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A partire da mercoledì 10 gennaio porterà gli spettatori alla scoperta dei sapori esotici
Prenderà il via un nuovo programma in onda su RBE TV a partire da mercoledì 10 gennaio per un ciclo di sei puntate dal titolo “Tastè Partout, dal campo alla cucina”, dove sarà alla conduzione del primo format televisivo il ‘gastronomade’ giornalista torinese Vittorio Castellani, più noto come chef Kumalé.
Da più di trent’anni Vittorio Castellani viaggia attraverso i contenenti per scoprire e divulgare molteplici culture culinarie e da molti è ritenuto il massimo esperto italiano di cucine nel mondo.
La sua esperienza, unita alla professionalità e alla sua attitudine alla narrazione dinamica, frutto di anni di giornalismo radio TV, costituiranno il cuore del programma in onda ogni mercoledì sul canale 87 del digitale terrestre in Piemonte nelle province di Torino, Asti e Cuneo e visibile anche online attraverso il sito www.rbe.it
L’idea del format è semplice ma assolutamente innovativa, vale a dire raccontare alcuni ingredienti esotici, tropicali e subtropicali coltivati a km. 0, grazie a una nuova generazione di giovani agricoltori e start up che stanno sperimentando nuove forme di agricoltura e di produzioni nelle nostre campagne. In ognuna delle sei puntate in programma a ciascun coltivatore verrà abbinato uno chef talentuoso di un ristorante esotico e non, che interpreterà i prodotti del campo in una serie di ricette in grado di esemplificarne l’uso in cucina, sottolineandone le caratteristiche e i sapori, tra aneddoti e curiosità, tra tradizione e innovazione.
Se nell’epoca delle grandi scoperte geografiche e dei traffici coloniali erano i pomodori, il mais, le patate o il cacao a sorprenderci e a entrare nelle nostre cucine per diventare protagonisti di tanti nuovi piatti, oggi si coltivano centinaia di nuova specie, ancora tutte da scoprire per gli italiani. Ci attendono nuove frontiere del gusto.
Vittorio Castellani, considerato il massimo esperto in Italia di cucine del mondo, viaggia dai primi anni Novanta, attraverso cinque continenti per conoscere e divulgare le culture gastronomiche “altre”; con Tastè Partout porterà i telespettatori in viaggio alla scoperta di piante enormi esotiche le cui radici si incontrano oggi da una terra inedita a quella dei campi del Piemonte.
Mercoledì 10 gennaio alle ore 21 la prima puntata avrà come titolo ‘Aromatiche esotiche alle porte di Torino: dalle Ande al Fujiyama”.
Uniamo oriente e Sud America con 1500 piante aromatiche dai sentori inediti, ottime per essere trasformate sia in cibo sia in cocktail e software drink. Dal vivaio fratelli Gramaglia ddiCollegno si passa al ristorante Azotea di Torino, guru della cucina fusion nikkei, che interpreta le aromatiche nella tradizione andino-peruviana e nella cucina giapponese.
La puntata della settimana successiva, mercoledì 17 gennaio, alle 21, avrà come titolo “Brassicacee orientali, sono cavoli vostri!”. A sorpresa, infatti, le brassicacee orientali crescono bene anche nell’hinterland torinese, dando vita a involtini, zuppe o semplicemente saltate al wok. La cucina cinese di silvia lingotto del Ristorante ZhengYang con le sue tradizioni farà da sfondo a tutta la puntata, che si aprirà a Venaria, nei vivai Licciardi.
Gli altri interventi del mese di gennaio verteranno il 24 gennaio sulla tematica del “Moso”, sua eccellenza il bambù d’alta Langa. In questa puntata Vittorio Castellani condurrà alla scoperta di un enorme bambuseto in alta Langa nel terreno dell’azienda agricola Moso di Cravanzana, luogo inedito e magico della campagna piemontese. Il compito di trasformare i germogli di bambù in tre piatti esclusivi spetterà alle Petit Restaurant Japonaise di Avigliana.
MARA MARTELLOTTA
La Cotoletta alla Piemontese è indubbiamente la novità culinaria dell’anno e in particolare della cucina piemontese. Il piatto ideato da Mino Giachino, il grande sostenitore della TAV, sta rilanciando il consumo della carne di razza piemontese e dei formaggi tipici delle nostre vallate alpine. Aumentano i ristoranti che l’hanno inserita nel menu in Città e nelle località di montagna. Accompagnata da un bicchiere di Nebbiolo giovane e dai grissini della collina piemontese sta trovando il suo spazio e incuriosisce piemontesi e turisti.
Nella foto il manifesto affissione nei ristoranti firmato dall’assessore regionale alla agricoltura Protopapa
“Non si tratta di idee. Si tratta di far sì che le idee si realizzino”. Dev’essere stato uno spirito molto simile quello che, una sera del 2017, ha motivato Lorenzo Quaccia ed Edoardo Zanutti a mettere in piedi Altura- Trota Alpina Affumicata una start-up unica nel suo genere nata Verrès (Valle d’Aosta) nel 2019. L’azienda è stata in grado di dare una nuova vita ad un’eccellenza gastronomica italiana, ovvero la trota d’acqua dolce, ormai quasi dimenticata. Altura non solo ha valorizzato gusto e sapore del prodotto ma si è specializzata sul processo di affumicatura. Il risultato è un prodotto in grado di garantire al consumatore un’esperienza culinaria sana e che, al contempo, rispetti il territorio alpino di provenienza. Edoardo, socio fondatore della società, ci ha raccontato cosa c’è dietro questo progetto.
Altura nasce, prima di tutto, dalla storia di un’amicizia
Sì, io e Lorenzo eravamo compagni di liceo e amici di vecchia data. Nel 2017 io mi ero appena laureato in economia, mentre lui lavorava come ristoratore. Entrambi avevamo il desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo. Per questo abbiamo unito le nostre competenze e abbiamo così deciso di intraprendere una avventura creando una start- up di affumicatura della trota d’acqua dolce.
Si parla spesso di start-up giovanili: com’è andata la vostra esperienza?
Inizialmente non è stato facile gestire il ginepraio burocratico necessario per avviare un’attività di impresa. Al contempo, essendo nati in un territorio alpino, siamo stati facilitati dalla molteplicità di enti e strutture che favoriscono la nascita dell’imprenditoria di montagna. La svolta effettiva è arrivata quando abbiamo partecipato al concorso ReStartAlp,un campus di incubazione e accelerazione di impresa del territorio alpino italiano, promosso e organizzato da Fondazione Edoardo Garrone e Fondazione Cariplo. Un’altra chiave di svolta è stata la Pépinières d’Entreprises che ci ha aiutato a sviluppare e gestire le fasi di avvio del progetto imprenditoriale.
Con conseguenti pro e contro
Tra gli aspetti migliori di questo lavoro c’è la soddisfazione di veder crescere la propria impresa e continuare a migliorare. Al contempo ci sono stati numerosi momenti di sconforto, come in ogni lavoro, perché si hanno progetti in testa che poi non si realizzano come vorresti. In Valle D’Aosta abbiamo la possibilità avere un continuo dialogo con le istituzioni locali in quanto non siamo controllati da un ente ittico a livello nazionale come invece succede per il mercato del pesce di mare.
La vostra impresa ha investito su un prodotto unico nel suo genere. Da che cosa è stato motivato tale investimento?
La trota è un pesce d’acqua dolce che si trova in molti torrenti e fiumi montani della Valle D’Aosta e la sua affumicatura è una tradizione che esiste da sempre nei nostri territori. Questa era, però, confinato ai ristoranti. Abbiamo visto visto come un’opportunità quella di riportare in tavola tale tecnica e al contempo di offrire al consumatore un’eccellente alternativa al classico prodotto di mare.
E’ un prodotto alternativo anche perché la scelta degli allevatori avviene con una certa cura
Sì, la scelta degli allevatori avviene seguendo particolari criteri oggettivi. Per il momento ci stiamo focalizzando sulle realtà del Piemonte e della Valle D’Aosta. Seguendo altri modelli imprenditoriali già in essere, abbiamo sempre prediletto degli allevamenti a bassa intensità ove sia garantito l’utilizzo di acque di sorgenti pure e ricche di ossigeno.
Che ha conseguentemente portato interesse nel consumatore
Il cliente è più attento e consapevole a cosa viene portato in tavola, quindi, anche la cura nella scelta della materia prima è apprezzata. Anche se il percorso è ancora lungo, puntiamo a crescere. Ci sono poche regole da rispettare nel nostro settore essendo un prodotto di nicchia, ma cerchiamo ugualmente di conformarci al massimo alle certificazioni IGP. Il cliente è sempre molto attento a capire la provenienza della pescato che porta in tavola.
Avete intenzione di espandervi anche estero?
Speriamo in futuro, ma per ora il progetto si limita al territorio nazionale perché la catena del freddo ha una difficile organizzazione logistica alla base. Per ora abbiamo iniziato a sperimentare una nuova produzione ovvero la “Mocetta di Trota” un vero e proprio salame di pesce. L’intento è quello creare una molteplicità di prodotti di modo da poter soddisfare tutte le esigenze del cliente.
Altura Trota Alpina Affumicata, che conta ad oggi due soci e tre dipendenti, un negozio e uno store online, è l’esempio di come la capacità e le competenze possano unirsi e far riscoprire il gusto di antichi sapori.
VALERIA ROMBOLA’
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MANGÉBIN – IL PIEMONTE IN TAVOLA
Il Piemonte è una terra che vanta un’autentica cultura enogastronomica con prodotti unici ed una sapiente tradizione artigianale profondamente radicata nella sua storia e gente.
Ed è proprio per valorizzare ed esaltare questo patrimonio che nasce “MANGÉBIN – il Piemonte in tavola” un progetto di Città di Torino, Turismo Torino e Provincia, Ascom, Confesercenti con il sostegno della Camera di commercio di Torino e il supporto creativo di MDAComunicazione.
È un circuito di 51 ristoranti della cucina tipica piemontese di Torino e della sua provincia che propongono nei propri menù le ricette tradizionali del Piemonte e i vini regionali con l’obiettivo di offrire ai turisti e ai residenti un’esperienza culinaria autentica.
Alla base del progetto la considerazione di come sia costantemente in aumento il numero dei viaggiatori che scelgono la meta delle vacanze avendo come principale obiettivo l’esperienza enogastronomica. L’enogastronomia è tra i principali driver che sostengono l’immagine del Belpaese a livello mondiale, insieme alla moda ed al turismo, un trend che avvantaggia l’Italia, a patto che si migliori l’accessibilità dell’offerta”.*
“E’ un’intelligente azione sinergica tra Enti, Istituzioni e operatori della ristorazione che attraverso un’offerta enogastronomica di qualità e con copertura capillare del territorio torinese consente a turisti e cittadini di scoprire piatti tradizionali ed eccellenze del Piemonte con la garanzia di ingredienti di qualità a chilometro zero – afferma l’assessore al commercio Paolo Chiavarino -. È una preziosa opportunità di stimolo a un consumo di cibo di livello, con ricadute economiche sugli operatori del settore e sul tessuto provinciale torinese.”
Gli esercizi che hanno aderito al progetto – selezionati in collaborazione con le associazioni di categoria Ascom e Confesercenti – garantiscono i seguenti requisiti: almeno il 60% dei piatti offerti dovranno essere tradizionali della cucina piemontese, utilizzando ingredienti locali e almeno il 60% dei vini serviti dovranno essere di provenienza piemontese, di cui almeno il 10% dovrà provenire dalla provincia di Torino.
Come dichiarato da Enzo Pompilio d’Alicandro, Vicepresidente della Camera di commercio di Torino: “Il progetto si basa su un sempre più intenso dialogo tra ristoratori ed esercenti da un lato e produttori enogastronomici locali dall’altro, perché nei menu e nelle carte dei vini siano sempre proposte le eccellenze del territorio: Mangèbin nasce per arricchire l’offerta e segnalare ai turisti una selezione di locali che propongono la tipicità della nostra cucina abbinata ai migliori vini locali, garantendo un’autentica esperienza di gusto piemontese“.
Maria Luisa Coppa, Presidente di Ascom Confcommercio Torino e Provincia sottolinea che “la tipicità è certamente un trend e proprio per questo sono indispensabili regole che tutelino chi lavora bene rispetto a chi segue solo una moda. Quello presentato oggi è un primo nucleo di ristoranti, che potrà ampliarsi, tenendo sempre conto che ‘tipicità’ non vuol dire solo tradizione storica, ma anche innovazione e rivisitazione dei nostri piatti tipici, con l’accortezza di rispettare un disciplinare che, in questo caso, abbiamo costruito insieme“.
“L’idea di organizzare un circuito verificato di ristoranti tipici – sottolinea Fulvio Griffa, Presidente di Asso Turismo Confesercenti – è nata da una proposta degli operatori della ristorazione e si propone di presentare ai turisti una ampia scelta di piatti della nostra tradizione culinaria e di vivere un’esperienza unica“.
Il progetto prevede lungo il corso dell’anno la definizione di Weekend Tematici durante i quali verrà celebrato un piatto iconico della tradizione piemontese. Il primo weekend che coincide con il Ponte dell’Immacolata (dall’ 8 al 10 dicembre) sarà dedicato ai Tajarin. Ogni ristorante dovrà quindi proporre la pasta fresca all’uovo dell’antica tradizione piemontese come piatto principe.
“Siamo sicuri che tale iniziativa – sottolinea Marcella Gaspardone, Dirigente di Turismo Torino e Provincia – pensata e ideata soprattutto per coloro che giungono in visita nel nostro territorio contribuisca a far conoscere la nostra tradizione e, nel contempo sia garante di qualità dei piatti proposti nel rispetto della cucina tipica piemontese“.
Sul fronte della comunicazione, Turismo Torino e Provincia ha attivato tutti i suoi canali. Il progetto è presente in home page sul sito www.turismotorino.org tradotto anche in inglese e francese; è stata inoltre definita una campagna di comunicazione online e offline per evidenziare il circuito; per i locali aderenti saranno previsti dei corsi di formazione per garantire la conoscenza e la promozione accurata dei piatti e dei vini piemontesi; ogni ristorante sarà riconoscibile attraverso una vetrofania.
I LOCALI ADERENTI
Torino
AL GUFO BIANCO / ALBERGO RISTORANTE SAN GIORS / ANTICA BRUSCHETTERIA PAUTASSO / ANTICA TRATTORIA “CON CALMA” / ANTICA TRATTORIA DEL SOLE / ANTICHE SERE / ANTICO BALON /ARCADIA / BALLATOIO – BISTROT DI RINGHIERA / BARBAGUSTO / BISTROT TURIN / BORGIATTINO FORMAGGI / CASA BROGLIA / ENOTECA ROSSO RUBINO / GOUSTO’ RISTORANTE EMPORIUM / GUARINI / I SAPORI DEL PIEMONTE / LA BADESSA / LE FANFARON BISTROT / LE VITEL ETONNE’ / MARTINET / OSTERIA AL TAGLIERE / OSTERIA LE PUTRELLE / OSTERIA RABEZZANA / PEPINO 1884 / PORTO DI SAVONA / RISTORANTE BELVEDERE / RISTORANTE DEL CIRCOLO DEI LETTORI / RISTORANTE DEL DUOMO BICERIN / RISTORANTE LAROSSA / SAN TOMMASO 10 / TRATTORIA DECORATORI E IMBIANCHINI
Fuori Torino
ANTICA LOCANDA DELL’ORCO (Rivarolo Canavese) / ANTICA TRATTORIA MONVISO (Carmagnola) / / CA’ PRAUDIN (Valchiusa) / COSTA LOURENS (Torre Pellice) / FERMATA ALPI GRAIE (Groscavallo) / / FORESTERIA DI MASSELLO (Massello), GEAT VAL GRAVIO (San Giorio di Susa) / L’FOUIE (Bardonecchia) / LA LOCANDA DEL CONT (Santena) / LA TABLE DLOUZ AMIS (Oulx) / LES MONTAGNARDS (Balme) / OSTERIA DAL MERLO (Sant’Ambrogio di Torino) / OSTERIA LA CADREGA (Moncalieri) / RISTORANTE CENTRO (Cercenasco) / RISTORANTE HOTEL CELESTINO (Piobesi) / RISTORANTE L’INCONTRO (Valchiusa) / RISTORANTE SAN MICHELE (Avigliana) / TRATTORIA BEL DEUIT (Baldissero Torinese) / SCUDO DI FRANCIA (Agliè)
*Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2023 curato da Roberta Garibaldi
PER INFO E PRENOTAZIONI
www.turismotorino.org/mangebin
JUST EAT PRESENTA LA SETTIMA EDIZIONE DELLA MAPPA DEL CIBO A DOMICILIO E RIVELA I SEGRETI NASCOSTI DELLE CITTÀ ITALIANE
Just Eat presenta la settima edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia e rivela un’esclusiva collaborazione con Delivery Valley di Maurizio Rosazza Prin e Alida Gotta, per la creazione di piatti ispirati ai quattro trend che rivoluzioneranno l’esperienza culinaria e il food delivery.
Nell’attuale panorama gastronomico in continua evoluzione, il cibo a domicilio non fa eccezione e attraversa costanti cambiamenti, in Italia come nel mondo. In un’epoca in cui la comodità e la sostenibilità si intrecciano con la voglia di esplorare nuovi sapori e sensazioni, Just Eat (www.justeat.it), parte di Just Eat Takeaway.com, uno dei leader mondiali nel mercato del digital food delivery, presenta la settima edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia. L’ultima edizione non si limita a delineare una panoramica delle tendenze del food delivery, ma offre un’immersione completa nella cucina e nelle preferenze degli italiani, gettando luce su come stiano cambiando le abitudini alimentari nel Bel Paese.
Il food delivery a Torino
Nella nuova edizione dell’Osservatorio annuale di Just Eat, emerge un’analisi dettagliata degli appassionati del food delivery in Italia, esplorando le ragioni alla base delle loro scelte alimentari, ma anche come le abitudini di consumo stiano cambiando nelle diverse città italiane, evidenziando conferme di tendenze esistenti e l’emergere di nuovi comportamenti.
Il food delivery fa ormai parte della nostra vita quotidiana e i dati forniti da Just Eat riflettono non solo l’amore degli italiani per la buona cucina, ma anche la crescente tendenza a integrare il food delivery nelle diverse sfaccettature della vita quotidiana, trasformando ogni occasione in un’opportunità per apprezzare la varietà culinaria comodamente a casa propria: c’è chi preferisce gustare il cibo mentre si guarda la propria serie o film preferiti (29%), in connubio perfetto dopo una giornata frenetica, o chi opta per il food delivery in piacevole compagnia di amici e famiglia (22%), trasformando il pasto in un momento conviviale e condiviso. Ma non solo, il ritorno a casa dopo una giornata di lavoro (16%) diventa l’occasione ideale per concedersi una deliziosa cena consegnata comodamente a casa, perfetto anche durante la visione di eventi sportivi o giocando ai videogiochi (11%).
Ma cosa ordinano i torinesi? Secondo la settima edizione della Mappa del cibo a domicilio, le cucine più ordinate che caratterizzano la città sono la pizza, l’hamburger, apprezzato per la sua versatilità e la capacità di reinterpretarsi in chiave gourmet, la cucina cinese, con la sua ricca varietà di sapori e la maestria nell’uso di spezie, e la cucina giapponese, con la sua eleganza e attenzione alla presentazione.
Accanto ai sapori internazionali, a Torino non si rinuncia alla tradizione italiana, connubio che riflette la diversità della città. La pizza diavola aggiunge un pizzico di audacia, gli involtini primavera donano croccantezza alle giornate e infine la pizza con salsiccia aggiunge un sapore robusto e ricco grazie alla combinazione di formaggio e pomodoro. Questi piatti evidenziano come la città si apra a influenze culinarie globali, pur mantenendo un forte legame con le delizie italiane che la caratterizzano.
La scena gastronomica torinese sta vivendo una rinascita di gusti e sapori, con alcune cucine emergenti che stanno conquistando rapidamente i palati dei torinesi. I panini, tradizionali o reinterpretati in chiave moderna, stanno guadagnando una crescente popolarità, offrendo un’opzione veloce e deliziosa per chi desidera un pasto saporito da gustare in movimento. Le piadine, con il loro richiamo alla tradizione italiana e la loro versatilità nell’accontentare tutti i gusti, diventano una scelta amata per chi cerca un pasto leggero ma appagante. La cucina messicana, con la sua esplosione di sapori piccanti e l’ampia varietà di piatti, sta diventando una tendenza culinaria di grande successo, portando una ventata di vivacità al panorama gastronomico torinese.
Per quanto riguarda i piatti, il trend “Componi il tuo poke” sta guadagnando terreno, offrendo ai torinesi la possibilità di personalizzare la propria bowl con ingredienti freschi e saporiti. Gli spaghetti di riso con gamberi e verdure incarnano l’incontro tra la tradizione italiana e le influenze asiatiche. Il kebab arrotolato, con la sua presentazione creativa e la varietà di gusti intensi, è una scelta sempre più amata per chi cerca un pasto veloce ma sfizioso.
In città, i piatti tradizionali sono veri e propri amori gastronomici, incastonati nel cuore della città come gemme culinarie. Le polpettine in umido al pomodoro custodiscono il segreto della felicità in ogni morso. La farinata, con la sua croccantezza dorata, è un autentico magico incantesimo che conquista i palati torinesi. Gli gnocchi al ragù di salsiccia di Bra, invece, sono come la storia d’amore tra la pasta fresca e un ragù ricco e saporito.
Le quattro tendenze che svelano come gli italiani stanno abbracciando una nuova era del food delivery
Grazie alla collaborazione con WGSN, istituto di ricerca sulle tendenze dei consumi, Just Eat ha infatti scoperto quali sono i nuovi driver che plasmeranno il mondo del gastronomico e del food delivery, e indagato poi in collaborazione con BVA Doxa la risposta degli italiani a questi nuovi trend. Non solo cambiamenti nel modo in cui si nutrono, ma un desiderio di esprimere emozioni attraverso il cibo, di supportare ristoranti sostenibili e di abbracciare l’eclettica diversità culinaria.
Mood food: quando il cibo abbraccia il benessere emotivo
Nel panorama in costante mutamento dei consumatori italiani, le abitudini alimentari sono in continua evoluzione in risposta alle nuove esigenze e ai valori personali. L’ansia e le emozioni legate allo stress, spesso derivate da un equilibrio precario tra lavoro, ambiente e relazioni, stanno plasmando un nuovo approccio al benessere e ridefinendo le priorità.
La nozione di salute non si limita più solamente ai bisogni fisici, ma si sta spostando verso una ricerca di benessere completo, che abbracci aspetti emotivi, spirituali e sociali. Questa nuova prospettiva mette in risalto l’importanza di accostare il piacere ad un’esperienza all’interno dell’equazione del benessere, dimostrando che l’indulgenza può coesistere con la cura di sé e la salute mentale. Sempre più consumatori sono inclini a regolare il proprio stato d’animo attraverso il cibo, riflettendo un crescente interesse per prodotti che promettono di migliorare il benessere emotivo, anche attraverso ingredienti con proprietà benefiche.
In questo scenario, il food delivery gioca un ruolo cruciale. Secondo una ricerca condotta da BVA Doxa per Just Eat, l’atto di ordinare cibo a domicilio è spesso associato a emozioni positive come soddisfazione e relax. Oltre il 90% degli italiani afferma di ordinare un piatto basandosi su emozioni o ricordi positivi, sottolineando la profonda connessione tra cibo ed umore. Interessante notare come il concetto di “comfort food” sia strettamente legato a piatti familiari (40%) e a quelli che possono migliorare il nostro stato d’animo (38%). Tra questi, spiccano pizza e focacce per il 60% degli italiani, ma anche dolci (40%), gelati (38%) e l’immancabile cioccolato (32%). Dopo aver gustato il proprio cibo preferito, le emozioni più comuni tra gli italiani riguardano una sensazione di gratificazione (44%) e felicità (41%).
La curiosità? L’80% degli italiani si dice interessato a provare un alimento progettato per migliorare l’umore.
Zero Heroes: il futuro sostenibile del food delivery
L’importanza della sostenibilità è cresciuta in modo straordinario negli ultimi anni, passando da una semplice tendenza a un pilastro fondamentale che influenza profondamente le abitudini di consumo degli italiani, sia nel presente che nel futuro. La sostenibilità non è più solo un’opzione, ma un valore imprescindibile. Questo nuovo approccio abbraccia una visione completa che sensibilizza i consumatori alla tutela dell’ambiente e promuove stili di vita sostenibili in ogni aspetto delle loro scelte di consumo.
Il settore del food delivery, ormai parte integrante della vita quotidiana, deve adeguarsi a questi valori dei consumatori, offrendo alternative sostenibili e introducendo nuove proposte di prodotti e soluzioni che vanno in questa direzione. In Italia, Just Eat è un esempio di azienda che si impegna per la sostenibilità, collaborando con iniziative innovative come Notpla, il packaging biodegradabile composto da alghe marine, per ridurre l’impatto ambientale e promuovere una consegna più sostenibile.
La recente ricerca condotta in collaborazione con BVA Doxa ha evidenziato diversi aspetti chiave che dimostrano quanto la sostenibilità sia diventata un criterio fondamentale nella valutazione dei ristoranti e dei servizi di food delivery. La provenienza delle materie prime e l’uso di prodotti locali e a chilometro zero (44%), così come l’adozione di iniziative anti-spreco (42%), sono elementi chiave per definire un ristorante come sostenibile.
Per quanto riguarda il food delivery, gli italiani si dimostrano poi sempre più interessati a opzioni di consegna con un minor impatto ambientale: il 65% si dice disposto a pagare di più per una consegna più sostenibile, specialmente la Generazione Z. Inoltre, aspetti cruciali come la tutela dei rider (69%), le condizioni meteo (53%) e l’offerta di frutta e verdura di stagione (54%) influenzano notevolmente le scelte dei consumatori.
La ricerca rivela infine che la sostenibilità incide notevolmente sulle decisioni alimentari, con oltre l’80% degli italiani che considera importante sapere come smaltire in modo responsabile il packaging dopo l’utilizzo.
Fusion of Cultures: una miscela di sapori da tutto il mondo
Nelle aree urbane, dove culture che una volta sembravano distanti ora si trovano a stretto contatto, il settore alimentare sta vivendo una straordinaria contaminazione culturale. Le tradizioni culinarie di tutto il mondo si mescolano e si influenzano reciprocamente, dando vita a una fusione di sapori e stili di cucina. Questa tendenza può portare alla standardizzazione dei piatti o, al contrario, alla valorizzazione delle autentiche tradizioni culinarie.
In questo panorama, il settore del food delivery e i ristoranti svolgono un ruolo chiave. Da un lato, i consumatori sono alla ricerca di nuovi sapori e ingredienti; dall’altro, chef ed esperti del settore sono influenzati dalle tendenze e dalla domanda di cibi esotici e autentici.
In Italia, è interessante notare un forte interesse per la sperimentazione di sapori intensi e nuovi (22%), soprattutto tra i giovani (25-34 anni), che resta però spesso associata a un forte legame con i piatti familiari (36%). L’interesse per la sperimentazione culinaria diventa particolarmente evidente quando si tratta di piatti difficili da replicare in casa. La maggior parte degli italiani mostra un vivo interesse nell’ordinare cibi e bevande provenienti da culture culinarie diverse a domicilio (34%), ampliando così l’esperienza culinaria grazie al food delivery.
La cucina italo-giapponese è uno degli abbinamenti più apprezzati e sperimentati (47%), mentre i più giovani dimostrano una predilezione per la fusione tra la cucina italiana e brasiliana (46%).
Taste makers: il cibo nell’era dei social media
L’ascesa dei social media ha rivoluzionato il modo in cui le persone interagiscono con il cibo, trasformandolo da una necessità fisiologica in un’esperienza condivisibile, creativa e influenzabile. Le tendenze alimentari possono diffondersi rapidamente attraverso questi strumenti di comunicazione, portando un piatto o uno stile culinario a diventare virali in poche ore grazie alla condivisione di contenuti digitali.
L’analisi condotta insieme a BVA Doxa sulla correlazione tra i social media e l’esperienza culinaria ha rivelato quanto sia stretto il legame tra il mondo digitale e quello gastronomico. Secondo i risultati, il 70% degli italiani ha dichiarato di aver provato almeno una volta a replicare ricette o piatti che hanno visto realizzare da influencer o personaggi famosi attraverso i canali social, mentre il 50% segue almeno un ristorante sui social.
L’ispirazione offerta dagli influencer svolge un ruolo significativo nell’incoraggiare i consumatori a esplorare nuovi piatti e a scoprire nuovi ristoranti. Tuttavia, non è solo la riproduzione di ricette a influenzare le scelte. Anche le immagini dei piatti (57%) e degli ambienti dei ristoranti (50%) dimostrano di avere un notevole impatto sulle decisioni. La vista di un piatto delizioso o di un ristorante accogliente sui social media può spingere le persone a prenotare un tavolo o a ordinare da un ristorante che altrimenti non avrebbero considerato.
Nonostante l’importante influenza dei nuovi mezzi di comunicazione, le esperienze passate (42%) rimangono fondamentali nel condizionare le scelte di ristoranti e piattaforme di cibo a domicilio.
Doppia esperienza gastronomica: in esclusiva su Just Eat i piatti ispirati ai trend firmati Delivery Valley
Per celebrare l’emergere delle quattro entusiasmanti tendenze culinarie in Italia, Just Eat ha collaborato in esclusiva con Delivery Valley, la visionaria iniziativa culinaria di Maurizio Rosazza Prin e Alida Gotta. Insieme, hanno dato vita a quattro piatti ispirati ciascuno a uno dei trend emersi dal report.
Mood Food – La polentina gourmet
La felicità è polenta fumante, formaggio e tartufi! Una delizia che incarna il mood food perfetto, questa polentina gourmet homemade, fritta e croccante, è avvolta in una fondutina di parmigiano e completata da un’irresistibile polvere di tartufo. Un connubio di sapori che farà sorridere a ogni assaggio.
Zero Heroes – Patata veramente bravas
Un piatto che non solo soddisfa il palato ma anche l’etica, dimostrando come la sostenibilità possa essere deliziosa. Le patate veramente bravas sono una creazione a zero spreco che riutilizza le patate arrosto e i fondi dei salumi che altrimenti andrebbero sprecati. Queste crocchette di patate, arricchite da aromi e il famoso “culetto” ancora buono dei salumi, vengono servite con una salsa special. Un piatto che farà sentire bene dentro e fuori.
Fusion of cultures – Falafel good
Un’incredibile fusione di culture culinarie in cui i falafel incontrano un mix di spezie a go go! I falafel di ceci, accompagnati da una maionese alla curcuma danno vita a un piatto che celebra la diversità culinaria in un’armoniosa sinfonia di sapori mediorientali.
Taste makers – Zucake & cheese
Qual è davvero la regina dei social, almeno durante l’autunno? La zucca! Questa prelibatezza è preparata con biscotti amaretto, crema di formaggio, marmellata di zucca e zenzero. Una vera e propria esplosione di sapori che farà breccia nei cuori degli amanti del cibo e dei social media – e ovviamente super instagrammabile.
La collaborazione tra Just Eat e Delivery Valley rappresenta quindi il perfetto connubio tra l’innovazione culinaria e il servizio di consegna a domicilio, offrendo ai clienti un’opportunità unica di esplorare il futuro del food delivery attraverso i sapori dei quattro trend.
I piatti saranno disponibili in esclusiva su Delivery Valley e saranno ordinabili solo attraverso Just Eat fino al 13 dicembre.
Il report completo della settima edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia è consultabile a questo link.
“Il vino, specialmente in Italia, è la poesia della terra.”Mario Soldati |
È la poesia della terra quello che Naturalmente Vino porta al centro del racconto nel week end di sabato 9 e domenica 10 dicembre da Combo con il Salone dedicato ai vini naturali, biodinamici e biologici e alle aziende attente alla sostenibilità in vigna e in cantina: più di 30 produttori e oltre 100 etichette in degustazione da tutta Italia saranno i protagonisti della due giorni di talk, degustazioni e masterclass.
Storie, terroir, produzioni e lavoro di questi Vigneron, per far conoscere l’impegno e la fatica nel tentare di salvaguardare la natura e l’ambiente, è la mission di Naturalmente Vino.
Un viaggio per l’Italia tutto da raccontare, ma soprattutto da approfondire, scoprendo le forme di vinificazione più alternative. Una manifestazione che chiama a rapporto vignaioli e produttori, selezionati lungo tutto lo stivale, che mettono al centro del loro lavoro in vigna l’attenzione verso l’ambiente.
Il prodotto finale e i processi che lo portano ad essere unico sono fulcro del pensiero di un’agricoltura che cerca nei cicli della terra, nei prodotti naturali, nell’assenza di interventi che velocizzino il processo di vinificazione, il fuoco della propria attività e della propria filosofia.
La scelta di portare questa manifestazione da Combo – già sede di altri eventi di Torino Wine Week – nasce dall’importanza del lavoro che questo centro culturale sta da tempo portando avanti sul territorio Torinese. Non solo da un punto di vista culturale e di accoglienza turistica, ma anche e soprattutto all’attenzione e alla ricerca legata all’offerta enologica che seleziona all’interno della sua carta vini dedicata la mondo del biologico e del naturale, con cantine giovani e dinamiche ma anche etichette importanti di cantine storiche. Infine anche un’offerta gastronomica di tapas dedicate oltre al servizio ristornate classico.
L’evento è organizzato da Torino Wine Week in collaborazione con Gambero Rosso, Città del Gusto e con Wouse.
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