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Mammà Isola di Capri porta il profumo di mare alle OGR di Torino

“Il mare dentro”: la nuova rotta gourmet di Raffaele Amitrano tra Capri e Torino

C’è un momento, entrando alle OGR di Torino, in cui si dimentica la città. Forse è l’architettura imponente, forse l’energia creativa che vibra tra queste mura post-industriali. Da poco, a rendere ancora più speciale questa atmosfera, è soprattutto il profumo del mare che conquista chi varca la soglia di SNODO: è l’effetto del nuovo menù estivo firmato dallo chef Raffaele Amitrano per Mammà Isola di Capri, raffinato spin-off torinese dello storico ristorante stellato di Capri.

Il titolo scelto, “Il mare dentro”, non è una metafora. È una dichiarazione d’intenti. Amitrano non si limita a cucinare il mare: lo racconta, lo interpreta, lo porta in tavola con la grazia di chi ne conosce l’anima. E riesce, con sorprendente equilibrio, a far dialogare il respiro salmastro di Capri con la concretezza piemontese, creando un ponte gastronomico tra Sud e Nord che è, prima di tutto, un gesto d’amore.

Il percorso comincia con un benvenuto carico di semplicità e memoria: la pizzetta caprese, friabile e leggera, riporta alla mente l’infanzia, le estati in terrazza, i profumi del forno. Leggermente piccante, la pizzetta caprese è un assaggio studiato per risvegliare le papille gustative e preparale a un viaggio che sa di estate, sole e Mediterraneo.

Segue uno dei piatti più emblematici della nuova carta, “Capri Torino andata e ri-Tonno”, una rivisitazione del carpaccio di tonno alla napoletana, qui arricchito da un gel di cipolla alla genovese cotto per sei ore, e accompagnato da mela annurca. È un piatto stratificato, costruito con intelligenza e memoria, dove l’intensità degli ingredienti si stempera nella dolcezza della frutta, e il risultato è elegante.

“Come un’insalata di mare” è un’idea affascinante: alghe, limone salato, emulsione di ricci racchiusi in una rondella di calamaro. È un boccone che sa di fondali e di fantasia, un gioco di consistenze e iodio. Forse il calamaro, nella sua struttura, avrebbe potuto offrire una morbidezza leggermente più avvolgente, ma l’intuizione rimane forte e stimolante, capace di evocare immagini e sapori di profondità marine.

Tra i primi piatti, il “Vesuvio di Gragnano con scarola, alici marinate, fonduta di Moscione e tarallo” si presenta come un incontro deciso tra terra e mare. La pasta di qualità accoglie la delicata amarezza della scarola e la sapidità delle alici, mentre la fonduta di caciocavallo sorrentino — il Moscione — avvolge il piatto in una nota cremosa e intensa. È una composizione audace, forse con un accostamento — quello tra alici e Moscione — che sorprende più di quanto convinca fino in fondo, ma che proprio per questo apre a una riflessione sulla sperimentazione e sulla ricerca del gusto.

Il “Baccalà alle erbe fini, la sua brandade e peperoni” è invece una piccola sinfonia ben risolta: il baccalà mantecato trova rifugio in un peperoncino verde, in un gioco di dolcezze e sapidità che Amitrano completa con un tocco piemontese – qualche goccia di aceto di Barolo – che dà profondità e sottolinea l’anima ospitale del piatto.

Il “Baccalà alle erbe fini, la sua brandade e peperoni” si rivela il piatto forse più compiuto dell’intero menù. Qui Amitrano orchestra con sensibilità tre elementi che dialogano in modo armonico e preciso: il baccalà mantecato, avvolto in un peperoncino verde; il baccalà alle erbe fini e un carpaccio di baccalà servito con cruditè di peperoni; e una salsa ai peperoni che lega tutto con una dolcezza vellutata e vibrante. È un piatto in cui ogni componente ha una voce distinta, ma contribuisce a un insieme coerente, elegante, profondo. Il tocco di aceto di Barolo, misurato e calibrato, aggiunge un accento locale senza forzature, e completa una composizione che conquista senza alzare la voce, ma lasciando un ricordo nitido e persistente.

E quando si pensa che il percorso stia per concludersi, arriva un pre-dessert sorprendente: una delicata crema al caffè con crumble di mandorla, spuma di limone e una spolverata di polvere di cappero, che gioca sui contrasti e rinfresca il palato. Un piccolo, raffinato intermezzo che rinfresca il palato e lo prepara all’ultimo, goloso atto. Un passaggio armonioso e intrigante esaltato da un Vermouth Superiore Gran Torino.

Il gran finale che lascia il segno è “Melanzana, cioccolato e caffè con nocciola e caramello”. Un omaggio alla melanzana al cioccolato amalfitana, reinterpretata con eleganza e coraggio, dove la dolcezza della nocciola e la nota profonda del caffè si intrecciano in un equilibrio che richiama, con grazia, i sapori autentici del Piemonte.

A completare il percorso, due cocktail a firma Gran Torino raccontano la stessa storia con spirito liquido. “Torino-Capri/esperienza liquida”, servito all’aperitivo, unisce Gran Torino Superiore in purezza e soda al limone della costiera con una sfoglia di mela piemontese in soluzione salina: fresco, preciso, evocativo. Il gran finale arriva con “Espresso”: infuso al Caffè Special Terra di Lavazza e baccello di vaniglia, con fiore di cappero siciliano che gioca con il dolce e il salato e riduzione di Vermouth. Un sorso che è viaggio e sorpresa, e che sigilla il menù come un punto fermo carico di aroma e visione.

Con questa proposta estiva, Mammà Isola di Capri si conferma ben più di un’estensione del ristorante di Capri: è un luogo dove l’identità si rinnova attraverso il dialogo tra territori e culture. E dove il talento di Raffaele Amitrano incontra l’eleganza moderna delle OGR, in un contesto curato con attenzione anche nell’accoglienza, grazie alla direzione discreta e sapiente del restaurant manager Fabio Buratti.

“Il mare dentro non è solo un menù: è un sentimento, un ricordo, un’idea di cucina che parla di radici e di futuro”, racconta lo chef. E ha ragione. Perché questa nuova carta non è semplicemente un viaggio nel gusto, ma un racconto che lascia spazio alla memoria, al territorio e a chi, come Amitrano, sa trasformare una tradizione in qualcosa che ancora non c’era. Un invito a perdersi tra i sapori e ritrovarsi in un’idea nuova di cucina italiana.Ad accompagnare i piatti una selezione di vini pensata per esaltare ogni sfumatura del gusto. Tra le etichette in carta spicca il Bersano Arturo Brut, uno spumante piemontese Metodo Classico dal perlage fine e persistente, perfetto per aprire il pasto con freschezza e delicate note fruttate, ideale accanto ai crudi di mare o a un antipasto leggero.
Proseguendo, la tavola si è impreziosita con un bianco delle Langhe, il Vionié 2020 di Sordo, espressione elegante del vitigno Viognier: profumi di fiori bianchi e frutta a polpa gialla anticipano un sorso morbido e avvolgente, perfetto per accompagnare primi piatti di pesce e ortaggi mediterranei.
E in ultimo il Rosa di Poggio 2023 di Poggiomandorlo, rosato toscano dal bouquet fruttato e agrumato.
A rendere l’esperienza ancora più intensa contribuisce l’ambiente stesso: gli interni del ristorante, firmati dall’architetto Fragomeli, sono stati concepiti come una vera immersione nel blu del mare caprese. Eleganza, raffinatezza e un’attenta ricerca dei materiali definiscono l’ambiente, dove la scelta dei colori – dominata dalle sfumature marine – crea una cornice scenografica unica.

Il menù “Il mare dentro” è disponibile a pranzo e a cena fino alla fine dell’estate presso Mammà Isola di Capri – SNODO, OGR Torino.

📍 Corso Castelfidardo 22, Torino

📅 Lunedì 19.30 – 22.00 | Martedì–Venerdì 12.30–14.30 / 19.30–22.00

GIULIANA PRESTIPINO

Al Solferino tra innovazione e tradizione

D’autunno e inverno non si può mancare di assaporare i bolliti assecondati da mille salsine serviti, come vuole la regola piemontese, dall’apposito carrello. E poi, a seconda delle stagioni, i tartufi, i carciofi o gli asparagi accompagneranno degnamente i piatti che sceglierete

Da decenni è il punto di riferimento della politica torinese, a metà strada com’è tra Palazzo Civico e la Regione. Ma negli ultimi tempi, complice la stagione fiorente del turismo in città, è sempre più frequente vedere ai suoi tavoli allegre comitive di stranieri che, rubicondi, degustano e decantano i piatti e i vini serviti. E’ il ristorante Solferino, nell’omonima piazza con fontana, locale di impronta tradizionale, meta di clientela affezionata.

Affezionata alla sua superba battuta di carne cruda, alla tagliata di fassone e, perchè no, anche ai piatti di pesce fresco che non mancano nel menu. Una cucina piemontese rivisitata così da proporre tra gli antipasti uno sfizioso timballo di melanzane con pomodoro e scaglie di parmigiano un tonno di coniglio tenerissimo e agrodolce e un vitello tonnato – questo sì – davvero antica maniera.

D’autunno e inverno non si può mancare di assaporare i bolliti assecondati da mille salsine serviti, come vuole la regola piemontese, dall’apposito carrello. E poi, a seconda delle stagioni, i tartufi, i carciofi gli asparagi o le sfiziose patatine fritte “a fiammifero” accompagneranno degnamente i piatti che sceglierete. Dulcis in fundo, letteralmente, la vastissima scelta di dolci, tutti fatti in casa: bunet, panna cotta, torta pere e cioccolato, pesche ripiene cioccolato-amaretto, crostate, mille altri dessert e torte per compleanno su richiesta.

Più che dignitosa la carta dei vini che spazia dalle etichette classiche di rossi piemontesi ai bianchi italiani  (bollicine comprese).

Da provare assolutamente.

Ristorante Solferino

Piazza Solferino, 3, 10121 Torino
011 535851

Sempre aperto

 

Paperita Patty

Il Piemonte a New York presenta l’eccellenza del gusto

Dopo il successo dei World’s 50 best Restaurants, il Piemonte a New York presenta l’eccellenza della sua cucina e consolida la presenza negli Stati Uniti con un programma di show cooking, degustazioni e occasioni di business. Per la decima volta al Summer Fancy Food, il più grande evento commerciale negli Stati Uniti per l’industria alimentare e delle bevande Dopo il grande successo dei World’s 50Best Restaurants che sisono svolti, per la prima volta in Italia, a Torino la scorsa settimana, il Piemonte torna a proporre le eccellenze della sua enogastronomia sulla scena internazionale. E la fa da protagonista, a New York dal 28 al 30 giugno, all’interno della missione del governo italiano, e in particolare del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, per promuovere la candidatura della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. In programma una cena il 28 giugno con buyer internazionali organizzata da ICE Agenzia presso la Gotham Hall a Broadway.

Nella stessa sera sugli schermi di Times Square sarà proiettato il video ufficiale della candidatura per mostrare la straordinarietà della cucina italiana. E da domenica 29 il via a Summer Fancy food, la più importante manifestazione B2B in Nord America dedicata alle specialità alimentari e alle innovazioni del settore è ormai un appuntamento consolidato per il Piemonte: fino al 1° luglio, una delegazione di 16 aziende torna a New York coordinata da Ceipiemonte nell’ambito delle attività del Progetto Integrato di Filiera (PIF) “Agroalimentare” promosso da Regione Piemonte e finanziato dal PR FESR 2021-2027, nell’anno in cui l’Italia è Country Partner – primo Paese a ricevere questo onore per ben quattro volte. A guidare la delegazione piemontese il Presidente Alberto Cirio con il Presidente di Ceipiemonte Dario Peirone e il Direttore Stefano Nigro: è questa, infatti, l’occasione per promuovere il territorio anche come terra di investimenti e meta turistica, un binomio molto ricercato negli Stati Uniti, mercato che apprezza l’offerta enoturistica piemontese e i prodotti agroalimentari del territorio. «La presenza del Piemonte a New York arriva all’indomani dello straordinario successo di 50 best di Torino, con la nostra città, la nostra cucina e le nostre eccellenze agroalimentari al centro dell’interesse dei media, degli chef e dei gourmet di tutto il mondo – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Siamo protagonisti e ambasciatori della candidatura Unesco della cucina italiana e siamo qui con le nostre aziende per promuovere i nostri prodotti”

Il Guardian sceglie Unexpected Italy: 10 indirizzi torinesi alternativi ai 50 Best 

Dieci indirizzi gastronomici fuori dai radar dei 50 Best, firmati Unexpected Italy, protagonisti su The Guardian. La mappa è ora disponibile in App per viaggiare da veri “local” in una Torino tutta da scoprire. Il 70% dei turisti visita l’1% delle località, ecco come la startup lotta contro l’overtourism

C’è un’Italia che sfugge alle rotte turistiche più battute, che si nasconde dietro insegne modeste, nei vicoli fuori mano, nei racconti dei locali. Un’Italia che parla la lingua dell’autenticità e della qualità accessibile. È questa l’Italia raccontata da Unexpected Italy, il progetto traveltech fondato dalla vicentina Elisabetta Faggiana e dal barlettano Savio Losito, che oggi conquista anche le colonne del The Guardian. Il celebre quotidiano britannico, in occasione dei 50 Best Restaurants in corso a Torino, ha scelto proprio Unexpected Italy per offrire ai lettori una mappa alternativa del gusto torinese: dieci locali sorprendenti per qualità, accoglienza e prezzo, selezionati per chi cerca un’esperienza davvero locale.
Un riconoscimento importante, che premia la filosofia alla base del progetto nato nel 2022: una “Lonely Planet 3.0”, come l’hanno definita, geolocalizzata e immersiva, accessibile via app, che permette a ogni viaggiatore di personalizzare il proprio itinerario alla scoperta dei territori italiani meno inflazionati. L’obiettivo è uno: fare sentire il turista parte integrante della comunità locale, offrendo accesso a luoghi autentici, artigiani, ospitalità diffusa e ristoranti dove l’attenzione alla qualità e all’etica sono valori fondanti.
Oggi, grazie a un lavoro meticoloso fatto di incontri reali e sopralluoghi, Unexpected Italy ha già mappato 12 territori italiani, da Barletta a Vicenza, da Roma a Matera, passando per Genova, Milano, Venezia e naturalmente Torino.
Ed è proprio Torino, con la sua anima sospesa tra eleganza sabauda e fervore creativo, a guadagnarsi uno spazio d’onore nel reportage firmato The Guardian. La giornalista Liz Boulter, nella sua “locals’ guide”, ha scelto dieci locali torinesi scoperti e raccontati da Faggiana e Losito: dalle trattorie innovative ai bistrot di quartiere, passando per latterie storiche, cioccolaterie, gelaterie, degustazioni di Vermouth, fino alla merenda sinoira (una tradizione gastronomica piemontese che consiste in un lungo e abbondante pasto pomeridiano che può sostituire la cena e nel corso del quale vengono degustati vari antipasti e contorni freddi più piatti tipici piemontesi), il tutto nel segno di un gusto accessibile, sincero, indimenticabile.
“Il nostro obiettivo è rivoluzionare il modo di viaggiare: non più turismo usa-e-getta, ma esperienze che lasciano tracce positive nei territori. Ogni viaggio può diventare rigenerazione, scambio, relazione. E Torino è un esempio perfetto di come si possa fare turismo autentico anche nelle grandi città”, affermano i fondatori.
Il progetto ha già attirato l’attenzione internazionale in più occasioni. Dopo il successo di “Unexpected London”, prima startup fondata dai due nel Regno Unito, Unexpected Italy ha portato il proprio approccio all’ONU, intervenendo al Geneve/Fribourg Entrepreneurship Forum contro l’overtourism, e ha partecipato a numerosi eventi di settore, dal Global Business Travel Association al Forum Ambrosetti sul Turismo Sostenibile.
Il tema è quanto mai attuale: il 70% dei turisti si concentra sull’1% del territorio italiano, secondo dati Istat e Banca d’Italia rielaborati da The Data Appeal Company. Un modello insostenibile che impoverisce i luoghi e logora le comunità. Unexpected Italy propone una via d’uscita: valorizzare l’Italia vera, quella fatta di relazioni e microeccellenze.
L’eco mediatica seguita alla pubblicazione su The Guardian ha già prodotto effetti concreti lo scorso anno: migliaia di nuovi download dell’app e un rinnovato interesse per le destinazioni meno note. In quel caso, il territorio coinvolto era il Vicentino, terra natale di Faggiana: si era discusso a lungo del significato per il territorio di avere un focus tanto importante da una testata internazionale di quel livello.
La mappa torinese presentata oggi è solo l’ultima tappa di un percorso destinato a crescere. Disponibile nell’app di Unexpected Italy (scaricabile gratuitamente su tutti gli store), guida il viaggiatore tra centinaia di luoghi “segreti” selezionati uno per uno, sempre all’insegna dell’etica, dell’identità e della qualità.
“Crediamo in un turismo che faccia bene al pianeta e alle persone”, spiegano i fondatori. “Servono lentezza, consapevolezza e rispetto. Solo così il viaggio può trasformarsi in un atto politico, culturale e umano. Con l’approvazione di un’autorità come The Guardian, Unexpected Italy si conferma oggi una bussola affidabile per esplorare un’Italia autentica, lontana dai cliché, che parla le lingue dell’accoglienza e della verità. Una sfida lanciata al turismo di massa, ma anche un invito a tutti i viaggiatori: guardare l’Italia con occhi nuovi è possibile. Basta sapere dove cercare”.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – Torino alternativa: 10 tavole autentiche selezionate da Unexpected Italy
In occasione dell’arrivo a Torino dei “Food Oscars” – la cerimonia dei World’s 50 Best Restaurants – l’app Unexpected Italy ha tracciato una mappa del gusto accessibile, con dieci locali imperdibili per scoprire l’anima gastronomica autentica della città, senza spendere cifre stellari. La mappa è presente nell’App ed è oggetto dell’articolo del The Guardian a firma di Liz Boulter. Una guida ideale per gustare Torino con autenticità, qualità e spirito locale.
Si parte dalla Latteria Bera, nel centro storico, dove Chiara Franzoso propone formaggi artigianali e la celebre panna montata da passeggio con lo zabaione. Scannabue, nel quartiere San Salvario, reinterpreta i classici piemontesi con eleganza e un’atmosfera conviviale: imperdibili i plin col burro e il risotto al midollo. Le Vitel Étonné gioca sul nome del vitello tonnato (vitel tonné) per offrire carni cotte a bassa temperatura e antipasti della tradizione come fiori di zucca in pastella di riso. Suggestivo e familiare, Antiche Sere è perfetto per una cena sotto la pergola, tra tomini piccanti e coniglio in bianco. I Fratelli Bruzzone offrono cucina semplice e stagionale in un ristorante nato da una gastronomia: grande attenzione al vegetale e ai prodotti fermentati. Da Consorzio, la chef Valentina Chiaramonte firma piatti creativi con vini naturali e presìdi Slow Food. Caffè dell’Orologio propone la merenda sinoira in versione moderna: piccoli piatti freddi, lingua, tomini e crocchette, perfetti anche per famiglie. Gelateria Aria, nel vivace quartiere Vanchiglia, racconta il territorio attraverso gusti come liquirizia e violetta, olio di oliva e vaniglia, yogurt e miele nomade o caramello e popcorn. Nel quartiere Borgo Nuovo, Toc è il paradiso del cioccolato artigianale, con creazioni freschissime da gustare entro tre settimane. Infine, da Eccetera Experience, Nicola Piazza esplora l’universo del Vermouth con degustazioni e cocktail che celebrano l’origine torinese dell’aperitivo.
Il soggiorno è consigliato da Look TO, boutique hotel affacciato su Piazza Vittorio e firmato dalla paesaggista Giuliana Marsiaj. Un luogo di charme dove ogni dettaglio di design è scelto con cura e ogni oggetto porta con sé una storia da raccontare.

 

Lo strudel di Cavour con gli asparagi di Santena

Dolci, teneri, rinfrescanti e delicati dal caratteristico colore verde-viola

Parliamo di asparagi, in particolare della varieta’coltivata a Santena che appartiene ai prodotti agroalimetari tradizionali della Regione Piemonte. Proprio quelli di cui, il “goloso” Camillo Benso conte di Cavour contribui’ a rafforzare la fama di prodotto alimentare d’eccellenza, gradevolmente dolci, teneri, rinfrescanti e delicati dal caratteristico colore verde-viola. Si prestano a tantissime preparazioni, provateli cosi’…

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Ingredienti:

1 rotolo di pasta sfoglia rotonda

½ kg. di asparagi di Santena

3 fette di prosciutto cotto

3 cucchiai di ricotta fresca

3 cucchiai di Parmigiano grattugiato

1 uovo intero, piu’ un tuorlo

sale e pepe q.b., qualche foglia di menta

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Pulire gli asparagi, cuocerli a vapore, lasciar raffreddare. Stendere la sfoglia su di un foglio di carta forno, coprirla con le fette di prosciutto cotto. In una terrina, amalgamare la ricotta con l’uovo intero, il parmigiano, la menta tritata, il sale, il pepe e gli asparagi tagliati a tocchetti. Spalmare il composto sulle fette di prosciutto e avvolgere la pasta formando uno strudel. Spennellare i bordi con il tuorlo, cuocere in forno pre-riscaldato a 200 gradi per circa 30 minuti. Lasciar intiepidire e servire a fette.

 

Paperita Patty 

“Il  Risveglio del Ceppo” presentato alla Cantina Barbera dei Sei Castelli 

Venerdì 20 e sabato 21 giugno scorsi sono state due giornate intense ed emozionanti per la Cantina Barbera dei Sei Castelli di Castelnuovo Calcea in quanto la Cantina ha presentato ai media nazionali il “Risveglio del Ceppo”, un progetto culturale e produttivo che unisce il vino all’arte e al territorio.

Protagonista assoluta di questa due giorni  è  stata la nuova linea di vini che prende il nome di “Risveglio del Ceppo”, presentata per l’annata 2023. Questo progetto va ben oltre ogni singolo prodotto in quanto questi vini provengono da vigneti realizzati utilizzando il patrimonio genetico di vigneti storici  risalenti ad inizio Novecento  e coltivati secondo i principi della viticoltura rigenerativa.
I partecipanti hanno potuto nelle due giornate vivere degustazioni guidate in un contesto immersivo e il tutto è  poi culminato nella visita collettiva alla Vigna madre, risalente ai primi anni del Novecento dove i primi ceppi, tuttora produttivi, sono stati preservati  e trasformati nel cuore pulsante  del progetto. È qui che si può cogliere il legame profondo tra il gesto artistico e la cura della terra.

A conclusione del percorso vi è stata la visita al museo immersivo permanente denominato “L’anima del vino”, dove si sono potute ammirare le opere dell’artista Ezio Ferraris, che sono sculture realizzate da vecchi ceppi di Barbera, capaci di restituire forma e voce alla memoria vinicola.

In questo spazio evocativo e al tempo stesso suggestivo gli ospiti hanno assistito in anteprima  assoluta alla presentazione dell’annata 2023 della Barbera d’Asti denominata “Il Risveglio del Ceppo”. A fare da cornice le musiche originali del maestro Christian Ravaglioli, che hanno scandito i momenti salienti, trasformando la presentazione in un rito collettivo in cui l’aspetto identitario della terra è diventato gesto, suono e racconto.

La Cantina Barbera dei Sei Castelli  è stata fondata nel 1960 e deve il suo nome alla volontà cooperativa di viticoltori originari di sei Comuni delle colline astigiane, Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Moasca, San Marzano Oliveto, Calosso e Costigliole d’Asti. Il suo nome deriva dai castelli che ancora oggi dominano su questi borghi medievali.

La Cantina  vanta 260 soci viticoltori, 800 ettari coltivati e 7 milioni di fatturato, ponendosi come un simbolo di cooperazione agricola e innovazione culturale, capace di promuovere un’agricoltura sostenibile e un vino che diventa narrazione di un territorio.

Mara Martellotta

Molto più di una insalata di patate

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Un secondo fresco e sempre adatto

 Una preparazione semplice e sfiziosa che potete personalizzare secondo i vostri gusti per un piatto sempre diverso.
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Ingredienti:
3 grosse patate
1 scatoletta di tonno sott’olio
4 cucchiai di maionese
1 limone
1 pizzico di curcuma (facoltativo)
1 fetta spessa di prosciutto di Praga
Sale, pepe, prezzemolo o basilico
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Pelare le patate, tagliarle a bastoncini e cuocerle a vapore.
Frullare il tonno, mescolare alla maionese, aggiungere il succo del limone, il sale, il pepe, e la curcuma. Tagliare a listarelle il prosciutto privato dell’eventuale grasso, unirlo alle patate, aggiungere la salsa tonnata ed il prezzemolo. Mescolare con cura. Servire freddo guarnito con fette di limone.

Paperita Patty

Maido di Lima (Perù) incoronato a Torino miglior ristorante del mondo

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La Regione Piemonte ha accolto a Torino dal 17 al 20 giugno «The World’s 50 Best restaurants», l’Oscar mondiale della ristorazione che premia i 50 migliori ristoranti del mondo.

Per quattro giorni sono stati presenti in città e in Piemonte oltre 1.300 ospiti, più di 250 giornalisti specializzati nel settore enogastronomico, 89 ristoranti e più di 100 chef.

Il cuore della manifestazione nel tardo pomeriggio del 19 giugno nell’Auditorium del Lingotto, con il Red Carpet e la proclamazione della classifica del 50 migliori ristoranti del mondo alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, promotore della candidatura della cucina italiana a Patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco, del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e di  numerose autorità, tra cui gli assessori regionali Marina Chiarelli, Paolo Bongioanni e Marco Gallo. Fuori dalla sala gli stand di sponsor e partner hanno proposto i loro prodotti agli chef, ai giurati e agli oltre 1300 ospiti.

La giuria ha decretato come vincitore il ristorante Maido di Lima (Perù), gestito da Mitsuharu ‘Micha’ Tsumura. Secondo in classifica Asador Extebarri dl Atxondo (Spagna, Paesi Baschi), terzo Quintonil di Città del Messico. Cinque gli italiani in classifica: al 16° Lido 84 di Gardone Riviera (Brescia), al 18° Reale di Castel di Sangro(L’Aquila), al 31° Le Calandre di Rubano (Padova), al 32° Piazza Duomo di Alba (Cuneo) e al 43° Uliassi di Senigallia (Ancona).

Oltre al ricordo dei sapori, la Regione Piemonte consegnerà agli chef alcuni omaggi simbolo del territorio che li ospita: una bottiglia di Barolo del proprio anno di nascita, un barattolo personalizzato di Nutella e un kit da cucina su cui è riprodotta l’Allegoria di Ugo Nespolo, che ritrae tutte le eccellenze del Piemonte.

“7° Mangè an n’autra cort” a Castagnole Piemonte

Fra cibo, rievocazioni storiche e buona musica – torna per il “Solstizio d’estate”, uno degli eventi clou dell’enogastronomia piemontese

Sabato 21 giugno

Castagnole Piemonte (Torino)

Il titolo dato all’evento – “Mangè an n’autra cort” – richiama uno dei più iconici (e spesso irriverenti) modi di dire piemontesi: “Cantè an n’autra cort”, come dire vai a rompere le scatole altrove. Assolutamente di tutt’altro tono, invece, l’intento-richiamo degli organizzatori della serata tesa a inaugurare l’estate 2025 a Castagnole Piemonte, comune di poco più di 2mila abitanti alle porte di Torino, che, sabato prossimo 21 giugno, ospiterà la settima edizione di un’esperienza enogastronomica che, sotto il titolo appunto di “Mangè an n’autra cort” (“Mangiare in un altro cortile”), intende attrarre il maggior numero possibile di partecipanti e fondere nel migliore dei modi le storiche cene conviviali di buon vicinato praticate nei borghi antichi e il più moderno street food.

Il via alla festa alle 19 e se ne avrà fino a tarda notte, con l’allestimento in tutte le piazze e le vie del concentrico di stand food & drink, in collaborazione con ben quattordici “Proloco”del Piemonte che delizieranno il pubblico con i loro piatti tipici accompagnati da un buon bicchiere di vino. All’appello risponderanno le “Proloco” di Candiolo, Caramagna, Carmagnola, Castagnole Piemonte, Condove, Envie, Lombriasco, Monforte d’Alba, Osasio, Racconigi, Sommariva Perno, Vergne e Verzuolo. Ciascuna con i suoi piatti più rappresentativi: dal panino “candiolese” e gnocco fritto con Nutella per arrivare alla salsiccia porchetta capocollo e patatine, passando per il pan fritto con salumi nostrani e dadolata di pesche con gelato, via via fino all’agnolotto d’la Vila ravioles della Val Varaita e guancia brasata con puré.

Soddisfatto il gusto, si penserà a coccolare anche l’udito e la vista con la musica del dj-set di Gianluca Martino, Luca Zabellan e Matteo D’Amico che farà da gradevole sottofondo, dalle ore 19, in tutte le vie del paese. Dalle 19,15entrerà in gioco la meravigliosa “rievocazione storica” d’epoca risorgimentale, con la sfilata di oltre 150 figuranti con partenza da via Torino e arrivo in Piazza Cesare Battisti. Protagonisti assoluti il Re Vittorio Emanuele II e il suo grande amore, la Bela Rosin. La rappresentazione, con la regia di Luigi Oddoero, la conduzione di Maurizio Aglioldo e il coordinamento di Lorenzo Piana – in arte “Re Peperone” – vede la partecipazione dell’Associazione storico-culturale di Pinerolo “La Maschera di Ferro”, del Gruppo degli Sbandieratori di Villastellone “Comitato dei Templari”, del Gruppo animazione teatrale di Pinerolo “Piccolo Varietà” e della performancespeciale del mezzo soprano Rosy Zavaglia.

Al termine della sfilata, avrà inizio la serata di intrattenimento per tutta la famiglia in piazza Cesare Battisti. Dalle 22,15 saranno sul palco gli “Annovanta”, il gruppo che farà scatenare il pubblico sulle note dei brani dance più famosi degli anni ’90 e non solo, seguiti in consolle, alle 23,45, dal dj internazionale Roberto Molinaro.

In chiusura, dall’una fino a tarda notte, Christian Express, artista che ama definirsi “progressive-trance, innamorato del suono analogico”. Il tutto con la presentazione della “super voice” di Sandro Bit e la collaborazione di “DAGMA Promotion” e “Treseinovepromotion”.

Per maggiori info è possibile chiamare il numero telefonico 338/2500480 oppure scrivere all’indirizzo e-mail apscfcastagnole@gmail.com

Durante la serata saranno presenti punti informativi a tutti gli ingressi principali del centro cittadino.

g.m.

Nelle foto: immagini di repertorio

Pasta risottata alla mediterranea

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Avete letto bene, e’ una pasta ma… cuoce come un risotto, provatela: e’ proprio appetitosa!

 

Ingredienti (per 4 persone):

320gr. di pasta corta tipo penne

15/20 pomodorini tipo Pachino

1 cucchiaio di capperi dissalati

3 cucchiai di olive taggiasche denocciolate sott’olio

1 piccola cipolla

1 spicchio di aglio

3 cucchiai di olio evo

1 bicchierino di vino bianco secco

3 cucchiai di pecorino grattuggiato

acqua per cottura

basilico e  prezzemolo freschi

Sale q.b.

 

In una larga padella mettere a dorare la cipolla,  l’aglio e i capperi tritati, aggiungere poi  le olive e i pomodorini tagliati a meta’, insaporire per qualche minuto poi unire la pasta cruda e rimestare. A questo punto, salare, sfumare con il vino bianco e poi coprire completamente gli ingredienti con acqua calda e rigirare, proprio come… un risotto. Lasciar cuocere per 10 minuti (dipende dal tempo di cottura della pasta) rimestando di tanto in tanto aggiungendo, se occorre, poca acqua. Quando pronta, spolverizzare con basilico, prezzemolo fresco tritati e pecorino grattuggiato. Servire subito. Potete sostituire gli ingredienti secondo i vostri gusti, magari aggiungendo 2 filetti di acciuga… La pasta cotta in questo modo risultera’ molto piu’ gustosa e avvolta da una cremina che vi conquistera’.

Buon appetito.

Paperita Patty