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“Vita Nova”, il Salone del Libro ai tempi del Covid

“VITA NOVA” online, a scuola, in libreria

 

Online da venerdì 4 a martedì 8 dicembre e nelle librerie torinesi fino al 7 gennaio 2021- 20 lezioni con 24 autori e autrici italiani e internazionali, 34 librerie, 180 editori, oltre 700 titoli

 

 

Con, tra gli altri: Alberto Angela, Fernando Aramburu con Bruno Arpaia, Richard Baldwin, Letizia Battaglia, Eva Cantarella, Romeo Castellucci, Andrea Colamedici, Saverio Costanzo, Emma Dante, Donatella Di Cesare, Luca Doninelli, Mathias Énard, Silvia Federici, Giorgio Fontana, Fumettibrutti, Maura Gancitano, Paolo Giordano, Helena Janeczek, Petros Markarīs, Susanna Mattiangeli, Roberto Saviano, Vittorio Sgarbi, Manuel Vilas, Serena Vitale, il Cardinale Matteo Zuppi

 

 

 

In una contingenza che continua a essere particolarmente difficile per il mondo del libro e della scuola, il Salone Internazionale del Libro di Torino vuole dare un segnale forte, concreto, pratico di vicinanza, supporto e anche di servizio alla filiera e alle scuole.

 

Dopo il successo di SalTo Extra, il Salone torna dunque con Vita Nova: non soltanto una rassegna culturale e letteraria, ma l’inizio di un nuovo percorso da condividere con gli editori, le librerie, le biblioteche e la comunità di lettori, insegnanti, studenti in attesa di Vita Supernova, la XXXIII edizione del Salone nel 2021. Un format inedito, in grado di integrare una strategia vincente di promozione del libro e della lettura, nel rispetto delle disposizioni in vigore per contenere la diffusione dell’epidemia.

 

Vita Nova avrà quindi due anime in una: sarà una grande occasione di incontro e confronto sui canali digitali del Salone, con 20 lezioni per “riconciliare gli opposti” a cura di grandi autori e autrici – e una programmazione pensata appositamente per le scuole – che saranno trasmesse da venerdì 4 a martedì 8 dicembre; ma sarà anche un percorso in 34 librerie torinesi, fino al 7 gennaio 2021.

 

 

Vita Nova in libreria e il Buono da Leggere

Vita Nova darà vita, dal 4 dicembre e fino al 7 gennaio, a una grande e importante rete, capace di ritrovare uno spazio fisico, sempre nel pieno rispetto delle normative di sicurezza, comune a libri e lettori: 34 librerie torinesi, indipendenti e di catena, accoglieranno i 180 editori partecipanti, che avranno la possibilità di promuovere oltre 700 titoli in spazi dedicati allestiti ad hoc dalle librerie, anche grazie a del materiale di comunicazione specifico fornito dal Salone del Libro.

Il Buono da Leggere. In questo percorso di supporto alla filiera, ai librai e agli editori, il Salone dedica una importante iniziativa alla promozione della lettura nelle scuole, tra i giovani e i lettori del Salone. Grazie al sostegno della Regione Piemonte il Salone distribuirà 12 mila Buoni da Leggere del valore di 10 € spendibili nelle 35 librerie torinesi aderenti dal 4 dicembre 2020 al 7 gennaio 2021. Destinatari di questa iniziativa sono i giovani tra i 14 e i 25 anni residenti o domiciliati in Piemonte, oltre ai primi lettori del Salone, sempre domiciliati in Piemonte, che da lunedì 30 novembre si iscriveranno a SalTo+, la nuova piattaforma digitale dedicata alla community del Salone. Per i docenti delle scuole d’infanzia, delle scuole primarie e secondarie di primo grado l’iniziativa destina un carnet di dieci buoni per inaugurare o arricchire delle biblioteche di classe, strumento importantissimo per promuovere la lettura fin da piccoli.

 

Vita Nova in biblioteca

Vita Nova aprirà anche una finestra – virtuale, ma reale – sulle Biblioteche: si rinnova, infatti, la collaborazione dell’AIB-Associazione Italiana Biblioteche con il Salone Internazionale del Libro di Torino, grazie al coinvolgimento di tutte le sezioni regionali. Protagonisti saranno i numerosi gruppi di lettura che si sono formati nelle biblioteche italiane, composti in maniera eterogenea da appassionati del libro e della lettura, amanti dell’analisi critica dei testi e del confronto con altri lettori, su temi e filoni letterari, filosofici, storici. Nell’occasione, alcuni rappresentanti rivolgeranno agli scrittori ospiti una domanda sul tema trattato nella loro ‘lectio’: un momento interessante, benché a distanza, di confronto e di incontro con l’autore.

 

Vita Nova online: le grandi lezioni

Il titolo scelto, Vita Nova, vuole essere un invito a riflettere sul presente e sul futuro: insieme, riconciliando gli opposti, perché il domani non sarà solo o luminoso o oscuro, e abbiamo bisogno di superare un pensiero dicotomico dove il presente è immutabile e il futuro sembra non arrivare mai. Il Salone del Libro curerà dunque 20 lezioni di grandi autori e autrici italiani e internazionali – di cui una seleziona pensata per gli studenti – che ruoteranno attorno a coppie di concetti percepiti come contrapposti con l’obiettivo di dimostrare che la realtà non è un elenco di contrari, ma di elementi che dobbiamo imparare a integrare tra loro, a riconciliare, a vivere uniti.

 

Alberto Angela per riconciliare Antico-Moderno; Richard Baldwin per riconciliare Uomo-Macchina; Letizia Battaglia per riconciliare Vita-Morte; Eva Cantarella, Helena Janeczek e Petros Markarīs per riconciliare Stato-Comunità; Romeo Castellucci per riconciliare Inferno-Paradiso, Andrea Colamedici e Maura Gancitano per riconciliare Maschi-Femmine; Saverio Costanzo per riconciliare Interno-Esterno; Emma Dante per riconciliare Famiglia-PartenogenesiDonatella Di Cesare per riconciliare Libertà-Responsabilità; Luca Doninelli e Susanna Mattiangeli per riconciliare Realtà-Fantasia; Mathias Énard per riconciliare Oriente-Occidente; Silvia Federici per riconciliare Streghe-InquisitoriGiorgio Fontana per riconciliare Liberi-LegatiFumettibrutti per riconciliare Parola-Immagine; Paolo Giordano per riconciliare Cura-MalattiaRoberto Saviano per riconciliare Sud-Nord; Vittorio Sgarbi per riconciliare Bello-Brutto; Manuel Vilas per riconciliare Emergenza-NormalitàSerena Vitale per riconciliare Scrittura-Traduzione; il Cardinale Matteo Zuppi per riconciliare Vecchi-Giovani.

 

Grazie alla collaborazione con il Teatro di Roma per la sala dell’Argentina, (Roma), il Teatro La Vicaria (Palermo), il Teatro Arena del Sole (Bologna) – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro dell’Elfo (Milano), Teatro Astra (Torino) diverse lezioni di Vita Nova sono trasmesse da alcuni dei teatri più significativi del Paese: in un momento così difficile per la cultura, continuare a stringere alleanze e condividere progetti è, per il Salone e per la comunità culturale italiana tutta, di fondamentale importanza.

 

Le lezioni saranno tradotte in LIS – Lingua dei Segni Italiana e come tutti gli appuntamenti di Vita Nova verranno trasmessi gratuitamente in live streaming sul sito, sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Salone. Le lezioni saranno poi disponibili anche on demand, a evento concluso, su SalTo+, la piattaforma digitale che il Salone dedica alla sua community.

 

Manifesto. L’illustrazione del manifesto di Vita Nova è stata realizzata da Elisa Seitzinger, illustratrice, artista visiva e docente di morfologia e dinamica della forma all’Istituto Europeo di Design di Torino, che curerà anche l’illustrazione del manifesto ufficiale della XXXIII edizione del Salone.

 

Il Premio Strega Europeo. Venerdì 11 dicembre alle ore 18.30, in collaborazione con il Premio Strega Europeo, Fernando Aramburu, vincitore del Premio Strega Europeo 2018, dialogherà con Bruno Arpaia vincitore del premio alla traduzione per Patria (Guanda). Interverranno: Nicola Lagioia, Giovanni Solimine ed Eugenio Tangerini, con la conduzione di Stefano Petrocchi. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming dal BPER Banca Forum Monzani di Modena, sul sito del Premio Strega e del Salone Internazionale del Libro di Torino.

 

Vita Nova a scuola

Oltre alle lezioni pensate ad hoc per studenti di tutte le età, in programma nella mattinata di venerdì 4 dicembre grazie alla collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo, Vita Nova arriverà nelle scuole con una serie di iniziative mirate, realizzate grazie al supporto di importanti partner del Salone, tra i quali il MIBACT Centro per il Libro e la Lettura, la Fondazione Compagnia di San Paolo, l’Associazione delle Fondazioni di Origine Bancaria del Piemonte. Tra queste il primo modulo di Educare alla lettura, con sei appuntamenti online dal 3 al 16 dicembre (l’iniziativa ha già riscosso un grande interesse: in soli 5 giorni sono pervenute oltre 1000 richieste di partecipazione da parte di insegnanti e bibliotecari), e Adotta un libro, con cui quattromila copie di un grande capolavoro della letteratura attorno a cui radunare la comunità scolastica. Grazie al contributo dell’Associazione delle Fondazioni di Origine Bancaria del Piemonte, il Salone del Libro stamperà, in un’edizione dedicata, un grande classico della letteratura da distribuire gratuitamente alle classi quarte delle scuole superiori.

 

Momenti conclusivi di vari progetti del Salone e altre collaborazioni

Vita Nova sarà anche l’occasione per dare spazio, tutte le mattine alle ore 11:00, a una serie di momenti conclusivi di diversi progetti non presentati in primavera a causa dello slittamento del Salone del Libro: i tre premi che il Centro per il libro e la lettura dedica alle scuole, il Premio Nati per Leggere, il Silent Book Contest, il Concorso Letterario Lingua Madre.

Vita Nova ospiterà anche due iniziative del Consiglio Regionale della Regione Piemonte  e di Incipit Offresi.

 

 

Info pratiche

Tutti gli appuntamenti verranno trasmessi – gratuitamente – in live streaming sul sito, sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Salone.

Le Lezioni di Vita Nova e gli appuntamenti di Educare alla Lettura saranno disponibili anche on demand, a evento concluso, su SalTo+, la piattaforma digitale per la community del Salone. Contenuti speciali, approfondimenti, podcast e video on demand: uno spazio per lettrici e lettori, e per tutto il mondo delle professioni del libro, con materiali didattici e attività formative.

 

 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Nino Haratischwili    “L’ottava vita (per Brilka)”  -Marsilio-   euro  24,00

E’ un romanzo mastodontico (1127 pagine), ma dentro c’è tutto ed è magnifico.

100 anni di storia – più precisamente “Il secolo rosso” – che travolge le vite dei protagonisti: un mix sapientemente dosato di famiglia, amore, utopie, fughe, segreti, tradizioni, ribellione, sacrificio, passioni, codardia, coraggio, torture, tradimenti, aborti, assassinii, e molto altro ancora in

un’ altalena di tragedie collettive e private.

E’ il terzo romanzo della scrittrice, drammaturga e regista teatrale Georgiana di Tbilisi, trapiantata ad Amburgo, e narra la saga degli Jashi. Famiglia borghese benestante che deve la sua ricchezza al capostipite, industriale che ha inventato una ricetta segreta della cioccolata, tramandata dalle donne delle generazioni seguenti.

Ma è anche la storia della loro terra, la Georgia, che ha l’handicap di essere collocata troppo vicina alla Russia, e ha dato i natali a 2 carnefici che ne segneranno il destino; nelle pagine aleggiano infatti potenti e distruttivi il “Generalissimo“ e il “Piccolo Grande uomo”, ovvero Stalin e il capo dei servizi segreti Beria, che però non vengono mai citati per nome.

Voce narrante è quella di Niza (zia di Brilka e pronipote di Stasia) che ricostruisce l’imponente affresco familiare da lasciare all’ultima discendente, la 12enne Brilka, scomparsa nel nulla (l’ottava vita del titolo).

Il racconto inizia nella Georgia governata dagli zar, la prima protagonista degli Jashi è Anastasia (detta Stasia), nata nel 1900, ballerina mancata, depositaria della ricetta segreta della cioccolata -magica e maledetta- inventata dal padre Ketevan.

Poi si inanellano i destini di 5 generazioni di donne incredibili. Fortissime nell’affrontare il vortice storico che vede la Georgia diventare indipendente, poi bolscevica e sovietica -tra terrore, purghe e gulag-, 2 guerre mondiali, l’assedio di Leningrado, la Guerra Fredda, la Primavera di Praga, la perestrojka, la caduta del Muro… fino ad arrivare alla tris nipote Brilka nata nel 1993.

Una sorta di grande epica in cui la Storia sconfigge quasi sempre i personaggi del libro. Tra loro spiccano figure indimenticabili e tragiche, in pagine di totale orrore come quelle in cui la giovane Kitty è catturata, indotta a un parto prematuro e si vede strappata per sempre la possibilità di diventare madre. Oppure le contraddizioni del figlio di Stasia, l’ufficiale di marina Kostja, travolto da un amore giovanile finito in tragedia, che diventa potentissimo membro del Partito e finisce per perseguitare i membri dissidenti della sua stessa famiglia. Solo la punta dell’iceberg di questo romanzo  che il “New York Times” ha definito «commovente, straziante, sublime».

 

Claire Lombardo  “Mai stati così felici”   -Bompiani-  euro  22,00

E’ il primo romanzo dell’americana Claire Lombardo e ispirerà una serie tv prodotta dalle attrici Laura Dern e Amy Adams – che trasformano in successo tutto quello che toccano-  per HBO.

La famiglia di cui si raccontano la felicità, ma anche note dolenti, è composta dai genitori David e Marilyn e le loro 4 figlie: Wendy, Violet, Liza e Grace.

Siamo nella Chicago degli anni 70 quando si incontrano, s’innamorano e non si lasceranno più David, studente di medicina, e Marilyn studentessa di letteratura che mollerà tutto per dedicarsi alla famiglia.

Sono una coppia inossidabile, li lega un amore che è fatto di grande intesa, amicizia, condivisione a continua attrazione fisica, anche quando la nidiata sarà impegnativa fino allo stremo. Hanno superato momenti difficili e agli inizi non si sono risparmiati, poi David ha aperto uno studio e la famiglia si è assestata in uno stile di vita invidiabile.

Non altrettanto bene si sono dipanate le vite delle loro figlie, per le quali, comunque, l’amore incrollabile dei genitori è stato un faro anche nella tempesta.

Le prime tre figlie sono nate in rapida successione. Wendy, la primogenita ha un’adolescenza turbolenta e un  rapporto conflittuale con la madre, poi la sfortuna di restare troppo presto vedova dell’uomo che adorava e  intorno al quale aveva costruito la sua esistenza. Il legame con la sorella nata poco dopo, Violet, è invece fortissimo, tanto che per anni hanno serbato un segreto enorme che ha a che fare con la comparsa di un ragazzino 15enne che scompiglierà non poco le carte.

Poi ci sono l’accademica in carriera Liza, successo a piene mani, ma una vita privata irrisolta, una gravidanza forse indesiderata dall’uomo di cui è dubbiosa. E a distanza di anni dalle altre è arrivata la mascotte, Grace, nata con un parto difficile e l’aiuto di una ginecologa che forse solo collega di David non è. Anche Grace ha qualche problema nell’affrontare ostacoli e insuccessi che maschera con bugie.

Non è una famiglia perfetta, si dibatte tra grandi affetti e amore incondizionato, ma anche incomprensioni, segreti, gelosie, alleanze, scontri e incomprensioni. Ma è una famiglia alla quale affezionarsi e che la Lombardo sa raccontare in modo magistrale.

 

Louisa May Alcott   “Mutevoli umori”    – Elliot-    euro 17,50

Il nome di Louisa May Alcott è indissolubilmente legato all’immortale “Piccole donne”con cui siamo cresciute un po’ tutte, ma detto così è un po’ riduttivo. Infatti 4 anni prima aveva scritto questo romanzo per adulti, un esordio che oggi l’editore Elliot ci ripropone.

E’ la storia della giovane Sylvia Yule -carattere irrequieto e grandi sogni- che cerca di ritagliarsi una vita che vada oltre i canoni tradizionali e il limitato perimetro in cui possono muoversi e scegliersi il destino le donne.

Purtroppo a mettersi di traverso sarà l’amore e la scelta di legarsi all’uomo sbagliato, un matrimonio asfittico che tarpa le ali alla nostra eroina.

Ed ecco affacciarsi già le linee guida della Alcott –nata in Pennsylvania nel 1832, morta a Boston nel 1888- con la messa in discussione dell’ideale di famiglia vittoriana, e temi cari che svilupperà poi in “Piccole donne”, come  l’educazione, la crescita, i legami di sangue e l’amore.

Quando “Mutevoli amori” fu pubblicato nel 1864 riscosse due tipi di atteggiamento nei lettori: curiosità e interesse, ma anche critiche perché proponeva non uno scritto di “alto valore morale” bensì un’innovativa ventata di modernità, un nuovo modello di “individualismo domestico” che suggeriva alle donne percorsi ben diversi da quelli dei manuali domestici dell’epoca.

 

Lynda Rutledge   “Il cassetto dei ricordi segreti”    -Piemme-  euro 17,50

Questo libro è stato pubblicato nel 2012, ma ora torna in auge perché ha ispirato il film “Tutti i ricordi di Claire”, con Catherine Deneuve e la figlia Clara Mastroianni, regia di Julie Berticelli.

La Deneuve interpreta magistralmente la protagonista Faith Bass Darling che, dopo anni di assenza, torna nella sua incantevole casa (nel libro è in Texas, mentre nel film è nella campagna francese). Un affascinantissimo scrigno che racchiude i ricordi di una vita, di più vite, anche di quelli che non ci sono più. La dimora più bella di tutto il paese, perché la famiglia era la più facoltosa del luogo, fondatrice di una banca e proprietaria di altre ricchezze.

Nella notte sente una voce che le sussurra che è giunta la sua ora e quello seguente sarà il suo ultimo giorno di vita.

Lei ha 70 anni magnificamente portati, invece la sua mente è offuscata dall’avanzare  impietoso dell’Alzheimer e, tra una sigaretta e l’altra (fumare le calma i nervi), ha flash di dejà vu e un continuo oscillare tra passato e presente dei quali confonde i confini.

Ha deciso di vendere tutto quello che c’è in casa e organizza una “garage sale” in giardino dove fa portare mobili di prezioso antiquariato, lampade Tiffany che non hanno prezzo, i magnifici meccanismi  che ha collezionato per una vita e di inestimabile valore, oggetti rari, libri antichi e un’infinità di altri tesori che però vende per pochi soldi, in sostanza svende tutto a prezzi ridicoli. Ed ognuno di quegli oggetti la riporta a scene vissute in passato. La sua vita anche se privilegiata non è stata poi così generosa: ha perso il figlio giovanissimo in modo tragico e pure il marito. Ha solo più la figlia Claudia con la quale i rapporti si sono strappati da anni, e che ora ritorna perché avvisata da un’amica della follia materna.

Arriva e attonita osserva la pazzia della madre, l’arraffare dei vicini e soprattutto deve fare i conti con oggetti e sentimenti sepolti da tempo. La ricerca dell’anello di famiglia che aveva nascosto nella scrivania paterna e la pendola a forma d’elefante sono solo l’inizio di una resa dei conti con la memoria e  un presente in cui sembra che i drammi e le incomprensioni possano essere superati…ma continua ad aleggiare la premonizione dell’ultimo giorno sulla terra di Faith/Clare…

Dal Polo del ‘900 i libri arrivano a domicilio

Dal 23 novembre, oltre 300 mila volumi del Polo del ‘900 disponibili su prenotazione tramite email

 

Delivery e take away non solo per cibi e bevande ma anche per i libri in biblioteca: succede al Polo del ‘900, dove saggi, biografie, romanzi come ogni bene essenziale rimangono disponibili al pubblico, anche dopo la chiusura delle biblioteche ai tempi delle zone rosse.

Si comincia lunedì 23 settembre e gli oltre 300 mila volumi delle biblioteche del Polo (tra romanzi, saggi e graphic novel) tornano disponibili al prestito con una novità. Infatti, al ritiro dei libri in via del Carmine, 14, si aggiunge per la prima volta la consegna direttamente a casa, grazie alla collaborazione con la Rete Italiana di Cultura Popolare e Lo Spaccio di cultura- Portineria di comunità.

“Il lavoro congiunto di archivisti e bibliotecari degli enti del Polo ha garantito un servizio essenziale per i cittadini che abbiamo potenziato grazie ai portinai di comunità  – sottolinea Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900 – I libri e le biblioteche non possono rimanere chiusi in un momento storico tanto delicato, così ci siamo attivati affinché la lettura e i bisogni culturali in generale vengano soddisfatti come beni di prima necessità perché nutrono lo spirito critico e forniscono chiavi di interpretazioni per il presente e, alle volte, sono essenziali anche solo per distrarci. Completa il senso di questo nuovo servizio, l’alleanza con la Portineria di Comunità che di fatto crea un sistema virtuoso di welfare di comunità e anche nuove opportunità di lavoro”.

“La Portineria di Comunità, attiva nell’edicola di piazza della Repubblica n.1/F dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle 19.30, è un luogo di welfare di comunità che da mesi si occupa di coprogettare con gli abitanti servizi come commissioni negli uffici pubblici, spesa a domicilio con il gruppo di acquisto Gasp, Sos tecnologia, traduzioni, babysitting, aiuto compiti, pulizie e molto altro. Siamo da sempre convinti che la cultura, e in questo caso, i libri e i servizi bibliotecari siano una necessità quotidiana” Antonio Damasco, direttore Rete Italia di Cultura Popolare.

Per prenotare un libro e definire modalità e tempistiche di ritiro o consegna, è necessario inviare una email a archivio.biblioteca@polodel900.it. La consegna a domicilio sarà effettuata ogni martedì e venerdì dai portinai. La Portineria di comunità risponde al numero 3478788271, la consegna libri è gratuita, con donazione libera per sostenere la Portineria e coloro che ci lavorano.

 

“DC 2020. XX Congresso”. Il libro di Carmagnola democristiano doc

 “E’ solo una nutrita platea di accidiosi quella che non crede alla possibile rinascita dei Democratici Cristiani”

In copertina, l’immagine presa da una litografia che racconta , con toni umbratili, di un centro medievale del Nord Europa, piuttosto attivo con le sue piccole figure in primo piano, sorvegliate dall’imponenza “gentile” delle architetture urbane che s’impongono al paesaggio.

“L’immagine – spiega l’autore del libro – mi sembrava utile a ricordare una dimensione comunitaria ed europea”. E già si entra nel merito del nostro incontro con Mauro Carmagnola, giornalista, democristiano da sempre (è iscritto allo Scudo Crociato dal 1976) e oggi membro della Direzione Nazionale del partito, con l’incarico di segretario amministrativo. Suo il libro “DC 2020. XX Congresso”, di recente pubblicato da “Il Laboratorio Edizioni”. Un pamphlet storico-politico-giornalistico di un’ottantina di pagine che si leggono d’un fiato. Chiare, coraggiose, ben documentate, argute, oneste. E l’incipit già la dice lunga sul perché e sul dove Carmagnola vuole arrivare, denunciare e proporre. Queste infatti le prime quattro righe: “Nei confronti di chi intende rilanciare il progetto ideale e politico della Democrazia Cristiana, una nutrita platea di accidiosi replica che non esistono oggi le condizioni storiche per la sua riproposizione”. Bella stoccata, già in partenza. “E per accidiosi – prosegue – intendo tutti quelli che, pur proclamandosi democristiani o riconoscendo la necessità, anche oggi, di un partito che abbia affinità con la Dc storica non fanno nulla per organizzarsi in tal senso. Gente che recrimina senza agire”. Categoria del genere umano assai poco amata dai tempi dei tempi e relegata nella IV Cornice del Purgatorio perfino dallo stesso Dante, anche a questi “accidiosi”, Mauro intende rivolgersi. Forte e chiaro. “La Dc ha celebrato il suo XIX Congresso nell’autunno del 2018 in piena continuità giuridica con il partito sciolto in modo non corretto da Martinazzoli nel gennaio 1994. Dopo la ripartenza giuridica e dopo l’assestamento post-congressuale, mi sembrava giusto divulgare il nuovo corso della Dc. La chiusura causata da Covid nella primavera 2020 mi ha dato il tempo di trasformare documentazioni ed idee sparse in qualcosa di maggiormente organico.

Un libro appunto, in cui raccontare la Dc della diaspora, quella che è sopravvissuta o nel cuore dei suoi potenziali elettori o nelle esperienze di partiti e partitini che, comunque, mantengono viva una certa idea di politica”. In concreto, ciò che Carmagnola intende proporre è “un’attualizzazione di idee e valori che, se incanalati nella contemporaneità, mantengono tuttora la loro ragion d’essere”. “Penso all’economia a servizio dell’uomo, all’interclassismo, all’europeismo, alla propensione al confronto con chi la pensa diversamente, alla cooperazione internazionale: direi a quello che ci caratterizzava ieri e che manca alla politica di oggi, molto meno moderna di quanto vorrebbe far credere”. Una Dc dunque molto più che una formazione politica, un “partito – stato, un continente” come la definiva Leonardo Sciascia. “Direi più semplicemente un partito capace di continuare gli insegnamenti dei fondatori e di offrire buoni esempi, meno assillata dal conseguimento del potere e più impegnata a sferzare un sistema complessivamente inadeguato, dando rappresentanza a chi si riconosce nei valori propri di quelle prime generazioni”. Eppure per alcuni democristiani doc, da Guido Bodrato a Marco Follini (suo il libro “Democrazia Cristiana. Il racconto di un partito”) l’era Dc è finita. Per Bodrato è stato un “fatto storico e oggi una pratica politicamente archiviata”, mentre Follini parla di voi nuovi democratici cristiani come “fantasmi della Dc”. Cosa rispondi? “Bodrato e Follini sono due autorevoli esponenti di un certo periodo della storia democristiana. Intelligentissimi, ma protagonisti di scelte non condivisibili. Il primo da eurodeputato lasciò il gruppo popolare che è oggettivamente la continuazione e l’attualizzazione delle Dc europee, alcune delle quali godono ottima salute. Follini attraversò quella fase del pendolarismo centrista e delle alleanze mutevoli che non è stata

Carmagnola e Baruffi, già Direzione nazionale Dc

compresa dagli elettori. Entrambi sono approdati al Partito Democratico, salvo, in vario modo ed a vario titolo, pentirsene. Sono la prova più evidente che ci sia bisogno di Dc”.

Quali i tuoi principali riferimenti all’interno dello storico Scudo Crociato? “Giovane doroteo, sono approdato trentenne al gruppo andreottiano restandovi fino a quando c’è stata la Balena Bianca. La lunga vicinanza a Vito Bonsignore mi ha certamente portato a condividere con lui tanti scambi di opinioni e di vedute sul partito, sulla società, sul succedersi dei tempi e delle situazioni. Alla Dc manca un’idra a quattro teste: Andreotti, Moro, Rumor e Donat Cattin. Al fotofinish, direi il Donat Cattin del preambolo ed il Donat Cattin prematuramente scomparso. Se non fosse mancato, avrebbe supportato e non lasciato solo Craxi a difendere la repubblica dei partiti, che necessitavano e necessitano tuttora di risorse, anche economiche.

Avrebbe, forse, salvato l’esperienza dei movimenti politici storici, rintuzzando Mani Pulite per quello che si è rivelata: un’operazione pericolosa per il Paese che ha dato inizio alla decadenza dell’Italia senza neppure risolvere alcun problema di moralitàpubblica. Anzi”. Se, come ironico sfottò (come non di rado capita), qualcuno ti dicesse “sei proprio un democristiano”, cosa risponderesti? “Da andreottiano accetterei gli sfottò, che direi danno una certa autorevolezza a chi li incassa con stile. ‘Certo, son proprio un democristiano’ gli risponderei. ‘E non ho di che vergognarmene’ puntualizzerei”.

Gianni Milani

Il principe racconta la storia di Valmacca

La vita e i ricordi di un comune rivierasco del Monferrato che attraversano l’arco temporale dagli anni Venti sino agli anni Quaranta del secolo scorso, narrati da un ‘Principe’: questo, in sintesi, il contenuto di ‘Acsì l’ha parlà  ‘l Princip’ – ‘Così ha parlato il Principe”.

A scriverlo è stato Felice Augusto Rossi, nato a Valmacca ottantadue anni orsono, laureato in pedagogia e filosofia, oggi docente a riposo dopo aver insegnato molti anni alle scuole elementari come maestro e alle scuole medie come professore di italiano. Rossi, che vive a Valenza, dove è diacono delle parrocchie del Duomo e del Sacro Cuore, ha però mantenuto molto saldi i legami e l’abitazione con il paese di Valmacca a metà tra la città di Sant’Evasio, Casale Monferrato, e la città di San Massimo, Valenza, “A Valmacca sono nato e vivevo – racconta, rievocando una tradizione dei tempi passati – nel Rione Napoli, perché era a Sud della strada principale che allora divideva il paese. Era una divisione fittizia, naturalmente, ma si diceva, a seconda che si fosse di qua o di la della strada, che si era del Nord e del Sud”. Nel suo libro, scritto in italiano, ma con forti accenni al vernacolo valmacchese di cui si dirà poc’anzi, ha una prima parte letteraria, dove il periodo in questione viene visto e raccontato, con gli occhi del Principe. Questi non era, però, un nobile, ma una persona che visse veramente tra il 1887 ed il 1964 in una baracca vicino al Po, ed ebbe una vita tutt’altro che facile, fatta di povertà a stenti. Il suo nome era Carlo Guazzora, figlio di Giacomo e di Rosa Zanetti. “Nella sua povertà – dice ancora l’autore – il Principe, è stato un maestro di vita. Attraverso la finzione letteraria gli faccio dire quello che ho trovato negli archivi storici, racconto episodi realmente avvenuti in un periodo – quello del fascismo – nel quale Valmacca era rifiorita, e lo dico pur di fede antifascista, ma quel che è giusto è giusto. Il Principe racconta quello che hanno vissuto i valmacchesi durante la guerra, all’8 settembre, ciò che hanno provato il 25 aprile. E si chiude con la scomparsa del Principe”. Una seconda parte, un vero e proprio libro nel libro, sono le note: ogni personaggio maschile e femminile citato nel libro viene indicato insieme alla sua famiglia. E vengono raccontati anche alcuni episodi che hanno segnato la vita di Valmacca: l’arrivo della prima 500, come si vedeva Lascia o Raddoppia, la guerra, “perché ciò che è in nota serve per capire quello che il Principe ha descritto”. Un altro ambito sul quale l’autore ha  lavorato sono le fotografie del tempo che fu, vero patrimonio visivo di recupero della memoria. Una quarta sezione, infine, contiene la mappa, strada per strada, rione per rione, casa per casa, indicando chi ci ha abitato, un lavoro davvero certosino. Dopo la bibliografia, piuttosto scarna, c’è la seconda parte nella quale Rossi effettua un’operazione di recupero della memoria, andando a riprendere tre delle moltissime storie fantastiche che il Principe raccontava in dialetto valmacchese. “Erano molte di più – dice ancora – ma sono riuscito a ricordare, a distanza di tanti anni, queste”. In questa parte le storie sono scritte in vernacolo valmacchese: “Il dialetto è la lingua madre, perché è la lingua che ti ha insegnato la mamma”, spiega ancora. E proprio al valmacchese, Rossi ha dedicato qualche anno fa una pubblicazione che ne detta alcune regole per l’uso scritto.

Massimo Iaretti

L’eroe quotidiano. Riflessioni di un filosofo

Un libro, oggi più che mai, può essere una preziosa fonte di ispirazione per comprendere meglio noi stessi ed il mondo, con i cambiamenti che stanno profondamente influenzando le nostre vite.

L’EROE QUOTIDIANO. Riflessioni di un filosofo

di DELIA STEINBERG GUZMÀN

CON L’INTERVENTO STRAORDINARIO DELL’AUTRICE

GIOVEDI’ 19 NOVEMBRE ORE 19

IN DIRETTA STREAMING SUL CANALE YOUTUBE DI NUOVA ACROPOLI ITALIA

In occasione della Giornata Mondiale della Filosofia 2020

Giovedì 19 novembre alle ore 19, in diretta streaming sul suo canale YouTube, Nuova Acropoli presenta una nuova pubblicazione, l’edizione italiana del libro “L’Eroe quotidiano”, con l’intervento straordinario dell’autrice, la Prof.ssa Delia Steinberg Guzmán – Presidente Onorario Internazionale di Nuova Acropoli – una filosofa del nostro tempo, una donna che non soltanto ha studiato la filosofia, ma ne ha fatto uno stile di vita.

Tanto ed a ragione si è parlato di “eroi” in questa pandemia e tutti siamo grati per il lavoro straordinario che hanno svolto a beneficio della collettività, ma l’idea di eroe espressa in questo libro va oltre e si rivolge a tutti noi, chiamandoci a fare ciascuno la nostra parte.

Parlare dell’Eroe Quotidiano equivale ad ammettere lo straordinario nell’ordinario. Lo straordinario ci attrae perché ci parla di una nuova visione, di nuove opportunità, di potenzialità finalmente espresse. Tuttavia, spesso si preferisce continuare ad agire come si è sempre fatto, rimanendo nella propria comfort zone, anche quando le conseguenze sembrano essere poco felici se non addirittura dannose. Ed è qui che entra in gioco l’Eroe Quotidiano: colui che, vedendo i disagi che lo circondano, sceglie di rendersi protagonista del suo tempo storico e farsi fautore di un mondo migliore, iniziando con il dare importanza ai piccoli gesti quotidiani e lasciandosi guidare dalla filosofia nelle scelte di ogni giorno.

Con la presentazione al pubblico del nuovo libro, Nuova Acropoli vuole celebrare la Giornata Mondiale della Filosofia 2020, indetta dall’Unesco (https://www.un.org/en/events/philosophyday/),

come fa ogni anno dal 2005. Si unisce così al doveroso omaggio alla Scienza delle Scienze, promuovendola in più di cinquanta Paesi nel mondo, dove è presente con la sua azione costante ispirata dalla Filosofia Attiva. Quest’anno tutte le iniziative saranno online, unendo tante realtà diverse sotto l’egida della Filosofia; ancora una volta il Filo della Saggezza permetterà una visione globale al di là delle differenze e farà sentire ad ogni essere umano la sua appartenenza all’umanità, con un sentimento di conforto e speranza ed al contempo di responsabilità, perché un mondo migliore nasce dall’impegno individuale ad essere migliori.

Vi invitiamo a riflettere insieme a noi sul tema dell’eroicità nel quotidiano ed a condividere pensieri e considerazioni commentando la diretta nell’apposito box su YouTube.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Valeria Parrella   “Quel tipo di donna”  – HarperCollins –   euro 16,00

Questo è un breve romanzo on the road che, in poco più di 100 scorrevolissime pagine, racconta le avventure di 4 amiche che decidono di fare un viaggio in Turchia durante il Ramadan. Quattro giovani donne che non incarnano il tipo di persona che si trincera dietro una rassicurante serie di schemi prestabiliti: non temono la solitudine, non hanno bisogno di un compagno e affrontano la vita senza mai smettere di sperimentare e imparare.

Carola e Dolores, entrambe dei gemelli, sono spavalde, solari e allegre al limite dell’irresponsabilità; Camilla e la voce narrante sono invece due capricorni precise, quasi maniacali, organizzatissime e prudenti.

A legarle è una profonda amicizia e il mutuo soccorso quando la vita si fa più pesante. Sono insieme per metabolizzare una perdita tra le più dolorose, difficile da affrontare  in solitaria. Lasciano in attesa a Napoli lavoro, figli o amori, e si ritagliano uno spazio tutto per loro.

Non sono donne tradizionali, amano sentirsi libere, escono da sentieri stereotipati, più che sulla programmazione del futuro si concentrano sul vortice del presente, sono profondamente autentiche, anche se piene di contraddizioni.

Soprattutto sono complici, sanno convivere con le loro fragilità e questo tour ha un alto valore liberatorio «Si stava così bene che ci fermammo molti giorni: la bellezza di questi viaggi è che hai un volo di partenza e  uno di ritorno, e poi ci puoi costruire dentro il tempo come meglio viene…».

Viaggiano a bordo di una Mercedes bianca da camorrista, dormono in ostelli e improvvisano con modalità fricchettone; passano da una metropoli fascinosa e moderna come Istanbul ai cunicoli sotterranei dei Camini delle fate in Cappadocia, per arrivare alle coste dell’Antalia e nuotare insieme alle tartarughe.

Sono forti, indipendenti, un po’ incasinate, e vi entreranno nel cuore.

 

 

John Niven  “La lista degli stronzi”   – Einaudi-    euro  17,50

Ha qualche appiglio nell’attualità l’ultimo romanzo dello scrittore scozzese 52enne John Niven, che imbastisce una trama fantapolitica, dissacrante, satirica e a tratti spietata, ambientata in un futuribile 2026 a stelle e strisce.

C’è molto Trump (e sue derive) in queste  pagine in cui Ivanka è la prima Presidente donna degli Stati Unti d’America, dopo due mandati del padre (all’ennesimo matrimonio con una bellona, mentre Melania è morta in un incidente di elicottero).

Il paese è controllato dalla famiglia del tycoon e sprofonda nel conservatorismo più bieco; tra xenofobia ai massimi livelli, uso e possesso delle armi come norma, mentre conquiste come l’aborto sono state spazzate via.

Frank Brill è un ex reporter di 60 anni che la vita ha massacrato con immani  tragedie, ed ora gli lascia pochi mesi da passare con un cancro che lo divora.

Vive da solo a Schilling nell’Indiana e non ha dubbi su cosa fare nel poco tempo che gli resta. E’ solo, non ha più niente da perdere, stila una lista di bersagli – tra il personale e il politico- e parte deciso per ammazzarli.

Man mano che procede nei nuovi panni di spietato serial killer scopriamo le ferite della sua tragica esistenza.

Tre mogli, 2 figli e la morte sempre pronta ad aggredire i suoi affetti più cari.

Nella scuola dove insegnava la moglie Pippa e studiava il loro figlio di 5 anni Adam, un pazzo si è messo a sparare all’impazzata, facendo una carneficina che ha falciato anche loro.

Quando Frank li seppellisce, si rifà viva la figlia 15enne del secondo matrimonio, Olivia, con la quale non parlava da tempo. Riallacciano i rapporti, ma la ragazza muore 7 anni dopo, dissanguata in seguito a un aborto clandestino e illegale.

Brill di conti da saldare ne ha almeno 5: dal professore di educazione fisica che aveva violentato il suo carissimo amico poi morto suicida, al secondo marito della ex moglie, un bieco dentista che l’aveva derubata e fatta finire distrutta dall’alcol.

Fin qui le questioni strettamente private…poi ci sono anche i responsabili politici di nefandezze e decisioni che sono all’origine dei suoi lutti; come l’uso indiscriminato delle armi o la pratica dell’aborto fuorilegge …fino a d arrivare ancora più in alto.

Un romanzo ad alto tasso di adrenalina che è anche una feroce critica della politica americana.

 

John Banville  “Le ospiti segrete”   -Guanda-   euro 19,00

Questa volta il pluripremiato scrittore irlandese indaga sul privato della famiglia reale inglese sullo sfondo di una pagina storica drammatica.

Siamo nel 1940 e Londra si disfa sotto i pesanti bombardamenti tedeschi; la famiglia reale vuole stare accanto al popolo dilaniato, ma si pone il problema di mettere in salvo le due principesse Elizabeth e Margareth che all’epoca avevano 14 e 10 anni.

Il luogo più idoneo sembra l’Irlanda, rimasta paese neutrale in una guerra che metterà in ginocchio mezza Europa.

E’ così che le loro maestà vengono spedite, in gran segreto e sotto nomi fittizi, nella maestosa dimora di Clonmillis Hall, del Duca di Edenmore, che è un parente alla lontana della famiglia reale.

Il romanzo è il racconto del periodo in cui “Ellen”  e “Mary” si trovano per la prima volta lontane dai genitori, affidate all’agente dell’MI5, Celia Nashe (che finge di essere la loro governante) e al detective angloirlandese Strafford.

La Repubblica d’Irlanda è si neutrale al conflitto mondiale, ma per nulla ben disposta verso la Gran Bretagna… e l’identità delle due fanciulle non può essere nascosta a lungo.

Mentre loro vanno alla scoperta dell’augusta dimora che le ospita, manifestano già le diverse inclinazioni dei loro caratteri e si scontrano in svariati litigi. Elizabeth è abilissima a cavalcare e dimostra una sorprendente forza d’animo; mentre Margareth è più capricciosa e indolente.

Poi le cose si movimentano perché iniziano a circolare voci sulla loro presenza. Se la notizia dovesse arrivare all’IRA, la loro incolumità sarebbe a rischio e con essa la Corona stessa.

A infittire la trama aggiungete poi imboscate e incendi, la presenza di un’arcigna governante, del diplomatico britannico Richard Lascelles, e di un fattore enigmatico che piace ad entrambe le fanciulle ma che non se le fila per nulla…..

 

Suad Amiry  “Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea”  -Mondadori-  euro  18,00

La scrittrice e architetto palestinese Suad Amiry affida alle pagine di questo romanzo la storia delle vite dell’ 84enne Shams e dell’86enne Subhi, che le hanno aperto i loro cuori e affidato le loro memorie. Due personaggi che sono l’emblema della tragica storia  di un intero popolo e della catastrofe che segnò l’esproprio violento delle terre e delle proprietà dei palestinesi da parte dello  stato di Israele. L’autrice dedica il libro a suo padre e a tutti quelli che sono morti nella diaspora palestinese degli anni  40.

L’avvio del romanzo risale al 1947 quando la Palestina era amministrata dagli inglesi e Giaffa era  una città fiorente e carica di promesse, che viveva di coltivazione di arance e commerci vari.  Allora era possibile imbastire i sogni di una vita su misura, come faceva il geniale ragazzino Subhi che smontava e riassemblava qualunque oggetto puntando a diventare il meccanico più abile di Giaffa. Quando risolve un problema di irrigazione per un ricco uomo d’affari, questo lo ricompensa regalandogli un abito su misura di pregiata stoffa inglese, ed è intorno a questo grande tesoro che si sviluppa la storia di Subhi. Sogna di indossarlo al suo matrimonio con la ragazzina che gli ha preso il cuore, Shams.

Ma la Storia si mette di mezzo: nel 1948 il governo britannico pone ufficialmente fine al mandato sulla Palestina ed esplodono le tensioni  tra arabi ed ebrei.

La superiorità militare degli ebrei è evidente e la vita di milioni di persone viene stravolta. Attentati, espropri, stupri e violenze inaudite mettono in fuga gli abitanti di Giaffa: in molti muoiono, le famiglie vengono smembrate e chi sopravvive si vede portare via tutto e relegare in ghetti in cui gli arabi vengono confinati.

La vita di Subhi viene stravolta e a lui rimane l’abito inglese e il sogno d’amore per Shams.

Alla ragazzina il destino riserva la separazione dai genitori, l’apparizione di una mucca “ebrea” la cui macellazione sarà fonte di guai e due sorelline terrorizzate.

Le loro tragedie private si innestano sulle pagine di storia che vedono arabi da una parte, ebrei e nascita dello Stato di Israele dall’altra: pagine intrise di sangue, sofferenza e perdite devastanti.

 

 

 

 

 

”Quel che abisso tace” e gli olocausti dimenticati

Ho conosciuto Maura Maffei a Casale Monferrato in libreria, casualmente, la fine dello scorso anno  e  ho appreso da lei in persona della storia misconosciuta riferita alla decisione di Winston Churchill chiamata Collar the Lot ( metteteli al guinzaglio ) che il 2 luglio 1940 portò alla tragedia dell’ affondamento dell’ Arandora Star con a bordo 805  italiani   e non solo, deportati in seguito alla decisione presa da Benito  Mussolini di dichiarare guerra alla Gran Bretagna.

Tutto questo e di più è raccontato nel suo bellissimo romanzo storico ”Quel che abisso tace” (edizioni  parallelo 45, 2019 pagg.341 €.13) che ho finito di leggere in questi  giorni. In questo periodo di quarantena forzata e claustrale a causa del   Covid-19 e dell’ ”affondamento sociale economicoe   civile”  che ne è  seguito, le storie di vita dei naufraghi narrate nel romanzo in prima  persona, mi hanno costretto a una forma particolare di identificazioncognitiva. 

Considerarmi mio malgrado naufrago tra i naufraghi, a riflettere   sull’ineluttabilità dell’infausto destino collettivo e soprattutto  sulle  conseguenze sociali e individuali della discrezionalità del potere, sul    rapporto tra quest’ultimo e  la sua influenza sulle ragioni etiche del  bene e la persistenza del male con la sua anessa banalità morale ( Hannah Arendt   ”La banalità del male. Il processo a Adolf Eichmann a Gerusalemme”) e l’etica della scelta  sociopolitica di  governo di ieri e di sempre. ”La convinzione che il comune egoismo normalmente induca gli uomini dall’indulgere agli impulsi aggressivi    del  tutto indipendentemente dagli interessi degli altri ”(Christopher  Lasch, ”L’ Io minimo. La mentalità della sopravvivenza in un epoca di turbamento” Universale Economica Feltrinelli, Milano 1996 pag.156 ) non è garanzia di libertà anche nel senso cristiano evidenziatoda Franz Rosenzweig nella ”Stella della Redenzione”. Così   è per il      giornalista piemontese emigrato nella perfida Albione Cesare Vairo di fedeltà al regime parente della scrittrice e per l’apolitico    personaggio  di ‘fantasia’ Oscar Dell’Ongaro entrambi compressi nel  conflitto  lacerante di diverse identità e comuni sofferenze. Se la Shoah ha  giustamente il marchio terribile dell’unicità del Male Assoluto nulla  ci   esenta anzi a maggior ragione tutto ci obbliga a ricordare i tanti  dimenticati Olocausti che gli si affiancano nel passato più o meno  recente e nel presente. A monito per il futuro. E chiudo con una  citazione di William James a commento finale dell’ importante opera letteraria di Maura Maffei: ” La moderna deificazione della mera  sopravvivenza, una sopravvivenza che rinvia a se stessa, nuda e   astratta, con la negazione di una qualsiasi sostanziale eccellenza in    ciò che sopravvive, tranne la capacità di una misura ancora maggiore di  sopravvivenza, é senz’altro la tappa intellettuale più strana mai  proposta da un uomo a un altro uomo”.

Aldo Colonna

L’associazione Vitaliano Brancati a Malta con tre scrittori torinesi

GIORGIO VITARI, GIANNI OLIVA E ANDREA MONTICONE AL MALTA FESTIVAL BOOK.

 

Sono tre i torinesi che partecipano al Malta Book Festival 2020 dal 11 al 15 novembre. Gianni Oliva, Giorgio Vitari e Andrea Monticone infatti  saranno presenti all’evento organizzato dal National Book Council, l’IIC La Valletta che presenterà un ricco programma rinnovando, anche quest’anno, la sua partecipazione alla manifestazione.

L’edizione del Festival sarà interamente online. L’Istituto Italiano di Cultura La Valletta vi partecipa con un nutrito programma di presentazioni di libri italiani, alla presenza degli autori, che si potranno seguire sui social Facebook e Instagram dell’Istituto e del Festival. Verranno presentati romanzi, saggi, libri d’arte e sarà annunciata la nuova edizione della Divina Commedia in maltese che uscirà nel 2021, anno in cui si celebrano i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.

I titoli che verranno presentati sono:

“VADO A VIVERE A MALTA” di Carlo Morrone – 2019 – Morrone Editore

Giovedì 12 novembre ore 16:00 Conversazione con l’autore, Carlo Morrone, e Massimo Sarti, Direttore IIC | La Valletta.

LA CIRCONFERENZA DELL’ALBA” di Federica Brunini – 2020 – Feltrinelli

Giovedì 12 novembre 2020 ore 16:30 | Conversazione con l’autrice, Federica Bruinini, e Massimo Sarti

CROSSROADS: UN TUFFO NELLA VITA DI ALICE PASQUINI2020Drago

Venerdì 13 novembre ore 16:30 | Conversazione con l’artista, Alice Pasquini, e l’editore, Paulo von Vacano                                                                                                                                                                                                                                                                  LA GUERRA FASCISTA. DALLA VIGILIA ALL’ARMISTIZIO, L’ITALIA NEL SECONDO CONFLITTO MONDIALEdi Gianni Oliva 2020 – Mondadori

Sabato 14 novembre ore 14:30 – Conversazione con l’autore, Gianni Oliva e Giovanni Firera, Presidente Associazione Vitaliano Brancati.

IL PROCURATORE E LA BELLA DORMIENTEdi Giorgio Vitari – 2020  – Neos Edizioni

Sabato 14 novembre ore 16:30 – Conversazione con l’autore, Giovanni Vitari, e Giovanni Firera.

CARNE MANGIA CARNEdi Andrea Monticone – 2020 – Buendia Books

Sabato 14 novembre ore 16:00 – Conversazione con l’autore, Andrea Monticone, e Giovanni Firera.

LA DIVINA COMMEDIA“: nuova edizione in maltese, rivista e aggiornata con illustrazioni, traduzione di Alfred Palma – 2021, Midsea Books Ltd editore – Sabato 14 novembre ore 17:00

LELI DI CASAL PICCOLO2020 – Morrone Editore

Domenica 15 novembre ore 16:30 Conversazione con Isabella Ellul Cefai (traduttrice), Carlo Morrone Editore, Charles Briffa -Università di Malta – Arnold Cassola – Università di Malta.

 

Il programma “italiano” al Festival, reso possibile dalla collaborazione fra Istituto Italiano di Cultura La Valletta e il National Book Council, gode del patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Malta e si è avvalso del contributo dell’Associazione Vitaliano Brancati e delle case editrici Feltrinelli, Drago, Mondadori, Buendia Books, Neos Edizioni, Morrone Editore, Midsea Book Ltd.

Maria La Barbera

Per il programma completo del Festival: http://bit.ly/MaltaBookFestivalProgramme

 

Per maggiori informazioni: segreteria.iiclavalletta@esteri.it, +356 21 221462, www.iicvalletta.esteri.it

Luci, voci e colori di “Novembre”

Le poesie di Massimiliano Giannocco sono state pubblicate per i tipi di Europa Edizioni.

Il libro, intitolato “Novembre” a ricordo del mese di nascita del Poeta e disponibile su carta stampata e in formato e-book, contiene anche alcune poesie già pubblicate in precedenza. L’attuale raccolta di poesie è coerente con i “baluginii” che caratterizzano tutte le opere poetiche di Giannocco, un Poeta che ci fa scoprire, in modo accattivante, il suo variegato mondo fatto di nobili sentimenti, di paesaggi, di colori, di odori, di luci e di voci.

Queste ultime, le voci, accompagnano, come una colonna sonora, sentimenti e visioni tratteggiati con sapiente scrittura. Dalla “pioggia che bussa sui muri” alla grandine sul “vetro ferito di una finestra sul tetto, dalle “urla del mare” all’ondeggiare “delle dita sul vibrante pianoforte”, fino al “grido costante soffocante delle cicale nel meriggio d’estate”. È sempre difficile commentare un libro di poesie perché la poesia è come la musica che commuove ed emoziona in modo indescrivibile. Così, i pensieri e i sentimenti profondi del Poeta pulsano come i battiti del cuore. Giannocco tocca delle note che si spingono fino alla descrizione, in modo mirabile, di una coinvolgente “estasi” e di una bellissima “Venere all’alba”. E non manca di parlare del suo “timore di creare” e della sua timidezza. Ho il privilegio di essere amico di Massimiliano e di conoscere da vicino una buona parte del suo mondo. Un mondo nel quale intravedo tante esperienze (e preferenze) comuni. Ecco perché non vado oltre a queste mie brevi considerazioni. Mi limito a concludere con un cenno alla sua bella composizione che parla della “gustosa passione” di fumare il sigaro toscano. Il fumo e il singolare profumo dell’antico toscano mi hanno accompagnato a lungo, fin da bambino perché lo fumava anche mio Nonno.

Antonio Pileggi