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Di tutti i colori

La Rubrica dei Colori
a cura di Chiara Prele

Da relativamente pochi anni si parla diffusamente di colori. Piuttosto di recente si è diffusa ampiamente la consapevolezza della rilevanza dei colori, nelle loro manifestazioni più diverse: dai colori che ci circondano, esistenti in natura, a quelli creati dall’uomo con l’architettura, agli interni delle nostre case, a quelli del nostro fisico, a quelli che scegliamo di indossare. Tante sono le presenze del colore, così come tante sono le sue applicazioni: dalle preferenze di ognuno ai suggerimenti delle mode, dal significato nella comunicazione ai sentimenti di ognuno di noi.

Tuttavia, se il termine “armocromia” è entrato nell’uso comune di recente, tutt’altro che nuove sono tutte le implicazioni del colore sopra descritte e, forse, tutt’altro che nuova è parte della nostra conoscenza, magari inconsapevole. Chi di noi non ha sentito parlare di Pantone? E della sua infinita palette di colori? Nessuno, credo.

Oltre vent’anni fa rimasi affascinata dal sistema dei colori inventato dal direttore creativo del Pantone Institute, che anni dopo ebbi poi la fortuna di incontrare e ospitare a Torino. Un sistema assolutamente innovativo per individuare i colori più adatti a ogni persona, che va ben oltre il tradizionale metodo di classificazione delle persone in base alle stagioni, a seconda dei colori di pelle, capelli, occhi. A ogni stagione venivano abbinati colori freddi (inverno e estate) o caldi (autunno e primavera) in conformità al tono già proprio di ciascuno. Questo sistema incontra, tuttavia, due grandi limiti. Il primo: si basa esclusivamente sulle caratteristiche fisiche e non tiene conto delle preferenze individuali, portando così, eventualmente, a escludere un colore che una persona ama ma non rientra tra i colori individuati secondo le proprie caratteristiche. Il secondo: con colori soltanto caldi, o soltanto freddi, in linea con le caratteristiche della persona, si può finire per avere un effetto “un po’ spento”, o “con poco movimento”, che non valorizza la persona nel suo insieme.

Il metodo delle stagioni è ancora largamente applicato, poiché pochi conoscono l’innovativo metodo Pantone. Questo è affascinante poiché presenta una gamma infinita di colori e soprattutto consente di trovare un equilibrio rispettoso ed esaltante le caratteristiche e le preferenze di ognuno.

Un esempio ci aiuta a capire questo concetto. Prendiamo Anna G. (personaggio inventato): ha capelli castano dorati, con qualche riflesso ramato, occhi marrone non scuro, pelle chiara con qualche lentiggine; ama il blu. Per il metodo delle stagioni, Anna G. è un autunno e non può indossare il blu (e nemmeno il nero!). L’altro metodo, invece, individua alcune tonalità di blu che ad Anna G. stanno bene. Punta, dunque, non sul colore, ma sulla tonalità: di blu ce ne sono infinite e questo metodo insegna ad Anna proprio a individuare quella  a lei adatta. Non solo: Anna G. si sentirà sicura di sé indossando un colore che mette in risalto le sue caratteristiche e di suo gradimento e ciò avrà un impatto positivo sulla sua vita di relazione.

Dunque, nessun colore (o quasi) è escluso. E’ questione di tonalità. La professoressa Eisemann, nell’ideare questo metodo, osserva che è la luce alle diverse ore del giorno a mostrarci sfumature e tonalità diverse. La luce dolce e l’aria fresca, con la rugiada dell’alba, fa apparire i colori brillanti e decisi, mentre il sole forte ed accecante del mezzogiorno li spegne, e il tramonto li ricopre di un tono caldo e rosso dorato. Ecco, dunque, una classificazione dei colori secondo l’ “Orologio dei colori”, corrispondente ai vari momenti del giorno: alba, mezzogiorno, tramonto. Ogni ora del giorno ha la propria palette di colori: in tutte si ritrovano tutti i colori, che però variano di tonalità. Pensiamo all’esempio di Anna G.: al blu. Avete mai notato quanti blu esistono? E quanto è difficile abbinare due capi blu? Quasi sicuramente saranno di blu diversi! Andiamo dal blu-quasi-viola al blu-tendente-al-verde, dal blu scurissimo della notte all’azzurro del cielo.

Proprio grazie alle tonalità infinite di ogni singolo colore, Pantone dispone di palette con una moltitudine di nuances. E proprio grazie a questo, ogni anno Pantone introduce il “colore dell’anno” che, per il 2025, è il Mocha Mousse. Ma sta bene a tutti? Come capire quali colori sono adatti a ciascuno di noi? Leggetemi nel prossimo articolo..

Herbaria: Laboratorio didattico nel Parco del Castello di Miradolo

Sabato 26 aprile, ore 15

 

Un tempo l’erbario indicava una lista di piante con proprietà curative e da usare in cucina: ogni pianta presente nella lista era spesso accompagnata da una breve descrizione e a volte da un disegno che aiutava a riconoscerla. Il laboratorio didattico “Herbaria” di sabato 26 aprile, intende spiegare la storia dell’erbario per insegnare ai partecipanti a raccogliere, pressare, seccare, creare e conservare.

Il laboratorio prende spunto dalla mostra, esposta nelle sale del Castello fino al 22 giugno, Di erbe e di fiori. Erbari d’autore. Da Besler a Penone, da De Pisis a Cage, curata dalla Fondazione Cosso e da Roberto Galimberti, con la consulenza iconografica di Enrica Melossi. La mostra intende costruire un confronto tra alcune pagine di erbari storici con la visione di alcuni artisti che attorno alla riflessione sulla materia e sugli elementi della natura hanno costruito opere che sono specchio del proprio tempo e del presente.

INFO

Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)

Sabato 26 aprile, ore 15

Herbaria

Età: 6-10 anni

In collaborazione con l’Università degli Studi di Torino

Costo FamilyLab: 5 euro bambini + 10 euro accompagnatori, comprensivo di ingresso e attività didattica

Il biglietto di ingresso è comprensivo di:

Accesso al Castello, al parco storico e alla mostra

Accesso alle audioguide disponibili e a tutti i percorsi di visita e di visita accessibile attivi

Accesso a tutte le visite guidate “Chiedimi”, quando programmate

Orari: sabato, domenica e lunedì, dalle 10 alle 18.30. Ultimo ingresso alle ore 17.30

Informazioni

0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it

www.fondazionecosso.com

E’ tempo di Cosplay Tattoo

Domenica 27 aprile il mondo del tatuaggio si unisce a quello del cosplay per una giornata dedicata alla solidarietà. Dalle 10:30 alle 18:30, le famiglie del torinese potranno partecipare a un evento unico dove il divertimento incontra l’impegno sociale.

Il cuore dell’iniziativa batte per Fondazione Forma Onlus, realtà legata all’Ospedale Infantile Regina Margherita, che sarà protagonista della raccolta fondi destinata alla nuova struttura per le patologie neonatali e della prima infanzia. Durante l’evento sarà possibile contribuire con una donazione presso “Il Mio Tattoo”, in Via Dante di Nanni 105, tramite Satispay o bonifico bancario.

La giornata speciale nasce dalla collaborazione tra Fondazione Forma (www.fondazioneforma.it), Accademia 72 A.S.D., Mati APS e United Avengers Cosplay, unendo mondi diversi con un unico obiettivo: fare del bene, divertendosi.

I componenti delle tre associazioni, coi loro coloratissimi costumi ispirati ai Supereroi e le Principesse più famose del mondo fantasy, saranno a disposizione dei più piccoli per foto ricordo e per giocare insieme con attività interattive.

Il tutto con un divertente sottofondo musicale e con ben due parate per tutta la via: in mattinata alle ore 12 e nel pomeriggio alle ore 16.30, dopo il momento nanna dei piccini.

Possibilità per i più grandi di walk-in tattoo e piercing a prezzi agevolati presso “Il Mio Tattoo” di Linda che dichiara: “Mi auguro che in questa giornata si comprenda ancora di più che il tatuaggio possa essere un mezzo e non il fine.”

Insomma, una giornata pensata per tutte le età, dove ogni gesto può fare la differenza.

Per maggiori informazioni, è possibile visitare le pagine ufficiale instagram delle associazioni:

MATI ODV

https://www.instagram.com/mati.officialpage?igsh=MTN4YTdoczRldTlsMQ==

ACCADEMIA72

https://www.instagram.com/accademia72?igsh=aXFka3VycDhwbncx

FAMILY UNIVERS HEROES COSPLAY

https://www.instagram.com/familyuniversheroescosplay?igsh=ZHF1eGpnbmd0b254

Per prenotare un tatuaggio o ricevere maggiori dettagli è possibile contattare IL MIO TATTOO al numero 376/2035286.

Musica e natura tra i florovivaisti piemontesi a Euroflora 

All’interno dello stand del collettivo florovivaisti piemontesi, tra gli appuntamenti più attesi e curiosi di Euroflora 2025, il 29 aprile un evento straordinario unirà arte, natura e tecnologia. Il naturopata Severino Doppi installerà uno strumento innovativo in grado di far suonare le piante, traducendo le variazioni elettromagnetiche della loro superficie fogliare e del sistema radicale in melodie musicali. Ad orchestrare questa performance unica sarà proprio Doppi alla presenza del Maestro Beppe Vessicchio, celebre direttore d’orchestra RAI, da sempre sensibile al dialogo tra musica e mondo vegetale. L’esibizione rappresenta un momento di profonda connessione tra dimensione umana e naturale, in perfetta sintonia con il tema scelto dal collettivo per Euroflora 2025 “Dubbi e responsabilità nel rapporto uomo-natura”.

Lo strumento che dà voce alla percezione delle piante registra il movimento della linfa, vero sangue dell’albero, trasformandolo in note. Ciò che si ascolta è la vita stessa della pianta, convertita in suono. Un’esperienza poetica, scientifica e sensoriale che emoziona e invita alla riflessione. Dubbi e responsabilità nel rapporto uomo-natura è il tema scelto dal collettivo florovivaisti piemontesi per rappresentare il Piemonte a Euroflora 2025, la grande mostra internazionale del florovivaismo e del paesaggio, in programma a Genova dal 24 aprile al 4 maggio prossimo. Il percorso di visita, 1300 mq tra interno ed esterno, curati dal collettivo su progetto dell’architetto paesaggista Luca Zanellati, Asproflor inviterà alla riflessione sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica intesa non solo come obiettivo, ma come dovere di tutela, necessità di lungimiranza e scelta consapevole, nel modo in cui ci relazioniamo al verde.

Nei 900 mq all’esterno e nei 400 all’interno, il collettivo offrirà al grande pubblico una panoramica coinvolgente del florovivaismo regionale: creazioni vegetali, installazioni artistiche, visioni paesaggistiche e momenti culturali per valorizzare la ricerca e la sostenibilità del comparto.

Per aumentare il coinvolgimento e permettere al pubblico di imparare divertendosi, Asproflor ha ideato un gioco digitale interattivo, sviluppato insieme agli studenti dell’IS Mercurino di Gattinara, che metterà alla prova le conoscenze dei visitatori su giardinaggio, fiori e piante. Chi competa il quiz riceverà in omaggio una piantina ornamentale come simbolo di impegno e cura verso il verde. Gli appuntamenti in sala Ginestra il 29 e 30 aprile:

29 aprile: dalle 15.30 vi sarà una conferenza tematica sul valore sociale, economico e ambientale del verde dal titolo “Come e perché diventare un comune fiorito”. Dalle 17 alle 18 una conferenza sul potere attrattivo del verde pubblico in chiave di promozione turistica, dal titolo “Verde comune-potenzialità e sviluppo del floro-turismo”.

30 aprile: dalle 9.30 alle 12.30 una conferenza sulla gestione etica del verde urbano. Durante la sessione saranno presentati i volumi “8000 dal divano”, di Massimo Sorci, e “Api, arte e biodiversità” di Claudia Zanfi, fondatrice di Green Island-alveari urbani.

“La presenza del collettivo florovivaisti piemontesi a Euroflora 2025 rappresenta molto più di una partecipazione – ha dichiarato Sergio Ferraro, Presidente di Asproflor Comuni fioriti – si tratta di un messaggio forte e corale che unisce produzione, cultura e visione. Il collettivo dei florovivaisti piemontesi dimostra ancora una volta quanto sia capace di fare squadra, mettendo in campo competenza, passione e spirito innovativo.

Il florovivaismo piemontese è una realtà articolata e vivace che va dalla produzione di acidofile del verbano alle rose, dalle piante forestali e ornamentali fino alle stagionali coltivate in serra. Un patrimonio produttivo che si affianca all’expertise nella progettazione del paesaggio, grazie alla collaborazione continua con enti pubblici, parchi ed ecomusei, a beneficio della biodiversità e del benessere collettivo.

Oggi più che mai è fondamentale guardare avanti, serve un adeguamento delle politiche agricole regionali, serve investire nella formazione dei giovani e nella trasmissione dei saperi, dalla mosaicultura agli innesti, e serve rafforzare la cultura del verde come valore centrale per la salute, il turismo e la qualità della vita. In questo senso, la partecipazione degli istituti agrari al nostro progetto è un segnale importante: crediamo in un futuro professionale radicato alla terra, ma aperto all’innovazione. Lo raccontiamo anche attraverso il marchio Piemonte Is e iniziative come Comuni fioriti e il marchio di qualità dell’ambiente di vita, che premiano ogni anno decine di meravigliose realtà in Italia. A Euroflora il Piemonte porterà la forza della sua storia produttiva e il coraggio di nuove sfide, con installazioni artistiche, giochi digitali per coinvolgere il pubblico, e proposte culturali che uniscono emozioni e consapevolezza”.

Il Piemonte, insieme alla Liguria, è l’unica Regione ad aver partecipato a tutte le edizioni di Euroflora, la prima delle quali si svolse proprio a Torino nel 1961. Si tratta di un legame storico e strategico, che ha dato visibilità nazionale e internazionale a un settore che oggi conte 700 aziende florovivaistiche, 800 ettari coltivati, 2700 addetti diretti con un fatturato annuo di 76,5 milioni di euro, un indotto di oltre 240 milioni. Produzioni che rappresentano il 4% del valore vivaistico nazionale e l’1,4% di quello floricolo.

Mara Martellotta

TO DREAM dà il via al divertimento con emozioni in pista

TO DREAM & GAMES

Il più grande urban district del Piemonte e punto di riferimento per shopping, ristorazione e green life, si prepara ad accendere i motori e a offrire momenti di divertimento per tutte le età. A partire da giovedì 24 aprile e fino a domenica 25 maggio, la piazza Ovest si trasformerà in una vera e propria pista da Mini Kart, pronta a conquistare grandi e piccini con sfide emozionanti su quattro ruote. L’attività, completamente gratuita, è pensata per coinvolgere famiglie e gruppi di amici in un contesto sicuro e coinvolgente, con giornate all’insegna dell’energia e del sorriso. Il divertimento raddoppia con TO DREAM & GAMES, l’evento gratuito in programma venerdì 25 aprile dalle ore 10 alle ore 20, che trasformerà la Food Court in un grande spazio ludico aperto a tutti. Sarà una giornata per scoprire e riscoprire il piacere del gioco analogico grazie a giochi da tavolo, di ruolo e di miniature proposti da numerose realtà appassionate del territorio, tra cui Piemonte in Gioco, Terre selvagge, Circolo Play Musinè, Bless, il Regno dei Klingsbo, Sandgames e molte altre. Questo evento rappresenta un’occasione imperdibile per sfidarsi, ridere e divertirsi in compagnia, lasciandosi trasportare dalla fantasia e dalla condivisione. Con iniziative come queste, l’Urban District conferma il suo ruolo di polo dinamico e innovativo capace di offrire esperienze coinvolgenti per un pubblico di tutte le età, promuovendo momenti di socialità e scoperta all’interno di un contesto urbano moderno e sostenibile.

Mara Martellotta

Pasquetta in cascina

Per il quarto anno consecutivo, la Pasquetta si è trasformata in un’occasione per camminare in compagnia e mantenere un equilibrio fisico dopo i giorni di festa. Cammini Divini, in collaborazione con la cascina Paola di Coniolo, hanno così organizzato questo evento naturalistico e paesaggistico senza dimenticare l’aspetto della degustazione dei prodotti locali di propria produzione, dai vini ai dolci a base di nocciola del Piemonte. Il gruppo variopinto di escursionisti provenienti dal casalese, ma anche dal novese, torinese, vercellese e alessandrino, sono partiti poco dopo le 15, e dopo essere usciti dalla cascina ospitante si sono diretti alla chiesa di San Clemente al Torcello, ormai abbandonata e immersa nella vegetazione. Dopo una breve pausa per ammirare i panorami sul territorio del casalese, si è proseguito fino ad arrivare alle prime case di Rolasco, per  poi andare oltre lungo una facile strada bianca in cima a una collina, da cui la vista spaziava a 360⁰ dalle colline del Monferrato alla pianura del vercellese. Si è proseguito poi tra i verdi prati, da cui spuntavano numerose orchidee selvatiche, presso cui ci si è potuti fermare per scattare qualche foto ricordo. Iniziava quindi una discesa presso uno stretto e tortuoso sentiero in mezzo alla fitta vegetazione, che ha riportato il gruppo a fondo valle, nei pressi dell’impianto di motocross. L’escursione è terminata con il ritorno il cascina, dove ad attendere i partecipanti c’era una giovane equipe di collaboratori che aveva approntato l’area ristoro e che dava inizio agli assaggi di vini Barbera e Merlot rigorosamente della casa, e altri prodotti locali accompagnati dai dolci costituiti dalle nocciole dell’azienda agricola Paola, terminando in bellezza la giornata di Pasquetta all’insegna del sole e dell’allegria.

Mara Martellotta

Messer Tulipano, biglietti scontati

 Castello di Pralormo

XXV EDIZIONE FINO AL 1 MAGGIO 2025

PREZZO DEI BIGLIETTI RIDOTTO FINO AL TERMINE DELLA MANIFESTAZIONE

Un grande regalo per i visitatori di Messer Tulipano che quest’anno compie venticinque anni: da domani, giovedì 24 aprile fino alla chiusura della manifestazione, giovedì 1 maggio, per tutti coloro che vorranno godersi gli ultimi giorni della fioritura, il biglietto sarà scontato a 9 euro anziché 12. I bambini dai 5 ai 12 anni pagheranno 5 euro mentre sotto ai 4 anni il biglietto è gratuito. 

Il piantamento è sempre rinnovato nelle varietà e nel progetto-colore, ed ospita tra le tante varietà curiose, una collezione di tulipani botanici ma anche un percorso nel sottobosco dedicato ai tulipani conosciuti già dal 1600, come le varietà botaniche che possono considerarsi le ”antenate” dei tulipani. Si tratta di tulipani che nascono nei boschi, soprattutto in Asia ed in genere sono alti solo dai 15 ai 20 cm, con foglie sottili.

Quest’anno si rievocheranno le 25 edizioni con i loro temi particolari. Sarà sviluppata la storia del tulipano, partendo dal 1600, quando in Olanda scoppiò la ”febbre del tulipano” con costi altissimi per ogni bulbo, che valeva come un casa…infatti gli olandesi si indebitarono per comprarli alle aste.

Questa follia durò fino al 1630 circa… poi di colpo finì l’interesse per questo fiore e ci fu il primo fallimento finanziario europeo (il Sole 24 Ore parla sovente di questo fenomeno).

Un’introduzione storica racconterà la vera origine del tulipano in Asia, in particolare in Turchia, in Mongolia e poi in Europa. 

VISITE DEL CASTELLO

In occasione di MESSER TULIPANO inaugura anche la nuova stagione di aperture al pubblico dell’interno del castello che propone due itinerari: uno dedicato alla vita quotidiana in un’antica dimora tra cantine, cucine, camere da pranzo e saloni d’onore e uno al Trenino del Conte, uno stupefacente impianto d’epoca in miniatura, che occupa tre sale, su cui viaggiano treni in scala 0 tra paesaggi dipinti sulle pareti, gallerie scavate nei muri e un interessante scalo merci. Gli attuali proprietari, la famiglia Beraudo di Pralormo, abitano fin dal 1600 il Castello con un impegno costante di tutela, restauro e conservazione. Vedremo insieme le segrete del Castello, fucina dei riti quotidiani dedicati al funzionamento della grande dimora, il fuoco, l’acqua, la luce, il cibo, le stanze intrise di tradizioni e di storia di personaggi illustri; il salotto dedicato alle riunioni familiari ai giochi infantili e agli svaghi femminili; il maestoso salone evocativo di musica, danze e momenti conviviali…vissuti per più di 300 anni dalla nostra famiglia che conserva con passione e dedizione questa casa anche per accoglierVi… (www.castellodipralormo.com/le-visite-del-castello/)

INFORMAZIONI UTILI

MESSER TULIPANO

Apertura: tutti i giorni fino al 1 maggio 2025

Orario: lunedì/venerdì 10-18, sabato/domenica/festivi 10-19

Informazioni: Tel. 011 884870 – 8140981

Quante uova di Pasqua vi sono avanzate?

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PENSIERI SPARSI  di Didia Bargnani
Per qualche giorno ancora dopo Pasqua ci piace mangiare le uova di cioccolato ma arriva il momento in cui vorremmo non averle più in casa o perché ci hanno stufato, si sa, anche l’aragosta mangiata tutti i giorni, che barba, che noia o semplicemente perché non vogliamo più avere la tentazione di cedere alla golosità.
E allora finiamola una volta per tutte: una torta tenerina meravigliosa, fondente, umida e cioccolatosa è la soluzione perfetta.
Per uno stampo di circa 18/20 cm. mi serviranno:
200 gr. di cioccolato, 70 gr. di olio di semi, 3 uova, 90 gr. di zucchero a velo, 20gr. di farina o fecola.
Accendo il forno a 180 in modalità ventilato, sciolgo il cioccolato a bagno maria, faccio raffreddare, aggiungo l’olio.
In un’altra ciotola monto con le fruste elettriche le uova con lo zucchero e unisco la farina setacciata. Aggiungo il cioccolato precedentemente sciolto e mescolo il tutto.
Verso l’impasto nello stampo foderato con carta forno e possibilmente un po’ imburrato.
La Tenerina è pronta per essere infornata; il forno deve essere già a temperatura.
Dopo circa 30 minuti il dolce sarà pronto, se desidero una consistenza meno umida lascerò cuocere qualche minuto in più, cospargo di zucchero a velo e con una tazza di tè o un caffè dico addio alle uova di Pasqua, almeno fino al prossimo anno.

“Pedalando tra i Sacri Monti”, rinviata la Ghiffa-Domodossola

La seconda tappa  di 55 km in e-bike, è stata rimandata per maltempo a domenica 27 aprile

Nell’ambito della manifestazione “Pedalando tra i Sacri Monti” è stata rimandata a domenica 27 aprile la tappa Ghiffa-Domodossola a causa delle previsioni meteo avverse per un percorso di 55 km da percorrere in e-bike. La tappa da Ghiffa a Domodossola rappresenta il secondo percorso di “Pedalando tra i Sacri Monti”, inizialmente prevista per sabato 19 aprile con ritrovo alle ore 9 al Sacro Monte di Ghiffa e arrivo al Sacro Monte di Domodossola, dopo aver percorso in e-bike una distanza di 55 km. È previsto il transfer per il ritorno, la partecipazione è gratuita con iscrizione obbligatoria alla pagina https://www.bloutdoor.it/evento/pedalando-tra-sacri-monti-ghiffa-domodossola/.

Dopo la splendida prima tappa da Varese a Ghiffa, il viaggio cicloturistico alla scoperta dei Sacri Monti continua. Questa volta si partirà dal Sacro Monte di Ghiffa, affacciato sul Lago Maggiore, per immergersi in un itinerario che condurrà fino al cuore delle Alpi, il Sacro Monte di Domodossola. Si tratta di un occorso emozionante tra ciclabili, fiumi, borghi antichi e panorami montani, sempre accompagnati da guide esperte e sostenuti dalle spinte delle e-bike. Alla fine del percorso, una visita guidata farà scoprire il fascino storico e spirituale del Sacro Monte.

“Pedalando tra i Sacri Monti” è organizzato da BL Outdoor, in collaborazione con l’ente di gestione dei Sacri Monti, finanziato dal Ministero del Turismo, nell’ambito di un progetto volto alla valorizzazione dei comuni a vocazione turistico-culturale e ubicati nel sito dell’UNESCO. Sacri Mondi del Piemonte e della Lombardia denominato “Da globale a locale – riscoperta e valorizzazione dell’identità di luoghi eccezionali”.

Le prossime partenze sono previste a Orta, Varallo, Oropa, Belmonte e Crea, ed  previsto un premio speciale per chi completa tutto il tour.

Mara Martellotta

foto mb Cerini

Torino, un giardino segreto chiamato Hotel Victoria

Nel cuore più raffinato e raccolto della nostra città, là dove Piazzale Valdo Fusi si sfiora con Piazzale Carlina, si cela una viuzza silenziosa e appartata: Via Nino Costa 4. È un angolo che sfugge allo sguardo frettoloso, un piccolo segreto urbano protetto dall’abbraccio verde di un’edera fitta e vibrante, che avvolge le pareti di un palazzo elegante come un abito d’altri tempi. Qui, in questo scorcio sospeso nel tempo, sorge un luogo dal fascino discreto ma profondo: l’Hotel Victoria. Non è solo un hotel, il Victoria. È un rifugio dell’anima, un piccolo gioiello incastonato tra le pieghe della storia torinese, la cui identità si intreccia intimamente con quella di una famiglia che lo ha sempre amato con devozione autentica. Una dedizione viscerale, la loro, che si percepisce in ogni dettaglio, in ogni gesto curato con pazienza e affetto, come si fa con le cose preziose di casa. Per cogliere davvero la magia che si respira in questo luogo, bisogna tornare indietro, agli albori della sua esistenza. L’edificio che oggi ospita l’hotel è, di per sé, un simbolo di rinascita. Fu costruito dalla famiglia Rolla nel dopoguerra, sulle ceneri di un tempo ferito dai bombardamenti. Dove un tempo c’erano macerie e silenzio, sorse questo palazzo come un atto d’amore verso la città, un segno tangibile di speranza e ricostruzione. In principio, l’edificio non nacque con l’intenzione di accogliere viaggiatori: era destinato a essere un luogo di lavoro, un sobrio complesso di uffici. Ma il destino, come spesso accade, aveva in serbo qualcosa di diverso. Fu nel 1961 che le sue stanze iniziarono a trasformarsi, grazie alla visione e alla determinazione della madre dell’attuale proprietaria.

Donna di grande intraprendenza, era già conosciuta per aver creato luoghi di cura sulle colline torinesi, spazi pensati per il benessere del corpo e dell’anima. Fu lei a intravedere, in quei muri, il potenziale di un’accoglienza diversa, più intima, più umana. L’Hotel Victoria cominciò così a scrivere la sua nuova storia, intrecciando il proprio destino con quello della città. Gli anni Sessanta portarono con sé un vento di modernità: era l’epoca di Italia ’61, e Torino si affacciava sul palcoscenico del futuro. In questo clima di fermento, anche il Victoria trovò il proprio respiro, divenendo non solo un luogo di ospitalità, ma un testimone silenzioso dei grandi eventi che animavano la città. Eppure, pur nel fluire del tempo, qualcosa è sempre rimasto immutato: l’anima del luogo. L’attuale proprietaria, erede di quella visione originaria, ha saputo imprimere un nuovo stile, più raffinato e personale, senza mai tradire lo spirito iniziale. Con il marito, il Dottor Vallinotto, hanno scelto con fermezza di non trasformare l’hotel in un ambiente impersonale o freddo. No, il Victoria non doveva essere un’azienda, ma una casa. E i clienti, mai semplici ospiti di passaggio, ma persone da accogliere con calore e rispetto. “Ogni dettaglio deve essere curato personalmente dalla famiglia” — questo è sempre stato il principio cardine. E in effetti, ogni angolo della struttura parla con il linguaggio delicato dell’attenzione e dell’amore. Dalla scelta delle luci soffuse, agli arredi raccolti nel tempo, ogni elemento è espressione di un desiderio profondo di bellezza condivisa. Un esempio emblematico di questa filosofia si trova nella sala colazioni. Qui, le pareti non sono semplici muri: sono tele vive, adornate con l’elegante carta da parati Zuber, una meraviglia artigianale dalle origini antichissime. Non è solo decorazione: è un atto d’amore per il bello, un gesto di generosità verso chi varca la soglia del Victoria. Perché l’estetica, qui, non è mai fine a sé stessa. È un invito silenzioso alla contemplazione, alla calma, alla cura. Questo senso profondo di accoglienza è arrivato fino alla terza generazione della famiglia, che ne custodisce l’eredità con la stessa passione. Lo stesso emerge anche nei dettagli delle stanze che risultano un rifugio dalla realtà accomodante ed accogliente. Il raffinato senso estetico e l’ardente passione per l’arte della padrona di casa si rivelano con disarmante eleganza in ogni angolo della dimora, ma trovano la loro massima espressione in un gesto tanto audace quanto poetico: le umili porte di un ascensore, timide e anonime per natura, sono state elevate a veri e propri scrigni di meraviglia. Su di esse, con mano visionaria, prendono vita i capolavori onirici di René Magritte, reinterpretati con tale maestria da confondere i confini tra sogno e realtà, lasciando chi osserva sospeso in un’atmosfera incantata, dove nulla è come sembra e ogni dettaglio è un invito a perdersi nell’illusione.

Con il passare degli anni, molte cose sono cambiate. I tempi si sono fatti più rapidi, i desideri della clientela si sono evoluti, diventando talvolta più sofisticati, più esigenti. Eppure, il Dott. Vallinotto Alberto- appartenente alla terza generazione e attuale proprietario dell’hotel- nonostante la mutevolezza dei gusti e delle mode, ha conservato il fascino del Victoria che è rimasto intatto, come una melodia che resiste al frastuono del mondo. Il Victoria è divenuto un rifugio amato da politici, scrittori, artisti e intellettuali che fanno tappa a Torino, chi per svago, chi per dovere. Un crocevia discreto di idee e pensieri, dove l’anonimato si coniuga alla raffinatezza. Merito, anche, del Dottor Vallinotto, figura di grande spessore e sensibilità, che con il suo impegno accademico e la sua visione aperta ha contribuito a fare del Victoria un luogo non solo elegante, ma anche colto. Grazie a lui, il legame tra l’hotel e il mondo universitario torinese si è fatto più solido, arricchendo ancora di più l’atmosfera di questo piccolo, prezioso universo sospeso tra tradizione e contemporanei. Spesso con i clienti che si fermano per più tempo si crea anche un profondo senso di affezione dovuto alle cure che ad essi riserva l’hotel e alla fidelizzazione.

Tra i tratti distintivi del Victoria, uno in particolare cattura l’anima e la conduce in un viaggio lontano nel tempo: la spa ISIDE, un luogo sospeso tra storia e benessere, custodita al piano terra della struttura come un prezioso tempio segreto. Varcata la soglia, ci si ritrova immersi in un’atmosfera che evoca la magia e il mistero dell’antico Egitto, in un omaggio raffinato al celebre Museo Egizio di Torino — vanto cittadino e autentica passione della proprietaria. Non è un caso che il centro prenda il nome di ISIDE: fu proprio l’aura mistica della dea a suggestionare la mente e il cuore della padrona di casa, spingendola a battezzare così questo rifugio di pace, dove il tempo sembra rallentare e ogni dettaglio invita alla contemplazione. Aperta sia agli ospiti dell’hotel sia ai visitatori esterni, la spa è pensata per offrire a chiunque un’esperienza irripetibile, sospesa tra mito e relax. E come in un dipinto bucolico, poco distante si apre il giardino interno: un angolo segreto al centro della struttura, dove la quiete regna sovrana e il verde si tinge delle atmosfere delicate di un giardino inglese. Qui, tra profumi di fiori e cinguettii discreti, è possibile gustare la celebre colazione mattutina, coccolati da un’armonia che pare uscita da un’altra epoca.

Si conclude così un viaggio che, più che una semplice permanenza in hotel, si è rivelato un’immersione profonda in un’atmosfera capace di avvolgere, rasserenare e far sentire davvero a casa. Il Victoria non è solo un luogo di passaggio, ma un rifugio dove relax, fiducia e un autentico senso di familiarità si fondono armoniosamente, offrendo a ogni ospite esattamente ciò che dovrebbe trovare in un’esperienza di vero ristoro.

 

 Valeria Rombolà

foto: Hotel Victoria