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I luoghi ricchi di armonia da scoprire a Torino

L’armonia può essere ricercata dovunque, non solo nelle melodie e nei suoni. Si può ritrovare nella perfetta combinazione di alcuni elementi che seppur diversi, nelle loro precise proporzioni e nell’accordo unico delle loro sfumature di forma e colore hanno la capacità di generare una piacevole sensazione di equilibrio.

E di questa stessa incantevole percezione di perfezione ci si può trovar investiti in determinati luoghi della città. Ecco quali sono i luoghi più ricchi di armonia, pace e bellezza racchiusi nella città di Torino.

Parco Europa e Cavoretto – Via Nuova

Il parco Europa chiamato anche “Parco di Cavoretto” è un parco che si trova sulla collina di Torino nel delizioso borgo omonimo situato nella circoscrizione 8. Per raggiungerlo si può imboccare una delle avvincenti stradine in pendenza situate alla destra di Corso Moncalieri e scoprire Piazzetta Freguglia, cuore del borgo di Cavoretto per poi proseguire sulla strada che conduce all’ingresso ufficiale del parco, la quale, è da sottolineare non è priva di qualche entusiasmante tornante.

Giunti al Parco Europa, questa splendida area verde a circa 370 metri di altezza, si può subito ammirare dal suo belvedere una vista speciale su Torino, ma anche passeggiare nei deliziosi vialetti circondati da pini, platani e cipressi, soffermarsi in una delle panchine presenti, alcune baciate dal sole e altre nascoste sotto le fronde degli alberi ed infine lasciarsi avvolgere dall’armonia del bello che questa terrazza panoramica così amata dai torinesi è capace di regalare a tutti i suoi visitatori.

 

Mausoleo della Bela Rosin – Strada Castello di Mirafiori 148/7

Un imponente e austero edificio neoclassico circondato dal verde sorge in uno dei quartieri periferici di Torino. Si tratta del Mausoleo della Bela Rosin. Non tutti sanno della sua presenza e soprattutto non tutti sanno che questo Mausoleo ha una storia avvincente.

Innanzitutto è la copia, anche se in versione ridotta, del più noto Pantheon di Roma ed è stato intitolato alla “Bela Rosin” ovvero Rosa Vercellana, contessa di Mirafiori e Fontanafredda e moglie di Vittorio Emanuele II.

Questo affascinante luogo si apre proprio come una luccicante perla all’interno di una conchiglia: al suo interno il visitatore può rimanere rapito dall’armonia delle forme architetture, dal perfetto dualismo che mette in una relazione perfetta e duratura un solenne edificio con la quieta e verdeggiante vegetazione che lo circonda e dal senso di pace e quiete che si può respirare passeggiando al suo interno.

Murazzi del Po – Corso Cairoli / Lungo Po Armando Diaz / Lungo Po Luigi Cadorna

C’è un punto un po’ speciale a Torino dove il suolo sabaudo si avvicina all’altro grande elemento della città: l’acqua. Questo punto si è trasformato anche in uno dei simboli della città: i Murazzi del Po.

Queste antiche arcate e rimesse per le barche che costeggiano il grande fiume sulla sponda ovest sono nate nei secoli scorsi per preservare la città dalle piene del fiume. Da allora ne è passata molta di acqua “sotto i ponti” e questa zona dopo esser stata per decenni – sperando anche che possa ritornare ad esserlo – la meta preferita dei torinesi nelle serate del week end grazie a vivaci locali notturni (Il “Giancarlo dei Murazzi” è stato uno dei luoghi iconici della Torino anni 90) possiede ancora oggi un fascino unico.

Questa lunga passeggiata che costeggia il Po a Torino è uno dei luoghi più ricchi di armonia di Torino, capace di regalare un bellissimo scorcio da cartolina della città e snocciolare ad ogni passo ai torinesi che la scelgono come luogo per una passeggiata a piedi o in bicicletta o per una corsa serenità e quiete.

Recentemente il tratto dei Murazzi del Po che dal Ponte Vittorio Emanuele I raggiunge Ponte Regina Margherita è stato intitolato al cantautore torinese Ferdinando “Fred” Buscaglione mentre il tratto precedente il Ponte Vittorio, dove tra l’altro fino a pochi anni fa erano ormeggiate i due battelli Valentino e Valentino è dedicato al torinese Gipo Farassino.

Giardino Roccioso – Parco del Valentino

Chi entra per la prima volta all’interno del Giardino Roccioso di Torino potrebbe avere per un attimo un senso di smarrimento pensando di trovarsi anziché nella città sabauda in qualche delizioso angolo del Giappone, invece si trova proprio a Torino, all’interno dell’orgoglioso polmone verde che contraddistingue questa città, ovvero il Parco del Valentino.

Suggestivi giochi d’acqua, incantevoli ruscelli, piccole stradine, graziose aiuole in fiore, piante autoctone ed esotiche disseminate lungo i sentieri e anche la romantica panchina degli innamorati con due lampioni seduti e abbracciati creati dal giardiniere-artista Rodolfo Marasciuolo. Il Giardino roccioso è pura oasi di bellezza, pace e armonia a Torino.

Questo angolo di meraviglia e delizia si trova a pochi passi dal Borgo Medievale e dal Castello del Valentino ed è l’ideale per passeggiare curative e rilassanti.

 

Ex Cimitero di San Pietro in Vincoli – Via San Pietro in vincoli 28

C’è un ex cimitero nel quartiere Aurora di Torino capace di racchiudere un angolo di magia avvolgendosi anche in un alone di mistero. Si tratta dell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, il primo cimitero di Torino edificato fuori dalle mura cittadine nel 1777. Dopo esser stato chiuso al pubblico per anni il cimitero negli anni 80 è stato ristrutturato ed oggi è utilizzato come interessante sede di eventi culturali e rassegne teatrali.

Una curiosa storia coinvolge questo spazio dall’architettura neoclassica. All’ingresso del cimitero fino a poco tempo fa c’era una statua di stile neoclassico denominata “La morte velata” raffigurante la principessa russa Varvara Belosel’skij che fu la moglie dell’ambasciatore russo presso la corte sabauda. La storia narra che la principessa si trovava nella città di Torino nel lontano 1792 quando una malattia mese fine alla sua giovane vita. E da allora circola la leggenda che proprio il fantasma della principessa passeggi intorno al cimitero nelle notti di luna piena.

Un luogo leggendario quindi questo ex cimitero torinese intriso di storie antiche ed avvincenti che si lasciano ascoltare solo da chi vuole e sa avvicinare l’orecchio alla curiosità.

Rossella Carluccio

Dal 28 aprile al 1 maggio al via la nuova edizione di Automotoretrò e Automotoracing

 

Le manifestazioni che uniscono il mondo delle due e quattro ruote accoglieranno nel polo fieristico del Lingotto Fiere e dell’Oval di Torino espositori, piloti e appassionati di motori provenienti da tutta Europa.

La manifestazione organizzata da Bea Srl avrà come main sponsor Autostandar, concessionario del marchio DR e Sparco, eccellenza italiana nel campo nella produzione di equipaggiamento e accessori per il motorsport.

 

Enti patrocinanti della manifestazione Consiglio Regionale del Piemonte, Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di Commercio di Torino, FIVA, ASI, Automobile Club Torino, ACI Sport, ACI Storico, Turismo Torino.

 

L’emergenza sanitaria che ha bloccato l’edizione 2021 ha causato non poche difficoltà, accolte però come una sfida dagli organizzatori per immaginare un evento in grado di rinnovarsi senza venir meno alle aspettative del pubblico.

 

«Dopo lo stop causato dalla pandemia siamo felici di essere ritornati con un appuntamento che da più di quarantanni è nel cuore di tutti gli appassionati – dichiara Beppe Gianoglio, Bea Srl – Il gran numero di espositori che anche per questa edizione hanno deciso di partecipare ci dimostra, ancora una volta, la fiducia che ripongono in noi e nel pubblico».

 

Gioielli del passato, grandi club, case automobilistiche, grandi nomi del motor sport internazionale , bolidi da gara, grandi spettacoli su pista faranno vivere ai partecipanti una quattro giorni ricca di emozioni.

 

«L’area esterna sarà anche per questa edizione teatro di un grande spettacolo, con piloti di fama internazionale che hanno accolto il nostro invito come Tony Cairoli e Piero Longhidichiara Alberto Gianoglio di Bea Srl – ma questa sarà anche un’edizione che guarderà al futuro grazie a una sezione dedicata alla mobilità elettrica a 360°. Case come Mercedes-Benz, Honda e Volkswagen porteranno in fiera le ultime novità della loro produzione».

 

Per la prima volta all’interno di AMR, acronimo inventato dagli organizzatori per unire le due manifestazioni, ci sarà anche uno spazio interamente dedicato all’arte.

Con la mostra Rivoluzioni curata dal giornalista e critico d’arte Luca Beatrice, si potranno ripercorrere i cambiamenti storici, economici e sociali del secolo scorso attraverso veicoli iconici al tempo stesso protagonisti e spettatori delle grandi rivoluzioni: «Auto da sogno e soprattutto auto della memoria, che hanno accompagnato la mia vita fin dall’infanzia, da quando giocavo e collezionavo i modellini. Una scelta basata sulla rivoluzione dei costumi nella società, che ha coinvolto lo stile, la way of life, il modo di essere. E dove l’ordinario, talvolta, è stato più importante dell’eccezionale».

 

L’edizione 2022 di AMR sarà anche l’occasione per festeggiare diversi anniversari: i 50 anni della Fiat X 1/9, sportiva compatta nata dalla matita di Marcello Gandini per Bertone, i 50 + 1 dell’Autobianchi A 112, i 125 anni della Indian la più antica casa motociclistica americana, che sarà celebrata con un’esposizione speciale nell’area tematica dedicata alle due ruote.

 

A movimentare la quattro giorni ci sarà l’area esterna arricchita anno dopo anno e che per l’edizione 2022 vanta un calendario ricco di esibizioni di drifting e di vere gare automobilistiche.

Tornerà il Trofeo La Grande Sfida, la challenge a inseguimento che quest’anno vedrà l’ingresso della

specialità GR Yaris, con otto piloti che affronteranno la gara a tempo a bordo delle nuove Toyota dal DNA sportivo, dotate del più potente motore a tre cilindri al mondo 1.6 turbo con 261 CV.

Torna anche il Trofeo Lady che vedrà sfidarsi otto campionesse di rally su Peugeot 208 R2B.

 

Il circuito di gara –1.000 metri di chicane, curve a gomito e rettilinei – è stato studiato per essere ancora più emozionante e garantire massima visibilità al folto pubblico che ad ogni edizione accorre per vedere i fuoriclasse impegnati nelle varie sessioni in pista fino alla premiazione dei driver che avranno segnato il miglior giro del tracciato.

 

Tanti saranno anche gli ospiti di questa nuova edizione. Tra i più attesi il campione di motocross Tony Cairoli che con i suoi nove mondiali vinti (sei dei quali consecutivamente tra il 2009 e il 2014) è al secondo posto nella classifica dei piloti di motocross più titolati della storia.

Attesissimi anche il due volte campione italiano Piero Longhi e l’emergente Alessandro Re.

Tra gli ospiti anche Davide Cironi creatore di uno dei più seguiti programmi web italiani di MotorSport, auto d’epoca e storie d’altri tempi.

 

Tra le principali novità dell’edizione 2022 Automoto Green Future, la sezione dell’Oval dedicata alla mobilità sostenibile che accompagnerà gli amanti dei motori alla scoperta delle prossime evoluzioni del concetto di mobilità.

Diverse le vetture che verranno esposte. A cominciare da quelle del Gruppo VAuto che esporrà 4 autovetture di gamma Honda: Honda type-r edizione limitata, Honda E full elettrica, Honda HRV full hybrid, Honda JAZZ full hybrid.

Ad accogliere i curiosi ci sarà anche Autotorino che da anni opera nel settore green con una visione orientata all’innovazione per rendere la mobilità sostenibile sempre più di qualità.

In Automoto Green Future i visitatori troveranno anche Polo con uno dei suoi nuovi veicoli elettrici.

All’Oval il mondo delle corse sportive incontrerà anche quello di Expo Tuning Torino con oltre 300 vetture dalle elaborazioni spettacolari a livello estetico provenienti da tutta Europa e le tradizionali aree riservate al modellismo e ai settori ricambi e accessori, all’editoria specializzata e al vastissimo settore dell’automobilia. All’interno di Expo Tuning si svolgerà anche la seconda edizione di “Be Better” il contest che vedrà sfidarsi 8 creazioni. Giudici d’eccezione Sven Schulz, organizzatore dell’ European Tuning Showdowne della parte dedicata al Tuning durante l’Essen Motor Show e Julien Boyer creatore di The corner of Fame.

 

Anche nel 2022 AMR uscirà dal complesso fieristico per conquistare le vie e le piazze più belle di Torino con i raduni delle A112, delle Lancia Delta e delle 500 Abarth.

 

Informazioni

Orari di apertura

Giovedì 28 aprile 15.00 – 20.00

Venerdì 29 aprile 09.00 – 19.00

Sabato 30 aprile 09.00 – 19.00

Domenica 1 maggio 09.00 – 19.00

Sede espositiva

Lingotto Fiere – Via Nizza 294, Torino

Oval – Via Giacomo Mattè Trucco 70

Biglietti

Acquistabili sia online che presso la biglietteria all’ingresso della fiera.

20,00 € Anteprima giovedì

20,00 € Intero

16,00 € Intero online

15,00 € Ridotto*

13,00 € Ridotto comitive (minimo 15 persone, da acquistare esclusivamente online)

35,00 € Abbonamento 2 giorni

28,00 € Abbonamento online 2 giorni

50,00 € Abbonamento 3 giorni

45,00 € Abbonamento online 3 giorni

*Il ridotto è valido per i visitatori stranieri, i ragazzi dai 10 ai 12 anni compiuti (biglietto solo in cassa, obbligo di esibire il documento). Valido solamente da venerdì 28 aprile a domenica 1 maggio.
I bambini fino a 10 anni compiuti entrano gratis.
Invalidi aventi diritto all’accompagnatore, previa esibizione del certificato: ingresso omaggio per entrambi
Invalidi senza necessità di accompagnatore, previa esibizione del certificato: ingresso ridotto unicamente per il disabile
Per l’ingresso alla manifestazione è obbligatorio essere in possesso di Green Pass BASE (con tampone), o titolo analogo internazionale, e indossare mascherine chirurgiche o FFP2 a discrezione personale.

Torna a fiorire il Ricetto di Candelo

Dal 21 maggio al 5 giugno il Ricetto medioevale di Candelo (vicino a Biella) tornerà a fiorire, anche grazie alla partecipazione del Consiglio regionale del Piemonte. 

La 18a edizione di “Candelo in fiore” quest’anno sarà all’insegna della ripartenza dopo un anno di stop dovuto alla pandemia. Oltre alla tradizionale esposizione di giardini fioriti all’interno delle stradine dell’antico borgo medioevale – che ogni anno attira 30mila visitatori dall’Italia e dall’estero, moltissime saranno le iniziative collaterali che animeranno le serate di Candelo: dall’arte della Fondazione Pistoletto a Slow Food, dall’economia circolare a Franco Collè plurivincitore di ultra-trail, al meteorologo Luca Mercalli, fino a Stefano Mancuso, botanico e accademico di Firenze, per concludere con l’alpinista Simone Moro, appena tornato dalle cime del Nepal.

I contenuti della manifestazione sono stati presentati oggi a Torino durante la conferenza stampa che si è svolta in Consiglio regionale.

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte ha sottolineato come “Il borgo medievale del Ricetto rientra a pieno titolo tra i borghi più belli d’Italia. L’augurio è che l’esposizione floreale al suo interno e il ricco calendario di eventi a corollario dell’iniziativa possano tornare a generare quei flussi turistici che sono ossigeno per il nostro splendido territorio”.

Il consigliere regionale biellese, segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, ha affermato: “da sempre credo che il turismo e la promozione del territorio siano settori da valorizzare nel loro complesso. In quest’ottica, Candelo in Fiore rappresenta una delle manifestazioni di maggior richiamo di visitatori, che poi colgono l’occasione per scoprire le bellezze e le peculiarità locali. Per questo, il Consiglio regionale del Piemonte sostiene con entusiasmo l’iniziativa”.

Il presidente della Giunta regionale, intervenuto alla conferenza stampa, ha sottolineato che “turismo a cultura sono due settori che sempre più devono lavorare insieme e in questa occasione vediamo l’unione di questi sforzi. Ritornare ad organizzare eventi di grande portata dimostra grande passione e professionalità che la Regione apprezza e sostiene”.

Per l’assessore all’Agricoltura e Cibo e per l’assessore alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte la manifestazione Candelo in fiore “riporterà i visitatori in uno dei borghi più belli del nostro Piemonte, contribuendo a rendere ulteriormente attrattivo il territorio locale che si caratterizza per un’offerta culturale, paesaggistica ed enogastronomica di qualità. Il Ricetto di Candelo si è conservato proprio perché ha mantenuto nel tempo questa sua matrice rurale di custode della comunità contadina ed è una meta turistica dall’atmosfera particolarmente affascinante sia per gli appassionati di storia medioevale che per i turisti occasionali”.

Nel portare il saluto del Comune di Candelo, il sindaco della cittadina biellese ha detto che “la nostra manifestazione – giunta ormai al suo diciottesimo anno – è un valido esempio di come sia possibile applicare il concetto di sinergia tra le istituzioni del territorio per promuovere le nostre eccellenze”.

Il presidente della Pro Loco di Candelo, Cristian Bonifacio, e la direttrice artistica della manifestazione Danila D’Alessandro, hanno poi illustrato il ricco programma di Candelo in fiore che, oltre a veri e propri giardini temporanei realizzati dai florovivaisti biellesi, affianca numerose iniziative culturali: dalle vaie mostre fotografiche sul Biellese e le sue montagne, alle serate con grandi ospiti che parleranno anche di natura e sostenibilità ambientale.

Tutte le informazioni sulla manifestazione e le modalità di partecipazione sono reperibili sul sito www.candeloeventi.it

Piscina e non solo al Palala’

Il mistero del sonno e dei sogni lucidi, una esperienza ai confini del paranormale

La misteriosa sostanza utilizzata dagli alchimisti con cui iniziare il lavoro per realizzare la Pietra Filosofale e concludere la Grande Opera è l’arcano principale, il più difficile da affrontare.

La Tradizione vuole che solo in rarissimi casi lo studioso riceva il suggerimento da un Maestro, sempre difficile da rintracciare e riconoscere; come fare allora per scoprire quale sia la materia necessaria a iniziare La Grande Opera?  Secondo quanto viene raccontato può succedere che un fulmine colpisca un albero il quale, spezzandosi a metà, riveli la presenza di un libro in cui siacontenuta la soluzione, oppure che a spezzarsi, mettendo in evidenza il volume, sia una roccia. Sempre la Tradizione vuole,però, che sovente l’appassionato aspirante alla Conoscenza riceva indicazioni precise in sogno direttamente da un Maestro, che glielo comunica direttamente. Pura leggenda o una affermazione che cela un fondamento di verità? La comprensione di quanto succede davvero quando ci addormentiamo è ancora lontana,nonostante gli indubbi avanzamenti della medicina, ma recenti studi, suffragati da psicologi e psichiatri, sembrano indirizzare a nuove vie da percorrere, aprendo a possibilità descritte nella letteratura, dedicata per lo più a manifestazioni che si vogliono paranormali.

È noto che il sonno viene definito come uno “stato di riposocontrapposto alla veglia”, un periodo di sospensione dello stato di coscienza durante il quale l’organismo recupera forza e energia mentale e fisica. Il dormiente risulta, all’occhio di un osservatore esterno, in un apparente stato di quiete anche se, in realtà, la fisiologia ha dimostrato la comparsa di complessi cambiamenti a livello cerebrale; cambiamenti che non possono essere spiegati solo con un semplice stato di riposo.

Il sonno oppone una vera e propria barriera percettiva fra mondo cosciente e mondo esterno, uno stimolo sensoriale di un certo livello (rumore forte) può superare questa barriera e far svegliare chi dorme. Le moderne tecnologie, con cui è possibile monitorare l’attività del cervello durante il sonno, hanno permesso di notare evidenti differenze fra le varie fasi del sonno di una persona con comparsa di differenze nel tracciato elettroencefalografico, tali da consentire di notare come il sonno non sia un fenomeno lineare, ma sia caratterizzato dalla presenza di più fasi. Materia complessa, di pertinenza specialistica, ma fra le varie fasi ve ne è una meritevole di essere citata in relazione all’argomento trattato, ed è la fase REM. Vi sono più fasi REM nel corso della notte, della durata di circa 15 minuti ciascuna e sono importanti perché, proprio durante queste fasi, si ha lo straordinario fenomeno del sognare, ovvero la percezione di immagini e suoni riconosciuti come apparentemente reali dal soggetto sognante.

Lo studio e l’analisi dei sogni permettono di riconoscere un tipo di funzionamento mentale a se stante, regolato da leggi e meccanismi diversi dai processi coscienti di pensiero di pertinenza della psicologia tradizionale. Si tratta di una manifestazione di cui si discute da sempre e su cui è stato scritto un incredibile numero di saggi e trattati. Oggi è riconosciuta la possibilità che, oltre al sognare comune, la forma più nota in assoluto, esista un’altraforma di sogno, che prende il nome di “sogno lucido”, definito in tale modo, non perché abbia una eccezionale chiarezza visiva, ma perché colui che sogna, si “risveglia nel sogno”, pur continuando a dormire, e si accorge di sognare e, in questa affermazione, si coglie la grande differenza con i sogni comuni

Caratteristica più interessante dei sogni lucidi è che colui che sogna, nel momento in cui si accorge di sognare, può avere un certo grado di controllo volontario sul corso successivo del suo sogno. È assimilabile ad una esperienza «bilocativa» in cui il soggetto sembra guardare il suo corpo fisico dall’esterno, come se fosse quello di un altro. Il lato interessante di questa possibilità èrappresentato dal fatto che il soggetto è cosciente in quel momentoe che la sua esperienza è diversa dall’usuale svolgersi della sua vita reale e, essendo cosciente nel sogno, può tentare di compiere alcuni esperimenti. Tutto questo è stato ampiamente descritto in uno fra i più interessanti testi dedicati a questo argomento, scritto dalla dottoressa Celia Green ( 26.11.1935), che ha ricoperto la carica di Research Officer presso la Society for Psychical Research di Londra e è stata la fondatrice dell’Istituto di Ricerca Psicofisica, di cui è stata la direttrice. Nel suo libro dal titolo “I sogni lucidi” sono riportate varie esperienze di persone che hanno raccontato i loro sogni inusuali e è citato van Eeden che, a metà dellOttocento, registrò un gran numero di sogni lucidi; lui stesso, nel corso di uno di questi, provò a colpire una bottiglia per vedere se si sarebbe rotta, cosa che non avvenne subito, ma solo pocotempo dopo. Riferisce la Green che, talvolta, al sognatore sembra  di  possedere « un altro corpo », simile al proprio, in grado di percepire le sensazioni derivate dall’essere in un ambiente estraneo, in cui si muove con naturalezza e, almeno in un certa misura, sotto il controllo della sua volontà, con la possibilità, però,di compiere azioni fisicamente impossibili nella nostra dimensione fisica, tanto da poter riuscire a passare attraverso muri e altri ostacoli materiali incontrati nel sogno. Un sogno con tali caratteristiche comincia sempre con uno stress emotivo determinato da una qualunque incongruenza come, ad esempio, vedere passare un’auto che vola, unanomalia che porta il sognatore a rendersi conto di trovarsi in una situazione non ordinaria e formulare il pensiero: “È impossibile, sono  in un sogno” e, da quel momento, risvegliata la sua coscienza nel sogno, potrà spostarsi a piacere nella dimensione in cui si trova, compreso il fatto di poter compiere azioni impossibili nella  dimensione fisica ordinaria, quali ad esempio il volare.

Il volo è infatti una caratteristica comune dei sogni lucidi, associato a emozioni positive, oppure utilizzato per sottrarsi a emozioni spiacevoli; sono possibili molte varianti del volo: possono comparire ali sulla schiena, oppure può capitare di scivolare sollevandosi sul terreno o fluttuare sul dorso. Si possono incontrare persone conosciute, ben definite, amici che conservano la loro identità oppure è possibile intrattenere conversazioni con sconosciuti. E’ anche possibile incontrare i propri parenti defunti,che mantengono inalterate le loro caratteristiche, di cui è possibile riconoscere atteggiamenti che li caratterizzavano, quali i tic o la cadenza dialettale. In genere, afferma la Green, i ragionamenti della persona che sogna seguono una logica corretta e si rivelano esatti.

L’onironauta”, il viaggiatore del sogno, essendo cosciente, consapevole che sta sognando, ha la possibilità di esplorare una nuova dimensione o realtà,  di modificarne a piacere gli  eventi  in quanto causa e non effetto del proprio sogno, come  comunemente avviene.

Il sogno lucido si differenzia ancora dalla maggior parte dei sogni che accompagnano la nostra vita notturna perché, di norma, viene ricordato perfettamente, anche a distanza di anni. Si tratta di un’esperienza che viene ad incidersi profondamente nella coscienza e che porta a chiedersi cosa rappresenti per tutti noi la possibilità di vivere una simile condizione, quella di potersi in apparenza svincolare dal corpo materiale e riuscire a farlo viaggiare in una dimensione altra. Sono state postulate alcune teorie, tutte ugualmente interessanti: è possibile che rappresentino i  “futuri alternativi” postulati nella fisica moderna, ovvero nuove ramificazioni del futuro per ogni decisione presa.

Possono rappresentare ancora un modo per fuggire da una realtà banale, per avvertire riconoscimento e soddisfazione, forza, volontà attiva e realizzazione.

I sogni lucidi potrebbero essere una possibilità in più per lessere umano attraverso di loro, l’anima potrebbe rendere manifesto, sia pure in modo confuso, un messaggio utilizzando i nostri limitati  mezzi fisici. Ma il quesito più interessante riguardo questa tematica è la seguente: è possibile la percezione extrasensoriale durante il sogno lucido? Celia Green afferma che sia possibile che manifestazioni telepatiche possano manifestarsi nel corso di un sogno lucido, non solo, pare sia lecito pensare che tentativi di incontrare una persona in sogno, anche in ambienti sconosciuti,riescano, almeno in taluni casi a andare a buon fine. È possibile, in ultima analisi, che le persone incontrate possano rappresentare per noi un aiuto, siano in grado di offrirci suggerimenti utili per risolvere un problema da cui siamo assillati. Fantascienza? Forse, ma di questo si parla, come detto, da tempo immemore. Le Sacre scritture offrono l’esempio di quanto fin qui affermato; ne è esempio, per citare un episodio fra i più conosciuti, il racconto della scala di Giacobbe,contenuto nell’Antico Testamento: unanotte Giacobbe sognò una scala, con una estremità sulla terra e l’altra nel cielo. Sulla scala una gran numero di angeli andava e veniva e, alla sommità, vide Dio in persona con cui ebbe la possibilità di parlare, sentendosi promettere la terra su cui stava dormendo. Un sogno rivelatore, uno fra i tanti, impossibile citarne di più in questo ambito, ma tutti con il medesimo significato positivo, quello di permettere all’uomo di comunicare con una dimensione sconosciuta e, forse, di incontrare un Maestro che, come affermano gli alchimisti, può rivelare ad uno studioso, personel labirinto dell’ignoranza, quali siano i passi e la direzione da compiere per muoversi e rintracciare l’uscita che lo condurrà a trovare la Luce.

Rodolfo Alessandro Neri

Messer Tulipano, 25 aprile: artisti nel parco e picnic nei prati

 

XXII EDIZIONE DAL 2 APRILE AL 1 MAGGIO 2022

 

C’è sempre qualche bella sorpresa da scoprire a Messer Tulipano, la manifestazione nel parco del castello di Pralormo, che annuncia da 22 anni la primavera con la straordinaria fioritura di oltre 100.000 tulipani e narcisi.

Ogni settimana la natura regala nuove fioriture, anche di tante varietà curiose come la collezione di tulipani neri, i tulipani pappagallo, i viridiflora, i tulipani fior di giglio ed i frills dalle punte sfrangiate. “La novità di quest’anno è il ”geranio tulipano” – dice Consolata Pralormo- una “chicca” anche per gli appassionati di floricultura.  Si tratta di una varietà particolare di geranio che a differenza dei fiori che vediamo abitualmente fiorisce a mazzetti di piccoli tulipani, si può ammirare nella serra antica francese”

Il parco e il giardino, durante il mese si rinnovano, giorno per giorno, e Messer Tulipano è sempre meta di artisti e fotografi che ritraggono l’evolversi continuo del paesaggio.

Il 25 aprile sarà possibile vedere al lavoro nel parco, la  pittrice carmagnolese Mariarosa Gaude, nota  per acquerelli raffiguranti le peonie, i fiori che lei ama di più: arancioni, rosse, rosa, arricchite da sfumature e ombreggiature.

Ci sarà anche il pittore naturalista e fotografo Dario Cornero: i suoi acquerelli  nascono dall’attenta osservazione effettuata en plein air. Volontà dell’artista è quella di indagare ed esaltare il mondo della natura, raffigurando varietà di piante, di farfalle e di volatili.

Oltre ad osservare l’arte i visitatori potranno godere di un momento picnic sui prati attorno al Castello, a fianco dei tulipani spontanei fioriti nella collina dell’Azienda Agricola. Il pasto all’aria aperta può essere acquistato in loco, dai molti produttori artigianali presenti.

Romantica Graz

Il capoluogo della  Stiria, in Austria, è una città elegante, moderna  ed eclettica dalla vocazione sognante.

Affacciata lungo le rive del fiume Mur, decorata da edifici eleganti, cortili romantici e costruzioni avveniristiche, Graz dal 1999 appartiene al Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il suo centro storico che ospita armonicamente diversi stili, dal gotico al liberty passando  per il rinascimentale, il barocco e arricchito dacontaminazioni contemporanee, è riconosciuto come uno dei meglio conservati in Europa. Nel 2003 è stata Capitale Europea della Cultura, nel 2008 Capitale dei Sapori, grazie alla produzione del suo champagne e alla presenza sul territorio di chef straordinari che utilizzano materie prime locali di ottima qualità, e nel 2011 è stata eletta “City of design” dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. In breve Graz ha tutti i numeri per essere una ambita meta da visitare, una destinazione singolare da vivere in tutte le sue sfumature culturali, urbanistico-architettoniche, storiche, del gusto e dove passato e presente si sposano perfettamente.

Seconda città dell’Austria dopo Vienna, sede magnifica, tra le altre, della famiglia Asburgo, Graz ospita due festival della musica classica all’anno, uno estivo al Conservatorio e quello della Styriarte in autunno.

Tra i luoghi da visitare, in cima alla lista, troviamo lo Schlossberg, il monte del castello, situato a 474 metri, a cui è possibile accedere percorrendo la salita nel parco, i 260 gradini che partono dalla Schlossbergplatz ( percorsi suggestivi ma piuttosto faticosi) oppure prendendo la storica funicolare e il moderno ascensore di vetro che assicurano un panorama mozzafiato sui tetti rossi della città e uno scenario montano unico visto dal suo interno. Una volta arrivati in cima la vista è davvero emozionante soprattutto di sera quando la città è illuminata e la torre dell’orologio, con lancette invertite, si colorano di sogno e di romanticismo. Scendere dallo Schlossberg, invece, è possibile anche attraverso il più grande scivolo sotterraneo del mondo,chiamato the Slide, che dal cuore della montagna con 170 metri di emozione pura riporta a valle.

Cosa altro vedere a Graz?

L’Hauptplatz, la piazza principale con il municipio ottocentesco, il Rathaus, e la fontana dedicata al principe della Stiria, l’arciduca Johann d’Asburgo, artefice dello sviluppo della città e di tutta la regione. La Herrengasse, la strada principale dove si affacciano palazzi storici, eleganti abitazioni edimportanti costruzioni come il Landhaus, il parlamento regionale progettato durante il Rinascimento da Domenico dell’Aglio.

Il Castello Eggenberg, invece, è un capolavoro barocco  con i suoi numeri dedicati al tempo: 365 finestre, come i giorni in un anno, 31 camere per piano, come i giorni in un mese, 24  sale di rappresentanza, come il numero delle ore, e poi un parco di 90.000 metri quadrati dove spicca il Giardino dei Pianeti con il suo prezioso roseto.

A Graz troviamo, inoltre, sbalorditive  costruzioni moderne che si integrano perfettamente con il fastoso passato architettonico; la Kunsthaus è una originale sagoma blu, costruita nel 2003 edisegnata degli inglesi Cook e Fournier, che ricorda una “struttura biomorfa”. Ribattezzata dai cittadini  “FriendlyAlien”,  propone un ricco programma espositivo  di  mostre di arte contemporanea. E poi Murinsel, l’isola creata dall’architetto americano Vito Acconci  che emerge dalle acque del fiume Mur. Un guscio in acciaio lungo 47 metri con pannelli in plexiglass che ospita un anfiteatro all’aperto, un caffè, uno scivolo e un labirinto per i più piccoli.

Un altro luogo che merita una visita per la sua unicità  è Joanneumsviertel, il nuovo quartiere Joanneum, caratterizzato da pareti in vetro, da oblò e coni, che collega la Biblioteca regionale,la Neue Galerie e il Museo di Storia naturale. Progettato dallo studio madrileno Nieto Sobejano e dei locali eep architekten è singolare per il suo sviluppo sotterraneo che protegge i palazzi storici della piazza.

Per conoscere ed apprezzare i sapori tipici del luogo, inoltre, è immancabile, anche solo per curiosare, una tappa al mercato storico di Kaiser Josef Platz, a due passi dal Teatro dell’Opera, aperto tutti i giorni tranne la domenica. Colori e profumi dei prodotti locali, come l’olio di zucca, fiori, artigianato sugli allegri banchi molto apprezzati dai graziesi.

Graz è una città con una storia importante testimoniata da tracce di meravigliosa bellezza ma anche un luogo di ispirazione contemporaneo vivace e con una vita notturna vibrante, bei locali, concerti all’aperto, gente di tutte le età che si incontra per stare insieme. Un luogo esuberante ma anche garbato e signorile, dunque, che vale davvero un soggiorno.

Maria La Barbera 

Maggio: a Rivoli è tempo di Carnevale!

Con grande entusiasmo sono lieta di comunicarvi il ritorno dello storico Carnevale di Rivoli!

Il Carnevale ha da sempre rappresentato una grande fonte di gioia, spensieratezza e divertimento per tutti i cittadini rivolesi, una tradizione che purtroppo è stata interrotta per ben due anni a causa dell’emergenza sanitaria con le conseguenti restrizioni.
La pandemia ha negato alla Città i sorrisi, lo stupore, l’allegria soprattutto dei bambini che in genere attendono con impazienza questo evento perché dà loro la possibilità di dare sfogo alla fantasia con i travestimenti, le maschere, i coriandoli.
Ed è proprio per sopperire a questa mancanza che quest’anno abbiamo deciso di apportare delle incredibili novità, proponendo una grande manifestazione che si estenderà su tre giorni: il 6-7-8 maggio 2022!

Laura Adduce

Vicesindaco di Rivoli

Il « Carnevale delle due province, Rivoli & Saluzzo » offrirà alla cittadinanza:

• 06.05.2022 – Piazza Aldo Moro

– Ore 17.00: inaugurazione « Carnevale in Piazza »;
– Ore 18.00: apertura Street Food e intrattenimento bambini con mini Luna Park;
– Concerto alla sera.

• 07.05.2022 – Piazza Aldo Moro

– Ore 09.00: apertura mercato artigianale;
– Ore 12.00 e 17.00: apertura Street Food e intrattenimento bambini con mini Luna Park;
– Carnevale bambini;
– Mongolfiera;
– Concerto alla sera.

• 08.05.2022 – Piazza Aldo Moro

– Ore 09.00: apertura mercato artigianale;
– Ore 12.00 e 17.00: apertura Street Food e intrattenimento bambini con mini Luna Park;
– Mongolfiera panoramica;
– Ore 15.00: Sfilata dei carri con partenza da Via Nizza e arrivo in Piazza Aldo Moro.
– Concerto di chiusura con fontane luminose.

Che dire, non mi resta che augurarvi buon divertimento!

Quelle gite di Pasquetta sulla 1100 Fiat sognando Giulia

COSA SUCCEDEVA IN CITTA’

Pasquetta è il colore del sole.  Pasquetta sono le gite fuori porta nei primi anni 60. Mi ricordo ancora di quella bambina, che se la memoria non mi tradisce si chiamava Giulia.  Aveva 3 o 4 anni ed io 6 o 7. Nitido il ricordo.

Da qualche parte ho la foto che ci ritrae mano nella mano. Lei con un foulard in testa ed io con capelli tagliati a zero e le mie orecchie a sventola. Figlia di amici di papà ci siamo conosciuti in una di quelle scampagnate fuori porta. Oraganizzatissima zia Teresina sposata Sereno, sorella di mio padre da Lei amato in modo incondizionato. Grande cuoca. Organizzava tutto Lei . Dalle posate ai piatti cucinati.  Le solite cose, dal pollo freddo agli involtini di prosciutto in gelatina.  Mia madre addetta alle compere.  Le bevande e il tonno in scatola Ghiotto con i funghi porcini.  Mio zio era l’unico patentato. Roberto Sereno.  Era stato sommergibilista.  Fortuna vuole che nel 1940 fu preso prigioniero dagli inglesi saltando piè pari la guerra. Nel polso sinistro aveva una scheggia ricordo dell’affondamento del suo sommergibile.  Nella sua pur scarsa biblioteca diversi libri sulla marina italiana. L’auto in dotazione, una 1100 Fiat.  Nel bagaglio il bauletto di vimini con le vettovaglie.  Al fianco del guidatore mio padre e dietro, in mezzo alle donne il sottoscritto. Uno degli obbiettivi erano i prati in piano tra Lemmie e Margone.  Siamo in piena Valle Viù.  Dopo le strettoia tra Viù e Lemmie la valle un po’ si apriva. Dopo Usseglio e il lago di Malciaussia. Lago artificiale.  Volevo sempre andare sulla diga ma mi era impedito da severi e perentori cartelli di divieto.  Appena prima del lago, sul lato destro della montagna , abbarbicate le casette in disuso per i militari alpini. Si raccontava che furono utilizzate dai partigiani nell’ inverno del 44.  Ed io giù a fantasticare mille storie vissute nella mia visionaria mente. Pensieri di giochi solitari.  Ma quella Pasquetta no. C’era Giulia.  Forse non l’ho mai più rivista.  La giornata volo’ via in un amen. Forse anche un piccolo bacio sulla guancia. Unico ricordo nitido il cuore in gola con la relativa accelerazione dei battiti.  Con il ricordo rinnovato da mia madre anno per anno, compiaciuta.  Tra un mese saranno 65 anni. Ed ovviamente nulla nel ricordo di quegli anni è lineare e sempre presente.  Riemergono memorie a sprazzi per poi rituffarsi nei meandri  della mente. Aiutano queste giornate di sole dove i colori sono gli stessi.  Non c’è piu la spensieratezza e leggerezza di allora. Ora tanti e fin troppi problemi. Personalmente sono moderatamente soddisfatto di ciò che ho fatto e sto facendo.  Al netto degli errori connaturati nella vita degli individui. Ora, usando un eufemismo, c’è tanta, troppa confusione.  Dalla guerra, anzi dalle guerre nel mondo al Covid. Bisogna andare avanti , soprattutto per i nostri figli.  Ed aiuta questo ricordare con la punta di sana nostalgia dei tempi che furono.  La Pasquetta, le tante pasquette, con il ricordo di ciò che avremmo voluto essere e che poi siamo diventati.  E come si diceva una volta, ai posteri l’ardua sentenza.
Patrizio Tosetto

Messer Tulipano, pic nic nei prati a Pasqua e Pasquetta

La Pasqua porta grandi novità a Messer Tulipano, la manifestazione nel parco del castello di Pralormo, che annuncia da 22 anni la primavera con la straordinaria fioritura di oltre 100.000 tulipani e narcisi.

Per la prima volta I visitatori potranno ammirare a fondo parco i tulipani spontanei, fioriti nella collina dell’Azienda Agricola, che circonda il Castello. In quest’area, i visitatori possono fare picnic sui prati.

“Vogliamo offrire ai visitatori la possibilità di immergersi nei fiori e nella natura e di conoscerla meglio e più da vicino – dice Consolata Pralormo – Per questa ragione, abbiamo invitato a Messer Tulipano il prof. Professor Gianfranco Curletti, “Indiana Jones” degli entomologi, che racconterà le sue avventure nelle foreste africane, australiane e centro-sudamericane. Le sue spedizioni hanno portato alla scoperta di oltre 600 specie di coleotteri”.

Il piantamento nel parco e nel giardino è sempre rinnovato nelle varietà e nel progetto-colore, ed ospita tra le tante varietà curiose, una collezione di tulipani neri e un percorso nel sottobosco dedicato ai tulipani pappagallo, ai viridiflora, ai tulipani fior di giglio ed ai frills dalle punte sfrangiate.

Nella serra antica francese, appositamente per la Pasqua, viene presentato per la prima volta il ”geranio tulipano”, una varietà particolare di geranio che a differenza dei fiori che vediamo abitualmente fiorisce a mazzetti di piccoli tulipani.

Il primo pelargonio di questo tipo, ‘Patricia Andrea’, venne brevettato da Frank Andrea negli Stati Uniti nel 1966 ed era probabilmente una mutazione spontanea di una pianta appartenente alla serie francese, di grandi dimensioni, conosciuta come Fiat. Era diversa da ogni altra cultivar vista fino a quel momento. I petali dei fiori semi doppi infatti, non si aprivano mai del tutto e davano alle infiorescenze l’aspetto di tanti mazzetti di piccoli tulipani di colore rosso chiaro. Nel corso dei decenni successivi, il signor Andrea, incrociandola con altre varietà, ottenne un rosso più deciso con Red Pandora e il rosa/salmone con Pink Pandora. I ‘Tulip-flowered pelargoniums’ si diffusero molto negli Stati Uniti e nel 1985 giunsero in Europa dove trovarono molti estimatori affascinati dal loro aspetto insolito e dalle abbondantissime fioriture. Ormai ne esistono una quindicina di varietà. Gli ibridatori sono riusciti ad allargare la gamma dei colori disponibili e a creare alcune forme dal portamento più contenuto, rispetto a quelle standard.