lars Orazzo, il 23enne di Montemagno, rientrato in Monferrato dalla Cambogia alla fine di marzo, così entra nei dettagli del racconto del suo viaggio (insieme all’amico Sasha De Zordo), tappa per tappa, partendo dall’inzio, il 15 luglio 2019.

Nella capitale slovena i due giovani hanno iniziato a muoversi con uno zaino di 20 chili ciascuno sulle spalle che, nei primi giorni di viaggio si facevano sentire ancor più quando hanno dovuto raggiungere una casa che li ospitava di sera, al buio, lungo una strada non illuminata. “Lubiana è una città stupenda, qui abbiamo fatto le prime conoscenze ed essendo la prima volta in un viaggio del genere ci siamo sentiti come una persona che, non avendo mai tirato un calcio ad un pallone, si trovi catapultato a giocare la finale dei campionati mondiali di calcio”.

Queste sensazioni Lars e Sasha le hanno provate nelle prime 2 settimane di viaggio e, in genere, in tutto il periodo trascorso in Est Europa, vera palestra per 5 settimane, fisicamente, mentalmente, a livello pratico, prima del ‘grande salto’ in Russia. Dopo la Slovenia, i due ‘moderni pellegrini’ hanno raggiunto altre capitali e Stati europei ed è ancora Lars a descrivere le sensazioni: “Iniziavo a vedere tutto e tutti con occhi diversi e tutte le persone intorno a me davano un senso di gioia, facendomi sentire felice e libero, di una libertà che ti da la consapevolezza che quello che stai facendo di fa stare bene”. L’ungherese Budapest è stata la città in Europa ‘dove ho avuto incontri che ricordo con maggiore piacere ed è sicuramente una delle città più belle del continente con Praga, Cracovia e San Pietroburgo. Insieme a Vienna mi ha colpito per la sua eleganza e per il suo underground che costituisce un mix perfetto. Facendo il paragone con Praga, invece, le due città appaiono simili ma, in realtà, mi hanno dato sensazioni differenti, entrambe positive, ma diverse, addirittura anche in momenti diversi della giornata.

Giravi al mattino e di giorno, insieme agli amici conosciuti in ostello e le vedevi in un modo, alla sera in un altro e, di notte, illuminate, in un altro”. Così si è creato un rapporto di amicizia con una ragazza russa, un francese ed un messicano ed tutti hanno vissuto, in grande semplicità un momento indimenticabile “seduti su un muretto con una bottiglia di vino che ci teneva compagnia e la musica in sottofondo, davanti al Danubio illuminato”. Passata la Repubblica di Slovacchia, con tappa nella capitale Bratislava, ospiti in un capanno in mezzo ad un bosco messo a disposizione da un ragazzo conosciuto a Lubiana, visitato il Castello e anche qui rimasti impressionati dagli artisti di strada, c’è stato l’ingresso in Polonia e uno dei momenti più forti dell’intero viaggio. “Eravamo a Cracovia, città bellissima, elegante, carica di storia, che non avevo mai visto prima. Usciti dall’ostello, abbiamo chiesto informazioni per la navetta che portava ad Auschwitz ed a Birkenau”. E quella per i due ragazzi è stata un’esperienza veramente intensa: “Non abbiamo fatto né foto, né video, quelli non sono posti dove fare fotografie vista l’immensa tragedia che c’è stata. Eppure c’era gente che fotografava scarpe e capelli come se stesse farsi un selfie al mare.

E’ stato un colpo al cuore la visita e per tutte le tre/quattro ore che siamo stati là ci siamo solo guardati negli occhi, non venivano le parole, era un luogo che parla già da solo. E soprattutto a Birkenau alla vista della baracche mi sembrava di sentire delle voci, come se ci fosse gente che parlasse. A Birkenau mi è venuto da piangere, Sasha è scoppiato in lacrime e ha detto una sola frase ‘Abbiamo davanti a noi l’inferno in terra’, penso sia stato il momento più forte della mia vita”. Lars, però, non era la prima volta che veniva in Polonia, anche se non a Cracovia, sua mamma è nata nel Nord del Paese. Di Cracovia, che vedeva per la prima volta l’hanno colpito, i parchi, il castello, le vie, e “l’impressione di fare un salto nel passato”.

Poi lasciata alle spalle la Polonia il viaggio è proseguito verso i Paesi Baltici e la Russia

(2 – continua)

Massimo Iaretti

 

 

Disegnare piccoli grandi capolavori

Programma SOS a Torino / Il disegno è il più potente strumento che i bambini hanno per liberare emozioni, positive e negative. SOS Villaggi dei Bambini celebra la Giornata mondiale del Disegno (27 aprile) con i piccoli grandi capolavori creati dai giovani ospiti dei Villaggi SOS, in Italia e non solo.

 Come adulti cadiamo spesso nell’errore di considerare il disegno dei bambini una mera attività ludica, ma non è così. Per i bambini il disegno non è solo un passatempo, è un’attività complessa e determinante nello sviluppo e negli apprendimenti. Disegnare coinvolge le capacità espressive del bambino, influenza la sua attitudine alla lettura e alla scrittura; sostiene il suo sviluppo psicomotorio, perché offre dei solidi binari all’elaborazione del pensiero e facilita la sua traduzione in atti concreti.
In tempi di quarantena forzata, il tempo trascorso con matite e pennarelli per i bambini è un tempo per dare sfogo alle emozioni, per elaborare le paure ma anche per coltivare e nutrire le speranze. Speranze e sogni che, come abbiamo visto dall’inizio dell’emergenza, per i piccoli di tutto il mondo si sono trasformate in miriadi di variopinti arcobaleni. In occasione della Giornata mondiale del Disegno (27 aprile), SOS Villaggi dei Bambini ha raccolto i disegni realizzati dai giovani che accoglie e sostiene, per dar voce al loro stato d’animo e alle loro speranze, in questa fase in cui tutti parlano di bambini e adolescenti, ma non viene quasi mai ascoltata la loro voce.
In queste settimane il disegno si rivela anche un fantastico alleato per i genitori. Come ricorda Marzia Emmer, pedagogista esperta in educazione dell’infanzia , quella del disegno è una delle attività ludico-ricreative che possiamo proporre ai nostri figli nel costruire con loro una routine quotidiana. La specialista spiega che per i bambini costretti a casa è fondamentale mantenere un ritmo, scandito da orari e attività che non facciano perdere loro il collegamento con la realtà. Il disegno rimane, a tutti gli effetti, una delle proposte migliori per organizzare il momento dello svago e della creatività.
E sono stati i centinaia di disegni a portare la solidarietà e la vicinanza dei Villaggi SOS di tutto il mondo a quelli in Italia. Dal Perù alla Siria, dal Libano alla Grecia, dalla Scandinavia alla Bolivia, i bambini accolti nei vari centri hanno inviato ai coetanei italiani i loro colorati arcobaleni, accompagnati da messaggi di speranza (v. photogallery allegata). I 6 Villaggi SOS di Trento, Vicenza, Saronno, Ostuni, Mantova e Roma e il Programma SOS a Torino accolgono circa 500 bambini e adolescenti che in questa fase sono costretti, come tutti, a restare all’interno della struttura di accoglienza, senza frequentare la scuola, le attività sportive e ricreative e questi gesti di solidarietà hanno portato conforto e calore umano. Anche nei centri italiani, i bambini hanno dato il loro contributo, e addirittura nel Villaggio SOS di Saronno i giovani ospiti, insieme agli educatori che si prendono cura di loro, hanno realizzato un lavoro di gruppo per raccontare, con i disegni, che cos’è il Coronavirus, le buone prassi per combatterlo e soprattutto come non avere paura. Un bel progetto che è diventato un vero e proprio fumetto , consultabile su https://www.sositalia.it/news/2020/fumetto-coronavirus .
I consigli di Marzia Emmer sono fruibili sul sito dell’organizzazione, insieme a quelli del team di professionisti dell’infanzia – pedagogisti, psicologi, psicoterapeuti – che si sono messi a disposizione di genitori e famiglie sulla piattaforma on line gratuita creata da SOS Villaggi dei Bambini all’indirizzo www.sositalia.it/cosa-facciamo/temi/risposta-all-emergenza/emergenza-coronavirus . Sulla piattaforma, oltre a tante indicazioni utili sui temi della gestione dei più giovani nell’emergenza, è possibile trovare una Help Line gratuita , in cui gli esperti rispondono in chat a dubbi e domande.

I parchi diventeranno palestre

Alcuni parchi di Torino, i più grandi,  si trasformeranno in palestre all’aperto nella tanto attesa Fase 2

Per la sindaca Chiara Appendino «i parchi saranno centrali». L’idea è di aprire i giardini pubblici ai cittadini per fare sport individuali e, soprattutto, farli diventare  palestre a cielo aperto in attesa che quelle tradizionali al coperto possano riaprire.

Saranno proprio le  piccole palestre private a tenere corsi e attività nei parchi comunali, nel rispetto delle norme di sicurezza contro il coronavirus. Nel frattempo il  Politecnico sta studiando il “modello cinese”: nei  grandi spazi all’aperto i  torinesi potranno un domani fare sport in gruppo (sempre con il dovuto distanziamento sociale).